Procida (Na): “Il mondo salvato dai ragazzini”, per educare alla pace

 La contestazione infiammava l’Europa, la scrittice Elsa Morante  dopo aver scritto l’isola di Arturo, la storia di una adolescente ambientata nell’isola di Procida, pubblicò nel 1968 un libro atipico, originale, misterioso, affascinante e per certi versi oscuro: Il mondo salvato dai ragazzini. Emergevano da quelle pagine, il valore dell’innocenza, lo slancio ideale il rifiuto di ogni guerra e di ogni violenza, l’accettazione di ogni essere umano anche il più spregevole. 

Scrivono Angela e Paquale Lubrano: “Sentivamo forte, nel presente della storia, l’invito di Papa Francesco ad andare verso l’umanità, a portare il nostro impegno nei posti dove più c’era sofferenza e disagio, a prenderci cura di tutti. Il comune di Procida dove abitiamo gravato di dissestato pauroso con 28 milioni di debiti con uffici sguarniti di personale, con le casse vuote. Decidiamo di metterci accano ai nuovi giovani politici che la popolazione aveva da poco eletto. Dapprima un piccolo contributo per la comunicazione poi ci viene affidata la Biblioteca Comunale, da riattivare. Mesi di impegno lavorativo con un gruppo di volontari che ci affiancano, ma anche di scoperta e di gioia nel sapere che lavoravamo per la rinascita dell’isola.”

Il progetto si concretizza innanzitutto nel trovare dapprima le adesioni, e aderiscono l’amministrazione comunale di Procida, l’associazione culturale Kolibrì e la sua Presidente Donatella Trotta, con il sostegno iniziale della Fondazione Banco di Napoli e in partenariato con la rivista «Andersen-Il Mondo dell’Infanzia», l’ente nazionale di formazione Agita Teatro, l’Associazione culturale Isola di Graziella, l’I.C. 1° C.D. Antonio Capraro e l’IISS Caracciolo da Procida. Si pensa a segmenti laboratoriali di lettura, pittura, teatro, video  tutti collegati alla lettura di quattro libri selezionati. 

“Guardando al futuro – continua Pasquale – si intravede una grande biblioteca per ragazzi e giovani, con tanti lavoratori creativi  nella struttura carceraria ormai dismessa – l’antico ergastolo borbonico – luogo per secoli  di dolore e di morte che incombe ancora minaccioso sulla bellezza dell’isola. Le difficoltà non mancano, i fondi tardano ad arrivare ma non ci fermiamo. 22 classi di ogni ordine grado partecipano, coinvolti docenti e famiglie. Da ottobre a maggio uno o due laboratori al mese: video, disegno, scrittura, teatro I ragazzi  e i giovani studenti si ritrovano con quattro libri da leggere”. 

Gli autori dei testi giungono sull’isola dopo che i ragazzi hanno letto i loro libri. E’ un esplosione di creatività, di sinergie, di accoglienza reciproca, di vitalià inaspettata. Per i ragazzi un’esperienza entusiasmante. 

Angela racconta della conferenza stampa del 30 maggio 2018 prima delle manifestazioni conclusive, svolta nella prestigiosa sede della Fondazione del Premio Napoli: “Numerosi sono gli articoli di questa esperienza comparsi sulla stampa. Ma la notizia più bella è quella che la fondazione Premio Napoli sente di far propria la nostra esperienza e il nostri libri costituiranno l’apertura del Premio Napoli alla letteratura per ragazzi. Negli ultimi giorni di scuola nel tripudio di una piazza multicolore e festante si chiude la prima edizione di Procida – Il Mondo salvato dai ragazzini – Elsa Morante, con gli occhi incantati dalle mirabolanti creazioni di Gek Tessaro, in un abbraccio di cuori tra ragazzi, famiglie e docenti. Quanto è nato nella piccola isola non è solo nostro. Quel germe di fraternità universale che Chiara Lubich ha messo nei nostri cuori potrebbe fiorire in ogni città. Non era questo anche il suo sogno?”.

Leggi anche l’articolo sul giornale Il Mattino

 




Dare un’anima alla democrazia. La rappresentanza come spazio d’incontro fra politici e cittadini

Roma – Palazzo Toniolo, il 13 giugno 2018

Il prof. Alberto Lo Presti dell’Istituto universitario Sophia di Loppiano-Firenze e Direttore del Centro Igino Giordani ha avviato il dialogo con la partecipazione di 11 parlamentari, sindaci, amministratori locali, cittadini attivi.

La rappresentanza non è solo un meccanismo alle prese con la tecnologia elettorale. Ha anche una interpretazione ideale della relazione politica, come Chiara Lubich ci ha insegnato fondando il Movimento politico per l’unità.  Lei ha sempre avuto un’idea alta di rappresentanza politica, a partire dal 1959. “O sacerdoti o politici”.   

E’ un rapporto politico di investitura diretta, un rapporto etico basato sulla fiducia, un rapporto sistemico con l’intero Paese e con i cittadini: aprirsi, donarsi, saper perdere fino ad “Amare il partito altrui come il proprio” ed “Amare la patria altrui come la propria”.

I parlamentari di maggioranza e di opposizione e tutti i presenti, intervenuti numerosi, hanno raccolto la sfida di un cammino controcorrente all’inizio della XVIII Legislatura.

Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’unità- Italia ha annunciato l’avvio di un percorso comune tra parlamentari, cittadini e sindaci di Città per la fraternità per vivere il Patto politico eletti-elettori in Parlamento e nelle comunità locali. 

Intervista a Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’unità – Italia




Ripudio della guerra. Un laboratorio a Camaldoli

Il Movimento dei Focolari in Italia è impegnato in prima fila nella proposta di una cultura di pace che sia capace di incidere sulla realtà. A partire dalle scelte in campo economico e politico. A tal fine, per sostenere e accompagnare questo percorso, si è costituito il gruppo di lavoro, riflessione e azione “Economia disarmata” che opera a livello nazionale, su singole campagne e azioni, in collaborazione con altre realtà impegnate da sempre su questi temi, come Rete e Tavola pace, rete disarmo, pax Christi, Banca etica, Amnesty, Arci, Oxfam, …

In particolare, la straordinaria capacità della comunità sarda dei Focolari di operare come lievito di un vasto movimento di cittadinanza attiva in dialogo con le istituzioni, ha fatto emergere il caso paradigmatico delle bombe per aereo prodotte nel nostro Paese, tra le città di Domusnovas e Iglesias, per essere desinate all’Arabia Saudita che le usa nei bombardamenti sullo Yemen, guerra dimenticata ma dichiarata dall’Onu uno dei più gravi disastri umanitari in corso.

Relativamente a tale grave responsabilità, che coinvolge la politica nazionale e internazionale, il Movimento ha promosso incontri in diverse città italiane e nelle sedi parlamentari, come la conferenza stampa presso la Camera dei deputati del 21 giugno 2017  che ha originato mozioni, poi respinte a maggioranza nella scorsa legislatura, per chiedere il rispetto della legge 185/90 e cioè lo stop all’invio di bombe verso i Paesi in guerra, assieme ad un effettivo impegno di risorse per il lavoro degno in una terra come il Sulcis Iglesiente che vive duramente gli effetti della crisi economica.

Come sempre avviene, è la testimonianza credibile che smuove le coscienze dal profondo, come ad esempio la scelta della famiglia di Giorgio e Daniela Isulu di non accettare la possibilità di lavorare presso la fabbrica di bombe nonostante la recente perdita, da parte di Giorgio, dell’occupazione per delocalizzazione dell’azienda dove era impiegato da tempo. Una scelta operata senza polemiche o condanne per altri colleghi, ma come esigenza insopprimibile di fraternità.

Cfr trasmissione di Tv 2000 del 21 maggio 2018   

https://www.youtube.com/watch?v=OikXfAJNGdc

Proprio per dare occasioni di approfondimento di questo percorso avviato dal Movimento in Italia, il gruppo di lavoro “Economia disarmata” ha organizzato da venerdì 27 a domenica 29 luglio 2018 una tre giorni a Camaldoli (Arezzo) per affrontare alcune delle questioni emerse dall’impegno diretto nella “nonviolenza attiva” proposta da papa Francesco. Non si tratta di una serie di una serie di conferenze ma di un percorso di approfondimento e dialogo per il quale è consigliata la partecipazione a tutte e tre i giorni.

