Tommaso Sorgi è stato un uomo che ha incontrato l’Amore di Dio passando per l’Amore per il prossimo

Tommaso Sorgi è stato un uomo che ha incontrato l’Amore di Dio passando per l’Amore per il prossimo. E’ questa una delle riflessioni, tra le tante impresse nella memoria di chi lo ha conosciuto, che hanno segnato gli eventi per la celebrazione del centenario della nascita di Tommaso Sorgi.

A Teramo il 18 e 19 settembre 2021 è stata dedicata una due giorni alla celebrazione del Centenario della nascita di Tommaso Sorgi (nato il 12 ottobre 1921), evento promosso dall’Associazione Culturale” Il Raggio”, in collaborazione con il Comune di Teramo che ha inserito la manifestazione nell’ambito del programma “Teramo natura indomita”.

L’evento si è sviluppato in tre momenti, ben integrati tra loro:

– sabato 18 settembre l’inaugurazione di un’interessante mostra fotografica (aperta fino al 25 settembre 2021 dalle 17,00 alle 20,00) con immagini e foto della vita di Tommaso Sorgi nei vari ambiti della famiglia, della sua formazione, dell’impegno nel campo sociale ed ecclesiale

– domenica 19 settembre, nella mattinata, la presentazione del libro di autori vari dal titolo Tommaso Sorgi, Sulle orme di un uomo che ha segnato il suo tempo

nel pomeriggio dello stesso giorno un convegno organizzato presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Teramo, di cui Tommaso è annoverato tra i fondatori, e dove ha insegnato Sociologia dal 1966 al 1990.

Personaggio ecclettico, coerente, indomito ma umile, capace di realizzare tante opere sociali per la sua Teramo e, nel suo impegno in Parlamento, di essere firmatario di proposte di legge innovative per il periodo, anticipando i temi di riforme che vedranno la luce solo negli anni seguenti, come ad esempio quella per gli ospedali psichiatrici.

La presentazione del libro su Tommaso Sorgi di fronte ad una platea attenta che ha riempito la sala polifunzionale della Provincia di Teramo, ha avuto un’approfondita relazione da parte di Flavio Felice, professore ordinario di Storia delle Dottrine Politiche all’Università del Molise. “E’ un uomo che ha dato tanto alla cultura teramana, italiana ed internazionale, ha esordito Felice, evidenziando che Sorgi non è “solo” teramano. Il “prossimo” da amare per Sorgi, ha sottolineato Felice, soprattutto dopo l’incontro con il carisma dell’unità di Chiara Lubich, è diventato da un’entità astratta una persona concreta, vicina. Diversi i punti trattati su Tommaso Sorgi: dalla politica come impegno dell’anima, alla teoria sociologica del personalismo metodologico al rapporto, per Sorgi, tra religione e società alla luce del carisma dell’unità, alla persona umana artefice del sociale.

Sono seguiti brevi interventi di alcuni degli autori del volume, con riflessioni a margine della relazione introduttiva: Antonio Lo Presti, Giulia Paola Di Nicola, Attilio Danese, Pietro Cocco, Gianguido D’Alberto, Marcello Mazzoni, Claudio Appicciafuoco, Roberto Ricci, Sandro Melarangelo artista e membro del Partito Comunista perciò “avversario politico” per antonomasia, che, raccontando con emozione la fine della guerra a Teramo, ha avuto per Tommaso espressioni di grande stima.

E’ seguito il saluto di Donna Kempt, focolarina, delegata da Margaret Karram, presidente dell’Opera di Maria, a rappresentarla in occasione dell’evento.

Dopo una visita al bellissimo Duomo di Teramo, con la guida attenta del parroco don Adamo Varanesi, nel pomeriggio il convegno all’Università ha concluso il trittico di eventi nel cuore dell’istituzione formativa della città di Teramo, nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza una platea varia per provenienze sociali e culturale.

E’ toccato a Gino Mecca, curatore del libro, aprire il convegno. “In ogni ambito in cui Tommaso Sorgi è stato impegnato, ha esordito il giornalista teramano, ha lasciato delle tracce importanti: come cristiano, politico e cattedratico. L’elemento unificante delle iniziative realizzate per ricordare Tommaso Sorgi è stato il tempo che ciascuno è chiamato ad attraversare e durante il quale ciascuno costruisce la sua storia. Tommaso Sorgi”, ha sottolineato Gino Mecca, “ha vissuto il suo tempo dall’inizio alla fine, guardando sia Cielo che Terra, due dimensioni mai disgiunte. La sua memoria ci interpella e chiede gesti di amore concreti”. Toccanti gli interventi del Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto per il quale ci sono persone che possono essere ricordate, e altre che devono essere ricordate e tra queste c’è Tommaso Sorgi, come aveva già espresso con vigore durante la conferenza stampa ai giornalisti, il 10 settembre “in un momento storico nel quale mancano i punti fermi, solidi, stabili, che consentono di abbracciare tutti gli aspetti del vivere civile e del vivere sociale (…). Di Tommaso Sorgi (…) l’aspetto fondamentale (…)aver mantenuto la coerenza dell’essere, dei comportamenti, del vivere quotidiano,(…) in ogni aspetto del suo agire”

Anche per Diego Di Bonaventura, Presidente della Provincia di Teramo, Tommaso Sorgi è un esempio di politico da seguire…”Uno che ha vissuto la politica come atto d’amore; che ha lavorato concretamente per l’altro” ed a cui si è ispirato per le sue candidature e prassi politica.

