Incontrarsi per conoscersi e crescere nella fraternità

Dialogo Interreligioso




Dal terrazzo: i vicini più vicini

Ho la fortuna di abitare in una casa che ha il terrazzo che gira tutto intorno su due stradine chiuse.

Il primo che posso salutare alle 7:15 è Cristian il quale esce dal suo cancello manovra perfetta e con due colpi riesce a partire. Lo aspetta anche oggi una giornata impegnativa è un uomo coraggioso e forte che non si lascia vincere dalle difficoltà.
Prima delle 8 esce Adriana con i suoi 2 borsoni di biancheria; donna giovanile, decisa  ringrazia Dio per ogni giorno che ha la possibilità di vivere.

Tornando da messa incrocio Elsa che si capisce sta andando al lavoro; il suo sorriso è un bell’augurio per una buona giornata. Quand’ecco che improvvisamente esce Emanuele: la mamma è già pronta con la macchina, motore acceso e via anche oggi sarà un giorno di scuola in presenza dato che fa le medie.

Sul terrazzo a fianco se c’è il sole, Elisabetta fa prendere un po’ di calore ai suoi vestiti è così un buon motivo per salutarci, dirci come va, le ultime sulla salute e anche la voglia di riprendere a fare passeggiate.

 

 

 

 

 

 

Ad un tratto si sentono voci di bambini, affacciandomi dall’altra parte della casa posso vederli che giocano e lì saluto Pietro che ha sei anni, sentendo la mia voce chiede “ndo stà” poi vedendomi mi sorride. Lì vicino c’è il nonno Giancarlo impegnato  nel suo giardino  a mettere piante, cambiare la terra, trova sempre qualcosa da fare, mentre Patrizia la moglie con la carrozzina con dentro Edoardo passeggia il nipotino di appena sei mesi che non vede l’ora anche lui di stare all’aria aperta.

È di dovere scambiare qualche parola e magari dirci anche di aver visto il film suggeritogli la sera prima. Se poi si sentono dei rumori è senz’altro Pasquale, uomo di più di 80 anni, ancora in piena attività, mi dice che  il miglior modo per passare il tempo è il lavoro.La sua vita è stata molto intensa, da ragazzo è stato portato in un campo di concentramento ma è riuscito a salvarsi. E ora ringrazia Dio di ogni giorno che gli è dato da vivere e lo fa fruttare molto bene.

Durante la merenda di metà mattinata posso notare Bice, anzi magari prima vedo il cane Totò che è un compagno fedele di ogni passo che fa la padrona.Bice è sempre molto accogliente e si sta volentieri in compagnia di lei.

Da qualche giorno passa una carrozzina elettrica; è quella di Enzo al quale gli hanno amputato una gamba. Non si chiude in casa anzi. È contento di iniziare questa conversazione che poi continuerà al bar con gli amici
C’è uno sguardo che ogni tanto guarda in sù dalla strada, occhi gialli e un mantello di pelo nerissimo. Subito arriva a fargli compagnia un altro gattino che ha capito che dal balcone può arrivare qualcosa e lo sguardo è così insistente che non si può fare a meno di fargli arrivare una leccornia. Si scatena una lotta per accaparrarsi quanto arriva e di solito è la gatta madre che è più accorta e veloce a prendere il boccone

E poi Bruna, Letizia, Arianna, Nicoletta e ancora Gino e la lista potrebbe continuare, non c’è proprio modo di annoiarsi avendo un terrazzo.

A qualcuno potrebbe venire la domanda se non faccio altro nella giornata. Me lo domando anch’io ma poi mi accorgo che sono brevi ma intensi saluti che danno vita spero non solo a me…

Francesco Lazzoni – Pescara




Il Servo di Dio Pietrino Di Natale

Apertura ufficiale del processo di Beatificazione.

Il 10 Dicembre, con una solenne concelebrazione in Cattedrale, è stato dato il via al processo di Beatificazione con l’insediamento del Tribunale Ecclesiastico.

In una cattedrale gremita, ha avuto inizio con una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Lorenzo Leuzzi, lunedi 10 dicembre 2018 alle ore 18.30 la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio Pietrino Di Natale.

Pietrino avrebbe compiuto 52 anni, e proprio nel giorno del suo compleanno la Chiesa di Teramo-Atri ha vissuto un momento di gioia e di gratitudine al Signore per un dono davvero grande. Mons. Leuzzi, nella sua bellissima omelia, ha parlato di un evento straordinario e inaspettato, una sorpresa. Pietrino dal Paradiso, guarda ai nostri giovani e indica loro una strada, un percorso, per essere felici con lo sguardo rivolto al Signore.

Pietrino è un profeta per gli adolescenti dei nostri tempi. Con la sapienza del cuore e la semplicità di una fede certa e forte ha vissuto i momenti difficili con speranza e fiducia nel Signore. Diceva sempre alla sua mamma Adelina, nei momenti bui: “Mamma, non ti preoccupare, il Signore ci aiuta, vedrai”.

Pietrino nel cuore di molti è sempre stato un esempio e un punto di riferimento, ora con l’apertura ufficiale del processo diocesano, la Chiesa che è in Teramo-Atri verificherà le sue virtù eroiche e la fama di segni. Durante la celebrazione eucaristica c’è stata l’accettazione del supplice libello (domanda di apertura del processo redatta dal postulatore Padre Carlo Calloni al Vescovo Mons. Lorenzo Leuzzi e la lettura del Decreto di accettazione dello stesso e del nulla osta ricevuto dalla Santa Sede). Si è poi insediato ufficialmente, con solenne giuramento, il Tribunale Ecclesiastico che nel prossimi mesi ascolterà i testimoni de visu, cioè quanti hanno conosciuto Pietrino in vita: familiari, amici, compagni di scuola, parenti, vicini di casa.

Il Tribunale è così composto: Delegato Episcopale Mons, Antonio Bartolacci, Promotore di giustizia Mons. Aldino Tomassetti, Notaio don Stefano Galeazzi, Notaio aggiunto don Pietro Lalloni. La Postulazione invece si compone del Postulatore il Reverendo Padre Carlo Calloni e del Vice postulatore il dott. Giustino Perilli.

Una cattedrale gremita, si diceva sopra, una partecipazione così numerosa e sentita che ha commosso un po’ tutti. In prima fila c’era mamma Adelina, con zia Derna, i parenti, i compagni del calcio, di scuola, i vicini di casa. Numerosi i sacerdoti concelebranti, tra cui Mons. Gianfranco De Luca, Vescovo di Termoli Latino e Parroco di Pietrino a Tossicia negli anni ’70 e il Reverendo Padre Ubaldo Terrinoni Censore teologo della Congregazione delle Cause dei Santi oltre a numerosi sacerdoti diocesani.

Tra le autorità civili, il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, Il Sindaco di Castelli Seca Rinaldo, il Sindaco di Tossicia Franco Tarquini, il Sindaco di Colledara Manuele Tiberi, il Sindaco di Castel Castagna Rosanna De Antoniis, il Presidente della Provincia e Sindaco di Notaresco Diego dl Bonaventura e il Commissario della Comunità Montana zona “O”di Tossicia Nando Timoteo.

Mons. Leuzzi, durante l’omelia facendo riferimento al brano del Vangelo letto del paralitico guarito (LC 5, 17-26) ha ricordato ad ognuno di noi l’importante dell’alzati e cammina. Un po’ come il motto di Pietrino (“sono scattato ad amare”): solamente una vita vissuta nella normalità alla presenza di Dio è una vita che può costruire e laboriosamente lasciare un segno, una traccia, essere un esempio per tanti. La vita di Pietrino è stata cosi: un esempio, che di anno in anno, dopo la sua prematura e tragica morte di 34 anni fa (20 agosto 1984), si è andato sempre più diffondendo tra i giovani, di generazione in generazione.

Mons. De Luca, nel suo saluto finale, visibilmente commosso, ha espresso sentimenti di grande gratitudine per la Chiesa di Teramo-Atri e in particolare per Mons. Lorenzo Leuzzi che sin dai primi giorni del suo insediamento ha espresso parere favorevole all’apertura del processo. Un pensiero di affetto anche per don Giovanni D’Annunzio, altro parroco storico di Pietrino, che non ha potuto essere presente per via di un periodo di convalescenza dopo un intervento chirurgico.

