In libreria un nuovo libro su Igino Giordani

Perle di Igino Giordani“, Raccolte e curate da Patrizia Mazzola

Le “Perle di Igino Giordani” raccolgono un gran numero di brevi e folgoranti frasi di uno scrittore, giornalista e politico italiano, direttore della Biblioteca Apostolica Vaticana e cofondatore del Movimento dei Focolari con Chiara Lubich.

I testi selezionati in questa raccolta, 200 aforismi, vogliono offrire un’esplorazione del pensiero di Giordani e, per rendere più accessibile e praticabile l’approccio alla lettura, sono stati accorpati secondo dieci tematiche, introdotte ciascuna da una breve riflessione della curatrice del libro:  Amore e Fraternità, Cristianesimo, Ecumenismo e Unità, Famiglia, Giustizia e Pace, Laicità e Libertà, Lavoro, Politica, Ricchezza e Povertà, Santità.

Il libro racchiude inoltre una biografia essenziale di Giordani e una ricca bibliografia dalla quale sono tratti tutti i testi pubblicati nel volume. Una pubblicazione che agevola la conoscenza e la riflessione sulla figura di questo grande intellettuale del XX secolo.

«Sono pensieri tratti da alcuni dei suoi numerosissimi libri scritti soprattutto durante gli anni difficili della conquista del potere da parte del regime fascista e il periodo che ne segue, quello della ricostruzione del Paese nell’immediato dopoguerra. (…) L’attualità delle sue considerazioni deriva da una irrinunciabile unità, sempre cercata, tra parola e vita, pensiero e impegno concreto, santità ed eroismo quotidiano. Per questo motivo, a quarant’anni dalla morte, la figura di Giordani continua a suscitare un dibattito vivace, e non soltanto all’interno del mondo cattolico, grazie alla sua voce profetica che continua, attraverso i suoi testi, a illuminarci e guidarci nelle sfide dei nostri tempi, per non farci arretrare dinnanzi agli smarrimenti e ai disinganni ai quali siamo esposti, infondendoci ancora oggi coraggio e amore concreto nei confronti dell’umanità»[1].

Il libro, al costo di 10 euro, si può acquistare presso le librerie, tramite il sito web dell’Editrice Effatà e i siti delle migliori catene di distribuzione libraria.  Dal 14 novembre 2019 in libreria.


[1] Patrizia Mazzola, Perle di Igino Giordani, Effatà Editrice, Torino 2019, p.6.




Gen Verde: “Come una ventata che risveglia le braci”

Ultime tappe di Gen Verde Acoustic in Italia, a Busca (CN)– con anche un workshop-lampo con giovani in gambissima – vicino al paese della nostra violinista Annalisa, e Saronno (VA); un passaggio veloce ma intensissimo.

Le note comuni? Una grande partecipazione del pubblico, espressa a tratti con silenzi e ascolti densissimi, a tratti con una vera esplosione di gioia, sempre con una vibrazione sorprendente o con applausi interminabili che dicevano adesione al messaggio ascoltato ma anche cantato e ballato da tutti. Era difficile dover dire: “questa è l’ultima canzone…”.

Stando a chi era presente, i concerti hanno portato una valanga di emozioni capaci di toccare l’anima; e si sono colte bellezza, intensità, gioia e speranza, limpidezza, tenerezza, testimonianza di fraternità e pace. Qualcuno ha apprezzato “il linguaggio musicale per tutti, ma chiaro e controcorrente”; qualcun altro ha avuto l’impressione che il concerto fosse “come una ventata che riaccende le braci presenti nel cuore della gente”.

E a noi resta nel cuore un grazie immenso per tutti.

Gen Verde




Studenti, Docenti e Staff dell’Istituto Universitario Sophia in udienza privata da Papa Francesco

Comunicato Stampa2_Udienza dell’Istituto Universitario Sophia con Papa Francesco_141119

ARTICOLO SU VATICANNEWS

TESTO DISCORSO DEL PAPA

Istituto Universitario Sophia – 14 NOVEMBRE 2019

Il 14 novembre 2019, l’intera comunità accademica dell’Istituto Universitario Sophia(Loppiano – Fi) sarà ricevuta in udienza privata da Papa Francesco in Vaticano.

«Ci è così donata la possibilità più bella di testimoniare al Papa la gratitudine per le parole che ha voluto rivolgere anche a Sophia nel corso della sua visita a Loppiano (il 10 maggio 2018) e la convinta e gioiosa unità al suo magistero di gesti e di parole con cui quotidianamente opera a servizio di tutta la famiglia umana in uno spirito che desideriamo trovi eco nella nostra attività accademica» ha commentato l’evento Mons. Piero Coda, preside dell’Istituto.

L’udienza, che si svolgerà a partire dalle ore 11.00, presso la Sala Clementina in Vaticano, coinvolge circa 200 persone, rappresentanti tutte le componenti dell’Istituto: docenti, studenti dei diversi cicli, staff. Un appuntamento che giunge solo pochi giorni dopo la cerimonia di inaugurazione dell’a.a. 2019/2020 (lunedì 11 novembre), con il conferimento del dottorato h.c. in Cultura dell’Unità al filosofo e teologo prof. Juan Carlos Scannone S.J., esponente della “teologia del popolo” e professore del giovane seminarista Jorge Mario Bergoglio.

«È importante che a Loppiano vi sia un centro universitario destinato a chi – come dice il suo nome – cerca la Sapienza e si pone come obiettivo la costruzione di una cultura dell’unità. […]». Così, si rivolse Papa Francesco il 10 maggio 2018, al popolo di Loppiano, la cittadella internazionale dei Focolari dove sorge l’Istituto Universitario Sophia. E incoraggiando la comunità accademica dell’Istituto: «Esso rispecchia, a partire dalla sua ispirazione fondativa, le linee che ho tracciato nella recente Costituzione apostolica Veritatis gaudium, invitando a un rinnovamento sapiente e coraggioso degli studi accademici. E questo per offrire un contributo competente e profetico alla trasformazione missionaria della Chiesa e alla visione del nostro pianeta come un’unica patria e dell’umanità come un unico popolo, fatto di tanti popoli, che abita una casa comune. Avanti, avanti così».

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Promosso dal Movimento dei Focolari ed eretto con decreto pontificio dal 2008, opera a Loppiano, nel comune di Figline e Incisa Valdarno (Fi), l’Istituto Universitario Sophia.
Al centro del progetto accademico è l’esperienza di una comunità di studio in cui si condividono ricerca, pensiero e vita quotidiana, tra studenti, i docenti e lo staff di più di 30 nazionalità. Sophia offre quattro percorsi di Laurea Magistrale in Economics and Management (in italiano e in inglese), in Scienze Politiche, in Ontologia Trinitaria (in Teologia e in Filosofia) e in Cultura dell’Unità, con i corrispondenti indirizzi di Dottorato. I titoli sono riconosciuti internazionalmente dal Processo di Bologna e attraverso accordi di doppia laurea.

Per un impatto culturale sempre più efficace, sono attivi alcuni centri di alta formazione: il Centro Evangelii Gaudium, Sophia Global Studies e il Sophia Center for Research in Politics and Human Rights. Apprezzati anche i programmi della Cattedra Piero Pasolini sul dialogo tra teologia, filosofia e scienza, e la Cattedra Athenagoras – Chiara Lubich sul dialogo tra Chiesa cattolica e ortodossa.

Ufficio Stampa Istituto Universitario Sophia

Tamara Pastorelli
Mail: ufficiostampa@loppiano.it

Cell. 3470064403

Via San Vito n.28, Loppiano
50064 Figline e Incisa Valdarno (FI) Italia




Echi dalla Mariapoli Europea 2019 (1)

Pubblichiamo la prima di una serie di testimonianze arrivate in redazione da alcuni partecipanti alla Mariapoli Europea, che si è tenuta durante questa estate a Tonadico, sulle Dolomiti.

