Risposta all’appello di Alex Zanotelli

In questi giorni il Movimento dei Focolari è stato chiamato in causa da P. Alex Zanotelli per aderire al suo appello. Rilanciamo quanto pubblicato da AMU, Azione per un Mondo Unito, organizzazione non governativa italiana per lo sviluppo dei popoli e nata per iniziativa del Movimento dei Focolari. AMU lavora nel campo della cooperazione, della formazione e dell’educazione allo sviluppo per percorrere ogni giorno un nuovo tratto di strada verso un Mondo Unito.

http://www.amu-it.eu/2019/07/16/amu-risponde-ad-appello-zanotelli/?lang=it




Gen Rosso, è uscito l’album live del tour LIFE 2019  

I grandi successi di sempre e le hit degli ultimi anni

1° luglio è uscito l’album live del Tour “LIFE”. Si chiama “Gen Rosso LIFE Tour”, disponibile già su tutte le piattaforme digitali, e raccoglie 12 canzoni live delle ultime tournée in Italia.

La musica diventa un contributo importante per migliorare la società se riesce a parlare ai cuori delle persone di quel tempo e di quel luogo. Il Gen Rosso, fin dai suoi esordi, ha sempre voluto immergersi nelle gioie e nei dolori delle migliaia di persone che di volta in volta andava ad incontrare nelle nazioni di tutto il mondo.

Le sfide tipiche della società di oggi hanno origine da una politica di morte: individualismo, relativismo, disumanizzazione, disuguaglianza, violenza, razzismo. Il nuovo spettacolo del Gen Rosso vuole scendere fino al cuore di queste problematiche rimettendo al centro la vita, proponendo spunti di riflessione e speranza. 

Il GR LIFE tour è una celebrazione alla vita, attraverso un nuovo sound pop/rock, con un fil rouge che caratterizza il concerto: l’Amore è il DNA di ogni uomo. Il concerto è stato ideato per soddisfare le numerose richieste arrivate da ogni parte d’Italia. Gen Rosso LIFE propone un mix di brani classici e alcune novità particolarmente apprezzate negli ultimi anni dal pubblico di sempre, ma anche dalle nuove generazioni.

Ecco un link per ascoltare alcuni brani.




Popolo di Dio in uscita!

“Il soggetto dell’uscita è la Chiesa, il popolo di Dio” ribadisce don Sergio Pellegrini dando così un filo conduttore a tutto il percorso di questa scuola.

Il principio di unità è il Risorto. La Chiesa entra nella storia degli uomini ed è seme di unità. Se la realtà del Risorto è viva, la Chiesa deve uscire dai confini dove è stata generata.  Il Risorto comprende tutti perciò, chi è oltre la Chiesa,  deve potersi scoprire nell’esperienza che anche loro vivono pur non conoscondola.

In questo cammino in uscita per scoprire oltre sé la presenza e la Luce del Risorto  è imprescindibile il discernimento comunitario (che presuppone quello individuale) che, come ama dire papa Francesco, è “artigianale”, nel senso che non è fatto in serie, ma specifico per ogni persona.

Tutta la giornata di venerdì è stata dedicata a scoprire come attuare questo discernimento, anche con dei giochi di ruolo che ci hanno aiutato a capire vitalmente come procedere.

Certo, non si genera la comunità senza avere presente alcuni elementi fondamentali:

  • L’Arte di amare, che vuole dire riconoscere e amare Gesù nell’altro
  • L’amore a Gesù crocefisso e abbandonato, che vuole dire il confronto e l’accoglienza della diversità
  • Maria Desolata, il saper perdere per fare spazio al fratello

Con queste convinzioni, si parte con un nuovo entusiasmo per costruire comunità vive, lì dove siamo!

Le prospettive sono tante ed ognuno cerca di individuarle per incarnarle nel proprio ambiente. Ma ci sono anche progetti comuni:

  • Trovare delle vie per moltiplicare questi corsi per operatori pastorali ed aprirli a tanti altri
  • Cogliere l’invito di Mons. Vicenzo Zani e andare avanti nell’approfondimento del progetto educativo dell’Opera con iniziative dedicate a questo argomento fondamentale per il tempo in cui viviamo
  • Fare dei corsi su pastorali specifiche, magari iniziando con quella giovanile, anche con dei momenti di incontri per giovani durante l’anno.

Tante le impressioni:

In questi giorni abbiamo ricevuto un “pronto soccorso pastorale”:  abbiamo imparato ad usare degli strumenti di pronto soccorso per  l’“ospedale da campo” che ci è affidato.

Questo è il futuro: l’orizzonte in cui viviamo qui, con l’apertura a persone di tutte le religioni e culture: una Chiesa che comprende tutti! Bisognare aggiornare il nostro stile di pastorale e scoprire modi nuovi in questo mondo nuovo in cui ora viviamo

Importanti i laboratori che ci hanno fatto fare un’esperienza viva di comunità

C’è un solo verbo capace di illuminare l’oscurità: amare (Socrates)

Bellissima l’esperienza intergenerazionale che abbiamo fatto insieme, adulti e giovani.

Ciò che mi porto è che non possiamo avvicinare l’altro con dei pregiudizi. Vorrei vivere la vita come ho vissuto qua.

Partiamo convinti che in ogni angolo di terra dove andremo troveremo il “super amore” che è Gesù stesso che ha già dato la vita per tutti. A noi scoprirlo perché emerga la Luce che c’è in ognuno!

Maria do Sameiro Freitas

Vedi anche:http://www.focolaritalia.it/2019/07/04/come-trasmettere-il-vangelo-in-unepoca-di-cambiamento-mistica-del-noi-e-cultura-del-dialogo/

http://www.focolaritalia.it/2019/07/02/percorsi-pastorali-passaggio-dallio-al-noi/




Come trasmettere il Vangelo in un’epoca di cambiamento? Mistica del noi e cultura del dialogo

Come trasmettere il Vangelo in un’epoca di cambiamento, in un periodo dove sembra che la “cristianità” intesa come “universo cristiano” non esista più?

Sono alcune questione poste nelle due relazioni di questi due giorni, tenute dal Professore Vincenzo Di Pilato su Vita e annuncio del Vangelo e da Mons. Vincenzo Zani su La comunità cristiana: educante.

La vita della Parola porta con sè un cambiamento di mentalità, di vita, di modo di agire. Ma non solo,  crea la comunità, una comunità che genera e continua a generare uomini e donne rinnovate dal Vangelo. Bisognerebbe trasmettere sempre di più e con forza che la Parola va vissuta. Una proposta in questo senso sono gli incontri chiamati della “Parola di vita” dove, oltre a conoscere la Parola, la si cerca di vivere, di raccontarsi vicendevolmente le proprie esperienze vissute, ed infine di agire in conformità. Incontri che aiutano ad imparare il linguaggio del Vangelo ed aiutano a creare una comunità che sia allo stesso tempo “scuola e casa di comunione” e comunità “in missione”.

Ma, come ci ha ricordato Mons. Vincenzo Zani,  ci vuole un cambiamento di paradigma nella trasmissione della Parola, e della formazione in generale: occorre passare dall’insegnamento all’apprendimento, ossia non dare solo nozioni ma dare gli strumenti perchè  l’altro possa apprendere. Bisogna evitare il tecnicismo, anche se i tempi che viviamo esigono preparazione e efficacia. Bisogna imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a convivere, imparare ad essere.

L’Opera di Maria nel suo insieme è un progetto educativo. Porta con sé un Carisma che ci aiuta ad aprire orizzonti e ad entrare nella complessità dell’ oggi. E Maria stessa ci indica la vita, con la sua vita, per un metodo di pastorale adatto ai tempi di oggi.

La visita all’Istituto universitario Sophia ci ha fatto toccare con mano un metodo di trasmissione di cultura che è anche vita perché basato sulla “mistica del noi” e la “cultura del dialogo”, tanto care a Papa Francesco. Ed allo stesso tempo è un luogo di incontro dove il progetto educativo dell’Opera di Maria può esplicitarsi in tutte le sue componenti.

Poi, ieri pomeriggio, un momento molto arricchente: alcuni di noi si sono trasformati in “libri” che venivano letti da altri, a gruppetti (le proprie esperienze condivise come fossero dei libri pieno di vita della parola vissuta).

Alla fine della giornata qualcuno diceva: “Questo non  è un corso, ma un percorso di vita che si spiega davanti a noi”. E ci sembra che esprima molto bene ciò che stiamo vivendo in queste belle, intense e calde giornate a Loppiano!