Il vescovo di Teramo-Atri, Mons. Lorenzo Leuzzi, ha invitato il Movimento dei Focolari a fare un passo in avanti: il mondo ha bisogno di un cristianesimo protagonista, individuando (cfr.Paolo VI) nella politica la forma più alta di carità. Dobbiamo rispondere alle domande della società di oggi a partire dall’esperienza di essere battezzati.

Moderati da Maria Chiara Ferro, docente di Lingua e Letteratura Russa all’Università Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara, i relatori hanno tracciato alcuni aspetti del profilo umano, cristiano, sociale e politico di Tommaso Sorgi. Pietro Cocco, con lo sguardo acuto dell’esperto cronista ha letto la storia del nostro Tommaso sin dalla sua fanciullezza, dalla vocazione ad entrare in seminario a quella di impegnarsi nella vita politica e sociale. Marcello Mazzoni, medico teramano, ha portato in evidenza l’impegno concreto e controcorrente di Sorgi nel settore medico durante i quattro anni in cui è stato presidente della più grande istituzione medica della città abruzzese, con forti innovazioni soprattutto nell’ospedale psichiatrico, segno della forte attenzione per i più deboli.

Iole Teresa Mucciconi, giurista, ha tratteggiato le principali attività di Sorgi nei 19 anni di impegno politico parlamentare, dalla commissione istruzione a quella della sanità, nelle quali ha speso il suo impegno per quanti sono più nel bisogno e per la sua terra. Teresa Serra, docente di filosofia politica e collega di Sorgi per alcuni anni all’università di Teramo, ha colto nella coerenza e nella capacità di saper dialogare con tutti le più grandi virtù di Tommaso, anche nel periodo degli anni settanta in cui la contestazione infervorava gli animi di studenti e docenti. Sorgi ha lasciato un’eredità viva nella società sui temi della democrazia partecipativa. “E’ stata una di quelle persone, ha concluso nel suo intervento la Serra, che è ho avuto il privilegio di conoscere”.

Alberto Lo Presti, docente di dottrine politiche alla LUMSA, nonché collaboratore di Sorgi al Centro Igino Giordani e suo successore alla guida del centro, ha affermato come Tommaso, alla fine del suo percorso lavorativo non si è messo a riposo, come spesso avveniva all’epoca per i grandi uomini politici, ma, con passione e tenacia, ha invece portato avanti tante attività nell’ambito politico nazionale e internazionale, ed ha lavorato al percorso di beatificazione di Igino Giordani. “Sorgi, ha concluso Alberto Lo Presti, è la testimonianza di come si possa far politica attiva, ed ad alto livello, senza alcun attaccamento, pronto a lasciar tutto per “seguire la volontà di Dio”. In ultimo Vitek Vltr, in rappresentanza del Movimento dei Focolari, ha partecipato alla vasta platea come il lascito di Tommaso Sorgi sia immenso: il patto eletto-elettori ha generato, e genera tuttora, esperienze piccole e grandi in tutto il mondo, così come anche il suo contributo alla nascita dell’Economia di Comunione, di cui si presume abbia suggerito a Chiara Lubich il nome, quale espressione imprenditoriale e civile della cultura del dare vissuta da grandi e bambini del Movimento dei Focolari ed oltre. Il seme di Tommaso continua nella vita di tante persone impegnate nell’economia, nella politica, nel sociale.

Come segno evidente dell’impegno concreto per gli ultimi e i poveri, al termine del convegno l’associazione il Raggio, dalle mani del suo presidente Amedeo Lisciani, ha consegnato alla responsabile della Caritas cittadina Anna Di Eustachio, un primo assegno per contribuire alla costruzione della Cittadella della Carità, un luogo dove poter accogliere le persone con difficoltà, creare una nuova mensa ed ospitare coloro che sono più fragili.

A conclusione del convegno, a nome della famiglia Sorgi, la figlia Chiara ha raccontato come il centenario abbia permesso anche alle figlie di riscoprire l’uomo Tommaso, padre, politico, studioso, focolarino. Sorgi aveva la sua città nel cuore tanto da far stampare un timbro Ter-Amo, amore da triplicare e moltiplicare, segno dell’innata vocazione comunitaria della città di Teramo all’impegno sociale per i poveri e gli ultimi. Le celebrazioni per il centenario della sua nascita non potevano concludersi che con un atto concreto, d’amore per la città.

Vedi anche:

https://www.cittanuova.it/tommaso-sorgi-uomo-segnato-suo-tempo/?ms=002&se=005

https://abruzzoweb.it/teramo-centenario-nascita-tommaso-sorgi-luomo-il-suo-mondo-il-suo-tempo-in-una-mostra/




Yemen: a quasi 2 anni dagli accordi di Pace di Stoccolma sale il numero di vittime civili a Hodeida e Taiz

Non si ferma l’export di armi verso l’Arabia Saudita dai Paesi del G20, un flusso che ha superato di tre volte il valore degli aiuti alla popolazione. Appello delle organizzazioni umanitarie italiane per uno stop alla vendita delle armi che alimentano il conflitto.
 
