Un vero Natale

Venerdì sera, antivigilia della Festa di Natale, mi telefona una donna dicendomi che non si trova nessun sacerdote per benedire la salma di una giovane, mamma di quattro figli, prima che fosse trasportata in Irlanda.

Penso subito che il mio posto deve essere proprio lì, col dolore di quei bambini e del marito!

Mi affido al Signore, so che io sono solo un suo strumento.

Al cimitero trovo i quattro figli, dagli 8 ai 16 anni in un gran pianto, circondati dai compagni di classe e tanti loro genitori.

La bara è aperta, la mamma è proprio bella. Secondo la loro tradizione i figli vi avevano deposto i loro doni. Il papà sovrasta tutti con la sua corporatura e cerca di non piangere.

Passo a salutarli ad uno ad uno, li chiamo per nome, poi piano piano invito tutti a stringersi in cerchio attorno alla mamma e racconto come mai sono presente io, assieme anche ad un fraticello (di lingua tedesca) che qualche giorno prima era stato chiamato per portarle Gesù Eucarestia.

Dico che non siamo lì solo per dare un saluto alla mamma, ma per incominciare un nuovo modo di rapportarci con lei. Ricordo loro le parole che Gesù ha detto agli apostoli quando ancora giovane conclude la sua vita: “Non sia turbato il vostro cuore… vado a preparavi un posto… voglio che siate anche voi dove sono io”.

Continuo a dire: “Se Gesù è con la mamma ed è anche con noi – come ora che ci amiamo a vicenda – allora noi siamo in comunione anche con la mamma”.

Intanto è sceso il silenzio, c’è una grande attenzione, nessuno più piange: ci diamo la mano fra di noi ed insieme preghiamo il Padre nostro.

Don PG 




Conferenze e simposio su Piero Pasolini

Loppiano – Sophia

13 gennaio 2017 – 21 maggio 2017
Ciclo di incontri e simposio “Dal Big Bang al Big Mystery”  8 incontri dalle 20.00 alle 21.30, a partire dal 13 gennaio fino 21 maggio 2017.

conferenze e simposio Obiettivo degli incontri è esplorare il mistero dell’esistenza umana nel quadro del paradigma dell’evoluzione moderna, dalla prospettiva del rapporto tra scienza e fede. Ci chiederemo da dove viene l’essere umano, dove va, chi siamo. Il percorso prenderà avvio con uno sguardo generale sui grandi interrogativi che l’umanità si pone alla ricerca del significato dell’esistenza, fin dal Paleolitico, per mettere a fuoco il contributo specifico della cultura greca classica, della civiltà ebraica e dell’esperienza cristiana. Di seguito, cercheremo di comprendere lo sviluppo di tale ricerca nel quadro delle teorie dell’evoluzione, offrendo alcune chiavi interpretative delle principali narrazioni sulla creazione del cosmo, dal Big Bang a quello che possiamo definire il “Big Mystery”. Il percorso si concluderà con una riflessione sulla vita della chiesa e sul suo significato, fino a presentare il suo “profilo mariano” nel contesto dell’evoluzione umana, mentre la chiesa stessa viaggia verso “cieli nuovi e terre nuove”.

Vedi volantino: Conferenze e simposio Piero Pasolini




Al primo posto tutto l’amore possibile

Sento il desiderio di offrire la mia testimonianza alle persone che hanno un malato di alzheimer e non sanno cosa fare.

Dopo la morte del papà tutti dicevano che mia mamma aveva l’alzheimer: non riconosceva più neanche me, sua figlia.

Dapprima c’è stata la disperazione. Essendo iscritta all’associazione familiari alzheimer vedevo molti casi simili al mio, persone agitate come la mia mamma.

Poi mi sono affidata al Signore e con l’aiuto della badante che vive con noi abbiamo cominciato a portarla tutti i giorni alla Messa; le facevo sempre fare la Comunione.

Pian piano ha cominciato a riprendersi, poi a ricordare le preghiere della Messa, a riconoscermi.  La sua coscienza si è completamente svegliata, ed ora è lei che aiuta me. Credo sia stato il Signore ad ispirarmi nell’affidarmi a Lui.

Certo ora i medici affermano che non era alzheimer, perché questa malattia non torna indietro, ma forse una semplice demenza temporanea. Tuttavia, anche il medico ha ammesso che in questa guarigione v’è qualcosa di imponderabile. Personalmente metto al primo posto il tanto amore dato ed anche l’affidarsi all’Eucaristia.




Anche oggi voglio fidarmi e dire il mio sì

Dopo che ci siamo sposati in Chiesa davanti a Dio con il fermo proposito di fare una bella famiglia ed abbiamo deciso insieme di accogliere i figli che Lui avrebbe voluto inviarci (ne sono nati tre: sani, intelligenti e volenterosi) ora in casa qualcosa non funziona più.

Mio marito afferma che non che sente più d’amarmi. Io stessa m’accorgo di non valere più nulla davanti ai suoi occhi. Sono mesi di lacrime e preghiere senza fine. Mi chiedo: che cosa ho sbagliato? Che cosa non ho fatto ed invece dovevo fare?

Fino ad ora ho trovato solo questa risposta: offrire a Dio la mia situazione, sapendo che Lui solo sa il perché. Da parte mia voglio continuare ad amare in casa il più possibile, voglio dare senza misura. Se il Signore permette questa prova, voglio fidarmi e dire anche oggi il mio sì.




Sono anni che continuiamo a chiedere per nostro figlio

Sono già trascorsi undici anni da quando mio marito ed io, aiutati dalle parole e dall’esempio di una coppia di amici, abbiamo iniziato ad interrogarci sulla fede. Prima di quel periodo solo battesimo, Comunione e Cresima per tradizione e nulla più. Infatti, le nostre famiglie d’origine, belle, unite e con profondi principi di onestà, non hanno alcuna formazione religiosa. Così, quando abbiamo pensato al matrimonio, ci è sembrato coerente sposarci in comune e non battezzare nostro figlio.