 




Percorsi pastorali: passaggio dall’io al noi

Una insolita e gioiosa animazione riempie il cortile del Centro di spiritualità “Vinea Mea” a Loppiano:  è infatti iniziata domenica 30 giugno la Scuola per Operatori Pastorali promossa dal Centro Evangelii Gaudium e dal Movimento dei Focolari Italia. I partecipanti provengono dalle diverse regioni italiane e rappresentano un bello spaccato del Popolo di Dio: giovani, sacerdoti e diaconi, sposati, catechisti e operatori pastorali laici, religiose e seminaristi, persone “appassionate” della Chiesa e spese nel costruire le comunità cristiane locali.

Da subito, tra tutti un clima bello di reciproca accoglienza e apertura, il desiderio di mettersi in gioco nella comunione e di sperimentare relazioni autentiche. Lo si legge sui volti di ognuno, lo si sperimenta ad ogni intervallo, mentre si prepara la colazione per gli altri corsisti, mentre ci si accompagna lungo le strade della cittadella.

La Scuola si propone di essere in ogni suo momento “luogo” in cui sperimentare l’azione dello Spirito, la passione dell’impegno a costruire rapporti comunionali e la libertà che scaturiscono dalla vita del Vangelo, con l’apertura a lasciarsi “sorprendere” da ciò che si comporra’ col contributo di ognuno.

La prima mattina Gerard Rosse’, Docente di Sophia, esegeta esperto del Nuovo Testamento con la sua relazione “Io – l’altro – Dio”,ha posto le basi della Scrittura al Corso, aiutando a riscoprire che “Chi ama il prossimo ama Dio e chi ama Dio ama il prossimo”. A partire dai testi biblici Gerard ha infatti affermato che “l’unione con Dio e la comunione fraterna, sono inseparabili in Gesù Crocifisso e Risorto”.

Nel pomeriggio il Cardinale dell’Aquila mons.Pino Petrocchi è intervenuto con grande Sapienza e incisività con il tema: “Essere protagonisti della vita delle Parrocchie e delle Diocesi”. Emblematiche le sue espressioni sulla necessità di “attivare cantieri sinodali”,  cioè cantieri di esercizio concreto della sinodalita’ perché le nostre comunità ecclesiali necessitano di “fisioterapia comunionali”.

Richiamando ognuno dei presenti a partire dalla contemplazione delle dinamiche della vita trinitaria per generare e attuare nelle comunità, processi di comunione, il Cardinal Petrocchi ha affermato: “Come dalla reciprocità tra Padre e Figlio scaturisce lo Spirito Santo, così i cristiani devono sperimentare che l’amore è darsi, acaccogliere e ridonarsi. Ed ecco il ‘novum’: nel NOI c’è qualcosa in più, un ‘oltre’, la semplice somma delle parti.” Ha poi proseguito: “Non c’è comunione senza le 3 P: Parola, Pasqua, Pentecoste”.

Nel pomeriggio il laboratorio all’aperto con giochi di relazione e di costruzione dei team hanno  coinvolto i partecipanti alla Scuola in esercitazioni alla scoperta che: “solo insieme si può!”

Il secondo giorno si è aperto con le attività di laboratorio sulle dinamiche di gruppo che possono aiutare ad arricchirsi nella pluralità delle esperienze e dei gruppi ecclesiali. Insieme si è riscoperto che il contenuto è nel metodo: ascoltarsi, uscire da sé verso l’altro, trovare la “Luce del NOI”.

La relazione lucidissima di don Alessandro Clemenzia nel pomeriggio ha illuminato con una nuova  comprensione che il passaggio dall’IO al NOI, è la rottura di una unità interna che genera l’apertura, l’uscire, per ritrovare Cristo dove sta, cioè fuori, oltre le mura dove è stato Crocifisso. Questo genera la dimensione missionaria della Chiesa, l’andare verso quel mondo che dà alla Chiesa il senso del suo esistere.

Vivissima tra noi la presenza di don Mario Benedini, grande sostenitore e costruttore del Corso, che ci ha lasciati pochi mesi fa per il Paradiso. …

Patrizia Bertoncello

foto di Francesca Zitoli

Vedi anche: http://www.focolaritalia.it/2019/07/04/come-trasmettere-il-vangelo-in-unepoca-di-cambiamento-mistica-del-noi-e-cultura-del-dialogo/

http://www.focolaritalia.it/2019/07/06/popolo-di-dio-in-uscita/




Apporti metodologici del Carisma dell’unità all’agire pastorale

Un seminario promosso dal Centro Evangelii Gaudium dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano.

Un metodo per pensare insieme?

Proprio così! È stata questa l’esperienza fatta da una trentina di presbiteri, laici, religiosi da diversi Paesi dell’Europa, che si sono radunati a Loppiano in un seminario promosso dal CEG dal 26 al 28 giugno.

Ma pensare su che cosa?

Siamo in un momento in cui occorre sincronizzarsi con l’attuale cammino sinodale della Chiesa, con un metodo che porti ad un pensiero condiviso, non facile in una situazione di grande pluralità e di varietà di situazioni, contesti, modi di agire pastorale. Si sente la necessità di avere luoghi di condivisione, di sinergia, di confronto e verifica. Il Centro Evangelii Gaudium si mostra sempre più come un soggetto previlegiato in questo senso.

Si è cercato di guardare la realtà dell’agire pastorale partendo da buone pratiche ispirate dal Carisma dell’unità di Chiara Lubich.

L’orientamento di fondo è quello di Papa Francesco: “farsi prossimo” andando incontro alle persone, per far emergere le domande nascoste, spesso inespresse, anche le più dolorose.

Non si butta via niente delle vie tradizionali ma si agisce dal di dentro per illuminarle, senza perdere la creatività di cui la pastorale ha bisogno. Importante avere capacità di costruire relazioni, di dialogo. La relazione costruisce fiducia, e la fiducia genera corresponsabilità. 

Molto arricchenti gli interventi di Padre Mariano Steffan, fc, sulla teologia pastorale alla luce dell’esperienza di Chiara Lubich e di Mons. Brendan Lehay, vescovo di Limerick (Irlanda), sulla sua esperienza pastorale in una Chiesa segnata da non poche difficoltà.

Dalle 4 esperienze raccontate (Germania in ambito accademico, Repubblica Ceca con i giovani, Italia sia in parrocchia che nella pastorale familiare) emerge l’importanza di agire nel segno di un Noi-Chiesa, un NOI che agisca anche se siamo da soli. Un metodo questo che ci porta a sentirsi Chiesa, “sentire cum Ecclesia”, secondo l’invito di Papa Francesco nella veglia dell’ultima GMG in Panama.

MARIA DO SAMEIRO FREITAS




Sea-Watch 3: il MdF aderisce all’appello dell’Ac per lo sbarco immediato

Il Movimento dei Focolari ha aderito all’appello del 26 giugno promosso dall’Azione Cattolica e rivolto al Presidente del Consiglio. All’appello hanno aderito anche il Centro Astalli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Focsiv, Masci, Meic. Nell’appello si chiede alle istituzioni di consentire lo sbarco immediato delle 42 persone a bordo della Sea Watch e “il coraggio di rinunciare a una inutile prova di forza, dimostrando un sussulto di umanità che renderebbe orgogliosi gli italiani”.

Foto Ansa: Sea-Watch 3 

 

 




Made in Loppiano

Nella cittadella internazionale è nato “Made in Loppiano” un “market place”, cioè una vetrina digitale, dove sono esposti tanti dei prodotti realizzati a Loppiano.

Che a Loppiano il lavoro non sia un optional è cosa risaputa. Qui, tutti lavorano, non solo gli abitanti stabili ma anche i cittadini temporanei che frequentano una delle dieci scuole di formazione della cittadella. Il lavoro è parte dell’esperienza formativa dei suoi abitanti. Come si lavora a Loppiano? Si legge in un foglio discretamente appeso in uno dei laboratori:«Usare “ante omnia” la carità con tutti; vedere nel lavoro la volontà di Dio; osservare la puntualità; che ogni ora di lavoro sia un piccolo capolavoro di ordine, precisione e armonia da offrire a Dio; aiutare gli altri che lavorano con te; soprattutto fare e non predicare, poiché nel lavoro è la vita privata di Gesù che si ripete».

