La natura condivide, condividiamo anche noi!

Il periodo della vendemmia e della raccolta delle olive ci ha spinto a fare una riflessione su natura, ambiente ed ecologia. Tanti sono i benefici e le ricchezze che la natura porta. Tanti sono gli insegnamenti che la natura dà. Tanti sono i gridi che la natura pronuncia…

Potremmo andare avanti all’infinito tentando di identificare i legami stretti tra la nostra vita e il suo impatto sull’ambiente più vicino a ciascuno di noi … Ma forse quello che in questo momento vorremmo evidenziare è: la natura non fa niente di inutile! E non l’abbiamo detto noi….l’ha detto Aristotele. La natura quello che produce, lo condivide; quello che scarta, lo trasforma. Proviamo a prendere sul serio questa lezione!

Abbiamo raccolto tanti frutti durante la vendemmia e li vogliamo condividere. Per questo, nel mese di ottobre, vogliamo farvi assaggiare il vino Eletto: ad ogni acquisto che supera 50€ noi ve ne regaliamo una bottiglia. Dateci un feedback!

In più, nel mese di ottobre vorremmo scoprire insieme l’arte della trasformazione. Perché tutto quello che si addormenta può essere svegliato… Insieme a Ciro vorremmo scoprire i segreti dello scarto che diventa arte…

Da dove viene la sua ispirazione? Ecco il video in cui Ciro stesso lo racconta:

Vai al sito di Made in Loppiano 




#EoF2021: il 2 ottobre ad Assisi

Global Event EoF 2021: incontri e workshop in oltre 30 città nel mondo e in collegamento streaming.

Grande attesa per il videomessaggio di Papa Francesco per l’appuntamento internazionale The Economy of Francesco che si terrà il prossimo 2 ottobre ad Assisi, in diretta streaming con i giovani collegati dai 5 continenti. Ad oggi sono oltre 30 le città in tutto il mondo che ospiteranno contemporaneamente un evento EoF. Iniziative che culmineranno nell’incontro online globale dalla città di san Francesco sul canale YouTube di EoF. È il secondo appuntamento per imprenditori, economisti e changemakers ideato per condividere percorsi nuovi in attesa di incontrare Papa Francesco ad Assisi nell’autunno del 2022.




Sollevamento del tetto del santuario Maria Theotokos a Loppiano

Domenica 26 settembre il maltempo che ha investito parte della Penisola ha causato anche il sollevamento del tetto del santuario Maria Theotokos.

Spiega Elena Di Taranto, architetto e collaboratrice dell’ufficio tecnico della cittadella, direttore tecnico degli studi di progettazione del Centro Ave Arte: «Stiamo ancora valutando i danni provocati dal maltempo anche sul resto della cittadella. Avremo un quadro più preciso a breve, soprattutto per il tetto della chiesa dove le conseguenze verranno in evidenza con il passare delle ore. Stamattina abbiamo accertato che circa 300 mq di copertura sono stati letteralmente risucchiati dal vento e la tempestività delle ditte interpellate ci ha consentito di mettere subito in sicurezza l’interno, in modo da consentire l’agibilità del Santuario. Non è da escludere l’ipotesi che questo evento ci costringa ad accelerare alcuni interventi collaterali già previsti sul complesso».

Tra i danni accertati nella cittadella, alcuni alberi divelti e anche un’auto che è rimasta schiacciata sotto il tronco di un’acacia.

Ringraziamo tutti per la solidarietà manifestata attraverso i vari messaggi via WhatsApp o altri social. Per chi lo desidera, ricordiamo che si può sempre contribuire alla manutenzione del Santuario attraverso le coordinate che trovate cliccando QUI.

Questi fenomeni violenti sempre più frequenti ci mettono di fronte alla grave crisi climatica che stiamo vivendo, ci ricordano l’urgenza di agire per la cura del nostro Pianeta, e rinnovano con decisione il nostro impegno per una vera conversione ecologica, cominciando da noi stessi e dalle nostre scelte quotidiane.

Fonte: dal sito www.loppiano.it




Un gruppo del Gen Rosso andrà nel campo dei rifugiati di Bihać in Bosnia Herzegovina

Nel periodo tra il 5 al 8 ottobre, un gruppo del Gen Rosso, andrà nel campo dei rifugiati di Bihać in Bosnia Herzegovina. Sarà un primo approccio “in diretta”, per conoscere meglio la realtà e capire la logistica in vista di un progetto più ampio che speriamo si possa realizzare al più presto. Una parte già quest’anno ed il resto in quello che viene.

Desideriamo innanzitutto, entrare là in punta dei piedi e con semplicità, e portare un po’ di amicizia e di amore ai rifugiati e ai volontari che lavorano nel campo. Non sappiamo bene cosa ci aspetta e cosa sarà possibile costruire, ma portiamo la nostra chitarra, un cajón e tanta voglia di donarsi. Se ci sarà permesso, cercheremo di documentare tutto.

Siamo certi che sarà un’esperienza forte per noi tutti. Vi portiamo con noi e vi terremo aggiornati. Pensateci!

Il Gen Rosso




Inaugurazione parco intestato a Chiara Lubich, a Lanciano (CH)

Il 28 settembre 2021, l’Amministrazione comunale di Lanciano (in provincia di Chieti) ha intitolato un parco pubblico a Chiara Lubich, “rivoluzionaria dell’unità”. La cerimonia inaugurale si è tenuta alla presenza dei rappresentanti delle associazioni promotrici (Movimento dei Focolari di Lanciano) e dei rappresentanti dell’Amministrazione comunale.




Tommaso Sorgi è stato un uomo che ha incontrato l’Amore di Dio passando per l’Amore per il prossimo

Tommaso Sorgi è stato un uomo che ha incontrato l’Amore di Dio passando per l’Amore per il prossimo. E’ questa una delle riflessioni, tra le tante impresse nella memoria di chi lo ha conosciuto, che hanno segnato gli eventi per la celebrazione del centenario della nascita di Tommaso Sorgi.

A Teramo il 18 e 19 settembre 2021 è stata dedicata una due giorni alla celebrazione del Centenario della nascita di Tommaso Sorgi (nato il 12 ottobre 1921), evento promosso dall’Associazione Culturale” Il Raggio”, in collaborazione con il Comune di Teramo che ha inserito la manifestazione nell’ambito del programma “Teramo natura indomita”.

L’evento si è sviluppato in tre momenti, ben integrati tra loro:

– sabato 18 settembre l’inaugurazione di un’interessante mostra fotografica (aperta fino al 25 settembre 2021 dalle 17,00 alle 20,00) con immagini e foto della vita di Tommaso Sorgi nei vari ambiti della famiglia, della sua formazione, dell’impegno nel campo sociale ed ecclesiale

– domenica 19 settembre, nella mattinata, la presentazione del libro di autori vari dal titolo Tommaso Sorgi, Sulle orme di un uomo che ha segnato il suo tempo

nel pomeriggio dello stesso giorno un convegno organizzato presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Teramo, di cui Tommaso è annoverato tra i fondatori, e dove ha insegnato Sociologia dal 1966 al 1990.

Personaggio ecclettico, coerente, indomito ma umile, capace di realizzare tante opere sociali per la sua Teramo e, nel suo impegno in Parlamento, di essere firmatario di proposte di legge innovative per il periodo, anticipando i temi di riforme che vedranno la luce solo negli anni seguenti, come ad esempio quella per gli ospedali psichiatrici.

La presentazione del libro su Tommaso Sorgi di fronte ad una platea attenta che ha riempito la sala polifunzionale della Provincia di Teramo, ha avuto un’approfondita relazione da parte di Flavio Felice, professore ordinario di Storia delle Dottrine Politiche all’Università del Molise. “E’ un uomo che ha dato tanto alla cultura teramana, italiana ed internazionale, ha esordito Felice, evidenziando che Sorgi non è “solo” teramano. Il “prossimo” da amare per Sorgi, ha sottolineato Felice, soprattutto dopo l’incontro con il carisma dell’unità di Chiara Lubich, è diventato da un’entità astratta una persona concreta, vicina. Diversi i punti trattati su Tommaso Sorgi: dalla politica come impegno dell’anima, alla teoria sociologica del personalismo metodologico al rapporto, per Sorgi, tra religione e società alla luce del carisma dell’unità, alla persona umana artefice del sociale.

Sono seguiti brevi interventi di alcuni degli autori del volume, con riflessioni a margine della relazione introduttiva: Antonio Lo Presti, Giulia Paola Di Nicola, Attilio Danese, Pietro Cocco, Gianguido D’Alberto, Marcello Mazzoni, Claudio Appicciafuoco, Roberto Ricci, Sandro Melarangelo artista e membro del Partito Comunista perciò “avversario politico” per antonomasia, che, raccontando con emozione la fine della guerra a Teramo, ha avuto per Tommaso espressioni di grande stima.

