FROM NOW ON – video degli appuntamenti precedenti

Esperienze e condivisioni per le sfide che noi giovani siamo chiamati ad affrontare nel mondo civile e professionale. Come trovare il senso nel proprio studio e nel proprio lavoro? Possiamo sentirci realizzati in ciò che facciamo quotidianamente? E se scoprissimo di poter mettere le mani in pasta andando oltre il nostro ambito di interesse?

“From now on” è un percorso pensato dai giovani e per i giovani e che unisce generazioni diverse per capire insieme come affrontare le sfide quotidiane. Il percorso sarà in quattro tappe, di cui la prima è stata il 12 dicembre 2020, con un confronto iniziale su come vivere il valore della relazione nel mondo del lavoro o nelle nostre passioni, a cui seguirà un momento di dialogo tra discipline diverse, sui loro punti di incontro e sulle sfumature che riescono a dare a vari argomenti.

Nel secondo appuntamento del 13 febbraio si è parlato di Diritto, Sport e Sociologia.

Il 10 Aprile si è parlato di Educazione, Architettura, Economia.

In quello del 6 maggio sarà la volta dell’Ecologia, Medicina e Psicologia.

Il Team di FROM NOW ON PER INFO

fromnowongiovani@gmail.com

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Breve video sulle inondazioni

Le “inondazioni” del Movimento dei focolari

Le “inondazioni” sono il dialogo con la cultura contemporanea; dove cultura ha il significato ampio di tutto quanto è riflessione sul fare e sul pensare umano, sulla sua storia e sulle prospettive del suo futuro. Un dialogo non fine a se stesso, ma che vuole condividere con uomini e istituzioni del nostro tempo i valori in cui crediamo e che viviamo. Perché ciò sia possibile, bisogna riuscire a cogliere e interpretare le attese e le sfide della società di oggi. Fin dagli inizi della sua esperienza, Chiara intuì che il carisma ricevuto era una risposta anche per questo periodo storico: nella sua universalità e profezia, avrebbe potuto influenzare e risanare le varie realtà umane, compresa la cultura nelle sue diverse espressioni e discipline. Il primo passo è accendere una possibilità di dialogo con tutti: con chi crede come noi o diversamente da noi; e anche con chi dice di non credere, ma vive e lavora per valori che sono comunque codici di riferimento per gli uomini d’oggi. Il 7 maggio 1998 è considerata la data di nascita ufficiale di questa realtà, perché in quel giorno, Chiara, durante un viaggio in Argentina e Brasile, scrisse come Presidente una lettera all’intero Movimento sparso nel mondo. In essa specificava che le due realtà sociali nate fino ad allora, l’Economia di Comunione (1991) e il Movimento Politico dell’Unità (1996) erano azioni sociali e politiche, dalle quali stava nascendo una cultura nuova, capace (una volta formulata e consolidata) di mettersi in dialogo con la società contemporanea, e alle quali sarebbero seguite altre spontanee aggregazioni, fiorenti dai vari mondi professionali. Quella profezia si realizzò in breve. Nel 1999 nacque l’inondazione dell’Arte, nel 2000 quella della Comunicazione, e poi via di seguito quella della Psicologia, della Pedagogia, della Sociologia, della Medicina, del Diritto, dell’Ecologia, dell’Architettura e quella dello Sport… Consigliamo di consultare i loro siti internet che trovate sito internazionale dei Focolari https://www.focolare.org/vivi-per-unita/ 




Appello per una nuova qualità della politica

VERSO UNA POLITICA DI QUALITA’
Un processo di costruzione collettiva e partecipativa

Ci avviciniamo alla conclusione del percorso partecipativo che, a partire dal dicembre 2020, ci ha condotto a scrivere insieme un testo impegnativo, un Appello che si rivolge a tutti:

“PER UNA NUOVA QUALITÀ DELLA POLITICA”

Se vuoi ricevere il testo via email, se vuoi sapere di più del processo che è in atto e metterti in contatto con il Centro nazionale Mppu nel tuo Paese, e soprattutto se vuoi dare il tuo contributo, mandarci un commento o un suggerimento che può integrare l’Appello, scrivi a:

politicalinnovation@mppu.org

Perché un Appello?

Il Movimento Politico per l’Unità sta camminando verso il suo 25° anniversario. Una piccola- grande storia… E oggi? La pandemia COVID19 ha reso esplicito il cambiamento epocale già in atto, facendo emergere con forza problematiche globali che ci interpellano da tempo.

Per questo, abbiamo iniziato un processo di costruzione collettiva e partecipativa. L’obiettivo è un testo scritto insieme, da politici impegnati nelle istituzioni, nelle città, nei partiti e nella diplomazia, ma anche da funzionari e ricercatori, donne e uomini della società civile, da cittadini giovani e adulti…

Per raccogliere i principali elementi di un’azione politica di qualità, locale e globale allo stesso tempo, che sappia rispondere alla profonda crisi del momento. Lasciandoci ispirare dal carisma di Chiara Lubich che, proprio a partire dal dramma della guerra mondiale, ha dato se stessa per “conciliare l’inconciliabile e unire gli opposti”.

Ci siamo chiesti: è possibile identificare e condividere la basi comuni di una politica che serva il bene dei nostri popoli? Lo vogliamo fare con il contributo di tanti, per moltiplicare ovunque l’impegno a costruire unità nella diversità.

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Per l’anniversario de: La carta degli impegni”- 11 aprile

Su YouTube: https://youtu.be/ZwKZzOYtBPE




Ripudio della guerra e riconversione economica: verso le Settimane Sociali

RIVEDI SU YOUTUBE  

Mercoledì 17 Febbraio 2021

Incontro on line promosso dal Movimento dei Focolari Italia
Un invito al dialogo verso le settimane sociali dei cattolici italiani 2021
Il nostro Paese rientra tra i primi 10 esportatori dei sistemi d’arma a livello mondiale e contende il primato internazionale relativamente alle armi cosiddette leggere.
Si tratta di una scelta strategica condivisa politicamente in maniera trasversale negli ultimi decenni.
L’adesione al programma dei caccia bombardieri JSF35, programmati anche per essere armati con ordigni nucleari, e la vendita di navi da guerra al governo egiziano e saudita, rappresentano, ad esempio, il risultato di politiche industriali che vedono in prima linea grandi società controllate dal capitale pubblico (Finmeccanica Leonardo e Fincantieri) e relativo indotto.

L’attenzione generata dall’opposizione alla produzione in Italia, da parte di una azienda controllata da una multinazionale estera, di bombe destinate ai Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen, ha fatto emergere l’elusione sistematica della legge 185/90 che vieta l’invio e il transito di armi verso Stati in guerra e/o che violano i diritti umani.  Una normativa, è bene ricordare, nata per applicare il principio costituzionale del ripudio della guerra e approvata grazie alla testimonianza dei lavoratori obiettori alla produzione bellica e all’impegno della società civile con il contributo decisivo dell’associazionismo cattolico.

Il tempo di pandemia ci impone di liberarci da logiche recessive e di corto respiro nella consapevolezza che “tutto è connesso”. La scelta dell’ecologia integrale è incompatibile con la logica di Caino (“a me che importa?”) che papa Francesco ci ha invitato a ripudiare nel 2014, a 100 anni del primo conflitto mondiale.

Come credenti e come cittadini ci sentiamo impegnati a cogliere l’occasione della Next Generation Eu per investire, in maniera lungimirante, nei settori strategici orientati all’ambiente e al “lavoro libero, creativo e solidale” e riscattare l’Italia da ogni ricatto occupazionale.

