Educazione chiama politica, un patto per le giovani generazioni

A Bergantino i candidati sindaco stringono un patto di collaborazione a favore delle nuove generazioni. Qualunque sia l’esito del voto elettorali

È festa nella sala consigliare del Comune di Bergantino in provincia di Rovigo. È quando i due candidati sindaco stringono un vero e proprio Patto di reciproca collaborazione per i futuri progetti formativi a favore del mondo giovanile ed adulto. Passi da sviluppare dopo le elezioni, ma che oggi qui, in questa sala, assumono valore simbolico che va oltre il rito delle elezioni stesse. Chiunque vinca. Perché quel che conta è credere che un modo diverso di aver cura del bene comune e di far politica è possibile.

Commovente il momento delle firme su un documento che richiama alla collaborazione, all’unità di intenti nella consapevolezza che le nuove generazioni sono il bene più prezioso da valorizzare e da custodire, il vero tesoro dell’umanità.

Ad una settimana dal voto, in pieno clima di campagna elettorale con le sue diverse prospettive politiche, il 3 giugno 2024 a Bergantino è una giornata controcorrente per la firma di un Patto per l’educazione. Un obiettivo tenacemente voluto dai due candidati sindaco, Adriano Stefanoni e Gianni Fortuna. Un atto non solo simbolico ma di rottura nei confronti di certe sterili prassi consolidate dove gli schieramenti devono per forza opporsi su tutto, screditandosi a vicenda.

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Festival delle relazioni 2024: verso una nuova comunità

Dal 2019 un gruppo di persone appartenenti al Movimento dei Focolari, in collaborazione con il Gruppo editoriale Città Nuova, propone una serie di incontri di riflessione e dialogo su tematiche emergenti allo scopo di offrire un contributo alla realizzazione di una società “nuova” che trova le proprie radici nel riconoscimento dei valori di ogni persona, nella cura reciproca, capace di tessere relazioni di reciprocità alle quali tanto anela l’animo umano.

Percorsi formativi che trovano casa nel Festival delle relazioni giunto quest’anno alla sesta edizione dal titolo: Verso una nuova comunità – Rilanciamo nuovi sguardi a partire dalle domande e dalle sfide del nostro tempo.

Come per ogni edizione, la ricerca delle tematiche avviene dietro il lavoro di confronto, rapporti personali nella comunità locale per l’individuazione dei temi da mettere a fuoco. Il comitato scientifico (composto da persone qualificate e dal direttore della casa Editrice Città Nuova) raccoglie le proposte, le osservazioni e i suggerimenti, in merito a contenuti e tempi, dando così corpo al percorso del Festival.

Il focus di questa edizione, come si evince dal titolo, è orientato a dare continuità al percorso iniziato lo scorso anno. Si è voluto rimettere in evidenza le sfide che il tempo presente vive per guardarle con occhi nuovi e identificarne gli aspetti generativi di “buone relazioni”, di piccole oasi di pace.

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A Ragusa il “Laboratorio civico di sussidiarietà politica”.

Ragusa, L’Associazione “Co-Governance – Laboratorio civico di sussidiarietà politica” si è presentata ufficialmente alla città. Nell’aula del consiglio cittadini e amministratori avviano una nuova esperienza di dialogo e di partecipazione propositiva in attuazione del principio costituzionale di sussidiarietà.

L’aula del consiglio comunale di Ragusa ha ospitato sabato 6 aprile 2024 la presentazione ufficiale del laboratorio civico di sussidiarietà politica Co – Governance. L’iniziativa, partita da un gruppo di cittadini che hanno costituito un’associazione, punta a costituire spazi di dialogo tra cittadini e istituzioni.

L’obiettivo – reso noto dai promotori – è “stabilire con le istituzioni locali, con gli organi di rappresentanza, elettivi, di governo e di amministrazione attiva, nonché con il mondo politico nella sua pluralità, un rapporto di collaborazione, attiva e responsabile, che manifesti e certifichi la possibilità nella vita pubblica della città di fare “sistema” e di farne un luogo generativo di comunità, di coesione e di sviluppo, di futuro”.

L’incontro, promosso in collaborazione con l’amministrazione comunale di Ragusa (giunta e consiglio comunale) è stato introdotto dal presidente del consiglio comunale, Fabrizio Ilardo, dal sindaco Giuseppe Cassì e dal presidente dell’associazione Co Governance di Ragusa, Alfio Di Pietro.

Al tavolo dei relatori c’erano il politologo Antonio Maria Baggio e l’economista Gianpietro Parolin, entrambi docenti dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano.

L’intervento di Antonio Maria Baggio su “Coscienza politica erronea nei cittadini e negli operatori, sviluppo di processi valutativi veritieri ed efficaci” ha messo l’accento sulle difficoltà dei cittadini di valutare nella maniera opportuna le scelte degli amministratori, i metodi e i fini, ciò che crea un gap nel rapporto di vero dialogo e di collaborazione attiva tra cittadini e istituzioni. “Nell’ambito della politica – ha detto Baggio – in maniera simile a quanto avviene nella morale, può formarsi nelle persone che vi sono impegnate una ‘coscienza erronea’, che produce abitualmente giudizi errati, basati su convinzioni acritiche o in processi di pensiero viziati. Una vera apertura agli altri aiuta ad incontrare la realtà, spesso diversa da quella dettata dal pregiudizio”.

Gianpietro Parolin ha puntato l’attenzione sulla relazione virtuosa fra partecipazione e rendicontazione. Sono due elementi necessari per stabilire un giusto rapporto tra cittadini e istituzioni, rilevando come sia necessario che i primi abbiano accesso alle informazioni reali. E ha parlato del “dovere dei decisori di rendere conto delle loro scelte, delle azioni politiche e di rispondere delle conseguenze di esse”, “riconoscendo alla collettività il diritto di essere informata di tali decisioni, di criticarle e di avere risposte”. Oggi c’è spesso “informazione” (pubblicazione dei dati e dei documenti sui siti dell’amministrazione pubblica), ma ciò non mette automaticamente i cittadini nella possibilità di poter verificare e valutare. Per creare una relazione virtuosa – afferma Parolin – “la partecipazione si nutre di informazione verificabile, affidabile, comprensibile. Sono due beni comuni che si alimentano reciprocamente. A partire dai dati di realtà possiamo costruire rappresentazioni condivise sulla nostra vita civile”.

Giancarlo Bellina, co-presidente del Movimento politico per l’unità (MppU) della Sicilia, ha preso parte al seminario con un intervento programmato. Bellina ha portato la testimonianza di una esperienza di partecipazione propositiva, un laboratorio di Co-Governance promosso dal MppU a livello regionale, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro di giovani, imprenditori, funzionari e amministratori pubblici, docenti, terzo settore e cittadini, per analizzare la questione atavica della incapacità della Sicilia di usufruire adeguatamente dei finanziamenti comunitari per lo sviluppo e la realizzazione di investimenti infrastrutturali, di cui la nostra isola avrebbe avuto bisogno. Ha snocciolato i dati dell’emigrazione giovanile negli ultimi anni ed evidenziato che “tutto questo si sarebbe potuto evitare se la Sicilia avesse valorizzato e speso i fondi comunitari in investimenti e opere infrastrutturali, che avrebbero svolto funzione di volano per rilanciare l’economia e l’occupazione in Sicilia”. I risultati che di questo “laboratorio” sono stati presentati al Governo regionale e ai deputati regionali il 6 luglio scorso, presso la Sala PierSanti Mattarella dell’ARS.

Nel dibattito che è seguito sono intervenuti Liboria Di Baudo, del movimento “Idea e Azione” di Palermo, l’assessore Giorgio Massari, i consiglieri comunali Marco Antoci, Mario Chiavola e Gianni Iurato, l’avvocato Giuseppe Gambuzza.

Il sindaco Giuseppe Cassì, che ha introdotto e concluso i lavori, nel complimentarsi per l’iniziativa dell’evento e per il suo alto livello, ha rilevato l’importanza della sfida della partecipazione attiva dei cittadini che “Co-Governance”, il “Laboratorio civico di sussidiarietà politica” sorto a Ragusa, può offrire, sottolineando la necessità di una collaborazione per “un nuovo modo di perseguire l’interesse generale”.

Alfio Di Pietro, presidente di Co Governance Ragusa, ha sottolineato il giudizio positivo e l’apprezzamento che l’iniziativa dell’evento ha riscosso. A partire da questo evento – ha detto – si apre una fase impegnativa nella quale l’Associazione è chiamata ad offrire ai cittadini e alle Istituzioni una prova di coerenza e di concretezza  sul terreno della pratica attuazione del principio costituzionale di “sussidiarietà” che, nel suo significato sostanziale e nella sua traduzione pratica, intende essere espressione di una cittadinanza nuova nel perseguimento dell’interesse generale, ovvero di una “cittadinanza amministrativa”.

Francesca Cabibbo

Info e contatti: sito internet: Co-governancerg.it – mail: info@co-governancerg.it – cell. 3381577238

Francesca Cabibbo




Armi italiane e mercati di morte. L’impegno dei cattolici a favore della legge 185/90

Un appello alla coscienza dei Parlamentari contro il falso realismo della guerra.

Conferenza stampa lunedì 4 marzo 2024 ore 12

presso Focolare meeting point, Via del Carmine, 3 Roma (vicino piazza Venezia)

Diretta YouTube sul Canale Focolaritalia al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=iQMcoFOW9QA

Articolo Città Nuova 5 marzo 2024

Articolo Avvenire 5 marzo 2024

Articolo Romasette

Articolo Italia Caritas

La legge 185 del 90 che regola l’esportazione di armi è una grande conquista della società civile italiana che ha visto parte dell’associazionismo cristiano impegnato in prima fila nella campagna “Contro i mercanti di morte”.

L’appello lanciato per quella mobilitazione partiva da un realistico dato di fatto: «Armi italiane uccidono in tutto il mondo». «Una sorta di “ecumenismo” degli affari che permetteva – come aveva scritto Eugenio Melandri- di esportare armi a tutte le parti in conflitto».

La normativa è stata spesso aggirata in tanti modi, durante questi oltre 30 anni di vita, ma è rimasta costantemente sotto attacco.

Sono tanti gli interessi trasversali che la considerano un ostacolo all’espansione di un settore produttivo in forte competizione su scala planetaria nel contesto della guerra mondiale a pezzi. Lo testimonia la folta presenza delle aziende italiane nelle expo di armi come il “World Defense Show” che si è tenuto ad inizio febbraio in Arabia Saudita.