E’ seguito il saluto di Donna Kempt, focolarina, delegata da Margaret Karram, presidente dell’Opera di Maria, a rappresentarla in occasione dell’evento.

Dopo una visita al bellissimo Duomo di Teramo, con la guida attenta del parroco don Adamo Varanesi, nel pomeriggio il convegno all’Università ha concluso il trittico di eventi nel cuore dell’istituzione formativa della città di Teramo, nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza una platea varia per provenienze sociali e culturale.

E’ toccato a Gino Mecca, curatore del libro, aprire il convegno. “In ogni ambito in cui Tommaso Sorgi è stato impegnato, ha esordito il giornalista teramano, ha lasciato delle tracce importanti: come cristiano, politico e cattedratico. L’elemento unificante delle iniziative realizzate per ricordare Tommaso Sorgi è stato il tempo che ciascuno è chiamato ad attraversare e durante il quale ciascuno costruisce la sua storia. Tommaso Sorgi”, ha sottolineato Gino Mecca, “ha vissuto il suo tempo dall’inizio alla fine, guardando sia Cielo che Terra, due dimensioni mai disgiunte. La sua memoria ci interpella e chiede gesti di amore concreti”. Toccanti gli interventi del Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto per il quale ci sono persone che possono essere ricordate, e altre che devono essere ricordate e tra queste c’è Tommaso Sorgi, come aveva già espresso con vigore durante la conferenza stampa ai giornalisti, il 10 settembre “in un momento storico nel quale mancano i punti fermi, solidi, stabili, che consentono di abbracciare tutti gli aspetti del vivere civile e del vivere sociale (…). Di Tommaso Sorgi (…) l’aspetto fondamentale (…)aver mantenuto la coerenza dell’essere, dei comportamenti, del vivere quotidiano,(…) in ogni aspetto del suo agire”

Anche per Diego Di Bonaventura, Presidente della Provincia di Teramo, Tommaso Sorgi è un esempio di politico da seguire…”Uno che ha vissuto la politica come atto d’amore; che ha lavorato concretamente per l’altro” ed a cui si è ispirato per le sue candidature e prassi politica.

Il vescovo di Teramo-Atri, Mons. Lorenzo Leuzzi, ha invitato il Movimento dei Focolari a fare un passo in avanti: il mondo ha bisogno di un cristianesimo protagonista, individuando (cfr.Paolo VI) nella politica la forma più alta di carità. Dobbiamo rispondere alle domande della società di oggi a partire dall’esperienza di essere battezzati.

Moderati da Maria Chiara Ferro, docente di Lingua e Letteratura Russa all’Università Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara, i relatori hanno tracciato alcuni aspetti del profilo umano, cristiano, sociale e politico di Tommaso Sorgi. Pietro Cocco, con lo sguardo acuto dell’esperto cronista ha letto la storia del nostro Tommaso sin dalla sua fanciullezza, dalla vocazione ad entrare in seminario a quella di impegnarsi nella vita politica e sociale. Marcello Mazzoni, medico teramano, ha portato in evidenza l’impegno concreto e controcorrente di Sorgi nel settore medico durante i quattro anni in cui è stato presidente della più grande istituzione medica della città abruzzese, con forti innovazioni soprattutto nell’ospedale psichiatrico, segno della forte attenzione per i più deboli.

Iole Teresa Mucciconi, giurista, ha tratteggiato le principali attività di Sorgi nei 19 anni di impegno politico parlamentare, dalla commissione istruzione a quella della sanità, nelle quali ha speso il suo impegno per quanti sono più nel bisogno e per la sua terra. Teresa Serra, docente di filosofia politica e collega di Sorgi per alcuni anni all’università di Teramo, ha colto nella coerenza e nella capacità di saper dialogare con tutti le più grandi virtù di Tommaso, anche nel periodo degli anni settanta in cui la contestazione infervorava gli animi di studenti e docenti. Sorgi ha lasciato un’eredità viva nella società sui temi della democrazia partecipativa. “E’ stata una di quelle persone, ha concluso nel suo intervento la Serra, che è ho avuto il privilegio di conoscere”.

Alberto Lo Presti, docente di dottrine politiche alla LUMSA, nonché collaboratore di Sorgi al Centro Igino Giordani e suo successore alla guida del centro, ha affermato come Tommaso, alla fine del suo percorso lavorativo non si è messo a riposo, come spesso avveniva all’epoca per i grandi uomini politici, ma, con passione e tenacia, ha invece portato avanti tante attività nell’ambito politico nazionale e internazionale, ed ha lavorato al percorso di beatificazione di Igino Giordani. “Sorgi, ha concluso Alberto Lo Presti, è la testimonianza di come si possa far politica attiva, ed ad alto livello, senza alcun attaccamento, pronto a lasciar tutto per “seguire la volontà di Dio”. In ultimo Vitek Vltr, in rappresentanza del Movimento dei Focolari, ha partecipato alla vasta platea come il lascito di Tommaso Sorgi sia immenso: il patto eletto-elettori ha generato, e genera tuttora, esperienze piccole e grandi in tutto il mondo, così come anche il suo contributo alla nascita dell’Economia di Comunione, di cui si presume abbia suggerito a Chiara Lubich il nome, quale espressione imprenditoriale e civile della cultura del dare vissuta da grandi e bambini del Movimento dei Focolari ed oltre. Il seme di Tommaso continua nella vita di tante persone impegnate nell’economia, nella politica, nel sociale.

Come segno evidente dell’impegno concreto per gli ultimi e i poveri, al termine del convegno l’associazione il Raggio, dalle mani del suo presidente Amedeo Lisciani, ha consegnato alla responsabile della Caritas cittadina Anna Di Eustachio, un primo assegno per contribuire alla costruzione della Cittadella della Carità, un luogo dove poter accogliere le persone con difficoltà, creare una nuova mensa ed ospitare coloro che sono più fragili.

A conclusione del convegno, a nome della famiglia Sorgi, la figlia Chiara ha raccontato come il centenario abbia permesso anche alle figlie di riscoprire l’uomo Tommaso, padre, politico, studioso, focolarino. Sorgi aveva la sua città nel cuore tanto da far stampare un timbro Ter-Amo, amore da triplicare e moltiplicare, segno dell’innata vocazione comunitaria della città di Teramo all’impegno sociale per i poveri e gli ultimi. Le celebrazioni per il centenario della sua nascita non potevano concludersi che con un atto concreto, d’amore per la città.

Vedi anche:

https://www.cittanuova.it/tommaso-sorgi-uomo-segnato-suo-tempo/?ms=002&se=005

https://abruzzoweb.it/teramo-centenario-nascita-tommaso-sorgi-luomo-il-suo-mondo-il-suo-tempo-in-una-mostra/




Un modellino innovativo

Ultimo anno di Odontoiatria, il più impegnativo. Dovrei non pensare ad altro per laurearmi in fretta, invece ho accettato di dare ripetizioni a Fabio, che non va bene a scuola, per favorire la madre, una signora incontrata per caso. Gratis, perché le sue finanze non sono buone.

Un giorno in cui faccio ripetizione di scienze al ragazzo, devo spiegargli – guarda caso – proprio i denti. Per fargli comprendere meglio il capolavoro che è il nostro apparato masticatorio, senza rendermene conto m’invento un modellino con un accorgimento tecnico, semplice ma molto pratico per la didattica.

Comunico la scoperta al professore della tesi. Ne è addirittura entusiasta. Non solo, mi propone di illustrarla ad una lezione che terrà all’Università di Caserta, specificando non solo l’aspetto tecnico, ma anche la circostanza che me l’ha fatta intuire. Nei mesi seguenti, mi viene data anche l’opportunità di parlarne a 70 studenti. L’ultima notizia avuta dal prof è che sulla mia scoperta verrà pubblicato anche un libro. E tutto perché ho ascoltato la richiesta di una madre

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 4, luglio-agosto 2021)




La forza delle relazioni

“La fede porta il credente a vedere nellaltro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato luniverso, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto luniverso e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere” [Dalla prefazione del Documento sulla FRATELLANZA UMANA PER LA PACE MONDIALE E LA CONVIVENZA COMUNE, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019

Immaginate “una piazzetta” di un piccole paese delle valli abruzzesi, in una serata di tarda estate: sono le 21 e bisogna mettersi le giacche perchè dopo il tramonto senz’altro verrà fresco. In questa piazzetta al centro del paese immaginate le persone che mai o quasi mai avreste pensato insieme: il parroco don Luigino Scarponi, il sindaco Elicio Romandini, poi c’è l’Imam Mustapha Baztami responsabile della comunità islamica abruzzese con sede a San Niccolò a Tordino (TE) e ancora dott. Nazareno Quinzi, referente delle comunità religiose presso la prefettura di Ascoli Piceno nonché fondatore  dell’Università della Pace presso la regione Marche e poi qualcuno che viene da Pescara come Gilberto Grasso responsabile della comunità di San’Egidio di questa città.