Poi, appunto undici anni or sono, quando sono nate tante domande, abbiamo chiesto un dialogo con un sacerdote e si sono riaperte pian piano le porte della Chiesa che pensavamo chiuse per noi.

La certezza dell’amore di Dio per ogni persona, anche per noi, è stata una scoperta gioiosissima che illuminato la nostra esistenza personale, i rapporti in famiglia e con i parenti; poi il lavoro e tutto quanto vivevamo. La nostra vita si è trasformata.

Ci siamo scelti una seconda volta, ciascuno vedendo nell’altro un dono di Dio. Al matrimonio in Chiesa erano presenti tutti i nostri cari, genitori e fratelli, in verità un poco stupiti per le nostre nuove convinzioni ma anche per i nostri nuovi atteggiamenti.

Abbiamo un unico desiderio: che anche nostro figlio scopra di essere “figlio di Dio” e amato da Lui e Lo incontri nella fede. Lo incoraggiamo con rispetto, ma non possiamo nulla di più. Ogni tanto dice che questo nostro amore non è solo umano e ci ringrazia; ma tutto si ferma qui. Da anni, quotidianamente, chiediamo per lui a Gesù il dono della fede. Chiediamo senza stancarci.

Ed è appena da qualche mese che abbiamo saputo che sta frequentando – lui dice ‘per curiosità’ – un incontro di dialogo sul Vangelo e che ritorna a casa affascinato. Noi continuiamo a credere all’Amore di Dio per nostro figlio e a chiedere per lui la fede, il dono più grande della vita.




Un atto d’amore in più

Mi adopero in ogni modo per facilitare i rapporti fra le persone che abitano il mio stesso popoloso quartiere. Qualche telefonata, una sosta presso una persona sola e malata, far circolare le notizie più positive che riesco a trovare. In questo impegno ho potuto coinvolgere qualche altra amica e cresce, a parer mio, un clima di stima e fiducia.

Tutto tranquillo, fino a quando una mia amica apostrofata aspramente da un condomino che afferma di sentirsi infastidito dalle persone non residenti che vede circolare nel palazzo dove abita.

Quando apprendo la cosa mi sento ferita nel mio impegno, mi sembra che non valga la pena occuparsi degli altri. Poi, riprendo serenità convinta che anche qui c’è l’amore di Dio all’opera. Mi ricordo del Vangelo che afferma che anche l’oro (cioè il bene) “deve essere purificato nel crogiolo sette volte” per liberarlo dalle scorie.

Accetto questa situazione come un’occasione opportuna per purificare il mio cuore. Adesso mi sento pronta ad incontrare la persona che è rimasta infastidita e tutto si risolve nel migliore del modi.

Il Signore voleva un atto d’amore in più.




Adesso amo di più i miei alunni

Sono una giovane mamma e sono un’insegnante; il mio temperamento resta riservato, schivo. Credente sì, ma con una fede individuale fino ad un anno fa quando c’è stato l’incontro con la Parrocchia che mi ha sorpreso per l’aria di famiglia che si vive e per la sua capacità di dialogo con tutti. Una domenica alla Messa si parla dello Spirito Santo come di “un maestro interiore”. Sono attratta da quelle parole, inizio ad avvertire in me la sua presenza. Poi ho imparato ad ascoltarlo sempre più spesso anche nelle difficoltà, ed ho trovato sicurezza e gioia.

A scuola è difficile per noi insegnanti dare una valutazione che sia pienamente rispettosa del lavoro fatto dagli alunni come pure della loro persona in crescita.

A volte avviene che qualche collega, che si ritiene più pratico del mestiere, spinga anche noi a orientarci a confermare la valutazione che lui ha scelto.

Se in passato mi lasciavo un poco guidare, ora non è più così. Ho il mio “Consigliere”, lo posso ascoltare sempre in fondo all’anima. Mi aiuta a resistere alle pressioni esterne ed a dare con libertà la mia valutazione, staccata pure dalle critiche degli altri.

Con queste scelte avverto di amare di più Gesù nei miei alunni.




Dopo aver fatto la nostra parte

Sono mesi che in fabbrica non arriva un ordine. Il titolare, rassegnato, licenzia le operaie. Restiamo in cinque con incarichi promozionali e ci stringiamo in un piccolo locale per risparmiare anche sull’affitto del capannone. Fra le licenziate c’è una donna prossima alla pensione: le mancano solo tre anni, in questo momento di crisi impossibile per lei trovare lavoro.  

Non mi sento tranquilla a non fare niente. Chiamo le colleghe e propongo: “Se ciascuna di noi rinuncia ad un decimo dello stipendio ed il titolare versa i contributi, almeno un part time può essere dato alla nostra amica. E’ una porta aperta per mantenere la famiglia e camminare verso la pensione”.

Trovo il consento di tutti ed i sindacati avvallano la nostra decisione. Ci sentiamo sereni, contenti. Adesso anche Dio farà la sua parte, ne sono certa.




50 anni del Gen Verde

Chi l’avrebbe mai detto, quel 23 dicembre 1966, che quel gruppetto di ragazze lanciate da Chiara Lubich nell’avventura di cantare con la vita e con la musica l’ideale dell’unità avrebbe fatto tanta strada?

E invece eccoci qui, piene di meraviglia e gratitudine, prossime a un traguardo piuttosto raro per un complesso.

Quante avventure, quante persone, quante storie, quante gioie e dolori da togliere il fiato, quanto lavoro e fatica, quante imprese impossibili e sospensioni e miracoli, quanto amore dato e ricevuto, quanti doni ci hanno accompagnato in tutti questi anni. Quanta vita!

Come raccontarla e condividerla con voi? Quest’anno vorremmo festeggiarla con diverse novità a cui stiamo già lavorando e di cui vi aggiorneremo via via. E vorremmo anche sfogliare insieme qualche pagina dell’album della nostra storia.

Cominciamo con un video che per flash ci fa ripercorrere i sentieri del mondo in cui ci siamo trovate a portare i nostri spettacoli.
Dai tempi delle coraggiose pioniere che in pullmini stracarichi di tutta l’attrezzatura raggiungevano i punti più lontani fino ad oggi.