Roma, 20/11/2020 – Continua in Yemen la drammatica situazione di un conflitto che colpisce pesantemente la popolazione civile ormai da troppi anni. Contemporaneamente non accenna a fermarsi l’export di armamenti dai Paesi del G20 verso l’Arabia Saudita e i suoi alleati: dal 2015 al 2019 sono stati esportati 17 miliardi di euro in armamenti, tre volte il valore degli aiuti stanziati dagli stessi Paesi per alleviare le sofferenze del popolo yemenita.
 
È questa la denuncia rilanciata da Amnesty International Italia, Movimento dei Focolarli, Oxfam Italia, Save the Children Italia e Rete Italiana Pace e Disarmo alla vigilia del vertice G20 del 21 e 22 novembre che sarà ospitato proprio dall’Arabia Saudita, dove i leader mondiali promettono “azioni senza precedenti per proteggere i più vulnerabili”. 
 
La situazione umanitaria continua a peggiorare
 
Dopo oltre 5 anni e mezzo di conflitto lo Yemen è un paese distrutto, con oltre 100mila vittime, tra cui più di 12 mila civili. “I bambini sono tra i più colpiti, poiché rappresentano un quarto delle vittime legate ai conflitti registrate quest’anno” dice Egizia Petroccione, Capo Dipartimento Advocacy e Policy Internazionale di Save the Children Italia: “I bambini yemeniti vivono nella paura, la guerra continua a portare la morte nelle loro città. Il picco della violenza a Hodeidah e Taiz mostra che ora più che mai è il momento di un cessate il fuoco a livello nazionale come primo passo verso una pace sostenibile”.

 

In questo contesto, l’aumento dei combattimenti a Hodeidah è particolarmente preoccupante poiché il suo porto è il canale di accesso del 70% di tutte le importazioni in Yemen. Anche una sua chiusura temporanea riduce la disponibilità di cibo per le famiglie vulnerabili, in un momento in cui il Paese è sull’orlo della carestia. Sono 10 milioni gli yemeniti ce soffrono la fame, 20 milioni non hanno accesso all’acqua pulita e a servizi igienico-sanitari. A questo si aggiunge una grave epidemia di colera e la diffusione “incontrollata” del contagio da COVID-19, in un paese con metà degli ospedali distrutti o con limitati mezzi e personale per rispondere alle necessità della popolazione. Nonostante la situazione sia così grave, il piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite per il 2020 è finanziato solo al 44%
 
“Dopo anni di morte, sfollamenti forzati e epidemie la popolazione dello Yemen è allo stremo – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Tutto questo deve finire al più presto. La comunità internazionale deve abbandonare del tutto una logica fondata sul “profitto di guerra”, per sposare un dovere umanitario che, se non altro, questa pandemia dovrebbe aver reso più evidente in tutto il mondo”.
 
Il volume dell’esportazione di armi italiane verso gli attori del conflitto in Yemen
 
Nonostante l’11 luglio 2019 l’Italia abbia sospeso per 18 mesi l’esportazione di bombe d’aereo e missili dirette verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, va ricordato come tra il 2015 e il 2019 il nostro Paese abbia autorizzato export di armamenti per un valore complessivo di circa 845 milioni di euro verso l’Arabia Saudita cui si aggiungono gli oltre 704 verso gli Emirati Arabi Uniti
 
Inoltre sebbene da metà 2019 non sia stata rilasciata alcuna autorizzazione sui materiali specificamente indicati nella decisione governativa, su altri tipi di materiali d’armamento è stato invece dato il via libera (tra il 26 giugno e il 31 dicembre 2019) a 6 autorizzazioni verso l’Arabia Saudita per un valore complessivo di circa 105 milioni di euro e a 25 autorizzazioni verso gli Emirati Arabi Uniti per un valore complessivo di circa 79 milioni di euro. Le stime per i primi sei mesi del 2020 segnalano infine spedizioni definitive per poco meno di 11 milioni di euro in armi e munizioni di tipo militare verso gli EAU e 5,3 milioni di euro all’Arabia Saudita (dei quali 4,9 milioni riguardano pistole o fucili  semiautomatici che possono essere state destinate anche a militari o corpi di sicurezza pubblici o privati).
 
Alla vigilia della scadenza della sospensione decisa nel 2019 le nostre Organizzazioni chiedono dunque a Governo e Parlamento italiani di prolungare il periodo di validità di tale sospensione allargandola inoltre a tutte le categorie di armamento e tutti i membri della coalizione a guida saudita. 
 