Non sono tutti in scena i personaggi perchè oltre al pubblico, un gruppo di circa 30 persone in cui riconosciamo fratelli della comunità musulmana e cristiana, c’è qualche passante curioso che butta un occhio e non si lascia catturare e poi appunto ci sono anche gli amici che a breve prenderanno la parola, Donato Fazzini del Movimento dei Focolari e Morad El Omari  della comunità islamica abruzzese; insomma un gruppo ben assortito che testimonia già per la sua composizione così vivace lo scopo della serata :“mettere in luce la fraternità”.

E già perchè Don Luigino parroco della cittadina di Sant’Egidio alla Vibrata si è reso conto da tempo che la sua comunità cittadina è formata da vari provenienze: albanesi, cinesi, ci sono diverse famiglie musulmane che parlano arabo anche nelle piazze e nei mercati quindi di fraternità c’è davvero bisogno e tutti vogliamo  imparare a costruirla. Così il sacerdote si mette in contatto con Nazareno Quinzi che a sua volta suggerisce di invitare Mustapha, perchè lui e Nazareno si conoscono e collaborano da tempo e, poi don Luigino invita anche Gilberto di Pescara.

La serata vede lo svolgersi della lettura del documento di Abu Dhabi sia in italiano da parte di Don Luigino che in arabo dal nostro Imam Mustapha; la presentatrice fa casa ai vari relatori in un modo gioioso e dalla loro testimonianza di vita concreta viene proprio fuori uno “spaccato di fraternità vissuta” : quelle parole bellissime e profonde del documento firmato da Sua santità Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb non sono solo un impegno, una profezia, ma una realtà!

L’Onu ha stabilito che il 4 febbraio si celebri – grazie a questo evento storico  negli Emirati Arabi  – la giornata della fratellanza e le parole sull’impegno per la pace della comunità di Sant’Egidio emerge con evidenza che questo documento è frutto di un cammino fatto insieme da tanti anni: “Non è tanto un concetto di convivere, accettare cioè che c’è anche l’altro ma di essere fratelli” – sottolinea Gilberto – e cita Papa Francesco nel discorso per la prima Giornata internazionale della Fratellanza umana “L’umanità è ad un bivio”: «O siamo fratelli o ci distruggiamo a vicenda. Oggi non c’è tempo per l’indifferenza”. Gilberto poi ci ricorda il progetto dei corridoi umanitari che la Comunità sta portando avanti per “accogliere e includere”.

Il comune di San’Egidio alla Vibrata ha patrocinato l’evento ed il sindaco, rispondendo a delle sollecitazioni di un cittadino sul ruolo della politica, si compromette ancora di più nell’assicurare che ci saranno altri incontri di questo tipo anche per consolidare l’accoglienza e il sostengo alle famiglie più in difficoltà.

La pratica della fraternità comincia coi piccoli gesti quotidiani – come anche le esperienze ascoltate hanno messo in luce –  ed i sogni più belli possono partire da una graziosa piazzetta di una piccola cittadina soprattutto se fatti insieme!

(Per rivedere la diretta https://www.facebook.com/cisab.te/videos/1289375674832211/)

 




La nostra “prossimità”

Quando papa Francesco parla di “prossimità”, sembra che annulli tutte le regole che ci siamo fatti riguardo ad un certo stile di vita. Per lui vale l’altro e la nostra capacità di accoglienza. Ne parlavo una volta in ufficio, contrastato da una collega secondo la quale è proprio questo atteggiamento senza regole che sta rovinando la Chiesa.

La ascoltavo stupito e scoraggiato dalla sua sicurezza nel condannare il Papa, nonostante fosse una donna intelligente e, a modo suo, cattolica praticante. Da quel giorno ho evitato di tornare sull’argomento e ogni qualvolta lei mi attaccava con qualche articolo sul Papa, cercavo di sviare il discorso.

L’altro ieri, al telefono, mi ha avvisato che non poteva venire al lavoro per problemi con la figlia anoressica. Appena ho potuto, sono andato da loro. In effetti, la ragazza rischiava la vita. Mia moglie è psicologa e, con trucchi vari, siamo riusciti a frequentarci. Ora la figlia sta meglio, spesso è a casa nostra. La collega mi scrive un messaggio: «Ora capisco cosa intende il Papa con la parola “prossimità”»

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 4, luglio-agosto 2021)

 




La lezione è servita

Una collega era stata incolpata di un errore serio. Per difendersi, era ricorsa a una società di investigazione. Conclusione: l’errore era il prodotto di sbagli fatti da altri. Da cristiano mi sono vergognato perché ero stato uno dei primi a puntare il dito sulla collega.

Non è stato facile chiedere perdono a tutti per la mia superficialità, ma questa lezione mi aiuta anche in famiglia. Quante volte, senza neanche ascoltarli, ho giudicato le azioni dei miei figli! Quante volte mia moglie ed io siamo arrivati a litigare soltanto perché non ci eravamo ascoltati. La scuola è continua!

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 4, luglio-agosto 2021)

 




A Chiara Lubich cittadinanza onoraria di Grottaferrata – 10 settembre

Il 10 settembre il comune di Grottaferrata ha conferito la cittadinanza onoraria a Chiara Lubich, che lì visse tra il 1957 e il 1963.

La consegna della delibera e di una targa alla presidente del Movimento dei Focolari Margaret Karram, nel contesto di un Consiglio Comunale aperto che si svolgerà nella piazzetta Eugenio Conti.

RIVEDI LA DIRETTA STREAMING https://fb.watch/7XhjOwQyLu/

Il conferimento della cittadinanza onoraria di Grottaferrata a Chiara Lubich era previsto già nel 2004, in occasione del millenario della fondazione dell’Abbazia di San Nilo, su proposta dell’allora sindaco Angelo Viticchie. Ma le circostanze di allora, e il progressivo aggravarsi della salute di Chiara non lo permisero. L’attuale sindaco della città criptense, Luciano Andreotti, ha riportato il desiderio della comunità cittadina di conferire la cittadinanza emerita alla fondatrice dei Focolari, che visse a Grottaferrata dal 1957 al 1963, anni in cui fiorirono importanti sviluppi per il Movimento.

Il sindaco ha sottolineato che la consegna della cittadinanza emerita a Chiara è legata al suo messaggio di fraternità e dialogo e – come si legge nella delibera del Consiglio Comunale – “per l’esempio fornito alla collettività con una vita ispirata ai valori umani della solidarietà e dell’aiuto al prossimo, soprattutto nei confronti dei più deboli e bisognosi”.




Gen Verde Tour Italia 2021: si riparte! Bergamo 3 ottobre

Dopo 18 mesi di lockdown, al via i concerti dal vivo.

È arrivato il momento tanto atteso dal Gen Verde e dal suo pubblico: dopo un anno sfidante per tutti e dopo tantissime attività online che ci hanno fatto sentire tutti più vicini, ritornano i concerti dal vivo! Si ricomincia con GEN VERDE TOUR ITALIA 2021: un’opportunità per condividere messaggi di speranza e ripartire insieme!

Si inizia dall’Italia con alcune date in settembre e ottobre in varie città da raggiungere, se siete vicini. Altrimenti potete seguire il tour sui social del Gen Verde dove troverete sempre foto, video e… tanti altri contenuti.

Noi non abbiamo mai dato per scontata la presenza del pubblico nei nostri concerti – spiega emozionata Marita – Il pubblico è il fattore più importante e, tutto quello che abbiamo da dire, si potenzia se abbiamo qualcuno davanti a noi… E allora, dopo questi quasi 2 anni ci sembra di riscoprire la bellezza di questo scambio prezioso che si genera tra noi e chi ci ascolta. I concerti online sono stati una potenza che ci ha permesso di raggiungere contemporaneamente tante persone nei 5 continenti, ma adesso non vediamo l’ora di incontrare di persona tutti quelli che erano davanti lo schermo”.

Ecco le date:

19 settembre ore 21.00 – Vicoforte (CN)

Casa Regina Montis Regalis, Piazza Carlo Emanuele I

25 settembre ore 20.45 – Luino (VA)

Via S. Pietro 59
@sanluigiluino

www.facebook.com/sanluigiluino

2 ottobre ore 21.00 – Sorbolo (PR)

Piazza della Libertà

3 ottobre ore 19.45 – Bergamo (BG)

Teatro Istituto delle Suore delle Poverelle

Via S. Bernardino, 56

Tel. 035-38.31.529

Per maggiori info: https://www.genverde.it/tour/




Afghanistan, guerra e diritti umani. Sostegno ai profughi

Consegnato il Paese nelle mani dei Talebani in base agli accordi di Doha del 2020, si teme l’inevitabile ondata migratoria. Il problema rimosso resta la partecipazione ad una guerra che in 20 anni ha prodotto centinaia di migliaia di vittime. Alcuni passaggi di un dibattito in Italia.