Il tentativo di procedere al progressivo smantellamento della legge 185/90 sembra ormai avviato a compimento con il voto del Senato dello scorso 21 febbraio come denuncia “Rete italiana pace e disarmo” che, con grande competenza, ha avanzato proposte migliorative rimaste senza riscontro.

Purtroppo siamo davanti ad uno scenario che avevamo previsto con la Conferenza stampa promossa alla Camera lo scorso 4 ottobre 2023 per affermare che salvare questa legge vuol dire applicare la Costituzione.

La 185/90 ha permesso, ad esempio, sempre grazie alla pressione della cittadinanza attiva, di interrompere, dal 2019 al maggio 2023, la partenza dal nostro Paese di migliaia di missili e bombe destinate ad essere usate nel disastroso conflitto in atto nello Yemen.

Alla vigilia del voto della Camera, che cambierebbe in peggio la legge, a cominciare dalla trasparenza sulle banche che finanziano il settore delle armi, sentiamo il dovere di rivolgere un ulteriore appello alla coscienza dei Parlamentari invitandoli a salvare e migliorare la legge 185/90 in nome della comune umanità che ripudia la guerra.

Giuseppe Notarstefano, presidente Azione Cattolica Italiana

Emiliano Manfredonia, presidente Acli

Matteo Fadda, presidente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, Responsabili Movimento dei Focolari Italia

Mons. Giovanni Ricchiuti, presidente Movimento Pax Christi Italia

Aderisce Agesci, Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani

Alla conferenza stampa è prevista, tra gli altri, la presenza di

Alex Zanotelli, missionario comboniano, tra i promotori della legge 185/90

Maria Elena Lacquaniti, coordinatrice Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione Chiese evangeliche in Italia

Maurizio Simoncelli, cofondatore dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo

Andrea Baranes, Fondazione Finanza Etica

Rife

ufficiostampaitalia@focolare.org

Carlo Cefaloni, +39 3280531322

ufficiostampa@apg23.org

Marco Tassinari  +39 3281187801

a.martino@azionecattolica.it

Antonio Martino +393479485190

ufficiostampa@acli.it

Luca Rossi +393669539817

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Corso per una cittadinanza attiva 2024

Le “Scuole di partecipazione” del Movimento politico per l’unità intendono essere un luogo di dialogo, di studio, di sperimentazione, aperto a tutti i giovani che vogliono vivere il presente della propria città in modo attivo, responsabile e generoso.

Il corso è aperto ai giovani dai 18 ai 35 anni.

Modulo di iscrizione: https://forms.gle/apZrpXnRQzyMPLpu6




XIª edizione del Premio Chiara Lubich per la Fraternità 2024

Al concorso possono partecipare Enti Locali (Province, Regioni, Comunità Montane, ecc.) italiani e di qualunque altra parte del mondo e dimensione.

Sono ammesse anche candidature provenienti da Enti Locali, Organismi o persone singole che segnalassero altre Amm.ni territoriali.

Progetti e iniziative possono concorrere se:

  • Istituiscono e/o diffondono, nel territorio principalmente locale, ma anche nazionale e internazionale, pratiche di fraternità universale secondo le diverse accezioni di tale principio specie esperienze di dialogo e di partnership tra Amministrazioni;
  • Stimolano i cittadini a impegnarsi per il bene comune e a partecipare alla vita della comunità civile;
  • Favoriscono la crescita di una cultura della cittadinanza attiva e inclusiva.

Le segnalazioni possono arrivare da Amministrazioni pubbliche, ma anche da Soggetti sociali, economici, culturali, e ancora da cittadini singoli o associati sia via mail associazionecittafraternita@gmail.cominfo@cittaperlafraternita.org sia via WhatsApp ai numeri 3404182127; 3477769897 entro e non oltre il 15 febbraio 2024

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“Portico della pace” a Bologna

Il Portico della Pace nasce da una proposta della Papa Giovanni 23° nell’autunno del 2015 che ha portato alla prima marcia della Pace del primo gennaio 2016.

E’ una rete informale di espressioni varie dell’associazionismo che nella attiva e aperta società civile di Bologna trova un humus molto fertile. Portico perché da sempre i portici sono un simbolo di Bologna, ne caratterizzano l’identità, e sono segno di un luogo accogliente dove trovare riparo e potersi incontrare. Non un portico qualsiasi ma un Portico della Pace, cioè un luogo dove sognare insieme la pace e lavorare perché diventi realtà.

In diversi della comunità locale del Movimento dei Focolari abbiamo partecipato a quel primo evento e da allora siamo in cammino insieme: APG23, LMC (Laici Missionari Comboniani), Percorsi di Pace, AVOC, OFS, Pax Christi…

Dopo la marcia del 1° gennaio fu la volta del 2 giugno per la “festa della repubblica che ripudia la guerra”. Dal 2016 siamo rimasti fedeli al “pendolo” che da capodanno va al 2 giugno con una partecipazione numerosa e un coinvolgimento crescente delle autorità civili e religiose.

Con l’avvento della pandemia sono state sospese le manifestazioni di piazza ma è stato possibile continuare sul web: anche se piccolo è comunque un gesto che fa opinione, un contributo ad una causa che ci sta tanto a cuore.

Oggi il Portico della Pace continua a essere un punto di incontro fra amici: camminare insieme e lavorare gomito a gomito ci ha permesso di scoprire le tante realtà associative e le persone che le animano con impegno e entusiasmo (ultimo esempio l’azione per la Rotta Balcanica).

Attraverso questa esperienza ci siamo aperti come comunità alla città con tutta la sua ricchezza di espressioni multiculturali e religiose, di volontariato e di impegno sociale e politico. Guardare insieme alla comunità cittadina ci permette anche di cogliere le difficoltà e le opportunità per essere così più attenti e presenti, parte attiva di un percorso che, con luci e ombre, cerca di stare al passo con la storia.

Come Movimento dei Focolari Italia ci sembra che partecipare al Portico e alle sue iniziative è un “uscire fuori”, un aprirsi agli altri “spendendo” il grande dono del carisma che abbiamo ricevuto e di cui la società civile ha grande bisogno (e anche tanta stima): costruire ponti, relazioni di solidarietà e amicizia, unità fra culture e generazioni diverse. Non è l’unica occasione per farlo, ma è certamente una grande opportunità per “abitare” il fermento dell’umanità, o come dice Chiara Lubich, per «perdersi nella folla, per informarla del divino, come si inzuppa un frusto di pane nel vino».

Giulio Boschi

https://www.facebook.com/?locale=it_IT

porticodellapace@gmail.com




“Non possiamo restare in pace”

Se vuoi la pace, lavora per la pace. Le armi portano solo morte e distruzione.

Non possiamo restare in pace in questo fine anno segnato dalla tragedia che sconvolge la Terra Santa, mentre nel cuore dell’Europa continua la sofferenza del martoriato popolo ucraino.

Resta desolatamente senza risposta ogni ragionevole appello per porre termine alla follia della guerra e alla strage degli innocenti.

È un tempo che ci invita alla conversione profonda per non restare inerti e indifferenti davanti a scelte che appaiono delegate solo ai capi delle nazioni, gli stessi ai quali si è rivolto papa Francesco per ribadire che «a nulla giova conservare oggi un’autorità che domani sarà ricordata per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario» (Messaggio alla Cop28 del 2 dicembre 2023).

Per questo motivo, alla vigilia del 2024, come cittadini di questo Paese e del mondo intero, rinnoviamo la forte sollecitazione a mettere al centro del dibattito pubblico il ripudio della guerra a partire dalla necessità di bandire non solo l’uso ma anche il possesso delle armi nucleari.

L’Italia ha un ruolo storico e morale da svolgere come promotrice di una cultura di pace in uno scenario che appare sempre più incerto.La consapevolezza dell’irrompere dell’intelligenza artificiale pone, ad esempio, gravi questioni politiche «nel contesto ideologico di un paradigma tecnocratico, animato da una prometeica presunzione di autosufficienza» (Messaggio di papa Francesco per la 57esima Giornata Mondiale della Pace).

Tale vertigine di onnipotenza conduce, ora, al paradosso di affidare ad un algoritmo la decisione finale dell’arma letale di autodistruzione di massa. Non è più tempo di sterili polarizzazioni ma di prendere sul serio l’appello di Joseph Rotblat, lo scienziato che si rifiutò di partecipare al progetto Manhattan dell’arma nucleare usata nel 1945 su Hiroshima e Nagasaki: «Ricordatevi della vostra umanità, e dimenticate il resto».

Cominciamo, dunque, il nuovo anno con il mese di gennaio dedicato alla pace affrontando apertamente la questione dell’adesione dell’Italia al Trattato Onu del 2017 di messa al bando delle armi nucleari. Una grande occasione per rimettere l’Europa stessa al centro di un processo di pace.

Cominciamo il nuovo anno anche rivolgendo un forte appello al Governo e al Parlamento affinché il nostro Paese faccia sentire alta e forte la propria voce per chiedere l’immediato cessate il fuoco in Medio Oriente. La strage degli innocenti va assolutamente fermata. La politica e la diplomazia devono tornare con determinazione ad essere i mezzi per la risoluzione delle controversie internazionali.

Similmente chiediamo alle Forze Politiche del nostro Paese di attivarsi affinché l’Europa sia protagonista, in modo deciso e determinato, di un’azione di pace anche nel conflitto in atto in Ucraina: la logica delle armi porta solo morte e distruzione.

27 Dicembre 2023

Emiliano Manfredonia
Presidente nazionale delle Acli

Giuseppe Notarstefano
Presidente nazionale di Azione Cattolica Italiana

Matteo Fadda
Presidente dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

Gabriele Bardo e Cristiana Formosa
Responsabili nazionali del Movimento dei Focolari Italia

Mons. Giovanni Ricchiuti
Presidente nazionale di Pax Christi

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Termoli: “La pace, diritto di tutti i popoli”

L’evento di Termoli si è inserito nel percorso delineato dall’Ufficio CEI di Pastorale Sociale e del Lavoro, insieme a Caritas Italiana, Associazioni e Movimenti.

A partire dal convegno di Roma del 16 novembre 2023 “A 60 anni dalla ‘Pacem  in Terris’: non c’è pace senza perdono”, passando per la 56ª Marcia nazionale per la Pace, che si terrà a Gorizia il 31 dicembre e fino a tutto gennaio 2024, l’invito della CEI è stato ad organizzare nei territori iniziative sul tema della pace. 

 

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Termoli, 15 dicembre “La Pace: diritto di tutti i popoli – A 60 anni dalla Pacem in Terris

Il 15 dicembre a Termoli, presso la Sala ex Cinema Sant’Antonio, ha avuto luogo il convegno dal tema “La Pace: diritto di tutti i popoli – A 60 anni dalla Pacem in Terris”, organizzato da Movimento dei Focolari Italia e da Pax Christi Italia, con la partecipazione della Comunità Papa Giovanni XXIII.