Carlo Cefaloni e Cinzia Guaita, Movimento dei Focolari Italia
Gianni Alioti, The Weapon Watch, Osservatorio sulle armi nei porti europei e del Mediterraneo

Marco Tarquinio, direttore Avvenire
Marco Piccolo, Fondazione Finanza etica
Gaetano Quadrelli, Commissione Regionale PSL Piemonte/Valle D’Aosta
Sr. Francesca Fiorese Ufficio PSL Padova
Stefano Biondi, Ufficio PSL Pisa
Oliviero Bettinelli, Ufficio PSL Roma
+ Giovanni Ricchiuti, Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti
Presidente di Pax Christi – Italia
Alessio Lanfaloni, Villaggio Peace and business, The Economy of Francesco
don Bruno Bignami, direttore Ufficio nazionale PSL

«Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? È possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!».
Papa Francesco davanti al Sacrario Militare di Redipuglia (13 settembre 2014)

Transizione ecologica e politica delle armi, tutto è connesso

Il programma di transizione ecologica del governo Draghi e la missione delle grandi società pubbliche. Da Leonardo a Fincantieri. Incontro pubblico sul web il 17 febbraio 2021 verso le settimane sociali di Taranto

Transizione ecologica, Recovery plan e Green new deal.  Sono questi i giorni decisivi in cui il governo guidato da Mario Draghi deciderà come utilizzare i 209 miliardi di euro che arriveranno dall’Unione europea. Non sono una vincita alla lotteria che ciascun stato può spendere come vuole. Esistono dei vincoli ben precisi, finalità da rispettare, che verranno controllate con precisione, passo dopo passo, prima di erogare le rate di una massa di denaro che in parte (127, 4 miliardi di euro) non sarà concesso a fondo perduto ma andrà restituito, seppure a tassi molto bassi e nel lungo periodo, caricando di un ulteriore onere le future generazioni di italiani che partono già con circa 2.600 miliardi di debito pubblico.

In questi anni ci siamo mossi come una macchina col freno a mano tirato, non abbiamo potuto, ad esempio, investire in maniera adeguata su settori emergenti, mettere in sicurezza il territorio, fare le bonifiche necessarie e spendere il necessario sulla sanità e molto altro ancora perché parte delle entrate statali se ne sono andate per pagare gli interessi sul debito pubblico: 707 miliardi tra il 2010 e il 2019, 727 miliardi nel decennio 2000-2009. Nello scenario ipotizzato per il prossimo decennio ( 2020-2029) da Unicredit, prima dell’insorgenza della crisi pandemica,  si prevedeva una oscillazione tra 563 e oltre mille miliardi di euro.

Il debito buono

Dall’alto della sua competenza economico e finanziaria, maturata in incarichi di grande responsabilità e prestigio (a livello istituzionale e della finanza privata), Mario Draghi ha dettato, nel marzo 2020, in un intervento pubblico sul Financial Times, una nuova linea di condotta, seguita dall’Unione europea, che distingue il debito buono (che fa ripartire l’economia) da quello cattivo (che porta al dissesto).

La nuova direttiva è stata tracciata poco dopo la dichiarazione dello stato di pandemia, cioè, come ha precisato Draghi, davanti ad «una tragedia di proporzioni potenzialmente bibliche»,alle conseguenze di una inevitabile recessione che può disegnare le stesse condizioni che, nel ventennio novecentesco, hanno provocato un conflitto mondiale.

Tanto per rendersi conto del problema, nel redigere il Piano nazionale di ripresa e resilienza ( Pnrr), Roberto Gualtieri, ministro dell’economia del secondo governo Conte, aveva dichiarato di voler usare prima le risorse a fondo perduto e dopo quelle a debito.  Adesso che l’ex governatore della Bce si trova al vertice dell’azione di governo, con una vasta maggioranza parlamentare trasversale richiesta dal Quirinale, ha costituito un vero e proprio ministero al Recovery plan che ha definito della “transizione ecologica”. Il Next Generation Eu, infatti, considera la svolta ambientale, assieme a quella digitale, la chiave di volta per una vera e duratura ripartenza dell’economia.

In Francia è accidentato il percorso già avviato del ministero della “transizione ecologica e solidale” a causa dello scontro di idee tra i diversi titolari del dicastero e il presidente Macron. In Italia l’incarico del ministero non è stato affidato ad un esponente del vasto mondo ambientalista, neanche ai realisti che parlano di “sviluppo sostenibile”, ma a Roberto Cingolani,uno scienziato che proviene dall’incarico di responsabile per l’innovazione tecnologica della Leonardo Spa. L’ex Fimeccanica, rientra tra le  grandi controllate dallo Stato che sono tenute a perseguire una finalità di politica economica e industriale e non solo a distribuire dividendi tra gli azionisti.

Il governo, come hanno ripetuto due economisti autorevoli come Fabrizio Barca e Enrico Giovannini (ora neo ministro dei Trasporti e infrastrutture), è tenuto a dare alle aziende pubbliche «un mandato esplicito a realizzare innovazione e sostenibilità».

LEGGI TUTTO L’ARTICOLO SU CITTA’ NUOVA




Myanmar: dichiarazione di SIGNIS, Pax Christi e Focolari

Pubblichiamo la dichiarazione congiunta di SIGNIS, Pax Christi International e  Movimento dei Focolari in solidarietà con il popolo di Myanmar.

SIGNIS, l’Associazione cattolica mondiale per la comunicazione, ascolta il grido del coraggioso popolo birmano nella resistenza non violenta al colpo di stato militare del Myanmar che ribalta un’elezione legittima e democratica. Siamo accompagnati da Pax Christi International e dai suoi membri nella regione Asia-Pacifico che, nella loro dichiarazione di febbraio sullo “Stato di emergenza” in Myanmar, hanno già espresso gravi preoccupazioni per la situazione nel Paese. Allo stesso modo, il movimento internazionale dei Focolari si unisce a noi in solidarietà con il popolo birmano.

Ogni giorno persone coraggiose, tra cui molti giovani, tornano in piazza per protestare pacificamente, nonostante gli spari dei soldati. Come simbolo della loro protesta, segno della giusta rabbia del popolo verso i militari, sentiamo il fragore di pentole e padelle, secondo l’usanza birmana per proteggersi dagli spiriti maligni. (…)

Chiediamo ai membri di SIGNIS, di Pax Christi International e del Movimento dei
Focolari in tutto il mondo di dare voce al grido del popolo birmano contattando i
media locali e nazionali per segnalare la situazione e sollecitando i loro governi a
intraprendere forti azioni diplomatiche per opporsi al colpo di stato e riportare la
democrazia in Myanmar.

(leggi tutto l’articolo su focolare.org)

Leggi la dichiarazione




Upm: “La sfida del dialogo” – L’impegno della chiesa cattolica e delle chiese nel dialogo

Cinque date per seguire on line gli appuntamenti dell’UPM (Università popolare mariana):

Le lezioni si svolgeranno dalle ore 16.00 alle ore 18.30 e sarà possibile seguirle in diretta internet su http://live.focolare.org/upm

27 Febbraio 2021: L’impegno della chiesa cattolica e delle chiese nel dialogo;

27 Marzo 2021: Riflessioni sul Carisma dell’unità e il dialogo.

 




“Fratelli in Terra Santa”: intervista a Margaret Karram

Sulla via di Damasco – Fratelli in Terra Santa Puntata del 03/06/2017

In questa puntata la testimonianza di Margaret Karram, unica donna ad aver dato voce all’invocazione della pace, nello storico incontro in Vaticano tra Papa Francesco, Abu Mazen e Shimon Peres.

RaiPlay: accedi al video attraverso questo link




Vuoi diventare Volontario del Servizio Civile per “Fare Sistema Oltre L’Accoglienza”?

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza propone ai volontari del servizio civile il progetto “Costruire comunità solidali con i migranti”. Per aderire è necessario avere tra i 18 e 28 anni. È una valida opportunità per contribuire alla costruzione di una società che sia accogliente, inclusiva, che accompagni i migranti nella realizzazione di una nuova prospettiva di vita, senza dimenticarne storia, vicende e terre di provenienza

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza seleziona quattro volontari. Il servizio civile è un’occasione per collaborare alla costruzione di una comunità solidale con i migranti. L’obiettivo è quello di favorire l’inclusione dei cittadini stranieri migranti e promuovere l’educazione interculturale, la conoscenza e la collaborazione tra cittadini italiani e migranti

Nello specifico le ricerche sono le seguenti:

AMU ricerca due volontari: uno per la sede di Grottaferrata (Roma) e uno per la sede di Rogliano (Cosenza)

AFN ricerca due volontari: uno per la sede di Grottaferrata (Roma) e uno per la sede di Rogliano (Cosenza).