La questione Afghanistan irrompe nel dibattito pubblico italiano davanti alle tragiche immagini che arrivano dall’aeroporto di Kabul. Una fine del mondo con le persone che cercano di fuggire dal Paese dopo la veloce riconquista del potere da parte delle forze talebane.

Una fuga precipitosa e disordinata dopo tutto il tempo avuto a partire dal 29 febbraio 2020, data dell’accordo siglato a Doha nel Qatar tra i rappresentanti dei talebani e il sorridente italo americano Mike Pompeo, allora segretario di Stato dell’amministrazione Trump.

Resta difficile credere che la superpotenza militare statunitense si faccia imporre il 31 agosto come termine massimo per completare l’evacuazione del personale occidentale e dei collaboratori locali.

Nico Piro, inviato speciale della Rai è una delle fonti più credibili e attente da sempre alla situazione di quel Paese come si può riscontrare dal suo editoriale pubblicato sulla nostra rivista di luglio e dall’intervista audio presente in questo sito.

leggi tutto l’articolo sul sito di Città Nuova

Per sostenere l’accoglienza dei profughi, i contributi potranno essere versati con la causale ACCOGLIENZA AFGHANISTAN su:

CONTO CORRENTE su BANCA ETICA intestato a P.A.M.O.M:
IBAN IT13K0501803200000016932816
CAUSALE versamenti: ACCOGLIENZA AFGHANISTAN

Per ogni adesione o suggerimento potete scriverci agli indirizzi:
umanitanuova.italia@gmail.com
reteimmigrazione@gmail.com




Buio totale

Non riuscivo ad addormentarmi senza un piccolo lume in camera: retaggio, quel disagio, di oscuri timori infantili. Questo, finché non mi capitò di trascorrere con alcuni amici un fine settimana in montagna, ospiti in una casetta piccola, ma comoda.

La prima sera, dopo una giornata trascorsa tra escursioni ed altri svaghi, ci preparammo ad andare a dormire. Io mi sistemai sopra un letto a castello, in una cameretta dove eravamo in quattro. Chiacchierammo ancora fino a tardi, scherzando e facendo progetti per il giorno dopo.

Poi, dopo la buonanotte, qualcuno spense la luce e… fu buio totale. Gli altri si erano azzittiti, forse dormivano già, ed io sentivo in me montare quella sensazione d’angoscia, a me ben nota. Stavo per cedere all’impulso di scendere dal letto per socchiudere un po’ le imposte, ma no: non potevo imporre agli altri le mie abitudini, non sarebbe stato amore per loro. Lasciai ricadere la testa sul cuscino.

Quando il mattino dopo mi risvegliai (non m’ero neanche accorto di essermi addormentato), mi sentii felice per quella piccola vittoria.

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 4, luglio-agosto 2021)

 




Prato Summer Campus 2021

Un campus nel 2021 durante la pandemia? Impossibile, un’assurdità, è letteralmente infattibile.Queste, ammetto, sono state le prime reazioni che sono emerse all’interno del gruppo dei Cittadini Attivi pratesi (nati come gruppo di impegno civile all’interno di un liceo in una proficua collaborazione fra due insegnanti e alcuni ragazzi, poi estesosi a esperienza cittadina), quando la proposta di organizzare il Prato Summer Campus si è ripresentata (dopo essere saltata nel 2020 causa Covid-19).

Il gruppo dei partecipanti sotto il pulpito di Donatello all’esterno della cattedrale di Prato

Il nostro gruppo di attivismo sociale lavora sul territorio pratese ormai da diversi anni, è un gruppo eterogeneo, tra noi ci sono musulmani, cristiani, agnostici e atei, ma siamo tutti accumunati da spirito di solidarietà e altruismo oltre che da una ormai solida amicizia. Praticamente tutti noi abbiamo partecipato ad almeno un Campus dei GxMU durante gli anni precedenti, proprio per questo l’idea di fare a Prato in questo periodo quello che era stato organizzato a Roma nel 2018 in cui si raggiunsero i 60 ragazzi, o Siracusa nel 2016 con addirittura 110 partecipanti… sembrava una pretesa eccessiva se non irrealizzabile.

Per fortuna non tutti fra noi partivano così titubanti: la passione e l’entusiasmo di pochi sono riusciti a trascinare gli altri in questo lungo lavoro di progettazione supportato in primis dalle istituzioni locali: Provincia e Comune di Prato, dall’associazione Polis e da altre realtà della zona.

Il campus si è tenuto nel Villaggio Gescal: il quartiere più multietnico di Prato che a sua volta è la provincia con la maggiore incidenza di stranieri per popolazione di tutta Italia: la zona perfetta per il nostro progetto.

Durante il campus il gruppo composto da circa 25 ragazzi al mattino si è diviso in tre laboratori animati da tre squadre, la prima ha riparato le panchine del Centro Ventrone (luogo di aggregazione per famiglie e sede di molte attività sociali), un’altra il campo da calcio della vicina parrocchia di S. Antonio e i restanti si sono concentrati sulla realizzazione di un murales da esporre poi su una parete del Centro Ventrone.

I lavori non sono stati certo privi di imprevisti e sotto il sole di luglio tutto era più complicato, ma con la perfetta alchimia creatasi nel gruppo e buona musica di accompagnamento per dettare il ritmo siamo riusciti non solo a finire ciò che ci eravamo prefissati, ma a fare anche di più!

L’assessore Barberis e il prof. Orioli raccontano il progetto Prato Urban Jungle

Nel pomeriggio, durante le ore più calde, sono stati tenuti degli incontri di formazione su tematiche quali l’ambiente e l’integrazione con ospiti esterni al campus: assessori di Prato ed architetti per il progetto Prato Urban Jungle, una docente dell’Università di Bologna per approfondire il concetto di “integrazione”, un mediatore culturale che ha relazionato sulla gestione del conflitto. Abbiamo così reso l’esperienza più completa possibile, coinvolgendo corpo e mente.

Sicuramente realizzare questo progetto è stato un azzardo, ma il ritorno è stato migliore di qualsiasi aspettativa: sono stati dieci giorni intensi, indubbiamente stancanti ma colmi di un arricchimento che solo un campus può darti e soltanto chi vi ha partecipato può conoscere.

Edoardo Ibba

Ciao sono Masha ed ho partecipato al Prato Summer Campus 2021. Nelle attività ero la responsabile del murales: è stato molto divertente ed educativo perché ho cercato di mettere a proprio agio gli altri anche se non erano esperti nella pittura. Sono stata molto contenta che a molti interessasse partecipare. Il murales rappresenta un messaggio importante sopratutto alle nostre nuove generazioni: abbracci-amo il mondo.

Ma la cosa più importante è più significativa del campus è questo: creare nuove attività volontarie nella propria città e conoscere persone nuove condividendo con loro esperienze che rimarranno nel cuore. Grazie di tutto e a presto!

Emma: Quello di Prato è stato il mio primo campus. Nonostante io abbia partecipato ad alcune delle fasi organizzative, al momento dell’inizio non sapevo che aspettarmi dai dieci giorni che avevo davanti. Mi sono trovata all’improvviso in un contesto di convivenza e condivisione che dopo dieci mesi di lockdown inizialmente mi ha destabilizzata, ma poi mi ha travolta positivamente. Il contatto con le altre persone e la divisione delle responsabilità mi hanno dato una nuova energia, mi hanno rinvigorita e mi hanno fatto provare un entusiasmo che mancava da tanto tempo. Dopo il PSC mi sento decisamente una persona più ricca e ho imparato a conoscermi meglio. A questo si aggiungono i legami con nuove persone, che spero di sviluppare anche al di fuori del campus.

Zoe: Il campus è un’esperienza intensa in tutte le sue sfaccettature e ti rende un cittadino partecipe. È stato stimolante per me vedere gruppi di giovani impegnarsi, nel loro piccolo, per migliorare la propria città, persone che impiegano ogni anno un periodo della loro estate per dedicarsi a questo tipo di attività. Io sono arrivata senza conoscere la città, le persone, il contesto, senza sapere a cosa sarei andata incontro, e per questo credo di essermi vissuta questa esperienza in modo ancora più intenso. Le emozioni sono state tante. Mi sono portata a casa sicuramente la soddisfazione nei confronti del lavoro che abbiamo fatto, ma anche e soprattutto la felicità è la gioia per tutte le bellissime persone che ho conosciuto e con cui ho avuto la possibilità di sperimentare una grande amicizia.

 Chiara P.: Ad esperienza conclusa, posso dirmi davvero soddisfatta per questo campus. Ci siamo impegnati molto per la realizzazione nei mesi precedenti e vedere tutti i partecipanti contenti e soddisfatti ha ripagato tutte le nostre fatiche. Questo campus inoltre è stato speciale per me… sarà che l’ho visto nascere da zero insieme ai miei amici, sarà che era organizzato nella mia città… è stata una bellissima esperienza.

