AMU: Azione Per Un Mondo Unito ETS

Da oltre 30 anni contribuiamo al raggiungimento del più alto grado possibile di reciprocità tra persone, comunità e popoli; rafforzandone le capacità per liberare il proprio potenziale di sviluppo.

Insieme alle comunità protagoniste del proprio sviluppo

Impegnarsi per arrivare al Mondo Unito è un’utopia? È la domanda che i fondatori dell’AMU si sono posti ben oltre trent’anni fa, in un mondo del tutto diverso da quello nel quale viviamo oggi. Ora come allora, il sogno dell’unità era l’obiettivo a cui tendere per superare le ingiustizie e gli squilibri che affliggono popoli e nazioni diverse tra loro – come pure classi o strati sociali all’interno delle medesime – generando marginalità ed esclusione. Quelle che oggi Papa Francesco chiama le periferie.
Da ciò l’ideale della fraternità universale che si fa esperienza per abbracciare ogni essere umano e farci riscoprire membri dell’unica grande famiglia umana, al di là di tutte le appartenenze, convinzioni, status.

Come lavoriamo

Vediamo ogni persona come custode di enormi potenzialità e talenti, e nello stesso tempo come portatrice di bisogni da soddisfare per poter essere pienamente realizzata e contribuire così allo sviluppo umano e sociale della propria comunità.
Per noi lo sviluppo umano è un percorso di crescita integrale, che si compie quando tutte le dimensioni della persona trovano realizzazione: quella fisica, psicologica, sociale e spirituale. La dimensione del dono reciproco è la chiave di questo processo di sviluppo, nel quale ognuno possa ricevere ciò di cui ha bisogno e allo stesso tempo donare a sua volta ciò di cui dispone: non benefattori e beneficiari, ma tante sorelle e fratelli inseriti in questo “circuito di fraternità universale”.

Crediamo, in sintesi, in uno sviluppo di comunione fra le persone e i popoli

AMU – Azione per un Mondo Unito ETS
Via Piave n°15, 00046 Grottaferrata (RM)
Codice Fiscale 97043050588
Tel. +39 06 945 407 301

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Daniele Ricci: esperienze in canzoni

“Vivere la Vita… inabissarti nell’amore… fare insieme la tua strada verso Lui”…

Quell'”a solo” è diventato un coro sonoro risuonato in tutta la Chiesa. La richiesta di un bis, con altre note, un coro ancora più “sentito”. Così si è conclusa l’ora di canti e esperienze di un cantautore per passione, Daniele Ricci,  per la seconda volta, ieri sera,  alla parrocchia di s. Marco a Roma. E’ il parroco che gliene ha fatto richiesta per “la forza di evangelizzazione” sperimentata da chi vi aveva partecipato.

Al cuore della serata un’esperienza forte: … giovane ingegnere, cerca x mesi lavoro… poi l’offerta di una grande industria… proprio quel lavoro che faceva al caso suo…  ma scopre… è una fabbrica di armi…!!! Caso di coscienza… lotta…

Lui stesso narra: “Di cavilli cerebrali e anche morali per accettare questo lavoro me ne venivano in mente a bizzeffe. Di questa mia angoscia ne parlavo con gli amici che condividevano con me la vita del Vangelo. Mi ascoltavano con amore, ma non mi davano soluzioni, perché la decisione, dicevano, spettava a me solo. Era lo sfondo silenzioso che mi permetteva di sentire chiara la voce della coscienza: tanti lo faranno, ma io no!

E’ stampata nel mio cuore un’immagine, di me che sto in macchina e scendo dai Castelli dove sono andato a vendere enciclopedie. Ho il sole dietro di me che illumina le macchine che procedono in senso inverso. Ed ecco, il sole in faccia a un mio collega che sale su. E’ un collega che il lavoro l’ha trovato. Lui sì, io no.  La narrazione si trasforma in canto:

E mi ricordo lacrime che scendevano mentre guidavo.
Ancora una volta niente nelle mani…
con quelle lacrime usciva dal cuore mio un grazie a Dio
E più non era dolore,  ma gioia, la gioia di avere per me Lui.
E mi ricordo lacrime che zampillavano pure dal cuore:
c’era una gioia immensa dentro me.
E non avevo perduto niente certo, io,
ma avevo fatto un altissimo volo in Dio,
avevo tutto perché ero figlio Suo, ero figlio di Dio, ero io.
E mi ricordo,  ricordo gli alberi che s’inchinavano lungo la strada,
io mi ricordo il sole che illuminava…
E  non sapevo nemmeno che alla fine del viaggio
m’attendeva un inimmaginabile messaggio,

era l’amore di Dio che guidava i miei passi
io stavo con Lui, stavo con Lui.

“Torno a casa, e c’è una notizia. Mi hanno cercato da una scuola dove ho fatto domanda di supplenza. Non sono più senza lavoro! Avrei poi vinto un concorso per la motorizzazione delle Poste… e la storia continua. Dio non si fa battere in generosità!”

E’ stato questo il momento più toccante. Firmato da un applauso scrosciante.

LE CANZONI DI DANIELE RICCI SI TROVANO SUL SUO CANALE YOUTUBE




Congresso Essere sempre famiglia

Dal 10 al 12 maggio 2024 si è svolto al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il Congresso del Movimento dei Focolari dal titolo: “Essere sempre famiglia.Oltre confini e categorie, verso l’inclusività”. Vi hanno partecipato circa ottocento persone da ogni parte dell’Italia e dall’Albania (come Movimento dei Focolari legata territorialmente all’Italia).

L’esigenza di un Congresso comune, tra le varie realtà, diramazioni del Movimento dei Focolari – di diverse vocazioni, intergenerazionale, con diverso impegno nel sociale ed ecclesiale ecc. . . – è nata durante un Consiglio del Movimento stesso in cui i vari membri hanno deciso di concentrare le forze – tralasciando alcuni altri appuntamenti specifici – per radunarsi su un argomento che fosse trasversale, che accomunasse tutti (cosa ci poteva essere di meglio della famiglia!) e che aiutasse a fare un’esperienza di unità con la “famiglia” completa.

Il Congresso nazionale di maggio si è ripetuto e se ne stanno riproponendo altri in alcune regioni italiane, quindi più a livello locale, per coinvolgere ancora più persone.

Oltre al Congresso Essere sempre famiglia, in questo anno 2024 verrà proposto un secondo appuntamento dal 8 al 10 novembre, sempre al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo in cui, nel solco del secondo anno del Cammino sinodale ed in vista del prossimo Giubileo 2025, le tematiche affrontate saranno più di carattere ecclesiale (a breve ulteriori e maggior informazioni).

Centro Mariapoli Castel Gandolfo

Ma com’è andato questo Congresso? Come si è vissuta la sua preparazione? Chiediamo a Sara Fornaro, giornalista di Città Nuova e facente parte della commissione preparatorio del congresso, di raccontarci qualcosa.

«Se oggi dovessi lasciare questa terra e mi si chiedesse una parola, come ultima che dice il nostro Ideale, vi direi – sicura d’esser capita nel senso più esatto –: “Siate una famiglia”». A novembre 2023 siamo partiti da questa frase di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, per preparare il Congresso.

In questo gruppo ci siamo ritrovati in 14, diversi per provenienza ed età, in rappresentanza delle varie realtà del Movimento: dalle famiglie ai volontari, dai consacrati ai gen, dai separati ai dialoghi. Io rappresentavo, insieme a Miriana, il Gruppo editoriale Città Nuova.

Abbiamo cominciato ad incontrarci via Zoom una volta a settimana, dalle 21 fino (spesso) a notte fonda (sì, abbiamo superato anche la mezzanotte!). Non ci conoscevamo e non c’era un responsabile. Avevamo una “commissione di supporto”, ma era l’unità tra noi a dover metter giù un programma formativo, ma incarnato nella realtà. Soprattutto i giovani avevano chiesto di trattare tematiche di stretta attualità. Chiedevano alla “famiglia di Chiara” di vivere l’unità con testa, mani e cuore, secondo la consegna che ci ha dato Papa Francesco qualche anno fa a Loppiano.

Non doveva essere un Congresso per famiglie, ma un Congresso sull’essere famiglia, secondo le parole di Chiara Lubich. Su alcune cose ci siamo trovati sin da subito tutti d’accordo: nessuno doveva sentirsi escluso, nel Movimento c’è posto per tutti.

Quando abbiamo messo su carta le tematiche proposte la lista sembrava infinita. Come scegliere? Ci siamo lasciati guidare dalla traccia che ci era stata data: Essere famiglia, a cui abbiamo aggiunto la parola “sempre”.

Dopo lunghi confronti, abbiamo immaginato un percorso lungo tre giornate, ognuna delle quali arricchita da momenti artistici. Anche i bambini sono stati protagonisti con giochi ed esperienze, grazie ad un gruppo di animatori davvero speciali.

Siamo partiti da “siate una famiglia” di Chiara: dalle relazioni nella società, nelle famiglie, tra religiosi, sui social, per arrivare al conflitto. In ogni rapporto ci sono conflitti, che possono rivelarsi una risorsa per costruire relazioni più vere e profonde. Si è dunque parlato del superamento del conflitto tra persone di fedi religiose e politiche diverse e in famiglia e delle difficoltà delle coppie. Il secondo giorno si è aperto con l’arte di amare di Chiara: amare tutti, amare sempre, amare per primi, amare il nemico, farsi uno con l’altro, che «significa far propri i loro pesi, i loro pensieri, condividere le loro sofferenze, le loro gioie».

I giovani avevano chiesto di parlare di identità di genere e orientamento sessuale. Con gli esperti intervenuti abbiamo pensato innanzi tutto di capire i termini, a partire dall’acronimo LGBT, perché per parlare di qualcosa, bisogna conoscerne il significato. C’era il desiderio di parlare di tutto, come si dovrebbe fare in famiglia, provando ad ascoltare con il cuore.

Nel pomeriggio il tema è stato articolato in parità di genere, alleanza uomo-donna, la

donna nella Chiesa. Come diceva l’ex presidente dei Focolari Maria Voce: «Il maschile e il femminile sono due modi umani di essere persona. Ad ognuno dei due non manca nulla per essere persona, sono due persone piene, ognuna contiene l’altra, ma sono diverse. Per questo effettivamente l’uomo contiene la donna in sé, ce l’ha dentro, e la donna contiene l’uomo. Due esseri diversi, ma pieni… Insieme fanno qualcosa in più. Sono generativi».

Il terzo giorno c’è stato l’incontro con Silvia e Ray del Centro internazionale del Movimento dei Focolari, il video del Papa che ricordava che nella Chiesa – e potremmo dire nel nostro Movimento – «c’è posto per tutti, tutti, tutti», e un ricco dialogo con i partecipanti.

La cosa più bella di questo congresso, per me, è stata la condivisione con gli amici di viaggio, con i quali – nonostante le diversità – abbiamo avviato un dialogo intenso e costruttivo, col desiderio di dare un contributo, speriamo fruttuoso, al Movimento.