AMU e AFN si occupano dal 2016 del programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza per l’inclusione di persone in condizioni di vulnerabilità attraverso l’inserimento di giovani e adulti, minorenni e maggiorenni, stranieri ed italiani in contesti socio-lavorativi esistenti sul territorio. Fare Sistema Oltre l’Accoglienza si basa su una rete nazionale fatta di famiglie, aziende, associazioni e istituzioni, nell’idea che l’inclusione sia un’esperienza di reciprocità cui tutti possiamo partecipare.

leggi tutto

Scheda-elementi-essenziali_Costruire-comunità-solidali-coi-migranti




Ripensare la Sanità: le proposte della politica

Ripensare la Sanità: le proposte della politica – Prove tecniche di collaborazione” è il titolo di un webinar in programma sabato 30 gennaio 

Sandra Zampa (PD), sottosegretario del Ministero della Salute;
Maurizio Lupi (Noi con l’Italia);
Maria Chiara Gadda  (Italia Viva);
Giorgio Trizzino (M5S);
Emanuela Baio, consulente della Regione Lombardia per la sanità.
 
 



Il Governo revoca l’export di bombe verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi: soddisfazione delle organizzazioni della società civile

Fermate definitivamente forniture autorizzate negli ultimi anni e relative ad ordigni utilizzati nella guerra sanguinosa dello Yemen. Le licenze erano state rilasciate dopo l’inizio del conflitto. Cancellato dal Governo con una decisione storica e grazie alla pressione della società civile l’invio di oltre 12.700 bombe.

Con un atto di portata storica – che avviene per la prima volta nei 30 anni dall’entrata in vigore della Legge 185 del 1990 sull’export di armi – il Governo Conte ha deciso di revocare, non solo sospendere, le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Continua inoltre a rimanere in vigore anche la sospensione della concessione di nuove licenze per i medesimi materiali e Paesi.

Secondo quanto appreso dalla Rete Italiana Pace e Disarmo il provvedimento riguarda almeno 6 diverse autorizzazioni già sospese con decisione presa a luglio2019 tra le quali la licenza MAE 45560 decisa verso l’Arabia Saudita nel 2016 durante il Governo Renzi (relativa a quasi 20mila bombe aeree della serie MK per un valore di oltre 411 milioni di euro). Secondo le elaborazioni di Rete Pace Disarmo e Opal la revoca decisa dall’Esecutivo per questa sola licenza andrà a cancellare la fornitura di oltre 12.700 ordigni.

Le nostre organizzazioni Amnesty International, Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile, Fondazione Finanza Etica, Medici Senza Frontiere, Movimento dei Focolari, Oxfam Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo, Save the Children Italia insieme ai partner internazionali European Center for Constitutional and Human Rights e Mwatana for Human Rights esprimono grande soddisfazione per questo risultato, da loro fortemente richiesto, che diventa operativo in queste ore.

Una decisione che pone fine – una volta per tutte – alla possibilità che migliaia di ordigni fabbricati in Italia possano colpire strutture civili, causare vittime tra la popolazione o possano contribuire a peggiorare la già grave situazione umanitaria nel Paese. Un atto che, soprattutto, permette all’Italia di essere più autorevole sul piano diplomatico nella richiesta di una soluzione politica al conflitto.

Un sincero ringraziamento è dovuto ai membri del Parlamento ed in particolare della Commissione Esteri della Camera che hanno dedicato attenzione a questo tema, proponendo ed approvando un’importante Risoluzione nel dicembre 2020 che ha impegnato in primo luogo l’esecutivo a prorogare la sospensioneall’export di armamenti verso i due Paesi della Penisola arabica. Esprimiamo inoltre soddisfazione per la rapidità e la fermezza con cui il Governo ha dato seguito a questo atto di indirizzo, orientandosi non solo verso la proroga della sospensione disposta nel luglio 2019 ma revocando anche le precedenti licenzecome proposto dall’atto parlamentare.

Ringraziamo anche i numerosi sostenitori che ci hanno accompagnato e sostenuto nelle varie campagne di sensibilizzazione e attività di comunicazione su questo tema. La rilevanza che la questione della guerra in Yemen ha avuto e continua ad avere nell’opinione pubblica è stata uno stimolo ed un pungolo per i decisori politici. È fondamentale continuare a lavorare congiuntamente per mantenere alta l’attenzione e allargare la sospensione a tutte le categorie di armamento e verso tutti i membri della coalizione a guida saudita, proposta prospettata dalla stessa Risoluzione parlamentare del dicembre 2020.

Un rapporto del Gruppo di esperti delle Nazioni Unite consegnato al Consiglio di Sicurezza nel gennaio del 2017 ha dichiarato che i bombardamenti della coalizione a guida saudita “possono costituire crimini di guerra”. Tra gli ordigni ritrovati dai ricercatori dell’Onu figurano anche le bombe prodotte dalla RWM Italia. Lo stesso Parlamento Europeo a settembre 2020 ha approvato ad ampia maggioranza una Risoluzione che condannando le azioni di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti invita il Vicepresidente/Alto rappresentante ad “avviare un processo finalizzato ad un embargo dell’UE sulle armi” verso gli stessi Paesi.

La decisione del Governo di revoca di queste licenze conferma dunque la necessità di indagare sulla responsabilità penale di UAMA e RWM Italia nelle esportazioni di bombe della serie MK durante il periodo del conflitto, come denunciato alla magistratura da alcune delle nostre organizzazioni ora in attesa di una decisione del GIP in merito al proseguimento dell’indagine.

Lo stop all’invio di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti non può da solo far cessare la guerra in Yemen ed alleviare le sofferenze di una popolazione stremata da conflitto, carestia e malattie, ma costituisce un passo necessario a creare le precondizioni per la Pace. In tal senso le nostre organizzazioni ricordano anche al Governo italiano la necessità di proseguire il sostegno all’azione umanitaria coordinata dalle Nazioni Unite confermando ed aumentando il contributo finanziario dell’Italia al Piano di risposta umanitario ONU.

Amnesty International
Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile
European Center for Constitutional and Human Rights
Fondazione Finanza Etica
Medici Senza Frontiere
Movimento dei Focolari Italia
Mwatana for Human Rights
Oxfam Italia
Rete Italiana Pace e Disarmo
Save the Children Italia




Nelle ferite delle città: politica, ecologia, economia in dialogo – 15 gennaio

Biodivercity: progetti e ispirazioni per le città che abiteremo 




Bando Premio Chiara Lubich per la fraternità 2020/2021

PREMESSA

Il 4 Dicembre 2008 nasce a Rocca di Papa (Roma) l’Associazione “Città per la Fraternità”.

L’Associazione vuole essere un’esperienza di dialogo e confronto ed una rete tra Comuni ed altri Enti Locali che intendono promuovere, nell’ambito del più vasto e complesso lavoro di tipo politico-amministrativo, un laboratorio permanente di esperienze positive da mettere in rete e moltiplicare, dove vengano in rilievo la pace, i diritti umani, la giustizia sociale e specialmente la fraternità universale.

Vi possono aderire Comuni italiani di ogni dimensione. In qualità di membri onorari, possono richiedere l’iscrizione anche Comuni e municipalità di ogni parte del mondo. Altresì possono richiedere l’iscrizione anche altri Enti Locali quali Province e Regioni.

L’Associazione Città per la Fraternità vuole essere innanzitutto un punto di riferimento, autonomo ed indipendente, una “rete”; non una semplice organizzazione, ma luogo agile e flessibile di idee, verifica e progettazione comune.

L’Associazione vuole favorire la conoscenza reciproca, lo scambio di informazioni e lo sviluppo della collaborazione tra quanti intendono lavorare per la fraternità.

L’Associazione vuole essere anche luogo d’unità, dove l’insieme delle città per la fraternità possa definire un programma di attività e un’agenda comune, attivare e alimentare processi, non solo realizzare eventi.

L’articolo 4 dello Statuto dell’Associazione riferisce l’istituzione del Premio internazionale “Chiara Lubich per la fraternità”. Il Premio verrà selezionato da una giura composta dal Comitato dei Garanti, organo dell’Associazione, e da eventuali altri esperti individuati annualmente dal Presidente dell’Associazione, e consegnata in data e luogo da destinarsi, nel corso della Giornata Nazionale.