Giacomo: Dal mio primo campus è passato qualche anno ma le emozioni e le sensazioni che ho provato rimangono sempre vive in me. La voglia di mettersi in gioco è alla base dell’esperienza e avere la possibilità di farlo insieme ad altri ragazzi e ragazze che come te hanno il desiderio di spendersi rende ogni edizione unica nel suo genere.

 Lucrezia: Questo di Prato è stato il mio secondo campus e avendone vissuto uno prima della pandemia non credevo sarebbe stato possibile organizzarne un altro in pieno periodo covid, ma per fortuna mi sbagliavo. È stato bello dopo quasi due anni di distanziamenti, ritornare a stare vicini, a stare insiemi, ad abbracciarsi e recuperare il contatto con l’altro. All’inizio, il numero di partecipanti ridotto sembrava essere un grande svantaggio, ma non è stato così, si è formato un gruppo ancora più unito, ed è stato possibile fare conoscenza e legare con tutti, cosa che sarebbe stata molto più difficile con un gruppo più numeroso.  Ai miei occhi ciò che ha reso questo campus ancora più speciale è che sia stato veramente voluto e desiderato da tutti dopo mesi di restrizioni.  Al termine dell’esperienza ho portato a casa sensazioni più che positive, un entusiasmo e una passione che non provavo ormai da molti mesi e anche un po’ di malinconia, ma con la speranza che esperienze del genere si ripetano molto presto.

Chiara E.: I campus per me sono sempre un’esperienza bellissima. Credo che ciascuno di noi, partecipandovi, si faccia dono per gli altri: ognuno dona ciò che è, mostrando i lati migliori di sé stesso e conquistando così il cuore delle persone. È questo lo spirito con il quale sono partita dal mio paese, in provincia di Udine. E per  quelle sei ore di viaggio, è valsa davvero la pena.




Il Mondo senza confini. Percorso formativo interculturale per italiani e immigrati

A Sant’Anna di Vinadio (CN) il 27-28-29 agosto 2021

“Vivere in un mondo più unito e da fratelli si può”.

Questa non è un’utopia. Ce lo hanno testimoniato i tre giorni a Sant’Anna di Vinadio vissuti fianco a fianco da quasi cento persone nate in paesi molto diversi del mondo, ma oggi tutte presenti in Italia, in Piemonte (Torino e provincia, Cuneo, Fossano Alba e Bra) e Liguria (Genova, Pietra ligure)

Nell’iniziativa “Il mondo senza confini” si è realizzata un’inedita esperienza di integrazione e di formazione interculturale, resa possibile grazie ad un progetto, fortemente voluto da chi già opera nel volontariato, a cui ha dato forma l’Agenzia Infor Elea di Pinerolo, nella persona di Giuseppe Vanella. Per sostenere questa ed altre iniziative simili, si ringrazia inoltre il sostegno della Fondazione Crc Cuneo.

I partecipanti erano nativi di Albania, Brasile, Camerun, Colombia, Costa d’Avorio, Equador, Gambia, Ghana, Guinea, Italia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Pakistan, Rep. Domenicana, Romania, Somalia, Senegal, Venezuela.

Formarsi per trasformarsi: non possiamo permetterci di pensare di aver imparato tutto dalla vita. La capacità di mettersi in gioco, di aprire il proprio cuore e gli orizzonti, ci permette di rinnovarci continuamente, aumentando il nostro bagaglio umano e culturale.

Stefania Gallo ha salutato i partecipanti ricordando Alberto Michelotti e Carlo Grisolia, due giovani amici dei focolari, morti a breve distanza fra loro 40 anni fa, che in qualche modo ci hanno ispirato la voglia di provare a vivere questo esperimento di mondialità.

Venerdì sera, in una bellissima sala convegni appena inaugurata, Don Beppe Panero rettore del complesso che ci ha ospitati, alla presenza di cattolici, musulmani e buddisti, ci ha illustrato con semplicità e con rispetto la storia e la devozione delle migliaia di pellegrini che ogni anno raggiungono i 2035 metri del santuario di sant’Anna.

Buona parte della giornata di sabato è stata dedicata alla bellissima gita del giro dei laghi. La camminata è stata oggetto di formazione per creare relazioni e conoscenze. Andrea Silvestro, ci ha introdotti in quest’ambiente per tanti sconosciuto, con una sua breve relazione: vivere la montagna è scuola di vita, il silenzio, il condividere l’essenziale, la preparazione alla fatica, il rispetto dell’ambiente, il sentire più vicino a noi il rapporto con il creato, il confronto con i nostri limiti, il saper ricominciare dopo il raggiungimento dei traguardi. La montagna inoltre porta in sé il ricordo di conflitti, è stato luogo di rifugio per i partigiani, speranza per tanti ancora oggi nell’attraversamento verso un futuro migliore.

La magia di fraternità con Giovanni Valpreda, in arte mago William, e Spirito Oderda, mago Arcobaleno, hanno rallegrato e intervallato i momenti formativi in aula.

La tradizione piemontese ed occitana ha trovato spazio grazie alla partecipazione del gruppo musicale e culturale guidato da Franca Farinetti di Monticello d’Alba: l’illustrazione degli strumenti musicali, i significati della danza popolare occitana, la storia, ha suscitato interesse e coinvolto i partecipanti anche con prove pratiche di tutti i partecipanti. Le dimostrazioni degli esperti ballerini ci hanno fatto muovere passi di danza collettivi.

Mohamed Ba, drammaturgo senegalese, ha svolto due momenti formativi di grande valore interculturale volti alla inclusione e alla riscoperta dei valori profondi che ci sono in culture lontane dalla nostra.

Nel primo momento, più movimentato e finalizzato alla partecipazione attiva, si è suonato e ballato. Il secondo, dopo cena, è partito dalla tradizione africana. Ba, con la sua collezione di maschere africane, attraverso i loro significati nascosti ha raccontato le storie di quel continente così affascinante. Siamo in una terra dove la cultura veniva trasmessa principalmente con la parola. In Africa si vive seguendo quello che si è imparato dai genitori, che a loro volta lo hanno ereditato dai nonni. La società è basata su valori e consuetudini dei villaggi, dove la comunità vive costantemente esperienze di forte condivisione.

La provocazione di Ba, forte e coinvolgente, ci ha fatto rivivere il viaggio migratorio, ricordando le motivazioni di base che inducono a lasciare il proprio paese di origine. Ci ha invitato a non dimenticare mai le nostre origini, i nostri valori, soprattutto se ti trovi in un paese che non è più il tuo, ma che lo può diventare.

“La forza di un albero sta nelle radici, non nella chioma”. Il passaggio fondamentale e decisivo è ora quello di crescere in umanità e in conoscenza, per migliorare la propria posizione sociale e culturale.

La domenica mattina abbiamo volto l’attenzione alla bellezza delle differenze attraverso una tavola rotonda. Roger Davico, dell’associazione nazionale oltre le frontiere (Anolf), attraverso l’illustrazione della Costituzione italiana ci ha mostrato quali siano in essa i presupposti fondanti per i nostri diritti: il lavoro, la famiglia, l’istruzione, il potersi associare nel volontariato, nella politica e nel sindacato, il poter professare una religione diversa da quella del nostro Paese. Ci ha infine presentato il trailer di un docu-film, assai apprezzato dalla critica, in cui si evidenziano i valori aggiunti che gli immigrati stanno dando alla nostra provincia: gli scalpellini cinesi di Barge e Bagnolo, i braccianti agricoli africani del saluzzese, i raccoglitori di uva macedoni nelle langhe, le badanti esteuropee, gli indiani addetti alla mungitura e cura delle mucche nelle nostre stalle.

Sono stati con noi come docenti Maria Teresa Milano e Carlo Pertusati, che hanno dialogato sui valori universali che erano presenti già nei testi sacri antichi, in particolare nella Bibbia, e sugli sviluppi che ora portano le grandi religioni a un dialogo sempre più fraterno, anche grazie alla forte spinta che sta dando in questo senso Papa Francesco. E’ importante essere disponibili a cambiare il nostro pensiero riguardo alle verità contenute nelle religioni, esse possono essere tutte buone e ispirate dall’unico Dio che tutti ugualmente cerchiamo.

Il tempo è volato, è stato sorprendente scoprire quante affinità, quante esperienze comuni ci stanno caratterizzando, proprio lì dove abitiamo.

Ivonne Torres dell’Equador e Suzy Gonzales, dominicana, ci hanno raccontato, nel clima di condivisione finale, come vivono la solidarietà e la fratellanza nella loro comunità sudamericana di Genova.

Cristina Crisci di Cuneo, appartenente alla religione buddista, ha condiviso la sua esperienza di crescita spirituale nella ricerca del rapporto fraterno e solidale con il prossimo.