L’evento ha inteso rispondere all’invito della CEI al mondo cattolico, e a uomini e donne di buona volontà, ad essere autentici “architetti” e “artigiani” di pace e di fraternità e ad organizzare localmente iniziative sul tema della pace, nella prospettiva della 56ª Marcia nazionale per la Pace di Gorizia.

Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, in collegamento video, ha delineato la situazione in Terra Santa, dall’attacco di Hamas del 7 ottobre alla risposta di Israele, che ha dato inizio ad una guerra e una situazione terribile, a Gaza ma anche in Cisgiordania: mai era stata vissuta una situazione così grave. Da 75 anni, dalla Terra Santa si chiede invano alla comunità internazionale di trovare una soluzione perché i due popoli, palestinese e israeliano, possano vivere in pace ma la soluzione politica dei “due Stati” non è mai stata avviata e nessuno dei “potenti del mondo” chiede oggi il “cessate il fuoco”, a parte papa Francesco. La soluzione ai conflitti non può venire dalla violenza, l’odio e la vendetta, ma solo dal dialogo. E’ fondamentale, inoltre, costruire da subito una strategia per poter affrontare la situazione dopo che la guerra sarà cessata.

Mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia, definisce la pace un diritto dell’umanità che richiede il rispetto dei diritti dei popoli, della persona umana e la solidarietà tra nazioni. Nel conflitto in Terra Santa ci troviamo dinanzi a crimini contro l’umanità e a una vendetta che non ha precedenti. La guerra “è follia”, non rassegnarsi ad essa è un dovere, ed è necessario cominciare a denunciare un’informazione a senso unico e incompleta. I cristiani sono chiamati a pregare, parlare e agire in nome della pace: essere “artigiani di pace” (papa Francesco) per realizzare “un mondo nuovo” (La Pira). Conclude citando Papa Giovanni XXIII (Pacem in Terris): “si diffonde sempre più tra gli esseri umani la persuasione che le eventuali controversie tra i popoli non debbono essere risolte con il ricorso alle armi; ma invece attraverso il negoziato”.

Alfredo Scognamiglio, per il Movimento dei Focolari, che opera per la fraternità universale e la pace e, per rispondere “all’economia che uccide” (papa Francesco), ha costituito in Italia il gruppo di lavoro “Economia Disarmata” che individua alcuni “nodi” decisivi a partire dalla destinazione a Paesi in guerra di armi prodotte in Italia, in molti casi violando la Legge 185/90. Emblematico il caso del Comitato Riconversione RWM (Iglesias), per chiedere la revoca delle autorizzazioni di vendita all’Arabia Saudita di bombe prodotte in Sardegna dalla ditta RWM e utilizzate per la guerra in Yemen; revoca ottenuta nel 2021 ma poi rimossa dal governo nel 2023. Il Comitato promuove il marchio “Warfree” che raccorda imprese “libere dalla guerra”. Ha ricordato la campagna “banche armate”, il sostegno alla campagna per l’adesione dell’Italia al trattato ONU di abolizione delle armi nucleari e la promozione di esperienze di dialogo di fronte al conflitto in Terra Santa.

Laila Simoncelli, della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha esordito dalla praticabilità della pace e lo spirito non-violento (Pacem in Terris), e dall’urgenza di organizzare la pace (don Benzi). La Comunità opera in due modi: essere presenti fisicamente nei conflitti con una vicinanza nonviolenta e lavorare per la pace come progetto politico, chiedendo istituzioni di pace: un Ministero della Pace che diventi “casa istituzionale degli artigiani di pace” che in Italia lavorano da anni – con azioni di giustizia riparativa, trasformazione dei conflitti, corpi civili di difesa non armata, cultura della pace nelle scuole – e consenta di costruire un piano strutturale di pace.E’ necessario esportare filosofie di pace (J. Hume), istituire un esercito civile europeo che vada a disinnescare le micce prima del conflitto. L’invito è ad agire prima che sia tardi, perché la pace è stata trascurata, data per scontata, mentre la violenza delle guerre si espande come una pandemia.

Francesca Ciarallo: l’Operazione Colomba, Corpo Civile e Nonviolento di Pace, della Comunità Papa Giovanni XXIII, nasce nel 1992 dal desiderio di volontari e obiettori di coscienza di vivere la nonviolenza in zone di guerra. Si fonda sulla necessità di una risposta nonviolenta a partire dalla vita e la condivisione con le vittime dei conflitti: “abitare il conflitto”. Dal ’92, si contano 3000 volontari, 20 conflitti “abitati”, incontri con le istituzioni (Multitrack diplomacy), azioni di denuncia e, soprattutto, migliaia di vittime con cui si è condiviso un cammino e sei presenze attive oggi: Palestina, Libano/Siria, Colombia, Grecia, Cile e Ucraina. Se un’alternativa alla guerra non parte dal vivere insieme a chi subisce la violenza in prima persona, difficilmente si potranno fermare i conflitti. Anche nei momenti più difficili, c’è una possibilità di alleviare il dolore di chi subisce la guerra. La vera speranza per il futuro sono i giovani, perché la vera pace si costruisce in tempo di pace.

Il moderatore, don Silvio Piccoli, ha arricchito la serata con fini analisi e citazioni storiche. Frequenti le citazioni di don Tonino Bello, importante riferimento per la pace. Tutti i relatori hanno sottolineato il percorso consolidato di collaborazione e convergenza tra le tre associazioni promotrici della serata, vera chiave verso un percorso di dialogo e costruzione della pace.

Salvatore Russo

Riportiamo qui sotto l’intervento di Alfredo Scognamiglio sull’esperienza del Movimento dei Focolari in Italia e la pace.

Il Movimento dei Focolari e la pace

 

 




A Catania, presentato il dado della pace in Braille.

Il 13 dicembre scorso è stato presentato a Catania il “Dado della pace” in Braille, in  occasione della memoria di Santa Lucia, protettrice della vista e Giornata del Cieco, nella sede dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Catania. Erano presenti il Prefetto Maria Carmela Librizzi, il questore Giuseppe Bellassai e il prof. Carlos Palma, ideatore del Dado della pace. “Siamo felici di poter ospitare questa anteprima mondiale”, aveva dichiarato alla vigilia, la presidente Uici di Catania, Rita Puglisi.

il Dado in Braille sarà anche nelle lingue inglese, portoghese e arabo.

L’idea del Dado in Braille prende spunto dal “Dado dell’amore” di Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei focolari alla luce dei conflitti presenti nel mondo. “Il dado può essere considerato come una proposta ludica, didattica e educativa (…) destinata a tutti: famiglie, scuole e gruppi di qualsiasi genere. L’obiettivo principale è quello di promuovere relazioni positive negli ambienti che lo adottano potenziando le capacità pro-sociali dei bambini e rinforzando quelle degli adulti.” (Le origini e la storia del dado e dell’arte di amare – Josep M.C.I. Arxer)

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Premio giornalistico Colombe d’oro per la Pace 2023. Intervento di Carlo Cefaloni

Roma, sabato 21 ottobre 2023- Campidoglio Sala della Protomoteca.

Premio giornalistico Colombe d’oro per la Pace 2023 assegnato dall’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo

Intervento di Carlo Cefaloni, redattore di Città Nuova (periodico mensile e quotidiano web). 

Ringrazio la giuria del premio Colombe d’oro e Archivio Disarmo che come ho detto più volte considero un bene comune per il suo lavoro di ricerca autorevole e indipendente nel campo della pace, della guerra e del sistema delle armi. Nella vita è importante avere dei punti fermi, e uno di questi per me è appunto Archivio Disarmo con il quale esiste ormai una lunga collaborazione. Ricordo ad esempio quando nel 2007 siamo andati con Maurizio Simoncelli in via degli esplosivi a Colleferro, per sostenere un movimento nato dal basso contro le fabbriche di armi, comprese le famigerate bombe a grappolo, che poi ha dato alla rete tutela della valle del Sacco, cioè di un bellissimo territorio da bonificare perché inquinato da un complesso militare industriale che, nel secolo scorso, decise di farne un polo delle armi e poi della chimica mentre l’Italia aveva intrapreso la guerra in Libia e preparava l’entrata nel primo conflitto mondiale.

Parlavamo di ecologia integrale e conversione economica così come non si stanca di fare Francesco nel sostenere l’impegno contro “l’economia che uccide”.

Assistiamo, infatti, ad una strisciante egemonia della cultura della guerra che ha radici in nodi irrisolti della storia nazionale, se solo si pensa che nelle liturgie laiche della Repubblica che si svolgono nel qui vicino altare della patria si sentono le note del canzone del Piave invece di affrontare le ragioni di quell’orrendo mattatoio che secondo una certa narrazione è stato, invece, “utile” per completare l’unità d’Italia.

Quante volte ci è stato rimproverato di trattare di questioni di nicchia come il sistema delle armi mentre la gente pensa ad altro, tranne poi trovarsi gran parte dei media schierati a favore dell’inevitabilità della guerra davanti alla tragedia in Ucraina e all’orrore in Terrasanta. Da cattedre prestigiose si afferma letteralmente che è ora il tempo di decidere per cosa siamo disposti a vivere e a uccidere.

Siamo arrivati a questo punto dopo decenni di scelte strutturali trasversali che hanno condotto una grande industria controllata dallo Stato come Leonardo Finmeccanica a dismettere settori produttivi di grande innovazione tecnologica e impatto occupazionale a favore del comparto bellico, o come si dice, della Difesa, che poi deve competere sul mercato. In sede istituzionale sentiamo affermazioni che giustificano la vendita delle armi ai Paesi in guerra con questa logica che lascio a voi interpretare se in linea o meno con la Costituzione: se non le vendiamo noi, le armi, altri lo faranno comunque al posto nostro.

Come mi ha detto in un’intervista l’ex presidente di Confindustria Genova, Stefano Zara, questa scelta di politica industriale è all’origine del declino economico italiano.