 

REGOLAMENTO DEL PREMIO

Art. 1

Il premio

Il Premio, consistente in una originale scultura artistica raffigurante un simbolo di fraternità, è assegnato ad un Ente Locale (o a più amministrazioni che presentino un progetto unico, individuandone, comunque, uno capofila), valutando l’attuazione di un progetto che, lungo il suo ciclo di vita, rappresenti la declinazione di uno o più aspetti del principio della fraternità applicato alle politiche pubbliche, realizzato in sinergia tra Amministrazione Comunale, Comunità locale e società civile organizzata (associazioni, gruppi, comitati, ecc.) con ricadute in tali realtà.

Il progetto può essere presentato con:

  1. a) elaborati di testo
  2. b) elaborati ipertestuali e/o multimediali
  3. c) elaborati audiovisivi

Riconoscimenti Speciali o Menzioni D’onore

La giuria potrà attribuire uno o più riconoscimenti speciali e/o menzioni d’onore ad altri progetti che si siano particolarmente distinti come esperienze di fraternità universale nella comunità cittadina.

Art. 2

Partecipanti e caratteristiche

Al concorso possono partecipare Enti Locali (Province, Regioni, Comunità Montane, ecc.) italiani e di qualunque altra parte del mondo e dimensione.

Sono ammesse anche candidature provenienti da Enti Locali, Organismi o persone singole che segnalassero Amm.ni territoriali.

Progetti e iniziative possono concorrere se:

  • Istituiscono e/o diffondono, nel territorio principalmente locale, ma anche nazionale e internazionale, pratiche di fraternità universale secondo le diverse accezioni di tale principio ed in particolare, in questa edizione, nel settore sanitario e socio-assistenziale.
  • Stimolano i cittadini a impegnarsi per il bene comune e a partecipare alla vita della comunità civile.
  • Favoriscono la crescita di una cultura della cittadinanza attiva e inclusiva.

In quest’anno segnato dalla Pandemia, il progetto deve essere rappresentativo di questa particolare situazione dove sia centrale il principio della fraternità universale.

Le segnalazioni possono arrivare da Amministrazioni pubbliche, ma anche da Soggetti sociali, economici, culturali, ed ancora da cittadini singoli o associati sia via mail associazionecittafraternita@gmail.com; info@cittaperlafraternita.org sia via WhatsApp ai numeri 3404182127; 3474573988 entro e non oltre il 27 febbraio 2021

Art. 3

La giuria

Tra le segnalazioni pervenute, la giuria, composta dai membri del Comitato dei Garanti dell’Associazione, e da eventuali altri esperti individuati annualmente dal Presidente dell’Associazione, sceglierà il miglior progetto.

La decisione della giuria è inappellabile e insindacabile dai partecipanti, che ne accetteranno senza condizioni i contenuti.

Ai vincitori sarà data comunicazione ufficiale via posta e/o posta elettronica, con anticipazione per via telefonica.

Art. 4

Proclamazione dei vincitori e premiazione

I vincitori saranno proclamati in un evento streaming, presumibilmente nel mese di marzo 2021.

Art. 5

Modifiche al regolamento

La presidenza dell’Associazione si riserva il diritto di integrare il presente regolamento.

Per ogni informazione, contattare la segreteria organizzativa ai numeri: 3474573988; 3404182127 o per e-mail: associazionecittafraternita@gmail.com info@cittaperlafraternita.org

 




Loppianolab 2020, terzo appuntamento del 7 novembre 2020: il tempo della speranza

POMERIGGIO

Il terzo ed ultimo appuntamento di Loppianolab 2020, “Tessere relazioni, abitare la città, curare il Pianeta” ospita l’appello dei sindaci ad una maggiore coesione e collaborazione sociale per fronteggiare la seconda ondata della pandemia e la risposta del Movimento dei Focolari in Italia con la proposta di un patto per il Paese che coinvolga il tessuto di associazioni, movimenti e istituzioni che operano per il bene comune, per cambiare le regole del gioco del sistema economico e sociale, mettendo al centro misure per il sostegno della famiglia, della salute e della cura, per la transizione ecologica, chiedendo la revoca delle concessioni sull’azzardo e misure che mettano fine al traffico di esseri umani e che regolamentino l’accoglienza dei migranti.

Sabato 7 novembre si è tenuto il terzo appuntamento di Loppianolab 2020, il laboratorio per l’Italia di politica, economia, cultura, con sede a Loppiano (FI), cittadella internazionale dei Focolari, promosso dall’Istituto Universitario Sophia, dal Polo Lionello Bonfanti, e dalla stessa cittadella internazionale, in collaborazione con il Gruppo Editoriale Città Nuova.

Anche nell’ultimo webinar del 2020, intitolato “Tessere relazioni, abitare la città, curare il Pianeta”, Loppianolab attinge al patrimonio della cultura dell’unità e della vita di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, per trarne riflessione, ispirazione, metodo e speranza, per il presente e il futuro del nostro Paese. Al centro del seminario online: l’attualità delle città italiane, costrette a confrontarsi con l’emergenza sanitaria; la crisi economica e sociale; e le scelte della politica.

Le città

È Giulia Mugnai, sindaco di Figline e Incisa Valdarno, a dare simbolicamente il benvenuto al pubblico che segue in diretta YouTube, con la regia che è partita dall’auditorium di Loppiano: «Anche se siamo in un luogo virtuale, mi fa piacere darvi il benvenuto: Loppiano è Figline e Incisa, è un pezzo di cuore della nostra comunità.  Ogni anno, l’occasione di Loppianolab, è un modo per abbattere qualche muro e aprire gli occhi su un pezzo di mondo diverso da quello che conosciamo e che siamo: uno sguardo, una lente di ingrandimento sul mondo e sulla capacità di costruire reti, relazioni e dialogo». Stimolata dalle domande di Carlo Cefaloni, giornalista di Città Nuova e moderatore del webinar, la sindaca ha poi condiviso l’esperienza della crisi Covid che, sul territorio del Valdarno, ha contribuito ad aggravare una situazione già compromessa a causa della chiusura dello stabilimento della multinazionale Bekaert. Tuttavia, ha precisato, nelle crisi occorre cogliere le opportunità: «Abbiamo retto la prima ondata e abbiamo continuato a lavorare con uno spirito comunitario. Quello che purtroppo leggo nella seconda ondata è una maggiore difficoltà a richiamarsi “comunità”, attorno agli elementi della coesione, della solidarietà. Questo è il mio auspicio e quello su cui si sta cercando di lavorare mettendo in rete e in relazione anche soggetti che non si erano mai incontrati prima… ritornando a un senso dell’umano, che ci può far sentire più vicini e più solidali».

Stefania Proietti, sindaco di Assisi, ha condiviso alcune esperienze positive messe in atto nel suo Comune, dove malgrado le strade svuotate dei turisti, è vivo e resiliente un tessuto sociale che collabora per i più fragili e soli: l’emporio solidale cofinanziato e gestito con la Caritas locale, che assiste in termini alimentari circa 650 famiglie; e la richiesta a parrocchie e proloco di costituire una rete capillare di “sentinelle” sul territorio, che possano aiutare il Comune ad intercettare le necessità dei più bisognosi. E ha concluso, facendo eco al titolo del webinar: «È attraverso la relazione che troviamo, penso, quella strada, quella motivazione, anche noi sindaci, che ci fa essere più forti che mai nella necessità del momento della pandemia».

Da Genova, comune che nel 2001 ha conferito la cittadinanza onoraria a Chiara Lubich, l’assessore Laura Gaggero ha sottolineato con forza la tempra e la forza genovese nel gestire le situazioni di emergenza già dimostrata in passato e ultimamente anche dopo il crollo del Ponte Morandi. «Ci siamo sempre rialzati tutti insieme e anche in questa situazione di emergenza sanitaria ci siamo compattati tutti, ogni assessorato ha attivato dei tavoli di lavoro con associazioni e stakeholder, con la cittadinanza, i più ampi possibili, proprio per andare a comprendere fino in fondo tutte le necessità. Ora, c’è forse più rabbia rispetto alla prima ondata. Però, io credo che noi amministratori dobbiamo saper gestire questa rabbia e anche ricompattare le persone magari attivando nuove modalità di dialogo e di intervento».