Il tribunale riunirà nei prossimi mesi nel giorno di sabato, ascolterà i testimoni, raccoglierà informazioni e farà le sue indagini per comprendere l’esistenza delle virtù eroiche nella vita di Pietrino Di Natale, poi sarà la Santa Sede ad esprimere la sua valutazione e infine si chiederà al Signore di confermare gli onori degli altari per Pietrino attraverso un miracolo di guarigione inspiegabile.

Oggi Pietrino è Servo di Dio, possiamo chiedere la sua intercessione con la bellissima preghiera approvata dal Vescovo Mons. Leuzzi e letta al termine della celebrazione tra la commozione generale. Pietrino ci guarda dal cielo, Indica ad ognuno di noi la strada per la santità felice, della porta accanto, come indicato dal Santo Padre Francesco. Nella bella biografia edita sul Servo di Dio e disponibile presso la nostra Libreria Cattolica così è scritto: “Spesso, proprio una vita semplice, custodita nella freschezza della natura, poco conforme ai rumori che attirano l’attenzione, quasi verrebbe da dire una vita anonima, trova la sua dignità in Cielo e si irradia sulla Terra. Proprio come tutte le cose di Dio”.

Interceda per noi il Servo di Dio Pietrino Di Natale, per i nostri giovani – di generazione in generazione – sempre alla ricerca dello spirito autentico della vita. Quella felicità che San Giovanni Paolo Il proclamava a chiare lettere a Tor Vergata: “Quando sognate la Felicità, in realtà è Gesù che cercate, è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate, è Lui la bellezza che tanto vi attrae, è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso”.

Il Servo di Dio Pietrino Di Natale lo aveva ben capito e lo ha testimoniato con le sue azioni. Oggi noi accogliamo la sua testimonianza come un dono e un esempio mentre chiediamo alla Chiesa e a Dio di verificare la sua santità.

Angelo Dl Battista

Fonte: Araldo Abruzzese




Associazione “Radix Unica per i diritti degli ultimi” – Evento culturale, artistico e gastronomico

Il 6  ottobre 2018 a Bucchianico (Chieti) si è svolto un evento culturale, artistico e gastronomico per presentare l’ Associazione di volontariato “Radix Unica per i diritti degli ultimi”, fondata qualche anno fa dal dott. Giuseppe Spadavecchia.

Per la valenza umana del messaggio che l’associazione porta in vari ambienti della società e per    l’ impegno a favore di chi non ha voce, in primis i disabili adulti istituzionalizzati ma non solo, il Sindaco della cittadina dott. Gianluca de Leonardis ha concesso il “Patrocino del comune di Bucchianico”, patria di San Camillo de Lellis, a questa iniziativa.

Infatti l’Evento Radix, che ha avuto una certa risonanza sulla stampa locale, è stato ospitato nel Palazzo Municipale e nella sottostante “Sala dei Banderesi”.

La serata ha richiesto una lunga preparazione e nei fatti è stata organizzata, da una associazione culturale di Chieti ”Tana libera tutti-figli di Chiara” che è riuscita a coinvolgere oltre 50 attività commerciali (tra supermercati e vari negozi ed enoteche), tra le zone di Chieti e di Pescara, per la donazione degli alimenti per la cena ed alcuni gruppi di giovani animatori e musicisti che hanno allietato la cena ed organizzato il baby-club per oltre 25 bambini.

Hanno partecipato alla cena oltre 220  persone della società civile del territorio, con la presenza di numerosi docenti di scuole medie superiori, diversi medici, farmacisti, assessori dei comuni di  Bucchianico e delle città vicine, giornalisti,professionisti vari e soprattutto tanti giovani.

La serata ha avuto due momenti salienti. La prima parte più artistica è stata ospitata nel chiostro e nelle sale del Palazzo del Comune  dove, assieme all’aperitivo, alcuni attori professionisti di Pescara e musicisti hanno veicolato attraverso la loro arte, il messaggio sociale e l’amore verso gli ultimi che sta alla base dell’esistenza di queste associazioni.

Successivamente si è passati nella “Sala dei Banderesi “dove è stata servita la cena preparata magistralmente da alcuni amici e con il coinvolgimento nel servizio a tavola di una cooperativa di Pescara che effettua tale attività, formata da camerieri normodotati e camerieri professionisti con sindrome di Down. È stata un ulteriore messaggio controcorrente per far conoscere e lavorare questi ragazzi speciali.

ll ricavato è stato devoluto interamente per il progetto Radix Unica.

Il video allegato (di Enzo Parenza) esprime bene l’evento ed il coinvolgimento di tutti gli invitati alla serata”.

www. radixunica.org
associazioneradixunica@gmail.com

Vedi anche nel nostro sito: www.focolaritalia.it/2018/12/09/associazione-radix-unica/