Amnesty International Italia, Movimento dei Focolari, Oxfam Italia, Save the Children Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo




A Roma la conferenza stampa delle associazioni cattoliche e dei movimenti non violenti

RASSEGNA STAMPA:

https://www.acli.it/2-giugno-per-una-repubblica-libera-dalla-guerra-e-dalle-armi-nucleari/

https://www.cittanuova.it/guerra-armi-nucleari-proposta-nel-segno-don-milani/

https://www.agensir.it/italia/2023/06/01/societa-cefaloni-focolari-associazioni-e-movimenti-insieme-per-scongiurare-il-buio-della-mezzanotte-nucleare/

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/appello-di-32-associazioni-l-italia-aderisca-al-bando-delle-armi-atomiche

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2023-06/pace-nucleare-conferenza-associazioni-cattoliche-camera.html

Sala stampa della Camera dei deputati,  giovedì 1 giugno 2023, ore 12 

Alla vigilia della Festa della Repubblica come associazioni e organizzazioni del mondo cattolico e dei movimenti ecumenici e non violenti su base spirituale torniamo a chiedere, con questa conferenza stampa una repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari e a rilanciare il nostro contributo di riflessione al dibattito e al confronto in corso sul drammatico problema della guerra e sulla necessità di avviare concreti percorsi di pace

“Dal 24 febbraio 2022 la Russia di Putin con l’invasione dell’Ucraina ha portato la guerra nel cuore dell’Europa. Una guerra che comporta in prevalenza vittime civili, tra cui in maggioranza donne, bambini e anziani, a causa di bombardamenti su abitazioni, scuole, ospedali, centri culturali, chiese, convogli umanitari. Questa guerra si pone accanto alle tante altre sparse per il mondo, per lo più guerre dimenticate perché lontane da noi. Da quando è apparso sulla terra l’uomo ha cominciato a combattere contro i propri simili: Caino ha ucciso Abele. E poi tutta una sequela di guerre: di conquista e di indipendenza, guerre rivoluzionarie e guerre controrivoluzionarie, guerre sante e guerre di religione, guerre difensive e guerre offensive, crociate…fino alle due guerre mondiali. Con la creazione delle Nazioni Unite si pensava che la guerra fosse ormai un’opzione non più prevista, una metodologia barbara, dunque superata, per la soluzione dei conflitti. E invece no. Eccoci ancora con il dramma della guerra vicino a noi. Don Primo Mazzolari, dopo l’esperienza drammatica di due guerre mondiali, era giunto alla conclusione, in “Tu non uccidere”, che la guerra è sempre un fratricidio, un oltraggio a Dio e all’uomo, e di conseguenza, tutte le guerre, anche quelle rivoluzionarie, difensive ecc., sono da rifiutare senza mezzi termini. È quanto aveva scritto ai governanti dei Paesi belligeranti anche Papa Benedetto XV nel pieno della prima guerra mondiale, indicandola come “una follia, un’inutile strage”. E come non ricordare Paolo VI all’Onu nel 1965 con il suo grido rivolto ai potenti del mondo: “Mai più la guerra, mai più la guerra, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con le armi in pugno”? Un grido, questo, ripetuto da Giovanni Paolo II nel tentativo di scongiurare la guerra in Iraq e l’invasione del Kuwait e da Benedetto XVI ad Assisi accanto ai leader religiosi mondiali.

Ora, di fronte al drammatico conflitto in corso in Ucraina, è Papa Francesco a ricordarci costantemente che la guerra è “una follia, un orrore, un sacrilegio, una logica perversa”: “Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate il fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni” (Angelus di domenica 3 ottobre 2022). Come realtà del mondo cattolico italiano e dei movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, vogliamo unire la nostra voce a quella di Papa Francesco per chiedere un impegno più determinato nella ricerca della pace. Affidarsi esclusivamente alla logica delle armi rappresenta il fallimento della politica. Il nostro Paese deve da protagonista far valere le ragioni della pace in sede di Unione Europea, di Nazioni Unite e in sede Nato. Il dialogo, il confronto, la diplomazia sono le strade da percorrere con determinazione. 

Servono urgentemente concrete scelte e forti gesti di pace. Di fronte all’evocazione del possibile utilizzo di ordigni atomici, e dunque di fronte al terribile rischio dello scatenarsi di un conflitto mondiale, un gesto dirompente di pace sarebbe certamente la scelta da parte del nostro Paese di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, armi di distruzione di massa, dunque eticamente inaccettabili. Lo chiediamo da oltre due anni. L’hanno chiesto centinaia di Sindaci di ogni colore politico. L’hanno chiesto in un loro documento i vescovi italiani. L’hanno chiesto associazioni e movimenti della società civile con la campagna “Italia, ripensaci”.

Rinnoviamo ora questa richiesta al nuovo Governo e al nuovo Parlamento affinché pongano urgentemente all’ordine del giorno la ratifica del “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, ad indicare che il nostro Paese non vuole più armi nucleari sul proprio territorio e che sollecita anche i propri alleati a percorrere questa strada di pace. 