Per gli approfondimenti degli argomenti trattati, vedere il Dossier Essere famiglia edito da Città Nuova ed altri articoli apparsi (e che appariranno) sulla rivista cartacea e sul sito web

ad esempio https://www.cittanuova.it/amore-orientamento-sessuale

https://www.cittanuova.it/amore-tra-sfida-opportunità

https://www.cittanuova.it/educazione-alla-genitorialità

https://www.cittanuova.it/al-cuor-non-si-comanda

https://www.cittanuova.it/relazioni-abusanti




Focolare Meeting Point: fare casa

A Roma, a pochi passi da piazza Venezia, da due anni opera un centro dei Focolari aperto a tutti

Di Aurelio Molè

Nel centro storico di Roma, a pochi passi dalla Colonna traiana, da piazza Venezia, dalla Torre delle milizie, c’è una piccola chiesa non visibile da via Nazionale. Un luogo non di passaggio. Ci si accede da un piccolo slargo che si apre lungo la stretta via del Carmine.  Al civico 4 si erge la chiesa di Santa Maria del Carmine. Nel 1605 tutto ebbe inizio con la consacrazione della terra e l’inizio dei lavori, nel 1624 a spese del cardinale Odoardo Farnese, in un luogo dove si trovavano dei fienili. La gestazione fu lunga e lenta fino alla facciata in travertino del 1750. Incendi, saccheggi, lavori di restauro, anche le opere d’arte sono attraversate da prove e sofferenze, si sono susseguiti fino a pochi anni fa. Nel corso del restauro dell’affresco della Madonna del Carmine ne venne alla luce un altro, ottocentesco, raffigurante la Madonna del Carmine con il Bambino ed Angeli. La Madonna ha gli occhi socchiusi, sembra osservare chiunque da qualsiasi angolazione, come una madre che attende, accoglie, ospita. La chiesa, dal maggio del 2022, è diventata il Focolare Point, un punto di accoglienza per tutti, dalle più alte personalità religiose e civili a comuni cittadini e semplici studenti. La mission è “fare casa” a tutti quelli che vi passano sia per caso, sia per attività le più varie.

All’inaugurazione del centro “Santa Maria del Carmine Focolare Meeting Point”, il cardinale Angelo De Donatis, già vicario generale per la diocesi di Roma, disse che: «Vorremmo che chiunque si trovi a passare da qui trovi sempre una casa dove incontrarsi e fare famiglia» e «trovi la testimonianza viva del carisma dell’unità che la anima e possa accoglierlo come propulsore di fraternità». E Margaret Karram, presidente dei Focolari, aggiunse che nel Centro vede «la possibilità di offrire un percorso di formazione alla cultura dell’unità e al dialogo per lo sviluppo della fraternità dei popoli.

La caratteristica del Focolare Point è che opera in modo trasversale, accogliendo chiunque passi: visitatori occasionali, gruppi interessati, personalità di ogni sfera, religiosa, politica, laica, sociale e studenti universitari, seminaristi, giovani sacerdoti, religiose, religiosi di varie nazioni, a Roma per motivi di studio.

Giovanna Perucca, una focolarina che per 30 anni ha vissuto tra Algeria, Egitto e Tunisia, sin dall’inizio è in prima linea, con un gruppo di volontari, al Focolare Point nell’accoglienza «dove ognuno – ci spiega – trova la loro casa, un luogo caldo, ospitale, con una taverna, una sala per conferenze, dei salottini e la chiesa che si presta per concerti ed eventi». In effetti si respira un’aria semplice di famiglia, si può passare anche solo per prendere un caffè, scambiare due parole, iniziare una conoscenza. «Cerco di accogliere tutti, anche offrendo un pranzo, una pasta asciutta e un contorno, per far sentire le persone a loro agio. Non pensavo di riuscire, invece, mettendosi nell’amore e accogliendo tutti senza distinzione, passano tante persone, sia chi è di passaggio a Roma, sia chi ha avuto il nostro indirizzo, sia persone del quartiere».

A due anni dall’apertura, le attività si sono molto moltiplicate e differenziate: un Festival della spiritualità promosso da Edizioni Città Nuova e dalla comunità romana dei Focolari dal titolo Riannodare le relazioni, con la presentazione di libri e la partecipazione degli autori; concerti di musica classica del pianista Paolo Vergari o da lui organizzati; uno spazio di riflessione sui carismi con Luigino Bruni; un ciclo per conoscere i grandi artisti della storia dell’arte con Mario Dal Bello; la storia di Valter di Cera, un ex brigatista rosso e il suo incontro con Graziella De Luca, una delle prime focolarine. E poi è diventato un luogo di incontri, ogni mese un gruppo di sacerdoti e laici che appartiene ad un’associazione mariana si riunisce al Focolare Point per pregare; Carlo Cefaloni con Pax Christi e altre associazioni ha organizzato vari incontri sulla pace, sul disarmo e in vista delle prossime elezioni europee; non è mancata la presenza di gruppi di altre religioni, incontri di dialogo interreligioso, ecumenico; persino un gruppo della Finlandia; non sono mancate riunioni della Confraternita della Chiesa del Carmine e di gruppi di religiosi.

Una menzione a parte sono gli appuntamenti del giovedì in taverna con i giovani. Si tratta in gran parte di studenti fuori sede che sono a Roma per motivi di studio. Ognuno porta qualcosa da mangiare. Si cucina insieme e a cena si parla degli argomenti che ognuno propone: la situazione in Siria, in Libano, l’argomento della propria tesi, i loro sogni, temi religiosi e non.

Il nome giovedì deriva dalla contrazione della frase “giovani e dialogo”, i due ingredienti della serata. «C’è un giro variabile di giovani, un giovedì erano presenti di 15 diversi Paesi – spiega Agostino Spolti, uno dei promotori – che non sono solo legati ai Focolari, ma alle varie amicizie. È uno spazio dove i giovani non devono chiedere il permesso per portare i loro amici e invitare chi vogliono. È un’esperienza di accoglienza, di far casa, di ascolto, di creare un clima di famiglia, tra culture, generazioni e vocazioni diverse». Invitano anche degli ospiti a parlare, ma non sono delle conferenze, ma degli spazi di dialogo.

Un’altra caratteristica del Focolare Point è che all’interno vive una comunità di sacerdoti legati ai Focolari pienamente inseriti nell’accoglienza e nelle varie attività. I quattro sacerdoti sono tutti studenti delle varie università pontificie presenti a Roma e provengono da Germania, Congo e due dal Brasile, tra cui Christian Da Silva, che sarà ordinato sacerdote il prossimo 24 giugno. La loro mission, oltre la celebrazione della Messa quotidiana, è quella, come tutti, di fare casa. «Fa piacere incontrare dei sacerdoti giovani – chiosa Christian Da Silva – in particolare con gli studenti perché fanno una vita di studio, a volte di solitudine, e qui trovano dei momenti di comunione. Con 30 di loro abbiamo conosciuto Loppiano, la cittadella dei Focolari vicino Firenze. La nostra è una esperienza di servizio alla chiesa di Roma e passano anche suore, giovani studenti delle università pontificie, laici di passaggio. Non sono grandi numeri ma sono rapporti di qualità»

Si punta insomma su rapporti interpersonali e una comunità ospitale, inclusiva, dialogante. E, come diceva Jesús Morán, co-presidente dei Focolari in suo intervento del 2023 sulla missione, «Gesù in mezzo a noi rende ospitali le nostre comunità di vita, perché è Lui che apre uno spazio personale, umano-divino, dove ognuno può trovare posto e casa».

Tra i prossimi appuntamenti del Focolare Point ricordiamo dei seminari per approfondire la storia di Chiara Lubich, don Foresi e Igino Giordani e una veglia di preghiera per il prossimo Giubileo.

Inaugurazione Focolare Meeting Point – 7 maggio 2022




Aprile 2024: Congressi gen3 Italia Albania

SOGNA RAGAZZO SOGNA

Metti insieme quasi 600 ragazzi e adolescenti dai 9 ai 18 anni di tutte le regioni italiane con una dirompente voglia di vivere; circa centocinquanta adulti appassionati e creativi, che provano a lavorare per mesi in rete, e un tema intrigante come l’essere oggetto di una precisa scelta, di Qualcuno che ti dice: “Dai, adesso – se vuoi – vieni con me …” Una miscela di vitalità e gioia, un programma, anzi due, avvincente e vario con attività interattive, giochi collaborativi, musica, sport. Ma anche approfondimenti preparati con i ragazzi stessi e momenti sacri, nel cuore della Settimana Santa.

È questo il “Congresso gen3” per l’Italia che ha visto a Castel Gandolfo dal 27 al 31 marzo una inaspettata partecipazione, tanto che ha costretto gli organizzatori a rivedere al rialzo il primo numero previsto. C’è voglia di esserci, di stare insieme.

Due congressi, in realtà, in cui i ragazzi si sono distinti per fasce d’età: gli JUNIOR (9-13 anni) e i SENIOR (14-18). Ogni giorno una parola, leit motiv delle ore da vivere: Spalancare, Rispondere, Scegliere: non poco! Altrettanti atteggiamenti, davanti alla chiamata di Gesù che invita prima di tutto a superare l’indifferenza. Ma a quell’età, il cuore va subito oltre!

Gli Junior, con l’aiuto di un… mago, sono entrati con la semplicità e la gioiosità tipica della loro età a capire che… c’è un “libretto di istruzioni” che in ogni circostanza e situazione ti può far da guida a realizzare per davvero, senza cadere in inganni, il tuo sogno: è il Vangelo! Per i Senior l’aiuto di esperti, un percorso alla scoperta di sé stessi. Per tutti tante proposte come il grande gioco/esperienza FAME ZERO ispirato all’Agenda 2030, dialoghi in piccoli gruppi, un Talent Show e l’attesissimo concerto degli As One hanno mostrato la grinta e le potenzialità di queste giovani generazioni che ci credono: “Ogni istante della vita è una scelta, una strada in salita… Ci vuole coraggio!” cantano infatti nell’ultimo brano da loro stessi composto in parole e musica.

Un coraggio che è diventato adesione personale, quando in cappella, a partire dal giovedì sera, ragazzi e adolescenti hanno sfilato in gruppetti o singolarmente per apporre liberamente la loro firma su un grande tabellone messo in modo significativo sotto la croce: “Amarci come lui ci ha amato… CI STAI?”

Le lunghe ore dei viaggi di ritorno hanno solo momentaneamente placato i nostri, mentre da un punto all’altro dell’Italia rimbalzavano sulle chat espressioni di gioia e di impegno, la voglia di rimanere in contatto: ci stiamo tutti… qui, in Calabria, in Piemonte, in Veneto, in Sicilia… ovunque!

“Sogna ragazzo, sogna, quando sale il vento nelle vie del cuore…”

Anche Vecchioni sembra avesse colto nel segno…

INTERVISTA AD ANDREINA – ASSISTENTE ACCOMPAGNATRICE

  • Andreina, che effetto ti ha fatto arrivare al Congresso dopo aver collaborato alla preparazione’?