Tommaso Sorgi, una vita per il bene comune – Convegno a Teramo

VIDEO DELL’EVENTO

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 FOTO ENZO PARENZA

TERAMO. Un messaggio più che mai attuale, quello portato dalle opere e dalla vita di Tommaso Sorgi. Importante per i politici ma anche per i cittadini elettori. Nato a Campli 96 anni fa, è stato l’intellettuale teramano che forse più di ogni altro ha lasciato il segno nel panorama culturale contemporaneo. Politico, docente universitario, ma ancor prima uomo di fede.
La sua figura è stata ricordata venerdì nell’aula magna dell’Università di Teramo nel convegno “Tommaso Sorgi, studioso, politico, uomo di fede. Una vita per il bene comune”. A organizzarlo, fra gli altri, il Movimento dei focolari e in particolare quel Movimento politico per l’unità a cui l’intellettuale teramano – scomparso il 24 aprile scorso a 96 anni – ha dato un fondamentale contributo di idee.
Laureato in lettere dopo un corso di studi al seminario di Chieti, consigliere comunale a Teramo dal 1946 al ’64 e consigliere provinciale dal 1960 al ’64, venne eletto per la prima volta deputato nel 1953, a 31 anni, e rimase in parlamento per quattro legislature, fino al 1973. Fra i vari incarichi fu anche presidente degli Ospedali e Istituti riuniti di Teramo dal 1957 al ’61.
Alberto Lo Presti, direttore del centro “Igino Giordani” – lo stesso diretto per tanti anni da Sorgi – riferisce così i ricordi della sua prima candidatura come deputato: «Lui era impegnatissimo, stava facendo cinque concorsi diversi per insegnare a scuola. La Dc di qui era in forte litigio e i dirigenti credevano di trovare in Tommaso un candidato debole da affiancare a Castelli Avolio, deputato uscente, personaggio eccelso ma che non riusciva a entrare in sintonia con la gente. Tomassino in campagna elettorale diventò ben presto la persona che attraeva più consensi: parlava dai balconi, arringava la folla. Prese 27mila voti e Castelli Avolio ce la fece pelo-pelo. Da deputato era molto impegnato, era oggetto di una serie di richieste – gli chiesero persino di trovare la moglie a uno scapolo – e la sua esperienza di fede si andò attenuando. Fino a quando un giorno andò nello studio di un dirigente della Dc che faceva il medico e visto che lui stava visitando dovette aspettare. La moglie del medico gli parlò di un’esperienza che si stava facendo a Trento – la città natale di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari – e gli chiese di informarsi ancor meglio dal direttore della Biblioteca apostolica vaticana Igino Giordani. Tommaso lo incontrò, per caso, pochi giorni dopo ma Giordani tagliò corto e gli disse: “Te ne parlerò un’altra volta”. Più tardi, a Teramo, fu Maria Sisino a parlargli di quella Mariapoli che si teneva sulle Dolomiti nel 1956». E alla fine Sorgi a quella Mariapoli (letteralmente “Città di Maria”, laboratorio e momento di incontro dei Focolari) ci andò, con qualche scetticismo iniziale. E qui avvenne il cambio di prospettiva. «Mi raccontò che fino ad allora aveva concepito il prossimo come un attore collettivo: tutti = nessuno. Lì capì che si poteva dare un nome e un cognome al prossimo, da lì si propose di portare Gesù in parlamento e all’università».
Il Sorgi politico cattolico lo ricorda Lucia Fronza, deputata per due legislature e ora formatrice della Scuola di preparazione sociale di Trento: «Chiara Lubich fu molto importante per entrambi. Tommaso incontrò Chiara quando era un politico in crisi e lei gli disse: il tuo destino è lavorare per la famiglia umana, la politica è aiutare l’umanità a diventare una famiglia». Fra le tante lezioni di politica, Fronza ne ricorda una sulla competenza: «Vedeva nella competenza e anche nella professionalità solida un pre-requisito per svolgere qualsiasi mandato. Ricordo che un giovane a cui avevano proposto di candidarsi gli chiese consiglio. Lui glielo sconsigliò: “Finisci di studiare e trovati un lavoro. Se non potrai mantenerti da solo non sarai mai libero, avrai la necessità di rimanere ancorato alla poltrona e accetterai qualsiasi compromesso”». L’ex deputata ricorda anche il “Patto politico”, lanciato da Sorgi nel 1985 con l’approssimarsi delle amministrative e Teramo. «Di fronte alle prime difficoltà dei partiti a rimanere nei luoghi di partecipazione capì che non bastavano piccoli ritocchi riformisti. E lanciò un patto democratico fra eletto ed elettore. Il solo votare e addormentarsi per 5 anni non basta più: il cittadino è un soggetto competente e il dialogo deve essere costante da entrambe le parti. Infine l’ultima intuizione: la politica come amore. L’amore interpersonale che si fa amore sociale. Un amore sociale che si fa carico del destino della propria comunità».
Importante fu il rapporto con i giovani, all’università. Non a caso al convegno c’erano scolaresche dei licei scientifico e classico e del Programmatori di Teramo. A ricordarlo è la sociologa Giulia Paola Di Nicola, ora direttrice del Centro ricerche personaliste, all’epoca sua assistente nella cattedra di sociologia a Teramo. «Gli anni dell’insegnamento universitario di Sorgi, per il periodo in cui abbiamo collaborato (1972-1985), erano carichi delle proteste del ’68. Come politico Tommaso era noto come democristiano, ma in cattedra riusciva a non essere di parte. Di fronte alle esigenze del singolo studente, metteva da parte ideologie e burocrazie. Non ricordo alcun episodio di aggressività degli studenti verso il professor Sorgi. Eppure in quel periodo se ne verificarono ovunque in Europa. L’atteggiamento mite, l’ascolto attento delle ragioni altrui, il carico di esperienza che si intuiva, la disponibilità a concordare su tutto ciò che era possibile, smontavano la rabbia e creavano ponti».
La visione della vita pubblica vissuta come amore per il prossimo trova riscontro nella vita privata. Sposò nel 1946 Assunta Di Egidio, che gli è stata vicino fino al 2014, quando è scomparsa. Quattro i figli: Magda, Gabriella, Chiara e Giuseppe, docente universitario morto prematuramente nel dicembre 2017. Il ricordo del padre e marito è tracciato da Gabriella: «Era un padre piuttosto esigente, prima di tutto con se stesso, e allo stesso tempo affettuoso e premuroso con la mamma e con noi. Quando ero bambina e per più di vent’anni, papà era impegnato al parlamento e tornava da Roma nel fine settimana, ma mia madre riusciva in qualche modo a renderlo presente e preparava il suo ritorno con grande dedizione. È impossibile parlare di lui senza ricordare Assunta: il loro rapporto, nelle varie stagioni della vita, ha messo radici profonde e, nel tempo, è divenuto sempre più delicato e tenero. Nel 1985 Assunta e Tommaso hanno aderito alla chiamata di Chiara Lubich a trasferirsi a Grottaferrata per collaborare più strettamente con lei a servizio della comunità dei Focolari. In quegli anni siamo stati più vicini nelle vacanze estive o nelle feste natalizie, ma il loro stesso essere è rimasto per me sempre un punto di riferimento. Nel 2010, a 89 anni, sono rientrati a Teramo e abbiamo avuto il dono impegnativo ma arricchente di accompagnarli quando a poco a poco tutto è venuto meno e papà è passato dalla fermezza nel prendere decisioni personali e per la collettività al distacco da ogni ruolo fino al remissivo abbandono nelle mani di altri, dalla fervida attività intellettuale al mancato ricordo della sua stessa vita, fino alla difficoltà di esprimere quanto aveva nel cuore o nella mente, anche se sempre vigile era l’attenzione verso chi aveva accanto. Alla fine è rimasto solo l’essenziale, la luce che ha illuminato tutta la sua esistenza, punto di riferimento per me e per tanti, tantissimi che l’hanno conosciuto e amato».

SERVIZIO FOTOGRAFICO A CURA DI ENZO PARENZA

Foto Enzo Parenza

Foto Enzo Parenza

Invito Convegno Sorgi

Locandina Tommaso Sorgi




Città Nuova al nostro fianco

Punti di vista n. 37

Le priorità di azione del Movimento in Italia per il prossimo anno, in sinergia con il Gruppo editoriale

In questi mesi, con tante persone che fanno parte del Movimento dei Focolari stiamo operando un lavoro di discernimento per individuare le priorità del nostro impegno. Si tratta di continuare ad allargare i nostri orizzonti e diventare sempre più capaci di incidere negli ambienti in cui viviamo perché il lievito del Vangelo, a cui facciamo riferimento, fermenti la massa a livello sociale, ecclesiale, civile, economico, culturale…

Fanno parte delle priorità individuate una particolare attenzione alle nuove generazioni, un rinnovato impegno nell’annuncio dell’ideale dell’unità, il bisogno di una formazione umana integrale, spirituale e culturale, per rispondere opportunamente preparati alle tante problematiche da cui siamo quotidianamente sollecitati.

Quali strumenti possono aiutarci in quest’impegno articolato e complesso? Tanti, sicuramente, ma fra questi il Gruppo editoriale Città Nuova, che con le sue riviste e i suoi libri opera da decenni al fianco delle nostre comunità, occupa senz’altro un posto privilegiato.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia




Nella mia città disastrata

Alcuni anni fa, in seguito al comissariamento della mia città, avevo costituito con altri professionisti cattolici e laici, provenienti dal mondo associativo, un laboratorio nalizzato a individuare, per risollevarne le sorti, nuovi percorsi sociali, politici e culturali.

Sono stati anni non facili, sia per la reale situazione cittadina, sia per difficoltà sorte fra i componenti del gruppo. Da qualche tempo però ho intravisto in me e negli altri potenzialità che, messe al servizio del bene comune, potrebbero contribuire ad avviare un cambiamento nella mia città disastrata: a partire da me, se la amo così come Gesù ha amato la sua terra e la sua gente.

Questa nuova certezza, rafforzata dal fatto che diverse associazioni si sono accordate per elaborare dei progetti comuni – cosa mai avvenuta prima nella storia cittadina –, mi ha dato la spinta ad accettare l’incarico di coordinatrice, nonostante gli impegni di lavoro, di famiglia e il senso di inadeguatezza.

Da: Il Vangelo del giorno – N.11 Novembre 2018 – Città Nuova Editrice 




Città Nuova Fest a Teramo

Aria di festa e di grande attesa fra i numerosi partecipanti al Città Nuova Fest, dai neonati di quattro mesi agli ultra settantenni,  che sabato 10 novembre hanno invaso l’aula magna del Convitto di Teramo e le aule limitrofe. Lo spirito forte che ispira il lavoro costante e al passo coi tempi di Città Nuova ha preso forma puntando l’attenzione verso le emozioni da cui oggi il vivere dell’uomo e delle relazioni è mosso più che mai.
 
Pur facendo un’analisi della situazione di crisi in cui viviamo, lo psicologo Ezio Aceti, con la sua caratteristica veemenza e passione, ha indicato nella stessa crisi la possibilità di crescita  e nelle emozioni energie da sfruttare per alimentare solide relazioni. Tanti gli spunti per approfondire la conoscenza dei nostri bambini e poterli così amare veramente. Uno sguardo ampio sulla società civile e religiosa, non sono mancate riflessioni sulle relazioni interpersonali della coppia e tra genitori e figli.
 
Una per tutte: “l’amore è sempre possibile”. Questa affermazione  ha sicuramente infuso in ciascuno una sensazione positiva di benessere ed una spinta ad approfondire il cammino intrapreso o comunque a ricominciare con fiducia. 
 