Purtroppo, anche dopo tante guerre, noi non abbiamo ancora imparato la lezione e continuiamo ogni volta ad armarci, a fare affari con la vendita di armi e a prepararci alla guerra. Forse sarebbe opportuno con determinazione e coraggio percorrere altre strade. Forse sarebbe opportuno riempire di precise scelte e contenuti quella che Giorgio La Pira chiamava “l’utopia della pace”. Prima che sia troppo tardi. “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali” (Papa Francesco, 24 marzo 2022)” 

per info: ufficio stampa Acli ufficiostampa@acli.it

ACLI, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, AGESCI, Beati i costruttori di pace, Centro Internazionale Hélder Câmara, Città dell’Uomo aps, Comunità di Sant’Egidio, Comunità La Collina, Confcooperative, Coordinamento delle Teologhe Italiane, CSI-Centro Sportivo Italiano, C3DEM, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Fondazione don Lorenzo Milani, Fondazione La Pira, Fondazione Magis, Fraternità francescana frate Jacopa, Gruppo Abele, La Rosa Bianca, Libera, MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Movimento Cristiano Lavoratori, Noi siamo chiesa, Rete Viandanti, SERMIG. 

Fonte: https://www.acli.it/litalia-ratifichi-il-trattato-onu-di-proibizione-delle-armi-nucleari-il-1-giugno-a-roma-la-conferenza-stampa-delle-associazioni-cattoliche-e-dei-movimenti-non-violenti/




Il Governo revoca l’export di bombe verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi: soddisfazione delle organizzazioni della società civile

Fermate definitivamente forniture autorizzate negli ultimi anni e relative ad ordigni utilizzati nella guerra sanguinosa dello Yemen. Le licenze erano state rilasciate dopo l’inizio del conflitto. Cancellato dal Governo con una decisione storica e grazie alla pressione della società civile l’invio di oltre 12.700 bombe.

Con un atto di portata storica – che avviene per la prima volta nei 30 anni dall’entrata in vigore della Legge 185 del 1990 sull’export di armi – il Governo Conte ha deciso di revocare, non solo sospendere, le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Continua inoltre a rimanere in vigore anche la sospensione della concessione di nuove licenze per i medesimi materiali e Paesi.

Secondo quanto appreso dalla Rete Italiana Pace e Disarmo il provvedimento riguarda almeno 6 diverse autorizzazioni già sospese con decisione presa a luglio2019 tra le quali la licenza MAE 45560 decisa verso l’Arabia Saudita nel 2016 durante il Governo Renzi (relativa a quasi 20mila bombe aeree della serie MK per un valore di oltre 411 milioni di euro). Secondo le elaborazioni di Rete Pace Disarmo e Opal la revoca decisa dall’Esecutivo per questa sola licenza andrà a cancellare la fornitura di oltre 12.700 ordigni.

Le nostre organizzazioni Amnesty International, Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile, Fondazione Finanza Etica, Medici Senza Frontiere, Movimento dei Focolari, Oxfam Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo, Save the Children Italia insieme ai partner internazionali European Center for Constitutional and Human Rights e Mwatana for Human Rights esprimono grande soddisfazione per questo risultato, da loro fortemente richiesto, che diventa operativo in queste ore.

Una decisione che pone fine – una volta per tutte – alla possibilità che migliaia di ordigni fabbricati in Italia possano colpire strutture civili, causare vittime tra la popolazione o possano contribuire a peggiorare la già grave situazione umanitaria nel Paese. Un atto che, soprattutto, permette all’Italia di essere più autorevole sul piano diplomatico nella richiesta di una soluzione politica al conflitto.

Un sincero ringraziamento è dovuto ai membri del Parlamento ed in particolare della Commissione Esteri della Camera che hanno dedicato attenzione a questo tema, proponendo ed approvando un’importante Risoluzione nel dicembre 2020 che ha impegnato in primo luogo l’esecutivo a prorogare la sospensioneall’export di armamenti verso i due Paesi della Penisola arabica. Esprimiamo inoltre soddisfazione per la rapidità e la fermezza con cui il Governo ha dato seguito a questo atto di indirizzo, orientandosi non solo verso la proroga della sospensione disposta nel luglio 2019 ma revocando anche le precedenti licenzecome proposto dall’atto parlamentare.

Ringraziamo anche i numerosi sostenitori che ci hanno accompagnato e sostenuto nelle varie campagne di sensibilizzazione e attività di comunicazione su questo tema. La rilevanza che la questione della guerra in Yemen ha avuto e continua ad avere nell’opinione pubblica è stata uno stimolo ed un pungolo per i decisori politici. È fondamentale continuare a lavorare congiuntamente per mantenere alta l’attenzione e allargare la sospensione a tutte le categorie di armamento e verso tutti i membri della coalizione a guida saudita, proposta prospettata dalla stessa Risoluzione parlamentare del dicembre 2020.

Un rapporto del Gruppo di esperti delle Nazioni Unite consegnato al Consiglio di Sicurezza nel gennaio del 2017 ha dichiarato che i bombardamenti della coalizione a guida saudita “possono costituire crimini di guerra”. Tra gli ordigni ritrovati dai ricercatori dell’Onu figurano anche le bombe prodotte dalla RWM Italia. Lo stesso Parlamento Europeo a settembre 2020 ha approvato ad ampia maggioranza una Risoluzione che condannando le azioni di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti invita il Vicepresidente/Alto rappresentante ad “avviare un processo finalizzato ad un embargo dell’UE sulle armi” verso gli stessi Paesi.