Quindi per non fare discorsi retorici sulla pace, bisogna dare spazio e creare dibattito sulle scelte che contano e per questo parliamo di economia disarmata. Per questo su Città Nuova abbiamo dato risalto e accompagnato il cammino del comitato riconversione Rwm, il fatto esemplare della società civile che non resta indifferente di fronte all’invio di armi in Arabia Saudita da parte della società Rwm controllata da una multinazionale tedesca. Grazie ad una mobilitazione estesa siamo riusciti a fermare questo flusso fino al 31 maggio di quest’anno, quando il governo ha deciso di rimuovere il divieto di esportazione per “l’attenuarsi del rischio di utilizzo delle bombe sulla popolazione civile in Yemen”. Ma se il lavoro è motivo di riscatto e non di ricatto occupazionale, allora è importante far conoscere la rete di imprese in Sardegna che ha deciso di costruire una rete di attività con il marchio warfree, cioè libere dalla guerra. Un percorso dal basso che mostra l’indirizzo che dovrebbero seguire i fondi del pnrr e quelli specifici del just transition fund previsti per le aree di crisi, come previsto in maniera specifica per il Sulcis Iglesiente.

Nella sua lunga storia, Città Nuova ha avuto come direttore Igino Giordani, uno dei padri costituenti che, da deputato, nel 1949 presentò, con il socialista Calosso, la prima proposta di legge sull’obiezione di coscienza suscitando forti opposizioni nel suo stesso partito e lo scandalo dei tutori dell’ordine costituito che dissero: «ma così anche gli operai potrebbero decidere di non produrre le armi».

È quanto avviene oggi con i portuali del Calp di Genova che rifiutano di essere parte della filiera di morte. Ma è già avvenuto con l’obiezione dei lavoratori dell’Aermacchi e delle operaie della Valsella che fabbricava mine antiuomo. Sono loro che hanno permesso di applicare la Costituzione con la legge 185/90 che pone limiti all’esportazione di armi ai Paesi in guerra e/ o violano i diritti umani.

Una legge costantemente sotto attacco perché considerata un ostacolo al nostro sistema produttivo. Il 4 ottobre abbiamo promosso una conferenza stampa alla Camera per denunciare questa manovra che si fa strada grazie alla legittimazione progressiva della guerra. Abbiamo ricordato le parole di Draghi che invitava nel 2022 a scegliere la pace invece dei termosifoni per interrompere l’importazione di gas dalla Russia, invitando, ora, a fare lo stesso nei confronti del gas che arriva dall’Azerbaijan alle prese con il conflitto in Nagorno Karabakh, una guerra dimenticata che prefigura nuovamente lo spettro della pulizia etnica degli armeni. Tra l’altro vendiamo armi agli azeri che godono del sostegno della Turchia, Paese della Nato.

Non dovrebbe essere il compito di una stampa libera suscitare un vero dibattito invece di farsi dettare l’agenda da altre finalità in un flusso continuo e irrilevante di immagini e notizie?

Concludo con un desiderio che potrà sembrare folle in questo tempo ma che ritengo giusto fare qui: vedere un giorno Elio Pagani, obiettore dell’Aermacchi, e Franca Faita, operaia della Valsella, riconosciuti come massimi testimoni della Repubblica e della Costituzione.

Dobbiamo infatti dare spazio ad un’altra narrazione per non far prevalere il pensiero unico sulla guerra. Il prossimo 16 novembre in questa sala della protomoteca ci sarà un incontro programmato da tempo con la pastorale sociale nazionale che ha un titolo difficile e straziante “Non c’è pace senza perdono”. Ci saranno le testimonianze, ad esempio, di Giovanni Bachelet, delle comunità di pace nella Colombia e della famiglia palestinese dei Nassar che a Betlemme, pur sotto l’attacco costante alla proprietà della loro fattoria, continuano a ripetere: «non vogliamo essere i vostri nemici».

Cerchiamo di essere degni di questi testimoni!

Carlo Cefaloni

Vedi anche: https://www.focolaritalia.it/events/roma-21-ottobre-2023-il-premio-colombe-doro-per-la-pace/




Giornata di digiuno, preghiera e penitenza per la pace

Papa Francesco ha indetto, per venerdì 27 ottobre, una Giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza per la pace nel mondo. “Tacciano le armi! Si ascolti il grido di pace dei popoli, della gente, dei bambini! Fratelli e sorelle – ha affermato il Pontefice – la guerra non risolve alcun problema, semina solo morte e distruzione, aumenta l’odio e moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro. Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace; ma non a parole, con la preghiera, con la dedizione totale”.
Il Papa, che alle 18 ha presieduto un momento di preghiera in San Pietro, ha chiesto a tutte le Chiese di partecipare, predisponendo iniziative che coinvolgano il Popolo di Dio. Per questa occasione, l’Ufficio Liturgico Nazionale ha preparato un sussidio per l’Adorazione eucaristica.

SUSSIDIO 

FONTE CHIESACATTOLICA.IT




Margaret Karram: ritrovare la strada del rispetto dei diritti umani attraverso dialogo e riconciliazione

La dichiarazione della Presidente del Movimento dei Focolari in seguito allo scoppio delle gravi violenze in Terra Santa del 7 ottobre 2023: “Giustizia, il dialogo e la riconciliazione, strumenti indispensabili per costruire la pace”. 

Non ci sono parole per esprimere l’infinito dolore che ho in cuore per le popolazioni di Israele e Palestina; per i morti, le persone ferite, quelle tenute in ostaggio, i dispersi e le loro famiglie che l’ultimo, gravissimo scoppio di violenza ha provocato nella mia terra.E’ con profonda fede che, insieme a tutto il Movimento dei Focolari, mi unisco all’appello di Papa Francesco, a quello del Patriarcato Latino di Gerusalemme, alle parole di pace di  responsabili delle diverse Chiese Cristiane e dei leaders delle Religioni – in particolare della regione israelo-palestinese – nel chiedere che si fermino le armi e si comprenda che, come ha detto Papa Francesco all’Angelus di oggi, “il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma ogni guerra è una sconfitta”.Nella preghiera al Dio della Pace e della Giustizia sono unita anche a quanti in tutto il mondo offrono preghiere, sofferenze e azioni, perché la pace vinca sull’odio e il terrore. Il mio grazie particolare va a quanti mi hanno scritto da luoghi di conflitto, come l’Ucraina, esprimendo offerta e vicinanza pur nella tragica situazione in cui vivono da oltre un anno.Impegniamoci a costruire un mondo fraterno e a fare tutto quanto ci è possibile affinché questi popoli e quanti sono nelle stesse condizioni di instabilità e violenza, ritrovino la strada del rispetto dei diritti umani; dove la giustizia, il dialogo e la riconciliazione sono gli strumenti indispensabili per costruire la pace.

Roma, 8 ottobre 2023

Margaret Karram
Presidente del Movimento dei Focolari

Fonte: https://www.focolare.org/2023/10/08/margaret-karram-ritrovare-la-strada-del-rispetto-dei-diritti-umani-attraverso-dialogo-e-riconciliazione/




“Economia disarmata”: gruppo di riflessione e azione

Gruppo di riflessione e azione su disarmo, riconversione e cammino della pace   promosso dal Movimento dei Focolari Zona Italia

Dopo la prima assemblea generale del Movimento dei Focolari in Italia, tenutasi a Castel Gandolfo dal 23 al 25 ottobre 2015, si è costituito un gruppo di lavoro per dare attuazione alla direttiva di seguire l’impegno per la costruzione della pace a partire dalle scelte nel campo della finanza e dell’industria del nostro Paese.

Il gruppo, che si è autodefinito, perciò, con il nome di “Economia Disarmata

  • Esercita un’attività di riflessione a servizio di azioni coerenti e consapevoli
  • Promuove direttamente e sostiene le attività di formazione e di impegno che si intende intraprendere in tal senso in Italia
  • Esprime posizioni nel dibattitto pubblico in concorso e condivisione con i responsabili nazionali del Movimento dei Focolari.

L’impegno per la pace è coessenziale al carisma dell’unità del Movimento nato storicamente con Chiara Lubich, sotto il bombardamento della città di Trento, e che ha come cofondatore Igino Giordani, che si definiva “deputato di pace” e perciò segno di contraddizione. Un tratto mantenuto ben saldo nel servizio svolto da Città Nuova con riferimento ai ricorrenti scenari di guerra.

Il primo compito da affrontare è quello dell’educazione integrale capace di alimentare una coscienza in grado di ribellarsi sempre verso la menzogna e la violenza.

Come osserviamo abitualmente, la consapevolezza dell’ingiustizia può produrre, invece, solo un’indignazione temporanea perché prevale l’accettazione della sconfitta, l’inutilità dell’azione secondo giustizia.

La diffusione più efficace del messaggio con i social media o la presenza agognata sui maggiori mezzi di informazione non risolvono la questione principale di trovare un soggetto umano capace di prendere posizione, anche da solo se necessita. Ce ne accorgiamo con molti dei nostri compagni di viaggio, anche e soprattutto credenti, che, pur bravi e sensibili, hanno interiorizzato una sconfitta profonda, fino a percepire l’impossibilità di poter fare qualcosa per cambiare il mondo.

Esiste una frattura molto profonda nel vissuto personale conseguente alla fine di ogni mito rivoluzionario. Il campo educativo, non solo per giovani, va quindi pensato a partire da questo stato di cose trovando il modo efficace per andare alle radici della coscienza con percorsi di interiorizzazione della vicenda di Milani, Mazzolari, La Pira, Giordani, Capitini, ecc.

Tra le tappe del percorso di questo gruppo di lavoro si segnala il sostegno all’iniziativa sulla politica di pace e disarmo promossa il 16 marzo 2016 presso la Camera dei deputati dai Giovani per un mondo unito e dalle scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità.  Il dialogo avviato con alcuni parlamentari e pezzi della società civile ha condotto i responsabili del Movimento dei Focolari in Italia a prendere esplicita posizione sulla violazione della legge 185/90 che vieta l’invio di armi nei Paesi in guerra.

Di Economia civile e disarmata si è parlato, in maniera sempre più approfondita, e creando sinergie, con l’istituto universitario Sophia , il Polo Lionello per l’economia di comunione e Banca Etica a Loppiano il 19 aprile 2016.

Sempre a Loppiano, l’11 maggio si è svolta un’intera giornata seminariale promossa da Made in the world (associazione di riflessione per l’impegno sindacale), dove è stata affrontato il nodo della politica industriale di Finmeccanica e il ruolo dei lavoratori nelle aziende di armi.

Per dare continuità all’impegno e all’esplicita presa di posizione del Movimento dei Focolari in Italia, si è stimolato un confronto aperto in sede parlamentare con un seminario promosso dal Movimento politico per l’unità il 5 luglio 2016 presso la Camera dei Deputati su “Guerre, scelte di pace e riconversione industriale”. L’incontro è stato promosso assieme a numerose associazioni e reti civili con la partecipazione, oltre di deputati senatori diversi parlamentari delle commissioni industria e difesa, di due relatori di prestigiosi centri di ricerca: l’istituto Archivio Disarmo, con il quale è già iniziato un rapporto di collaborazione, e l’istituto Affari internazionali.