Una persona che ha collaborato per la realizzazione dei due laboratori dedicati ai bambini con Sara Fornaro, caporedattrice del giornalino BIG, e ai ragazzi con Mauro Di Girolamo, attore di Spazio 3, così ci scrive:
 
“È stata un’occasione per entrare con i ragazzi (circa 60) dentro le emozioni. Con i più  piccoli abbiamo “avvicinato ” la paura accartocciandola nel vero senso della parola e gettandola nell’omino mangiapaura; poi abbiamo guardato in faccia la rabbia chiamandola per nome e maltrattandola con una delle nostre scarpe gettate nella scatola delle cose che ci fanno arrabbiare… I più grandi hanno lavorato sulla gelosia proponendo una drammatizzazione con la quale si è cercato di imparare ad andare oltre. Un’occasione per comprendere insieme come siamo persone che vivono delle emozioni e occorre conoscerle per gestirle.”
La serata si è conclusa con la rappresentazione dei ragazzi offerta a tutti i presenti. 
Notevole l’interesse verso l’approfondimento di Città Nuova e riviste ad essa collegate come Big (Bambini in Gamba), Teens (la rivista fatta dai ragazzi e per i ragazzi), nell’ottica di continuare a dialogare.

All’uscita, diverse persone hanno voluto prendere una copia della rivista CN, di BIG ,Teens, lasciare un contatto per continuare il dialogo intrapreso.. Una serata diversa e molto positiva!

Gabriella Ceritano




L’Italia e il resto del mondo

Punti di vista n. 36

Le scorse settimane ci hanno visto convergere al Centro internazionale del Movimento dei Focolari insieme a persone del Movimento che ricoprono vari compiti di responsabilità in diverse parti del mondo, dall’Europa all’Africa e al Medio Oriente.

Prima di noi lo stesso tipo di appuntamento aveva portato a Castel Gandolfo gruppi provenienti dall’America del Nord e del Sud, dall’Oceania, dall’Asia.

Al di là dei tanti argomenti, tutti molto appassionanti, sui quali ci siamo confrontati, rimane uno sguardo allargato sul mondo che, da una parte, ridimensiona quelle che possono apparire le criticità del nostro Paese (se solo pensiamo alle guerre in corso o alle povertà estreme…); dall’altra rafforza il contributo specifico che, come italiani, possiamo dare.

Sì, perché, nonostante tutto, la nostra creatività, la capacità di accogliere, di essere flessibili, sono caratteristiche che possiamo mettere a disposizione di altri popoli, da cui a nostra volta possiamo tanto imparare. Insomma, è come in una grande famiglia, dove ciascuno ha bisogno dell’altro.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

Fonte: Rivista Città Nuova n. 11 / Novembre 2018 pag. 49




Focolari, al servizio del Paese

Oltre 150 persone di varie età, da tutte le regioni d’Italia, delle diverse vocazioni in cui si esprime l’appartenenza al Movimento dei Focolari, impegnate in tanti ambiti e con varie responsabilità, nello scenario del Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il 27 e 28 ottobre hanno dato vita ad una sorta di laboratorio per l’Italia.

Quali le priorità per un Movimento che vuole essere al servizio del Paese? In che maniera l’organizzazione territoriale può favorire l’interazione fra le diverse comunità presenti nelle regioni? Cosa non deve mancare e cosa è bene non fare? Come potenziare le reti nazionali già esistenti e svilupparne di nuove?

Due giorni di lavoro intenso, gioioso, vissute col metodo del discernimento e della partecipazione, in clima di fiducia, condivisione, apertura, responsabilità. Locale e globale si intrecciavano, dall’Italia si “viaggiava” nel resto d’Europa e degli altri continenti, e sempre più, dalla conoscenza di percorsi attivi in altre zone geografiche, i partecipanti acquistavano un respiro mondiale, arrivando a sentirsi davvero parte di un’unica grande famiglia.

In questo scenario, in cui si riesce a vivere gli uni per gli altri a tutti i livelli, cresceva il coraggio di affrontare le difficoltà, le sfide, di andare incontro alle novità, si metteva in moto la creatività, veniva in rilievo il richiamo ad essere radicati nel carisma dell’unità per poterne fare dono alla società nei suoi vari ambiti.  

Fra le priorità emerse nella due giorni l’attenzione alle nuove generazioni, con l’obiettivo di lavorare sempre più insieme in un rapporto intergenerazionale che non può non essere fecondo per i più giovani e per gli adulti; l’impegno a livello sociale, col desiderio di partecipare, fare massa critica, esporsi, incidere; e ancora puntare ad una formazione umana integrale, spirituale e culturale, per rispondere opportunamente preparati alle tante problematiche da cui siamo quotidianamente sollecitati.

Una progettualità chiara, concreta, condivisa e che ogni partecipante riporterà nelle proprie comunità di appartenenza, con la coscienza di avere tra le mani, seppur in “vasi di creta”, un tesoro, il carisma dell’unità di cui il nostro Paese e il mondo intero hanno tanto bisogno.

Foto di Enzo Parenza




“Buone Pratiche” di formazione dei laici nella Chiesa italiana

*Dalla Relazione a cura di Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca e Presidente della Commissione episcopale per il laicato;  Prof.ssa Paola dal Toso, Segretaria della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali (Seminario di Studi che si è è tenuto nel Settembre del 2018 presso il Dicastero Laici, Famiglia, Vita ed a cui hanno partecipato i Presidenti delle Commissioni Episcopali per il Laicato di tutto il mondo ed anche alcuni Laici laddove ci sono Consulte o Uffici Pastorali per il Laicato. Per l’Italia ha partecipato Mons. Angiuli e Paola dal Toso Segretaria CNAL).

In sintonia con i pronunciamenti della Chiesa universale (1), i documenti della Chiesa italiana [2] sottolineano che la formazione dei fedeli laici ha come obiettivo fondamentale la scoperta sempre più chiara della propria vocazione e la disponibilità sempre più grande a viverla nel compimento della propria missione. La formazione dovrà caratterizzarsi in senso personale, integrale e permanente. Nello scoprire e nel vivere la propria vocazione e missione, i fedeli laici devono essere formati a quell’unità di cui è segnato il loro stesso essere di membri della Chiesa e di cittadini della società umana.

Entro questa sintesi di vita si situano i molteplici e coordinati aspetti della formazione integrale dei fedeli laici; spirituale, dottrinale, pastorale. Non c’è dubbio che la formazione spirituale debba occupare un posto privilegiato nella vita di ciascuno. Sempre più urgente si rivela oggi la formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di «rendere ragione della speranza» che è in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi problemi.

Nel contesto della formazione integrale e unitaria dei fedeli laici, è particolarmente significativa per la loro azione missionaria e apostolica la personale crescita nei valori umani. Ai fini d’una pastorale veramente incisiva ed efficace è da svilupparsi, anche mettendo in atto opportuni corsi o scuole apposite, la formazione dei formatori. Formare coloro che, a loro volta, dovranno essere impegnati nella formazione dei fedeli laici costituisce un’esigenza primaria per assicurare la formazione generale e capillare di tutti i fedeli laici.

Nell’opera formativa alcune convinzioni si rivelano particolarmente necessarie e feconde. La convinzione, anzitutto, che non si dà formazione vera ed efficace se ciascuno non si assume e non sviluppa da se stesso la responsabilità della formazione: questa, infatti, si configura essenzialmente come «auto-formazione». La convinzione, inoltre, che ognuno è il termine e insieme il principio della formazione. Più si è formati, più si sente l’esigenza di proseguire e approfondire la formazione e più ci si rende capaci di formare gli altri.

Non è stato semplice raccogliere e sintetizzare tutte le iniziative messe in atto da parte della Chiesa presente in Italia per la formazione dei laici, le svariate iniziative promosse dalle realtà locali sia a livello parrocchiale sia dalle aggregazioni laicali. Questo contributo cerca di individuare e illustrare le “buone pratiche”, le iniziative e i progetti promossi ed organizzati inerenti alla promozione e formazione continua dei fedeli laici. Non avanza alcuna pretesa di esaustività e di completezza soprattutto in riferimento alle 68 aggregazioni laicali riconosciute dalla Chiesa Italiana, che per lo più organizzano momenti e percorsi formativi per i propri associati, talora anche aperti ad altri partecipanti, ma in generale non sono fatti conoscere. Pertanto, l’attività formativa diffusa su tutto il territorio nazionale, è senz’altro molto più ampia di quella sintetizzata.