L’aria era effervescente: “gen3 & soda” direi … Anche noi accompagnatori eravamo trascinati dal gusto di vivere con i ragazzi e di aver lavorato con loro e per loro cercando di intuire le loro istanze e le sfide che vivono … Confesso che, arrivata al Centro Mariapoli,  ho sentito un tuffo al cuore … Con gli animatori, avevamo lavorato tanto, in tanti, dai mille angoli della penisola, perlopiù in videochiamate, ed ora c’eravamo sul serio. Sentivamo tutti che c’era stato un intenso percorso comune.

  • Spiegati meglio:che cosa vi accomunava così strettamente?

Abbiamo imparato la fiducia. Fiducia nel futuro, nella possibilità di poter ancora dire/fare qualcosa di significativo, fiducia nei nostri ragazzi e adolescenti e nella loro chiamata al carisma dell’’unità, fiducia tra noi, gli uni degli altri. E poi abbiamo riscoperto la passione. Quella che si nutre di reciprocità, del modo in cui si guarda alla vita. Quella che ci fa credere in ciò che si decide liberamente e gioiosamente di fare. Come, nel nostro caso, occuparsi del Congresso e/o regolarmente dei ragazzi.

  • Quello che descrivi è un bellissimo ‘paesaggio’ da guardare ma qual è l’esperienza che ci sta sotto?

La cosa più significativa è stata aver fatto esperienza di corresponsabilità orizzontale insieme al TeamGen3 Italia.  Infatti  tra noi non è emersa una struttura o qualche personalità più decisionale o dominante ma, a tutti i livelli,  una rete che è stata determinante per superare le difficoltà.

Infatti non avevamo esperienza di eventi per grandi numeri, non ci conoscevamo, non potevamo vederci di persona. Questa complessità avrebbe potuto far saltare tutto … o quantomeno complicarlo ma  … non è accaduto. La linea del programma – definita insieme all’inizio – è rimasta coerente ed anzi si è arricchita notevolmente di spunti inediti, attuali e creativi … Gli ‘ingranaggi’ nonostante gli incidenti di percorso … hanno funzionato!

Credo proprio che questa bella rete sia stata intreccciata da ‘Qualcuno’ che si è ‘immerso’nella rete con noi…!!

  • Se non sbaglio, avete puntato molto sui ‘testimoni’ su storie ‘vere’ da raccontare… ci dici qualcosa della Living Library ?

Sì, è stata una modalità di testimonianza: una ventina di living books: di persone-storia ” che hanno accettato con curiosità e gratitudine la proposta ed hanno sviluppato i loro ‘capitoli’ con originalità e convinzione. Hanno delineato possibili risposte del carisma dell’unità negli ambiti della politica, dell’ecologia, dello sport, nel sociale. Hanno incontrato i ragazzi in piccoli gruppi in modo da poter dialogare: uno scenografo, un frate, un medico, una giovane coppia con bimbi piccoli, una vocal coach, un imprenditore che si spende per migranti e rifugiati, l’iniziatore di un progetto mondiale per la Pace, un testimone dei primi passi del Movimento gen … e tanti altri … tutta gente che è ciò che è in questo momento, perché da ragazzi hanno iniziato –proprio come i gen3 di oggi – con in cuore in grande sogno, l’amicizia solida e sincera con altri e una chiamata, condivisa ma personalissima che ha riempito di senso e di valori le loro vite.

Personalmente, conoscere e dialogare con queste persone ha fatto nascere in me  un pensiero: Il nostro Movimento – da alcuni punti di vista – può anche attraversare un momento difficile riguardo a governance, struttura, rapporti, priorità …. ma credo che persone come queste abbiano il potere di salvare tutti noi: un dono, un vero dono!

E chissà da cosa nasce cosa… è emerso il desiderio di sviluppare l’esperienza con i ragazzi magari attraverso la creazione di un talent multi artistico e musicale o un Supercongresso in nuova formula o  un evento all’interno del progetto ‘Villaggio per la terra’ della città di Roma e…chissà …

  • Andreina, qualcosa per finire…

Non posso che ringraziare tutti … Credo sia stata un’esperienza generativa di altre: ha corroborato di nuova fiducia e passione la nostra vita anche come assistenti, ha innescato relazioni che ci fanno camminare verso il futuro con una nuova luce negli occhi, con nuovo coraggio e vitalità. Un assistente ricordava l’ormai famoso proverbio africano: “Per educare un bambino ci vuole un villaggio …” Ecco, forse abbiamo fatto esperienza di un “villaggio dell’unità” … un grande villaggio!

Andreina e Umberta




Si può fare di più

La comunità dei Focolari di Roma in aiuto di una famiglia afgana

di Aurelio Molè

15 agosto 2021: una data che non si dimentica. L’Afganistan è di nuovo nelle mani dei Talebani. L’aeroporto di Kabul diventa l’unica via di fuga dal Paese. Migliaia di civili si accalcano per partire. Una folla impressionante. Tra loro la famiglia afgana Khrosh che, tramite la mediazione della Nunziatura vaticana, può imbarcarsi alla volta di Kiev con il corpo diplomatico ucraino. Gli accordi prevedono che, una volta atterrati nel Vecchio Continente, i profughi afgani saranno distribuiti in vari Paesi europei. Ma c’è un intoppo per la famiglia Khrosh: mancano dei documenti per Mehin, 4 anni, la figlia di Zabi, un medico, e Aqela, un’ostetrica, e non può partire. Aqela è incinta all’ottavo mese, estrae alcuni indumenti per il marito che parte da solo, con una busta di plastica e pochi vestiti. «Ci rivedremo!» – è la promessa e il commiato di Aqela.

Nel febbraio del 2022 la comunità di Roma dei Focolari organizza una apericena per conoscere e far conoscere tra di loro i vari afgani presenti nella capitale. Nell’occasione incontrano Zabi e decidono di aiutarlo. Vive in un centro di accoglienza, non ha lavoro, la famiglia è scappata in Iran ed è nata una seconda figlia, Barin. Ma come fare?

Tiziano Binaghi, uno dei volontari, pronuncia uno stentato «proviamo!», anche se è forte il senso di inadeguatezza per la mancanza delle competenze necessarie. Con l’aiuto di alcune docenti della facoltà di Lingue e scienze orientali dell’università La Sapienza raccolgono fondi per coprire le spese dei visti e dei biglietti aerei per il ricongiungimento che avviene nel settembre del 2022. «Ricordo ancora – racconta Tiziano – la forte emozione di Mehin che correva sul molo di Fiumicino per guardare per la prima volta il mare che non aveva mai visto». Nel frattempo, poco prima, a giugno, era avvenuto il primo miracolo: Zabi trova lavoro, non come medico, ma per una ditta che lavora alla sterilizzazione dei ferri chirurgici per il Policlinico Umberto I di Roma. Dapprima, dopo l’insistenza di Tiziano, in prova per una settimana, poi per periodi più lunghi, ma sempre a tempo determinato.

Ora il lavoro c’è, poco e precario, ma manca una casa dove accoglierli. A Tiziano e a sua moglie Paola viene in mente la casa disabitata a Casperia (RI) dei genitori di lei, ormai in Cielo. È l’unica soluzione concreta e non funziona. Per Zabi diventa un’impresa impossibile raggiungere il lavoro. La stazione di treno più vicina è a Poggio Mirteto e, a turno, persone dei Focolari, parenti e amici, devono recarsi a Casperia e portare Zabi alla stazione. Un trasferimento a Poggio Mirteto, ospiti a casa di una loro cugina, dovrebbe ridurre il tempo di percorrenza per il lavoro, ma non di molto. Anche questa soluzione è temporanea. A Paola viene un’idea. A Roma è impossibile comprare una casa, con i loro risparmi, aggiungendo quelli di sua sorella e della sorella di Tiziano acquistano un piccolo appartamento a Monterotondo. Dal giugno 2023 la famiglia Khrosh abita lì.

Altro scoglio il permesso di soggiorno. L’ associazione “Una città non basta” lo indirizza, ma Tiziano è incerto sul da farsi quando accompagna Zabi all’Ufficio Immigrazione e non sa a che santo appellarsi. Gli viene, però, in mente il santo del giorno, san Francesco: è il 4 ottobre. «Ho pregato san Francesco – racconta Tiziano con la sua carica di simpatia – anche se ho pensato che cosa c’entra? Poi, però, mi è venuto in mente che è il patrono degli italiani. San Francesco pensaci tu, io non so che fare. Al cancello ho avuto l’impressione di un miracolo». All’ingresso incontra Simone. «Lo conosco perché i suoi genitori e quelli di sua moglie sono di Casperia e d’estate danno una mano per la festa della Madonna della Neve, ma non sapevo fosse un poliziotto. Mi è sembrato di vedere un angelo: si è messo a disposizione, ha cercato il mediatore culturale e ci ha aiutato in tutti i modi per completare l’iter della richiesta». Ad agosto del 2023 hanno ottenuto il permesso di soggiorno.

La provvidenza si manifesta in molti modi. Un giorno Tiziano passeggia, da solo, e una telefonata lo avverte che Zabi è stato assunto. Pensa sia il solito rinnovo del contratto, invece è assunto a tempo indeterminato. Non è semplice trattenere la commozione.

Da sin: Tiziano, Mehin, Zabi, Paola, Aqela e Barin

Il lavoro di accompagnamento continua e non è possibile enumerare i piccoli e grandi atti di generosità compiuti dalle persone più diverse che contribuiscono con vestiario, denaro, viveri, visite gratuite da parte di un ortopedico, un dentista, un pediatra.

«Con questa esperienza – chiosa Tiziano – ho scoperto tanti segni della provvidenza. Come se Dio mi dicesse: “Buttati, rischia!”. La mia impressione è che potremmo fare molto di più, per renderli autonomi e metterli nelle condizioni di portare il loro contributo alla società. Anche così costruiamo un pezzetto di mondo nuovo, in pace».

La speranza per il futuro è che Zabi possa avere riconosciuto in Italia il suo titolo di studio e così poter lavorare come medico, professione che esercitava già da vari anni.




Ho amici in Paradiso

Come un film può ricordare il vissuto di Simonetta Magari, focolarina, psichiatra e psicoterapeuta

di Aurelio Molè

È raro che un film ricordi un’amica, non perché narra la sua storia personale, ma perché in quell’ambiente ha vissuto, lo ha permeato con il suo essere, cercando di comunicare i suoi ideali. Rivedendo su Raiplay, la pellicola Ho amici in Paradiso (2016), non può tornare in mente la testimonianza di Simonetta Magari, focolarina, psichiatra, psicoterapeuta e già direttrice del Centro Don Guanella di Roma. La storia nasce dall’esperienza reale del regista Fabrizio Maria Cortese che ha avuto un amico in cura nel noto centro di riabilitazione. A contatto con l’energia, la freschezza, l’assenza di filtri di persone diversamente abili Fabrizio Maria Cortese ha maturato l’idea della trama, non teorica, ma partendo da due anni di laboratorio teatrale con otto di loro che sono diventati i protagonisti del film. Era la prima volta che accadeva: un gruppo intero di persone diversamente abili che interpreta la loro vita reale, seppur in una trama di fantasia.