Dal 14 al 21 luglio 2019, un gruppo di seminaristi da tutta Italia, con i loro formatori ed alcuni altri sacerdoti, hanno deciso di partecipare insieme alla prima settimana della Mariapoli Europea. Ecco la testimonianza di G., un giovane seminarista in cammino verso il sacerdozio.

“Non è semplice spiegare cosa sia l’esperienza di una Mariapoli Europea, cosa si è vissuto e scoperto. Sono venuto a conoscenza della Mariapoli durante un incontro organizzato dal Movimento di Focolari a Loreto a gennaio 2019. Pur non avendo chiaro cosa fosse una Mariapoli ho deciso di aderire alla proposta di parteciparvi per conoscere e approfondire meglio la spiritualità di Chiara. È stata un’esperienza totalmente nuova, trasformante e rivitalizzante. C’erano persone da tutta Europa e ciascuna parlava la propria lingua… Ciononostante questo non è stato un impedimento, anche per me che parlo solo italiano, per creare momenti di dialogo, fraternità e amicizia con tutti. Le giornate erano scandite da un programma che lasciava grande margine nella scelta delle attività proposte. 

Si è avuto modo di approfondire l’esperienza di Chiara avuta nel 1949 e di come questa esperienza non abbia cambiato semplicemente la sua vita, ma abbia dato vita ad un movimento e abbia contribuito a far nascere una nuova realtà nella chiesa. Uno dei momenti comunitari più belli è stato pregare insieme il giovedì: eravamo cristiani di tante confessioni diverse che pregavano insieme lo stesso Signore! Se dovessi definire l’esperienza della Mariapoli la definirei come unità e gioia, fede e cultura, semplicità e famiglia. Io ero alloggiato presso la baita Don Bosco più esattamente in una struttura autonoma proprio sotto le montagne. Ogni mattina aprendo la finestra lo spettacolo della natura toglieva il respiro con i suoi alberi e le sue alte montagne, con gli animali e i profumi della natura. Scendere per colazione e poi recarsi al luogo dell’appuntamento per dare inizio alla giornata era altrettanto bello. Ho avuto modo di conoscere altri seminaristi e subito si è creato un clima di fraternità, di condivisione semplice e di amicizia. La maggior parte di loro era alloggiata in un appartamento autonomo che è diventato il piccolo focolare dove ritrovarci per momenti di condivisione e di approfondimento, di risate e di scherzi. Essere uniti nelle cose semplici e quotidiane, come del resto essere uniti in molte attività, ci ha fatto scoprire la bellezza di essere insieme, ma ancor di più è stato sorprendente scoprire che in questa semplicità Gesù era realmente presente e quasi si percepiva. Ogni attività proposta nei vari workshop avveniva in un clima di fraternità e di gioia.

Nulla sembrava artificiale! Personalmente sono stato toccato soprattutto dai momenti di approfondimento della spiritualità di Chiara che hanno generato in me molte domande, ma hanno anche fatto luce su alcuni aspetti della mia vita. Torno a casa da questa Mariapoli con un desiderio rinnovato di impegnarmi in quello che già vivo, nella fraternità del mio presbiterio e nel desiderio di essere sempre più unito a Gesù. Torno a casa con il legame con nuovi fratelli. Un legame che spero possa continuare al di là della distanza. Torno nella mia diocesi avendo intuito che la via che Gesù ci propone e che la sua chiesa ci propone passa attraverso l’esperienza “dell’essere uno”. Non ho raccontato delle passeggiate, non ho spiegato in ogni dettaglio il workshop e neppure i programmi di ogni singola giornata, ma spero che sia passata la bellezza e la ricchezza di un’esperienza umanizzante che almeno dal mio punto di vista è stata fondamentale per ricentrarmi sul mio “sì” detto a Gesù, alla chiesa, alla mia diocesi e a tutti i fratelli il giorno della mia ordinazione diaconale”.

E alcune righe di A., seminarista indiano studente in Italia:

“La mia esperienza di Mariapoli Europea.  in questi brevi giorni posso dire che non sono solo, ma ho una grande famiglia di Focolari con me. Mi sono piaciuti molto i membri del comitato organizzativo nel modo in cui hanno organizzato le cose. Vorrei far conoscere questo Movimento nel mio Stato perché nessuno nel mio Stato conosce questo movimento. Questa esperienza della Mariapoli rimane sempre  rimane sempre nella mia vita”.

 




Convegno Internazionale per Vescovi – Trento e Loppiano

Convegno Internazionale per Vescovi organizzato in collaborazione con il “Centro Evangelii gaudium” dell’Istituto Universitario Sophia sul tema: “Un carisma a servizio della Chiesa e dell’umanità. A cento anni dalla nascita della Serva di Dio Chiara Lubich”.

Gli interventi previsti svilupperanno il tema su come comunicare Dio oggi, attraverso contributi, esperienze e testimonianze alla luce della spiritualità dell’unità. Il Convegno sarà anche l’occasione per approfondire la comunione fraterna fra Vescovi di paesi e continenti diversi in uno spirito di sinodalità affettiva ed effettiva.

Tale incontro si terrà in Italia dal 8 al 12 febbraio e si svilupperà in due momenti: il primo a Trento, nei giorni 8 e 9 febbraio; il secondo, dal 10 al 12 febbraio, presso l’Istituto Universitario Sophia (che ha sede nella cittadella di Loppiano, Figline e Incisa Valdarno – Firenze).

Invito Vescovi Italiani 2020

Programma

Far pervenire l’adesione alla segreteria del Convegno email: segves@focolare.org




Fare catechismo insieme e coinvolgere le famiglie

Sono catechista in una quinta elementare. All’inizio del percorso iniziato in seconda, non riuscivamo a trovare in parrocchia catechisti disponibili per questo servizio. Tra i genitori dei bambini c’era anche mio genero e anche lui ha rifiutato di impegnarsi per questo servizio.
Il giorno delle iscrizioni si sono presentati ben 36 ragazzi e, trovandomi in difficoltà, ho chiesto a mio genero di darmi una mano per compilare i moduli.
 
Lui generosamente si è prestato e rendendosi conto delle poche forze, ha dato la sua disponibilità e tuttora fa il catechista. Tra i nominativi dei bambini iscritti c’era il figlio di una signora che conosco e che abita in una parrocchia vicina. Un giorno l’ho incontrata al mercato e, approfittando di questa occasione, le ho chiesto se era disponibile a dare una mano per il catechismo.
 
Meravigliata per la proposta ha detto subito di sì. Da sola non se la sentiva ma insieme a chi aveva più esperienza lo avrebbe fatto molto volentieri. Eravamo così 2 catechisti con esperienza e 2 che iniziavano per la prima volta. Ma soprattutto avevamo la possibilità di operare con Gesù in mezzo a noi. Ho ringraziato Dio per tutto questo, Lui tra di noi ha fatto grandi cose che da sola non avevo mai sperimentato.
 

Riscontravamo difficoltà educative con i ragazzi ma soprattutto con le famiglie. Così abbiamo proposto al nostro parroco qualcosa di diverso dai soliti incontri con i genitori. Con coraggio e fiducia nella provvidenza abbiamo proposto degli incontri con Ezio Aceti citando la frase “PER EDUCARE UN BAMBINO CI VUOLE UN VILLAGGIO”. (Anche il Papa ultimamente ha citato questo proverbio africano.)

In questo percorso abbiamo coinvolto, oltre alle tre parrocchie vicine, le scuole elementari, la scuola media ed i servizi sociali del Comune. Gli incontri, programmati al sabato sera, si sono dovuti tenere in chiesa in quanto i saloni parrocchiali non contenevano le numerose persone intervenute (oltre trecento).

La chiesa era piena ogni volta e per aiutare i genitori abbiamo offerto il servizio di babysitting nei saloni parrocchiali sotto la chiesa. Ogni volta erano più di cento i bambini da gestire. Per questo bisogno abbiamo chiesto aiuto a Famiglie Nuove. Il loro aiuto è stato prezioso e molto apprezzato. La risposta così numerosa a questi incontri ci ha fatto capire quanto siano importanti e sentiti questi temi sull’educazione al di là di ogni credo religioso.