Sono cambiati linguaggi e stili, perché amiamo il tempo in cui viviamo e camminiamo al suo passo, ma l’ideale e l’anima sono sempre gli stessi.

Dal sito del Gen Verde: www.genverde.it

 




Corso Mediatore Interculturale

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Per maggiori informazioni: Centro-mediterraneo-giorgio-la-pira




A Niscemi un ecumenismo che accoglie

Niscemi, culla del dialogo e dell’ecumenismo. L’esperienza di comunione e di fratellanza tra membri delle diverse confessioni cristiane è, nella cittadina, un’esperienza consolidata, frutto di un cammino comune che si è arricchito, negli anni, nella comunione e nel dialogo fraterno, ma soprattutto nell’impegno operoso nella città e nella volontà di donarsi insieme per i fratelli e soprattutto per gli ultimi.

Un’esperienza molto forte è quella nata nel 2011, tra la comunità del Movimento dei Focolari, in seno alla parrocchia Sacro Cuore di Gesù e la chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.

«Nel 2014 – racconta Giovanni Lionti, del Movimento dei Focolari – è stato avviato un progetto comune di solidarietà denominato “Insieme accogliamo”. Esso ha realizzato la mensa solidale per i più poveri della città. La sede a disposizione è un vasto ambiente all’ultimo piano di un edificio di proprietà della Chiesa Avventista, in passato fucina di varie attività sociali.

La radice di tutto sono stati i momenti di preghiera ecumenica comunitaria, tra le due chiese, da cui è scaturita la carità operosa verso tutti. Ed essa, vissuta con coerenza, ci ha resi e ci rende liberi di essere segno e portatori di una mentalità nuova nei nostri ambienti».

insieme-accogliamoIl Progetto consiste in una mensa solidale aperta ai più poveri della città, compresi gli immigrati, senza distinzione di razza, cultura, lingua e religione. L’iniziativa è cresciuta sempre di più. All’inizio, si era pensato di realizzarla una volta al mese, per circa 20 persone. Ma l’anno successivo, il 2015, siamo giunti fino a due volte al mese, per 40 persone.

Nel 2016, grazie al sostegno del parroco, don Giuseppe Cafà, gli appuntamenti sono diventati settimanali, con circa 50 fratelli ospiti, ai quali tutti i giovedì viene preparato un pranzo o una cena, stabiliti in modo alternato.

Questi fratelli, oltre a un pasto caldo, consistente in primo, secondo, contorno, pane, frutta, bibite e dolce, ricevono anche, accoglienza, ascolto, e amore fraterno. Naturalmente, la cosa più bella è il messaggio che passa, attraverso i nostri volontari la cui accoglienza e servizio dimostra nei fatti, che, nonostante le diversità, le differenze culturali e religiose, si riesce ugualmente a stare bene insieme e soprattutto a fare “del bene” insieme

Dal mese di marzo di quest’anno si sono uniti altri volontari provenienti da gruppi e movimenti presenti in parrocchia, quali Cammino Neocatecumenale, Rinnovamento nello Spirito, Gruppo Famiglie, Associazione Sacro Cuore di Gesù, Scout e gruppi Giovanili. In tutto, nel tempo, siamo arrivati a 60 volontari cattolici, 20 dei quali sono giovani e 15 fratelli della chiesa avventista. I giovani, svolgono un servizio di baby-sitter intrattenendo con giochi vari i bambini più piccoli delle famiglie che si accostano alla mensa e si aiutano nella mensa per apparecchiare, sparecchiare, eccetera. L’obiettivo, ancora più ambizioso, che vorremmo ora raggiungere è di garantire alla mensa solidale, una frequenza giornaliera.  

Il segreto di questo successo ci sembra sia il rapporto fraterno creatosi, con i fratelli della Chiesa Avventista fin dall’origine dei nostri contatti, grazie anche al pastore Gioacchino Caruso, che ha conosciuto personalmente Chiara Lubich. Tra noi e loro si è stabilito un bellissimo rapporto di amicizia e fraternità. Nel 2011 ci si incontrava una sola volta l’anno, in occasione della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani; oggi, nel 2016, ci incontriamo circa sei volte al mese, pregando ed operando insieme. La prima, ogni primo lunedì del mese, per la meditazione della Parola di Vita proposta dal Movimento dei Focolari nel salone della parrocchia Sacro Cuore di Gesù, dedicato alla Beata Chiara Luce Badano; la seconda volta il terzo lunedì del mese per lo studio Biblico di approfondimenti, tenuto dal Pastore Caruso presso la chiesa Avventista; oltre a questi due appuntamenti abbiamo poi quattro incontri insieme per curare il progetto della mensa solidale.

Per sostenere l’attività non abbiamo convenzioni particolari se non le libere offerte in denaro che giungono da ogni parte della città sia da credenti che non, soprattutto in particolari occasioni come la rinomata sagra del carciofo. Si sperimenta la provvidenza quando vanno ad esaurirsi i fondi.

Morena Barone della Chiesa Avventista dice: «Da questa esperienza sia la Comunità avventista che quella Cattolica hanno ricevuto grandi benefici: la crescita nella diversità e il mettere insieme quello che ci accomuna, cioè l’amore per Dio e per il prossimo. Lavorare insieme ai fratelli cattolici ci ha arricchito spiritualmente, credo che da entrambi le parti abbiamo imparato il rispetto l’uno per la diversità dell’altro, che le barriere si possono spezzare e che possiamo fare tanto insieme. Abbiamo imparato che il nostro prossimo non è soltanto colui che possiamo servire, ma anche colui con il quale possiamo collaborare per “servire”, perché il nostro prossimo è chiunque appartenga a Dio. Noi ci sentiamo ogni volta “Uno in Cristo” poiché in Cristo “Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina”. (Galati 3,28)».

Melina Morana

Vedi anche:Progetto insieme accogliamo




“Reinventare la pace”: i nostri auguri

Di fronte ai venti di guerra che continuano a minacciare l’umanità ci sentiamo interpellati in prima persona a promuovere quella pace che ai più sembra impossibile raggiungere.

«Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune».

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Così papa Francesco conclude il suo messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2017 il cui tema è “La nonviolenza: stile di una politica per la pace”.

 

Riproponiamo per l’occasione un editoriale di Chiara Lubich pubblicato sul n° 24/2003 di Città Nuova, il cui titolo,

No alla sconfitta della pace

vuole essere al contempo un impegno e un augurio ai nostri lettori per il Natale ormai prossimo e per il nuovo anno che è alle porte.

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La primavera del nostro sito

Nuova piattaforma digitale per Città Nuova. Da computer, tablet e smartphone. Cultura e informazione sotto il segno del dialogo, della condivisione, dell’attenzione a tutto quanto muove la società verso il bene, il bello, il buono.

città nuova Eccoci! Dalla notte tra il 20 e il 21 dicembre, ora più ora meno, paradossalmente in contemporanea con l’arrivo dell’inverno, arriva la primavera del sito dell’intero Gruppo editoriale Città Nuova. Mettiamo infatti online la nuova versione della nostra piattaforma digitale.

Un anno dopo il cambio sulla carta – mensile e non più quindicinale, ma con più pagine, contributi digitali esclusivi e dossier su gravi temi d’attualità, e una nuova, apprezzatissima grafica –, ecco che il gruppo editoriale Città Nuova presenta il suo nuovo spazio digitale, con il quale si potrà accedere a notizie e approfondimenti da computer, tablet e cellulare. Cioè ovunque e in qualsiasi momento. Città Nuova a casa, per strada, nell’autobus… E poi il servizio abbonamenti e vendite di libri e riviste è tutto nuovo e più efficace.

Con lo slogan “cultura e informazione”, compiamo così un indubbio passo in avanti, realizzato grazie al progetto grafico di Humus Design e al supporto di ingegneria digitale della società Seed. L’apparizione della nuova piattaforma completa la proposta informativa e formativa del Gruppo. Il nuovo sito si affianca ai libri e alle riviste del Gruppo (Città Nuova, Nuova Umanità, Sophia, Unità e Carismi, Gen’s, Big, Teens, Il Vangelo del giorno). Lo stile è quello conosciuto e apprezzato (speriamo) dai nostri lettori: informato, partecipato, sereno, dialogante, professionale, familiare, per un sito rinnovato nella struttura e nell’estetica, che vorrebbe rispondere alle richieste dei palati più esigenti.

L’abbiamo organizzato in sei aree: Fatti: politica, economia, lavoro, diritti, sociale, solidarietà, educazione, cultura e scienza, oltre alle Storie (racconti, esperienze, vita vera); Idee: con Pensieri d’autore (gli articoli delle firme di Città Nuova), Focus (i dossier tematici, le raccolte di articoli), Due punti (lo stesso tema trattato da differenti punti di vista), Studi (gli approfondimenti); Nella città: cittadinanza attiva, famiglia, educazione, ambiente e La Rosa dei venti (cioè le pagine regionali); Io, Dio e l’altro: spiritualità, Chiesa, religioni, Focolari; Nona ora: tempo libero, sport, cinema, spettacolo, teatro, letteratura, arte, comunicazione; Mondo: i Paesi (il punto di vista locale dai nostri inviati nel mondo) e gli Scenari globali

In più abbiamo, anche questi in parte già rinnovati, i blog degli autori, le loro voci. L’offerta verrà poi ampliata con le opzioni social, su Facebook e Twitter in particolare, con un lavoro di diffusione ad hoc.

Sulla carta e sul web continueremo la nostra sessantennale avventura, cercando di dare spazio ai temi che più ci sembrano confacenti alla nostra fonte ispiratrice, al “carisma dell’unità” di Chiara Lubich, declinato in un’attualità sempre più inquietante, ma anche ricca di nuove speranze. Ecco allora l’impegno giornalistico e culturale nel campo delle migrazioni che generano solidarietà e paura; della povertà che colpisce ormai un terzo dell’Italia; della pace che continuiamo a cercare pur nel mezzo di una Terza guerra mondiale; della famiglia che pare scossa da attacchi sempre più forti ma che vive e vivrà ed è il primo luogo dove si apprende e sperimenta l’inclusione e l’accoglienza reciproca; della donna (e dell’uomo) che cercano una convivenza più equilibrata e reciprocamente valorizzante; della crisi non solo economica ma anche culturale che attanaglia la nostra società; della molteplice e multiforme dimensione spirituale dell’esistenza umana… Il tutto con l’intero nostro patrimonio, ma anche con nuove rubriche, nuove proposte, nuove firme, con molte più possibilità di essere attivi e interattivi.

Il sito come vedete è nuovo, e quindi vi chiediamo la pazienza di sopportare errori e incompletezze che via via verranno corretti. Lo riempiremo e lo miglioreremo col vostro aiuto nei prossimi mesi (segnalazioni a segr.redazione@cittanuova.it), aggiungendo anche nuove firme e rubriche, sempre in modo coordinato con le riviste cartacee, in primis Città Nuova, e con il settore libri. Contiamo, naturalmente, sulla vostra partecipazione attiva, con commenti, lettere, articoli, foto.

Sì, perché senza di voi, lettori, non saremmo noi. Buona lettura da tutta la redazione!

Michele Zanzucchi

Dal sito Città Nuova cultura e informazione




Corso di formazione per insegnanti

In collaborazione con la rivista Confronti e con l’associazione Carta di Roma, l’AMU propone un corso di formazione interculturale e di dialogo interreligioso rivolto ad educatori e docenti.
L’obiettivo del corso è quello di fornire conoscenze interculturali e strumenti didattici per il nuovo panorama interculturale della scuola italiana. È una delle iniziative promosse nell’ambito del percorso educativo “Basta Conoscersi”.
Il corso, che si svolgerà a Roma il 10 e 11 febbraio 2017 in via Firenze 38 (a 750 metri dalla stazione Termini), prevede una prima parte teorica ed interattiva ed una seconda parte di formazione sul campo.
Per le iscrizioni è necessario compilare l’apposito modulo e versare la quota d’iscrizione entro il 15 gennaio 2017.
AMU è un ente accreditato MIUR, pertanto sarà possibile utilizzare il bonus per la formazione degli insegnanti.