La vicenda narra la vicenda di Fabrizio Castriota, un commercialista salentino, attratto dal lusso e dai facili guadagni derivanti dal riciclaggio dei soldi della malavita. Colto in flagranza di reato, viene inviato al Centro Don Guanella, in affido ai servizi sociali, dove superando prove, crisi, conflitti potrà diventare una persona migliore guidato da una ricchezza, una bellezza incontrata per la prima volta fatta di relazioni autentiche, amicizia, amore e la scoperta che essere “privi di simmetria” è ciò che ci rende unici e irripetibili.

Divagando un po’, si può dire che in fondo ogni storia è il cammino di crescita di un eroe, un monomito – direbbe Joseph Campbell, saggista e storico delle religioni statunitense. Da uno stadio iniziale si passa ad uno successivo tramite il superamento di svariate prove. Il protagonista di ogni storia parte da un Mondo Ordinario – direbbe lo sceneggiatore Chris Vogler – ed entra in un Mondo Straordinario dove deve risolvere dei conflitti, con se stesso, con gli altri, con la società – direbbe Robert McKee, sceneggiatore. Ogni storia parte in media res, deve affrontare un evento dinamico iniziale, scavallare dei punti di svolta, fino al climax, con la risoluzione finale e il raggiungimento o meno di un obiettivo drammaturgico conscio e inconscio.

È anche la storia di tutti noi. Nella vita ci accade un fatto, un evento, un imprevisto che dobbiamo fronteggiare potenziando le nostre risorse, attuando, dalla crisi, un processo di cambiamento per diventare uomini e donne migliori.

Usando le metafore della montagna del Metodo Multisetting per leggere un film si potrebbe dire che la “valle” corrisponde al nostro passato e alla definizione delle coordinate essenziali della nostra storia che corrisponde grossomodo al primo atto del film, set up, l’ambientazione – direbbe lo sceneggiatore Syd Field. Attraversare un “guado” vuol dire percorrere la crisi fino ad un “crinale”, il momento delle ridecisioni, che accade nel punto di svolta alla fine del secondo atto di un film definito confrontation, il confronto. E si prosegue fino alla “vetta”, l’apice della storia dove realizziamo il nostro obiettivo nel terzo e ultimo atto di un film, chiamato resolution, la risoluzione.

Sarebbe interessante leggere il film Ho amici in Paradiso, secondo la struttura della sceneggiatura, secondo il monomito, secondo il viaggio dell’eroe, secondo il cammino di consapevolezza umana e di crescita psicologica del Metodo Multisetting, ma si può guardare il film partendo dal cuore, dai sentimenti, dalle emozioni che genera. Sarà la porta di accesso per entrare nel processo di cambiamento vissuto dal protagonista.

Quando è stato girato il film, la psichiatra Simonetta Magari, in una intervista a Città Nuova ha dichiarato: «Normalmente si affronta la disabilità in modo pietistico oppure sono attori che interpretano la disabilità, invece in questo caso sono i ragazzi che parlano di loro stessi e ne parlano per come sono. La disabilità intellettiva è un modo diverso di essere al mondo, non è una malattia o qualcosa da curare, ma semplicemente è un qualcosa da esprimere nella bellezza della diversità. Dal punto di vista riabilitativo, il film ci ha permesso di raccontare al grande pubblico quello che stiamo facendo da anni, allontanando lo stereotipo comune del disabile che non potrà mai fare nulla. Invece questi ragazzi possono fare molto e possono anche aiutarci. La trama del film è pensata proprio per mostrare quello che loro sono, cioè persone pronte, anche nella loro incoscienza, a voler bene a tal punto da rischiare tutto pur di salvare un amico».

Vedere il film è uno dei modi di ricordarla, per comprenderla in modo più profondo ed è stato uno dei modi di farlo durante il Congresso internazionale dal titolo Crossing the borders: psychological foundations of coexistence, organizzato da Psicologia e Comunione dei Focolari nel Centro Mariapoli di Castelgandolfo, realizzato in onore di Simonetta Magari, deceduta nell’ottobre 2021.

Tre attori diversamente abili protagonisti del film sono ora in Paradiso: con Simonetta Magari ne rideranno, ancora, a crepapelle.

Il link del film https://www.raiplay.it/video/2017/07/FILM-Ho-amici-in-paradiso-70021b84-b0e4-4dff-a32d-de8fd1526718.html




Presentazione del Bilancio di Comunione del Movimento dei Focolari

Il Movimento dei Focolari ha appena pubblicato il suo secondo bilancio di missione definito “Bilancio di Comunione”. Tema: Il dialogo.

Per leggere il Bilancio di Comunione in italiano clicca qui.

Leggi tutti gli articoli:

https://www.focolare.org/2024/02/22/bilancio-di-comunione-rendicontare-le-opere-per-far-circolare-il-bene/

https://www.focolare.org

https://www.cittanuova.it

https://www.agensir.it

https://www.vaticannews.va

https://www.famigliacristiana.it

RIVEDI LA DIRETTA:

SERVIZIO TG 2000




I bambini di Gaza in Italia: rinasce la speranza

Sono 88 le persone, bambini e adulti, giunte nel Belpaese per ricevere cure mediche essenziali

A cura di Aurelio Molè

Nell’immane tragedia della guerra nella striscia di Gaza si accende un piccolo lume di speranza e, come dice il proverbio: “È meglio accendere un fiammifero che imprecare contro il buio”. 88 persone, tra bambini e adulti, sono riusciti ad arrivare in Italia. Il primo gruppo è arrivato il 29 gennaio, il secondo il 5 febbraio. I bambini palestinesi di Gaza, feriti e bisognosi di cure, sono stati trasferiti negli ospedali Bambino Gesù di Roma, Gaslini di Genova, Meyer di Firenze, Rizzoli di Bologna, al Pediatrico Buzzi e all’Ortopedico Pini di Milano. Si è trattata di un’operazione complessa e difficile, l’Italia è l’unico Paese ad averla messa in atto, grazie all’intuizione e all’iniziativa di padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, che da 35 anni vive tra Gerusalemme e Betlemme. Di fronte ad un caffè nella sede della Custodia di Terra Santa a Roma ci racconta com’è andata.

Com’è la situazione dei bambini a Gaza?

Ogni giorno leggiamo notizie e siamo inondati di immagini della guerra a Gaza. Sono notizie e immagini devastanti. Direttamente dai bambini ho ascoltato i loro racconti sulle conseguenze della guerra. Tutti stanno male e soffrono a Gaza, ma i bambini sono le prime vittime innocenti. Manca tutto e dopo quattro mesi sta mancando anche la speranza. I bambini subiscono anche l’impossibilità di essere curati. Sono tanti i bambini ammalati e feriti e sono troppi i bambini che hanno perso la vita.

Come nasce l’iniziativa e come è stato possibile portare dei bambini di Gaza in Italia?

Sono stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco il 23 novembre scorso e informai Sua Santità della situazione in Terra Santa, ricevendo da lui parole di sostegno e di incoraggiamento. Subito dopo andai a salutare i miei amici medici dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e vedendo la cura e l’affetto con cui seguivano i piccoli pazienti pensai di chiedere la possibilità di fare curare in Italia i bambini della Terra Santa. Scrissi al presidente Tiziano Onesti e la sua risposta fu accogliente e positiva. È stata poi una gara di solidarietà a cui ha partecipato l’Italia intera con il coinvolgimento importante del Governo Italiano e di tante altre istituzioni.

Come è riuscito a mettere d’accordo i vari interlocutori sulla bontà dell’operazione umanitaria?

Abbiamo parlato con tutti, israeliani, palestinesi, egiziani, italiani. I bambini erano al centro e la loro salvezza era l’obiettivo. In alcuni momenti ho temuto che non si potesse realizzare questo miracolo, in altri si raggiungevano gli accordi fra tutte le parti, ma si ponevano dei limiti e bisognava rivedere le liste. A volte i nomi di alcuni bambini presenti nelle liste venivano sostituiti da altri perché nel frattempo erano deceduti o non avevano un accompagnatore perché diventati orfani. Una tragedia nella tragedia.

Da sinistra: Tiziano Onesti, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Issa Kassissieh ambasciatore di Palestina presso la Santa Sede; Padre Ibrahim Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa.

Quali sono le loro storie dei bambini portati in Italia?

Sono storie terribili, tristi e impensabili. I bambini mi hanno raccontato le loro sofferenze, la mancanza di beni essenziali, il distacco dall’affetto dei propri cari per fuggire dalla guerra e arrivare in Egitto per essere poi portati in Italia. Nonostante tanto dolore, sono contenti di essere in Italia. Si sentono al sicuro, curati, amati, protetti. Chiedono solo di poter riabbracciare presto i loro familiari. Ho fatto loro questa promessa: spero che Dio mi conceda la possibilità di aiutarli nel realizzare questo desiderio.

Come sono arrivati in Italia e dove sono stati portati in Italia?

Undici bambini con tredici accompagnatori sono arrivati a Roma il 29 gennaio con un ponte aereo dell’Aeronautica militare italiana e sono stati poi portati al Bambino Gesù a Roma, al Meyer di Firenze e al Gaslini di Genova. Altri diciotto bambini accompagnati e altri adulti erano a bordo della nave ospedale Vulcano che è arrivata il 5 febbraio nel porto di La Spezia. I bambini hanno poi raggiunto gli ospedali pediatrici citati e il Rizzoli di Bologna. La macchina degli aiuti è complessa, ma l’Italia è sempre in prima linea per affrontare le emergenze con competenza e con disponibilità.

Che cosa si può fare per loro?

Bisogna pregare Gesù Bambino che guarisca le ferite visibili e invisibili di questi bambini. Rimarranno in Italia fino a quando le condizioni del loro ritorno a Gaza lo consentiranno. Dopo le cure saranno accolti dalle comunità di Sant’Egidio e da altre istituzioni. Penso che avranno bisogno di tante cose, ma soprattutto avranno bisogno dell’affetto degli italiani. Sono sicuro che non mancherà perché conosco il cuore dell’Italia.

Ci sono altre città in Italia pronte ad accogliere i bambini di Gaza?

Ho ricevuto richieste di accoglienza dei bambini della Terra Santa da ogni parte d’Italia. Regioni, Ospedali, Istituzioni mi hanno chiesto di curare e di accogliere. É una gara di solidarietà che mi commuove. Non avevo dubbi che sarebbe successo. Ritorna la speranza. Che Dio benedica il popolo italiano!

Vedi anche l’esperienza di accoglienza di una famiglia afgana a Roma: https://www.focolaritalia.it/2024/02/27/si-puo-fare-di-piu/




Città Nuova cambia veste… e non solo

La grafica, le firme, la APP: la rivista accompagna i suoi lettori in un mondo che cambia

Diciamo che la camicia ormai ci andava un po’ stretta. Per Città Nuova, mensile di opinione del Movimento dei Focolari, c’era bisogno di una nuova visibilità, leggibilità e completezza di proposta.

I più giovani chiedevano un modo di fruizione dei contenuti più al passo coi tempi, i meno giovani caratteri più leggibili (con o senza occhiali) e una grafica più sobria, i palati più esigenti aspettavano una proposta editoriale più completa e capace di riflettere la varietà di sensibilità esistente nella società di oggi, pur senza perdere il filo unitario di una precisa visione del mondo.