L’anno dopo, sollecitati dai servizi sociali del Comune e per dare una continuità al progetto educativo iniziato, sono stati proposti altri tre incontri con il dott. Alberto Pellai e con il prof. Giuseppe Milan, proponendo temi riguardanti l’età evolutiva.

L’impegno continua e sono in fase di programmazione altri due/tre incontri sul tema della comunicazione in famiglia (tra i genitori e con i figli), organizzati sempre con il Prof. Giuseppe Milan e con Gigi De Palo, presidente del Forum Nazionale delle Associazioni Famigliari.

Ci sembra di aver donato ai genitori presenti momenti di luce, di speranza e di aiuto concreto nella fatica educativa con la consapevolezza che insieme si possono condividere e superare le fatiche e le preoccupazioni, ma anche le gioie e le esperienze di vita vissuta.

Annamaria e Marco




Dall’IO al NOI: una giornata per ripartire con maggiore slancio e nuova decisione

Domenica 13 ottobre 2019, a Gazzera di Mestre (VE), ci siamo ritrovati in oltre 600 persone del Movimento dei Focolari del Veneto  per “raccontarci” del nostro percorso ecclesiale, del nostro vivere e lavorare per la nostra Chiesa locale. Fin dalla preparazione iniziata ai primi mesi del 2019 sentivamo che non potevamo confrontarci con i soli “addetti ai lavori”, ma tutti potevano essere protagonisti.

Così è stato! Una giornata importante per ciascuno, un ribadire la volontà di vivere nella contemporaneità, superando chiusure, ripiegamenti su sé stessi e una visione a volte pessimistica dell’impegno comunitario nelle realtà ecclesiali.

Illuminante il video di Chiara Lubich del 1966 “La passione per la chiesa“. Chiara ha ci riportato attraverso le sue parole all’esperienza iniziale del Movimento dei Focolari, all’appartenenza alla Chiesa come madre, nell’impegno ad avere uno sguardo universale che abbracci tutta l’umanità. Questi stimoli hanno permesso di affrontare alcuni temi in 27 gruppi di discussione, partendo dalla riflessione del nostro compito all’interno delle varie realtà ecclesiali.

Sono state affrontate alcuni delle  principali tematiche di questo impegno: i rapporti con le istituzioni, le relazioni per un maggior dialogo, l’impegno nei vari campi di servizio, il dialogo interreligioso e le prospettive future.

Quanto emerso è stato raccolto in 3 grandi aree.

La prima riguarda la consapevolezza: la necessaria capacità di rivedere con un nuovo sguardo la presenza all’interno delle realtà ecclesiali mantenendo una dimensione universale che include tutte le realtà umane, le sofferenze e le richieste che vengono dai vari luoghi del pianeta. Il Carisma dell’Unità permette di affrontare le sfide che quotidianamente ci vengono proposte, non solo mediante l’ascolto, ma anche con la capacità di fare proposte e lavorare per il cambiamento.

La seconda area messa in luce: la condivisione e la relazione. Il vivere per il testamento di Gesù: “Che tutti siano uno” ci deve caratterizzare come agenti di dialogo e relazioni costruttive. In moltissime occasioni possiamo creare ponti, offrire idee e indicazioni per creare spazi di collaborazione. Se valorizziamo la formazione ricevuta, la capacità sviluppata nel tempo di saper cogliere gli elementi di positività grazie alla presenza del Risorto fra noi possiamo essere agenti di nuovi ed efficaci legami sociali. Seguendo le parole di Chiara, possiamo affrontare le difficoltà, i conflitti e le incomprensioni che spesso sono presenti nelle nostre comunità cristiane per fare passi in avanti, per essere costruttori di pace e di fraternità.

Infine la terza area riguarda la proiezione, l’apertura all’inclusione delle varie realtà che compongono la nostra società.

Le innumerevoli esperienze vissute nei vari territori ci dicono che negli ultimi anni stiamo cercando di buttarci più fuori, non per essere attivisti, ma per donare quanto abbiamo maturato e provare a costruire insieme ad altri un’umanità più accogliente, più solidale e con più giustizia.

Ci sembra che le tre parole emerse consapevolezza, condivisione e proiezione sono quelle che sintetizzano un impegno scaturito dal cercare di vivere la Parola di Dio mettendola in pratica negli ambiti quotidiani del nostro operare.

Certamente siamo solo agli inizi di un cammino ancora lungo, ma sentiamo di essere  molto cambiati e gli orizzonti che Chiara Lubich ci ha fatto intravvedere sono quanto mai attualissimi nell’oggi della Chiesa di Papa Francesco e dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari). 

La commissione preparatoria – Percorso Ecclesiale Veneto




Il film su Santa Scorese vince alla Festa del Cinema di Roma

Forse in pochi se lo aspettavano. “Santa subito”, il film di Alessandro Piva ha battuto tutte le previsioni e ha ricevuto proprio a conclusione della rassegna cinematografica della Festa del Cinema di Roma il Premio del Pubblico.

Racconta la drammatica storia di Santa Scorese, una giovane di Bari, che si conclude con la sua morte avvenuta  nel 1991 per mano omicida da parte di un uomo che l’aveva perseguitata per tre anni. E proprio questa storia, purtroppo attualissima, ha colpito gli spettatori nella affollatissima sala Petrassi, dell’Auditorium del Parco della Musica, che hanno risposto con un lunghissimo applauso alla fine del film, quasi un doveroso e profondo omaggio a Santa e alla sua famiglia.  All’anteprima erano presenti infatti, oltre il regista e i suoi collaboratori, anche la famiglia di Santa: i genitori, la sorella Rosa Maria, le amiche storiche… A quasi 30 anni dalla sua scomparsa, le lacrime della madre di Santa, Angela, ci mostrano in tutta la sua durezza il dolore ancora vivo in lei e nella sua famiglia.

Sarebbe la prima vittima di stalking in Italia e oggi su di lei è aperto un processo di beatificazione per presunto martirio. “Santa faceva parte del movimento dei Focolari e delle missionarie dell’Immacolata padre Kolbe, frequentava la Chiesa, andava a messa ogni mattina”, racconta Rosa Maria Scorese nel film, “le piacevano le canzoni del Gen Verde e del Gen Rosso”. 

I titoli di coda del film sono dedicati alle donne vittime della violenza e “ai sopravvissuti” a questa tragedia che si poteva evitare. Si spengono le luci sulla Festa del Cinema ma non si spegneranno su questa straordinaria e incredibile giovane.

Patrizia Mazzola




A Teramo per il CnDay 2019: “Leggere insieme Città Nuova”.

“Parola scritta – parola testimoniata”, il tema per la giornata dedicata alla rivista del Movimento dei Focolari, svoltasi nel carcere di Castrogno e nella Sala Polifunzionale di Teramo.

“Il 19 ottobre 2019, in numerose città italiane, si è svolto il Città Nuova Day, evento collegato alla lettura e diffusione del mensile Città Nuova . “Da come guardi il mondo tutto dipende”, questo il titolo dello spot di quest’anno. Città Nuova, infatti, vuole abbracciare le differenze e cogliere prospettive insolite mettendo in luce il positivo esistente nelle storie e nelle coraggiose iniziative di tante persone e associazioni che agiscono per il bene comune.

A Teramo due sono stati i momenti del CN Day: al mattino presso la Casa Circondariale di Castrogno per i detenuti, gli operatori ed i volontari; nel pomeriggio presso la Sala Polifunzionale della Provincia. Il tema della giornata è stato: “Parola scritta – Parola testimoniata” svolto da Ezio Aceti, noto psicoterapeuta. L’associazione “Il raggio”, espressione del Movimento dei Focolari, ha sostenuto l’intera organizzazione.