Vivere insieme per il bene comune sembra tante volte una frase fatta, questa volta ci sembra che ci siamo avvicinati almeno un po’ al suo vero significato. Essendo un’iniziativa organizzata da realtà diverse, è stato prezioso anche fare esperienza insieme fra movimenti cattolici, associazioni di ispirazione laica o di origine straniera. Ci si dimentica di noi stessi, dei problemi che spesso ci sono e ci si rinnova nell’ascolto degli altri, si respira aria fresca, con l’arricchimento di rapporti e nuove relazioni. La costruzione e la condivisione del progetto ha visto mettersi in rete Azione Cattolica, Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari, Anolf della Cisl, Associazione islamica Assalam, Associazione a cuore aperto Albania, Associazione donne africane Nehanen ,Sport Senza Barriere, Associazione India, Associazione Asbarl.

La struttura di Sant’Anna con tutto lo staff organizzativo, condotto dai volontari che vi operano è stato semplicemente fantastico. Un grazie a nome di tutti e per tutti a Enzo Guarguagli, i coniugi Corsini Enzo ed Ileana, Franco Pellegrino e Piera della reception. Un grazie speciale alla cucina a Silvia, Riccardo e tutti i loro collaboratori.

Tutto fa pensare che a Sant’Anna ci torneremo.                       “MONDO SENZA CONFINI”

Seguiteci su INSTAGRAM
https://www.instagram.com/reel/CTMfAFZqP6E/?utm_medium=share_sheet

 

 

DAL GIORNALE “LA FEDELTA'” DI FOSSANO (CN) https://www.lafedelta.it




Percorsi sinodali per l’Italia

Lo Spirito al centro e i tre binomi per un discernimento comunitario. Gli interventi del Segretario Generale della CEI, Stefano Russo e del teologo Piero Coda al convegno sulla sinodalità promosso dai Focolari

Più che un convegno potremmo definirlo un laboratorio. I lavori nei gruppi sono infatti importanti come le relazioni in plenaria, e gli strumenti per la collaborazione online sono ormai rodati dai 18 mesi di pandemia. Le stanze di lavoro in zoom si affiancano ai gruppi in presenza al Centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine, ma tutti insieme i 300 partecipanti hanno ascoltato le letture complementari offerte da due importanti esponenti della chiesa italiana: il Segretario Generale della CEI, Stefano Russo, che ha aperto i lavori ieri mattina, 24 agosto, e Piero Coda, teologo e membro della commissione teologica internazionale, che è intervenuto questa mattina, 25 agosto. La realtà della Chiesa italiana in cammino verso il Sinodo, e il “discernimento comunitario” alla luce del carisma dell’unità: l’istituzione e il carisma. Efficaci solo se insieme.

S.E.Mons. Stefan Russo-foto da chiesacattolica.it

Nel suo intervento mons. Russo ha ripercorso con i partecipanti le varie tappe del cammino delle Chiese in Italia, a partire dal Convegno ecclesiale di Firenze e all’intervento di Francesco che ha voluto spingere con forza la chiesa italiana ad un’uscita più concreta verso i bisogni reali della gente annunciando la gioia del Vangelo. Questo cammino di comprensione e attuazione è già in atto nel nostro Paese, e va ad inserirsi adesso in quello del Sinodo universale che rovescia le prospettive: si comincia dal basso. Come? Seguendo lo Spirito Santo. È questo il vero sconvolgimento, e mons. Russo lo riprende più volte, spiegando come la Chiesa italiana si trovi a passare dai piani decennali degli “orientamenti” che dovevano essere applicati a cascata nelle diocesi e nelle parrocchie, a modalità più snelle, e soprattutto al “rischio” di non programmare tutto. Di aprirsi alla creatività dello Spirito e all’ascolto del popolo di Dio. Una sintesi di queste idee è riflessa nella Carta d’Intenti (vedi articolo di Silvio Minnetti a riguardo) e Russo non ha mancato di sottolineare il riferimento all’urgenza «di una nuova stagione di solidarietà e carità, per venire incontro all’aumento prevedibile e drammatico delle povertà materiali e della solitudine spirituale; la forza dell’impegno civile attraverso i corpi intermedi della società che è stato il collante nel momento della crisi; e, non da ultimo, la pratica di una cittadinanza e di un servizio politico all’altezza della ripresa auspicata». Prossimo appuntamento, infatti, è proprio la Settimana sociale dei cattolici italiani a Taranto dal 21 al 24 ottobre prossimi.

Fatto il quadro del cammino che attende l’Italia, la riflessione oggi si è spostata sul come vivere queste tappe. L’intervento di Piero Coda sul discernimento comunitario non ha fatto sconti. Occorre una conversione personale e una vita cristiana autentica, facendo vivere il profilo mariano nella Chiesa, “un profilo generativo”. Il discernimento comunitario, infatti, precisa Coda, «non è una tecnica di gestione di un’organizzazione: si tratta di vivere per generare Cristo in mezzo a noi». Stando nel continuo ascolto dello Spirito, «di fronte al quale siamo sempre degli apprendisti», può cominciare il cammino insieme, «mettendo in moto l’attenzione pedagogica e la gradualità (=pazienza) che il cammino esige». Con questa premessa, Coda spiega poi tre binomi necessari perché si possa attuare questo discernimento, tre coppie di atteggiamenti: intenzione/umiltà; obbedienza/parresia; sentire nello Spirito/pensare sinodale.

Piero Coda – foto da sophiauniversity.org

Un approfondimento di alcuni di questi aspetti si può trovare nel documento “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”, redatto dalla commissione teologica internazionale, ma un cenno va fatto al nodo tra autorità e consenso, che viene al pettine nei processi di decision making e decision taking che vogliono essere sinodali. In questo la via maestra, afferma Coda, è «continuare a lasciarsi educare dallo Spirito», ad ogni livello, quale sia la responsabilità che si ricopra. E conclude citando papa Francesco a Loppiano, che a braccio, parlando della gestione dei conflitti, aggiunge: «Come avrebbe reagito Maria a questo? Questa è una vera scuola per andare avanti. Perché lei è la donna della fedeltà, la donna della creatività, la donna del coraggio, della parresia, la donna della pazienza, la donna del sopportare le cose. Guardate sempre questo, questa laica, prima discepola di Gesù, come ha reagito in tutti gli episodi conflittuali della vita del suo figlio. Vi aiuterà tanto».

Maria Chiara De Lorenzo

Fonte: Città Nuova

Video Intervento Piero Coda




La parola allo Spirito Santo

La parola allo Spirito Santo: è l’invito del Segretario Generale della CEI, Stefano Russo, per riassumere la disposizione d’anima e di mente con cui affrontare il cammino sinodale come Chiese in Italia.

S.E.Mons. Stefano Russo-foto da chiesacattolica.it

Mons. Stefano Russo è intervenuto il 24 agosto, con una lettura della realtà della Chiesa italiana, in apertura del convegno “Verso uno stile sinodale: sinodalità perché?”, promosso dal Movimento dei Focolari Italia, in modalità ibrida da Cadine (23 -27 agosto 2021).

Il Segretario Generale della CEI fa eco al ripetuto invito di papa Francesco a intraprendere un cammino di sinodalità per la Chiesa, a partire dal suo discorso al Convegno di Firenze, definito da mons. Russo “una vera e propria profezia per la Chiesa che è in Italia”. Russo esorta i partecipanti non solo ad andare a rileggerlo, ma anche a riascoltarlo e rivederlo su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=tcUmKMXB57k) per cogliere tutta la forza del suo discorso, “uno dei più lunghi pronunciati durante tutto il pontificato”, strettamente legato all’attuazione della Evangelii Gaudium.

È da lì che comincia il nostro cammino, e in cui si inserisce anche l’approfondimento del percorso ecclesiale avviato dai Focolari in Italia da alcuni anni. E dal 2015 ad oggi un po’ di strada si è percorsa. Intanto con il passaggio dai piani decennali stabiliti dagli “orientamenti”, a programmi più snelli a cadenza quinquennale. Ma il grande salto è nel progressivo abbandono della programmazione a tavolino verso un ascolto sempre più attento dei suggerimenti dello Spirito Santo, vera anima del cammino sinodale. Afferma Russo: “La sinodalità è un convenire – ci ricorda papa Francesco – un trovarsi, un fare momenti di incontro, ma non basta fare tutto ciò anche nel modo più organizzato possibile; non può bastare se non mettiamo al centro lo Spirito Santo e non lo invochiamo attraverso la preghiera. È solo lo Spirito Santo, ci ricorda il Papa, che può rendere significativo il nostro convenire. Questa dimensione non va mai data per scontata, altrimenti rischia di diventare un convenire sterile”.