Da qualche mese, i prodotti realizzati a Loppiano sono acquistabili anche on-line, su una piattaforma tutta dedicata: “Made in Loppiano”.  Che valore ha questo “fatto a Loppiano”? Lo si legge sul sito: «I nostri prodotti sono frutto dell’impegno e della passione che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro. I brand che fanno parte della Cittadella di Loppiano mettono al primo posto le persone e l’ambiente. Ogni realtà si apre al contributo di giovani collaboratori, che provengono da ogni parte del modo per trascorrere un periodo formativo a Loppiano, durante il quale sperimentare uno stile di vita unico di fraternità ed acquisire nuove competenze. Ogni prodotto, realizzato a mano, è interamente Made in Italy, in quanto pensato, ideato e creato all’interno di Loppiano, utilizzando materiali che garantiscono il pieno rispetto delle persone e dell’ambiente circonstante».

Dentro Made in Loppiano è possibile trovare opere d’arte, creazioni in ceramica, tessili per l’infanzia, una selezione di vini DOCG e olio extravergine d’oliva. I brand che per adesso partecipano al progetto sono: Fantasy, Centro Ave Ceramica e Fattoria Loppiano. Come trovare la piattaforma? Basta digitare sul motore di ricerca: www.madeinloppiano.com . Vi invitiamo a visitare il sito, a farlo conoscere e… ad acquistare “Made in Loppiano”!

dal sito www.loppiano.it




“Verso un’estate di luce” la cornice storica dell’esperienza mistica di Chiara Lubich nel 1949

Incontrare Chiara Lubich attraverso gli avvenimenti storici che attraversarono la prima metà del secolo scorso è un’esperienza che permette di far rivivere al lettore e, soprattutto, di far interiorizzare il significato degli avvenimenti spirituali e umani che visse la fondatrice dei Focolari in quegli anni. 
Il titolo del libro, “Verso un’estate di luce”, pubblicato nel maggio 2019, a cura dei proff. Silvio Cataldi e Paolo Siniscalco, indica la visione e la prospettiva di quella che sarà la culla della nascita dei Focolari. Gli autori, tredici in totale, ne affrontano proprio il contesto e la cornice storica con un’analisi puntuale che deriva dalla minuziosa ricerca delle fonti storiche degli avvenimenti. (leggi tutto sul sito del Centro Chiara Lubich)




Mundialito e festa dell’amicizia tra i popoli – Villa Verrucchio (RN)

MUNDIALITO E FESTA DELL’AMICIZIA FRA I POPOLI

“PER UN MONDO UNITO”

Sabato 8 e Domenica 9  Giugno 2019

Week-end all’insegna dell’integrazione

Questo torneo di calcetto e la Festa dell’amicizia fra i popoli nascono da un percorso di conoscenza e amicizia che facciamo insieme da diversi anni. Abbiamo scelto insieme questa data, alla fine del Ramadan. Sabato 8 giugno, vedere le squadre  allinearsi, i colori che spiccano contro il verde del campo, gli inni nazionali . . . che emozione!

Parte il Mundialito! Quest’anno c’è anche l’Argentina. E’ stato l’amico Carlo di Volontarimini che ha cominciato ad appassionarsi a questa esperienza e presentarceli. Perchè è proprio per attrazione che il gruppo organizzatore cresce. Sono 11 le squadre in campo: Algeria, Argentina, Costa d’Avorio, Guinea, Italia, Macedonia, Marocco, Perù, Romania, Senegal,  Africa West Coast, la quale riunisce ragazzi di varie nazionalità che da soli non sarebbero riusciti a fare una squadra di calcetto (Mali, Ghana, Costa D’Avorio, fam.Rom.)

Hammed poteva stare con la sua squadra, la Costa d’avorio, ma è entrato dentro lo spirito che vuole diffondere questa iniziativa: incontrarsi, conoscersi, creare legami. Così è diventato il coach di una squadra multietnica. Il dado di “sport for peace” viene lanciato, appare la scritta: “Applaudite il successo altrui come il proprio”:  ogni tanto bisogna richiamarsi allo spirito del gioco ma è bello che i ragazzi vivano con passione le partite!

Fra gli arbitri c’è anche Mattia, un giovane di Cesena del Movimento dei Focolari; tutti i giocatori hanno grande rispetto e stima per lui.  Alcuni della comunità , amici coinvolti nel progetto, anche alcuni focolarini e focolarine sono a distribuire acqua, frutta e cioccolata, fare foto o altri servizi. Ci lasciamo stanchi ma felici, pronti per il giorno dopo, dove nella piazza principale ci sarà la festa,  le premiazioni delle squadre, quella vincitrice del torneo e quella del premio fair-play.

Da metà pomeriggio della domenica la gente affluisce, che bello vedere la piazza che si riempie di colori, costumi, bambini…. il gruppo di canzoni tradizionali romagnole “Nun ai sem” accoglie con la sua musica e i balli popolari. Si coglie subito che ognuno dei presenti è lì per esprimere la propria gioia di essere tutti uguali e che insieme possiamo costruire una nuova umanità. Ogni nazione allestisce il proprio stand con i piatti tipici cucinati a casa o anche sul momento: 22 le Nazioni presenti! 

Il desiderio di tutti è farsi conoscere, offrire le cose più buone della propria terra. Anche la famiglia Rom è a suo agio fra tutti! Si percepisce nell’aria un clima di fraternità. La comunità del Movimento dei Focolari oltre a gestire lo stand italiano è a servizio per tutte le necessità. Ci siamo detti che anche se non avessimo potuto parlare di Dio, lo avremmo potuto dare con il nostro amore reciproco. E ci sembrava che un legame invisibile unisse piano piano tutti; la festa rendeva visibile una rete di rapporti tessuti durante tutto l’anno con incontri numerosi e internazionali.

La stanza dei nostri incontri era un laboratorio di idee, proposte, per dirci quanto è importante conoscersi e riacquistare un senso di comunità, di appartenenza e di cittadinanza.  Presenti alla festa anche i bambini dell’Istituto Comprensivo coinvolti già da qualche anno: vivono già  un’ esperienza multietnica e regalano canzoni che ci commuovono. Sul palco viene premiato il disegno del concorso  che sarà la copertina del diario scolastico 2019 -2020 sul tema intercultura, ma tanti sono i disegni. Pure coinvolti i bambini della scuola di ballo “Passi di stelle”provenienti da diversi Paesi.

Prima di partire con le musiche e le danze di ogni Paese la piazza si è fatta attenta per ascoltare alcuni rappresentati delle Nazioni presenti nell’atto di donare a tutti l’esperienza personale che stanno facendo, fra questi alcuni ragazzi richiedenti asilo. Poi un altro momento forte, un minuto di silenzio per l’ambiente; per questo tutte le nostre stoviglie sono compostabili e Romagna acque ha fornito un erogatore di acqua fresca; è un evento plastica free. Ci teniamo per mano mentre viene letta preghiera di Ghandi sull’amore.

Il momento è profondo, tutti insieme un esempio di mondo unito: è visibile la gioia sui volti, segno tangibile dello star bene insieme. Poi la  musica, i ritmi, i balli catturano l’attenzione mentre le persone si affollano ai gazebo  e tornano con il piatto pieno di cibo proveniente dalla tipicità dei vari paesi presenti. Ogni nazione ci attrae e ci stupisce con la sua bellezza, la sua armonia. Non manca il laboratorio artistico per i bambini, i sarti africani.

Come ci sentiamo estranei alle notizie dei TG che vogliono metterci paura e preoccupazione verso gli stranieri! Saremmo veramente più poveri senza di loro! A sera rimettiamo a posto la piazza, non ci sono rifiuti sparsi, siamo stanchissimi e sudati ma su ogni volto spicca il sorriso. E’ festa di Pentecoste, abbiamo veramente sperimentato che l’amore ci può unire,  tante persone di religione, cultura, lingua diverse e sentirci una unica famiglia. Abbiamo toccato con mano la bellezza di un mondo unito e fatto un’esperienza di vera fraternità!

https://youtu.be/4KdZ1mQty_Q




WORD, WAY, WORK Conoscere, riflettere e attualizzare la Parola

A Benevento presso il Centro “La Pace” dal 1 al 3 giugno si è svolto il 4° meeting giovani e giovanissimi delle parrocchie della Campania, Puglia e Lazio.
85 giovani e una quindicina di adulti-accompagnatori, danno vita ad una esperienza:
WORD, WAY, WORK Conoscere, riflettere e attualizzare la Parola.

Chi è questa Parola? Come esserNe riflesso? E come viverLa?

Mons. Lucio Lemmo, vescovo ausiliare di Napoli, in un dialogo molto intimo e familiare illumina sulla Parola invitando a riscoprirsi autentici, non un copia ed incolla, ma un tesoro unico e irripetibile spronando ad essere protagonisti nell’ andare controcorrente vivendo la Parola.