Dunque il processo di adeguamento della rivista al cambiamento tumultuoso della società, portato avanti dai due precedenti direttori, Michele Zanzucchi e Aurora Nicosia, fa un ulteriore passo avanti, in un contesto in continuo cambiamento.

Lo fa in varie direzioni: una grafica nuova di zecca, una riorganizzazione della scansione delle sezioni della rivista, un arricchimento dei contenuti offerti ai lettori con altre firme che entrano (o rientrano) a far parte del team di Città Nuova, una APP per sfogliare ed ascoltare la rivista sul cellulare (e sul sito).

Grafica e scansione della rivista

Dal numero di febbraio 2024, abbiamo riorganizzato le sezioni, per rendere più chiari e riconoscibili i contenuti: Italia, Mondo, Persona e così via. In particolare, abbiamo valorizzato le storie, ma anche i temi ambientali, dando risalto alle reti e ai progetti che nei territori fanno crescere le nostre comunità.

La nuova grafica, sobria ed elegante, ha dato il suo contributo migliorando la leggibilità, allo stesso tempo rafforzando l’identità della rivista con la copertina, le immagini e le illustrazioni, dando anche più spazio ai contenuti.

Contenuti

Per quanto riguarda gli autori, negli ultimi mesi hanno arricchito la rivista, solo per citare alcune firme, Luigino Bruni, Tommaso Bertolaso, Fernando Muraca, Patrizia Bertoncello, Leonardo Becchetti, Antonio Maria Baggio, Ana Cristina Montoya. Le inchieste su temi caldi hanno di solito coinvolto più sezioni della rivista, completando la riflessione sul tema in oggetto con esperienze ed interviste correlate.

Un altro aspetto da sottolineare è la forte attenzione a quello che vivono le comunità (del Movimento e non solo) nei territori. Questo è un aspetto da sviluppare ulteriormente, con l’obiettivo di valorizzarle, incoraggiarle, metterle in rete e diffondere al largo quello che fanno. Perché Città Nuova vuole essere la loro voce.

APP Città Nuova edicola

Uno dei problemi per la diffusione della rivista è sempre stata la necessità di parlarne, avendo però a disposizione solo una copia cartacea da offrire. Chi era interessato doveva “fidarsi” e fare un abbonamento quasi al buio.

Un altro aspetto da considerare è il fatto che i giovani sono ormai abituati ad una fruizione dei contenuti editoriali tramite il cellulare e i podcast.

Da febbraio 2024, la possibilità di sfogliare, leggere e ascoltare la rivista utilizzando una APP facilmente scaricabile, sia in ambiente Apple che Android, è quindi una vera svolta nel nostro modo di comunicare. Tra l’altro, molti articoli sono letti dagli stessi autori, che è tutto un altro modo di ascoltare!

In questo modo Città Nuova è sempre con noi, a casa ma anche in mobilità. Ovunque e sempre.

Impatto

Abbiamo cercato di rendere la rivista al passo con i tempi e con i gusti dei lettori, in un processo continuo di rinnovamento reso possibile dall’attenzione e dall’affetto col quale molti ci seguono. Perché, alla fine, in redazione possiamo farci venire tutte le idee possibili, ma quello che conta è se la rivista piace e i suoi contenuti soddisfano i lettori.

Quando penso a Città Nuova infatti mi chiedo: i lettori e le lettrici che oggi leggeranno la rivista, alla fine della lettura saranno più contenti e incoraggiati o più tristi di quando l’hanno cominciata? Passano i secoli, cambiano i gusti, si passa dalla tavoletta al papiro alla stampa al tablet, ma quello che conta è sempre il piacere di leggere e ascoltare. Città Nuovavuole accompagnare i suoi lettori.

E ora?

Non finisce qui. Ci siamo dati altri obiettivi per i prossimi mesi, ma ne parleremo solo quando avremo qualcosa di concreto da mostrarvi. Restate in contatto

Giulio Meazzini

Fonte: https://www.cittanuova.it

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Centro Sociale Chiara Luce, quando cuore e arte costruiscono il bene

Solidarietà può far rima in modo accattivante e denso con una serata d’arte, tra professionisti navigati e musicisti in miniatura, suore che cantano e danzano al ritmo cadenzato dal dj e testimonianze che danno a ogni performance il sapore della prossimità.

L’idea degli organizzatori si basava su un pensiero chiaro, “fare del mondo una famiglia”, e un pezzo di famiglia internazionale è quello che si è ritrovato il 2 dicembre nell’Aula Magna della Università Pontificia Auxilium di Roma, retta dalle religiose salesiane, per un pomeriggio musicale e l’obiettivo di raccogliere fondi per il progetto di AFN Onlus che sostiene il Centro Sociale Chiara Luce, a Kirama, in Burundi. Un luogo in cui 174 bambini con le loro famiglie ricevono istruzione, alfabetizzazione, nutrizione, cure igieniche e della salute, ovvero carezze che sanno di buono e di futuro per una popolazione che porta sulla pelle i segni di un passato di guerra e crisi terribili.

L’iniziativa è partita dalle Famiglie Giovani del Movimento dei Focolari di Roma, decise a mettere in campo un’azione solidale in vista del Natale, e la risposta è stata da grandi numeri, con 250 persone in sala oltre a quelle collegate in streaming da varie parti d’Italia, dalla Francia e perfino dall’Azerbaigian.

Una coppia, Eugenia e Giuseppe, con la piccola Agnese di 2 anni, ha illustrato le finalità del progetto in Burundi e le diverse modalità di sostegno finanziario. A loro si è sostituita una seconda coppia di presentatori, coppia anche nella vita, un vero manifesto di “mondialità” ben armonizzata, tra la misura di Jean Paul, libanese, e il brio di Melissa, colombiana, che hanno introdotto via via le esibizioni in programma.

A suscitare la prima ovazione sono stati Giacomo Fiorelli, 6 anni, con il suo piccolo violino suonato con allegra grazia, assieme alla sorellina Elisabetta Fiorelli di 4 anni, lei seduta a stringere una minuscola arpa celtica a imitazione della mamma, Claudia Dominici, che dopo aver suonato con figli ha regalato al pubblico un assolo di arpa moderna.

Tra una breve esecuzione e l’altra, sullo schermo alle loro spalle i disegni ispirati al Natale e alla pace realizzati da bimbi del quartiere e delle famiglie presenti. Sul palco anche il piano del maestro Paolo Vergari, passato dai ritmi delle filastrocche in musica dei primi due piccoli musicisti a un’aria classica e poi a un pezzo pop cantati dal soprano Cristina De Carolis. Un breve intermezzo video ha aperto una finestra sulla vita del Centro Chiara Luce in Burundi, con interviste ai responsabili, che hanno raccontato con schiettezza la sfida che comporta la cura quotidiana dei loro ospiti.

Musica e spettacolo sono ritornati con l’ensemble di artisti del gruppo ARTETECA e la loro miscellanea di vari generi, dal monologo di Luca Martella, tratto da un pezzo di Giorgio Gaber, alla comicità ritmata dalla chitarra del cantautore Claudio Cirillo, con l’accompagnamento del pianista Luca Miller, fino alla voce Gabriella Marino, che ha svariato tra brani di vario tipo con i suoi registri intensi.

L’alternanza tra spettacolo e testimonianza ha di nuovo portato sulla ribalta Ruth, una consacrata del Movimento dei Focolari, vissuta per 16 anni in Burundi, che ha assistito alla nascita del progetto, e più avanti una famiglia di origine burundese – Emime Ndihokubwayo con il marito Jean- Claude Bidogeza – ora in posti di responsabilità presso l’IFAD, il Fondo internazionale per lo sviluppo dell’agricoltura. Da loro la conferma che è l’istruzione l’arma che può sconfiggere guerre e criminalità e, viceversa, favorire sviluppo economico e formazione alla pace e alla fratellanza universale.

Le ultime note che hanno accompagnato in dissolvenza la conclusione della serata sono state quelle del dj egiziano Bishoy Lito, che hanno scatenato il ballo di tanti bambini in sala e pure quello insospettabile delle suore salesiane, che hanno fatto festa in galleria suscitando il sorriso di tutti. Sorriso che non vuole spegnersi, perché è di questo tipo di entusiasmo che si nutre quella solidarietà che ha l’ambizione, silenziosa ma potente, di fare del mondo una famiglia unita.

A conclusione della serata, un buffet frutto della generosità e della condivisione delle famiglie, con l’attenzione anche alle intolleranze per un amore concreto e personale, è stata l’occasione per un gioioso momento conviviale di conoscenza con gli artisti e tra tutti i partecipanti al concerto.

di Alessandro De Carolis
giornalista vaticanista

È sempre ancora possibile donare il proprio contributo
Bonifico intestato a: Azione per famiglie Nuove onlus
Causale: Progetto Burundi
Codice IBAN: IT92J0501803200000016978561
BIC/SWIFT: ETICIT22XXX




A Roma la conferenza stampa delle associazioni cattoliche e dei movimenti non violenti

RASSEGNA STAMPA:

https://www.acli.it/2-giugno-per-una-repubblica-libera-dalla-guerra-e-dalle-armi-nucleari/

https://www.cittanuova.it/guerra-armi-nucleari-proposta-nel-segno-don-milani/

https://www.agensir.it/italia/2023/06/01/societa-cefaloni-focolari-associazioni-e-movimenti-insieme-per-scongiurare-il-buio-della-mezzanotte-nucleare/

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/appello-di-32-associazioni-l-italia-aderisca-al-bando-delle-armi-atomiche

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2023-06/pace-nucleare-conferenza-associazioni-cattoliche-camera.html

Sala stampa della Camera dei deputati,  giovedì 1 giugno 2023, ore 12 

Alla vigilia della Festa della Repubblica come associazioni e organizzazioni del mondo cattolico e dei movimenti ecumenici e non violenti su base spirituale torniamo a chiedere, con questa conferenza stampa una repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari e a rilanciare il nostro contributo di riflessione al dibattito e al confronto in corso sul drammatico problema della guerra e sulla necessità di avviare concreti percorsi di pace

“Dal 24 febbraio 2022 la Russia di Putin con l’invasione dell’Ucraina ha portato la guerra nel cuore dell’Europa. Una guerra che comporta in prevalenza vittime civili, tra cui in maggioranza donne, bambini e anziani, a causa di bombardamenti su abitazioni, scuole, ospedali, centri culturali, chiese, convogli umanitari. Questa guerra si pone accanto alle tante altre sparse per il mondo, per lo più guerre dimenticate perché lontane da noi. Da quando è apparso sulla terra l’uomo ha cominciato a combattere contro i propri simili: Caino ha ucciso Abele. E poi tutta una sequela di guerre: di conquista e di indipendenza, guerre rivoluzionarie e guerre controrivoluzionarie, guerre sante e guerre di religione, guerre difensive e guerre offensive, crociate…fino alle due guerre mondiali. Con la creazione delle Nazioni Unite si pensava che la guerra fosse ormai un’opzione non più prevista, una metodologia barbara, dunque superata, per la soluzione dei conflitti. E invece no. Eccoci ancora con il dramma della guerra vicino a noi. Don Primo Mazzolari, dopo l’esperienza drammatica di due guerre mondiali, era giunto alla conclusione, in “Tu non uccidere”, che la guerra è sempre un fratricidio, un oltraggio a Dio e all’uomo, e di conseguenza, tutte le guerre, anche quelle rivoluzionarie, difensive ecc., sono da rifiutare senza mezzi termini. È quanto aveva scritto ai governanti dei Paesi belligeranti anche Papa Benedetto XV nel pieno della prima guerra mondiale, indicandola come “una follia, un’inutile strage”. E come non ricordare Paolo VI all’Onu nel 1965 con il suo grido rivolto ai potenti del mondo: “Mai più la guerra, mai più la guerra, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con le armi in pugno”? Un grido, questo, ripetuto da Giovanni Paolo II nel tentativo di scongiurare la guerra in Iraq e l’invasione del Kuwait e da Benedetto XVI ad Assisi accanto ai leader religiosi mondiali.