Sulla scia di rapporti costruiti nel tempo, in particolare con la responsabile dell’area trattamentale Elisabetta Santolamazza, è nato il progetto “Leggere insieme Città Nuova”. Da tre anni si fanno incontri settimanali con i detenuti e, da alcuni mesi, anche per la sezione femminile, con la preziosa collaborazione di Teresa Di Bernardo, direttore dell’Ufficio Locale Esecuzione Penale Esterna.

La lettura di alcuni articoli, liberamente scelti, e il relativo dialogo tra volontari e detenuti, danno vita a un processo per cui, dai contenuti dell’articolo, si attiva un confronto che riconduce alla dimensione esistenziale, una rivisitazione del proprio vissuto, riaccendendo in loro il desiderio di riannodare i fili spezzati della propria vita. Le tre parole che più caratterizzano il progetto sono: “incontro – ascolto – racconto” che spesso stimolano alla scrittura con la personale rielaborazione e interpretazione.

Protagonisti della mattinata sono stati i detenuti e le detenute, i quali attraverso la lettura dei loro elaborati hanno coinvolto emotivamente i presenti. Gli stessi sono stati ripresi da Ezio Aceti che, nel suo articolato intervento e nel successivo partecipato dibattito, ha focalizzato la generale attenzione di tutti sul valore e sulla dignità di ogni persona.

Le note degli EIS, band del territorio, hanno accompagnato l’intera mattinata da loro conclusa con il brano “Mai soli” (Progetto 1) in vera sintonia con il contesto. A fine mattinata una detenuta, che aveva donato la propria esperienza relativa ai figli, così ha scritto: “Oggi per me è stato un giorno speciale, difficile ma speciale. Grazie alle volontarie dei focolari ho tirato fuori il sentimento più doloroso che ho dentro. Grazie a loro sono riuscita a parlare ma soprattutto sono stata ascoltata.” Nel pomeriggio numerosi i presenti di ogni età, insieme ad alcuni detenuti autorizzati, hanno animato a poco a poco la Sala Polifunzionale, mentre in contemporanea in 50 città d’Italia i lettori del mensile dei Focolari si sono ritrovati attorno ai tanti temi che approfondiscono sul quotidiano on line, sui libri e sulle riviste, illustrando varie attività, presentando iniziative culturali.

Oltre agli interventi dei detenuti, il programma ha previsto la partecipazione del giovane Alhagi Gaye, un giovane diciannovenne del Gambia, arrivato in Italia con passaporto umanitario che, tramite una rete di solidarietà organizzata da varie Associazioni (AMU e AFN).

L’intervento di Ezio Aceti, sostanziato da una profonda e poliedrica competenza ed ispirato al pensiero e alla vita di Chiara Lubich, ha incantato la platea per più di un’ora centrando l’attenzione sul potere della parola e sulla sua incredibile capacità di risanare, confortare, costruire ponti e non muri. Parola che gli articoli della rivista Città Nuova cercano di diffondere con serietà e professionalità.

Scrive Lina: Mi sono resa conto, semmai ce ne fosse bisogno, di quanti errori si fanno con le parole, quanto dolore s’infligge, e quanto ne subiamo, ma la cosa bella è che possiamo ricominciare… ricominciare daccapo, senza vergognarci, senza mai perdere la speranza di diventare persone migliori, positive ed accoglienti, motivate a fare del bene.”

Brani musicali eseguiti alla tastiera da Chiara Ciafardone hanno impreziosito i momenti di riflessione.”

Gli amici di Città Nuova

 




A Teramo la XV edizione del Torneo Massimiani

Riceviamo e pubblichiamo da Teramo.

“È una bella domenica di sole a Teramo nei campi dell’Interamnia e alle 9.30 inizia la 15esima edizione del torneo Massimiani, torneo di calcio, e da qualche anno anche di volley, che vede gareggiare ragazzi provenienti da Abruzzo e Molise. Incontri calcistici con 20 squadre iscritte (circa 120 ragazzi dai 6 ai 19 anni) ricordando Matteo Massimiani, giovane 16enne, ciclista infaticabile, che ha perso la vita mentre con grinta e tenacia tagliava l’aria con le sue due ruote. Con generosità verso i suoi avversari viveva per la fraternità universale anche lo sport. Un santo dei nostri giorni anche lui, come Chiara Luce Badano e Pietrino Di Natale (per il quale si è avviato il processo di beatificazione).

Il fischio di inizio del torneo si accompagna con il lancio del dado del fair play* che aiuta ogni giocatore a rispettare il compagno di squadra e l’avversario dando il meglio di sé. Vincitori anche nel buon gioco, quindi, coloro che si sono impegnati a mettere in pratica la regola riportata sul lato del dado lanciato insieme. La mattina scorre tra partire e gironi e, dopo la pausa pranzo preceduta dalla messa, si riprende con le finali. Quest’anno la testimonianza di una atleta con difficoltà motorie che racconta l’importanza fisica e psichica dell’attività sportiva nella sua vita.

Lucilla Pomponi e Francesco Di Iorio, psicoterapeuti, coinvolgendo i genitori presenti in un momento di riflessione, sottolineano l’importanza dello sport per la crescita fisica e psicologica dei ragazzi. Tra loro anche Luisa, mamma di Matteo, che racconta emozionanti momenti della sua vita sportiva. Le premiazioni segnano la fine del torneo ma, se per un scudetto si farebbe anche un fallo, di certo qui a vincere è stata la gioia dell’incontro… Tra “stranieri” sì, ma che si riconoscon fratelli anche se le maglie le han diverse!

Chiara D’Alfonso

 * Il dado propone 6 regole per educare alla pace attraverso il gioco e lo sport. Un dado ideato all’interno del progetto Sport4Peace promosso da Sportmeet, espressione culturale del Movimento dei focolari nel campo sportivo che vede insieme sportivi di tutto il mondo, insegnanti, studenti, operatori sanitari con varie competenze nel campo dello sport.

 




Dal sagrato di una chiesa… al torneo di calcio.

Riceviamo e pubblichiamo questa esperienza da Pescara.

Due squadre speciali al Torneo Massimiani  

“Ho potuto partecipare al torneo di “calcetto a 5” accompagnando con altri amici addirittura due squadre di bambini. A questo avvenimento devo fare una doverosa premessa. Abito in un quartiere dove è presente una consistente comunità Rom. Le famiglie sopportano disagi di vario tipo, dalla poca conoscenza della lingua italiana alla mancanza di integrazione degli adulti, in quanto l’attività di raccolta del ferro scartato non è riconosciuta come lavoro e quindi non hanno copertura sanitaria e altre facilitazioni di cui ogni cittadino europeo gode. Fortunatamente i bambini frequentano normalmente le scuole d’obbligo.

Davanti alla chiesa dove vado a messa quotidianamente, incontro sempre una donna che chiede l’elemosina. Una domenica era di nuovo lì, col figlio undicenne. Ho pensato di darle un po’ di più. Mentre tornavo a casa mi ha raggiunto il bambino con una bolletta della luce da pagare e, nel sorridermi, ho notato i suoi denti cariati. Ho pensato che in questo problema potevo aiutarli. Ho così chiesto a un amico dentista di curarlo. Dopo poco tempo il papà mi ha detto che anche il fratello maggiore aveva problemi odontoiatrici. Ho cercato altre soluzioni possibili, e infine ho trovato un altro amico dentista disponibile.

Così, conosciuti i ragazzi, ho parlato loro del torneo di calcio “Massimiani”. Si sono subito entusiasmati e hanno coinvolto i loro cugini che abitano nel quartiere. Abbiamo cominciato a fare gli allenamenti trovando la disponibilità del campo della parrocchia due volte la settimana. Un amico s’è aggiunto nell’aiutarli durante gli allenamenti e un allenatore professionista è venuto a trovarci per darci consigli preziosi.