Il laboratorio è aperto a chi condivide questa esigenza ed è orientato a fornire gli strumenti per continuare il cammino in dialogo con tutti sapendo offrire le ragioni della propria scelta.

Ripudio della guerra e disobbedienza civile a 100 anni dalla “vittoria” del 1918

Laboratorio a cura del gruppo di riflessione e azione Economia disarmata del Movimento dei Focolari in Italia

Tre giorni di dialogo e approfondimento presso il monastero di Camaldoli (Arezzo) da venerdì 27 a domenica 29 luglio 2018

Premessa

A cento anni dalla frattura epocale della Grande Guerra (1914-1918), primo eccidio industriale di massa, l’umanità assiste ad una crescita costante delle spese in armamenti. L’instabilità mondiale, dalla scarsità delle risorse al fenomeno delle migrazioni, sposta le frontiere oltre i confini tradizionali degli stati alimentando la “terza guerra mondiale a pezzi” evocata da papa Francesco. Chi ricerca ancora la pace secondo giustizia, non può ignorare il decisivo ruolo esercitato dalle industrie delle armi. Dal monito del presidente statunitense Eisenhower nel 1961 all’export italiano dei nostri giorni.

Testo di riferimento

Dossier Disarmo Città Nuova 2017

Ratio della tre giorni

Uno spazio di dialogo e approfondimento con alcuni degli interlocutori e compagni di viaggio incontrati nel percorso intrapreso, come Focolari in Italia, sulla questione della guerra e della pace. Con particolare attenzione alla questione dei dilemmi della nonviolenza attiva e il confronto con i poteri economici che determinano le scelte decisive in campo politico.  

Non basta il riarmo e neppure il disarmo
per rimuovere il pericolo della guerra:
occorre rimuovere lo spirito di aggressione e
sfruttamento ed egemonia, dal quale la guerra viene:
occorre ricostruire una coscienza.
Igino Giordani (1894-1980)

PROGRAMMA

Venerdì 27 luglio 2018

Ore 11-13

Il ripudio della guerra oggi e la “vittoria “del 1918

Dialogo con Renato Sacco, coordinatore Pax Christi Italia

 Pranzo

Ore 15.30- 19.30

La lezione di Primo Mazzolari

Letture e dialogo con Anselmo Palini, insegnante e saggista

Utopia della guerra e realismo della pace

Dialogo con Maurizio Certini Centro Giorgio La Pira, Massimo Toschi, storico, Silvio Minnetti, presidente Mppu Italia  

Cena

Ore 21-23.30

Rassegna filmografica

Sabato 28 luglio 2018

Ore 9.30-13.00

Camminata nella foresta casentinese con letture e testimonianze

Pranzo al sacco

Ore 17-20

Cento anni dalla inutile strage

Approfondimento con lo storico Giorgio Giannini

Presidente Centro studi difesa civile

“Anche se tutti, io no”, diritto di resistenza e guerre umanitarie

Dialogo sulla nonviolenza attiva con Mao Valpiana, Movimento nonviolento, e Nicoletta Dentico, Banca Etica

Cena

Domenica 29 luglio 2018

Ore 9.30-13.00

Il peso del complesso militare industriale e la riconversione possibile

Dialogo con Gianni Alioti, responsabile ufficio internazionale Fim Cisl, e Raul Caruso, docente di politica economica presso Università Cattolica di Milano

Pranzo

Ore 15 -17

Bilancio del percorso e prospettive operative

Fonti di riferimento

Facebook pagina Economia disarmata  

Blog http://economiadisarmata1.blogspot.it/

cittanuova.it   focolaritalia.it

Trattandosi di un percorso di approfondimento e dialogo, e non di una serie di conferenze, si consiglia la partecipazione all’intero periodo del laboratorio

Note logistiche

Costo pensione completa, comprensive spese organizzative, dal pranzo del 27 luglio a quello del 29 luglio: 150,00 euro

Termine iscrizione: lunedì 25 giugno 2018, con acconto 50 euro.  

 da versare su C/C intestato a PAMOM

IBAN: IT58C0501803200000012433637

causale: “Partecipazione laboratorio Camaldoli”

Per chi si muove in treno è previsto un servizio di trasporto in macchina dalla stazione ferroviaria di Arezzo

Info e iscrizioni: economia.disarmata@gmail.com

3280531322 – 3358158244




Il nostro impegno per un dialogo aperto e approfondito a favore dell’unità del Paese

In questo momento di seria crisi politica che attraversa il Paese, ci sentiamo chiamati, come Movimento dei Focolari in Italia, ad impegnarci, ad ogni livello, per rafforzare i legami sociali che fondano la convivenza civile.

Abbiamo bisogno di creare spazi di dialogo e approfondimento sulle grandi questioni che incidono sulla vita delle persone e delle famiglie, con particolare attenzione a quelle più fragili che rischiano di pagare il prezzo più alto dell’instabilità. Riconosciamo che ognuno debba esprimere compiutamente le proprie convinzioni a partire da una prospettiva di apertura reciproca, senza cedere a demonizzazioni che rischiano di sfigurare e umiliare il volto dell’altro.

Resta fermo e riteniamo sia da rispettare il ruolo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come garante della Costituzione a servizio dell’Unità del Paese. Una conquista, quella dell’Unità, che alla vigilia della festa della Repubblica non possiamo mai dare per scontata senza il sincero e quotidiano contributo di ognuno al bene comune.

Auguriamo a tutte le forze politiche di lavorare con spirito di servizio e senso di responsabilità, a partire da un accresciuto rapporto fra eletti ed elettori, elemento fondamentale per la vita democratica del Paese.

Roma 30 maggio 2018

Andrea Goller e Rosalba Poli
Responsabili Movimento dei Focolari Italia 




Catania, dal 7 all’11 Maggio “Costruiamo la pace/Let’s Build Peace”: una cultura di pace tra le giovani generazioni

La città di Catania ospita, dal 7 all’11 maggio, la manifestazione “Costruiamo la Pace/Let’s Build Peace”: cinque giorni di appuntamenti culturali, dedicati soprattutto al mondo della scuola, ma aperti a tutti, per lanciare un messaggio forte di una nuova cultura di pace, per le giovani generazioni, ma capace anche di lasciare un segno nella città. Vari gli appuntamenti che scandiranno la manifestazione, che coinvolgerà molte scuole cittadine. Gli eventi si svolgeranno dal  7 all’11 Maggio  a  Catania sono  promossi da diverse scuole cittadine in collaborazione con associazioni internazionali quali “Living Peace” ed “Elephants for Peace” insieme ad associazioni locali, con il sostegno di AMU, Umanità Nuova, Teens 4 Unity,  Manitese, Polena, Cinestar, Coro Interscolastico “ Vincenzo Bellini”.

«Il nostro obiettivo – afferma Salvatore Impellizzeri, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Italo Calvino” – è potenziare e sviluppare una buona pratica pedagogica esportabile in luoghi e contesti differenti».

Il leit motiv della manifestazione, che si svilupperà, attraverso una serie di appuntamenti, si fonda sul “Dado della Pace”, percorso educativo didattico semplice, giocoso ed efficace, che stimola a cambiamenti personali e comunitari. Il dado ha, su ciascuna delle sei facce, delle  frase come “AMO PER PRIMO”, “AMO TUTTI”».

Ognuno, si impegna ad essere protagonista nel mettere in pratica una delle sei  frasi riportate. L’adesione personale fa  crescere l’impegno a vivere per la pace, rinnovando rapporti, rafforzando collaborazioni, cooperando nel mondo alla costruzione di una “rete”  per  creare relazioni di pace.

Salvatore Impellizzeri, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Italo Calvino”, spiega che «l’iniziativa nasce dall’impegno di tanti docenti che ogni giorno curano l’educazione alla cittadinanza globale e alla fraternità universale».

Il primo appuntamento della manifestazione, l’ideale “taglio del nastro” di “Costruiamo la Pace/Let’s Build Peace” avverrà al Parco Gioeni con l’installazione del “Dado della Pace”, il 7 maggio alle ore 9.30, alla presenza delle autorità cittadine.