Alla questione dell’Economia disarmata è stata dedicata una parte significativa del programma della scuola estiva promossa a Siracusa dal 2 al 12 agosto 2016 dai Giovani per un mondo unito.

Il Movimento dei Focolari ha aderito e invitato alla partecipazione della Marcia Perugia Assisi 2016 per la pace e la fraternità del 9 ottobre, facendo precedere tale gesto, che ha coinvolto come sempre un centinaio di migliaia di persone di diverse culture, da un convegno svoltosi il 5 ottobre presso il Centro La Pira di Firenze assieme a  diverse associazioni (Fondazione Balducci, Rete Disarmo, Fondazione don Milani, Dialogo interreligioso).

In questa occasione i presenti, hanno ricevuto l’invito a continuare nella strada intrapresa da Michele Gesualdi, uno dei ragazzi della scuola di Barbiana che resta l’esperienza feconda di formazione delle coscienze alla pace senza sconti e compromessi fino alla necessaria disobbedienza alle leggi ingiuste.

Nell’ottica di andare alle radici di una scelta di pace è stato avviato un percorso di confronto tra la scuola del pensiero del realismo politico che giustifica la guerra giusta (Niebuhr), il centro La Pira di Firenze e l’associazione italiana Thomas Merton.

In vista della settimana mondo unito a Firenze del maggio 2017 si vuole offrire, tra l’altro, una conoscenza sempre più diretta dell’esperienza di don Milani andando alle radici del ripudio della guerra espressa nella lettera ai cappellani militari.

Nel più lungo termine, si vuole proporre  a cominciare dall’estate 2017, nel pieno del triennio di rievocazione del primo conflitto mondiale, un percorso di approfondimento sui luoghi dove si è consumata “l’inutile strage” che, secondo una certa retorica, avrebbe forgiato l’unità nazionale, ma che, in effetti, rappresenta la rottura epocale, spesso rimossa, che continua a segnare la nostra epoca avvolta da quella che papa Francesco invita a riconoscere come una guerra mondiale a pezzi alimentata da un’insensata economia delle armi.

Vedi anche articolo su Città Nuova

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VIII convegno nazionale Reti della carità: intervento del Movimento dei Focolari

Lunedì 19 giugno 2023 si è svolto a Roma l’VIII convegno nazionale Reti della carità, dal titolo “Pace è difesa dei fragili”.

Reti della Carità da tempo sta riflettendo sui temi della pace e del dialogo rispetto ai molti scenari di guerra che hanno fatto emergere come il parlare di accoglienza e giustizia significhi mettere al centro le persone, lo loro storie, le loro sofferenze.

Pubblichiamo qui l’intervento di Maria Bencivenni del Movimento dei Focolari

Porto il saluto della Presidente Margaret Karram, che non potendo partecipare di persona mi ha incaricato di rappresentare il Movimento dei Focolari. Ci sentiamo parte delle RETI DELLA CARITA’, per una particolare consonanza di obiettivi, proprio perchè è una realtà che mette al cen- tro gli ultimi, gli scartati e vogliamo lavorare insieme per una cultura della solidarietà che prepari la pace.

In continuità con quanto Margaret stessa e Carlo Cefaloni hanno portato lo scorso anno, vor- rei porgere un contributo centrato sulla fraternità come potente antidoto ai conflitti, alla violenza, alla guerra, come CHIAVE per avvicinare persone e popoli. La costruzione di rapporti fraterni – anche per noi oggi qui – diventa il NODO principale di queste reti.

Posso parlarne per l’esperienza concreta che stiamo vivendo come Movimento dei Focolari, che è un laboratorio di fraternità su scala planetaria, nato storicamente durante l’orrore della seconda guerra mondiale. Da quelle macerie parte un fortissimo appello all’unità dei popoli. C’è un Dio che è Amore, scoperto come Ideale che nessuna bomba può distruggere: Amore per ogni uomo – ha un disegno che è la sua felicità – e Amore per l’umanità, in cammino verso la fraternità universale: nonostante tutto, il mondo tende all’unità, è un segno dei tempi. Una proposta di impronta evangelica che diventa popolare e condivisa nel tempo da persone di diverse latitudini, religioni, credo e culture, in 182 Paesi.

Oggi, di fronte all’orrore della terza guerra mondiale non più solo a pezzi, è cresciuta una consapevolezza più profonda e più nitida che il carisma dell’unità – così riconosciuto, come dono per la Chiesa e l’umanità di oggi – ci interpella ad un impegno forte per la pace.

Rivedi l’evento:

 

https://retidellacaritasite.wordpress.com/2023/06/01/notizie-viii-convegno-nazionale-reti-della-carita-pace-e-difesa-dei-fragili-roma-19-giugno/




Europe for peace: servono negoziati che possano rafforzare la logica della pace invece che l’illogica della guerra

Pace con mezzi pacifici. Cessate il fuoco e negoziati ora!

Noi, organizzatori del Vertice internazionale per la Pace in Ucraina, chiediamo ai leader di tutti i Paesi di agire a sostegno di un immediato cessate il fuoco e di negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina.

Siamo una coalizione ampia e politicamente diversificata che rappresenta i movimenti per la Pace la società civile, compresi i credenti, in molti Paesi. Siamo fermamente uniti nella convinzione che la guerra sia un crimine contro l’umanità e che non esista una soluzione militare alla crisi attuale.

[…]

Invitiamo la società civile di tutti i Paesi a unirsi a noi in una settimana di mobilitazione globale (da sabato 30 settembre a domenica 8 ottobre 2023) per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra.

Leggi tutto sul sito delle ACLI 




A Roma la conferenza stampa delle associazioni cattoliche e dei movimenti non violenti

RASSEGNA STAMPA:

https://www.acli.it/2-giugno-per-una-repubblica-libera-dalla-guerra-e-dalle-armi-nucleari/

https://www.cittanuova.it/guerra-armi-nucleari-proposta-nel-segno-don-milani/

https://www.agensir.it/italia/2023/06/01/societa-cefaloni-focolari-associazioni-e-movimenti-insieme-per-scongiurare-il-buio-della-mezzanotte-nucleare/

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/appello-di-32-associazioni-l-italia-aderisca-al-bando-delle-armi-atomiche

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2023-06/pace-nucleare-conferenza-associazioni-cattoliche-camera.html

Sala stampa della Camera dei deputati,  giovedì 1 giugno 2023, ore 12 

Alla vigilia della Festa della Repubblica come associazioni e organizzazioni del mondo cattolico e dei movimenti ecumenici e non violenti su base spirituale torniamo a chiedere, con questa conferenza stampa una repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari e a rilanciare il nostro contributo di riflessione al dibattito e al confronto in corso sul drammatico problema della guerra e sulla necessità di avviare concreti percorsi di pace

“Dal 24 febbraio 2022 la Russia di Putin con l’invasione dell’Ucraina ha portato la guerra nel cuore dell’Europa. Una guerra che comporta in prevalenza vittime civili, tra cui in maggioranza donne, bambini e anziani, a causa di bombardamenti su abitazioni, scuole, ospedali, centri culturali, chiese, convogli umanitari. Questa guerra si pone accanto alle tante altre sparse per il mondo, per lo più guerre dimenticate perché lontane da noi. Da quando è apparso sulla terra l’uomo ha cominciato a combattere contro i propri simili: Caino ha ucciso Abele. E poi tutta una sequela di guerre: di conquista e di indipendenza, guerre rivoluzionarie e guerre controrivoluzionarie, guerre sante e guerre di religione, guerre difensive e guerre offensive, crociate…fino alle due guerre mondiali. Con la creazione delle Nazioni Unite si pensava che la guerra fosse ormai un’opzione non più prevista, una metodologia barbara, dunque superata, per la soluzione dei conflitti. E invece no. Eccoci ancora con il dramma della guerra vicino a noi. Don Primo Mazzolari, dopo l’esperienza drammatica di due guerre mondiali, era giunto alla conclusione, in “Tu non uccidere”, che la guerra è sempre un fratricidio, un oltraggio a Dio e all’uomo, e di conseguenza, tutte le guerre, anche quelle rivoluzionarie, difensive ecc., sono da rifiutare senza mezzi termini. È quanto aveva scritto ai governanti dei Paesi belligeranti anche Papa Benedetto XV nel pieno della prima guerra mondiale, indicandola come “una follia, un’inutile strage”. E come non ricordare Paolo VI all’Onu nel 1965 con il suo grido rivolto ai potenti del mondo: “Mai più la guerra, mai più la guerra, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con le armi in pugno”? Un grido, questo, ripetuto da Giovanni Paolo II nel tentativo di scongiurare la guerra in Iraq e l’invasione del Kuwait e da Benedetto XVI ad Assisi accanto ai leader religiosi mondiali.

Ora, di fronte al drammatico conflitto in corso in Ucraina, è Papa Francesco a ricordarci costantemente che la guerra è “una follia, un orrore, un sacrilegio, una logica perversa”: “Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate il fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni” (Angelus di domenica 3 ottobre 2022). Come realtà del mondo cattolico italiano e dei movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, vogliamo unire la nostra voce a quella di Papa Francesco per chiedere un impegno più determinato nella ricerca della pace. Affidarsi esclusivamente alla logica delle armi rappresenta il fallimento della politica. Il nostro Paese deve da protagonista far valere le ragioni della pace in sede di Unione Europea, di Nazioni Unite e in sede Nato. Il dialogo, il confronto, la diplomazia sono le strade da percorrere con determinazione. 

Servono urgentemente concrete scelte e forti gesti di pace. Di fronte all’evocazione del possibile utilizzo di ordigni atomici, e dunque di fronte al terribile rischio dello scatenarsi di un conflitto mondiale, un gesto dirompente di pace sarebbe certamente la scelta da parte del nostro Paese di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, armi di distruzione di massa, dunque eticamente inaccettabili. Lo chiediamo da oltre due anni. L’hanno chiesto centinaia di Sindaci di ogni colore politico. L’hanno chiesto in un loro documento i vescovi italiani. L’hanno chiesto associazioni e movimenti della società civile con la campagna “Italia, ripensaci”.

Rinnoviamo ora questa richiesta al nuovo Governo e al nuovo Parlamento affinché pongano urgentemente all’ordine del giorno la ratifica del “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, ad indicare che il nostro Paese non vuole più armi nucleari sul proprio territorio e che sollecita anche i propri alleati a percorrere questa strada di pace. 