Sarebbe stato bello presentarci al torneo con la divisa come le altre squadre. Le abbiamo trovate 3 giorni prima dell’evento grazie a una società sportiva che si è presa a cuore il nostro progetto. Il parroco di un altro quartiere vicino ci ha prestato il pulmino con l’autista e donato la quota di partecipazione al torneo. La prestazione sportiva non è stata eccezionale, abbiamo ancora bisogno di tanti allenamenti, ma l’entusiasmo e la serietà nelle partite, la correttezza nei rapporti con gli altri bambini, ci ha dato la possibilità di vincere, da parte di uno dei nostri giocatori, il riconoscimento più ambito: il premio “fair play”. È stata una domenica faticosa per le tante partite, ma senz’altro ricca di stimoli positivi per tutti. Alla domanda di un organizzatore ad uno dei nostri bambini: “da 1 a 10, che voto dai a questa giornata?” la risposta decisa è stata “11!”.

Mi sono reso conto di aver fatto l’investimento che nella vita mi ha fruttato di più, ben 5 euro dati sul sagrato di una chiesa”.

Francesco Lazzoni 




Assemblea Nazionale MPPU Italia

In una sala gremita a conclusione di LoppianoLab 2019 si è svolta l’Assemblea Nazionale del Mppu (Movimento Politico per l’Unità) Italia. Erano rappresentate quasi tutte le regioni con i propri centri ma anche insieme a tanti amministratori, politici, studenti, tutor delle scuole di partecipazione: tutti con in comune la passione per la Politica nel pensiero di Chiara Lubich.  

         Il presidente Silvio Minnetti presenta il nuovo Centro nazionale eletto in gennaio, illustra brevemente i convegni, i laboratori parlamentari, i progetti svolti fino ad oggi nelle varie regioni e le sfide che ci attendono nei prossimi mesi nella situazione politica italiana, con le fratture e le ferite che conosciamo. Segue un breve e incisivo saluto di Andrea e Rosalba, responsabili del Movimento dei Focolari in Italia, che ci sottolineano l’importanza del Patto dell’amore reciproco fondamentale per intraprendere il dialogo nella molteplicità dell’appartenenza politica.  

Centrale per il convegno è stata la meditazione su un testo di Chiara del ’49 spiegato dal prof. Emanuele Pili ricercatore di Filosofia dell’Istituto Universitario Sophia. Il desiderio era andare alla radice della Fraternità come Chiara la esprime nei testi del “Paradiso ’49”. “Che cosa deve vivere il politico che vuole assumere la Fraternità come stile di vita” questa la domanda che è sorta dalla meditazione. “E’ necessaria una Unità indistruttibile, fondersi l’uno con l’altro, essere semplici, per poter vedere tutte le cose attraverso il cielo dell’altro.” La nostra vocazione è “Ama il prossimo tuo come te stesso. Fuori dell’Unità la nostra identità è nulla.”   . . . 

Fonte sito MPPU Italia

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Intervista a Jesús Morán: per una vera alleanza educativa

Quali sfide educative ci attendono oggi, in un mondo in piena crisi antropologica? Se ne parla nel libro scritto da Jesús Morán, copresidente del Movimento dei Focolari, con Ezio Aceti, Verso l’uomo, edito da Città Nuova.

Il giornalista Lorenzo Russo nel corso del Città Nuova Day lo ha intervistato. 

Guarda l’intervista su Città Nuova.  




Concorso nazionale per le scuole: “Una città non basta”

Volantino 2020 Chiara Concorso nazionale scuole




Ridix: storia di un’azienda “vincente”

Lo scorso 12 ottobre 2019 si sono festeggiati i 50 anni della RIDIX un’azienda con sede a Grugliasco (TO) fondata da Klemens Fritschi nel lontano 1969.

Presenti i collaboratori ed ex collaboratori della RIDIX con i loro famigliari nonchè tanti fornitori provenienti dall’Europa e dalla Cina: circa 180 persone.

Per l’occasione Klemens stesso racconta la storia dell’azienda che si è strettamente intrecciata con la sua storia personale che qui riportiamo:

“Gentili collaboratori interni ed esterni della Ridix, gentili partner,
Vi ringrazio di cuore per aver accolto l’invito per la partecipazione a questa festa dei 50 anni. Già i risultati ottenuti nei primi 25 anni di attività della Ridix sono stati eccellenti ed ora, malgrado il perdurare di una profonda crisi non solo in economia, ma più generalmente nel modo del vivere e del lavorare, la Ridix ancora è cresciuta sia come volume di vendita di prodotti di altissima qualità che nell’intento di armonizzare il clima di collaborazione fra tutti. Ma qual è il segreto del successo della Ridix? Per caso ho visto recentemente sull’importante rivista “Focus” un articolo intitolato: “Il Futuro? E’ nelle nostre mani?” Oscar di Montigny, un importante manager, sposa un’idea controcorrente: “Per salvare il pianeta non dobbiamo guardare al nostro successo e al denaro, ma privilegiare la collettività. E’ il momento di nuovi eroi. Stiamo perdendo i riferimenti religiosi e culturali. Ci troviamo in un momento di grande confusione, ma anche di grandi opportunità. Dice ancora: le aziende sono il cuore di questo cambiamento”.
Riflettendo su questi aspetti e sulla bella storia della Ridix, oso riassumerla nel racconto di una favola: 60 anni fa un giovane nato e cresciuto in Svizzera e una giovane italiana si incontrano a Londra: tra loro nasce subito un rapporto di amore intenso. Quando la ragazza rientra in patria il giovane decide di cercare un posto di lavoro in Italia senza però conoscerne la lingua: quando lo trova fa salti di gioia. La ditta però si trova a Catania e solo facendo il viaggio in treno in agosto da Londra a Rorschach in Svizzera per salutare la sua famiglia e poi dalla Svizzera a Torino per conoscere i genitori di Margherita (così si chiama quella giovane) e finalmente da Torino a Catania, il giovane si rende conto che l’Italia è assai lunga… ma nessun ostacolo può impedire di proseguire il cammino ed infatti il primo luglio dell’anno 1961 si sposano. Perseveranza, lealtà e tanta fede erano i presupposti per poter realizzare questo progetto. Dopo alcuni cambiamenti trovo finalmente lavoro in una ditta di Torino – avete già capito che sono io il protagonista di questa favola!

Nel 1969 l’azienda per cui lavoravo chiude per l’età avanzata del titolare. Decido con alcuni colleghi di fondare la Ridix. Eravamo tutti molto giovani e inesperti, infatti dopo pochi mesi rimaniamo solo in due con prospettive apparentemente scarse di successo.
Intanto erano nati Andreas e Paolo e come famiglia eravamo molto felici.
Nell’anno 1974 Andreas, mentre si recava alla riunione degli scouts camminando sul marciapiede, viene travolto da una vettura. Non ci sono parole che possano far capire il grande vuoto e la tremenda disperazione mia e di Margherita.
Quando il piccolo Paolo ha chiesto: “Papà…e adesso?” io l’ho abbracciato dicendogli “D’ora in poi l’unica cosa che possiamo fare è di amarci di più fra di noi e amare tutti”.
Poco dopo abbiamo partecipato ad un convegno intitolato: “Dio è Amore”
In questa occasione io e Margherita, piangendo, abbiamo incontrato Dio Amore e da allora abbiamo cercato di amare ogni persona che incontravamo.
Abbiamo mantenuto un rapporto molto stretto con i partecipanti di quel convegno: in seguito il giovane Ugo Pettenuzzo, poi Paolo Frand Pol, poi Michele Michelotti mi hanno chiesto di far parte della Ridix. Io ero assai preoccupato temendo di non poter disporre dei mezzi sufficienti per garantire le loro paghe e stipendi. Ecco, posso affermare che fra noi la cosa più importante, anzi indispensabile, era l’amore e la piena fiducia e su questa base siamo riusciti a impostare tutta l’organizzazione dell’azienda: questo orientamento c’è tutt’ora e rimane il segreto del successo della Ridix.
Tornando all’articolo ed all’idea controcorrente di privilegiare la collettività anche in azienda – che vuol dire agire nella consapevolezza che siamo tutti parte dello stesso sistema, che siamo tutti connessi – Oscar di Montigny sostiene che la difficoltà oggi consiste nel guardarsi dentro e capire cosa possiamo fare.
Oso dire che questo folto gruppo di impiegati, tecnici, venditori, soci, dirigenti, tutti insieme, nel corso di questi 50 anni, ha potuto sperimentare oltre al successo materiale, tanto entusiasmo e gioia.
Ma questa realtà va oltre i confini della Ridix: i clienti, i fornitori e il personale delle ditte di servizio ne sono coinvolti e anche gruppi di popoli fuori dal contesto imprenditoriale in Argentina, India, Marocco hanno potuto godere del successo, dato che da molti anni una parte degli utili viene destinata a popolazioni indigenti che ancora soffrono la fame e la più misera povertà: anche loro fanno parte dell’umanità.
Con sincera riconoscenza per il contributo di ciascuna e di ciascuno, vi saluto cordialmente”.
 