Con Russo i partecipanti ripercorrono alcune tappe fondamentali in cui papa Francesco ritorna costantemente su questo punto: con i catechisti italiani il 30 gennaio, e con l’Azione Cattolica italiana il 30 aprile. Tra un evento e l’altro c’è stata la consegna al Papa da parte della presidenza CEI, il 26 febbraio, di una bozza di proposta per aprire il cammino sinodale italiano. Un cammino, spiega Russo “che vuole armonizzarsi con il percorso del Sinodo universale” e che “non vuole generare nuovi eventi, ma far sì che quei momenti forti già previsti dalle Chiese particolari, siano inseriti in modo chiaro nel cammino sinodale”. Il primo di questi momenti, ricorda Russo, sarà la Settimana sociale dei cattolici che sono in Italia (Taranto, 21-24 ottobre 2021) con al centro l’ecologia integrale.

Il Segretario Generale della CEI invita inoltre i partecipanti a conoscere quanto già reso pubblico circa il cammino della Chiesa in Italia, e in particolare quanto emerso dall’Assemblea Generale del 24-27 maggio: l’introduzione del card. Bassetti, l’introduzione alla Carta degli Intenti, la Carta degli Intenti, il comunicato finale. Documenti che possono apparire tecnici a molti, ma che dimostrano lo sforzo arduo di recepire, cioè tradurre in vita, la profezia di Francesco, a partire dalla dimensione dell’ascolto, del rovesciamento del percorso: dal basso verso l’alto, dalla periferia al centro. Si riuscirà in quest’impresa?

I trecento partecipanti al Convegno di Cadine se lo sono chiesti, organizzati in 26 gruppi di lavoro, con alcune tracce tematiche, e cercando di condividere soprattutto prassi ed esperienze. Ne avremo un assaggio nei prossimi giorni, con alcune voci dal territorio. E intanto, l’augurio del Segretario Generale per la prosecuzione dei lavori è che “lo Spirito Santo si renda presente e possa trovare i vostri cuori aperti affinché continui a indicarci il cammino”.

Maria Chiara De Lorenzo

Leggi anche:

Contributi di un partecipante in presenza a Cadine (Carlos Garcia Andrade cmf.)

Carlos Andrade Sinodalità, quale portata?

Un viaggio attorno la sinodalità. IL dono da dare

Sinodo: entrare nel travaglio del momento presente Fonte: Città Nuova

Verso uno stile sinodale Fonte: Focolaritalia.it




Verso uno stile sinodale

Al via da oggi una settimana di riflessione dal titolo “Sinodalità: perché?” promossa dal Movimento dei Focolari per quanti operano a livello ecclesiale e desiderano mettere in moto percorsi di “sinodalità”. Dal 23 al 27 agosto quartier generale a Cadine (Trento) e centinaia di partecipanti collegati online.

Centro Mariapoli Chiara Lubich – Cadine (TN)

“Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”, ha affermato Papa Francesco in occasione del 50° anniversario del Sinodo dei Vescovi il 17 ottobre 2015, ed è più volte tornato su questo tema fino ad indire il prossimo sinodo proprio su “Chiesa e sinodalità”. Francesco considera, infatti, vitale che la Chiesa non si comporti come “una società umana, un partito politico – maggioranza, minoranza – (…) una ditta”, ma che sia sempre in ascolto dello Spirito Santo, illuminata dalla preghiera e dall’Eucarestia, e dove sia vivo l’amore reciproco.

È in questa prospettiva che il Movimento dei Focolari in Italia è in cammino con la chiesa italiana per approfondire una riflessione e una condivisione di esperienze che mettano in luce quanto già esiste a livello delle varie realtà diocesane e provinciali e apra delle piste per crescere nella dimensione del cammino comunitario. L’introduzione dell’incontro di Cadine, la mattina del 24 agosto, è affidata infatti a mons. Stefano Russo, segretario generale della CEI, con una “Lettura della realtà della Chiesa italiana”.

Sono più di 300 i partecipanti provenienti da tutte le regioni e province autonome, 30 radunati in presenza al Centro Mariapoli di Cadine, e il resto online, collegati singolarmente o riuniti in piccoli gruppi.

La fondatrice dei Focolari ha sempre spronato i membri del Movimento a vivere per la Chiesa, e per attingere alle radici del carisma dell’unità sarà offerto l’ascolto di una conversazione di Chiara Lubich del 1966, intitolato proprio “La passione per la Chiesa.

La struttura del programma prevede due momenti comuni: al mattino un tema centrale, uno spunto di meditazione e l’introduzione ai lavori di gruppo (in presenza o online); al pomeriggio-sera, la conclusione.

Il 25 agosto è previsto l’intervento di mons. Piero Coda, teologo, sul “Discernimento comunitario nella luce del Carisma dell’Unità”; mentre la giornata del 26 agosto è dedicata ai “Percorsi concreti per un futuro sinodale” presentando interventi esperienziali di cammini in atto (della diocesi di Bolzano-Bressanone, Matera e del Piemonte). Nella giornata conclusiva, il 27 agosto, l’intervento di Gabriele Bardo e Cristiana Formosa, neodelegati del Movimento dei Focolari in Italia e Albania, con la condivisione delle piste di lavoro per il prossimo triennio.

Maria Chiara De Lorenzo

Vedi anche articolo su Città Nuova 




Udine Summer Campus 2021: “Tu molto bene”

21 giovani, 8 giorni e tanta voglia di donarsi: nel cuore del Friuli, presso l’Istituto Salesiano Bearzi di Udine, si è concluso il 31 luglio uno dei vari “summer campus” previsti in tutta la penisola per quest’estate 2021. Nati con il proposito di aprire cuore e mente ai bisogni degli altri, questi campus sono momento di riflessione personale e impegno concreto, dove i ragazzi d’oggi possono tradurre ciò che imparano ogni giorno (competenze linguistiche, tecniche e organizzative, capacità manuali, musicali e molto altro) in aiuto concreto a coloro i quali vivono ai margini della nostra società.

Noi di Udine abbiamo avuto modo di metterci in gioco, donandoci presso diverse realtà locali volte ad aiutare il prossimo: una casa famiglia, che ospita bambini allontanati dalle proprie famiglie, due strutture per minori stranieri non accompagnati (MSNA) della rotta balcanica (la città di Udine è il capolinea, considerata la “Lampedusa del Nord”),, un centro di recupero per tossicodipendenti e infine presso l’Emporio della Solidarietà e la mensa della Caritas locale. Tutte realtà spesso dimenticate o lontane dalla nostra quotidianità; ma niente di tutto ciò ha potuto nulla contro il nostro desiderio e la nostra volontà di rimboccarci le maniche ed “essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo” (Mahatma Ghandi).

“Tu molto bene”

Siamo arrivati al Campus dopo un lungo periodo di lockdown che ha limitato i nostri rapporti con il prossimo: concentrati sulla nostra quotidianità, affaccendati tra studio e lavoro, abbiamo dimenticato cosa significhi mettersi al servizio. Sentivamo quindi la necessità di aprirci di nuovo, di renderci utili al prossimo, ma come? Cosa dare a quelle persone con cui apparentemente non avevamo nulla in comune?

Niente di più bello è stato scoprire quanto invece il primo passo possa fare la più grande differenza. Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di poter imparare e scoprire tanto: abbiamo riscoperto l’importanza dei piccoli gesti, come una breve chiacchierata o, quando non era possibile capirsi in italiano, un sorriso, un abbraccio o un semplice gioco. Spesso le differenze linguistiche ci hanno costretto a ridurre all’osso l’uso della parola, semplificando al massimo il nostro modo di esprimerci, togliendo verbi, articoli e coniugazioni.

Il complimento che abbiamo ricevuto più spesso è stato “tu molto bene”, da intendersi come “tu sei molto bravo”. Questa espressione, che ormai abbiamo fatto nostra, racchiude l’essenza di questa nostra esperienza: a volte basta veramente poco per volersi bene. E così gli intenti di prossimità si sono subito trasformati in reciprocità.

“Ha un cuore grande. Dio è molto contento”

A fare da contorno alle attività di volontariato, numerosi sono stati i momenti di formazione: abbiamo potuto ascoltare le testimonianze di Jerome, il quale ha condiviso con noi la sua personale esperienza con gli immigrati nelle periferie parigine, e di Toriale, che ci ha raccontato il lungo viaggio intrapreso dall’Afghanistan per giungere in Italia, Paese dove attualmente risiede e lavora come mediatore culturale. Inoltre, molto profonda è stata la testimonianza di Nicolò (29 anni), a conclusione di una piacevole gita in barca con i ragazzi della comunità MSNA. Nicolò ha preso parte a numerose esperienze di volontariato nelle periferie della Bolivia, dove ha portato aiuto e felicità a tanti bambini abbandonati e ammalati.

Uno dei ragazzi, colpito da questa testimonianza, ha detto: “(Nicolò) ha un cuore grande, ha fatto bene al suo cuore. Dio è molto contento”. È stato toccante come, nonostante il suo personale vissuto, segnato da profondo dolore e grandi difficoltà, egli abbia trovato la forza per esternare le proprie emozioni.