Purtroppo, anche dopo tante guerre, noi non abbiamo ancora imparato la lezione e continuiamo ogni volta ad armarci, a fare affari con la vendita di armi e a prepararci alla guerra. Forse sarebbe opportuno con determinazione e coraggio percorrere altre strade. Forse sarebbe opportuno riempire di precise scelte e contenuti quella che Giorgio La Pira chiamava “l’utopia della pace”. Prima che sia troppo tardi. “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali” (Papa Francesco, 24 marzo 2022)” 

per info: ufficio stampa Acli ufficiostampa@acli.it

ACLI, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, AGESCI, Beati i costruttori di pace, Centro Internazionale Hélder Câmara, Città dell’Uomo aps, Comunità di Sant’Egidio, Comunità La Collina, Confcooperative, Coordinamento delle Teologhe Italiane, CSI-Centro Sportivo Italiano, C3DEM, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Fondazione don Lorenzo Milani, Fondazione La Pira, Fondazione Magis, Fraternità francescana frate Jacopa, Gruppo Abele, La Rosa Bianca, Libera, MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Movimento Cristiano Lavoratori, Noi siamo chiesa, Rete Viandanti, SERMIG. 

Fonte: https://www.acli.it/litalia-ratifichi-il-trattato-onu-di-proibizione-delle-armi-nucleari-il-1-giugno-a-roma-la-conferenza-stampa-delle-associazioni-cattoliche-e-dei-movimenti-non-violenti/




Pace subito! L’impegno per un cessate il fuoco immediato

La pace è un dovere. Un dovere grave. Una responsabilità suprema. La pace è certo difficile; esige molta buona volontà, saggezza, tenacia. Ma l’uomo può e deve far prevalere la forza della ragione sulle ragioni della forza.”  San Giovanni Paolo II° all’ONU

Rivedi l’evento: https://www.radioradicale.it/scheda/699406

Intervento di Gabriele Bardo e Cristiana Formosa

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2023-05/pace-subito-ucraina-guerra-mci-focolari-palazzo-pio.html

https://strumentipolitici.it/con-papa-francesco-per-la-pace-subito-a-radio-vaticana-oggi-alle-16-lincontro-promosso-da-mcl-e-movimento-dei-focolari/

Davanti al conflitto in corso in Ucraina, papa Francesco, continua, inascoltato, a gridare: «Fermate questo massacro. È un massacro insensato, cessi questa guerra ripugnante».

Il Movimento Cristiano Lavoratori ed il gruppo di lavoro Economia Disarmata del Movimento dei Focolari Italia condividono il dovere di rispondere all’appello del papa seguendo la lezione sempre attuale di Giorgio La Pira.

Mario Primicerio, uno degli allievi più vicini al grande politico di pace che ha avuto il nostro Paese, chiede oggi alla società civile di dire con forza: “Ora basta”.

È urgente agire per un cessate il fuoco immediato, senza condizioni. Solo in tal modo si potranno risparmiare altre vittime e aprire una trattativa in grado di affrontare le cause profonde di questo conflitto devastante nel cuore dell’Europa.

Siamo consapevoli che con l’aggressione russa del 24 febbraio 2022, la guerra che devasta l’Ucraina dilania anche la coscienza di ognuno e ci pone di fronte allo scenario realistico dell’apocalisse nucleare.

L’opinione pubblica europea appare come indotta alla rassegnazione alla guerra e all’inevitabile ricorso alla logica delle armi.

Il disastro in Ucraina ferisce profondamente le radici dell’identità culturale e spirituale dell’Europa. Scava un solco profondo ed inaccettabile tra due nazioni cristiane come quella russa e quella ucraina. È una guerra che appare sempre più senza via di uscita e in tal modo, mina alle fondamenta l’Europa intera, colpisce il lavoro, determina disoccupazione, produce inflazione e incremento della povertà, a vantaggio di élite privilegiate.

Chi pure proviene da differenti culture politiche non può che porsi le stesse domande:

  • Esiste un’alternativa reale ad un destino che sembra già segnato?
  • Oltre agli appelli, cosa comporta la scelta di pace in termini di politica estera, economica e industriale?
  • È possibile ancora per l’Italia, o perlomeno per gli Stati fondatori dell’Europa, un ruolo attivo distinto da quello della Nato, capace di riattivare un intervento fattivo dell’Onu?
  • Quali sono le basi di un’architettura di difesa europea?

È fuor di dubbio che una iniziativa, forte ed unitaria, dell’Unione Europea per “la pace subito”potrebbe ottenere dei risultati che al momento appaiono assolutamente insperati.

Ma questa Unione Europea non si avvierà mai su questa strada se non persuasa da una fortissima pressione dell’opinione pubblica europea.

La mobilitazione per la pace deve rivolgersi, quindi, non solo verso i governi nazionali, ma anche direttamente nei confronti dell’Unione Europea affinché assuma “un ruolo attivo ed autonomo, capace di riattivare un intervento fattivo dell’Onu”.

Non possiamo, infine, dimenticare che, oltre alla guerra in Ucraina, sono troppi e numerosi i focolai di guerra sul nostro pianeta che l’informazione prevalente tende a nascondere.  Porre fine allo sfruttamento dei territori e dei popoli, contrastando la “globalizzazione dell’indifferenza” è la grande questione del nostro tempo.

 «I teoremi sono due, in un versante c’è la distruzione della Terra e dell’intera famiglia dei popoli, il suicidio planetario. Nell’altro versante c’è la millenaria fioritura della Terra e dell’intera umanità che la abita. I popoli di tutta la Terra e le loro guide politiche e culturali sono oggi chiamati a fare questa suprema e irrecusabile scelta. Tertium non datur»: Giorgio La Pira

Venerdì 26 maggio 2023

Relazione introduttiva di Maurizio Simoncelli: Storico ed esperto di geopolitica, cofondatore di Iriad, Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo.

Tavola Rotonda con gli interventi di:

Antonio Di Matteo: Presidente nazionale MCL

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo: Movimento dei Focolari

Sergio Bassoli: Rete italiana pace e disarmo

Vanessa Pallucchi: portavoce del Forum Terzo Settore

Valeria Martano, Comunità Sant’Egidio

Walter Massa  Presidente Nazionale ARCI

Gianni Alemanno: portavoce del Comitato Fermare la Guerra

Riccardo Pedrizzi: Vice Presidente nazionale Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti)

Moderatori Giancarlo Moretti, membro esecutivo Forum Terzo Settore, e Carlo Cefaloni, redattore di Città Nuova.

 




Siamo sul baratro della guerra totale

Bologna, Rete dei movimenti cattolici ed ecumenici contro le armi nucleari ha incontrato il Presidente della Cei.

«La pace non è un fatto dei cattolici. Dobbiamo rilanciare il dibattito pubblico, in questo momento storico in cui ci stiamo avvicinando al baratro della guerra totale. Portiamo nei dibattiti e ricordiamo al Governo le conseguenze che l’uso delle armi atomiche potrebbe avere in particolar modo sulle città».

La Rete delle realtà cattoliche ed ecumeniche contro le armi atomiche nei conflitti ha incontrato il 18 febbraio a Bologna il Presidente della CEI, Matteo Maria Zuppi.

Così i portavoce della rete: «Alle persone che legittimamente chiedono protezione e difesa non possiamo stancarci di proporre soluzioni alternative all’accentuarsi dei conflitti. Sosteniamo la campagna #ItaliaRipensaci, per chiedere al nostro Paese la firma del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari. Non possiamo accettare nemmeno il riferimento ad armi nucleari “tattiche”, quasi fossero un male minore. La riflessione di oggi del Presidente della CEI Matteo Maria Zuppi, che rilancia gli interventi di Papa Francesco, va portata dai cristiani nelle diocesi e in tutte le parrocchie. L’Italia deve avere un ruolo guida sulla politica del disarmo e della costruzione della pace».

Così, durante il dibattito, il Cardinale Matteo Maria Zuppi:

«Se c’è il diritto ad una legittima difesa, va anche considerato legittimo il diritto alla difesa della pace. Per questo Papa Francesco per la prima volta ha condannato moralmente il possesso delle armi nucleari, definendolo immorale. Senza la pace davvero è tutto perduto; la guerra è la madre di tutte la povertà».

«Spolveriamo il passato, perché la rilettura della storia è la più alta consapevolezza nel mondo in cui stiamo vivendo e che viene minacciato».

«Politica e profezia: servono entrambe. Essere nella profezia serve per spingere la politica ad essere all’altezza. Vi ringrazio perché molte delle vostre realtà stanno sul campo. La pace può sembrare da ingenui. Non siamo così stupidi: penso che al contrario anche parlare di disarmo e indicare un grande futuro ci aiuti a misurarci sul contingente».

«Ad un anno dall’inizio della guerra non dimentichiamo che c’è una vittima e un occupante; non facciamo finta che sia tutto uguale. Ma bisogna cercare disperatamente le vie della pace. Bisogna fare uno sforzo gigantesco, contemporaneo alla legittima difesa. Le realtà sovranazionali come l’Onu costituiscono vie per la democrazia e la pace. “Non bisogna permettere – diceva Henry Kissinger – che l’uso di armi nucleari diventi convenzionale, si normalizzi, non solo per il risultato immediato ma per le conseguenze”».

«Facciamo nostro l’appello di Papa Francesco del 2 ottobre, per non abituarci alla guerra. Diceva: “Il mio appello si rivolge al Presidente della Federazione Russa supplicandolo di fermare questa spirale di violenza e di morte. E faccio altrettanto appello al presidente dell’Ucraina che si apra alle proposte di pace. E aggiungo a responsabili: chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle proprie responsabilità per porre fine alla guerra in corso senza farsi coinvolgere in pericolose escalation».

Aderiscono alla rete: Acli, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, Fraternità di Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Sermig, Gruppo Abele, Libera, AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), Argomenti 2000, Rondine-Cittadella della Pace, MCL (Movimento Cristiano Lavoratori), Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, Città dell’Uomo, Associazione Teologica Italiana, Coordinamento delle Teologhe Italiane, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Centro Internazionale Hélder Câmara, CSI (Centro Sportivo Italiano), La Rosa Bianca, MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Ernesto Balducci, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, Fondazione Don Primo Mazzolari, Fondazione Don Lorenzo Milani, Comitato per una Civiltà dell’Amore, Rete Viandanti, Noi Siamo Chiesa, Beati i Costruttori di Pace, Associazione Francescani nel Mondo aps, Comunità Cristiane di Base, Confcooperative, C3dem, MEC (Movimento Ecclesiale Carmelitano), AIDU (Associazione Italiana Docenti Universitari Cattolici), Arca di Lanza Del Vasto, Fondazione Magis, UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), IPRI-CCP (Istituto Italiano Ricerca per la Pace-Corpi Civili di Pace), AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), Ordine Secolare Francescano OFS, FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana).