“DI OGNI DETTAGLIO FAI UN CAPOLAVORO …PERCHE’ TUTTO CIO’ CHE FACCIAMO E’ DEDICATO AGLI ALTRI”: questa frase ricordata tante volte da Klemens ha dato lo spunto per la produzione di un video aziendale molto coinvolgente:

A seguire, durante questo coinvolgente anniversario aziendale, la presentazione della STORIA di questi 50 anni della RIDIX, i VALORI, il FUTURO (vedi testi allegati):

STORIA RIDIX

VALORI

FUTURO




Piccole esperienze… pastorali (4)

Continua la pubblicazione di alcune esperienze scritte da sacerdoti che vivono la spiritualità dell’unità.

Riflessioni sulla Parola di Vita (giugno 2019): «Ricevete lo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni» (At 1, 8)

Al di là della critica … “Chi ascolta voi ascolta me”

Un giorno mi dovevo recare dal mio vescovo per aggiornarlo sui due mesi nella nuova parrocchia. Volevo raccontargli del mio inserimento positivo soprattutto, della buona collaborazione con il parroco, delle varie attività che sono coinvolto e, nello stesso tempo, della difficoltà del vivere le varie realtà: disunità su vari livelli pastorali delle comunità, difficoltà di creare unità tra i sacerdoti dell’Unità pastorale, critiche imprudenti. Sentivo che per me era molto difficile aggiornarlo soprattutto di queste difficoltà ma mi sono fidato anche del fatto che avevo condiviso con una persona tutto questo e lei mi aveva incoraggiato ad essere sicuro della frase del Vangelo “Chi ascolta voi ascolta me”, cioè credere nella grazia del Vescovo e che questo poteva essere un momento forte ma importante soprattutto per me e per il vescovo stesso.

Durante il colloquio ho parlato con tanta pace di quello che sentivo nel cuore, gli ho raccontato ciò che ho vissuto il giorno della ricorrenza del mio anniversario di ordinazione: quel giorno mi sono recato a celebrare la S. Messa sapendo che ancora una volta celebravo la messa soltanto per una signora anziana. Con sorpresa, entrato in chiesa, invece della solita signora c’era anche il sacrestano, quindi due persone. Ho celebrato con un desiderio di farlo bene e che in quel momento la messa non era solo per le due persone presenti ma c’era il mondo perché Lui si offre in ogni eucaristia per tutti! Forte è stata l’unione con Dio. Sono uscito da quella messa come se avessi celebrato per una cattedrale gremita di persone.

Il Vescovo è rimasto colpito da questa esperienza. Ma dovevo ancora fare una cosa nei suoi confronti e cioè ristabilire quell’unità che mi lega con il mio vescovo. Ho preso coraggio e gli ho detto del mio soffrire per queste piccole o grandi disunità, a volte provate anche con lui, e ora gli chiedevo in quel giorno particolare per me, il giorno della mia prima messa, di benedirmi. Lui ancora più sorpreso si è alzato dalla poltrona, mi ha abbracciato e poi io mi sono inginocchiato e mi ha benedetto! Ho deciso di dedicare la mia vita a creare relazioni con i sacerdoti qui dell’unità e del vicariato. Ci vorrà tempo? Forse sì, ma sono certo che sono i primi mattoni per creare ciò che lo Spirito sta chiedendo alle nostre comunità.

F.C.

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Piccole esperienze… pastorali (3)




Limoncello per Gerusalemme

Un contributo per la realizzazione del “Centro internazionale per la pace e l’unità” a Gerusalemme.

La notizia che finalmente incominciava a realizzarsi il Centro a Gerusalemme ha suscitato una grande gioia e il desiderio di contribuire per questo “sogno” di Chiara Lubich. Come, cosa fare?

Per la festa della Madonna del Carmelo (16 luglio) un nostro sacerdote è stato invitato a tenere la predicazione del novenario nella grande Basilica del Carmine. Abbiamo seguito questo evento con la preghiera. Abbiamo saputo che, dopo un’omelia, tutta la basilica è esplosa in un grande applauso.

Ci interrogava il fatto che nelle apparizioni di Fatima, precisamente l’ultima, quella del 13 ottobre 1917, appariva ai ragazzi nel cielo l’immagine della Madonna del Carmelo. Perché? Si è scoperto che lo scopo del “Carmelo” è quello di rendere la chiesa “mariaforme”. Non è questo anche uno degli scopi principali dell’Opera di Maria?

D’altra parte il “Carmelo” si trova nella Terra Santa, vicino a Gerusalemme, che ha a che fare con Maria e Gesù risorto. Il Centro nasce per rendere più stabile ed efficace la presenza del Risorto fra due o più persone e contribuire all’unità delle Chiese e al dialogo fra le Religioni.

Noi viviamo in campagna. Una mattina dall’alto del terrazzo di casa abbiamo notato una grande quantità di limoni che rischiava di andare a male. Si poteva fare qualcosa? Ed è nata l’idea di fare un “limoncello”.

La provvidenza si è messa subito in moto. I limoni sono stati messi a disposizione come anche la persona che conosce la tecnica. Ci vuole l’alcol, che costa un poco. Conosciamo un amico imprenditore di un supermercato. Siamo andati con l’idea forse di pagarlo a prezzo di costo. Ma egli, saputo dello scopo, ce ne ha regalati 4 litri. Anche le bottiglie occorrenti, di varia misura e forma, sono arrivate e sono state decorate gratuitamente.

Attraverso i social e in vari incontri di comunità, abbiamo cercato di coinvolgere più persone possibili. Non è molto, ma non abbiamo speso un soldo. Ben coscienti che il nostro vuole essere come “l’obolo” della vedova; ma anche che niente è piccolo o poco quello fatto con tanto amore. Abbiamo raccolto 1.250,00 euro e vi ha contribuito anche il nostro Vescovo.

Abbiamo “giocato” con questa “operazione limoncello” per contribuire a rendere più stabile la presenza di Gesù risorto tra le persone nella città santa. Siamo certi che sarà Lui ad operare l’unità tra le Chiese e il dialogo fra le Religioni, con l’aiuto di santa Maria del Carmelo Madre dell’unità.

Don Raffaele – Ischia




Processo di beatificazione di Chiara Lubich: si conclude la fase diocesana

Il 10 novembre prossimo si concluderà a Frascati (Italia) la fase diocesana del processo di beatificazione della fondatrice dei Focolari. Proseguirà in Vaticano, presso la Congregazione delle Cause dei Santi.

Si concluderà presso la cattedrale di San Pietro, a Frascati, alle 16.30 di domenica 10 novembre prossimo, la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione di Chiara Lubich, con lo svolgimento dell’ultima sessione dell’Inchiesta diocesana presieduta da Mons. Raffaello Martinelli, Vescovo di Frascati.

Con la chiusura definitiva di questa fase tutti gli atti dell’inchiesta, sigillati, saranno inviati in Vaticano, al termine di quasi cinque anni di indagini e approfondimenti sulla vita, le virtù, la fama di santità e di segni della Lubich. Con questo passaggio lo studio degli atti proseguirà presso la Congregazione delle Cause dei Santi.