Facendo seguito alla richiesta di codesto Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, diamo conto delle “buone pratiche” messe in atto dalla Chiesa italiana in questi anni postconciliari suddividendole in tre gruppi: a)“Buone Pratiche” degli Uffici nazionali della Conferenza episcopale italiana; b)“Buone Pratiche” delle Diocesi; c)“Buone Pratiche” delle Aggregazioni laicali.

[1]Cfr. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, Esortazione apostolica post-sinodale, 30 dicembre 1988.
[2]Cfr. Commissione episcopale per l’apostolato dei laici, Criteri di ecclesialità dei gruppi, movimenti  associazioni, Nota pastorale 1981; Commissione Episcopale per la Cooperazione tra le Chiese I laici nella missione ad gentes e nella cooperazione tra i popoli, Nota Pastorale 1990; Commissione episcopale per il laicato, Le aggregazioni laicali nella Chiesa, Nota pastorale 1993; Commissione episcopale per il laicato, Fare di Cristo il cuore del mondo, Nota pastorale 2005.

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III. Movimento dei Focolari

Il Movimento Focolari di Italia pone particolare attenzione a “formare i formatori” a vari livelli e in vari ambiti, essenziale per rispondere ai bisogni di formazione umana, cristiana e spirituale dei membri del Movimento e delle persone con cui è condiviso il cammino nelle varie comunità cristiane locali e nei vari territori. Questo avviene puntando a formare laici che poi a loro volta si attivino nel locale per riproporre percorsi specifici di iniziazione cristiana, di formazione permanente, di dialogo inteso nel senso più ampio, teso cioè alla condivisione fattiva dei valori cristiani e umani più profondi per il raggiungimento del bene comune nei vari settori dell’agire umano.

Centro Evangelii Gaudium (CEG), inaugurato l’11 novembre 2016 e sorto dalla sinergia con l’Istituto Universitario Sophia e con le espressioni di impegno ecclesiale del Movimento dei Focolari, ancorato allo stile sinodale che la Chiesa oggi è chiamata a fare proprio, nel solco tracciato dal magistero del Concilio Vaticano II, intende dare slancio e contenuto alla conversione pastorale cui Papa Francesco con decisione richiama. Si propone come laboratorio permanente di formazione, studio e ricerca nell’ambito dell’ecclesiologia, della teologia pastorale e della missione, della teologia spirituale e della teologia dei carismi nella vita di una Chiesa chiamata allo slancio missionario. Alla luce degli impulsi spirituali provenienti dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, e delle esperienze suscitati dal carisma dell’unità, si propone come luogo del pensare in dialogo e in presa diretta con le sfide pastorali a servizio di una Chiesa in uscita.

Corso per Operatori Pastorali (residenziale di 7 giorni + altri 3 giorni in autunno), rivolto ad operatori pastorali (sacerdoti e laici) operanti nelle Diocesi/Parrocchie italiane.

Anche per le famiglie l’obiettivo primario è quello della formazione specifica di coppie e famiglie che siano a loro volta attivatrici e formatrici nei vari ambiti legati alla vita e della spiritualità familiare. Il Movimento Famiglie Nuove promuove da decenni corsi di formazione per fidanzati, giovani coppie, coppie più mature, corsi di formazione alla genitorialità, corsi per l’affido e l’adozione, avvalendosi di Comitati scientifici, di uno staff qualificato e di materiali di formazione articolati e vari. A Loppiano ha sede la Scuola di formazione permanente Loreto, dove si alternano famiglie di varie nazionalità; è riconosciuta dal Pontificio Consiglio e da varie convenzioni a carattere regionale e nazionali. Recentemente si è data particolare attenzione all’approfondimento delle questioni morali ed etiche della spiritualità familiare, così come agli approfondimenti legati all’esortazione apostolica Amoris Laetitia.

Percorsi di Luce è un corso specifico per coppie in difficoltà e/o separate con l’intervento di sacerdoti ed esperti di varie discipline, di coppie mature e preparate.

Percorsi di formazione ad ampio spettro prevedono seminari, corsi residenziali, incontri formativi tematici, studi universitari, pubblicazioni varie, per i laici impegnati nei diversi ambiti disciplinari e professionali, e che vanno dal dialogo e approfondimento a livello accademico, all’impegno degli operatori di svariati settori dell’agire umano e sociale. L’obiettivo comune consiste nel cercare di illuminare le scienze e l’agire con i valori cristiani, nello stile del dialogo aperto ai contributi e alle collaborazioni con persone di differenti culture, ma desiderose di lavorare e agire per i valori fondamentali dell’umanità. Tra questi, ad esempio: Medicina Dialogo e Comunione (promuove formazione per accademici ed operatori del mondo della salute), EDU – Educazione e Unità (raccoglie un gruppo internazionale di studiosi e operatori del mondo dell’educazione. In Italia la rete degli educatori ha posto quest’anno il suo focus sull’Educazione alla Pace ed è stato varato un progetto per la formazione continua per gli insegnanti di ogni ordine e grado “We Care Education” in collaborazione con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica) e l’Istituto Universitario Sophia), EcoOne (rete internazionale di operatori in campo ambientale e naturalistico. Sono promosse scuole di formazione per insegnanti, bambini e ragazzi, per l’approfondimento delle tematiche legate alla Laudato Si’), Sportmeet (rete mondiale di sportivi e operatori dello sport), NetOne (rete internazionale di accademici e operatori del mondo dei media e della comunicazione, che opera da anni per la formazione di quanti insegnano o lavorano a vario titolo in questo vasto settore). Percorsi formativi simili sono da anni avviati e portati avanti anche nel mondo del Diritto, dell’Arte, dell’Architettura, della Sociologia.

Il Movimento Politico per l’Unità (MPPU) è un laboratorio internazionale di lavoro politico comune, tra politici eletti ai vari livelli istituzionali o militanti in partiti diversi, diplomatici, funzionari pubblici, studiosi di scienze politiche, cittadini attivi, giovani che si interessano alla vita politica della propria città ed alle grandi questioni mondiali, e a quanti desiderano esercitare il proprio diritto-dovere di contribuire al bene comune. In Italia ha sedi in quasi tutte le regioni e promuove scuole di partecipazione politica per giovani in varie città italiane, anche in collaborazione con le comunità cristiane locali o altri enti e associazioni.

Il Progetto di Economia di Comunione promuove corsi di formazione specifici per imprenditori, per giovani imprenditori, Scuole di Economia Civile (SEC), percorsi di riflessione culturale (tesi di laurea, articoli, monografie, convegni accademici, convegni per operatori dell’ambito economico) per accompagnare l’esperienza concreta e la dimensione vitale, dando luogo ad una reciprocità tra teoria e prassi che costituisce uno degli aspetti più tipici dell’Economia di Comunione.

Una sottolineatura particolare è quella che riguarda i percorsi messi in atto per la formazione degli educatori/formatori che si occupano delle nuove generazioni.

Edu x Edu è un progetto di formazione continua: in collaborazione con la Congregazione per le Scuole cattoliche, la LUMSA e l’Istituto Universitario Sophia, il contributo di esperti e di un comitato scientifico internazionale composto da pedagogisti, educatori, psicologi, sociologi, esperti di vari ambiti, con corsi residenziali, congressi internazionali, collegamento tramite una piattaforma per l’e-learning, approfondimenti, aggiornamenti e scambio di buone prassi, si propone di formare educatori, catechisti, formatori, animatori, genitori che si prendono cura della crescita integrale umana e cristiana di bambini, ragazzi, adolescenti, giovani, sia che essa avvenga nelle parrocchie e diocesi, sia in ambiti formativi propri del Movimento dei Focolari.

Up2me è un progetto formativo di educazione all’affettività per pre-adolescenti e adolescenti. Si affiancano corsi e scuole di formazione specifiche per genitori e per animatoriche sostengono le attività formative e gli approfondimenti con i più giovani. Con l’apporto di esperti di varie discipline, si sono strutturati format di grande coinvolgimento e spessore umano/cristiano. Sono stati prodotti materiali di vario formato che si stanno rivelando molto efficaci. Da qualche mese è allo studio un percorso di educazione all’affettività anche per bambini, con percorsi paralleli per genitori ed educatori di questa fascia di età.

La Commissione centrale per la Tutela dei minori sostiene la nascita di Commissioni simili a livello nazionale e regionale per la formazione dei membri interni che si dedicano alle nuove generazioni. Queste Commissioni hanno promosso in questi ultimi anni, percorsi formativi richiesti da diocesi, scuole cattoliche, parrocchie ecc. e anche pubblicazioni e/o consulenze sul tema specifico.