Ora, di fronte al drammatico conflitto in corso in Ucraina, è Papa Francesco a ricordarci costantemente che la guerra è “una follia, un orrore, un sacrilegio, una logica perversa”: “Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate il fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni” (Angelus di domenica 3 ottobre 2022). Come realtà del mondo cattolico italiano e dei movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, vogliamo unire la nostra voce a quella di Papa Francesco per chiedere un impegno più determinato nella ricerca della pace. Affidarsi esclusivamente alla logica delle armi rappresenta il fallimento della politica. Il nostro Paese deve da protagonista far valere le ragioni della pace in sede di Unione Europea, di Nazioni Unite e in sede Nato. Il dialogo, il confronto, la diplomazia sono le strade da percorrere con determinazione. 

Servono urgentemente concrete scelte e forti gesti di pace. Di fronte all’evocazione del possibile utilizzo di ordigni atomici, e dunque di fronte al terribile rischio dello scatenarsi di un conflitto mondiale, un gesto dirompente di pace sarebbe certamente la scelta da parte del nostro Paese di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, armi di distruzione di massa, dunque eticamente inaccettabili. Lo chiediamo da oltre due anni. L’hanno chiesto centinaia di Sindaci di ogni colore politico. L’hanno chiesto in un loro documento i vescovi italiani. L’hanno chiesto associazioni e movimenti della società civile con la campagna “Italia, ripensaci”.

Rinnoviamo ora questa richiesta al nuovo Governo e al nuovo Parlamento affinché pongano urgentemente all’ordine del giorno la ratifica del “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, ad indicare che il nostro Paese non vuole più armi nucleari sul proprio territorio e che sollecita anche i propri alleati a percorrere questa strada di pace. 

Purtroppo, anche dopo tante guerre, noi non abbiamo ancora imparato la lezione e continuiamo ogni volta ad armarci, a fare affari con la vendita di armi e a prepararci alla guerra. Forse sarebbe opportuno con determinazione e coraggio percorrere altre strade. Forse sarebbe opportuno riempire di precise scelte e contenuti quella che Giorgio La Pira chiamava “l’utopia della pace”. Prima che sia troppo tardi. “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali” (Papa Francesco, 24 marzo 2022)” 

per info: ufficio stampa Acli ufficiostampa@acli.it

ACLI, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, AGESCI, Beati i costruttori di pace, Centro Internazionale Hélder Câmara, Città dell’Uomo aps, Comunità di Sant’Egidio, Comunità La Collina, Confcooperative, Coordinamento delle Teologhe Italiane, CSI-Centro Sportivo Italiano, C3DEM, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Fondazione don Lorenzo Milani, Fondazione La Pira, Fondazione Magis, Fraternità francescana frate Jacopa, Gruppo Abele, La Rosa Bianca, Libera, MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Movimento Cristiano Lavoratori, Noi siamo chiesa, Rete Viandanti, SERMIG. 

Fonte: https://www.acli.it/litalia-ratifichi-il-trattato-onu-di-proibizione-delle-armi-nucleari-il-1-giugno-a-roma-la-conferenza-stampa-delle-associazioni-cattoliche-e-dei-movimenti-non-violenti/




#Together2023: Vigilia ecumenica del Sinodo

Trasmessa in Live streaming a partire dalle ore 16.30 sui canali di vaticannews

E’ nato tutto da un sogno che Frère Aloïs di Taizé aveva condiviso con papa Francesco e i padri sinodali nell’ottobre 2021: che un giorno, nel corso del processo sinodale della Chiesa cattolica, si radunasse il popolo di Dio in un grande incontro ecumenico aperto a tutti i cristiani delle varie Chiese.

Il 15 gennaio scorso, dopo l’Angelus in Piazza San Pietro, papa Francesco ne ha dato l’annuncio con queste parole: «Il cammino per l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa sono legati. Colgo questa occasione per annunciare che sabato 30 settembre prossimo, in Piazza San Pietro, avrà luogo una veglia ecumenica di preghiera con la quale affideremo i lavori della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi». Ed ha precisato: «Per i giovani che vengono alla veglia, ci sarà un programma speciale in tutto quel fine settimana, a cura della Comunità di Taizé».

Quello del 30 settembre prossimo sarà, quindi, nel cammino sinodale un momento di sosta, di respiro, per celebrare l’unità già realizzata in Cristo e renderla visibile. Del resto, durante un percorso sinodale, è senza dubbio importante camminare insieme, ascoltarsi, riflettere e discernere insieme per maturare decisioni adeguate. È quanto si fa e si vive, nelle varie parti del mondo, in ogni Chiesa dove si cerca di praticare lo spirito della sinodalità.

Ma una dimensione da non trascurare è costituita dall’aspetto spirituale e dalla preghiera. Nella Prima lettera ai Tessalonicesi, Paolo esorta i seguaci di Cristo allo spirito di discernimento comunitario, ma anche alla gioia e alla preghiera: «Cercate sempre il bene tra voi e con tutti. State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi» (1 Ts 5, 15b- 18).

L’iniziativa del 30 settembre è stata maturata con cura. Durante il 2022, Frère Aloïs e la sua comunità hanno condiviso il loro sogno con vari movimenti cristiani di differenti confessioni. Sono più di cinquanta Movimenti, svariate realtà ecclesiali e rappresentanti di diversi servizi nazionali e internazionali di pastorale giovanile che si sono radunati nei mesi di luglio e di novembre 2022, in Francia, presso la Comunità di Taizé, per riflettere insieme su come far sì che il processo sinodale in atto nella Chiesa cattolica diventi un momento forte nella ricerca dell’unità tra i cristiani e dell’intera famiglia umana.

Era sorta anche la domanda su come incoraggiare il coinvolgimento dei giovani in questo processo. Si è fatta strada così il progetto di un “raduno del popolo di Dio”, un incontro ecumenico, intergenerazionale e interculturale da tenere a Roma e contemporaneamente in altre parti del mondo, alla vigilia del Sinodo dei vescovi nell’ottobre 2023. Al cuore dell’incontro, appunto, la veglia di preghiera del 30 settembre prossimo.

Together Flyer it

https://together2023.net/it/home-italiano/

https://together2023.net/it/info-page/linvito-di-papa-francesco/

https://www.focolare.org/2023/03/24/together-necessita-di-fratellanza/

Vedi anche: https://www.focolaritalia.it/events/veglia-ecumenica-di-preghiera-30-settembre-2023/

Articolo tratto dall’ultimo numero di Ekklesía n. 18 – anno 6 (2023/1)

Oltre le polarizzazioni

 

 




EcoGive, dare per salvaguardare: la nuova App che insegna a prendersi cura del pianeta

VIDEO CON LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO E DELL’APP

Dare per salvaguardare. La nuova APP insegna a giovani e adulti, attraverso azioni quotidiane, come prendersi cura del pianeta e delle comunità ferite dai cambiamenti climatici

Tracciare i propri consumi, da soli o in gruppo, imparare piccole-grandi azioni quotidiane per risparmiare acqua ed energia e non sprecare cibo, fornire aiuto concreto ai Paesi più poveri. Questi gli obiettivi di EcoGive – Dare per Salvaguardare, una nuova App – disponibile su AppleStore e GooglePlay – nata grazie al sostegno dell’Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito legata al Movimento dei Focolari.

 Il telefonino racchiude ormai il nostro mondo in formato digitale. Vedere i propri comportamenti quotidiani riflessi nella dimensione digitale ci aiuta a prendere consapevolezza sui consumi davvero necessari e sugli sprechi. E attraverso questa App le azioni possibili vanno dal riutilizzo dell’acqua di lavaggio di frutta e verdura allo spegnimento di luci non necessarie, per arrivare al riciclo di indumenti usati o allo spreco di cibo.

Ciascun partecipante può registrare i suoi “atti verdi” impegnandosi a realizzarne almeno 200 ad esempio per ogni anno scolastico, suddivisi in cinque aree tematiche: energia elettrica, acqua, gas, riciclo/riuso e riduzione dello spreco alimentare. Si potrà poi seguire il conteggio dei propri atti e quelli del proprio gruppo o classe scolastica, così come l’impatto del progetto misurato in CO2, MWh e acqua risparmiati.

“È un progetto vitale, un contributo a un cambio culturale reale verso uno stile di vita sostenibile” afferma Marco Livia, presidente dell’Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito APS, che ha sostenuto il progetto nel dargli uno sviluppo internazionale. “Consapevoli della grande responsabilità della nostra generazione rispetto alla situazione ambientale, crediamo fortemente nella forza del cambiamento che possiamo trasmettere ai ragazzi, e che loro possono imprimere ai loro coetanei e nei loro contesti”.

L’idea è nata nel 2008 a Palermo (Italia) su iniziativa della professoressa Elena Pace, con l’obiettivo di coniugare salvaguardia dell’ambiente e solidarietà. L’esperienza poi è maturata negli anni grazie all’impegno degli alunni di varie scuole italiane.

Nell’anno scolastico 2021-2022 l’iniziativa ha coinvolto 50 scuole nel mondo e raggiunto più di 10 mila studenti. Nel 2023 il suo respiro internazionale continua a crescere. Partecipano infatti scuole di ben 12 Paesi: Italia, Burundi, Benin, Madagascar, Sudafrica, India, Kenya, Pakistan, Brasile, Colombia, Haiti e Repubblica Domenicana.

Il progetto si ispira agli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, focalizzandosi in particolare su tre di questi: il 13 (lottare contro il cambiamento climatico), il 4 (promuovere un’istruzione di qualità) e il 2 (sconfiggere la fame).

Sostegno ai Paesi in via di sviluppo
Gli atti di risparmio energetico saranno anche trasformati in sostegno concreto a favore delle popolazioni dei Paesi più in difficoltà per gli eventi avversi legati al clima. Come? Attraverso la loro monetizzazione, realizzata con donazioni di genitori, parenti, conoscenti e sponsor. Le risorse così generate consentiranno la realizzazione di azioni solidali in Paesi in via di sviluppo scelte da ragazze e ragazzi, che impareranno in questo modo a dare per salvaguardare l’ambiente.

Tra i progetti di solidarietà scelti vi sono la realizzazione di un orto sociale a Nairobi in Kenya, la piantumazione di alberi in un quartiere alla periferia di Mumbai (India) e la promozione di vivai nella città di Carice (Haiti).