Rose Marie Gnausch,  artista tedesca e fondatrice di “ Elephants for Peace”, curerà un’estemporanea di pittura; interverrà  Carlos Palma Lema, fondatore  di  “Living Peace International” e si esibiranno:
– gli studenti del “Fermi – Eredia”, del Kiwanis Catania Est,
– gli studenti dell’Istituto superiore “ De Felice – Giuffrida” con danze e coreografie multietniche,
– il coro scolastico dell’ Istituto Comprensivo “ Leonardo Sciascia” di Misterbianco.

Sempre il 7 maggio, alle 16.00, presso il  Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Catania, si svolgerà il  convegno internazionale “Educare alla Pace in un mondo globalizzato” con interventi  di docenti universitari, di esperti e di rappresentanti delle associazioni internazionali.

Altri appuntamenti si svolgeranno con l’artista tedesca Rose Marie Gnausch, che curerà le estemporanee di pittura, l’8 maggio alle ore 9.30 presso il Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania, il 9 maggio, sempre alla stessa ora, in Piazza Vicerè e l’11 maggio presso il parco cittadino “Villa Bellini”.

L’8 maggio, alle ore 16.30, nel plesso di via Leucatia n. 141 dell’Istituto “Calvino”, sarà inaugurato un affresco dedicato al tema della pace realizzato dall’associazione “Polena”.

Il 9 maggio, alle 18.00, presso il Cortile Platamone (Palazzo della Cultura di via Vittorio Emanuele) si esibirà il coro interscolastico “Vincenzo Bellini” diretto da Daniela Giambra e a seguire, il concerto tributo a Fabrizio De Andrè, poeta e cantante per la non violenza, a cura del Gruppo Musicale “Quelli che non”.

Il 10 maggio alle ore 9.00 presso il Cinestar di San Giovanni La Punta (Centro Commerciale “I Portali”) si svolgerà la fase finale del Concorso “Piccoli Registi Cercasi”, durante la quale saranno premiati gli spot e i cortometraggi prodotti dalle scuole italiane sul tema della legalità.

Alle 17.30 della stessa giornata presso il Liceo Musicale “ Giuseppina Turrisi Colonna” si potrà assistere al “Concerto per la Pace”.

La manifestazione si concluderà giorno 11 maggio alle ore 11.00 con la  “Run4Unity 2018” che si snoderà lungo via Etnea, dalla Villa Bellini a piazza Duomo. I partecipanti all’evento  potranno associarsi ad una staffetta mondiale di  pace, che unirà i punti più lontani del pianeta.

Durante tutte le giornate della manifestazione sarà possibile visitare la Mostra Internazionale “Elephants for Peace” con manufatti realizzati da studenti provenienti da varie parti del mondo, presso il “Castello Leucatia”, da lunedì 7 a venerdì 11 maggio, dalle ore 9.30 alle ore 12.30.

Per info:
Segreteria organizzativa  I.C. “ I. Calvino”
e-mail: ctoc89700g@istruzione.it
Tel. 095330560
Salvatore Impellizzeri cell: 320 2320959
pagina facebook: costruiamo la pace – let’s build peace
http://www.run4unity.net2018




Situazione Siria: Comunicato stampa Focolari Italia

Scarica il comunicato stampa (pdf)

 

 

 




Per la pace in Yemen – Comunicato stampa congiunto

Comunicato stampa congiunto

Amnesty International Italia – Movimento dei Focolari – Fondazione Finanza Etica Oxfam Italia – Rete della Pace – Rete Italiana per il Disarmo

27 marzo 2018

Il nuovo Parlamento sospenda l’invio di armi che alimentano il conflitto in Yemen

A tre anni esatti dall’inizio della conflitto, richiediamo con fermezza alle istituzioni italiane, ai Paesi membri ed all’Unione Europea di sospendere l’invio di armamenti alle parti in conflitto in Yemen e di sollecitare una iniziativa di pace a guida ONU

Non possiamo più chiudere gli occhi davanti alla catastrofe umanitaria che da tre anni si sta perpetrando in Yemen anche con armi italiane. Per questo chiediamo che la prima iniziativa del Parlamento italiano sia quella di conformarsi alle risoluzioni, votate ad ampia maggioranza nel Parlamento europeo, che chiedono di promuovere un embargo di armamenti verso l’Arabia Saudita e i suoi alleati in considerazione del coinvolgimento nelle gravi violazioni del diritto umanitario in Yemen accertate dalle autorità competenti delle Nazioni Unite. Chiediamo inoltre al prossimo Governo di farsi promotore della medesima istanza in sede di Consiglio europeo e di avviare un’iniziativa multilaterale per promuovere la fine del conflitto e il processo di pace in Yemen.

L’Italia e l’Unione Europea non possono continuare ad essere complici del disastro umanitario e della carneficina in corso in Yemen. Un confitto sanguinoso che sta colpendo soprattutto la popolazione civile da tre anni, cioè da quando la coalizione guidata dall’Arabia Saudita, senza alcun mandato internazionale, ha iniziato i primi bombardamenti sul territorio yemenita il 25 marzo 2015. Tre anni di guerra hanno portato a una situazione drammatica ed insostenibile per la popolazione locale (oltre 22 milioni di persone in condizioni di emergenza umanitaria), con più di 9 mila morti, di cui 6 mila civili, causati da scontri tra le parti in conflitto e e bombardamenti quotidiani soprattutto su aree cittadine. La crisi umanitaria è senza precedenti con difficoltà di accesso al cibo e acqua e con emergenze sanitarie sempre crescenti, nei mesi scorsi contraddistinte anche da epidemie di colera (1 milione di casi di colera ed 1 altro milione a rischio), inasprite dal blocco navale deciso dalla coalizione Saudita che impedisce l’arrivo di aiuti umanitari.

La richiesta della società civile italiana (in linea con le richieste internazionali tra cui la recenti decisioni del Consiglio di Sicurezza ONU che chiede il via libera agli aiuti umanitari oltre ad indagini sulle violazioni del diritto internazionale commesse in questi tre anni) continua d essere con forza quella di fermare le ostilità e permettere l’assistenza umanitaria alla popolazione e l’avvio di un percorso di pacificazione che parta in primo luogo dalle necessità della popolazione civile. Chiediamo con forza che cessino gli attacchi ad ospedali, luoghi di cura ed abitazioni.

In questi tre anni la guerra è stata condotta con armi fornite principalmente dall’Occidente e dai maggiori produttori di armamenti. Tra di essi anche l’Italia che ha consentito l’invio all’Arabia Saudita e ai propri alleati di bombe ed altri armamenti in quantità mai registrata prima, con un livello record di autorizzazioni per centinaia di milioni di euro. Le licenze rilasciate hanno già consentito negli ultimi mesi l’invio di migliaia di ordigni – sicuramente utilizzati nel conflitto, come dimostrano numerose prove raccolte sul campo – e la messa in produzione di nuove forniture che potrebbero giungere nei luoghi di ostilità nelle prossime settimane.

Contribuendo a rendere ancora più insostenibile una situazione già drammatica; tutti gli osservatori indipendenti ed anche autorevoli e anche autorevoli prese di posizione e Rapporti delle Nazioni Unite hanno sottolineato le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani perpetrate in Yemen da tutte le parti in conflitto.

Carlo Cefaloni
ufficiostampaitalia@focolare.org
cell. 328 0531322




La guerra è il mio nemico

Il 6 marzo scorso, circa 350 studenti delle scuole superiori di Prato hanno riflettuto insieme ai loro insegnanti e ad alcuni esperti, Fabiana Carosella di Emergency, Stefano Comazzi ,
Presidente dell’Amu e Carlo Cefaloni, redattore di Città Nuova, sulla Guerra è il mio nemico.

Hanno apprezzato molto il ruolo che svolgono l’Amu ed Emergency a favore dei popoli in difficoltà e l’intuizione di Chiara Lubich dell’Economia di Comunione. Si sono molto indignati per la fabbrica di armi a Domusnovas che hanno rinonimato ‘spaccio di armi’. Gli studenti hanno ascoltato con grande interesse, hanno preso appunti e a conclusione si sono alzati con la decisione di dare il loro contributo per la pace e l’unità di tutti i popoli.