La decisione del Governo di revoca di queste licenze conferma dunque la necessità di indagare sulla responsabilità penale di UAMA e RWM Italia nelle esportazioni di bombe della serie MK durante il periodo del conflitto, come denunciato alla magistratura da alcune delle nostre organizzazioni ora in attesa di una decisione del GIP in merito al proseguimento dell’indagine.

Lo stop all’invio di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti non può da solo far cessare la guerra in Yemen ed alleviare le sofferenze di una popolazione stremata da conflitto, carestia e malattie, ma costituisce un passo necessario a creare le precondizioni per la Pace. In tal senso le nostre organizzazioni ricordano anche al Governo italiano la necessità di proseguire il sostegno all’azione umanitaria coordinata dalle Nazioni Unite confermando ed aumentando il contributo finanziario dell’Italia al Piano di risposta umanitario ONU.

Amnesty International
Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile
European Center for Constitutional and Human Rights
Fondazione Finanza Etica
Medici Senza Frontiere
Movimento dei Focolari Italia
Mwatana for Human Rights
Oxfam Italia
Rete Italiana Pace e Disarmo
Save the Children Italia




Centenario Chiara Lubich: intervista a Margaret Karram

Il 20 gennaio 2020 è stata intervistata dalla Tv Rai Italia nella trasmissione “L’Italia con Voi” (programma dedicato agli italiani nel mondo, con temi d’attualità e di interesse per quanti vivono fuori dai confini nazionali) Margaret Karram, focolarina della Terra Santa.

Vedi su RAIPLAY dal minuto 35 “Centenario di Chiara Lubich”

dal minuto 38 intervista a Margaret Karram (nuova Presidente del Movimento dei Focolari) 

L’Italia con Voi  PUNTATA DEL 20/01/2020




Tutelare la legge 185/90 e le norme internazionali sull’export di armi: vita e diritti umani vengono prima del profitto armato

Presa di posizione delle organizzazioni della società civile italiana dopo le forti pressioni del complesso militare-industriale per modificare le norme e ridurre i controlli

Una presa di posizione forte contro l’azione concentrica in corso che punta a smantellare le norme nazionali e le procedure che regolamentano le esportazioni di armi e di sistemi militari. E’ quella diffusa oggi dalle principali Organizzazioni italiane da impegnate nella promozione della pace, del disarmo, della protezione umanitaria e del rispetto dei diritti umani a difesa in particolare della Legge 185/90 e del Trattato ATT sul commercio di armi.

Una scelta divenuta ormai necessaria di fronte a numerose pressioni avvenute nelle ultime settimane (coincise con la diffusione dei nuovi dati sull’export militare italiano) per rivedere le norme in vigore allo scopo di facilitare le esportazioni di armamenti e la competitività dell’industria militare, la cui funzione viene enfatizzata come “strategica” per il “rilancio” dell’economia nazionale.

Secondo le organizzazioni della società civile si tratta di “argomentazioni pretestuose che non trovano fondamento nella realtà dei fatti: i dati ufficiali, diffusi proprio dal settore industriale, evidenziano come il comparto armiero valga meno dell’1 per cento sia del prodotto interno lordo (Pil) sia delle esportazioni nazionali così come per tasso occupazionale”. Ciò dimostra come ci si trovi di fronte ad un “settore marginale per l’economia italiana che invece assorbe tuttora un flusso sovradimensionato di fondi pubblici grazie ad un diffuso e acritico sostegno politico”.

Eppure anche alcuni esponenti delle Istituzioni si stanno facendo promotori di istanze per modificare le leggi e ridurre i controlli invece di valutare in modo accurato il rispetto delle norme (nazionali ed internazionali) nelle esportazioni militari e il loro impatto, spesso devastante, sulle popolazioni e nelle zone di maggior tensione del mondo.

Nel ricordare le recenti sentenze della magistratura che pongono le norme di legge e i loro criteri di protezione umanitaria e limitazione della vendita di armial di sopra di qualsiasi ipotesi di profitto o ritorno economico i sottoscrittori della presa di posizione chiedono dunque al Governo di adoperarsi per un “pieno rispetto delle norme stabilite dalla Legge 185/90 e dai Trattati internazionali (tra cui soprattutto il Trattato sul commercio delle armi)”. Il Parlamento viene invece invitato “ad analizzare con attenzione le Relazioni governative sulle esportazioni di sistemi militari aprendo un confronto ampio ed approfondito con tutte le parti, comprese le associazioni della società civile, sulla Legge e sui suoi possibili miglioramenti” ricordando l’urgenza di implementare “misure idonee ad assecondare la graduale differenziazione produttiva e la conversione a fini civili delle industrie del settore della difesa” come richiesto dalla normativa vigente.

questo link il testo integrale del Documento “La legge 185/90 sulle esportazioni di armamenti va tutelata, insieme alle norme internazionali che la rafforzano” al momento sottoscritto dalle seguenti organizzazioni:

Amnesty International Italia
ARCI
Associazione per la Pace
AssoPace Palestina
Beati i costruttori di Pace
Campagna di pressione alle “banche armate”
Centro Studi Sereno Regis
CGIL
CIPAX
Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile
Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della FCEI
Emmaus Italia Onlus
Fondazione Finanza Etica
Greenpeace Italia
Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo
Lega diritti dei popoli
Movimento dei Focolari
Movimento Internazionale della Riconciliazione
Movimento Nonviolento
Noi Siamo Chiesa
Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa
Oxfam Italia
Pax Christi Italia
Rete Italiana Pace e Disarmo
Save the Children Italia
Un Ponte Per
US Acli
Accademia Apuana della Pace
Associazione per la Pace Modena
Assopace per la Pace Padova
CGIL Padova
Tam-Tam di Pace Modena
Casa per la Pace di Modena




Catania, dal 7 all’11 Maggio “Costruiamo la pace/Let’s Build Peace”: una cultura di pace tra le giovani generazioni

La città di Catania ospita, dal 7 all’11 maggio, la manifestazione “Costruiamo la Pace/Let’s Build Peace”: cinque giorni di appuntamenti culturali, dedicati soprattutto al mondo della scuola, ma aperti a tutti, per lanciare un messaggio forte di una nuova cultura di pace, per le giovani generazioni, ma capace anche di lasciare un segno nella città. Vari gli appuntamenti che scandiranno la manifestazione, che coinvolgerà molte scuole cittadine. Gli eventi si svolgeranno dal  7 all’11 Maggio  a  Catania sono  promossi da diverse scuole cittadine in collaborazione con associazioni internazionali quali “Living Peace” ed “Elephants for Peace” insieme ad associazioni locali, con il sostegno di AMU, Umanità Nuova, Teens 4 Unity,  Manitese, Polena, Cinestar, Coro Interscolastico “ Vincenzo Bellini”.

«Il nostro obiettivo – afferma Salvatore Impellizzeri, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Italo Calvino” – è potenziare e sviluppare una buona pratica pedagogica esportabile in luoghi e contesti differenti».

Il leit motiv della manifestazione, che si svilupperà, attraverso una serie di appuntamenti, si fonda sul “Dado della Pace”, percorso educativo didattico semplice, giocoso ed efficace, che stimola a cambiamenti personali e comunitari. Il dado ha, su ciascuna delle sei facce, delle  frase come “AMO PER PRIMO”, “AMO TUTTI”».

Ognuno, si impegna ad essere protagonista nel mettere in pratica una delle sei  frasi riportate. L’adesione personale fa  crescere l’impegno a vivere per la pace, rinnovando rapporti, rafforzando collaborazioni, cooperando nel mondo alla costruzione di una “rete”  per  creare relazioni di pace.

Salvatore Impellizzeri, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Italo Calvino”, spiega che «l’iniziativa nasce dall’impegno di tanti docenti che ogni giorno curano l’educazione alla cittadinanza globale e alla fraternità universale».

Il primo appuntamento della manifestazione, l’ideale “taglio del nastro” di “Costruiamo la Pace/Let’s Build Peace” avverrà al Parco Gioeni con l’installazione del “Dado della Pace”, il 7 maggio alle ore 9.30, alla presenza delle autorità cittadine.

Rose Marie Gnausch,  artista tedesca e fondatrice di “ Elephants for Peace”, curerà un’estemporanea di pittura; interverrà  Carlos Palma Lema, fondatore  di  “Living Peace International” e si esibiranno:
– gli studenti del “Fermi – Eredia”, del Kiwanis Catania Est,
– gli studenti dell’Istituto superiore “ De Felice – Giuffrida” con danze e coreografie multietniche,
– il coro scolastico dell’ Istituto Comprensivo “ Leonardo Sciascia” di Misterbianco.

Sempre il 7 maggio, alle 16.00, presso il  Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Catania, si svolgerà il  convegno internazionale “Educare alla Pace in un mondo globalizzato” con interventi  di docenti universitari, di esperti e di rappresentanti delle associazioni internazionali.

Altri appuntamenti si svolgeranno con l’artista tedesca Rose Marie Gnausch, che curerà le estemporanee di pittura, l’8 maggio alle ore 9.30 presso il Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania, il 9 maggio, sempre alla stessa ora, in Piazza Vicerè e l’11 maggio presso il parco cittadino “Villa Bellini”.

L’8 maggio, alle ore 16.30, nel plesso di via Leucatia n. 141 dell’Istituto “Calvino”, sarà inaugurato un affresco dedicato al tema della pace realizzato dall’associazione “Polena”.

Il 9 maggio, alle 18.00, presso il Cortile Platamone (Palazzo della Cultura di via Vittorio Emanuele) si esibirà il coro interscolastico “Vincenzo Bellini” diretto da Daniela Giambra e a seguire, il concerto tributo a Fabrizio De Andrè, poeta e cantante per la non violenza, a cura del Gruppo Musicale “Quelli che non”.

Il 10 maggio alle ore 9.00 presso il Cinestar di San Giovanni La Punta (Centro Commerciale “I Portali”) si svolgerà la fase finale del Concorso “Piccoli Registi Cercasi”, durante la quale saranno premiati gli spot e i cortometraggi prodotti dalle scuole italiane sul tema della legalità.

Alle 17.30 della stessa giornata presso il Liceo Musicale “ Giuseppina Turrisi Colonna” si potrà assistere al “Concerto per la Pace”.