Franco Ianeselli, sindaco neo eletto a Trento, ha suggerito di guardare alla città e alla crisi dal punto di vista della piazza, “dove c’è il mercato (l’economia); c’è il municipio (la politica) e c’è la chiesa (la religione)”, luoghi simbolo verso cui incanalare anche l’azione politica con uno sguardo di speranza che consenta di tenere unite le comunità oltre la stanchezza e la fatica generata dalla seconda ondata della pandemia. «Mi permetto di consegnare agli altri sindaci che ci ascoltano questa frase che per noi non può che essere riserva di speranza: – ha concluso citando la sua concittadina Chiara Lubich – “[…] il Comune è la più importante delle istituzioni, perché più vicina alle persone, di cui incontra direttamente tutti i tipi di bisogni. Ed è attraverso il rapporto con il Comune nelle sue varie articolazioni che il  cittadino sviluppa la gratitudine  – o il rancore –  verso l’insieme delle istituzioni, anche quelle più lontane, quali lo Stato”[1] ». L’ultima testimonianza è quella di Fabrizio Brignolo, già sindaco di Asti, che ha ricordato la scelta fatta dal Consiglio comunale della sua città, il 21 febbraio 2015, di inserire nel proprio Statuto, ispirandosi al pensiero della Lubich, il principio di “fraternità”, quale condizione dell’agire politico: “nella condivisa consapevolezza che la diversità è una ricchezza e che ogni persona eletta in questa istituzione è soggetto a cui riconoscere pari dignità e rispetto ed è quindi chiamata ad anteporre il bene della comunità agli interessi di parte, sia personali, che di gruppo e di partito”.

Il messaggio del Presidente del Parlamento Europeo

Dalla politica italiana alle scelte della politica in Europa. David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, ha voluto inviare il suo videomessaggio nel quale ha sottolineato l’attualità del messaggio di fraternità portato da Chiara Lubich: «Dobbiamo valorizzare ancora di più quell’idea di cittadinanza globale, di cittadinanza solidale che sta alla base di una società aperta e inclusiva. Non è accettabile un’economia senza morale, uno sviluppo senza giustizia, una crescita a scapito delle generazioni future. In questo senso credo che l’Europa possa essere utile non solo ai nostri paesi ma ai cittadini e anche al mondo intero. Chiara Lubich che è anche cittadina onoraria di Firenze ci ricorda che le città possono rappresentare un luogo privilegiato di incontro e condivisione ma soprattutto, ci possono aiutare a lavorare bene insieme ad essere persone capaci di creare relazioni, di accogliere l’altro, senza pregiudizi e senza schemi».

Un patto per il Paese

Raccolgono la proposta Rosalba Poli e Andrea Goller, responsabili del Movimento dei Focolari in Italia, che si inseriscono nel laboratorio con una proposta d’impegno per la fraternità fondata su esperienze già in atto per il bene comune e fondate sulla cultura dell’unità. Come quella del Movimento Politico per l’Unità, impegnato fin dal suo nascere nel costruire ponti di dialogo e collaborazione tra cittadini e istituzioni, tra persone di orientamento politico diverso, e che ha avviato tavoli di co-progettazione tra istituzioni e terzo settore a Macerata, Castelli Romani, Palermo e Taranto, come ha spiegato il presidente Silvio Minnetti (MPPU in Italia). Oppure, l’iniziativa ecologica in atto in Veneto, delle “Mamme NoPfas”, che lottano per avere acqua pulita, raccontata da Cristina Guarda, Consigliere della Regione Veneto. O l’esperienza ricordata dal fisico Luca Fiorani, per la cura del pianeta operata dall’iniziativa culturale EcoOne.

Siamo di fronte ad un kairos, proseguono Rosalba Poli e Andrea Goller, ad un tempo propizio per lavorare insieme, per stringere un patto fra tutti, per metterci in rete con altri movimenti, associazioni e istituzioni e riscrivere le regole globali della convivenza, della politica, dell’economia: «Questo è il tempo della speranza e, allora, sfruttiamolo questo tempo. Davanti all’“economia che uccide” (Evangelii Gaudium), come ci ha detto papa Francesco, “bisogna puntare a cambiare le regole del gioco del sistema economico-sociale”. Ad esempio, con misure che prevedano: il sostegno alla famiglia; lo spostamento di risorse pubbliche dal settore delle armi a quello della salute e della cura; l’avvio di una transizione ecologica in grado di superare il conflitto ricattatorio tra ambiente e lavoro; la revoca delle concessioni dell’azzardo alle grandi società per una gestione pubblica, responsabile e disincentivante, senza timore di toccare interessi consolidati e prevalenti; l’accoglienza ai migranti, con ingressi regolamentati e in sicurezza, mettendo fine ai lager libici e al traffico di esseri umani».

The Economy of Francesco

E parte di questo percorso di speranza è il movimento dei giovani economisti, imprenditori e change makers di “The Economy of Francesco”, che nemmeno la pandemia ha potuto fermare. Sono state le loro storie di impegno creativo per un’economia più giusta ed equa, le protagoniste del webinar del mattino di Loppianolab 2020, a cui hanno partecipato anche il responsabile scientifico di EoF, Luigino Bruni, Maria Gaglione e Francesca Giglio del comitato organizzatore, intitolato “I giovani di The Economy of Francesco: segni di fraternità e proposte di una nuova economia”. È a questa iniziativa, fortemente voluta da Papa Francesco, che si è tenuta ad Assisi, dal 19 al 21 novembre, che Loppianolab ha dato appuntamento al suo pubblico. Per rivedere l’evento, andare al sito: www.francescoeconomy.org 

RIVEDI STREAMING

[1] Chiara Lubich, Discorso al convegno “Mille città per l’Europa” (2001).

E qui di seguito i video integrali degli webinar:

VIDEO COMPLETO APPUNTAMENTO “I giovani di The Economy of Francesco”: segni di fraternità e proposta di una nuova economia”

VIDEOMESSAGGIO del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

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Gen Rosso: Concerti di Natale in arrivo! 19/20 dicembre

Il 19 e 20 dicembre 2020, il Gen Rosso lancerà 3 concerti in 3 orari differenti per favorire i singoli emisferi. Volendo concretizzare di più la dimensione – C A R E – una parte del ricavato – secondo la formula di donazione libera e spontanea – sarà devoluta al CENTRO EDUCATIVO FIORE a Mixco in Guatemala, seriamente provato e compromesso dalla tragica situazione del Covid 19. L’accesso al concerto sarà gratuito, ma se puoi, ti incoraggiamo di sostenerlo con una libera donazione, in modo tale, che tanti possano assistere al concerto e in più, insieme, possiamo sostenere il Centro Educativo Fiore del Guatemala. #DARETOCARE

1º concerto – 19/12/2020 – ore 13:00
(ora italiana) concerto per Asia e Oceania – prevalentemente in inglese
2º concerto – 19/12/2020 – ore 21:00
(ora italiana) concerto per Europa, MedioOriente e Africa – prevalentemente in italiano
3º concerto – 20/12/2020 – ore 23:59
(ora italiana) concerto perAmeriche – prevalentemente in spagnolo e
portoghese

INFO per prenotarsi

CONCERTI DI NATALE IN ARRIVO_it




Giornata contro la violenza sulle donne: l’esperienza di Scoglitti

Il 25 novembre, nel giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, le donne di Scoglitti si sono incontrate per dire No alla violenza di genere. L’incontro è avvenuto in maniera telematica, per rispettare le norme di sicurezza anti COVID-19. All’iniziativa hanno preso parte donne impegnate politicamente, come Katia Ferrara e Antonella Iaquez, entrambe assessore designato allo sviluppo turistico e territoriale di Scoglitti da due dei candidati a sindaco per la città di Vittoria.

Scoglitti è una frazione di Vittoria, comune, sciolto per infiltrazioni mafiose. A causa della pandemia le elezioni previste in autunno sono state rinviate. La campagna elettorale è quindi molto lunga e le conflittualità sono molto forti. Noi, però, abbiamo sentito il desiderio di supertare tutto questo, di guardare dalla finestra la nostra cittadina e abbracciarla, tutte insieme, con uno sguardo comune. Guardare le sue ferite, i suoi bisogni e lavorare per essa. La tentazione di vivere ciascuno con la propria parte politica, pur legittimo, è stato subito respinto: era più forte l’esigenza di ricercare ciò che ci unisce.