Un Ministero della Pace: la proposta della comunità Papa Giovanni XXIII a Catania

Istituire in Italia un Ministero della Pace: la  proposta è stata promossa dalla Comunità  Papa Giovanni XXIII, ora approda in Sicilia sostenuta cosi come nel resto di Italia da una rete di associazioni.  Sabato 24 febbraio 2018, alle ore 9.30 a Catania,  promossa della Comunità Papa Giovanni XXIII  insieme ad un cartello di associazioni, (Azione Cattolica, Cesc Project, Focsiv, Movimento dei Focolari, Movimento Nonviolento, Sermig-Arsenale della Pace, Università di Padova, Mir, Atlante delle guerre), la campagna “Ministero della Pace”.

Presso la parrocchia Nostra Signora del SS. Sacramento, in Librino, via delle Susine 15 si  è svolto un seminario  in cui si è presentata  la proposta di istituire  in Italia un  Ministero della Pace.

La proposta del Ministero giunge in un momento in cui il tema della sicurezza sociale è percepito come prioritario dai cittadini. Violenza, guerre, terrorismo, riarmo stringono sempre più le persone nella morsa dell’insicurezza. Si tratta ora di spezzare questa catena di morte, come diceva don Oreste Benzi fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, “ l’uomo da quando esiste ha sempre organizzato la guerra, è arrivato il momento di organizzare la pace”.

Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha invitato a prendere coscienza della situazione geopolitica internazionale, tanto grave quanto sottovalutata. Accoglie e saluta i convenuti al seminario padre Aristide Raimondi parroco della chiesa che ospita l’evento.

Sono intervenuti:

Don Piero Sapienza, Direttore Ufficio per la Pastorale dei problemi sociali e lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del Creato che ha analizzato alcune la visione di vari Papi e di alcune  Encicliche.

Tony Bonaventura, Presidente Diocesano dell’Azione Cattolica Italiana che ha trattato il tema Educare alla Nonviolenza

Grazia Martines del Movimento dei Focolari che ha trattato Il sistema educativo come chiave per la prevenzione della violenza, raccontando la sua esperienza personale.




Per un Ministero della Pace

Il Movimento dei Focolari in Italia aderisce insieme ad altri alla campagna promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in favore dell’istituzione di un Ministero della Pace. Di seguito la lettera in cui si spiegano le motivazioni dell’adesione e il lavoro dei Focolari in Italia per promuovere un’economia “disarmata”.

Carissimi della campagna per un Ministero della Pace in Italia,

crediamo la visione profetica  che vi sostiene nel promuovere l’istituzione di un dicastero dedicato ad «una politica strutturale di pace», sia espressione di un realismo necessario in questo nostro tempo.

Come ha detto papa Francesco nel 2014 davanti al sacrario di Redipuglia, che testimonia l’orrenda carneficina di un’intera generazione nel primo conflitto mondiale, «anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!». È davanti a questo coacervo di poteri che legittima e promuove le guerre, che bisogna essere capaci di dare una risposta eloquente come esseri umani che vogliono avere cura del mondo.

In questi ultimi anni abbiamo promosso una proposta di azione in Italia per rimettere al centro del dialogo sociale e politico la questione della presenza delle bombe nucleari sul nostro territorio, la violazione della legge 185/90 sulla produzione e commercio di armi, la concentrazione nel settore delle armi del gruppo  Finmeccanica Leonardo  a discapito della produzione civile e, infine, il caso più eclatante dell’invio dal nostro Paese di bombe utilizzate dalla coalizione saudita nel conflitto in corso nello Yemen.

Purtroppo la Camera dei deputati ha respinto le mozioni avanzate per decretare lo stop immediato all’invio di armi destinate ad una guerra che colpisce la popolazione  civile, senza risparmiare scuole e ospedali, senza dimenticare l’epidemia di colera che interessa quella che l’Onu ha descritto come grave disastro umanitario. Le mozioni respinte, pur con qualche obiezione di coscienza, da una maggioranza trasversale parlamentare e dal parere contrario del governo riprendevano le istanze avanzate da diverse associazioni e movimenti, compreso quello dei Focolari, che chiedevano semplicemente di aderire alle risoluzioni adottate dal parlamento europeo per uno stop immediato all’invio di armi verso l’Arabia Saudita.

Siamo presenti nel comitato che in Sardegna, dove si producono le bombe, si batte, con mite ostinazione, per una riconversione economica integrale nel Sulcis Iglesiente perché i territori che più soffrono della crisi non siano messi davanti al improponibile ricatto occupazionale tra lavoro e bombe.

Noi che, come voi, siamo a favore della vita in ogni fase dell’esistenza, sappiamo bene che non possiamo volgere lo sguardo da un’altra parte se vogliamo restare fedeli alla Costituzione che ripudia la guerra e deve improntare la propria politica internazionale  a questo imperativo vincolante.  Siamo convinti con Giorgio La Pira che senza  agire sulle leve economiche e finanziarie non resta altro che la “magra potestà delle prediche”. Ma non sono le vuote prediche che sono all’origine della vostra idea di un ministero della Pace in questa nostra Italia che lo stesso La Pira invitava a costruire come un ponte di fraternità e non una piattaforma della guerra.

«Non basta il riarmo e neppure il disarmo per rimuovere il pericolo della guerra: occorre ricostruire una coscienza». Con queste parole che ci ha lasciato Igino Giordani siamo interessati ad offrire il nostro contributo a partire dai contenuti esposti per una futura istituzione che non è affatto irrealizzabile se solo si vuole lavorare assieme, fin da subito, per mettere in pratica seriamente la nostra Carta Fondamentale che ha nella centralità della persona la sua pietra angolare.

Rosalba Poli e Andrea Goller

Movimento dei Focolari – Italia

 




Giornata di preghiera e digiuno

Anche il Movimento dei Focolari aderisce, il prossimo 23 febbraio, alla Giornata di preghiera e digiuno per la pace e contro ogni forma di violenza.

L’iniziativa, indetta da Papa Francesco con un annuncio a sorpresa, davanti a 20 mila fedeli radunati in Piazza San Pietro, in occasione del consueto Angelus domenicale, si rivolge in modo particolare alle popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan, attraversate da una grave escalation di violenza e sopraffazione, ma senza dimenticare tutte le situazioni di conflitto che si protraggono in ogni parte del mondo.

Si tratta di una iniziativa non nuova: già in passato Papa Francesco aveva invitato «tutti i credenti, anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani», ad unirsi in un comune momento di preghiera, con le modalità ritenute più opportune, per implorare insieme il dono della pace e per chiedersi quale contributo ognuno possa dare per fermare la violenza. «

Fonte: focolare.org

“Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!” (Papa Francesco)




Percorso di formazione alla pace 2017 – Living Peace

In questa pagina potrete trovare i testi del corso di formazione “Percorso di educazione alla Pace” 2017.

http://www.amu-it.eu/materiali-percorso-di-formazione-alla-pace-living-peace-2529-ottobre-2017/?lang=it




Trento: un patto per la pace

Un progetto condiviso di fratellanza sociale, che potrebbe estendersi a tutta l’Italia.

Un progetto nato nel 2001, che dopo quasi 17 anni ha dato vita a ulteriori iniziative: basterebbe questa considerazione per decretare la buona riuscita di Tuttopace, avviato a Trento per iniziativa di alcune persone del Movimento dei Focolari, e poi concretizzatosi come esperienza condivisa con molte realtà cittadine.

«Era da poco passato l’11 settembre – ricorda Stella Salin, tra coloro che hanno visto nascere il progetto – e i ragazzi della scuola in cui insegnavo erano rimasti molto colpiti, volevano fare qualcosa. Così, oltre a tirare il “dado della pace” – che presenta su ogni faccia un’azione concreta da mettere in pratica per portare la pace là dove si vive –, hanno avviato un giornalino scolastico su queste tematiche».