L’iter per l’avvio della causa era iniziato il 7 dicembre 2013 – a cinque anni dalla morte della Lubich – con la presentazione della richiesta ufficiale al vescovo di Frascati da parte del Movimento dei Focolari. Il 27 gennaio 2015 mons. Martinelli ha dato seguito alla richiesta aprendo solennemente la causa.

In quell’occasione Papa Francesco si fece presente con un messaggio in cui ricordava il luminoso esempio di vita della fondatrice del Movimento dei Focolari a quanti «ne conservano la preziosa eredità spirituale». Inoltre esortava «a far conoscere al popolo di Dio la vita e le opere di colei che, accogliendo l’invito del Signore, ha acceso per la Chiesa una nuova luce sul cammino verso l’unità».

Ufficio Comunicazione Movimento dei Focolari

Dal sito focolare.org




Lettera al Presidente della Repubblica Federale di Germania

Pregiatissimo Presidente della Repubblica Federale di Germania

Frank-Walter Steinmeier

In queste ore siamo rattristati per il recente orribile attentato antisemita avvenuto ad Halle in Germania e restiamo sgomenti davanti alla tragedia che si sta consumando con l’operazione militare della Turchia nel Nordest della Siria contro i curdi siriani. Proprio a partire dalla complessità della situazione attuale che alcuni descrivono come “geopolitica del caos”, sentiamo la necessità di rivolgerci a lei su una questione che lega i nostri due popoli. 

Nei suoi ultimi interventi in Italia ha messo, infatti, in evidenza il peso delle vicende storiche che hanno legato il nome “tedesco”, senza aggettivi di appartenenza, alle stragi consumate sulla popolazione italiana dopo l’ambiguo armistizio dell’8 settembre 1943.

È certamente necessario non dimenticare l’abisso del male scatenato da una serie complessa di responsabilità e così ristabilire il senso di umanità e fraternità che lei giustamente richiama nei suoi discorsi. La memoria viva ci aiuta a comprendere il momento presente che vede una azienda italiana (la Rwm Italia) controllata dalla multinazionale tedesca Rheinmetall Defence, costruire ed inviare componenti di bombe d’aereo utilizzate nel conflitto in corso nello Yemen. Il recente stop del parlamento italiano a tali transazioni commerciali, denunciate da settori della società civile anche nell’assemblea dei soci della società con sede a Monaco di Baviera, ha comportato l’annuncio di un forte ridimensionamento del personale addetto nello stabilimento italiano, in un territorio che già vive gli effetti di una crisi economica di lunga durata. La mano che oggi dobbiamo disarmare è quella che pone il dilemma tra l’occupazione finalizzata all’invio di armi pesanti all’Arabia Saudita e la povertà per carenza di lavoro in una regione ricca di bellezza e dignità. Consideriamo irricevibile la tesi di chi giustifica il concorso nella fornitura di armi ai Paesi in guerra perché altrimenti altri lo farebbero al nostro posto.

Crediamo sinceramente di poter condividere con lei l’esigenza di escogitare tutti i modi possibili per uscire da tale contraddizione che mina alle fondamenta l’ideale di un’Europa capace di essere promotrice di pace nella giustizia. A livello internazionale e dentro le mura del Vecchio continente. Tante sono le risorse che possono trarci fuori da questa logica del ricatto che ci umilia come esseri umani che si indignano per le stragi orrende di un recente passato e rimuovono lo sguardo dalle tragedie dei nostri giorni dove si bombardano impunemente anche scuole e ospedali. 

Poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale, una donna del popolo, Lucia Pisapia Apicella, che viveva facendo la fruttivendola al mercato, rimase inorridita dallo scempio che si consumava sui resti di tanti giovani tedeschi morti nel tentativo di fermare l’avanzata degli anglo americani nel periodo seguente allo “sbarco di Salerno” del settembre 1943. Lucia, chiamata poi in Germania “Mutter der Toten”, riuscì a dare sepoltura a oltre 700 corpi di soldati, agevolandone l’identificazione, perché considerati giustamente unici e irripetibili nella loro dignità umana. 

Possiamo, Presidente Steinmeier, partire da questa memoria di bene possibile per costruire una vera unità europea come da lei auspicato assieme al nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Come ha detto con grande consapevolezza, lo scorso 25 agosto, a Fivizzano, davanti ai discendenti delle vittime di quel paese toscano, «Non dobbiamo dimenticare, per evitare che le nostre coscienze tornino a farsi sedurre e a oscurarsi».

Roma 14 ottobre 2019

Andrea Goller e Rosalba Poli, Movimento dei Focolari Italia

Giovanni Paolo Ramonda, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

Susanna Camusso, Cgil

Marco Piccolo, Fondazione Finanza Etica

Alfio Nicotra, Un Ponte per…

Silvio Minnetti, Movimento Politico per l’Unità

Mao Valpiana, Movimento Nonviolento

Maurizio Certini, Centro internazionale studenti Giorgio La Pira Firenze

Laila Simoncelli, Nicoletta Dentico, Carlo Cefaloni, Maria Bencivenni, Stefano Biondi, Claudio Paravati, Daniela Notarfonso, Alfredo Scognamiglio, Raffaele Natalucci, Domenico Palermo, Alessio Lanfaloni

Vedi anche articolo su Città Nuova




Piccole esperienze… pastorali (3)

Continua la pubblicazione di alcune esperienze scritte da sacerdoti che vivono la spiritualità dell’unità. Queste riflessioni sono tratte dal diario di un sacerdote, sulla Parola di Vita (maggio 2019): «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20, 21)

 Una specie di diario personale alla “luce” della Parola

3 maggio:

 La “parola” è sempre più illuminante e nello stesso tempo sconvolgente. Quel “come” che Gesù usa ti provoca le vertigini: amatevi come io vi ho amato; siate misericordiosi come il Padre, ed ora come il Padre ha mandato me così …! Ma quale abisso tra noi e Gesù al confronto di quello di Gesù col Padre! Il commento alla “parola” è molto bello nel notare la pochezza degli apostoli e la grandezza della missione affidata a loro. Ma l’essere mandati non è solo per i missionari, ma per ciascuno, anche se la nostra missione potrà ridursi ad un sorriso, ad un atto di pazienza, ad un piccolo servizio.

5 maggio:

Pure per me è chiara la “missione” che mi è stata data e confermata in questi giorni dal Vescovo.  Forse è ancora più preziosa perché le forze stano affievolendosi ed il ripetere sempre più spesso: “Gesù è per te” mi aiutano meglio a vivere l’attimo presente.

6 maggio:

La Parola esige il Maestro che la insegna. Quanto bello è pensare che ogni giorno dobbiamo andare alla Sua Scuola. Un giorno senza scuola è un giorno perduto. Tale pensiero mi aiuta averlo più presente e vicino.

7 maggio:

Questa mattina ho seguito la Messa del Papa in Macedonia del Nord. All’omelia ha parlato delle tre Comunioni, ma lui le ha presentate come una preghiera a Gesù per implorare la fame della Parola, la fame dell’Eucaristia e la fame della fraternità. Concludeva che il fratello è un sacramento che contiene la presenza di Gesù; è stato un “viatico” bellissimo per l’intera giornata.

8 maggio:

È un giorno speciale dedicato a Maria, ma è stato pure il giorno del nostro incontro. Bellissimo! La Parola, soprattutto la parola di mese è stato il cuore dell’incontro anche se mai l’abbiamo nominata espressamente. Abbiamo parlato della mia esperienza di Pasqua e del mio rapporto col Vescovo e con la Chiesa.

9 maggio:

Questa mattina ho preparato l’omelia per Domenica: la Parola è il tesoro più grande che possiamo possedere.  La riflessione sul Patto mi ha fatto capire che tutto si basa sulla Parola più importante: “Dio mio, perché mi hai abbandonato!” non avevo mai capito tale parola in profondità ossia il “sentirsi niente!”. Quale liberazione dall’uomo vecchio essa produce!