L’incontro, dunque, ha superato ogni barriera politica, e tutte le partecipanti, pur impegnate a sostegno di differenti candidati politici, hanno messo da parte le loro ideologie politiche per un argomento comune: la condizione delle donne. Insieme a Katia e Antonella, entrambe assessore designate, hanno partecipato quattro candidate al consiglio comunale in varie liste ed altre donne impegnate in tutte le coalizioni che parteciperanno alle prossime elezioni, a sostegno di quattro candidati sindaco.

È stato un momento di dialogo costruttivo e soprattutto sereno, i discorsi di ognuna di loro sono stati ascoltati e accolti con molto interesse e partecipazione. Si è voluto lanciare un messaggio di solidarietà che va oltre la politica: “Siamo qui oggi a stringerci la mano, pensando insieme ad attuare nuove iniziative che possano dare una mano a tutte le donne del nostro paese. Questo è il modo sano e giusto di usare le mani, chi usa le mani per commettere violenza e sottomissione verso le donne, non è degno di essere considerato un essere umano”.

Partendo dal generale sdegno verso la violenza sulle donne che ogni giorno miete vittime in tutta Italia, si è arrivati a parlare della realtà locale. Molte donne anche nel nostro piccolo paese vivono situazioni domestiche complicate e non felici, poche di loro hanno il coraggio di denunciare o addirittura parlarne. Ma la violenza fisica non è la sola forma di violenza a cui si può essere sottoposte. Anche e soprattutto il controllo che viene esercitato sulle donne, la mancanza di fiducia e di libertà che le costringe ad una vita quasi da recluse, a dover chiedere il permesso al proprio compagno per poter frequentare le proprie amicizie fuori dalle mura domestiche.

Si è parlato di tutto questo, di come sia sbagliato che per alcune donne sia quasi una cosa normale dover rendere conto della loro vita agli altri, come se fosse romantico che il proprio partner controlli ogni aspetto della loro esistenza e che un atteggiamento di fiducia o libertà possa venire scambiato come disinteresse. Tutto questo è colpa del controllo che il capofamiglia e un contesto patriarcale esercitano sulle menti già delle giovanissime. Violenza sulle donne, infatti, non deve essere sinonimo di violenza sulle mogli e basta. Riguarda tutte le donne, di tutte le età, e nasce da qualsiasi tipo di relazione dalla relazione tra coniugi a quella familiare in senso più largo.

Gli istituti scolastici si sono impegnati in alcune iniziative atte a coinvolgere le donne, specialmente le mamme degli studenti, con attività di laboratorio legate alla scuola. L’idea generale è quella di creare iniziative sempre più varie che riescano a coinvolgere donne di tutte le età per permettergli di coltivare interessi e relazioni sociali all’interno della comunità. Questo è quello che si auspicano le donne che ieri hanno partecipato alla videocall per dire NO alla violenza sulle donne.

Il messaggio finale è nelle parole di Katia: “Ciò che ci unisce è più forte delle divisioni. Chiunque di noi sarà eletta o chiamata ad un ruolo amministrativo, dovrà sentire il sostegno delle altre e tutte dovremo collaborare, insieme, per il bene della nostra frazione. Dobbiamo unire le forze, al di là degli schieramenti, per un obiettivo comune e non disperdere ciò che da questo momento abbiamo costruito”.

Antonella Iaquez




Prima Assemblea internazionale delle donne di Religions for peace

Si è riunita per la prima volta a Lindau in Germania dal 10 al 13 novembre 2020  l’Assemblea di donne di fede di Religions for Peace, la rete multi-religiosa internazionale che vede la presenza di centinaia i leader delle varie fedi impegnati alla ricerca del bene comune. Promossa da Religions for Peace Internazionale, in collaborazione con la Fondazione Ring for Peace e il Ministero degli Affari Esteri tedesco, l’Assemblea delle donne aveva come titolo “Donne, Fede e Diplomazia – Mantenere la Fede e Trasformare il Futuro”. Alla convention, hanno partecipato in video conferenza oltre 1.000 rappresentanti di induismo, buddismo, ebraismo, cristianesimo, islam e altre religioni. I lavori sono stati aperti da Azza Karam, segretario generale di Religions for Peace, dal rev. Kosho Niwano, presidente designato del movimento buddista Rissho Kosei-Kai, e dal metropolita Emmanuel di Francia (Patriarcato ecumenico). La cancelliera tedesca Angela Merkel e il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres hanno inviato i loro saluti attraverso due video messaggi.

Riceviamo e pubblichiamo un estratto inviatoci dalla dott.ssa Chiu Yuen Ling Stella, che collabora con Religions for Peace Internazionale e con la sezione italiana, in rappresentanza del Movimento dei Focolari, presente all’evento che si è tenuto in modalità streaming.

“Se ancora oggi in diverse parti del mondo le donne subiscono in modo sproporzionato le conseguenze di conflitti violenti, povertà, mancanza d’istruzione e restrizioni alla loro libertà di pensiero, coscienza e religione, eppure spesso sono le donne per prima a rispondere a situazioni di disordini sociali e politici, nelle crisi della salute pubblica, negli uffici comuni e nelle microimprese. Per oltre un terzo di tutte le famiglie le donne costituiscono la maggior parte di coloro che forniscono i servizi necessari, nonché l’educazione, sanitaria e la resilienza all’interno delle comunità.

Molte di queste donne sono motivate e rafforzate dalla loro fede e lavorano a fianco di leader uomini. Forse le loro storie, conoscenze e competenze sono poco conosciute dai media di mainstream, dai governi e negli spazi in cui vengono prese le decisioni e il contributo specifico delle donne di fede rimane spesso sottorappresentato e persino invisibile nella diplomazia e nella definizione delle politiche.

Un nuovo modello di presenza nella diplomazia lo hanno trovato le donne della Religions for Peace, che costruiscono la pace attraverso la fede, con un approccio efficace e inclusivo, costituendo relazioni sostenute e ispirate dalle religioni, per conseguire soluzioni alle sfide più urgenti e trasversali del mondo. E’ un modello di presenza riconosciuta disperatamente necessaria proprio in questo momento di pandemia globale, poiché le crisi più urgenti e le risposte del mondo diventano sempre più interconnesse.

In questi tre giorni, circa 60 persone hanno preso la parola secondo il programma. Dopo la Cerimonia di Apertura, sono seguite le sessioni Plenarie, le interviste, le Heart Talk, i laboratori Breakout Sessions, con ampia scelta di argomenti, offrendo opportunità di dialogo.

I temi principali trattati sono stati molteplici, tra i quali “Ridefinire la Leadership, Donne in Diplomazia, Combattere il Linguaggio di Odio per la Prevenzione dei Conflitti, Educazione Ispirata dai Valori, Salvaguardia dell’Ambiente” e altri. Il contenuto e il linguaggio dei discorsi non sono stati strettamente di tipo accademico, teologico o teorico, ma piuttosto hanno potuto porgere una riflessione profonda con toni sereni, in coerenza ciascun partecipante con la propria fede.

Un fatto rilevante è stato che molti relatori e partecipanti si trovano alla guida o appartengono ad una comunità, una associazione, un movimento, enti religiosi, civili, umanitari o educativi. Questo ha fatto sì che nessuno ha parlato per se stesso, ma sono stati voce e espressione di una moltitudine di gente comune.

E’ incoraggiante e stimolante rendersi conto che abbiamo intrapreso un cammino comune sul percorso iniziato da nostri pionieri. Loro hanno nutrito il sogno e la missione per un mondo unito, un mondo di pace e fraternità, e ora si raccolgono i frutti”.

Chiu Yuen Ling Stella

Per conoscere il programma e tutti relatori vedi i siti:

https://wfd2020.ringforpeace.org/

https://www.rfp.org/

(foto del sito di rfp)




Yemen: a quasi 2 anni dagli accordi di Pace di Stoccolma sale il numero di vittime civili a Hodeida e Taiz

Non si ferma l’export di armi verso l’Arabia Saudita dai Paesi del G20, un flusso che ha superato di tre volte il valore degli aiuti alla popolazione. Appello delle organizzazioni umanitarie italiane per uno stop alla vendita delle armi che alimentano il conflitto.
 