Il giornalino, dopo essersi diffuso nella scuola, è arrivato anche ad altri istituti cittadini grazie all’iniziativa di un centro interculturale. Poi, quando i ragazzi della classe promotrice stavano per concludere il loro ciclo di studi primari nel 2004, «uno di loro, preoccupato che il giornalino non avesse seguito, ha contattato l’allora sindaco Alberto Pacher. Il primo cittadino – aggiunge Salin – con nostra grande sorpresa ha fatto inserire il giornalino nel periodico del Comune Trento Informa come inserto, posizione che occupa tuttora contando 50 mila copie».

Il giornalino è stato il primo passo di una proficua collaborazione con il Comune, che si è estesa al di là delle singole amministrazioni e che ha preso la forma del progetto Tuttopace. Su idea dei ragazzi è nata nel centro della città l’Aiuola della pace, nella quale
è stato posto un “dado della pace” gigante.

Si è poi consolidata l’annuale giornata Trento città della pace, che a maggio coinvolge diverse scuole di una rete che si è estesa fino a fuori Regione, e che ha visto tra i suoi ospiti anche la scuola Hand in Hand di Gerusalemme, dove ragazzi ebrei e palestinesi studiano insieme.

Sono inoltre stati avviati anche contatti con istituti scolastici del Canada e dell’Ungheria. Attorno al progetto si è creata una rete di docenti – ad oggi sono circa 120 – per la condivisione di percorsi di educazione alla pace, con incontri ospitati ogni mese dal Comune.

«È impressionante vedere come ogni volta si aggiunga qualcuno – riferisce Stella Salin–. Inoltre, il Dipartimento della conoscenza della Provincia si è fatto avanti e oggi coordina il Tavolo Tuttopace, che riunisce i diversi attori istituzionali e della società civile coinvolti in questo percorso» . . . 

Chiara Andreola

leggi tutto l’articolo sulla rivista mensile Città Nuova, numero 1 – Gennaio 2018, pp.42-44




A Torino un ponte sarà intitolato all’Unione Europea: il comunicato del MPPU Piemonte

Il Movimento Politico per l’Unità del Piemonte esprime vivo apprezzamento per la decisione della Commissione Toponomastica del Comune di Torino di intitolare all’Unione Europea il nuovo ponte in costruzione, nei pressi della stazione di Torino Porta Susa, che si inaugurerà nel marzo 2018.

Questa scelta rappresenta un gesto in controtendenza in un’epoca dove muri e divisioni sembrano prevalere. Anche i simboli nelle grandi città possono rilanciare progetti di pace e di cooperazione tra i popoli.
Promotori dell’iniziativa alcuni giovani amministratori torinesi, tra cui Marco Titli, membro del Movimento Politico per l’Unità e Consigliere della Circoscrizione 3 di Torino.

Una scelta coraggiosa, proprio nella Città di Torino, chiamata da Chiara Lubich nel 2002 a diventare “capitale della fraternità”.

Movimento Politico per l’Unità del Piemonte




Elezioni politiche 2018 – Comunicato Stampa Focolari

ELEZIONI POLITICHE 2018

Il Movimento dei Focolari in Italia incoraggia

l’impegno attivo per le prossime elezioni

secondo coscienza e nel segno di una fraternità autentica e radicale

Nel nostro Paese fervono i preparativi delle ormai prossime elezioni politiche previste tra marzo e maggio del 2018.

Un appuntamento davanti al quale non si può restare indifferenti. Chi, di ogni credo e convinzione, condivide il percorso del Movimento dei Focolari in Italia, è quanto mai consapevole dell’urgenza di una testimonianza di fraternità che muove all’impegno concreto in campo sociale e politico. Non in maniera improvvisata, ma come conseguenza di una vita orientata al bene comune.

Una responsabilità personale

Come sempre, si rivela decisivo il criterio della responsabilità personale nel saper declinare, in modo credibile, alcuni punti fermi come, ad esempio, la centralità della persona umana in ogni fase della sua esistenza, la cura dell’ambiente coma casa comune, l’accoglienza verso tutti, la promozione della vita e il ripudio della guerra, l’opzione verso gli ultimi e le periferie. Non ci si può esentare da questa scelta politica di nonviolenza attiva da esercitare secondo coscienza e maturità personale.

Coloro che decidono di impegnarsi in un partito sanno di aderire, appunto, ad “una parte”, accettando il limite di una tensione all’unità da ricercare sempre con ognuno, pronti ad affrontare le inevitabili incomprensioni che contrassegnano ogni radicale vocazione di donazione verso gli altri.  

In queste, come in ogni appuntamento elettorale, il Movimento Politico per l’Unità, soggetto politico laico di cittadinanza attiva, espressione del Movimento dei Focolari, incoraggia e si pone a servizio di coloro che, militanti o candidati in un partito, vorranno misurarsi nella sfida concreta di una politica di fraternità dentro le ricchezze e la complessità del nostro Paese.

L’impegno dal basso

Nei limiti delle leggi elettorali vigenti, andrà sempre ricercato, come criterio di selezione e autenticità, il metodo delle candidature che nascono come sviluppo di un impegno che si è già manifestato all’interno di partiti e movimenti politici o come impegno civico sul territorio, coscienti che chi si candida o si impegna come militante di un partito lo fa a titolo personale come espressione della propria libertà di coscienza e non a nome del Movimento dei Focolari.

Per i cattolici poi, sono di ispirazione le parole del presidente della Cei, cardinal Gualtiero Bassetti, che invita a non prestarsi alla divisione tra quelli del sociale e quelli della vita perché «non ci si può prendere cura dei migranti e dei poveri per poi dimenticarsi del valore della vita; oppure, al contrario, farsi paladini della cultura della vita e dimenticarsi dei migranti e dei poveri, sviluppando in alcuni casi addirittura un sentimento ostile verso gli stranieri. La dignità della persona umana non è mai calpestabile e deve essere il faro dell’azione sociale e politica dei cattolici».

Non rimanere alla finestra

Crediamo, infine, che sia determinante l’invito, espresso da papa Francesco in visita sui luoghi di don Primo Mazzolari, ad abbandonare ogni forma di spiritualismo o di chiusura in ambiti separati, vincendo, così, la tentazione di stare «alla finestra a guardare senza sporcarsi le mani» accontentandosi «di criticare, di descrivere con compiacimento amaro e altezzoso gli errori del mondo intorno», e per questo vogliamo anche vivamente incoraggiare la partecipazione attiva e consapevole al voto a l’impegno diretto in campo sociale e politico.

La scelta definitiva che ci muove, infatti, è quella di abbracciare e amare questo nostro mondo nella prospettiva di una fraternità da costruire con fedeltà ogni giorno.

Carlo Cefaloni  328 0531322

Maria Chiara De Lorenzo 349 5843084 

ufficiostampaitalia@focolare.org

 




Scuola di Partecipazione Politica – Carpi (MO)

Carpi (MO) dal 2015 al 2017

Le lezioni e le attività svolte dall’inizio fino alla lezione conclusiva di consegna dei diplomi, avvenuta l’ 11 Ottobre scorso.

In sintesi:
16 ragazzi coinvolti dall’inizio alla fine della scuola 
11 lezioni frontali con docenti
14 incontri o attività o piccoli laboratori svolti insieme ai ragazzi

In allegato il percorso delle attività svolto con relative foto ed un articolo uscito prima della serata conclusiva su “Il Tempo”.