Il gruppo editoriale Città Nuova del Movimento dei Focolari si occupa della produzione di materiali e strumenti (riviste, libri, eventi, ecc.) per la formazione dei laici e non solo, in vari ambiti, proponendo una lettura delle realtà umane ed ecclesiali alla luce del Vangelo, del Magistero e della spiritualità dell’unità.

A fine 2018 nascerà la rivista “Ekklesia – sentieri di dialogo e comunione” che vuole essere uno strumento specifico di formazione per quanti operano in modo più diretto in ambito ecclesiale.

Documento completo:

http://www.laityfamilylife.va/content/dam/laityfamilylife/Pdf/Italia%20Report.pdf




Ekklesía: sentieri di comunione e dialogo




Scelte nuove e coraggiose

Punti di vista n. 35

Succede a volte nella vita personale, di una comunità, di una aggregazione che il mutamento di situazioni esterne sia il motore principale di un processo di un cambiamento. Ad esempio la riduzione del numero di persone che si dedicano ad un progetto può indurre a far ripensare il progetto stesso.

Nelle cose di Dio, però, spesso le cause esterne sono appunto esterne, cioè solo quei segnali visibili che riconducono ad un piano più grande – sicuramente meno evidente – e a motivazioni più profonde. In questo percorso sono tante le dinamiche che bisogna attivare.

Senz’altro saper leggere i segni, mettersi in ascolto delle persone che con noi condividono il progetto, capire che un punto di debolezza può diventare un punto di forza, non cristallizzarsi su modalità consolidate ma individuarne di nuove, cercare risposte a domande prima inespresse, interrogarsi sulle priorità, operare quel discernimento comunitario che tanto consiglia papa Francesco.

E, infine, non avere paura di operare scelte nuove e coraggiose. Insieme.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

Fonte: Rivista Città Nuova n. 10 / Ottobre 2018 pag. 49




Mariapoli a Prati di Tivo 2018

“ Ma è già finita?” È il commento generale delle circa 300 persone che hanno partecipato alla Mariapoli che si è svolta nella località di Prati di Tivo, in Provincia di Teramo, dal 17 al 19 agosto.

Un clima di famiglia ha accolto nella splendida cornice del Gran Sasso le persone di alcune comunità del Movimento dei Focolari dell’Abruzzo. Nato come un semplice week end per stare insieme tra i membri di queste comunità locali, si è trasformato, strada facendo, in una vera e propria “Città di Maria” che ha accolto cittadini e famiglie di altre regioni.

Il programma dal titolo “ Week-End in cordata: ci lega l’Amore” ha visto alternarsi momenti in profondità con momenti di gioco e passeggiate, occasioni, queste, per costruire rapporti, conoscersi e aiutarsi.

Davvero i partecipanti si sono sentiti legati in cordata dove ognuno ha avuto la possibilità di raggiungere la “propria” meta, anche aiutati da uno splendido sole che ha brillato nei momenti opportuni, nonostante le previsioni non proprio favorevoli. 

Arrivati dalla mattina del venerdì un po’ alla spicciolata, i primi mariapoliti hanno avuto modo di trascorrere il tempo in dialogo. Aiutati dal breve video di Chiara Lubich su: “La legge della Mariapoli”, le persone hanno condiviso la forte esperienza fatta nella loro prima Mariapoli, evento che ha cambiato la loro vita.

La prima serata si è svolta all’insegna dei più bei momenti di famiglia, arricchita da momenti di spettacolo per piccoli e grandi.

Il momento di meditazione proposto sabato mattina ha dato il “la” alla giornata. Il filmato proposto, tratto da una trasmissione televisiva, ha fatto rivivere, in sintesi, tutte le realtà dell’Opera di Maria a dieci anni dalla morte di Chiara.

Silvia e Peppino ci hanno poi introdotti nel mondo dell’educazione e della possibilità di un percorso formativo intrapreso in combinata con genitori e figli che sta dando frutti di grazia bellissimi. Subito dopo, via libera ai quattro itinerari escursionistici “in cordata” tra scalate e semplici passeggiate su per i sentieri del Gran Sasso.

Dopo un breve riposo, nel pomeriggio è stato dato vita ai “giochi in famiglia” allestiti dal gruppo di Sportmeet. In alternativa ai giochi, i momenti del “Caffè Culturale”, curati dall’equipe di Città Nuova, sono risultati interessanti momenti di approfondimento dove sono emerse esperienze veramente interessanti sulle realtà le più disparate della quotidianità.

A Tarda sera, il gruppo musicale degli EIS ha proposto uno stralcio dello spettacolo sulla vita di “Pietrino Di Natale” ragazzo del Movimento Diocesano di Ornano, in provincia di Teramo, di cui è appena avviato il processo di beatificazione.

La domenica mattina, dopo l’ascolto di una conversazione di Chiara su “Maria” tenuta a Castel Gandolfo, e alcuni stralci della visita del Papa Francesco a Loppiano dello scorso marzo 2018, alcuni mariapoliti hanno donato la loro esperienza in un clima di ascolto profondo.

Marisel ci ha fatti entrare tutti nel “salotto di casa sua” comunicandoci le radici del suo “sì” totalitario a Dio nella strada del Focolare.

Orsola, sposata e madre di due bimbe, ha raccontato la sua delicata esperienza di salute e di come questa sofferenza abbia fortificato il loro rapporto di coppia.

Amedeo ci ha aperto i cancelli del carcere di Castrogno, a Teramo, dove, insieme ad una piccola equipe, si reca settimanalmente a dialogare con i detenuti su argomenti che scaturiscono dalla lettura di articoli di Città Nuova. Un’esperienza, questa, che ha coinvolto anche studenti delle scuole superiori.

Il week end è stato allietato da un folto gruppo musicale costituito dai ragazzi/e che, via via, si è arricchito della presenza di giovani e adulti: è stata una delle perle della Mariapoli che ha conquistato tutta la sala.

La celebrazione eucaristica ha rappresentato il momento culmine di ogni giornata; la presenza di Don Pietro è stata particolarmente preziosa e ci ha aiutato, con il suo stile diretto e coinvolgente, a cogliere le grazie di ogni momento.

Ci sembra che questi giorni siano il frutto di un lavoro comunitario dove ognuno ha messo al suo posto il proprio tassello.

 




Una via alternativa

Punti di vista n. 34

Di fronte al crollo del ponte di Genova, insieme allo sgomento, alla partecipazione al dolore per le vittime, i feriti e i loro familiari, ci siamo posti domande che, nella maggior parte dei casi, ancora oggi non hanno trovato risposta. Fra queste il quesito sul perché non sia stata realizzata un’alternativa al ponte Morandi (semplicistico dire che qualcuno era contrario).

È evidente, infatti, che in una Genova stretta fra il mare e i monti, in una striscia di terra fondamentale anche per il resto d’Italia che da lì si collega all’Europa, affidarsi a un’unica soluzione prima o poi non sarebbe stato sufficiente.

Quanto accaduto ci porta a riflettere sulla vigilanza, che in senso evangelico può essere intesa anche come capacità di non lasciarsi sorprendere dai fatti, ma di prevenirli, non perché si abbia una sfera magica, quanto perché si è attenti ai segni dei tempi e si vuole arrivare pronti. La via alternativa che non è stata costruita a Genova ci insegna a progettare per tempo risposte multiple ai problemi di tenuta delle strade della vita che tutti i giorni percorriamo.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

Fonte: Rivista Città Nuova n. 9 / Settembre 2018 pag. 49




Una rete di reti

Punti di vista n. 33

L’Italia, una rete di reti. Ci viene da pensare così il nostro Paese, guardandolo con gli occhi di chi, pur cosciente dei tanti problemi, conosce anche le numerose risorse. Pur in presenza di una società liquida, come il sociologo Bauman ha definito la nostra, ci rendiamo conto infatti che tanti sono gli intrecci che danno solidità alle nostre relazioni, alle città, all’Italia tutta.

Sono reti di persone che da Ventimiglia a Pozzallo lavorano coi migranti; reti di insegnanti, genitori, educatori che da Trento a Napoli sono impegnati in campo educativo; laici che da Teramo a Ischia collaborano con religiosi in ambito ecclesiale; giovani e meno giovani che da Iglesias ad Assisi promuovono una cultura di pace che passa anche dal disarmo; ragazzi che da Padova a Bari credono nella possibilità di diventare la prima generazione “fame zero”, secondo uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite.