Il progetto ha ricevuto il supporto da vare Istituzioni fra cui il Ministero dell’Istruzione italiano, il Ministero dell’Ambiente della Repubblica Dominicana, dall’università di Roma La Sapienza, l’Agenzia spaziale Italiana e dai Comune di Roma e di Priverno. L’App EcoGive è stata realizzata grazie al sostegno di Mauro Atturo, CEO & Founder della Problem Solving S.R.L. e di Carlo La Mattina, Amministratore Unico di Innovation Lab S.R.L.

Lorenzo Russo

Fonte: https://www.focolare.org/2023/02/25/ecogive-la-app-che-misura-le-azioni-green-e-aiuta-i-paesi-in-difficolta/

PRESENTAZIONE A ROMA IL 16 FEBBRAIO 2023

https://www.facebook.com/darepersalvaguardarelambienteinrete/videos/1432226917311144

RIVEDI L’EVENTO DELL’ANNO SCORSO




A Castel Gandolfo Chiesa, comunione e quotidianità

Dal 26 al 30 dicembre 2022 si è svolto al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo un incontro- ritiro per seminaristi, aperto anche a giovani sacerdoti e diaconi. I partecipanti in presenza erano di 15 nazionalità diverse, altri collegati via Zoom. Riportiamo qui l’esperienza di Stefano che ha partecipato per la prima volta.

Non conoscevo quasi nulla del Movimento dei Focolari, pertanto partecipare al Convegno per seminaristi a Castelgandolfo dal 26 al 30 dicembre 2022 è stata una scoperta e un dono.
Siamo partiti da Torino in sei (due preti e quattro seminaristi) e ci siamo diretti verso Genova per andare a prendere un altro prete e due seminaristi. Il viaggio verso il Centro Mariapoli è stato già una bella occasione per attendere con desiderio quello che avremmo vissuto, sperimentare momenti di fraternità e conoscersi ancora meglio.

Il titolo del Convegno era “Quale stile di vita per una Chiesa sinodale?”.
Provando a pensare come ripercorrere le giornate vissute mi vengono in mente tre parole: Chiesa, comunione, quotidianità.

La parola Chiesa vuole riassumere il respiro che mi è sembrato di avvertire partecipando al Convegno: persone provenienti da diverse parti del mondo ma radunate nello stesso luogo per vivere un’esperienza di fede insieme. È stato affascinante e bello ascoltare preghiere e canti in lingue diverse, poter dialogare su temi, che pur nella diversità dei luoghi in cui viviamo, toccano la vita di ciascuno di noi.

Chiesa, ancora, è l’esperienza che abbiamo potuto fare partecipando all’Udienza generale con il Papa, mercoledì 28 dicembre, e a seguire l’opportunità di celebrare l’Eucaristia nella Basilica di San Pietro.

Comunione è ciò che mi è sembrato di percepire innanzitutto della spiritualità vissuta in quei giorni. Il primo giorno, a questo proposito, ci è stata offerta una bella meditazione su Gv 17, in modo particolare sul v. 21: “perché tutti siano una sola cosa”, che poi concretamente abbiamo invocato e vissuto quella sera stessa nell’adorazione eucaristica. Alcune testimonianze ci hanno esortato ad accogliere la radicalità della proposta evangelica che in definitiva è comunione con il Signore e con i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino.

Attraverso altre testimonianze abbiamo potuto ascoltare come la comunione sia stata fondamentale in momenti di difficoltà: la preghiera degli altri è diventata un’ancora di salvataggio, una rete che sostiene.

La parola quotidianità racchiude la visita alla casa di Chiara a Rocca di Papa. In quel luogo si percepisce davvero un senso di famiglia, sembra davvero che ci sia lei ad accoglierti e ad accompagnarti alla scoperta dei luoghi che ha vissuto giorno dopo giorno.

Quotidianità infine è ciò che possiamo dire di aver sperimentato nei nostri giorni a Castelgandolfo, persino nei momenti più informali.

Quotidianità è quel luogo e quel tempo dove siamo ancora una volta chiamati a vivere e ad annunciare ciò che abbiamo vissuto e ci ha toccato il cuore!

Stefano

 




Movimento dei Focolari e Azione Cattolica insieme per promuovere e far generare fraternità

Il 13 maggio i gruppi di presidenza di Azione Cattolica e Movimento dei Focolari si sono incontrati per dialogare e dar vita ad un cammino comune.

Un patto di collaborazione è stato stretto tra l’Azione Cattolica Italiana e il Movimento dei Focolari. Un’alleanza che, come ha sottolineato il presidente nazionale dell’AC, Giuseppe Notarstefano, unisce al valore fondativo di una collaborazione che si fa sempre più concreta l’importanza del riconoscimento dell’altro, dello stare insieme. Il terzo incontro tra la presidenza dell’Azione Cattolica Italiana e quella del MdF si è svolto venerdì 13 maggio a Roma, nel Centro nazionale dell’AC di via Aurelia.

Ricordando le parole pronunciate dalla fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich, durante i bombardamenti di Trento nel corso della II Guerra mondiale, “Tutto vince l’amore”, la presidente del Movimento dei Focolari, Margaret Karram, ha sottolineato il desiderio reciproco di un’alleanza che, con questa certezza, riesca a concretizzare i progetti e i sogni delle due organizzazioni, per essere ancor più e insieme dono per la Chiesa.

Dopo due ore di preghiera, conoscenza, confronto e dialogo è stato deciso l’impegno ad avviare e consolidare progetti locali sui diversi territori tra MdF e AC, per partire dal dialogo che nasce dalla vita, per ridare forza e slancio insieme alle comunità locali e lavorare ad un percorso di collaborazione sempre più concreto e intergenerazionale, che promuova la gentilezza, la tenerezza, come modo di essere e di stare insieme, come auspicato da papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti. Tre i temi prescelti: 1) patto educativo globale; 2) economia civile, impegno politico ed ecologia integrale; 3) ecumenismo e dialogo interreligioso a livello formativo.

Il presidente Notarstefano ha espresso il desiderio di “abitare” insieme concretamente i diversi territori, assicurando presenza e passione nelle reti di dialogo e confronto esistenti nelle Chiese locali, incoraggiando e accompagnando a vivere questa strada di concretezza, di pazienza e dedizione. È importante che, in questo disorientamento generale, si realizzino, dal basso, luoghi di fraternità che, nella tempesta di quanto avviene intorno a noi, diventino barche a cui le persone possano aggrapparsi.

Si vuole testimoniare che stare insieme è possibile, per “promuovere”, far generare, la fraternità anche con un’iniziativa simbolica congiunta e nazionale che valorizzi quanti si impegnano per costruire un “noi” più grande nell’educazione, per l’ecologia integrale, per “partecipare” insieme, anche in politica, ad un cammino generativo aperto ad altre realtà, che sia un investimento al servizio delle generazioni future, per la promozione della persona.

L’impegno ad incontrarsi nelle diverse città, ha commentato la presidente dei Focolari Karram, potrà far emergere le tante e differenti azioni concrete che è possibile realizzare nelle Chiese locali. A tal fine, è stato creato un gruppo di lavoro, che sarà coordinato da Michele Tridente (AC) e Patrizia Bertoncello (MdF), per valutare le proposte emerse nell’incontro di venerdì e pensare a possibili collaborazioni che vedano insieme le due organizzazioni, aperte ad altre realtà, per un arricchimento dei diversi territori e delle comunità locali.




Vacanze in Mariapoli

Anche quest’anno riproponiamo la possibilità di trascorrere alcuni giorni di riposo presso i nostri Centri Mariapoli di Castel Gandolfo e Cadine (Trento) e nella Cittadella di Loppiano, per godere, oltre alle bellezze naturali e artistiche offerte dai territori circostanti, anche di un’esperienza di condivisione!




Sulla via della comunione

Dal 26 al 30 dicembre, nell’accogliente Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, si è svolto l’incontro internazionale per seminaristi, diaconi e sacerdoti giovani dal titolo Sulla via della comunione.

Una trentina i presenti, da diversi paesi d’Europa e anche dall’Africa e dal sud America (presenza possibile perché attualmente in formazione nei collegi romani e nella cittadella di Loppiano); collegati online, molti altri punti di ascolto, fra cui un gruppo di seminaristi della Romania con il loro vescovo.

Il tema, “La spiritualità dell’unità a servizio della sinodalità” ha portato i partecipanti nel cuore della chiesa e dell’esperienza spirituale del Movimento dei Focolari.

Nel cuore della chiesa: il tema del sinodo è approfondito con due interventi chiave Francisco Canzani In ascolto del presente, l’oggi della chiesa e della società, luci e ombre, e mons. Piero Coda sulla Formazione al discernimento comunitario, che preparano all’incontro con papa Francesco nell’udienza del mercoledì.

Una spiritualità al servizio della sinodalità: la dimensione personale e comunitaria della spiritualità dell’unità emerge come un dono per vivere una chiesa sinodale: la chiamata ad una santità comunitaria, che coinvolge l’intero popolo di Dio, e l’annuncio di Gesù crocifisso e abbandonato come chiave dell’unità fra Cielo e terra, fra gli uomini e le donne del nostro tempo.

Margaret Karram, la presidente dei focolari partecipa personalmente al convegno, assieme al copresidente Jesus Moran, in collegamento dalla Spagna; in un dialogo con i presenti emerge la bellezza del sacerdote “servo per amore”, per questo capace di “informare del divino” ogni relazione.

Da qui uno stile nel vivere il sacerdozio: di comunione perché radicato nell’amore al Crocifisso e testimone del Risorto vivo fra i suoi; mariano perché nutrito dalla Parola e impegnato a vivere un ministero di prossimità e servizio. Così emerge nell’esperienza di Silvano Cola, primo sacerdote diocesano focolarino, e risuona nella predicazione di mons. Lazzaro You Heung sik, prefetto della congregazione per il clero, che celebra la Messa per i partecipanti al congresso.

Uno stile mariano che illumina anche la vita di Chiara Lubich, incontrata attraverso la testimonianza delle focolarine che hanno vissuto con lei l’ultimo tratto della sua vita terrena. Nella sua cameretta, semplice e armoniosa, il testo dei quattro Vangeli, stampati a caratteri grandi: sapere che li aveva acquistati per rileggere la sua vita e verificare se aveva messo in pratica ogni parola del Vangelo, interpella profondamente ciascuno sulla sua personale scelta di Dio.

Un momento particolarmente atteso è quello della comunione pomeridiana a piccoli gruppi: il vissuto di ciascuno si intreccia con le sollecitazioni ricevute, nell’ascolto pieno si genera una profonda condivisione.

Ecco alcuni echi dei partecipanti:

Ringrazio per aver aggiunto un’esperienza alla mia vita e al mio cuore. Ringrazio soprattutto la figura di Gesù abbandonato, per poter vivere in maniera diversa, da un’ottica diversa le situazioni difficili e frustanti.

Sì, si può vivere nella comunione fraterna, profonda, dove l’unico nostro bene è Gesù, dove il sacerdozio non diventa clericalismo ma servizio di Lui nei fratelli.