10 maggio:

“Così io mando voi!” Sentirsi ogni momento “mandati” da Gesù! Come usare bene il tempo senza sprecarlo … Quale responsabilità. Qualche santo ha fatto il voto di scegliere in ogni momento la cosa più perfetta … Certamente non è per me, ma rifletterci maggiormente è un dovere importante.

12 maggio:

La Parola è lo strumento con cui Gesù ci chiama, ci parla, ci fa conoscere la sua volontà. “Essere innamorati della Parola” ripete Papa Francesco. È troppo per dirlo, ma mi ci sforzo ad esserlo.

13 maggio:

Questa mattina ho ricevuto una umiliazione dal Direttore. Soprattutto mi ha fatto soffrire il modo con cui lo ha fatto! Tuttavia le umiliazioni di Gesù da essere chiamato “indemoniato” sono ben più dure che la mia, per cui ben vengano.

14 maggio:

Pensando alla giornata trascorsa mi è tornato alla mente che vivere o essere Gesù Abbandonato comporta il sentirsi “nulla”. Quanto è difficile viverlo e quanto spesso ci si dimentica. Ma dovrò tentare di ricordarmelo spesso, almeno in questo giorno!

18 maggio:

Oggi sono stato in famiglia a trovare i miei fratelli ancora viventi. Sono stato impressionato nel constatare che il Signore non solo ci manda, come lui lo è dal Padre, ma anche ci accompagna e ci spinge e raddrizza le nostre decisioni qualora esse non sono opportune. Gli incontri, i discorsi, sembravano tutti guidati dallo Spirito Santo.

20 maggio:

Oggi mi è sembrato che lo Spirito Santo fosse particolarmente presente nell’aiutarmi a completare i servizi che mi erano richiesti momento per momento e a risolvere le difficoltà per cui lo invocavo. Mi è pure scivolato a terra, da una certa altezza, lo smartphone, che mi è di grande utilità nella recita del Breviario: nessuna conseguenza. L’ho considerato una grazia particolare dello Spirito Santo.  Ho esperimentato anche lo smarrimento che avviene quando si è presi dal dubbio che tutto sia una illusione: ho pensato, invocandoli, a Bernardette e Santa Teresa del Bambino Gesù, che hanno fatto l’esperienza di tale buio.

23 maggio:

La “parola di vita” mi ha fatto oggi riflettere che Gesù è stato mandato e ci invia per proclamare la “verità”. I martiri sono tutti testimoni della Verità ad iniziare da Gesù. Pure gli avvenimenti politici di questi giorni ci invitano a riflettere su questo. Pure nella vita quotidiana siamo invitati a fare la “verità” anche se spesso ci costa, perché essa comporta sempre sofferenza: non suscitare risposte spiacevoli o mettere a rischio la stima di noi stessi o suscitare reazioni spiacevoli e così via. Tutto ciò mi aiuta a riflettere e ad esaminarmi più in profondità sulla mia coerenza.

G.B.

 

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Insieme si vince

Nell’internato dove abito come studente ci eravamo divisi i compiti di come e quando pulire la cucina comune. Uno di noi, che non lo faceva mai, si giusti cava dicendo che aveva molto da studiare, e un giorno confidò a un altro studente che certi lavori non li faceva neanche in famiglia, gurarsi farli con degli estranei!

La cosa continuò per qualche settimana. Ma è amore anche aiutare il prossimo a responsabilizzarsi. Per cui una sera ci siamo seduti e insieme abbiamo parlato del fatto che avevamo dei doveri e che non era giusto che qualcuno lavorasse di più.

La reazione dell’interessato è stata violenta, anche perché si sentiva accusato. Ma abbiamo cercato di rassicurarlo, dicendoci pronti a fare sempre noi la sua parte…

Quella serata “nella verità” ci ha resi più fratelli. Da allora il nostro compagno non solo ha cominciato a lavare i piatti quando era il suo turno, ma spesso lo faceva anche quando sapeva che qualcuno aveva da preparare un esame. Insieme si vince.

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno V, n.4, luglio-agosto 2019)




Antonio il barbone

 

La festa paesana veniva disturbata da un barbone ubriaco che gridava e imprecava. Non potevo rimanere inerte. Riuscii a calmarlo un po’ e lo convinsi a farsi accompagnare in auto nella baracca dove abitava. Era quasi mezzanotte.

Antonio (così si chiamava) divenne molto loquace, mi raccontò di quando anche lui aveva una bella famiglia, lavorava la ceramica ed era un artista apprezzato. «Vieni – mi disse –, ti mostro cosa so fare!». Ci trasferimmo in un capanno diroccato, il suo atelier di un tempo. Era un incanto vedere con quanta maestria modellava l’argilla…

A fasi alterne però aveva eccessi d’ira, e quando tentai di accomiatarmi da lui arrivò addirittura a minacciarmi con una pistola. Mi affidai a Dio e la pace scesa in me forse contagiò anche Antonio, che mentre salivo in auto mi si fece vicino, commosso: «Scusa, Adriano, non lasciarmi anche tu… Sai che non ho nessuno…».

Giorni dopo Antonio moriva in seguito a un incidente stradale. Alla notizia, mi prese un nodo alla gola, ma subito avvertii che mi era vicino più che mai: come dentro di me.

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno V, n.4, luglio-agosto 2019)




Piccole esperienze… pastorali (2)

Continua la pubblicazione di alcune esperienze scritte da sacerdoti che vivono la spiritualità dell’unità.  Nell’ambito del Movimento dei Focolari, ogni mese viene scelta una parola di vita che aiuta tutti a concentrarsi su un messaggio evangelico per metterlo poi in pratica durante il mese. Non è sempre scontato che i sacerdoti comunichino i momenti nei quali l’impegno della loro vocazione sia messa alla prova o, più semplicemente, momenti in cui venga condivisa la fatica che ciascuno mette nel proprio impegno quotidiano. Sono esperienze semplici, esperienze d’anima ma che vogliono raccontarci tutto lo sforzo per amare, tramite il ministero sacerdotale, le persone che sono state loro affidate o incontrate “per caso”.

Parola di Vita (maggio 2019): «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20, 21)

 All’interno della comunità

La pace è il primo dono che il Risorto dona ai suoi. È il dono che ho chiesto anche quest’anno al Signore nella celebrazione pasquale per me e per la mia comunità. Noto infatti con quanta facilità talvolta si possano adirare animi per cose da poco conto; purtroppo, come spesso accade, “… a costruire ci si mette una vita, mentre a distruggere basta un niente”.

Qualche tempo fa ci sono rimasto molto male per l’atteggiamento scorretto di alcune persone, non tanto nei miei confronti, quanto più in generale nei confronti dell’intera comunità. La cosa mi faceva parecchio soffrire, anche perché il torto ricevuto era ad opera di persone con le quali avevo l’impressione di aver speso tanto tempo e costruito qualcosa di significativo.

Dopo qualche tempo è tornata la serenità nel cuore che riconosco essere la Sua Pace, specie dopo essermi accostato al sacramento della riconciliazione dove ho sperimentato un dono tutto speciale. In quella circostanza ho capito veramente che tutte le cose belle hanno sempre un “prezzo” e che la sofferenza (anche quella interiore) diventa feconda nelle mani di Dio in modo misterioso e porta frutto fecondo là dove noi proprio non ce l’aspettavamo.

S. M.

Leggi piccole esperienze pastorali (1)




Città Nuova day: in streaming per l’Italia

Sabato 19 ottobre si è volto il Città Nuova day, una giornata nella quale, in numerose città d’Italia i lettori del mensile dei Focolari si sono ritrovati attorno ai tanti temi che approfondiscono sul quotidiano on line, sui libri e sulle riviste.

20 eventi in contemporanea. 12 le città in diretta streaming. Oltre 50 i punti di ascolto per un’originale expo del bene comune nel Belpaese. Potete rivedere lo streaming a questo link: http://live.focolare.org/cnDay

Da come guardi il mondo tutto dipende