Il comitato organizzatore

https://www.chiesadibologna.it/per-una-repubblica-libera-dalle-armi-nucleari/

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2023-02/matteo-zuppi-cei-armi-nucleari-cattolici-firma-trattato-italia.html

Messaggio Cristiana Formosa e Gabriele Bardo




Le armi nucleari e l’Italia. Che fare? Un incontro con il card. Matteo Zuppi

Sabato 18 febbraio 2023 ore 15-17: Sala santa Clelia, via Altabella 6, Bologna

Ogni giorno in più della guerra senza fine in Ucraina apre anche allo scenario di una apocalisse nucleare come ci avverte il Comitato per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists. Nella notte del 31 dicembre 2022 la marcia della pace promossa dalla Chiesa italiana ha rilanciato ancora una volta l’appello che abbiamo promosso, fin dal maggio 2021, come realtà del mondo cattolico italiano e dei movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, per chiedere al nostro Paese di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”.

Non è più rimandabile un serio dialogo e un confronto pubblico, e in sede parlamentare, sulla proposta lanciata dalla campagna “Italia ripensaci” e promossa dai rappresentanti in Italia della coalizione Ican, Nobel per la pace 2017, anche in considerazione del fatto che stanno per essere stoccate a Ghedi e a Aviano le nuove bombe atomiche B61-12.

Per continuare nella riflessione e nell’azione volta a contrastare la logica della guerra e delle armi, sabato 18 febbraio 2023 si ritroveranno a Bologna i rappresentati delle organizzazioni cattoliche e dei movimenti ecumenici e nonviolenti su base spirituale che hanno firmato l’appello per chiedere l’adesione dell’Italia al Trattato di proibizione delle armi nucleari.

All’incontro sarà presente il cardinale di Bologna, Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, per condividere un momento di discernimento sul drammatico momento che stiamo vivendo e su come continuare con coraggio a operare per la pace in un tempo di guerra.

L’appello è firmato dai Presidenti e dai Responsabili nazionali di: Acli, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, Fraternità di Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Sermig, Gruppo Abele, Libera, AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), Argomenti 2000, Rondine-Cittadella della Pace, MCL (Movimento Cristiano Lavoratori), Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, Città dell’Uomo, Associazione Teologica Italiana, Coordinamento delle Teologhe Italiane, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Centro Internazionale Hélder Câmara, CSI (Centro Sportivo Italiano), La Rosa Bianca, MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Ernesto Balducci, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, Fondazione Don Primo Mazzolari, Fondazione Don Lorenzo Milani, Comitato per una Civiltà dell’Amore, Rete Viandanti, Noi Siamo Chiesa, Beati i Costruttori di Pace, Associazione Francescani nel Mondo aps, Comunità Cristiane di Base, Confcooperative, C3dem, MEC (Movimento Ecclesiale Carmelitano), AIDU (Associazione Italiana Docenti Universitari Cattolici), Arca di Lanza Del Vasto, Fondazione Magis, UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), IPRI-CCP (Istituto Italiano Ricerca per la Pace-Corpi Civili di Pace), AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), Ordine Secolare Francescano OFS, FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana).




Fraternità in economia: una via per la pace

Sabato 28 gennaio 2023,  Sermig , Arsenale della pace, Torino

Fraternità, potenziale chiave delle iniziative economiche per ottenere rapporti di pace, questo il tema del convegno svoltosi al Sermig, sabato 28 gennaio, organizzato dall’Aipec, in occasione del decennale della sua fondazione. L’Aipec  è l’ “Associazione imprenditori per un’economia di comunione”, che raggruppa gli imprenditori (e le aziende e i loro collaboratori) che aderiscono ad uno degli ultimi progetti lanciati da Chiara Lubich (fondatrice del Movimento dei Focolari) nel 1991, in Brasile, cioè  l’ “Economia di comunione”, che è un invito a ripensare totalmente i rapporti economici finanziari ed industriali, al fine di contribuire a diminuire la povertà e di rendere il pianeta più sostenibile.

Il percorso dell’Aipec è proposto a normali aziende, attive nei  mercati, ma invitate ad organizzarsi con criteri nuovi;  imprese nelle quali  i  soci non sono solo soci di capitale, ma anche soci operativi;  che vengono condotte da imprenditori competenti e attenti a produrre in maniera legale ed ecologica; che cercano di avere maestranze consapevoli e coinvolte nel progetto, e i cui utili hanno una particolare destinazione (oltre alle normali necessità di capitalizzazione aziendale): in parte dedicati per gli investimenti, in parte per la formazione di giovani e in parte ai poveri, in sintesi  lavoro, formazione e solidarietà.

Dopo i saluti iniziali del cardinal Zuppi (in video), di Ernesto Olivero, della vicesindaco di Torino Michela Favaro, di Livio Bertola (presidente Aipec), di Gianfranco Cattai, presidente di  Reti in opera  (associazione che raggruppa 24 organizzazioni cattoliche che desiderano dare visibilità alla dottrina sociale della Chiesa), e con la lettura del messaggio di Margaret  Karram (attuale presidente del Movimento dei Focolari), e si è svolto il nutrito programma, dipanato in moduli che hanno affiancato gli interventi di importanti economisti con concrete esperienze aziendali, di cooperative e di varie associazioni.

Il primo gruppo di testimonianze è stato preceduto dalla relazione di Leonardo Becchetti, che ha indicato come sia necessario realizzare una nuova economia civile, partecipata e sostenibile, che vada oltre gli interessi particolari del singolo imprenditore, ma sia al servizio del bene comune; è necessario che venga fatta squadra tra imprenditori, professori, politici e funzionari pubblici al fine di utilizzare le risorse collettive per uno sviluppo generale delle società e non solo per interessi particolari.

Il secondo modulo ha visto un interessante confronto tra l’economista Stefano Zamagni e Carlin Petrini (il fondatore di Slow Food). Il sempre arguto Zamagni ha costellato la sua relazione di antichi esempi e dotte citazioni filologiche (evidentemente papa Francesco era ben consapevole delle sue qualità quando, nel 2017, lo nominò presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali). Nel suo ottimismo emiliano, il professore ha spiegato che, fin dall’inizio delle attività imprenditoriali moderne (orgogliosamente rivendicate al tempo del Rinascimento italiano), l’impresa era una pratica virtuosa al fine di accrescere il benessere: i denari possono essere quelli di Giuda, ottenuti per aver tradito Gesù, o quelli del buon Samaritano, spesi per aiutare un prossimo qualunque, incontrato per caso sulla propria strada.

Secondo Zamagni l’umanità non è destinata ad una crescita senza controllo, ma ad uno sviluppo sostenibile, che sappia ottimizzare le risorse (dal latino: s-viluppo, cioè senza viluppi, senza legacci, libero di realizzare azioni positive). Petrini, da buon piemontese consapevole, ha indicato i limiti del moderno dibattito economico ed ecologico, che non ha saputo cogliere il messaggio profetico della Laudato sì di papa Francesco, che invitava a ripensare i destini del mondo in chiave profetica, offrendo spunti per riflettere su numerosi temi: quello degli sprechi, degli scarti, del dialogo uomo-natura, della complessiva attenzione al creato, e così via.

Un ampio spazio è stato dedicato a Luigino Bruni e all’ Economia di Francesco, che ha teso a conciliare l’esperienza carismatica di Francesco d’Assisi con il magistero di papa Bergoglio. All’illustrazione teorica sono seguite interessanti esperienze di giovani imprenditori che a quell’iniziativa partecipano con entusiasmo.

Tra le molteplici proposte del convegno, anche una per la pace, che si conclude con questo appello: “Noi di Aipec crediamo che mente e cuore dell’imprenditore debbano coniugarsi nei processi dell’economia civile e di comunione perché si realizzi il più grande degli obiettivi: prenderci cura della Terra, nostra casa comune, e di ciascuno dei suoi abitanti fino all’ultimo dei dimenticati, nessuno escluso”.

Un interessante spazio è stato anche dedicato all’azienda torinese Ridix spa, fin dagli anni ’70 antesignana dell’Economia di Comunione, in quanto partecipata da persone legate alla spiritualità della Lubich, e che ora dà lavoro ad un centinaio di collaboratori. Pur nelle difficoltà delle varie traversie economiche degli scorsi decenni, l’impresa ha sempre tenuto la bussola dritta su obiettivi di fraternità, di condivisione e di solidarietà, tanto da essere oggi un’impresa leader nel suo settore.

Utopie? Marginarietà? Sogni? Tutte obiezioni possibili, ma che non reggono il confronto del continuo sviluppo, anche nelle complesse condizioni economiche attuali e dei numeri ancora modesti, delle aziende collegate all’Economia di Comunione e all’Aipec, dell’ampliarsi del pensiero legato all’Economia civile, della crescente passione di molti giovani per l’Economia di Francesco, e così via.

Chissà se, più o meno casualmente, proprio all’Arsenale della Pace, il convegno è stato pensato, in un luogo ben preciso,  a giusti duecento anni da quello che fu l’inizio del Distretto sociale Barolo, un fertile territorio che ha visto crescere le iniziative dei marchesi di Barolo, dell’opera del Cottolengo e quelle di Giovanni Bosco, in un arco territoriale limitato (Valdocco): un auspicio di continuità anche per l’Aipec e per l’Economia di Comunione, pensata dalla cittadina onoraria di Torino, Chiara Lubich .

Stefano Passaggio

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La luna di Kiev. Un futuro anche per noi

Videoclip musicale dedicato ai diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, tratto dal progetto “LA LUNA DI KIEV” (“Per un futuro senza disuguaglianze”) prodotto dal Conservatorio Nino Rota di Monopoli. Questo delicato video ha la forma di un vero cortometraggio. Abbiamo voluto lanciare un messaggio universale di speranza che non può che passare e partire dal mondo dell’infanzia, dell’adolescenza e della giovinezza! “E’ negli occhi dei bambini che sogni e speranze diventano certezze”. E’ nelle nuove generazioni che riponiamo tutta la fiducia affinché possa finalmente cessare l’orrore ingiustificato delle guerre! Nel frattempo cerchiamo di fare in modo che questi nuovi germogli, che queste giovani vite, abbiano la possibilità di crescere, di diventare grandi per rendere il mondo un posto sicuro e pacifico per TUTTI. In questo piccolo film raccontiamo di un sogno che diventa realtà; un sogno durante il quale la protagonista, giocando ad un girotondo magico con alcuni onirici compagni, riesce ad incontrare la Pace che tanto attende. Quella stessa Pace che, altrettanto magicamente, ritrova al suo risveglio. E’ un racconto che procede per simboli e metafore: è il sogno “bambino” di un adulto! La Musica, nostra grande Musa, ed il Canto, strumento di cura in tutte le culture, riescono a colorare prima il sogno e poi la realtà, conferendo alle parole immaginate dalla piccola protagonista, come in un vero In-Cantesimo, il potere di trasformare quello che tanto la spaventa. Perché è così che funziona e noi ci crediamo molto: il vero In-Cantesimo possiamo farlo tutti se diamo più spazio alla Bellezza. Noi manteniamo accesa la nostra fiammella e con questo film vi invitiamo ad unirvi a noi!