Conoscere le loro esperienze e osservare la realtà dal loro punto di vista, anche se solo per poco, è stato un dono immenso, che ci ha permesso di condividere un piccolo scorcio del loro dolore, e al contempo di ingegnarci per trovare ogni modo possibile per stare loro accanto. Tra lezioni di italiano, informatica, lavori nell’orto o di riqualificazione delle strutture e momenti di svago, abbiamo ascoltato le loro storie, il viaggio che hanno intrapreso per arrivare fin qui e le difficoltà che devono affrontare ogni giorno. Insomma, un viaggio di umiltà che non solo ci ha resi consapevoli di quanto non sia scontato ciò che abbiamo, ma anche di quanto noi siamo responsabili verso coloro che sono meno fortunati.

Silvia, operatrice della Caritas, ha detto “Non si possono capire le persone con la razionalità, ma con le emozioni. La razionalità è ciò che serve per trovare le soluzioni.”

“La prossima volta che ci vedremo parlerò italiano”

Se all’inizio pensavamo di essere solo noi a dover dare aiuto, via via abbiamo realizzato quanto invece stavamo ricevendo noi dagli ospiti delle strutture. Attraverso balli, giochi e risate, sono stati proprio loro a farci ritrovare l’entusiasmo di stare assieme e la gratitudine per ciò che abbiamo.

Negli occhi di molti abbiamo visto il desiderio sincero di imparare l’italiano assieme a noi e agli insegnanti. Le relazioni costruite hanno dato valore all’apprendimento, tanto che uno di loro ci ha detto: “La prossima volta che ci vedremo parlerò italiano”. L’obiettivo ora è rivedersi presto.

Ci ha colpito sapere che questa è stata la prima volta che le due strutture per MSNA  hanno aperto le porte ad un gruppo così numeroso di giovani coetanei degli ospiti. Per noi, è stato un valore aggiunto all’esperienza e alle relazioni.

Ognuno di noi si è sentito parte fondamentale del campus: ora ci impegneremo, insieme, a trasmettere alle nostre famiglie, amici e compagni questa nuova sensibilità. Torniamo a casa consapevoli, responsabili, ma soprattutto più grati per aver trovato un angolo di paradiso per quanto amore abbiamo ricevuto da questa fetta di umanità che il mondo chiama “scarto”.

Leggi le esperienze:

Cosa è stato per me

 




Summer Campus 2021

Anche l’estate 2021 è stata caratterizzata dai Campus Estivi dei giovani del Movimento dei Focolari in diverse città dell’Italia.

Vedi maggior notizie e foto sulla

Pagina Facebook Giovani per un Mondo Unito – Italia

L’esperienza del Summer Campus di Prato. Il servizio su TV Prato




Grazie Dino! La Tua Romamor

Ciao Dino, ciao Presidente dei nostri cuori, avremmo voluto che questo giorno non arrivasse mai!

Perché tu per noi eri invincibile e non potevamo pensare che un giorno saremmo stati senza di te, senza la nostra guida.

Invincibile però lo sarai per sempre, per noi e per tutte le persone che ti hanno conosciuto, come sappiamo allo stesso modo che non staremo mai senza di te perché tu non ci abbandonerai mai, continuerai a seguirci, a darci forza, a metterci sulla giusta strada e anche a rimproverarci da lassù… sì, non sappiamo come, ma siamo sicuri che riuscirai a fare anche quello!

I tuoi rimproveri da papà e la tua spinta a migliorarci sempre sono state le armi perfette che ci hanno portato dove siamo, che hanno portato la nostra Romamor a crescere forte, nonostante le difficoltà e le nostre diversità. Anzi sei stato capace di tirare fuori il meglio di ognuno di noi e di farci dimenticare i problemi che ognuno di noi portava con sé personalmente, e trasformare i nostri pensieri in tempo ed energia da spendere per gli altri, come facevi tu.

C’è una frase che dice “Mi piace la speranza perchè è un sentimento testardo.” Come te. La tua testardaggine, la tua passione, sono state il nostro motore.

Unire un gruppo di decine di volontari ognuno con le proprie idee e le proprie motivazioni non era così semplice, ma tu ci sei riuscito. E te ne saremo grati per sempre. Hai messo la tua vita al servizio degli altri senza chiedere nulla in cambio.

Eravamo la tua seconda famiglia e la tua vera famiglia ne era felice, nonostante il tempo pieno che donavi a noi: sapeva quanto questo ti riempiva il cuore e ti hanno condiviso con noi in questi anni con felicità.

Hai lavorato per le persone ma soprattutto con le persone di ogni credo, razza, religione, non discriminando mai nessuno, creando quello spirito di unione e di comunità su cui tu eri il numero uno. Quello che dicevi era che la cosa più bella, più importante per te era andare a dormire ogni sera sapendo che avevi potuto aiutare qualcuno.

Ognuno di noi ricordandoti ha pensato a delle frasi:

“Lo sguardo dell’uomo spazia fino all’orizzonte, lo sguardo dell’uomo che ha fede tocca l’infinito, grazie per averci insegnato a guardare più in là”
“Sei stato il bene e l’aiuto per i bisognosi fatto persona”
“In nome dell’altro hai vissuto la tua seconda giovinezza e semplicemente l’hai trasmessa” “Eri un angelo, avevi un cuore grande soprattutto per gli ultimi”
“Al monastero di Bose c’è un’immagine che rappresenta un monaco giovane che porta sulle spalle un anziano . . .  porta avanti i sogni di un anziano, un giovane che è capace di prendere su di sé i sogni degli anziani e li porta avanti per farli fruttificare!”

Ti promettiamo che Romamor farà questo per te, sotto la tua supervisione.
Il tuo amore ci accompagnerà ancora su questa terra per sempre, ne siamo certi e grati. Continua a stringerci forte ed abbracciarci da lassù come facevi qui!
Riposa in Pace Presidente Dino!
La Tua Romamor

https://www.romamor.org

RomAmor: essere famiglia con i più bisognosi




Raccolta fondi emergenza incendi in Sardegna

Il Movimento dei Focolari in Sardegna sostiene e promuove la raccolta fondi della Diocesi di Alghero-Bosa a cui appartengono la gran parte dei Comuni interessati dal grave incendio. È urgente infatti che gli aiuti arrivino quanto prima sul territorio. Si vuole così sostenere la Chiesa locale nell’accogliere e sostenere le necessità dei propri fratelli.

Come si legge sul sito della Diocesi: “Emergenza incendi Montiferru: fondo di solidarietà attivato dalla Diocesi di Alghero-Bosa. Migliaia di sfollati e oltre ventimila ettari di territorio sono andati perduti nell’incendio che ha devastato il Montiferru, colpendo gravemente le comunità di Santu Lussurgiu, Cuglieri, Tresnuraghes, Sennariolo e Scano di Montiferro. Tante le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni per mettersi in salvo dall’avanzare delle fiamme che, in alcuni casi, hanno completamente distrutto i sacrifici di tutta una vita. Stessa situazione per le aziende agricole e per gli allevamenti di bestiame, inceneriti dal fuoco. Da subito si è messa in moto la macchina degli aiuti volontari che ha contribuito, nell’emergenza, ad offrire sicurezza soprattutto alle persone che si trovavano in situazione di estrema necessità. L’intera Diocesi di Alghero-Bosa, addolorata per quanto accaduto, intende offrire un mezzo per poter aiutare quanti in questo momento stanno soffrendo, predisponendo un apposito “Fondo” per raccogliere le offerte da destinare alla causa. Il fondo, denominato “Emergenza Incendi Montiferru”, partirà con un contributo di € 50.000 della Diocesi, predisposto dal Vescovo Mauro Maria Morfino.

Per contribuire:

http://www.diocesialghero-bosa.it/emergenza-incendi-montiferru-fondo-di-solidarieta-attivato-dalla-diocesi/

IBAN  IT 57 D 01015 84890 000070770491

Causale: Emergenza incendi Montiferru

 




«Metti amore…»

Non avrei mai immaginato di aver sposato uno sconosciuto. Mio marito, infatti, aveva rivelato un egocentrismo che lo allontanava dagli altri. In realtà celava un tremendo senso di inferiorità. Me n’ero accorta quando, per non ferirlo, non potevo gioire neanche dei successi dei nostri due figli.

E pensare che un tempo mi sentivo sostenuta da lui! Ora questo punto fermo era svanito ed io mi sentivo in crisi. Fu a questo punto che il messaggio di una ex compagna di scuo- la entrata in convento mi annunciò la sua decisione di lasciare la strada intrapresa.

Andai a trovarla e mentre lei mi parlava di solitudine, di idealità crollate, di invidie e gelosie in una comunità, la sua, che aveva alti scopi umanitari, mi sembrava di vedere me stessa riflessa in uno specchio. Ci incontrammo in più occasioni e una frase di Giovanni della Croce, da lei citata, divenne luce per ciò che dovevo fare per tentare di salvare la famiglia: «Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore». Mi impegnai. Non fu facile, ma oggi le cose sono cambiate, sia per me che per lei

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 4, luglio-agosto 2021)