Reti che, intrecciate in Italia, hanno come orizzonte i continenti più vicini – Europa e Africa – e anche gli altri più lontani.

 

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

Fonte: Rivista Città Nuova n. 8 / Agosto 2018 pag. 49




Economia, parliamone in famiglia

Lo scorso 17 maggio il professore ed economista Luigino Bruni è intervenuto nell’ultimo incontro formativo organizzato da “Famiglie Nuove” e promosso dal Comune di Pescara Assessorato alle Politiche Sociali, a favore delle famiglie e non solo.

Il convegno dal titolo “Economia, parliamone in famiglia” ha chiuso un ciclo di incontri iniziato ad ottobre che ha visto alternarsi esperti di dinamiche familiari e relazionali.

Accolto nella bella sala dell’Auditorium L.Petruzzi a Pescara “Museo delle Genti d’Abruzzo”, il Prof. Bruni ha dato spunti entusiasmanti e concreti per affrontare le problematiche del lavoro così come prepararsi sin da bambini, come un gioco, al mondo del lavoro.

Il tema svolto “a braccio” ha creato un clima caldo, non solo per il tempo e partecipativo tra gli oltre 120 presenti tra famiglie, imprenditori, professori, etc..

Il dialogo è iniziato dal nucleo familiare come entità che racchiude una ricchezza di beni relazionali, e luogo della “reciprocità”: non sono solo gli adulti che insegnano ai giovani ma anche viceversa, si pensi alla raccolta differenziata o al digitale, campi nei quali i giovani sono più formati ed esperti degli adulti.

La famiglia è anche il luogo dove si dovrebbe imparare a redistribuire il lavoro legato alla “cura della persona” e capire che “la cura” è un valore per l’intera società. Purtroppo, oggi c’è ancora differenza tra uomini e donne in questo campo e tutto il lavoro della cura grava sulla donna comportando degli squilibri all’interno delle famiglie ma anche della società. Bruni ha suggerito come ognuno dovrebbe aver il “tempo” per offrire qualche ora gratuita del proprio lavoro per la cura degli altri, ciò richiede però un’organizzazione del lavoro più consapevole ed equa.

È stata poi posta l’attenzione sul lavoro come elemento fondamentale nella vita della persona soprattutto per i giovani. Attraverso il lavoro infatti si insegna che ci sono delle regole da rispettare, che c’è un superiore al quale obbedire, e che il lavoro va fatto bene “sempre e comunque” anche quando è duro, faticoso e poco remunerativo. Tutto questo si impara già in famiglia, dall’esempio degli adulti ma anche quando sin da bambini si hanno compiti da svolgere senza sistemi incentivanti, ossia imparando a svolgere quel lavoro “bene e basta!” Questo insegna ai giovani ad essere liberiperché imparano a fare il proprio “dovere” a prescindere da chi li osserva o da quanto vengano remunerati.

Il lavoro è anche il mezzo con il quale ci facciamo conoscere, normalmente nel lavoro ognuno mette la parte migliore di sé e tutti, se potessero scegliere, preferirebbero lavorare anche rispetto al poter “stare a casa” percependo comunque un compenso.

Infine, il prof. Bruni ha evidenziato che nel lavoro c’è una componente fondamentale che è il dono. Il dono insieme a ciò che è previsto da un contratto compongono il lavoro, o meglio dove termina il contratto inizia il dono, i due elementi sono imprescindibili ed entrambi essenziali. Il dono è ciò che non si vede (è l’anima del lavoratore), non si riconosce e le aziende invece ne hanno un estremo bisogno ma non possono comprarlo perché non può essere racchiuso in un contratto. A ciò è legato il discorso della riconoscenza: se il dono fosse visto e riconosciuto, qualsiasi manager o datore di lavoro sarebbe riconoscente al lavoratore quindi più vulnerabile, e soprattutto si creerebbe necessariamente un legame tra lavoratore e datore di lavoro. Questo è uno degli elementi costitutivi dell’EDC (economia di comunione). Ciò crea disagio ma invece è il presupposto per creare dentro le famiglie prima e nei luoghi di lavoro poi, degli ambienti accoglienti e generativi di frutti.

La riuscita del convegno è evidente, almeno 10 i quesiti posti dai partecipanti a cui Bruni con precisione è riuscito a dar riscontro fornendo ulteriori spunti anche sul tema Europa in cui i presupposti del dialogo, della concordia civile, della stima come cittadini, aprono la possibilità di governare bene, anche discutendo.

Mirella Sansiviero

(Referente AIPEC Abruzzo/Molise)

Ascolta l’audio del Convegno




Estate giovani 2018: proposte del Movimento dei Focolari in Italia

http://www.focolaritalia.it/2018/06/17/summer-campus-2018-limpegno-dei-giovani-nelle-periferie-ditalia/

http://www.focolaritalia.it/events/summer-campus-2018-roma-e-torino/

http://www.focolaritalia.it/events/go_miti-creativi-ancona-25-30-giugno/

 

Ripudio della guerra. Un laboratorio a Camaldoli

 

Da Loppiano città dei giovani . . . in cammino verso Roma

 




Genfest Italia: la scelta dei giovani di andare oltre se stessi . . .

GENFEST ITALIA (LOPPIANO – FI) –
“LA SCELTA DEI GIOVANI DI ANDARE OLTRE SE STESSI, DI SUPERARE TUTTI I CONFINI”.

È la scenografia di una città che vola a chiudere il Genfest Italia, la grande festa che ha raccolto a Loppiano 3.700 giovani. Sì,una città composta nella coreografia finale sulle parole del testo di Chiara Lubich “Una città non basta”: “Con Dio, una città è troppo poco. Egli è colui che ha fatto le stelle, che guida i destini dei secoli e con Lui si può mirare più lontano, alla patria di tutti, al mondo. Alla fine della vita facciamo in modo di non doverci pentire di aver amato troppo poco”. Il 1° maggio è stato la festa per tutti coloro che lavorano per il bene comune, nelle periferie delle città e del mondo, per andare incontro agli ultimi, per aiutare i più deboli, per integrare gli emarginati.

Vedi articolo apparso su Città Nuova

Servizio su TGR Toscana

 




Le radici

Punti di vista n. 26

«Lo vedi quel basilico così rigoglioso, in un barattolo di acqua? È lì da due mesi, da quando l’ho ricevuto insieme a tanta altra buona roba con un pacco postale». Non crederemmo ai nostri occhi se non fosse che quel pacco, a casa di una nostra comune amica, l’avevamo visto proprio arrivare.

Come mai quel mazzo continua ad emettere foglie, senza neanche essere stato trapiantato in un vaso di terra, senza aver ricevuto nessuna particolare cura? Il fatto è che, posto in un ambiente ben illuminato dalla luce del giorno, ha messo radici e da quelle trae linfa per donare le foglie che aveva e farne nascere sempre di nuove.

Il naturale processo di decadimento di un rametto reciso dalla pianta si è invertito principalmente grazie all’acqua e alla luce solare e il “sistema basilico” ha aumentato il grado di ordine producendo nuove foglie e radici.

È interessante notare che la vita si attiva in un luogo aperto a un continuo scambio di materia ed energia con l’esterno. Una stimolante lezione dalla natura da considerare per i nostri stessi ambiti personali e sociali.

 

Rosalba Poli e Andrea Goller

Fonte: Rivista Città Nuova n. 1 / Gennaio 2018 pag. 41




Fuori dai giochi

Punti di vista n. 25

Ad uscire al primo turno o a qualificarci a fatica al secondo turno siamo pure abituati, è successo non di rado con la nostra nazionale di calcio. Un’Italia fuori dal Mondiale però non ce l’aspettavamo: non succedeva dal 1958 e per tanti di noi è la prima volta.

Tanti gli spunti che questa “lezione” ci offre. «Lo sport insegna a vincere e perdere insieme, il mister ha le colpe che abbiamo noi tutti che abbiamo fatto parte di questo gruppo», ha commentato Gigi Buffon, il portierone che si è visto sfumare il suo sesto Mondiale.

Chissà poi che questa sconfitta, emblema di un’Italia che fatica non solo nel pallone, non stimoli una nuova ripartenza?