Buona visione e buon ascolto.

Monica Nasti e Maria Rita Chiarelli




#KidsAction4Peace

Siamo alcuni bambini e ragazzi che ci impegniamo a costruire la pace a scuola, a casa, nello sport cercando di essere gentili e di aiutare chi ha bisogno.

Come possiamo aiutare i nostri amici che si trovano in mezzo alla guerra?
Chiediamo ai nostri capi di Governo o di Stato di aiutare i popoli in guerra a fare la pace!

Vuoi darci una mano anche tu?

1- Fai un disegno, o scrivi una poesia o una letterina sulla pace.
2- Scrivi sopra lo slogan #KidsAction4Peace (puoi anche chiedere a un adulto di fare la foto e metterla sui social con questo slogan).
3- Spediscila tra il 25 e il 30 gennaio all’indirizzo postale del tuo capo di Governo o di Stato. Puoi anche farne di più e mandarli ad altri Governanti. Qui trovi la lista per Paese. (Il 30 gennaio è anche la giornata scolastica della non violenza).
4- Chiedi ad almeno altri 5 bambini di fare lo stesso e fai girare questo messaggio.

Abbiamo saputo che il 9 e 10 febbraio molti di questi Governanti si incontreranno a Bruxelles, così speriamo che le nostre lettere e disegni arrivino al loro cuore.

Visita la pagina Facebook: https://www.facebook.com/kidsaction4peace/photos




Appello campagna italiana di disinvestimento cattolico dalle fonti fossili

APPELLO a tutte le organizzazioni cattoliche italiane

A SOTTOSCRIVERE L’IMPEGNO A DISINVESTIRE DALLE FONTI FOSSILI LINK, quale testimonianza di prossimità verso i nostri fratelli e sorelle che resistono nei rifugi, sotto i bombardamenti, al fronte, senza elettricità al freddo in Ucraina.

«[…] Vorrei, con queste mio breve messaggio, ringraziarvi per avermi invitato a riflettere su un tema che considero centrale e non più rinviabile. L’ambiente rappresenta, infatti, la bussola del nostro agire e la chiave che tiene insieme tutto: dai cambiamenti climatici alle migrazioni, dalle sfide tecnologiche alle grandi questioni economiche e finanziarie. […] Oggi più che mai è necessario proteggere la nostra coesione, tutelare la nostra unità. La risposta è agire insieme, “prendersi cura” l’uno dell’altro e riscoprire l’importanza delle relazioni sociali nella comunità. Non è più accettabile uno sviluppo senza giustizia o una crescita senza diritti».

David Sassoli, 49a Settimana Sociale dei cattolici italiani, Messaggio del Presidente del Parlamento Europeo

OGGI 21 DICEMBRE 2022, ENTRANDO IN UN INVERNO CHE SI PREANNUNCIA TRA PIÙ FREDDI PER L’EUROPA DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE.

Noi, realtà cattoliche nazionali italiane che abbiamo già deciso di non avere fondi investiti nelle compagnie di estrazione delle fonti fossili lanciamo questo Appello affinché altre istituzioni cattoliche si uniscano a noi impegnandosi a disinvestire nei prossimi cinque anni.

«Alzati in fretta» è l’invito, rivolto da papa Francesco in occasione della scorsa Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, che risuona oggi ed interpella la nostra responsabilità NEL PRESEPE, contemplando con Gesù tutti i bambini che stanno soffrendo per il freddo e la guerra, quest’anno ponete significativamente la sottoscrizione del vostro impegno a disinvestire dalle fonti fossili quale segno:

• che vi siete “spogliati” da i vostri investimenti in un’economia estrattiva e del saccheggio, i cui interessi geopolitici stanno provocando conflitti in tutto il mondo e in particolare in Ucraina;

• che fate la vostra parte per accelerare la transizione ecologica verso energie rinnovabili, liberando dal peso di finanziare, ogni giorno che accendiamo la luce, il gas di cucina, il riscaldamento, perché dipendenti dal gas russo, un’economia di guerra.

***

Come Chiesa italiana stiamo vivendo la nostra “conversione ecologica” e stiamo facendo la nostra parte nel cambiare rotta verso un’economia di pace ogni volta che portiamo le nostre comunità a pregare ed a contemplare il dono della Creazione per sentirci parte di essa, ogni volta che assumiamo stili di vita personali e comunitari sostenibili e sobri, ogni volta che cerchiamo di rispondere all’invito a costituire Comunità energetiche, ogni volta che sosteniamo con responsabilità politiche lungimiranti e rispettose della giustizia anche verso le generazioni future.

L’adesione al prossimo annuncio globale di disinvestimento dai combustibili fossili, rendendo pubblica questa notizia, darebbe una risonanza a tutto il più ampio impegno della Chiesa italiana su questi temi prima e dopo Taranto.

«Nella Laudato si’ papa Francesco parla di uscire progressivamente dalle fonti fossili. Le nostre diocesi e parrocchie devono essere “carbon free” nelle loro scelte di gestione del risparmio».

Mons. Filippo Santoro, Conclusioni 49a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, Taranto 2021

Questa del risparmio responsabile verso il Creato è, infatti, una delle proposte di impegno delineate da mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e Presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani nelle conclusioni della Settimana Sociale.Nel documento Mensuram Bonam. Misure coerenti con la fede per investitori cattolici: un punto di partenza e un invito ad agire, pubblicato il 10 novembre scorso dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, viene fornita una griglia, dettagliata in appendice, di 24 criteri di esclusione, su questioni che richiedono un discernimento di fede tra cui si legge a pag 43 la tutela ambientale ed i cambiamenti climatici:

«La civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà […]. C’è la necessità urgente di sviluppare politiche che consentano, nei prossimi anni, di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti, ad esempio sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile».

Francesco, Discorso su La transizione energetica e la cura della nostra casa comune, Città del Vaticano, 14 giugno 2019

Nelle sue linee guida, dopo il 5° anniversario della Laudato si’, il Tavolo Interdicasteriale della Santa Sede sull’Ecologia Integrale ha invitato tutti i cattolici a «promuovere investimenti sociali e ambientalmente responsabili, valutando ad esempio il progressivo disinvestimento dal settore dei combustibili fossili».

Alla Settimana Sociale pensavamo di uscire dalla pandemia ed è arrivata la tragica guerra in Europa che come italiani ed europei ci interpella in modo particolare perché, come ha scritto Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, il 1° settembre 2022, «Ascoltando queste grida amare, dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi».

Anche nella proposta di undici ex commissari e presidenti della Commissione europea, tra cui Romano Prodi, nella lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al vicepresidente Frans Timmermans, si legge che la «risposta alla crisi Ucraina» va di pari passo con una «attuazione audace del Green Deal» e serve un «Patto Verde di Emergenza» per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle fonti fossili «che finanziano la guerra». E il gruppo chiede una «mobilitazione» economica da «tempo di guerra» che aumenti l’ambizione dei target clima su edifici, trasporti, efficienza e rinnovabili ed eviti di creare nuova dipendenza da combustibili fossili, grazie alla creazione di un fondo sociale di emergenza, e alla creazione di maggiore «spazio fiscale» per gli investimenti degli Stati (allentare le regole di bilancio).

SOTTOSCRIVENDO L’IMPEGNO A DISINVESTIRE

UNENDOSI ALL’ANNUNCIO ECUMENICO GLOBALE DI DISINVESTIMENTO, CHE VERRÀ RESO PUBBLICO ALL’INIZIO DEL 2023, ANNUNCIAMO AL MONDO CHE NOI QUESTO CAMBIO DI ROTTA
LO VOGLIAMO E LO VOGLIAMO ACCELERARE ORA!

SIAMO QUI INSIEME A RILANCIARE CON CONVINZIONE

IL PROGRAMMA CATTOLICO MONDIALE
PER IL DISINVESTIMENTO DAI COMBUSTIBILI FOSSILI
per accelerare una giusta transizione ecologica ed il cambio di rotta per uscire migliori dalla pandemia e dalla guerra, risollevando i nostri fratelli e sorelle più vulnerabili dalle conseguenze della crisi climatica.

Oltre a noi, in Italia hanno già compiuto questo passo: sei arcidiocesi (Arcidiocesi di Palermo, Arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno, Arcidiocesi di Vercelli, Arcidiocesi di Napoli, Arcidiocesi di Siracusa, Arcidiocesi di Ancona-Osimo); sette diocesi italiane (Diocesi di Pescara, Diocesi di Caserta, Diocesi di Gubbio, Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, Diocesi di Civitavecchia – Tarquinia, Diocesi di Savona – Noli, Diocesi di Padova); le Suore Salesiane di Don Bosco Figlie di Maria Ausiliatrice a Milano e Napoli, la Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, Comunità monastica di Siloe, il Dialogo Greenaccord onlus, Fondazione MAGIS, Lega consumatori, Nomadelfia, l’Istituto Serafico di Assisi, il Sacro Convento di Assisi, Pro Civitate Christiana di Assisi.

È il momento favorevole per dare in modo sinodale testimonianza di voler cambiare rotta ed essere pronti a farlo per accelerare la transizione energetica ed ecologica sostenibile e la libertà da un’economia estrattiva.
Al termine della Settimana Sociale di Taranto abbiamo celebrato la Santa Messa, nella Giornata Missionaria Mondiale «Testimoni e Profeti». È stato un segno forte.

In questa nuova fase del cammino sinodale, abbiamo bisogno urgente di una Chiesa che testimoni con i fatti di saper fare la propria parte per accelerare ora la transizione ecologica, una Chiesa che sia – come ha chiesto papa Francesco ai fedeli della città di Roma (18/9/2021) – sacramento di cura, in missione per offrirsi ed amare come lui ci ha amato.

MAGGIORI INFORMAZIONI SULLA CAMPAGNA MONDIALE DISINVESTIMENTO CATTOLICA SONO DISPONIBILI AL SEGUENTE LINK

Appello disinvestire fonti fossili_2022

https://www.avvenire.it

https://www.agensir.it