Cinque i laboratori dove si cerca di fare esperienza di Dio Amore e relazione in vari ambiti:

  • sociale, focalizzandosi sul termine “Accoglienza”, nel superarsi per andare incontro all’altro
  • musicale, con Dennis NG, per sperimentare l’armonia del Noi;
  • nel canto, con Ciro Ercolanese, dove si saggia la bellezza e la difficoltà nell’imparare un canto fatto insieme agli altri;
  • nella comunicazione, grazie a Raffael Tronquini, riflettendo su come vivere i social media nella maniera più sana e creativa;
  • nelle dinamiche di squadra, con Mariano Iavarone, con attività e giochi conoscenza cooperazione e fiducia, che prevedevano una necessaria osservazione di sé e dell’altro.

Nel pomeriggio con Marco, Sameiro e don Mariano della Segreteria Centrale del Movimento Parrocchiale e Ciro e Dennis del Gen rosso, si mette a fuoco la seconda tappa del programma: riflettere la Parola (esserne riflesso).

Rispondendo ad alcune domande semplici e dirette Dennis racconta la sua esperienza nella vita di Focolare: un costante allenamento. Sameiro svela quanto sia importante dirsi la verità, soprattutto quando le cose non vanno bene. Ciro racconta, emozionato, come 20 anni fa è nato uno dei brani più conosciuti dell’album “streetlight” del Gen Rosso da una esperienza di amore e dolore nelle dinamiche di vita di unità

A gruppi ci si incontra per condividere quanto originato in ciascuno da tutto quanto ascoltato, meditato e vissuto finora, ritrovandosi ad essere dono l’uno per l’altro.

Attraverso segni simbolici Daniel Tamborini spiega come attualizzare la Parola nelle comunità:

  • il “terreno”, composto da tanti granuli. Ciascuno di noi può considerarsi come un granello, insignificante da solo, ma che insieme ad altri granuli diventa potenzialmente adatto ad accogliere semi di vita nuova.
  • Il “vaso”, contenitore del terreno che rappresenta il contesto in cui siamo chiamati a vivere: che può essere la parrocchia, la famiglia, la scuola…
  • il “seme”, pronto per essere accolto e morire nel terreno, espressione dell’essere dono continuo di sé.
  • gli “elementi”, che alimentano e favoriscono a svilupparsi, come l’acqua, la luce del sole e l’aria: l’importanza degli strumenti di spiritualità collettiva.
  • il “concime”, come dare nuova linfa nelle nostre comunità, non perdere di vista l’obiettivo di morire a sé stessi per essere dono, non tagliare istintivamente l’erba della zizzania ma imparare a conviverci, guardarla negli occhi, chiamarla per nome e avere fiducia.

Si continua con una caccia al tesoro in quattro tappe che dalla vita della Parola, attraverso Gesù Eucarestia portano a costruire la comunità.

È infine esperienze arrivate da tutte le comunità presenti e lontane, che dimostrano come sia possibile attualizzare la Parola. Tutte hanno il sapore di famiglia, pronta a servire e ad accogliere.

E’ tempo di tornare casa: a ciascuno è dato un vasetto con dei semi di girasole: la Parola da seminare in noi e nelle nostre comunità, fino a divenire girasoli, guidati e orientati nella e dalla Sua Luce… in attesa dell’incontro del prossimo anno.




Nuova nave-cargo in arrivo a Genova: gravissime le responsabilità del Governo, rinnoviamo il nostro appello ai portuali

18 giugno 2019

E’ previsto fra due giorni – la mattina di giovedì 20 giugno – l’arrivo nel porto di Genova di un’altra nave-cargo saudita, la Bahri Jazan, con il probabile intento di imbarcare i 4 gruppi elettrogeni della Teknel che, a seguito delle mobilitazioni dei lavoratori portuali, erano stati trasferiti nelle scorse settimane al Centro smistamento merci (Csm) per essere ispezionati. Ancora una volta rinnoviamo il nostro appello al Governo a sospendere immediatamente l’invio di ogni tipo di materiale militare destinato all’Arabia Saudita e contestualmente invitiamo le maestranze del porto di Genova a non prestare il proprio servizio per operazioni di carico di merci e materiali militari o di uso duale destinati ai sauditi.

Come noto, grazie alla mobilitazione dei lavoratori portuali e della società civile, lo scorso 21 maggio la nave cargo saudita Bahri Yanbu è salpata dal porto di Genova senza imbarcare il materiale “dual use”, ma con specifiche anche militari, destinato all’Arabia Saudita. Si tratta di 4 gruppi elettrogeni su rimorchio, dotati di palo telescopico del tipo TK 13046 prodotti dall’azienda Teknel di Roma per alimentare centri di comunicazione, comando e controllo per operazioni di natura aerea e terrestre. Questi generatori – come documenta la Relazione governativa sulle esportazioni di materiali militari (si veda foto allegata) – fanno parte di un ordinativo di 18 gruppi elettrogeni del valore 7.829.780 di euro la cui esportazione è stata autorizzata alla Teknel da parte del competente organo nazionale, l’Autorità nazionale – UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) che fa capo al Ministero degli Esteri. A seguito di questa autorizzazione tali prodotti sono da ritenersi, a tutti gli effetti, materiali ad uso militare sia per la tipologia di materiale sia per il destinatario e utilizzatore finale: la Guardia Nazionale Saudita, corpo di natura militare, secondo molte fonti dispiegato nel conflitto in Yemen.

Non è compito, quindi, né delle autorità locali (Prefettura, Questura, Autorità Portuale ecc.), né dell’azienda e nemmeno dei lavoratori portuali o dei loro sindacati stabilire se si tratta o meno di materiali militari: ciò è già stato definitivamente stabilito dall’Autorità nazionale UAMA che ne ha autorizzato l’esportazione proprio in tale forma e con le opportune procedure.

Dobbiamo purtroppo prendere atto che da parte del Governo italiano non sono ancora giunte decisioni riguardanti il blocco dell’invio di materiali militari verso i Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen, come invece fatto da altri Paesi europei nostri partner. Nessuna decisione formale è stata presa nonostante il Presidente del Consiglio Conte abbia dichiarato lo scorso 28 dicembre 2018 davanti alla stampa nazionale e internazionale che «il governo italiano è contrario alla vendita di armi all’Arabia Saudita per il ruolo che sta svolgendo nella guerra in Yemen. Adesso si tratta solamente di formalizzare questa posizione e di trarne delle conseguenze». Nulla di tutto ciò purtroppo è ancora avvenuto.

Anche alla luce di questi ulteriori sviluppi le nostre organizzazioni rinnovano l’appello:

  • al governo italiano di sospendere l’invio di ogni tipo di materiali d’armamento alla coalizione miliare capeggiata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti che da più di quattro anni è intervenuta nel conflitto in Yemen utilizzando anche bombe aeree di fabbricazione italiana per effettuare bombardamenti indiscriminati che gli esperti delle Nazioni Unite hanno definito come “crimini di guerra”. Queste esportazioni sono in totale contrasto con la legge 185/1990 e col Trattato internazionale sul commercio delle armi (ATT) ratificato dal nostro Paese.

  • al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al Ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi, di farsi promotori, presso i paesi dell’Unione europea, di un’istanza di embargo o almeno di sospensione di forniture di armamenti e sistemi militari nei confronti dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti così come richiesto da numerose risoluzioni votate ad ampia maggioranza dal Parlamento europeo.

  • al Parlamento italiano chiediamo di esaminare con attenzione le autorizzazione rilasciate dal governo per forniture di armi italiane nelle zone di conflitto, in particolare per quanto riguarda la guerra in corso in Yemen. In questo senso chiediamo che sia finalmente calendarizzato e affrontato il dibattito in Commissione Esteri alla Camera fermo ormai da troppi mesi pur in presenza di alcuni testi di Risoluzione già formalmente presentati.

  • ai sindacati ed ai lavoratori portuali e aeroportuali chiediamo di mantenere alta l’attenzione su tutti i materiali di tipo militare destinati a Paesi esteri che possono essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto umanitario e delle convenzioni internazionali sancite dall’Italia. Di rifiutarsi di offrire il proprio lavoro per effettuare trasbordi di questi materiali militari, in particolare di quelli destinati alle forze armate dei Paesi impegnati nel conflitto in Yemen. Chiediamo ai sindacati di predisporre le misure necessarie affinché i lavoratori che non intendono offrire il loro lavoro, siano pienamente tutelati.

  • a tutte le associazioni della società civile ed ai sindacati chiediamo di manifestare la propria adesione a queste richieste e di coordinarsi con le nostre associazioni che hanno ripetutamente chiesto ai precedenti Governi e all’attuale Governo Conte di sospendere l’invio di sistemi militari all’Arabia Saudita.