Per maggiori informazioni e iscrizioni:

corso-di-formazione-per-insegnanti

locandina-corso-2017

programma-e-opzioni-2017

modulo-iscrizione-corso-2017

 




Due sorelline

 Agli inizi di novembre ci viene chiesto di accogliere una bambina di 14 mesi. Dopo aver accertato che anche i nostri gli erano contenti ed essere stati convocati dall’assistente sociale, la sera stessa portiamo Veronica a casa. È una vera festa!

Questa bambina ruba i cuori. Da anni non si sentiva da noi il pianto di un bimbo, da anni non si preparava il biberon. Poco dopo veniamo a sapere che Veronica ha una sorellina più grande, di sei anni; data la sua età, non è stata scelta per l’adozione e rischia di rimanere sempre in istituto.

Approfittando del periodo natalizio, chiediamo al giudice di ospitare anche lei. Immaginate la gioia in famiglia quando, alla vigilia di Natale, arriva questa bambina a renderlo il più bello della nostra vita.

Le due sorelline sono inseparabili e per questo saranno adottate insieme: il giudice ha preso questa decisione dopo aver costatato come si trovano bene da noi dopo tre mesi di affidamento.

F. C.- Italia

Fonte: Il Vangelo del giorno, Città Nuova, Dicembre 2016, p.140




Bigliettini d’auguri

Frequento Ingegneria, un ambiente dove è fortissima la selezione. Ognuno pensa per sé e i rapporti che si costruiscono sono fatti solo di argomenti di studio. Forse le amicizie più belle sono con gli studenti stranieri, i meno inseriti.

Tra pochi giorni è Natale; ultime ore di lezione. Un’idea: corro a prendere dei bigliettini d’auguri. Poi li nascondo in mezzo ai quaderni di tutti i compagni di corso.

Durante la lezione uno per volta si girano, mi sorridono. Uno di loro: «Alberto, è il regalo più bello, perché non me lo sarei mai aspettato».

Alberto – Italia

Fonte: Il Vangelo del giorno, Città Nuova, Dicembre 2016, p.124




L’atmosfera della festa

Giornata difficile. In casa ci sono l’albero e il presepe, ma è sparito il senso di gioia che avevamo. Forse è stata colpa mia oppure di nostro figlio… Fatto sta che il disagio è cresciuto, facendoci dire cose che non volevamo.

Poi in mente una frase di Gesù: «Tutto quello che avrete fatto a uno dei più piccoli, l’avete fatto a me». Finito di lavare i piatti, preparo un frullato per mio figlio; più tardi cerco una pomata di cui ha bisogno mio marito.

Forse Natale è anche amore che costa, fatto di piccolissime cose. Così l’atmosfera della festa è tornata.

L. R. – Italia

Fonte: Il Vangelo del giorno, Città Nuova, Dicembre 2016, p.114




Progetto RImPRESA a favore delle imprese colpite dal sisma

 

Le forti scosse di terremoto che si sono verificate a partire dal 24 agosto 2016 nelle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo hanno causato, oltre al crollo delle case e alla perdita di vite, anche il crollo delle piccole attività produttive, commerciali e turistiche presenti sul territorio.

Diverse aziende hanno perso i locali dove svolgere la loro attività o i macchinari necessari o le materie prime; molte merci sono rimaste stoccate nei magazzini senza poter arrivare alla loro destinazione finale, con gravi perdite di clientela. In diverse situazioni, i lavoratori delle aziende danneggiate non hanno potuto riprendere il lavoro per gli spostamenti forzati, delle famiglie o delle stesse aziende, che la situazione ha richiesto.

Il progetto RImPRESA vuole offrire un sostegno alla ripresa di queste piccole attività, dal punto di vista commerciale e logistico, ma anche relazionale e di prossimità.

Si lavorerà con le aziende dei territori lungo la via Salaria, nell’area tra Amatrice ed Ascoli Piceno, nella Val Nerina e in Abruzzo: zone rurali, con una economia basata prevalentemente sull’agricoltura e sull’allevamento ovino e bovino, la cui clientela era costituita dalla popolazione stessa e dai flussi turistici estivi e dei fine settimana. Per questo, al momento è necessario creare anche un bacino di utenza e di consumo fuori dalle aree colpite dal terremoto, affinché le aziende non siano costrette alla chiusura.

Il progetto si compone di due azioni complementari:

Fornire alle aziende materie prime, macchinari e piccole infrastrutture provvisorie; laddove possibile, rafforzare tra le aziende pratiche e processi virtuosi ispirati ai principi etici dell’economia civile favorendo il gemellaggio con altre imprese sul territorio nazionale;
Promuovere l’acquisto di prodotti dalle aziende colpite e la ripresa del turismo locale, nello spirito dell’economia di comunione che lega strettamente l’aspetto commerciale con quello umano, sociale, di relazione.
RImPRESA promuove l’avvio di 4 Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) costituiti da famiglie, singoli, comunità: uno ai Castelli Romani, due a Roma (zone Montesacro e Garbatella), uno ad Ascoli Piceno.
I soci dei GAS potranno effettuare gli ordini attraverso un’apposita piattaforma informatica, incontrare e conoscere i produttori in appositi eventi o visite guidate alle attività. In questo modo gli acquirenti non saranno solo consumatori, ma cittadini solidali che contribuiranno efficacemente alla RIPRESA sul lungo periodo, garantendo acquisti continuativi.

Avendo come orizzonte lo sviluppo sostenibile delle aziende e del territorio, RImPRESA punta a favorire anche l’aspetto di ergoterapia (terapia del lavoro) e di resilienza delle persone coinvolte.

Depliant Rimpresa

Maggiori informazioni Progetto rimpresa




Mohamed: “Ci sono cose che non puoi vedere con gli occhi . . . “

La famiglia di Mohamed: amore e coraggio (Italia) 

Riportiamo quanto è stato detto al funerale di Mohamed, un giovane di 19 anni della Costa D’Avorio, morto pochi giorni fa di leucemia. Mohamed era arrivato in Italia nel 2015 su un gommone ed era stato accolto da una famiglia di Pescara.