Vedi tutto il percorso di questi anni  Scuola-Carpi 2015-2017

Articolo apparso su Tempo il 4 ottobre 2017 a cura di Lisa Migatti




Comunicato stampa: votazione alla Camera sullo Yemen

Comunicato stampa congiunto

Amnesty International Italia – Movimento dei Focolari
Oxfam Italia – Rete della Pace – Rete Italiana per il Disarmo

19 Settembre 2017

La Camera voterà oggi sullo Yemen e le forniture militari all’Arabia Saudita: si rispettino Costituzione, Legge 185/90 e Arms Trade Treaty

Si tratta di sistemi militari che vengono utilizzati sui civili: ogni Parlamentare voti secondo coscienza esercitando il proprio senso di responsabilità

Oggi, martedì 19 settembre, si terrà alla Camera dei Deputati la discussione finale e, con ogni probabilità, la votazione su alcune mozioniconcernenti la situazione di crisi nello Yemen con particolare riferimento all’emergenza umanitaria e all’esportazione di armi verso i Paesi coinvolti nel conflitto. Il dibattito prende avvio da due documenti presentati prima dell’estate: la mozione 1/01662 che vede come primo firmatario Giulio Marcon (firmata da una trentina di parlamentari non solo di Sinistra italiana, ma anche di Articolo 1-MDP, Democrazia Solidale-Centro democratico oltre che da un parlamentare di maggioranza del PD;) e la mozione 1/01663 presentata da Emanuela Corda del M5S firmata da altri 11 deputati del M5S. A questi testi si sono aggiunte nelle ore immediatamente precedenti il dibattito altre tre mozioni: una a firma del Partito Democratico, una a firma di Forza Italia, la terza a firma di Scelta Civica. In tutti questi ultimi testi – diversamente dai primi presentati – non viene fatto cenno al coinvolgimento nel conflitto di ordigni prodotti in Italia e non si chiede esplicitamente una interruzione delle forniture militari.
Nel caso del Partito Democratico, la principale formazione della maggioranza di Governo, ciò contrasta con la presentazione nello scorso giugno di una risoluzione 7/01294 a prima firma Giorgio Zanin rimasta sepolta in Commissione Difesa. Nel testo, ancora non discusso, si chiedeva al Governo di lavorare verso “una immediata sospensione generalizzata delle forniture di materiali di armamento ai paesi coinvolti nel conflitto yemenita”.
Il dibattito parlamentare è scaturito in seguito ad un appello rivolto nei mesi scorsi a tutti i partiti da reti ed organizzazioni nazionali (Rete Italiana per il Disarmo, Amnesty International Italia, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari, Oxfam Italia e Rete della Pace) per chiedere al Parlamento di farsi promotore di un effettivo processo di pace e di aiuto alla popolazione dello Yemen e, soprattutto di sospendere l’invio di materiali militari a tutte le parti in conflitto tra cui la coalizione a guida saudita.
Il Parlamento ha la responsabilità dell’applicazione della Costituzione e delle nostre leggi. Il ripudio della guerra trova concretezza nel controllo sulla produzione e sulla vendita di armi, e, laddove si dimostrano violazione dei diritti umani e conflitti armati, nessuna concessione e nessuna vendita è lecita. Violare questi principi per supposti interessi strategici significa farsi responsabili dei conflitti che destabilizzano intere regioni e alimentano il terrorismo internazionale.
Riguardo alla fornitura di sistemi militari che vengono ampiamente impiegati per bombardare zone civili uccidendo donne e bambini inermi ogni Parlamentare è perciò chiamato innanzitutto ad interpellare la propria coscienza e ad esercitare il proprio senso di responsabilità ricordando che nel suo operare «Ogni membro del parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato»(Costituzione, Art. 67).
Con il voto sulla situazione in Yemen, partiti e Parlamentari sono chiamati oggi ad un gesto di responsabilità che va oltre gli schieramenti e le diverse posizioni politiche: fermare la fornitura di armamenti alle forze militari della coalizione guidata dall’Arabia Saudita è un dovere nazionale, è una decisione di responsabilità, è dimostrare che l’Italia mette la pace, la sicurezza e la difesa dei diritti umani al centro della propria politica estera e di difesa.
Nei giorni scorsi, per la terza volta in due anni, il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione con la quale ha invitato l’Alto Rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, ad “avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte dell’UE di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita tenuto conto delle gravi accuse di violazione del diritto umanitario internazionale da parte di tale paese nello Yemen”. Il testo è stata votato con 386 voti favorevoli soprattutto del “gruppo progressista”, 107 contrari e 198 astensioni.
Diversi paesi europei, con cui l’Italia è alleata, tra cui Germania, Svezia e Olanda, già da tempo hanno interrotto le forniture di sistemi militari all’Arabia Saudita ed in particolare quelle che vengono impiegate dall’aviazione saudita nel conflitto in Yemen. Nei giorni scorsi le organizzazioni della società civile italiana hanno inoltre chiesto al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni di sostenere la proposta avanzata dai Paesi Bassi e dal Canada di un’indagine indipendente sui crimini di guerra in Yemen. Si tratta di un’iniziativa richiesta da tempo dall’Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani e ampiamente sostenuta dalla società civile internazionale.
La nostre organizzazioni ribadiscono che qualunque voto positivo del Parlamento su questo tema debba per forza contenere nella parte dispositiva il richiamo alla necessità di un embargo sugli armamenti a tutte le parti in conflitto e la conseguente sospensione delle forniture da parte del nostro Paese. E’ per noi deprecabile la presentazione di testi che, magari a partire da una chiara lettura della situazione drammatica nello Yemen, propongono finte soluzioni che non tengano conto della responsabilità in capo anche al nostro Governo di di alimentare il conflitto armato attraverso le continue forniture di sistemi militari e munizionamento.
I documenti votati dal Parlamento Europeo sono chiari e dovrebbero spingere sia il Governo e il Parlamento italiano a promuovere e condurre in prima persona tutti i passaggi internazionali necessari per il blocco delle forniture militari alle parti in causa nel conflitto yemenita. Costruire la pace in situazioni così complesse è impresa non facile, ma diventa sicuramente impossibile se non si fermano innanzitutto i flussi di armi.




Gentiloni all’ONU sostenga la proposta di una indagine internazionale indipendente sui crimini di guerra in Yemen

Comunicato stampa congiunto

Amnesty International Italia – Movimento dei Focolari Oxfam Italia – Rete della Pace – Rete Italiana per il Disarmo

15 settembre 2017

L’appello al Presidente del Consiglio di reti ed organizzazioni italiane fa seguito al terzo voto del Parlamento Europeo a favore di un embargo delle forniture di armi all’Arabia Saudita

Comunicato Stampa_Gentiloni_NewYork_SET17




La società civile incontra la Presidente della Camera Boldrini: si fermino le bombe italiane che bombardano lo Yemen

Comunicato stampa – 14 luglio 2017

Nel pomeriggio di ieri è stata ricevuta a Montecitorio dalla Presidente della Camera On. Laura Boldrini una delegazione delle organizzazioni della società civile italiana che da tempo si stanno occupando della drammatica situazione dello Yemen e della responsabilità italiana nel conflitto a seguito della fornitura all’aeronautica militare dell’Arabia Saudita di ordigni prodotti in Sardegna dalla RWM Italia di Ghedi.

L’incontro con la Presidente della Camera è stato richiesto per sottolineare, ancora una volta, la condizione critica della popolazione civile yemenita (stremata da oltre due anni di conflitto e, recentemente, anche da una feroce epidemia di colera) e la piena contrarietà alle reiterate forniture militari, sebbene autorizzate dalle competenti autorità, delle bombe di fabbricazione italiane che contribuiscono ad esacerbare la situazione di guerra e non certo a promuovere prospettive di pace. La delegazione ha inoltre chiesto alla Presidente della Camera di valorizzare e porre alla necessaria attenzione di tutti i Gruppi politici le mozioni sulla situazione in Yemen e l’esportazione di armi italiane all’Arabia Saudita recentemente presentate e di prossima discussione in Aula.

Significativa la presenza all’incontro di una rappresentante del “Comitato per la riconversione della RWM” che si è costituito in questo mesi nel Sulcis-Iglesiente per chiedere lo stop delle forniture di bombe e la riconversione della fabbrica RWM di Domusnovas per promuovere uno sviluppo sostenibile e dare ai lavoratori una soluzione di reddito che non debba per forza passare per la costruzione di armi responsabili di uccisioni anche civili nello Yemen. Nello stessa serata nel comune di Iglesias si è svolto un consiglio comunale aperto sulla questione Rwm su istanza dello stesso comitato.

La Presidente Boldrini si è intrattenuta per lungo tempo con la delegazione delle organizzazioni che si occupano di Pace, diritti umani, cooperazione esprimendo la massima attenzione per la questione e per l’iter parlamentare a riguardo che si aprirà a presto e dicendosi disponibile ad un nuovo incontro a settembre con una delegazione del territorio per continuare il confronto e dare spazio alle questioni emerse nell’incontro di ieri.