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Amnesty International Italia, Comitato per la riconversione RWM e il lavoro sostenibile, Movimento dei Focolari Italia, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Oxfam Italia

 
In allegato anche una “Nota di Documentazione” elaborata da Opal Brescia relativamente ai gruppi elettrogeni della Teknel S.r.l. fermi a Genova
 
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Francesco Vignarca
Coordinatore – Rete Italiana per il Disarmo
 
328/3399267
 
Twitter > @retedisarmo www.twitter.com/retedisarmosconosciuto.tiff

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Maria Voce e Jesús Morán a Matera, Capitale europea della cultura

18 giugno 2019

Comunicato stampa

Abitare lo spazio e il tempo. La cultura dell’unità al servizio della città.
Matera, 22 giugno, ore 10
Sala Congressi Casa Sant’Anna, via Lanera, 14
Intervengono la presidente dei Focolari Maria Voce e il copresidente Jesús Morán

 In un momento storico in cui appare difficile costruire significative relazioni tra le persone e stabilire dialoghi costruttivi con le istituzioni, nella Capitale europea della cultura ci si confronterà su se e come si possa oggi abitare la città rendendola “comunità integrata”, in grado di coniugare la dimensione identitaria e l’apertura al nuovo.

All’evento – organizzato dalla comunità di Matera del Movimento dei Focolari e dall’Associazione l’Elicriso di Matera, e coordinato da Gianni Bianco, giornalista RAI – interverranno anche il Sindaco, avv. Raffaello De Ruggieri, l’Arcivescovo di Matera-Irsina S.E. Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, ed il dott. Giovanni Oliva segretario generale della Fondazione Matera Basilicata 2019. I diversi interventi si alterneranno con spazi di carattere artistico-musicale affidati al gruppo Freilach Ensemble.

Nella prima parte della mattinata sarà data voce alla comunità locale del Movimento dei Focolari che, attraverso alcuni suoi rappresentanti, delineerà il profilo di un percorso di vita di oltre 50 anni in cui il tragico evento del terremoto del 1980 rappresentò l’occasione per suscitare in ognuno dei suoi membri la spinta ad essere a fianco degli ultimi organizzando turni di assistenza per gli sfollati prontamente accolti presso la casa di riposo Mons. Brancaccio.

Seguirà l’intervento di Maria Voce, attuale presidente del Movimento, al suo secondo mandato, subentrata a Chiara Lubich dopo la sua morte avvenuta nel 2008. Calabrese di nascita, laureata in Giurisprudenza, primo avvocato donna del foro di Cosenza, lascia una promettente carriera per seguire Dio nella via del Focolare. In Turchia dal 1978 al 1988 matura importanti esperienze in campo ecumenico e interreligioso stabilendo proficui rapporti con il Patriarca di Costantinopoli e con leader di altre chiese e religioni. Nel 2008 partecipa al Sinodo dei Vescovi su La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesae nel 2009 è nominata da Benedetto XVI, unica donna tra i 15 nuovi consultori, membro del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Maria Voce lancerà da Matera Capitale europea della cultura, visitata ogni giorno da migliaia di persone provenienti da ogni continente del pianeta, la proposta di porsi come modello nel vivere e promuovere una cultura, decisamente controcorrente, orientata all’unità dei popoli attraverso l’Amore evangelico concretamente vissuto e cominciando da chi ci vive accanto e manifesta ed esprime un pensiero molto diverso dal nostro.          

Un dialogo – intessuto tra il giornalista Gianni Bianco e il copresidente Jesús Morán– su come la cultura dell’unità possa esprimersi con un respiro internazionale e in particolare europeo, concluderà la mattinata. Nato in Spagna, Morán, appena ventenne entra a far parte del Movimento dei Focolari e vive per lungo tempo in America Latina tra Cile, Bolivia, Messico e Cuba. Filosofo con un dottorato in teologia, si specializza in antropologia teologica e teologia morale.     

Tra i molteplici eventi artistico-culturali che nell’arco dell’intero anno si susseguiranno a ritmi incalzanti a Matera e dintorni, questo si configura come un momento importante per la città per il coraggio della proposta rivolta all’intera Europa, di promuovere l’unica cultura capace di superare le diversità e di unire i popoli: la cultura dell’Amore reciproco proclamata da quel Gesù di Nazareth che, nella finzione filmica, più volte ha percorso le strade di Matera trasformate in set cinematografico.

            L’evento sarà trasmesso in diretta streaming. Per seguirlo collegarsi a www.focolaritalia.itwww.focolaripugliamatera.it o alla pagina Facebook @focolaritalia

Vedi anche: www.focolaritalia.it/events/abitare-lo-spazio-e-il-tempo-matera-22-giugno-2019/

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Istituto Universitario Sophia – Loppiano

Istituto Universitario Sophia – Loppiano
Una comunità di formazione, studio e ricerca in cui la relazione tra le persone dà il timbro alla relazione tra le discipline.
La vocazione mondiale e multiculturale di Sophia in numeri: ad oggi 450 studenti e docenti da 4 continenti, 50 paesi, 30 lingue.
A 12 mesi dalla conclusione del percorso accademico quasi il 90% degli studenti di Sophia ha trovato un impegno accademico o professionale qualificato.

http://www.sophiauniversity.org/it/iscrizioni/




“Fazenda da Esperança“ – Lamezia Terme (CZ)




Barletta, presentazione del libro “Siria, una guerra contro i civili”

Cos’è e cosa è stata la guerra in Siria? Come si sopravvive e come si prova a ricostruire? Come scorre la vita quotidiana di chi è rimasto tra macerie, servizi in affanno e difficoltà economiche?

Giovedì 23 maggio 2019 un folto pubblico ha affollato la Sala Emeroteca del Castello di Barletta. Al “Maggio dei Libri”, promosso dalla Biblioteca Comunale Sabino Loffredo di Barletta, interviene il giornalista Michele Zanzucchi con il suo ultimo libro, “Siria: una guerra contro i civili”, un diario di viaggio scritto a quattro mani con Massimo Toschi. In questi ultimi anni, mentre la TV ci mostrava solo città distrutte e tragedie e i quotidiani ci indicavano i nemici da combattere, da punire con un embargo totale, a noi arrivavano anche notizie di speranza, desiderio di pace, condivisione dei dolori, fraternità di unità di tutto il popolo siriano. Pochissime riviste hanno raccontato dei civili,  della secolare storia di unità del variegato popolo siriano. Abbiamo voluto far parlare queste voci e il libro ha offerto la possibilità di aprire uno squarcio sulla vicenda (non ancora conclusa).  “Una testimonianza – ha scritto Romano Prodi nella prefazione – su quanto accade in Siria, su quello che possono fare i civili in questo tempo attraversato da mille contraddizioni”.

L’iniziativa, promossa dalle Associazioni Igino Giordani e Home & Homme Onlus, è diventata la giusta occasione per riflettere e dialogare sulla complessa e articolata vicenda siriana. La platea è attenta ed emotivamente colpita dai racconti di Michele Zanzucchi, dalla solidarietà portata in quei luoghi da Francesco Tortorella, responsabile dei progetti AMU, Azione per un Mondo Unito,  e dalle personalissime esperienze di Badr Fakhouri, siriano, eroe dei diritti umani nel 2016, residente da anni a Barletta e coordinatore della Home & Homme. Il libro accompagna i lettori nei luoghi dove la guerra ha lasciato il suo segno, laddove le scelte politiche e il clamore mediatico appaiono distanti e indifferenti alla vita quotidiana di famiglia, donne, uomini e bambini che ogni giorno portano avanti la ricostruzione in uno scenario di emergenza. “Mi sono trovato sotto i cieli siriani – scrive Michele Zanzucchi – in mezzo alla gente comune, ai poveri, agli impauriti, ai mutilati, portato in giro per il Paese da uno sgangheratissimo tassì guidato da un gentilissimo tassista, da Damasco, a Homs, ad Aleppo, passando da un posto di blocco all’altro, osservando la presenza di una quantità impressionante di uomini in divisa, quasi tutti disarmati e affaticati a dire il vero. Mentre tutto ciò accadeva, senza che si avvertissero particolari fremiti in una popolazione che da 7 anni scruta il cielo e aguzza l’udito per capire quanto il pericolo sia vicino, ho potuto ammirare l’eroismo di cristiani, alawiti e musulmani sciiti e sunniti”. In Siria “la Resistenza è un fatto quotidiano” e il libro narra, dunque, le sofferenze, la speranza, le storie di una vita che non si lascia piegare e dove l’intelligenza, la solidarietà e la generosità tra persone diventano atti eroici. Il terrore è negli occhi della gente. La descrizione di Aleppo, del Suq distrutto, scarnificato, disanimato, disinnescato nella sua capacità di coabitazione e di composizione delle differenze, suscita non poche emozioni in Badr Fakhouri, complice l’ottima interpretazione di Dolores Rotunno voce narrante di alcuni brani del libro.