Sono parole scritte da persone che gli sono state vicino: una storia forte e commovente che ha molto unito la comunità musulmana e cristiana. 

Famiglia Di Biase
Famiglia Di Biase – Foto: incentro.gelocal.it

“Questo momento insieme ci sembra un vero miracolo, uno dei tanti a cui abbiamo assistito accanto a Mohamed.
Fratelli Musulmani e Cristiani che pregano insieme, uniti dalla vita di un ragazzo, uno di quei ragazzi che non hanno voce, venuti coi barconi col solo vestito che indossano.

E’ grazie a questo ragazzo venuto dal nulla se oggi tra persone così diverse per religione, cultura e lingua, si può respirare aria di Paradiso.

Ieri ripensavo alla semplicità dalla quale tutto è cominciato, ad uno sguardo il giorno di Natale dell’anno scorso. Ero andato in ospedale a conoscerlo perché malato, e l’ho visto sfinito sul letto d’ospedale col pranzo lì a fianco non consumato che di lì a poco avrebbero portato via. Aveva fame ma non aveva la forza di alzarsi a mangiare.

Troppo spesso il mio lo sguardo si ferma alla testa che pensa: c’è chi provvede, non ho tempo, non so fare queste cose.
Forse perché lo sguardo è rimasto più a lungo, il tempo necessario affinchè arrivasse al cuore, che mi ha fatto vedere Mohamed con uno sguardo diverso, con occhi nuovi, gli occhi di quella sua mamma che in qualche parte del mondo era in pena per lui. Gli ho semplicemente dato da mangiare come avrebbe fatto lei, e così per i giorni successivi.
Come avrebbe fatto lei venivo al suo ritorno da esami dolorosi perché sentisse che qualcuno lo aspettava, o semplicemente compagnia.

Il cuore di una mamma non vede la nazionalità, la religione, l’educazione o cultura. Ama!
Questo sguardo di mamma, molto simile allo sguardo che Dio ha per noi, non ha permesso che questo ragazzo restasse solo o lontano dall’ospedale che poteva curarlo, e lo ha portato a far parte della nostra famiglia. Questo sguardo ha la forza del contagio e dalla nostra famiglia a don Massimo che ci ha sempre sostenuto, è subito arrivato a tutta la nostra comunità.

E tutti noi con meraviglia abbiamo scoperto che chinandoci verso un povero, abbiamo alzato lo sguardo verso il cielo, facendo gesti dal sapore di eternità che hanno portato un pezzetto di Paradiso in noi, nel cuore di Mohamed e di tutta la comunità. E’ questa la ricchezza di un povero.
E così chinandoci verso un malato, immigrato, orfano, analfabeta abbiamo alzato lo sguardo facendo gesti dal sapore di eternità che hanno portato un pezzetto di Paradiso. E’ questa la ricchezza di un malato,orfano,immigrato,analfabeta.

Forse questo pezzetto di Paradiso che Mohamed sentiva intorno a sè ha impedito che lo scoraggiamento, la solitudine, la disperazione della sofferenza prendessero piede nel suo cuore, e lui mantenesse vivi ed amplificasse quel tesoro di valori, fede, umanità, bontà che già aveva. Si perché Mohamed era un ragazzo dalla fede forte, 5 volte al giorno pregava, anche su un lettino del pronto soccorso di Bologna mentre si torceva dal dolore, si è girato in ginocchio verso la Mecca.

Era unito a Dio e sentiva dentro la voce del suo papà nei momenti difficili. Per questo era onestissimo, profondo, buono.

Mohamed sapeva ridonare a piene mani tutto ciò che riceveva, affetto verso i ragazzi diversamente abili, accoglienza coi bambini, aveva richiesto di portare un sorriso ai bambini figli dei detenuti a Rebibbia, se la malattia non glielo avesse impedito. Se gli veniva donato un paio di pantaloni lui ne prendeva un altro dei suoi e lo donava ad un povero.
Aveva parole di sostegno per i suoi amici immigrati e forte della sua fede ha riportato alla preghiera diversi ragazzi cristiani che con lui si confidavano, li invitava a frequentare più assiduamente la messa perché diceva che non si può andare avanti senza parlare con Dio.

Un giorno alla mamma che le confidava la preoccupazione che lui fosse diventato cristiano ha risposto: “No mamma, io vivo in una famiglia cristiana che mi rispetta, mi fa vivere la mia fede musulmana, mi fa mangiare e pregare da musulmano e mi porta in moschea… ho scoperto che i cristiani vivono l’amore al fratello che è scritto anche sul Corano. Attraverso di loro sto riscoprendo la mia vera spiritualità di musulmano.

Scherzoso,umile, semplice, ha affrontato il dolore con grandissima dignità, senza lamentarsi mai.
Mohamed non aveva nulla e per questo prendeva tutto dalle mani di Dio che pregava, amava,sentiva vicno… quel Dio che gli ha dato una famiglia grande come la nostra comunità, quel Dio che lo ha vestito, nutrito,sollevato attraverso questa sua comunità, quel Dio che oggi lo voluto a sé.

Un giorno ha detto a Luca: Io sono sereno perché prendo tutto dalle mani di Dio…se lui vuole che io resti qui, lotterò con tutte le mie forze per vivere, ma se mi vuole con sé, io sono pronto. Che ricchezza un musulmano.