CS_incontroBoldriniLUG2017

Carlo Cefaloni 

cell. 328 0531322 email:carlo.cefaloni@gmail.com

ufficiostampaitalia@focolare.org

Vedi articolo su Città Nuova

 




“Stop alle forniture militari all’Arabia Saudita. Si salvi il lavoro in Sardegna”

Rivedi gli interventi

Comunicato stampa – 21 giugno 2017
“Stop alle forniture militari all’Arabia Saudita.
Si salvi il lavoro in Sardegna”

L’appello ai parlamentari italiani presentato oggi alla Camera da Reti e associazioni della pace, dei diritti umani e dell’intervento umanitario.
Le bombe italiane fanno stragi di civili in Yemen, alimentando uno dei conflitti più drammatici e gravi al mondo
Presentata oggi a Roma, in una partecipata conferenza stampa alla Camera dei Deputati, la proposta di Mozione parlamentare predisposta da alcune organizzazioni e reti della società civile italiana a riguardo del conflitto in Yemen.
”Si fermino le forniture militari verso Arabia Saudita e propri alleati” è il punto principale della proposta, lanciata da Amnesty International Sezione Italiana, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari in Italia, Oxfam Italia, Rete Italiana per il Disarmo, Rete per la Pace. Il testo di mozione riprende e rilancia quello della Risoluzione votata dal Parlamento Europeo (a febbraio 2016 e a metà giugno 2017) che per ben due volte ha richiesto di “avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte dell’UE di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita, tenuto conto delle gravi accuse di violazione del diritto umanitario internazionale da parte di tale paese nello Yemen”.
Nel corso della conferenza stampa sono stati richiamati da Archivio Disarmo i dati delle forniture militari italiane verso Arabia Saudita e Medio Oriente, mentre Amnesty International Italia, Ofxam Italia e Medici Senza Frontiere hanno evidenziato le drammatiche situazioni umanitarie e di violazione dei diritti umani in Yemen, in particolare ricordando gli attacchi subiti dagli ospedali in questi due anni di guerra e la situazione socio-sanitaria completamente degenerata (da cui è derivata l’attuale epidemia di colera).
Dopo aver illustrato il contenuto dell’Appello ai parlamentari, e i dati riportati anche nel testo di Mozione, si è dato spazio al “Comitato Riconversione RWM per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica, il disarmo” composto da oltre 20 organizzazioni della Sardegna che ha riportato all’attenzione nazionale le azioni locali per la riconversione produttiva dell’industria bellica nel Sulcis Iglesiente. Iniziativa derivata proprio come azione territoriale di reazione alla produzione e vendita di ordigni della RWM Italia verso l’Arabia Saudita.
Hanno poi portato sostegno alle iniziative in programma i rappresentanti di Fondazione Finanza Etica, Rete della Pace, Movimento dei Focolari in Italia, Rete Italiana per il Disarmo.

Nel corso dell’incontro si è infine ricordato che secondo il “Rapporto finale del gruppo di esperti sullo Yemen” inviato lo scorso 27 gennaio 2017 al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dichiara che «Il conflitto ha visto diffuse violazioni del diritto umanitario internazionale da tutte le parti in conflitto. Il gruppo di esperti ha condotto indagini dettagliate su questi fatti ed ha motivi sufficienti per affermare che la coalizione guidata dall’Arabia Saudita non ha rispettato il diritto umanitario internazionale in almeno 10 attacchi aerei diretti su abitazioni, mercati, fabbriche e su un ospedale». Da qui la richiesta di compiere azioni che riportino al centro i principi e le prescrizioni della normativa italiana (legge 185/90) e del Trattato sul Commercio delle Armi ratificato dall’Italia nel luglio 2014:
Bloccare l’esportazione di armi all’Arabia Saudita e a tutti Paesi coinvolti nel conflitto armato in Yemen
Attivare e finanziare il fondo per la riconversione previsto nella stessa legge 185/90 contemporaneamente ad una discussione pubblica sull’impatto del complesso militare-industriale

Alcune dichiarazioni dei referenti delle organizzazioni promotrici dell’Appello ai parlamentari:
”La situazione oggi in Yemen è più che drammatica: un conflitto sporco che va avanti da più di due anni e di cui conosciamo poco forse anche perché pochi saranno i profughi che verranno in Italia da quelle zone. E così il disinteresse è generale! Una situazione che deve finire, per salvaguardare i diritti umani della popolazione yemenita”
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International

”Oxfam è presente in Yemen da 34 anni e il principale intervento anche oggi riguarda la fornitura di acqua e servizi igienici di base; occorre ricordare che oggi circa il 60% dalla popolazione in Yemen ha difficoltà nel reperire il cibo quotidiano, con 4,5 milioni che soffrono di malnutrizione (di questi circa 2 milioni sono bambini). Ci sono 3 milioni di sfollati, di cui non si parla. La comunità internazionale deve farsi carico di questa drammatica situazione”
Paolo Pezzati, Oxfam Italia

“In un territorio difficile, con tassi di disoccupazione altissima, abbiamo creato un Comitato formato da oltre 20 organizzazioni, perché vogliamo uno sviluppo sano, sostenibile, pacifico e non sfruttato o succube di logiche di guerra. Dal nostro lavoro non deve derivare morte e distruzione, in particolare di civili e bambini. Vogliamo poter costruire un lavoro che produce futuro e che si possa raccontare ai propri figli… Basato sulla pace. Chiediamo alle istituzioni di rovesciare la situazione che si è creata: nel 2001 una fabbrica esplosivi ad uso civile è stata convertita con soldi pubblici al militare. Perché non si può fare il percorso inverso?”
Arnaldo Scarpa, Comitato Riconversione RWM per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica, il disarmo.

“La storia di Domusnovas ha una potente valenza simbolica che non può essere ignorata; oggi la politica nazionale ed internazionale si riempie la bocca con lo “sviluppo sostenibile” mentre nella realtà si favorisce la produzione di armi. Il nostro ruolo e apporto sarà quello di creare le condizioni di pressione sull’azienda tramite l’azionariato critico per un cambio di rotta. Riconvertire le aziende a produzione militare è possibile”.
Nicoletta Dentico, vicepresidente Fondazione Finanza Etica

“Secondo i dati del SIPRI, l’Arabia Saudita, nel quinquennio 2012-2016, è il secondo paese importatore di maggiori sistemi d’arma al mondo, conquistando l’8,2% del mercato globale. È stato inoltre accertato, per ammissione della stessa coalizione, l’impiego delle bombe a grappolo, bandite a livello internazionale dal 1 agosto del 2010, dopo la firma della Convenzione internazionale sulle bombe a grappolo. Dall’Italia invece sono partite bombe della classe MK e nel 2016 se ne ipotizza ragionevolmente un export di circa 20.000 tra bombe e parti di quest’ultime per un valore di svariate centinaia di milioni di euro”.
Maurizio Simoncelli, vicepresidente di Archivio Disarmo e Rete Italiana per il Disarmo

“Dobbiamo fare sinergia su questi temi, e portare avanti insieme questo lavoro e questo percorso. Perché le istituzioni non rispondono? Come mai non bastano gli appelli di Papa Francesco? Quante volte deve parlare il papa? Dobbiamo essere accanto a chi lotta per la riconversione e dobbiamo stare a loro fianco”
Alfredo Scognamiglio, Movimento dei Focolari in Italia

“E’ importante questo lavoro congiunto, ed è rilevante che una grande fetta della società civile italiana si stia impegnando visibilmente e con forza sul tema del conflitto in Yemen e delle responsabilità dell’Italia. Occorre tenere insieme tutto il quadro, in particolare partendo da atti di trasparenza fondamentali. E’ inaccettabile che la vendita di armi sia un fiore all’occhiello che il Governo sta sbandierando da troppo tempo”.
Vittorio Cogliati Dezza, Rete della Pace

Di seguito il testo dell’Appello ai parlamentari e la proposta di Mozione

CS_AppelloNoArmi_Yemen

Carlo Cefaloni

ufficiostampaitalia@focolare.org

cell. 328/0531322




Cristiani e musulmani insieme a Teramo

Diocesi di Teramo-Atri
-Ufficio Stampa-
COMUNICATO STAMPA

CRISIANI E MUSULMANI INSIEME ,
PER PREGARE, CONDIVIDERE E CONFERMARE
L’IMPEGNO NEL COSTRUIRE PONTI E PERCORSI DI FRATERNITA’

Su invito dell’imam Mustapha Baztami, Mons. Michele Seccia, vescovo della Diocesi di Teramo-Atri e la Comunità del Movimento dei Focolari si sono recati in visita alla moschea di Villa Camera. Un incontro che consolida un rapporto costruito negli anni.