     Il libro sostiene un Progetto di solidarietà dell’AMU, coordinato dal Movimento dei Focolari. “Le tensioni continue hanno martoriato il paese – sottolinea Francesco Tortorella, rientrato qualche giorno fa dalla Siria. Tante famiglie hanno perso il lavoro o sono sfollate in zone lontane dal centro città ritrovandosi isolate e senza nessun aiuto umanitario. Si vive sotto la soglia della povertà con forte carenza nell’assistenza medica e sanitaria a causa dell’immigrazione dei medici all’estero. Numerose le persone con disabilità fisiche. Tanti gli interventi e le attività dell’AMU inseriti nel Programma Emergenza Siria: assistenza socio-sanitaria, sostegno al reddito delle famiglie, educazione e formazione per ragazzi e bambini sordomuti”.  Il forte impegno di solidarietà dell’AMU e le testimonianze di Zanzucchi e Toschi sono elogiati da Emanuele Romallo, responsabile della Biblioteca e Antonio Matera dell’Associazione Igino Giordani, entrambi promotori dell’incontro.

     All’organizzazione dell’evento hanno collaborato anche il FIOF, l’Associazione La Breccia, Life Brain, Buon Campo e La Cantina Sociale di Barletta sempre in prima linea nei confronti della cultura della condivisione, della fratellanza e della pace.

 

Anna Russo Angelo Torre




Palermo, la scelta per gli ultimi: una comunità si adopera per le famiglie di etnia Rom.

Pubblichiamo due testimonianze arrivate da Palermo. La prima riguarda l’inserimento dei minori Rom nelle scuole della città e la seconda racconta dell’azione di alcune persone della comunità dei focolari per sostenere l’inserimento delle famiglie Rom in seguito alla dismissione del campo nomadi.

 I minori Rom che oggi frequentano la scuola sono quasi interamente “immigrati di seconda generazione”, bambine e bambini, ragazze e ragazzi per la maggior parte con cittadinanza non italiana, nati però sul nostro territorio, figli della migrazione delle numerose giovani coppie che, a seguito del conflitto civile in ex Jugoslavia, hanno deciso di trasferirsi in zone più occidentali d’Europa. I primi tentativi di scolarizzazione dei minori Rom sono stati avviati dal Provveditorato agli Studi di Palermo sin dagli anni ’90, da quando le prime comunità Rom si sono prima insediate in via Messina Marine e in seguito sono state trasferite al campo della Favorita.

Dal settembre 2006 sono referente per l’Ufficio Scolastico Regionale dell’inserimento e dell’integrazione scolastica degli alunni Rom. Ho accettato questo nuovo e difficile incarico con la consapevolezza che si sarebbe trattato, per me, non soltanto di un incarico d’Ufficio ma di una scelta d’amore verso gli ultimi della nostra città.

Le esperienze che sto vivendo adesso con i minori e i giovani Rom, le loro famiglie, le loro condizioni di vita direttamente viste e conosciute presso le baracche del Campo Nomadi della Favorita di Palermo, mi hanno disvelato una realtà ricca di umanità ma anche di sofferenza prima per me impensabile e inimmaginabile per la nostra città.

Per ciascun bambino che riesco a iscrivere a scuola si spalancano poi abissi di bisogni, diritti negati, problemi di sopravvivenza. Il mio compito dovrebbe limitarsi ad assicurare una scuola per tutti ma, dopo aver conosciuto i bambini e i genitori, sento che non posso limitarmi solo all’iscrizione formale. Così accompagno io stessa i genitori presso le scuole, li presento ai Dirigenti, parlo con i docenti, accompagno i bambini il primo giorno di scuola.

Dal 2006 ad oggi sono state realizzate numerose progettualità, iniziative, manifestazioni per diffondere la cultura Rom e promuovere l’integrazione scolastica. Le famiglie hanno gradualmente capito l’importanza della scuola e, nel tempo, bambine e bambini hanno proseguito il percorso scolastico, che prima era fermo solo alla scuola primaria, anche alla scuola secondaria di primo e secondo grado. Per poter coinvolgere più persone, ho chiesto e si è costituito ufficialmente un gruppo di lavoro permanente presso l’Ufficio Scolastico formato da docenti referenti delle scuole che accolgono i minori Rom e dalla direttrice in pensione della scuola con cui ho sempre collaborato per iniziative a favore dell’integrazione scolastica dei nostri alunni Rom. Con questo Gruppo abbiamo avviato numerose iniziative tra cui il reperimento di fondi per l’assegnazione di borse di studio che viene fatta già da due anni e attività di doposcuola con il coinvolgimento di altri volontari. Date le terribili condizioni del Campo, sempre segnalate in tutti gli eventi pubblici, molte famiglie sono partite in altri Paesi mentre altre hanno avuto in modo regolare la casa popolare. Delle centinaia di persone che inizialmente risiedevano al Campo adesso erano rimaste 54 persone di cui 24 bambini.

Il 5 aprile 2019 è stata eseguita la dismissione definitiva del Campo e il trasferimento di queste famiglie in alloggi non ancora definitivi. E’ stata una di quelle giornate che si incidono profondamente nella vita e resteranno per sempre impresse nella memoria e nel cuore. Tutti i giornalisti e curiosi non sono stati fatti entrare nel Campo. Io in veste ufficiale di referente dell’Ufficio Scolastico ho seguito dall’interno tutte le fasi, per condividere con le famiglie questo momento e manifestare vicinanza e solidarietà che hanno molto apprezzato. La mattina presto dopo aver fatto andare a scuola tutti i bambini e i ragazzi, insieme all’assistente sociale e a tutte le famiglie siamo andati nella baracca- Moschea per “l’ultima preghiera”. Ci siamo disposti a terra, sui tappeti, gli uomini davanti e le donne dietro, molti piangevano in modo commovente. Finita la preghiera, quando siamo usciti dalla baracca è iniziato a piovere e una signora Rom mi dice. “Dio piange con noi”. Poi arriva il Sindaco, ringrazia tutti per la collaborazione. Inizia il trasferimento delle famiglie verso alloggi rimasti secretati per evitare eventuali manifestazioni strumentali di protesta. Tutto avviene in un’atmosfera di grande tristezza ma anche di compostezza e civiltà. Neanche loro sanno dove andranno, ma hanno imparato a fidarsi di noi. Li rassicuro che nessuno resterà in mezzo alla strada.

Le Forze dell’Ordine familiarizzano e offrono biscotti. Le famiglie aspettano ordinatamente con i loro borsoni e valigie che mi ricordano quelle dei nostri immigrati del dopoguerra. Quando tutte le famiglie sono state trasferite inizia il lavoro delle ruspe e l’abbattimento delle baracche con dentro ancora tappeti e quello che è rimasto.

Sono contenta che nessuno, né grande né piccolo abbia assistito a questa operazione drammatica. Ci sono famiglie che da più di 20 anni vivevano in quelle casette che si erano sistemate come meglio potevano. L’assessore procura dei panini per il pranzo e poi metterà a disposizione una mensa che durerà per il primo mese. Nei primi giorni con un gruppo di volontari, straordinari non tanto per l’aiuto concreto quanto per l’amore che mettono anche nelle piccole cose come portare una tovaglia quando offriamo il pranzo nei primi giorni che la mensa non è ancora in funzione, provvediamo ai bisogni più urgenti andando anche a trovare i nostri amici nelle nuove sistemazioni e facendo sempre sentire la nostra vicinanza e il nostro aiuto concreto.

In questi giorni il cerchio delle persone di buona volontà che collabora per aiutare queste famiglie si è allargato sempre più a testimonianza che non sono i discorsi e le parole a poter creare spiragli nel massiccio muro del pregiudizio, ma solo l’esperienza dell’incontro reale tra persone, attraverso un dialogo aperto e sincero, fondato sulla reciprocità, cioè sulla capacità di dare e ricevere che è propria di ciascun uomo”.