Ieri per la prima volta abbiamo visto e parlato con la sua mamma, e tra le tante cose ci ha detto: Mohamed mi ha detto tutto, mi ha detto che non ha mai dovuto chiedere niente perché ancor prima di chiedere voi capivate di cosa aveva bisogno…voi siete la sua vera famiglia… io gli ho dato la vita naturale, ma voi gli avete dato la vita vera…
Questo è il suo ringraziamento a tutta la nostra comunità”.

https://vimeo.com/channels/1087292/200986631




70 anni a servizio del bene comune

L’invito a festeggiare un compleanno è sempre gradito, e a Marene nel cuneese si festeggiano i settant’anni della Bertola s.r.l. Cromatura Nichelatura Ramatura, azienda fondata nel 1946 da Antonio, papà di Livio Bertola e da due zii. L’azienda è ormai leader nel settore dei trattamenti galvanici e da 70 anni lavora al servizio di importanti industrie specializzate in attrezzature sportive, automobilistiche, motocicli, arredamenti di interni, serramenti per l’edilizia e altro. Tra i suoi clienti annovera importanti aziende quali la Technogym, F.C.A. Chrysler, Ducati, Guzzi, Piaggio.

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Tra gli oltre cinquecento partecipanti in un clima di famiglia, di festa grande e semplice tocca a Livio Bertola e ai figli Caterina, Paolo e Marco attuali titolari dell’azienda, raccontare la storia di questa “avventura” fatta di concretezza e determinazione, di rapporti onesti e trasparenti applicati ai dipendenti. E di scoperte che ogni singolo fa sulla propria pelle e mette a disposizione per migliorare il lavoro e il rapporto con ciascuno di quanti hanno a che fare con la Bertola srl. Ad ascoltare questa bellissima storia c’è il vertice dell’industria piemontese, tanti imprenditori, amministratori comunali, tanti amici di Marene e persone che hanno conosciuto l’azienda e che sono arrivati dai quattro angoli dell’Italia per festeggiare questo compleanno. A tutti Livio spiega cosa ha fatto speciale questa azienda. «Quando all’inizio degli anni novanta sento parlare di Economia di Comunione voglio approfondire e nel 1995 partecipo ad un incontro con persone di diverse convinzioni religiose e dove si parla della spiritualità di comunione». In quell’occasione Livio incontra Chiara Lubich, «La sento parlare ad un gruppo di persone composto da non credenti, agnostici, cristiani. “La cosa più importante nella vita – dice – è amare. Amare tutti, amare per primi, amare mettendosi nei panni dell’altro, ma soprattutto amare senza interessi”».

Tratto dal sito http://www.edc-online.org/it/

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Per fare sistema

Giovedì 1 dicembre l’Accademia Alfonsiana di Roma ha ospitato il primo dei quattro eventi del percorso di formazione all’economia civile e di comunione promosso da AIPEC (Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione), EdiC Spa / Polo Lionello Bonfanti e A.P.S. “Nuove Vie per un Mondo Unito”.

Un percorso, punto di arrivo di molte collaborazioni esistenti tra soggetti di economia civile, ma anche nodo di continuità di un cammino, che è insieme di formazione, dialogo, scambio di idee ed esperienze, che mira a raffinare la qualità delle relazioni e costruire una rete per il “cambiamento sostenibile” dell’economia attraverso progetti realizzati nella città, sul territorio.

Tra i presenti, circa 125 persone provenienti dal mondo dell’impresa, dal mondo accademico, dalle associazioni familiari e di impegno civile e dal mondo dei media, con alcuni rappresentanti di comunità civili e religiose. Varie iniziative frutto di condivisione sono state già avviate, con l’ambizione di creare ponti tra queste realtà da un lato e con le “periferie” dall’altro. Il percorso si inserisce nel panorama di attività della città di Roma come una grande opportunità di crescita insieme, per «far toccare con mano la ricchezza e la bellezza della diversità», dalle parole di Papa Francesco al 6° Festival della Dottrina Sociale della Chiesa: «Essere insieme ci aiuta a vedere l’insieme. […] La vita concreta è possibile perché non è la somma di tante individualità, ma è l’articolazione di tante persone che concorrono al Bene Comune».

Temi di grande attualità sono stati scelti per questi quattro eventi di formazione e consentiranno di approfondire, ogni volta, un aspetto di quello che chiamiamo “Sistema EdC”: insieme di soggetti giuridici, aziendali e associativi che rispondono ciascuno ad una specifica esigenza di cambiamento e che sviluppano crescenti sinergie tra loro e con le persone e le organizzazioni che si muovono nell’economia civile e di comunione.

In questo primo appuntamento il prof. Luigino Bruni, dopo aver ripercorso brevemente l’esperienza iniziale dell’Economia di Comunione, ha dato una lettura economica di due parabole. Attraverso quella del buon samaritano, ha indagato a fondo il concetto di povertà e il metodo di approccio alla stessa, soffermandosi sull’importanza del mercato come possibile alleato. Attraverso quella del Padre misericordioso, si è poi soffermato su altri aspetti dell’uscita dalla povertà, nella direzione dell’autonomia della persona e di una possibile reciprocità nell’aiuto.  

Il prossimo appuntamento del percorso sarà giovedì 23 febbraio e affronterà il tema “Migrazioni, Ricchezza, Povertà. Insieme per un’economia inclusiva”, relatore Prof.ssa Laura Zanfrini; la testimonianza che seguirà ruoterà intorno al progetto pilota “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza”, promosso da AMU (Azione per un Mondo Unito onlus), AFNonlus (Azione per Famiglie Nuove onlus), dalla soc. coop. FO.CO. e da numerosi partner, per una completa integrazione sociale ed economica di minori italiani e stranieri.

Stefania Nardelli

 

 




Sviluppo di progetti a sostegno delle comunità terremotate

Il nostro sostegno alle comunità terremotate continua con i progetti già avviati ed altri nuovi che potremmo avviare con il vostro contributo.

 

1 – Sostegno alle aziende

In seguito ai sismi di agosto e ottobre 2016 nel Lazio, in Umbria, Marche e Abruzzo, la situazione dei relativi territori si è rivelata drammatica. Al crollo delle case, alla perdita di vite, si è aggiunto il crollo delle piccole attività produttive, commerciali e turistiche o la perdita consistente dell’abituale clientela a causa dell’abbandono dei luoghi di vita ordinaria.