Domenica 18 giugno 2017, la Comunità islamica, in prossimità della chiusura del Ramadan, si è riunita dopo il tramonto per vivere, come è ormai consuetudine, un momento di preghiera e di condivisione con alcuni rappresentanti del Movimento dei Focolari di Teramo e Pescara.
Da diversi anni, infatti, si va consolidando un rapporto fraterno tra le due realtà basato sul dialogo della vita attraverso obiettivi comuni: momenti di preghiera per la pace, promozione del premio letterario DIVERSI ma UNO, “percorsi comuni di fraternità” da cui sono nate delle commissioni a livello locale ed ultimamente anche interregionale per Abruzzo e Molise. Si tratta di un percorso di vita che ha prodotto frutti copiosi, con riflessi a livello nazionale , visto che anche in altre regioni si lavora su progetti che mettono in rilievo la fraternità, aldilà delle tensioni che possono sorgere soprattutto a livello internazionale.
L’incontro di domenica, tenutosi a Villa Camera di Campli, ha visto l’eccezionale presenza del nostro Vescovo, Mons. Michele Seccia, che ha accolto con gioia l’invito dell’imam Mustapha Batzami. Il vescovo e l’imam, alla presenza del parroco don Giovanni Giorgio e del presidente della Comunità dei mussulmani d’Abruzzo Dakraoui Noureddine, si sono rivolti, a quanti si sono radunati all’interno della moschea, con parole calde, esprimendo rispetto e stima reciproci.
“…Ringraziamo il Signore – ha esordito Mustapha – che ci ha permesso di ritrovarci insieme Ringraziamo per tutto quello che ci ha dato, per il sentimento di amore e fraternità… Chiediamo la forza e la saggezza per poter andare avanti nel cammino di fraternità, del dialogo e reciproco rispetto… La nostra gioia è ancora più grande per la presenza di Sua Eccellenza con noi per la prima volta e del nostro parroco di Villa Camera… Siamo molto contenti di accoglierli con noi. Nel nostro piccolo vogliamo vivere la fraternità che Dio ci ha messo a disposizione… conoscendoci, incontrandoci, parlando, anche mangiando insieme. Dobbiamo abbattere i muri di diffidenza Anche in molte altre città dell’Italia le comunità islamiche invitano con piacere le comunità di cristiani a partecipare alla rottura del digiuno e stare insieme… Con l’aiuto di Dio ce la faremo.
“…Grazie per la bella accoglienza – gli ha fatto eco Mons. Seccia – ed anche per il fatto di incontrarci in questo luogo. Come ci ricorda Papa Francesco, non muri ma ponti, non contrapposizioni ma dialogo, parlare, incontrarsi. E come ricordava Papa Giovanni, è più quello che ci unisce di ciò che ci divide. Quello che ci unisce è la nostra umanità, è l’origine che abbiamo dell’unico Dio, il fare parte dell’unica umanità che se si salva, si salva tutta… più forti diventiamo nell’alleanza, nel comprenderci, nel fare i ponti, nel rispettare ciascuno basandoci sulla dignità di ciascuno e più possiamo dare una garanzia e una speranza di pace al mondo intero. Se l’altro è il mio specchio, è un essere come me, ha la mia stessa dignità.
Sono venuto con gioia, con piacere per stare un po’ con voi… da diversi anni ci siamo conosciuti con Mustapha, abbiamo avuto diverse occasioni di incontro. Ammiriamo, l’arcobaleno dell’umanità e della creazione perché così non c’è monotonia, ma l’arcobaleno è bello perché arriva dopo la tempesta e a noi interessa il dopo… perché dobbiamo essere promotori di bene.
Rispettiamoci e andiamo avanti e ne trarrà un profitto, non solo il nostro piccolo gruppo, ma tutta la comunità, la società, la diocesi, tutto il territorio che noi abitiamo.”
Al termine dell’incontro l’imam e il presidente, in segno di amicizia, hanno offerto dei doni a Mons. Seccia e a Don Giovanni Giorgio. A suggellare il memorabile momento, un grande abbraccio, insieme all’agape fraterna.




Basta armi per la guerra in Yemen

Mercoledì 21 giugno 2017 ore 11.30
Sala Stampa della Camera dei Deputati
via della Missione, Roma


Presentazione delle iniziative della società civile italiana verso Parlamento ed opinione pubblica per fermare gli ordigni italiani che vanno ad alimentare uno dei conflitti armati più cruenti nel mondo, con conseguente grave crisi umanitaria.

Mercoledì 21 giugno 2017 alle ore 11.30 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati rappresentanti di varie organizzazioni della società civile italiana (che lavorano sul tema della Pace, del disarmo, dei diritti umani, dell’aiuto umanitario) illustreranno a parlamentari e giornalisti le iniziative congiunte che intendono condurre nelle prossime settimane sul conflitto yemenita.

Dal 26 marzo 2015 è in corso nello Yemen un conflitto armato che ha provocato migliaia di vittime tra i civili, milioni di sfollati e l’insorgere nelle ultime settimane di un’epidemia di colera tra la popolazione stremata. Inoltre è ormai è confermato ed incontrovertibile: da almeno due anni (ed anche pochi giorni fa) continuano a partire dall’Italia forniture di bombe prodotte in Sardegna e destinate all’Arabia Saudita, Paese che, a capo di una coalizione militare, è intervenuto nel conflitto in atto in Yemen senza alcun mandato da parte delle Nazioni Unite.

Non possiamo più continuare ad ignorare il coinvolgimento anche dell’Italia in questa crisi e la necessità di un intervento immediato per salvare bambini, donne, uomini. Le nostre organizzazioni da tempo agiscono, ciascuna con la propria competenza e i propri strumenti, per invitare il Governo italiano a modificare le proprie posizioni e ad assumere un ruolo di pacificazione nella crisi yemenita. Pacificazione che non può in alcun modo scaturire da continue forniture di armi. Per questo intendiamo mobilitarci ancora con campagne, azioni, iniziative di pressione (che verranno illustrate durante l’incontro con i media).
Le organizzazioni promotrici di questa iniziativa presenteranno inoltre durante la Conferenza Stampa una proposta concreta di mozione parlamentare, modellata sul testo al Parlamento europeo votato anche da diversi gruppi politici della delegazione italiana, chiedendo che tutte le forze politiche la sottoscrivano e presentino senza modifiche.
Amnesty International Sezione italiana – Movimento dei Focolari Italia – Oxfam Italia
Fondazione Finanza Etica – Rete Italiana per il Disarmo – Rete per la Pace

Per accreditarsi  alla conferenza stampa scrivendo asegreteria@disarmo.org o a  economia.disarmata@gmail.com 




Percorsi di cittadinanza e fraternità – Norcia (PG)

Volantino Norcia 8 luglio

Vedi articolo città nuova

Movimento politico per l’unità – Italia




Bombe italiane per la guerra. Non possiamo restare indifferenti

Firma anche tu la petizione!

Il ripudio della guerra da declinare oggi nell’Italia dove cresce l’esportazione di armi verso il Medio Oriente: è partito un appello a non restare indifferenti invitando, perciò, a sostenere, con una petizione pubblica lanciata su webl’iniziativa emersa in Sardegna come questione di giustizia e dignità nazionale.

Il gruppo locale di Iglesias di Umanità Nuova, espressione sociale del Movimento dei Focolari, insieme al Movimento Ragazzi per l’Unità, in collaborazione con la rete di associazioni “I giardini della biodiversità”, ha indetto, per domenica 7 maggio 2017, una giornata di sensibilizzazione sul disarmo, intitolata “Run for Unity – Pace … parliamone”.

Volantino Run4unitySardegna

Comunicato STAMPA

Leggi articolo su Città Nuova Online