Carla Mazzola

Referente per l’Ufficio Scolastico Regionale dell’inserimento e dell’integrazione scolastica degli alunni Rom

 

È stato proprio nel momento della dismissione del campo che abbiamo pensato quanto fosse necessario essere presenti, far sentire la nostra vicinanza, la nostra accoglienza, la nostra disponibilità. La prima sera dopo lo sgombero – la sera più triste e più difficile –  nella quale Carla e altre maestre avevano organizzato una cena all’aperto, siamo andate per conoscere queste famiglie e le loro necessità. “Siamo amici”, abbiamo detto. Uno di loro col cellulare ha filmato quel momento e commentava dicendo: “Ecco, vedete come sono affettuosi i cittadini palermitani, hanno portato da mangiare”. Carla si è interessata affinché i bambini potessero continuare a frequentare  la scuola e con l’assistente sociale del Comune ha organizzato un pulmino.

Anche se il Comune si è impegnato per trovare una sistemazione per ogni famiglia si sono manifestate delle necessità. Ad esempio in un Istituto (alloggio provvisorio) non fornivano lenzuola e asciugamani e le famiglie non potevano cucinare, né lavare i panni. Così con Ornella abbiamo portato tutto l’occorrente ed abbiamo fatto la spesa comprando alimenti che non era necessario cucinare e Ornella ha provveduto a fare il bucato. Qualcuno ha contribuito economicamente. Le famiglie alloggiate nelle case requisite alla mafia hanno avuto bisogno anch’esse di viveri per i primi giorni.

Una famiglia si è trasferita in un’altra città. Abbiamo trovato per loro delle valigie e tanti indumenti. Un’altra famiglia composta da papà, mamma incinta e tre bambini, in attesa di documenti  necessari per un trasferimento in Francia, dove ha dei parenti e la sicurezza di un lavoro, ha avuto bisogno di una visita per la mamma che è stata accompagnata da Ornella ed Elda presso un medico che gratuitamente ha fatto un’ecografia. Avevano bisogno anche di medicine e dato che provvisoriamente erano alloggiati in un albergo ed erano costretti a mangiare solo  panini, abbiamo pensato anche, con il coinvolgimento altri amici di preparare per loro ogni giorno il pranzo. Non posso raccontare la loro felicità! Con i soldi raccolti, anche da parte delle maestre, abbiamo comprato loro il baule per la macchina per il trasloco, poi abbiamo regalato vestitini per il nascituro. Un giorno avevo ricevuto un telefonino da destinare a chi ne avesse avuto bisogno. Così l’ho proposto a questa mamma che è rimasta felicemente sorpresa e commossa: proprio quel giorno  si era rotto il suo e non sapeva come fare. Quando i documenti erano pronti, abbiamo deciso di salutarli, anche per loro desiderio, prendendo insieme un gelato e abbiamo portato dei libri in  dono ai bambini, affinché non dimenticassero la lingua italiana. Prima di partire ci hanno mandato una scatola di cioccolatini e una letterina:

Per i nostri cari

Ciao a tutti, nel periodo più difficile che abbiamo avuto grazie a delle persone speciali che abbiamo avuto accanto abbiamo superato i nostri giorni più difficili. Sarete sempre nei nostri pensieri e non vi scorderemo mai; noi speriamo un giorno che la nostra vita sia migliore e che vi potremo ricompensare di tutto quello che avete fatto per noi. Grazie mille da Enis, Rita, Musa , Marvin, Sabrina. Vi vogliamo un mondo di bene.

 Hanno lasciato una letterina di ringraziamento anche alle maestre, affinché si facessero portavoce anche verso le famiglie dei compagnetti di scuola”.

Rori Cigna




Amiche

La grande amicizia che c’era sempre stata tra me e Irene cominciava a incrinarsi: mi sbatteva in faccia i miei difetti, mi spronava a cambiare stile di vita. Lentamente ci siamo allontanate. Un giorno che, per un incidente, ero finita in ospedale, Irene è venuta a trovarmi.

Dopo qualche esitazione, mi ha chiesto perdono per come si era comportata e nelle successive visite ha avuto per me delicate premure. Nel suo agire vedevo qualcosa di nuovo e di bello che però non riuscivo a spiegarmi.

Poi me l’ha con dato: un lungo travaglio l’aveva portata alla scoperta del Vangelo. Grazie al suo esempio, anche io ho ritrovato la fede.

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno V, n.3, maggio-giugno 2019)




Sul bus

Alcuni ragazzi seduti sui sedili posteriori mandavano a tutto volume musica rap, unendosi al cantante. Invano i passeggeri lanciavano loro occhiatacce: proprio questo sembrava incentivarli a urlare di più.

A un certo punto una donna di mezza età, grassoccia e con un volto ottimista, si avvicinò a quei ragazzi invitandoli a cantare meglio, in modo che tutti potessero ascoltare bene le parole delle canzoni.

Dopo un imbarazzante silenzio, iniziò un coro. Si capivano le parole, i ragazzi cominciavano a sorridere, la gente ad applaudire. Era bastato l’atto di coraggio di una donna, che certamente era madre, per cambiare l’atmosfera del bus.

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno V, n.3, maggio-giugno 2019)




Far da badante

Quando ho cominciato il mio servizio come badante presso una signora, lei era ottantenne e così malandata che sembrava dovesse morire da un momento all’altro. Ciò nonostante la nostra convivenza è durata dieci anni fino alla sua morte.

Non è stato facile, anche perché era vissuta da sola per quarant’anni dopo la morte del marito, acquisendo altre abitudini. Ho cominciato a vivere insieme a lei le piccole cose di ogni giorno, a esserle amica, mettendo sempre in grande rilievo l’importanza della sua partecipazione.

E a poco a poco anche la signora ha iniziato a interessarsi alle mie vicende, a condividere quello che le dicevo, dimostrandomi sempre più riconoscenza. Con la testimonianza del rapporto d’amicizia che s’era stabilito tra noi, abbiamo potuto risollevare e ridare speranza a molte persone anziane che incontravamo alla messa quotidiana o che venivano a visitarci. Alcune famiglie di nostra conoscenza, che pensavano di sistemare i genitori presso qualche casa di riposo, incoraggiate dall’esperienza che facevamo, hanno preferito assisterli in casa.

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno V, n.3, maggio-giugno 2019)




Cantieri dei Ragazzi dei Focolari: Estate 2019, tutte le iniziative

Pagina in continuo aggiornamento

Anche questa estate i ragazzi e le ragazze del Movimento dei Focolari daranno vita a dei progetti, i “CANTIERI”, per contribuire a costruire un mondo unito, a realizzare la fraternità universale, dando vita ad azioni di pace iniziando dalla vita quotidiana e dalle città e coinvolgendo tanti altri ragazzi. 

Vi presentiamo le iniziative per quest’estate 2019:


  • Croazia, dal 7 al 13 luglio 2019, per i giovanissimi del Veneto:

    Un laboratorio di fraternitá dove svolgeremo azioni sociali, ecologiche, workshop, conoscenza e scambio di esperienze tra noi e con i ragazzi del posto. Insieme vorremmo scoprire e concretizzare il progetto #ZeroHunger Generation.
    Questo il Cantiere 2019 organizzato dai Ragazzi per l’unità del Veneto per i ragazzi. Se hai dai 14 ai 17 anni sei il benvenuto!!! Quando lo faremo? Dal 7 al 13 luglio.  Dove? Nella Cittadella Faro (Krizevci)  – Croazia 🇭🇷 . Ti aspettiamo!!!!!!
    Il team Rpu Veneto 
     

    Per iscriverti clicca qui

    Visita il sito 

    Scarica il volantino

 


2. San Giovanni in Persiceto (Bologna) – 29 giugno-2 luglio 2019

 


3. Perugia, dal 27 al 30 giugno 2019

 


4. Palermo, dall’1 al 5 luglio 2019

  • Arrivo previsto domenica 30 giugno alle 19:00 con cena a sacco
    Partenza prevista sabato 6 luglio

ATTIVITA’:  Incontri interculturali al Centro Santa Chiara e alla missione Speranza e Carità
di Biagio Conte;
• Incontri con esperti
• Volontariato a Ballarò, Casa di tutte le genti, quartiere Roccella
• Attività ecologica

Scarica il volantino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


5. Clusone (BG), dal 29 luglio al 3 agosto 2019 

Ideato dai Ragazzi per l’Unità della Lombardia Est  – ECO_CANTIERE 2019

Iscrizioni su: https://forms.gle/dvbGR5kuSph6RUP59

Quota di partecipazione 140€

IL PIANETA ( a ) TERRA, #ZEROHUNGERGENERATION
Un’esperienza di fraternità, per ragazzi dai 13 ai 17 anni, che hanno a cuore il pianeta. Con laboratori, giochi, sport e camminate nel verde.