Un ultimo pensiero: ci mancheranno le notti magiche, quelle occasioni di aggregazione sociale che costituiscono le partite della nazionale. Potrebbe essere un’occasione per “uscire” dall’Italia e fare il tifo per qualche altro Paese, magari quello dei nostri vicini di casa che non hanno la nostra stessa nazionalità? Fuori dai giochi, sì; fuori dal mondo, no!

Rosalba Poli e Andrea Goller

Fonte: Rivista Città Nuova n. 12 / Dicembre 2017 pag. 41




La famiglia cantiere per l’umanità

Al via il 15 ottobre a Pescara la prima tappa del laboratorio di formazione mensile dedicato alle coppie “La famiglia è…”: un’iniziativa dell’Associazione Famiglie nuove di Abruzzo e Molise. Presenti un centinaio di persone che si sono interrogate sul valore del perdono nella coppia con i coniugi Rita e Rino Ventriglia, rispettivamente sessuologa e psicoterapeuta.

Una serie di incontri sulla coppia per scoprire i vari aspetti che compongono la vita a due: empatia, perdono, famiglia d’origine, genitorialità, tenerezza e sessualità, dipendenze, spiritualità, gioco e tempo libero e economia. E’ “La famiglia è…”: il laboratorio di formazione mensile promosso da Associazione Famiglie nuove, diramazione del Movimento dei focolari, di Abruzzo e Molise. Al primo appuntamento svoltosi a Pescara il 15 ottobre un centinaio di partecipanti sono stati guidati alla scoperta di questa risorsa tanto umana quanto riflesso del divino da un’altra coppia, Rita e Rino Ventriglia, rispettivamente sessuologa e psicoterapeuta. Attualmente, inoltre, coniugi Ventriglia sono i componenti di un’equipe di esperti in dinamiche di coppia che sta portando avanti un corso nella cittadella del Movimento dei focolari a Loppiano, denominato “Percorsi di Luce”, rivolto alle coppie in crisi e desiderose di rimettersi in gioco.

Ma qual è l’obiettivo generale  dell’intero progetto “Famiglia è”, ideato a tappe e che si svolgerà tra Pescara, San Salvo e Roseto degli Abruzzi? Promuove la fratellanza universale e la modalità l’hanno spiegata Lorenzo e Sonia Cocchiaro nell’introdurre i lavori al pomeriggio del 15 ottobre: «Il progetto è nato da un gruppo di famiglie che vivono, nell’ottica di un percorso comune, esperienze di condivisione. Inoltre, riteniamo che per vivere un rapporto di coppia più consapevole e libero sia importante conoscere ed esplorare le dinamiche in cui esso si articola». 

Il pomeriggio del 15 coppie sposate da 2 ai 40 anni hanno vissuto anzitutto un’esperienza di conoscenza e condivisione. Sono gli stessi Ventriglia che hanno raccontato la loro esperienza di famiglia che ha conosciuto il termine “crisi”: «Partiamo  dunque dal sentire dal di dentro le ferite che le coppie vivono. Nel tempo abbiamo compreso che non ci si può avvicinare senza farsi del male, perché siamo diversi. Ciò accade in ogni rapporto, tra amici, genitori e figli e naturalmente tra coppie. Per tale ragione il perdono perdono diventa un crocevia al quale arriviamo».

Le riflessioni che ne seguono vanno dal conoscere il perdono da un punto di vista lessicale ed etimologico all’analizzare quali atteggiamenti possono facilitarlo, le condizioni necessarie perché esso  possa avviare il suo corso fino alla comprensione che un momento di crisi, attraverso il perdono, può trasformarsi in un’occasione di crescita. Il perdono, inoltre, che si configura comunque come un processo che coinvolge la persona  in modo completo a livello emotivo, di pensiero e comportamentale è al tempo stesso lo strumento con cui mettiamo un riflettore su ciò che ci ha fatto soffrire  per passare dal “tu” all’”io”.

Ma il perdono, infine, ha una valenza anche verso l’umanità. Lo hanno confermato i Ventriglia: «Il perdono – dicono – è una dimensione a più braccia: braccia che accolgono e raccolgono».  Ed è così che nell’esercitazione, prima singolarmente e poi a due, si è verificato il vissuto della coppia stessa. In un clima di dialogo alcuni dei presenti hanno comunicano le proprie riflessioni: il contributo alla strada intrapresa insieme per rendere il rapporto a due nella coppia sempre più vero nella vita di ogni giorno.

Mariagrazia Baroni

Segui le prossime date e location. Vai al sito www.famiglienuove.wordpress.com




Giornata mondiale dei poveri: le proposte in Abruzzo e Molise

Papa Francesco lo scorso giugno ha lanciato il messaggio “Non amiamo a parole ma con i fatti” con cui ha istituito per domenica 19 novembre la GIORNATA MONDIALE DEI POVERI perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi. Desidero che le comunità cristiane – continua il Papanella settimana precedente la Giornata Mondiale dei Poveri si impegnino a creare tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto. In questa domenica, se nel nostro quartiere abitano dei poveri che cercano protezione e aiuto, avviciniamoci a loro, sarà un momento propizio per incontrare Dio che cerchiamo”.

I Responsabili nazionali del Movimento dei Focolari, dei volontari dell’Italia e di Umanità Nuova per essere risposta concreta fanno alcune proposte:

  • ogni gruppo, comunità, parrocchia ecc … può impegnarsi a trovare sul suo territorio una famiglia, una persona anziana sola o in difficoltà, un profugo in cerca di aiuto,.. da “sostenere” o meglio da “amare” nelle forme e nei modi che ritiene più idonei;
  • condividere cibo, contribuire a creare una rete in collaborazione con la Caritas, altre Associazioni e supermercati che hanno cibo in avanzo;
  • utilizzare ogni strumento (ad. esempio l’App FAG8 =fagotto), per condividere ogni bene e necessità che possa essere utile.

Come comunità di Pescara, ci siamo interrogati su come attivare nuove iniziative o sviluppare quelle che già realizziamo da tempo: un confronto vivo e rigenerante tra tanti che ha mostrato una maturità nuova verso i “poveri” e le “periferie”.

Nell’aderire alla proposta del Papa e del Movimento in Italia abbiamo ritenuto importante:

  • far tesoro delle molteplici attività che la comunità di Pescara già realizza, come gruppi o singoli;
  • che le nuove iniziative presentino, preferibilmente, il carattere di continuità nel tempo, che non si fermino cioè alla settimana dal 13 al 19 novembre, misurando bene le forze che servono;
  • realizzare iniziative fatte assieme ad altre associazioni o movimenti.

Entro domenica 5 novembre possiamo comunicare le attività programmate compilando la scheda contenuta nel form CLICCA QUI PER DESCRIVERE L’INIZIATIVA

Appena raccolte le varie iniziative, nei giorni immediatamente seguenti, le proporremo a tutta la comunità e a quanti nelle nostre città vorranno aderire.

VEDI QUI TUTTE LE INIZIATIVE 

 




L’Italia, l’Europa e il resto del mondo

Punti di vista n. 23

Normalmente, quando si mettono a confronto il nostro Paese, l’Europa e il resto del mondo, il tratto che emerge con più facilità è quello della pesantezza. Non a caso il nostro è definito il “vecchio continente”.

Certo, l’età media dei suoi abitanti, a confronto con le ben più giovani popolazioni dell’Africa, dell’Asia, dell’Oceania, dell’America (soprattutto del Sud), non depone a favore di una vitalità spiccata, caratteristica più tipica di chi non è in età avanzata.

Ma il nostro continente, allora, è inesorabilmente destinato al declino? Ha ancora qualcosa da dare al resto del mondo? La sua cultura, certamente; le sue istituzioni, certamente; la sua storia, certamente. Tutto qui? Tanto passato, poco futuro?

Crediamo di no, forti di un presente le cui potenzialità basta andare ad esplorare. In questi ultimi anni abbiamo incontrato persone dell’Est e dell’Ovest, del Nord e del Sud che con noi condividono il sogno di un’Europa e di un mondo unito perché fraterno. Tanti stanno lavorando perché ciò sia possibile. E anche visibile. La vitalità non è solo un fatto anagrafico.

Rosalba Poli e Andrea Goller

Fonte: Rivista Città Nuova n. 10 / Ottobre 2017 pag. 41