Molte famiglie hanno perso i locali dove svolgevano la loro attività o i macchinari necessari per il proprio lavoro o le materie prime per allevare gli animali. Molte merci sono rimaste stoccate nei magazzini senza poter arrivare alla loro destinazione finale, con gravi perdite di clientela. In diverse situazioni gli stessi lavoratori delle aziende danneggiate non hanno potuto riprendere il proprio posto di lavoro perché hanno dovuto allontanarsi, avendo perso la casa, o perché le aziende hanno dovuto forzatamente spostare la propria sede.

Il progetto RImPRESA vuole offrire un sostegno alle famiglie colpite dai terremoti, supportando la ripresa delle piccole attività produttive, dal punto di vista commerciale e logistico, ma anche relazionale e di prossimità.

Si lavorerà con le aziende dei territori lungo la via Salaria, nell’area tra Amatrice ed Ascoli Piceno, nella Val Nerina e nell’Abruzzo Ulteriore.
Si tratta di zone rurali, la cui economia è basata prevalentemente sull’agricoltura e sull’allevamento ovino e bovino, la cui clientela era costituita dalla popolazione stessa e dai flussi turistici estivi e dei fine settimana. Al momento molte di queste attività produttive, commerciali e turistiche sono impraticabili ed è pertanto necessario creare anche un bacino di utenza e di consumo fuori dalle aree colpite dal terremoto, affinché le aziende non siano costrette alla chiusura.

Il progetto si compone di due azioni complementari:

  • Fornire alle aziende materie prime, macchinari e piccole infrastrutture provvisorie, laddove possibile, rafforzare tra le aziende pratiche e processi virtuosi ispirati ai principi etici dell’economia civile favorendo il gemellaggio con altre imprese sul territorio nazionale;
  • Promuovere l’acquisto di prodotti dalle aziende colpite e la ripresa del turismo locale appena possibile, nello spirito dell’economia di comunione ove all’aspetto commerciale è strettamente legato quello umano, sociale, di relazione
  • L’indirizzo mail a cui rivolgersi per maggiori informazioni è: rimpresa@focolare.org

2 – Invio di aiuti economici attraverso i conti AMU-AFN:

Causale: Emergenza Terremoto Italia

Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU)
IBAN: IT16 G050 1803 2000 0000 0120 434

presso Banca Popolare Etica  Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2184D

Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN)

IBAN: IT55 K033 5901 6001 0000 0001 060

presso Banca Prossima Codice SWIFT/BIC: BCITITMX

I contributi versati sui due conti correnti con questa causale verranno gestiti congiuntamente da AMU e AFN. Per tali donazioni sono previsti benefici fiscali in molti Paesi dell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo, secondo le diverse normative locali.
I contribuenti italiani potranno ottenere deduzioni e detrazioni dal reddito, secondo la normativa prevista per le Onlus, fino al 10% del reddito e con il limite di € 70.000,00 annuali, ad esclusione delle donazioni effettuate in contanti.

Progetto-rimpresa-favore-delle-imprese-cRimpresaolpite-dal-sisma/




I musulmani Muridi incontrano il Movimento dei Focolari

Si è svolto al Centro Mariapoli di Cadine, l’8 ottobre, un atteso incontro di conoscenza e dialogo tra la comunità musulmana senegalese Muridi di Cheikh Ahmadou Bamba del Trentino Alto Adige ed il movimento dei Focolari della nostra regione. Scintilla dell’incontro il dialogo promosso da tempo fra due famiglia, vicini di casa a Bolzano.

Duecento i partecipanti, un centinaio i Muridi, provenienti da Merano, Bolzano e Rovereto. muridiL’incontro si è aperto con un bellissimo canto-preghiera individuale murida che invitava a seguire Dio. Attraverso filmati e testimonianze, tutti i partecipanti hanno avuto modo di conoscere l’identità islamica murida e quella cristiana promossa dal Movimento dei Focolari.

Il fondatore della Muridiya (muridismo) è Cheikh Ahmadou Bamba (1853-1927), scrittore senegalese, apostolo della nonviolenza, asceta mescolato al suo popolo per generosità di cuore e grandezza d’animo. E’ sepolto a Touba, città del Senegal centrale e città santa del Mouridismo.

Il pomeriggio si è concluso con un canto corale murida di ringraziamento ad Allah e a Maria. 




“Chiara e la famiglia” – Centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine (TN)

Nell’attesa di festeggiare, nel 2017, il 50° della nascita di Famiglie Nuove, la realtà delle famiglie, e non solo, ha vissuto due significativi appuntamenti. Il primo, il 16 ottobre ha visto, al Centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine, quasi un centinaio di famiglie confrontarsi sulla realtà della coppia, sull’educazione dei figli alla luce della spiritualità dell’unità con momenti di approfondimento, testimonianze e dialogo.

“Credere all’amore di Dio come famiglia” è stato l’orizzonte di confronto che ha visto fidanzati, sposi, nonni insieme per cercare di comprendere il disegno che Dio ha sulla famiglia, a partire dal legame di coppia per arrivare a cogliere le potenzialità sociali della famiglia: nell’ascoltare le testimonianze di diverse famiglie da tutta la regione, tutti hanno potuto rendersi conto che le parole di papa Francesco “aprite le vostre case” non sono state davvero pronunciate invano.

Il rispetto, la comprensione, l’astensione dal giudizio hanno segnato il profilo del secondo appuntamento, svoltosi il 22 e 23 ottobre sempre a Cadine a cui erano invitate famiglie, famiglie separate e famiglie in nuova unione. Sotto il titolo “Da esistenze provate a germogli di vita buona” hanno dato il loro prezioso contributo alcuni esperti seguiti da esperienze particolarmente toccanti che hanno acceso la speranza in molti cuori.

Ricordiamo che il 2017 sarà l’anno di “Chiara e la famiglia”: accanto all’evento internazionale centrale in programma a Loppiano dal 12 al 14 marzo, in tutto il mondo verranno proposti appuntamenti di approfondimento su questa argomento.

A Trento è in programma una manifestazione pubblica ed aperta il 26 marzo 2017 che vedrà insieme tutti i membri del Movimento, guidati da Famiglie Nuove, accanto a istituzioni civili e religiose e a numerose realtà impegnate sul fronte della famiglia.