Scarica il volantino

 

 

 


6.  Camporosso (Tarvisio – UD) dal 3 al 7 luglio 2019 

Un’esperienza di alcuni giorni durante la quale i ragazzi si metteranno all’opera nell’ottica della proposta internazionale “MENTE, MANI, CUORE IN AZIONE”. Si tratta di un soggiorno in cui i ragazzi potranno, innanzitutto, mettersi al servizio del territorio con azioni sociali e attività volte alla salvaguardia dell’ambiente, inoltre saranno protagonisti di momenti formativi su tematiche di loro interesse e non mancheranno momenti per giocare e fare sport, immergersi nella natura e coltivare l’amicizia e lo scambio di esperienze con coetanei e adulti.  Scopo del CANTIERE MONDO UNITO è sensibilizzare  i ragazzi e, in secondo luogo le famiglie e tutta l’opinione pubblica, riguardo la necessità di promuovere una convivenza pacifica e solidale fra i popoli. Con ognuna delle loro iniziative i Ragazzi per l’Unità cercano di vivere e diffondere la cosiddetta “Regola d’oro” che, presente nelle principali religioni e culture, invita a “fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi e a non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi”. Perché la regola d’oro diventi realtà tra tutti gli uomini della terra i ragazzi si impegnano a  dare vita ad azioni di pace iniziando dalla vita quotidiana e dalle loro città.


7. Amatrice, dal 17-31 Agosto 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8. Genzano (Roma), dal 20 al 24 luglio 2019: “STOP N’ GO”


 

9. Roma, dal 13 al 17 luglio 2019,”STOP N’GO”presso la Comunità di Nomadelfia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


10. Terra Santa, 23-30 luglio 2019, Ragazzi per l’unità dell’Emilia Romagna

 

 

11. Carloforte (CI),Sardegna, dal 27 luglio al 1 agosto 2019




Conferenza stampa a Roma per il centenario di Chiara Lubich

CHIARA LUBICH 1920 – 2020 “Celebrare per incontrare”

 

 

 

 

 

 

 

Lunedì 18 novembre 2019 alle 12.00 presso la Sala Stampa Estera (Via dell’Umiltà, 83 – Roma), si terrà la conferenza stampa con la presenza di Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Giuseppe Ferrandi, direttore Museo storico del Trentino, Maurizio Gentilini, autore della biografia di imminente uscita “Chiara Lubich, la via dell’unità tra storia e profezia” (Città Nuova Ed.).

Modera Paola Severini Melograni, giornalista.

 




L’unità non è per pochi intimi . . .

“È stata un’occasione per ossigenare i rapporti”.

“Ogni volta che ci troviamo è speciale!”.

Saluti, abbracci, l’invito per una grigliata serale di inizio estate e la consapevolezza di aver donato un po’ di noi agli altri con quel “pizzico di divino”: così si è conclusa la prima, calda, domenica di giugno.

Una giornata di formazione e partecipazione attiva per la realtà giovanile del Movimento dei Focolari delle varie province della Lombardia, per approfondire alcuni strumenti della spiritualità collettiva e per riscoprire la genuinità del dove due o più.

“È stato un momento per fare chiarezza” – racconta Laura – “Torno a casa carica a mille, pronta a mettere le mani in pasta con un’anima nuova”.

“Mi è sembrato un momento autentico, di ripartenza e di ricerca per uno scambio più profondo tra una generazione e l’altra”, ci confida Donatella.

La giornata è stata l’appuntamento conclusivo di un percorso di formazione iniziato lo scorso aprile a Schilpario (Bg), dove ci eravamo confrontati con temi impegnativi, quali il rapporto con Dio e il rapporto con l’Altro.

Domenica si è parlato invece del come attualizzare il dove due o più che Chiara ci ha insegnato nelle sfide quotidiane.

“È stata una giornata in Dio per andare verso gli altri con fede, gioia e fiducia”, dice Stefano; mentre Andrea ha capito che “La comunione delle esperienze parte dal mettere in atto il Vangelo” e che, come dice Sant’Agostino, “I dissensi occasionali senza rancore possono essere costruttivi”.

Interrogarsi sul proprio essere “GEnerazione Nuova” oggi, nel 2019, con tutti i punti di forza e le fragilità, con tutte le contraddizioni e gli entusiasmi, così come Dio ci ha scelti, è il terreno per progredire insieme nel costruire l’Ut Omnes.

In questo cammino di discernimento ci hanno aiutato le parole di Chiara Lubich, che ci ha raccontato dell’esperienza di vita nel suo focolare; il confronto con alcuni adulti dell’Opera che attraverso piccoli aneddoti quotidiani e qualche ricordo del passato ci hanno rinsaldato nel presente; infine i momenti di comunione fatti a piccoli gruppi, sulla scia di quel Patto d’Amore Reciproco che anche Carlo e Alberto (due gen di Genova per cui è in corso il processo di beatificazione, ndr) si sono scambiati nel 1980 e che resta ancora oggi un esempio prezioso per molti di noi.

“Mi è piaciuta l’idea di invitare Stefano, Luisa, Giuseppe, Donatella, Lavinia e nonna Eda. Ci hanno dedicato del tempo e questo mi ha fatto sentire parte di un Tutto”, dice Francesco.

“Ho avuto modo di capire meglio che vivere all’unisono può significare condividere ogni cosa non solo come ‘semplici amici’, ma scoprendosi pronti a tutto per l’altro. In particolare penso che la comunione delle esperienze sia qualcosa di contagioso, perché da un atto d’amore parte sempre un altro atto d’amore”, ci racconta Sofia.

La volontà di ascoltarsi e impegnarsi a vedere Gesù nell’altro è stato il filo conduttore della giornata.

Farsi carico del fardello dei nostri compagni di viaggio, vivere la Parola con loro, condividere le Esperienze reciproche: è anche questa la comunione di cui parla Chiara, quella “comunione spirituale che darà sempre sprint alla vita ideale; essa ci aiuterà ad amare meglio Dio nella sua volontà e a tradurre in vita la Sua Parola” (Rocca di Papa, 22 settembre, 1994).

Perché l’Unità non è per pochi intimi, ma è un seme che attecchisce nel terreno se questo è coltivato con premura. Piano piano cresce e trova nutrimento in quell’Amore scambievole a cui anche io posso contribuire.

Benedetta Appiani




Un attimo può cambiare la vita

I giorni scorrono così veloci da procurare il fiatone che allenta i molti propositi messi in cantiere, a volte anche non realizzati perché ti piombano addosso avvenimenti imprevisti come è capitato a me specie in questo mese con le luci della chiesa in tilt, il riscaldamento capriccioso, i ladri in casa e poi la caduta.

Proprio la caduta che ha annientato molti miei progetti mi è però stata utile per una riflessione sulla mia vita, sul mio presente e sul mio futuro soprattutto quando ero a terra con un male terribile da non potermi alzare. E proprio lì pensavo ai malati immobili, doloranti, distesi per ore sui lettini del pronto soccorso nell’attesa di un aiuto, di un sollievo. La spalla mi doleva da levarmi il respiro, sanguinavo dalla testa ma non c’era nessuno a cui chiedere aiuto. Quando con fatica sono riuscito ad alzarmi mi sembrava di vedere doppio, confuso mi sono appoggiato alla ringhiera della scala per avere un sostegno e per riprendere “quota”. Il cielo era nero, l’erba del prato bianca di brina, tutto silenzio e in quel clima freddo mi è parsa davanti a me la vita … pochi momenti prima vivace e attiva, ora ferma e sofferente.

Che cosa sono mai io! In un attimo vengono annientati propositi, aspettative, progetti. Un attimo può  cambiare la vita. Mentre mi trascinavo in casa, il vociare dei bambini, che uscivano da scuola, mi metteva coraggio, i bambini pieni di gioia ritornavano a casa  desiderosi di un abbraccio, di una carezza, di parole di speranza.

Mi sono seduto con difficoltà e un po’ per volta il respiro affannato si è fatto tranquillo e mentre mi riprendevo mi correvano davanti le parole del Signore “Non avere timore, non sei solo, io sono con te”. Che sollievo! Il Signore è con me e coglie le mie ansie, illumina le mie perplessità, consola i miei dolori, solleva il mio cuore. Tutto è cambiato, il dolore fisico mi pungeva, ma il mio animo, illuminato da queste parole, si è sollevato e mi ha portato alla realtà pieno di coraggio per affrontare il pomeriggio con vigore.

Un attimo può cambiare la vita, una parola del Signore la può rinnovare e, anche se la difficoltà è presente, il sollievo di sentire Lui accanto ti dà la forza per affrontare ogni situazione, perché il suo coraggio diventa il tuo, il suo amore ti avvolge e ti mette nel cuore la spinta di non abbatterti.                                                                T. E.