Roma, 20/11/2020 – Continua in Yemen la drammatica situazione di un conflitto che colpisce pesantemente la popolazione civile ormai da troppi anni. Contemporaneamente non accenna a fermarsi l’export di armamenti dai Paesi del G20 verso l’Arabia Saudita e i suoi alleati: dal 2015 al 2019 sono stati esportati 17 miliardi di euro in armamenti, tre volte il valore degli aiuti stanziati dagli stessi Paesi per alleviare le sofferenze del popolo yemenita.
 
È questa la denuncia rilanciata da Amnesty International Italia, Movimento dei Focolarli, Oxfam Italia, Save the Children Italia e Rete Italiana Pace e Disarmo alla vigilia del vertice G20 del 21 e 22 novembre che sarà ospitato proprio dall’Arabia Saudita, dove i leader mondiali promettono “azioni senza precedenti per proteggere i più vulnerabili”. 
 
La situazione umanitaria continua a peggiorare
 
Dopo oltre 5 anni e mezzo di conflitto lo Yemen è un paese distrutto, con oltre 100mila vittime, tra cui più di 12 mila civili. “I bambini sono tra i più colpiti, poiché rappresentano un quarto delle vittime legate ai conflitti registrate quest’anno” dice Egizia Petroccione, Capo Dipartimento Advocacy e Policy Internazionale di Save the Children Italia: “I bambini yemeniti vivono nella paura, la guerra continua a portare la morte nelle loro città. Il picco della violenza a Hodeidah e Taiz mostra che ora più che mai è il momento di un cessate il fuoco a livello nazionale come primo passo verso una pace sostenibile”.

 

In questo contesto, l’aumento dei combattimenti a Hodeidah è particolarmente preoccupante poiché il suo porto è il canale di accesso del 70% di tutte le importazioni in Yemen. Anche una sua chiusura temporanea riduce la disponibilità di cibo per le famiglie vulnerabili, in un momento in cui il Paese è sull’orlo della carestia. Sono 10 milioni gli yemeniti ce soffrono la fame, 20 milioni non hanno accesso all’acqua pulita e a servizi igienico-sanitari. A questo si aggiunge una grave epidemia di colera e la diffusione “incontrollata” del contagio da COVID-19, in un paese con metà degli ospedali distrutti o con limitati mezzi e personale per rispondere alle necessità della popolazione. Nonostante la situazione sia così grave, il piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite per il 2020 è finanziato solo al 44%
 
“Dopo anni di morte, sfollamenti forzati e epidemie la popolazione dello Yemen è allo stremo – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Tutto questo deve finire al più presto. La comunità internazionale deve abbandonare del tutto una logica fondata sul “profitto di guerra”, per sposare un dovere umanitario che, se non altro, questa pandemia dovrebbe aver reso più evidente in tutto il mondo”.
 
Il volume dell’esportazione di armi italiane verso gli attori del conflitto in Yemen
 
Nonostante l’11 luglio 2019 l’Italia abbia sospeso per 18 mesi l’esportazione di bombe d’aereo e missili dirette verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, va ricordato come tra il 2015 e il 2019 il nostro Paese abbia autorizzato export di armamenti per un valore complessivo di circa 845 milioni di euro verso l’Arabia Saudita cui si aggiungono gli oltre 704 verso gli Emirati Arabi Uniti
 
Inoltre sebbene da metà 2019 non sia stata rilasciata alcuna autorizzazione sui materiali specificamente indicati nella decisione governativa, su altri tipi di materiali d’armamento è stato invece dato il via libera (tra il 26 giugno e il 31 dicembre 2019) a 6 autorizzazioni verso l’Arabia Saudita per un valore complessivo di circa 105 milioni di euro e a 25 autorizzazioni verso gli Emirati Arabi Uniti per un valore complessivo di circa 79 milioni di euro. Le stime per i primi sei mesi del 2020 segnalano infine spedizioni definitive per poco meno di 11 milioni di euro in armi e munizioni di tipo militare verso gli EAU e 5,3 milioni di euro all’Arabia Saudita (dei quali 4,9 milioni riguardano pistole o fucili  semiautomatici che possono essere state destinate anche a militari o corpi di sicurezza pubblici o privati).
 
Alla vigilia della scadenza della sospensione decisa nel 2019 le nostre Organizzazioni chiedono dunque a Governo e Parlamento italiani di prolungare il periodo di validità di tale sospensione allargandola inoltre a tutte le categorie di armamento e tutti i membri della coalizione a guida saudita. 
 

Amnesty International Italia, Movimento dei Focolari, Oxfam Italia, Save the Children Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo




Presentato documento “Ma io cosa posso fare?” – Verso l’Economia di Francesco

Il 17 Novembre 2020, alla vigilia di “Economy of Francesco”, è stato presentato ad Assisi il documento composto da ben 51 pagine “Ma io cosa posso fare?“, frutto di una ricca scrittura collettiva che mette in luce esperienze di cinque continenti su un’economia che abbia il ruolo nel riprogettare il modo in cui viviamo, produciamo, scambiamo e consumiamo – come individui, imprenditori, amministratori, o responsabili politici a qualunque livello.

“Questo documento, ha dichiarato p. Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di San Francesco, è frutto di un lavoro collettivo, che ha preso avvio il 21 febbraio scorso ad Assisi presso il Sacro Convento di San Francesco, con la partecipazione di lavoratori, studenti, ricercatori, sindaci e assessori, responsabili di governo, religiosi, economisti, dirigenti di istituzioni, organizzazioni e associazioni, imprenditori, banchieri e volontari.”

“Si è scelto di offrire agli Enti locali alcuni elementi di riflessione sulle iniziative che possono intraprendere per sviluppare l’Economia di Francesco sul proprio territorio”, si legge nella presentazione del documento. “Gli Enti locali possono giocare un ruolo determinante poiché, da un lato l’economia a livello macro-territoriale dipende dall’intera gamma di scelte e decisioni politiche fatte a livello locale e dall’altro, le città svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere connessioni, creatività, innovazioni e servizi. Inoltre molte decisioni possono e devono essere prese nelle città dove si trovano a vivere le persone“.

Il percorso che ha portato alla stesura del documento è stato promosso e coordinato dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dai Francescani del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi, dalla Fondazione Finanza Etica (Banca Etica) e dalla Tavola della Pace in collaborazione con la Task Force dell’Onu per l’Economia Sociale e Solidale e l’International Labour Organization (ILO).

Scarica il documento “Ma io cosa posso fare?”




“Le banche, oggi: i risparmi, gli investimenti, il territorio e le armi”.

Il gruppo di lavoro “Economia disarmata” ha proposto una riflessione su “Le banche, oggi: i risparmi, gli investimenti, il territorio e le armi”

Sono intervenuti: Leonardo Becchetti, Giorgio Beretta, Sabrina Brezzo e Alfredo Scognamglio.

https://www.facebook.com/economiadisarmata/videos/825356558293631/

 




Proposte per la ripartenza del Paese per un’Economia Civile e di Comunione – Rivedi lo Zoom del 12 ottobre

RIVEDI LO ZOOM

Qui sotto allegato il Documento:

Documento per la ripartenza del paese – AIPEC-MPPU

Qualche anno fa, precisamente a Torino nel settembre 2013, è nato un sodalizio tra AIPEC -associazione imprenditori italiani per una economia di comunione, ed MPPU – Movimento Politico per l’unità, che ha avviato e facilitato la riflessione tra mondi delle imprese e delle istituzioni sui temi che di fatto ci accomunano.
MPPU e AIPEC rappresentano sempre più la base della società civile: cittadini imprenditori, consumatori, famiglie, cittadini impegnati in politica, nel terzo settore ed appunto nella società civile.
Pertanto, qualche settimana fa, ci siamo ritrovati a confrontarci in un primo incontro con le istituzioni, dove ci è stato espressamente chiesto un contributo ed un nuovo incontro sui temi che avevamo proposto, allargando possibilmente il cerchio della discussione.
In questi tempi difficili abbiamo constatato venire meno tante certezze, avvenire tanti cambiamenti, impensabili fino a pochi mesi fa.
Nello stesso tempo vediamo “salire l’onda” di quanti credono si possa ripartire solamente cambiando alcune “regole del gioco”: sui temi dell’impresa e del lavoro, dell’ambiente, del tessuto sociale.
in questi anni siamo stati coinvolti o abbiamo condiviso nei principi tante iniziative, soprattutto negli ultimi mesi, tre su tutte:
⁃ Festival dell’economia civile – la carta di Firenze, della quale siamo tra i promotori e primi firmatari
⁃ Per un nuovo Welfare – Le proposte della società civile
⁃ Il patto economico – imprese per una terza economia
Visibili e concrete iniziative, che, con altre che stanno prendendo forma, concorrono a far crescere l’onda di una “terza economia” (come è stata ben definita dal sottosegretario Steni di Piazza, citato nei giorni scorsi dal presidente Conte).
Nonostante già coinvolti nelle iniziative già citate, siamo disponibili a donare nostre riflessioni, richieste, contributi per continuare tale lavoro di confronto, mettendo a disposizione la nostra rete, tempo e competenze.
Per questo siamo lieti di annunciare questo importante dialogo che avremo con esponenti del governo e membri del parlamento di tutte le parti politiche, dove porteremo quanto descritto sopra.
Non mancate, è un appuntamento importante.
 

 




RIVEDI – Alcune chiavi di lettura dell’enciclica “Fratres Omnes” – 9 ottobre

 

RIVEDI QUI SOTTO L’EVENTO

https://youtu.be/HiXHwYFRYK8




21 settembre, Giornata internazionale della pace

In occasione della giornata della pace, promossa dall’Onu il 21 settembre 2020, proponiamo il recente volume pubblicato dall’editrice Città Nuova, “Unità è il nome della pace – La strategia di Chiara Lubich”, di Maddalena Maltese.

Istituita il 30 novembre 1981 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione 36/67, la Giornata Internazionale della Pace nasce dalla volontà di creare un giorno all’insegna della pace mondiale e della non violenza.

“Chiara Lubich ha sentito per mesi il sibilo delle bombe. Ha camminato tra le macerie della sua casa sventrata da un ordigno. Ha pianto sugli amici caduti al fronte e ha asciugato le lacrime di chi aveva perso i figli. Ha vegliato i morti. Ha sentito il morso della fame piegarle le viscere per giorni e ha corso, per mesi, in un rifugio temendo per la vita. Ha visto fallire il suo progetto di studio e il progetto di vita delle sue amiche. Ha toccato la crudeltà della guerra”.*

La fondatrice dei focolari, di cui si ricorda quest’anno il centenario della nascita, per il suo incessante impegno a gettare ponti di pace e di unità tra persone di ogni generazione, ceti sociali, popoli, ha avuto numerosi riconoscimenti tra cui il Premio UNESCO per l’Educazione alla Pace (Parigi 1996) e il Premio Diritti umani del Consiglio d’Europa (Strasburgo 1998). Dalla Comunità ebraica di Roma ha ricevuto il premio “Un ulivo per la pace” (Rocca di Papa, ottobre 1995) e dai Movimenti indù di ispirazione gandhiana Shanti Ashram e Sarvodaya il “Premio Difensore della Pace” (Coimbatore, India, gennaio 2001).

Si può acquistare dal sito dell’editrice Città Nuova

  • dall’introduzione, di Maddalena Maltese.



In dialogo con Michele Zanzucchi: “Emergenza Libano” – 4 settembre 2020

Venerdì 4 settembre 

Collegamento di aggiornamento, via Zoom, sulla vita attuale delle comunità di Beirut e sulle iniziative di solidarietà che hanno fatto seguito ai drammatici esiti della imponente deflagrazione del 4 agosto scorso che ha devastato la città e causato numerosi morti ed enormi sofferenze alla popolazione locale. L’incontro promosso dal Movimento dei Focolari della Toscana sarà condotto da Michele Zanzucchi, giornalista di Città Nuova, che ha vissuto a Beirut fino a pochi mesi fa, e autore di diversi libri e articoli sul dialogo interreligioso e sulla realtà socio-politica in Medio Oriente. Durante il collegamento saranno previste testimonianze dirette dalla comunità libanese.

Si può rivedere sulla pagina Facebook Movimento Focolari Italia




Puglia: candidati in dialogo

La Puglia è alla vigilia della consultazione per la elezione del proprio Consiglio.
Sono davvero tanti i temi nell’agenda del nuovo Governo regionale; tutti esigono un approccio nuovo e responsabile che riteniamo non possa più limitarsi alla sterile politica degli schieramenti contrapposti.
In tale contesto il Movimento Politico per l’Unità ha proposto un confronto sulle sfide che attendono la nostra Regione, alla vigilia della prossima consultazione amministrativa, con specifico riferimento ad alcune tematiche più sensibili per cittadini del territorio della provincia di Foggia. L’intento è quello di offrire un’occasione di “dialogo aperto” tra cittadini e candidati sui temi in agenda. Non un’occasione di propaganda, ma un cantiere di lavoro e uno spazio di confronto e condivisione nel quale, ciascuno nel proprio partito o movimento, si sforza di concorrere nel disegnare la Regione che vogliamo.
Riteniamo che occorra un “patto” tra le parti in campo, che metta alla base i principi fondativi della nostra costituzione; che nell’ottica di quella “circolarità” che la Costituzione stessa mette a fondamento della nostra convivenza, tracci nuovi percorsi di impegno politico e di partecipazione dei cittadini alla costruzione del bene comune.
Venerdì 4 settembre a San Severo abbiamo invitato nove candidati del territorio a misurarsi in un esercizio di dialogo su mafia, legalità e caporalato; piano di sviluppo rurale; sanità, migrazioni ed emigrazione giovanile; federalismo fiscale e questione meridionale; gioco d’azzardo lecito; terzo settore e partecipazione. I temi erano scaturiti da una fase predente di raccolta di domande tra i cittadini, in modo da coinvolgerli pienamente al confronto.
L’incontro si è articolato dando voce agli schieramenti a sostegno dei candidati Presidenti, in maniera che i partiti in coalizione organizzassero i propri interventi come gruppo e non come singole formazioni. Questo perché, mai come oggi, è necessario che le coalizioni dimostrino una reale capacità di sintesi e di riuscire a fare squadra, abbandonando il criterio stantio dei contrappesi elettorali, per lasciare spazio a competenze e impegno comune.
Va dato atto ai cinque candidati presenti (Dal Maso M5S, De Rossi del PD, Gaeta del nuovo PSI UdC, Lacci del movimento M5S , e Rosito di Italia In Comune), di aver vinto pienamente la sfida del dialogo. L’incontro si è infatti distinto per la misura degli interventi e la continua ricerca di un contributo alle problematiche sollevate, preferiti a qualsiasi tipo di sterile polemica.
Non ultimo è opportuno rilevare che gli stessi hanno sostenuto in solido le spese organizzative, dando un raro esempio di cooperazione tra partiti di differenti coalizioni.
Sui temi, al di là di qualche legittima diversità di prospettiva e di approfondimento, la lettura delle problematiche ha complessivamente fatto emergere una sostanziale convergenza circa l’urgenza di intervenire.
Ci auguriamo che questo incontro preluda ad una sempre maggiore attenzione condivisa, da parte dei rappresentanti politici regionali, alle tematiche che investono il bene di tutti i cittadini. Stamattina giungono alcuni commenti:
– da uno dei candidati partecipanti, “serata cordiale e costruttiva. Il confronto si è sempre mantenuto in un clima familiare e ispirato alla massima correttezza”.
– un altro candidato: “un confronto leale”.
– una cittadina: “Desidero esprimere il mio grazie per il confronto che ieri sera c’è stato fra politici di diversi schieramenti, a dimostrazione che è possibile esporre serenamente i diversi punti di vista senza trascurare il rispetto, dovuto a tutti i cittadini, per la propria libertà di scelta democratica”.

05/09/2020 La segreteria regionale MPPU