Grazie a tutti voi per avermi accolto, amato e riportato al centro… Gesù tra noi, Gesù abbandonato anche alle nostre fragilità.

Sono stati i giorni pieni di grazia specialmente l’umiltà e la semplicità di Chiara mi hanno lasciato la bocca aperta, mi hanno disarmato (…). Ho incontrato Dio in voi, non tornerò indietro mai.

Emerge il desiderio di ritornare nei propri seminari e luoghi di ministero con un rinnovato impegno, assieme alla volontà di tener viva la rete dei rapporti e la formazione a questa spiritualità. Un’equipe è già al lavoro per proporre iniziative, per continuare a camminare “sulla via della comunione”.

Tommaso Danovaro




Servizio Civile con l’AMU – “Giovani verso la cittadinanza globale”

L’Associazione Azione per un Mondo Unito – Onlus (AMU) di Grottaferrata (RM), ricerca 1 volontaria/o per il progetto di Servizio Civile Universale “Giovani verso la cittadinanza globale”

L’obiettivo del progetto è contribuire all’educazione e alla formazione delle giovani generazioni alla Pace, nel territorio della Provincia di Roma, al fine di contrastare fenomeni di discriminazione ed esclusione e favorire lo sviluppo di società accoglienti e solidali.

Il progetto prevede una misura aggiuntiva, ovvero 28 ore di formazione e tutoraggio per facilitare i volontari nell’accesso al mondo del lavoro.

Sede di attuazione:

1 volontaria/o per la sede di Grottaferrata (RM), codice sede: 143725

Durata: 12 mesi, 25 ore settimanali

Funzione e mansioni

Dopo una adeguata formazione, i volontari saranno coinvolti nell’organizzazione di

  • laboratori di educazione alla cittadinanza globale rivolti a studenti e docenti, con la creazione di kit didattici specifici.
  • percorsi educativi per alcune classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado
  • incontri per promuovere nei giovani la solidarietà e la coscienza critica riguardo tematiche strettamente connesse alla cittadinanza attiva e globale.
  • attività di formazione e approfondimento dei contenuti e l’elaborazione di nuove proposte progettuali.
  • attività di comunicazione per l’implementazione e diffusione dei risultati del progetto (articoli, notizie, schede informative, post, da veicolare attraverso i principali canali di comunicazione)
  • organizzazione di attività nell’ambito della “Settimana Mondo Unito”, una manifestazione che si ripete annualmente in diverse parti del mondo e che raccoglie azioni e buone pratiche volte a sensibilizzare tutta la cittadinanza ai temi della pace e della cittadinanza globale

Requisiti richiesti:

  • avere tra i 18 e 28 anni;
  • essere cittadini italiani o comunitari regolarmente residenti in Italia o non comunitari regolarmente soggiornanti;
  • non aver riportato condanne;
  • non appartenere ai corpi armati e alle forze di polizia;
  • non aver già prestato il Servizio Civile o averlo iniziato e poi interrotto (è concessa una deroga ai giovani che hanno interrotto a causa dell’emergenza sanitaria, anche se hanno già compiuto 29 anni).

Requisiti preferenziali:

  • condivisione dei valori e della mission dell’AMU;
  • reale interesse per le tematiche inerenti all’educazione alla cittadinanza globale;
  • elevata capacità di relazione con persone di diverse culture, età, stato sociale e convinzioni politiche/religiose;
  • capacità comunicative per lo svolgimento di incontri pubblici, capacità di conduzione di gruppi di lavoro;
  • capacità di lavoro in autonomia e in team;
  • essere iscritto o aver concluso corsi di studio attinenti all’intercultura, cooperazione allo sviluppo, servizio sociale.

È infine gradita un’adeguata esperienza nell’uso del personal computer e nella gestione dei software di base.

Contributo: I volontari riceveranno un contributo spese di 444.30 euro mensili

Candidatura: la tua domanda deve essere presentata entro le ore 14:00  del 26 gennaio 2022, esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it  dove è possibile scegliere il progetto – Giovani verso la cittadinanza globale – Sede di Grottaferrata, AMU 2, Via Cavalieri di Vittorio Veneto 11, 00046 – Grottaferrata (RM),  codice sede 143725

Per qualunque informazione sul progetto o sulle modalità di iscrizione contattaci a risorseumane@amu-it.eu o 0694792170.

https://www.amu-it.eu/ricerca-1-volontaria-o-servizio-civile/

 




Unity Conference 2021. Creare nuove strade per l’inclusione in un mondo diviso

https://www.focolare.org/news/2021/11/29/espanol-nace-nueva-global-foundation/

«Il mondo di Città Nuova è internazionale, e le varie edizioni devono essere più in rete, più interconnesse per essere in grado di parlare al mondo, capitalizzando gli sforzi, valorizzando contenuti e metodi di ogni azienda editoriale, che nella propria area del mondo è una vera azienda culturale».

La grande novità è che qui per la prima volta le Città Nuova si presentano al pubblico insieme, lavorano insieme in un unico progetto mediatico, multiculturale, ma unito ed impattante.

«Questo perché» – continua Stanislav – «la nostra sfida è la debolezza, sembra strano ma è così: in genere è vista come un fallimento, noi pensiamo che la nostra debolezza, che magari è l’essere piccoli, se vissuta insieme, tutti protesi verso un orizzonte ben chiaro, crea un bene, influenza e trascina altri e migliora il mondo».

LEGGI TUTTO: http://www.unitedworldproject.org/

SITO: NUOVA GLOBAL FOUNDATION




Oltre il 900. Relazione Andrea Riccardi

Il prof. Andrea Riccardi interviene al Convegno “Oltre il Novecento. Chiara Lubich in dialogo con il nostro tempo”: due giornate di studio (18 e 19 febbraio 2021) dedicate alla figura della fondatrice del Movimento dei Focolari presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Per gentile concessione ©Centro Chiara Lubich

Guarda video su YouTube:

https://www.focolaritalia.it/2021/02/12/convegno-oltre-il-900-chiara-lubich-in-dialogo-con-il-nostro-tempo/




Stati generali della natalità – 14 maggio 2021

TUTTI I VIDEO SUL CANALE YOUTUBE

“Inverno demografico”, “culle vuote”: tante definizioni e poca concretezza fino ad ora intorno a un tema da cui passa il futuro del Paese. Il declino demografico avviatosi dal 2015 è stato accentuato dagli effetti che l’epidemia Covid-19. Il nuovo record di poche nascite (404 mila, dati Istat 2020) e l’elevato numero di decessi (746 mila), mai sperimentati dal secondo dopoguerra, aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese.
SGdN è un evento organizzato per riflettere su un tema capace di unire tutto il Sistema Paese, provare a fare proposte per invertire il trend demografico.
Immaginare una nuova narrazione della natalità.
PROGRAMMA
Ore 9,30 Introduzione ai lavori: Gigi De Palo, Presidente Forum Famiglie
Saluto del Santo Padre Francesco
​Saluti Istituzionali
Elena Bonetti, Ministra per la Famiglia
Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione
Nicola Zingaretti, Presidente Regione Lazio
Virginia Raggi, Sindaca di Roma
Relazione del Prof. Gian Carlo Blangiardo, Presidente ISTAT
​Natalità, che impresa!
Matteo Del Fante – A.D. Poste Italiane
Elisabetta Ripa – A.D. Open Fiber
Marcello Foa – Presidente Rai
Carlo Tamburi – Direttore Enel Italia
Chiara Bidoli – Direttrice Area Infanzia RCS Media Group
​Nuove nascite, un buon investimento
Marco Sesana – Country Manager e Ceo di Generali Italia e GBL
Sara Doris – Presidente Esecutivo Fond. Mediolanum Onlus
Sergio Gatti – Direttore generale Federcasse
Aldo Cazzullo – Giornalista
Figli, una bellezza da raccontare
Ciro e Jessica Immobile, Calciatore
Luca e Paola Bernabei – A.D. Lux Vide
Anna Foglietta – Attrice
Marco Tarquinio – Direttore Avvenire
Annalisa Cuzzocrea – Giornalista
Ore 13,30 Conclusioni

 




Assemblea generale dei Focolari 2021

Margaret Karram e Jesús Morán, rispettivamente neoeletta presidente e copresidente dei Focolari, saranno ricevuti in udienza dal Santo Padre con alcuni membri dell’Assemblea generale. La maggior parte dei partecipanti sarà collegata per via telematica.

6 febbraio 2021 Papa Francesco udienza privata i partecipanti all’Assemblea generale dei Focolari.

La presidente uscente, Maria Voce, ha presentato al Santo Padre la neoeletta Margaret Karram. La nuova presidente ha rivolto un indirizzo di saluto al Papa.

Il Santo Padre ha rivolto il proprio discorso ai presenti e ai partecipanti all’Assemblea collegati in streaming.

Papa-Francesco_20210206_focolari

ASSEMBLEA GENERALE – DIARIO QUOTIDIANO

COLLEGAMENTO CH SPECIALE SULL’ASSEMBLEA GENERALE

Trascrizione CH Speciale Assemblea 2021

Intervento Card Farrell al Collegamento CH

vedi articoli

https://www.focolare.org/news/2021/02/06/trasformare-la-sofferenza-in-fonte-di-speranza/

https://www.cittanuova.it/fondatrice-crisi-coerenza-le-indicazioni-del-papa-ai-focolari/?ms=002&se=004

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2021-02/papa-francesco-udienza-movimento-focolari-assemblea-opera-maria.html

INTERVISTA A Margaret Karram da parte di Aurora Nicosia

 




Vuoi diventare Volontario del Servizio Civile per “Fare Sistema Oltre L’Accoglienza”?

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza propone ai volontari del servizio civile il progetto “Costruire comunità solidali con i migranti”. Per aderire è necessario avere tra i 18 e 28 anni. È una valida opportunità per contribuire alla costruzione di una società che sia accogliente, inclusiva, che accompagni i migranti nella realizzazione di una nuova prospettiva di vita, senza dimenticarne storia, vicende e terre di provenienza

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza seleziona quattro volontari. Il servizio civile è un’occasione per collaborare alla costruzione di una comunità solidale con i migranti. L’obiettivo è quello di favorire l’inclusione dei cittadini stranieri migranti e promuovere l’educazione interculturale, la conoscenza e la collaborazione tra cittadini italiani e migranti

Nello specifico le ricerche sono le seguenti:

AMU ricerca due volontari: uno per la sede di Grottaferrata (Roma) e uno per la sede di Rogliano (Cosenza)

AFN ricerca due volontari: uno per la sede di Grottaferrata (Roma) e uno per la sede di Rogliano (Cosenza).

AMU e AFN si occupano dal 2016 del programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza per l’inclusione di persone in condizioni di vulnerabilità attraverso l’inserimento di giovani e adulti, minorenni e maggiorenni, stranieri ed italiani in contesti socio-lavorativi esistenti sul territorio. Fare Sistema Oltre l’Accoglienza si basa su una rete nazionale fatta di famiglie, aziende, associazioni e istituzioni, nell’idea che l’inclusione sia un’esperienza di reciprocità cui tutti possiamo partecipare.

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Scheda-elementi-essenziali_Costruire-comunità-solidali-coi-migranti