La manifestazione si concluderà giorno 11 maggio alle ore 11.00 con la  “Run4Unity 2018” che si snoderà lungo via Etnea, dalla Villa Bellini a piazza Duomo. I partecipanti all’evento  potranno associarsi ad una staffetta mondiale di  pace, che unirà i punti più lontani del pianeta.

Durante tutte le giornate della manifestazione sarà possibile visitare la Mostra Internazionale “Elephants for Peace” con manufatti realizzati da studenti provenienti da varie parti del mondo, presso il “Castello Leucatia”, da lunedì 7 a venerdì 11 maggio, dalle ore 9.30 alle ore 12.30.

Per info:
Segreteria organizzativa  I.C. “ I. Calvino”
e-mail: ctoc89700g@istruzione.it
Tel. 095330560
Salvatore Impellizzeri cell: 320 2320959
pagina facebook: costruiamo la pace – let’s build peace
http://www.run4unity.net2018




Assisi: Margaret Karram, che cessi il fuoco della guerra e vinca il dialogo “nel cercare vie di pace”

Fa eco alle parole di Papa Francesco la “preghiera per la pace universale” pronunciata oggi dalla Presidente dei Focolari ad Assisi, sulla tomba di San Francesco.

“Ti chiediamo con la fede che sposta le montagne, che ‘cessi il fuoco’ della guerra e vinca il dialogo ‘nel cercare vie di pace’ tra Russia e Ucraina. Domandiamo la grazia che termini ogni conflitto in atto, in particolare quelli più dimenticati”.
Questa accorata invocazione è al cuore della “preghiera per la pace universale”, pronunciata questa mattina ad Assisi da Margaret Karram, Presidente dei Focolari. Nella cripta di San Francesco, presso la Basilica inferiore, era presente con lei il Consiglio Generale del Movimento, riunito nella “città della pace” per alcuni giorni di ritiro.
“Siamo qui in rappresentanza di tutti i membri del Movimento: cristiani di diverse Chiese, fedeli di varie religioni, persone che si riconoscono fratelli e sorelle nell’unica famiglia umana.
Facciamo nostro il grido e la disperazione dei popoli che in questo momento soffrono a causa di violenza, di conflitti e di guerre” ha continuato Margaret Karram. “Donaci la grazia di accoglierci gli uni gli altri, di perdonarci, di vivere come un’unica famiglia umana.
Donaci di amare la patria altrui come la nostra! Dio di misericordia, di concordia, fai di noi ‘strumenti della Tua pace’”.

A una settimana (il 25 marzo prossimo) dalla consacrazione che Papa Francesco farà di Russia ed Ucraina al Cuore immacolato di Maria, questa supplica si inserisce nella corale preghiera che nel mondo si leva per la pace e accompagna la grande rete di solidarietà a cui anche i membri del Movimento aderiscono. Le comunità dei Focolari sono presenti in oltre 180 Paesi, quindi anche in molti luoghi nei quali sono ancora in atto conflitti e guerre.

Stefania Tanesini – Ufficio Comunicazione Focolare

Leggi il Comunicato Stampa – Assisi

Preghiera Assisi

 




Una sfida epocale: collegamento in diretta con Genova

Lunedì 6 aprile 2020 dalle ore 19:00 alle 21:00, in diretta con i portuali di Genova che si oppongono alla guerra rifiutando di caricare armi destinate ai luoghi di conflitto. Un gruppo organizzato di lavoratori ha deciso di rifiutare il carico di armi sulle navi destinate a Paesi in guerra. Lo hanno fatto più volte e sono intenzionati a non arretrare. Papa Francesco li ha indicati pubblicamente come un esempio.

Economia disarmata – Diretta facebook: https://m.facebook.com/events/661677217725968

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Mai più la guerra. Riconvertiamo l’economia che uccide

mai-piu-la-guerra_striscioneIl Movimento dei Focolari in Italia scrive a papa Francesco al termine del Giubileo della Misericordia. Sarà in piazza San Pietro il prossimo 20 novembre per testimoniare l’impegno sui temi della pace.

Al termine dell’anno giubilare della misericordia abbiamo sentito l’urgenza di inviare a papa Francesco un segno di quel cammino interiore che siamo stati chiamati a compiere per purificare la nostra mente e il cuore superando le paure e i compromessi.

Come Movimento dei Focolari in Italia abbiamo inviato una lettera al papa in risposta al suo invito a prendere sul serio il no alla guerra, a partire dalla radice dell’economia che uccide perché invece di agire per ridurre le inaccettabili diseguaglianze, causa di tutti i mali sociali, fabbrica le armi da destinare ai Paesi attraversati da orribili conflitti. Non possiamo restare indifferenti e accettare l’atteggiamento di chi dice «a me che importa?», come ha detto papa Francesco quando, il 13 settembre del 2014, si è recato al cimitero dei caduti della Grande Guerra a Redipuglia e ha affermato, davanti alle tombe di tanti giovani mandati al macello un secolo addietro, che «anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!».

Nel marzo del 2016, dopo un incontro nelle aule parlamentari, abbiamo affermato che non potevamo accettare il fatto che dal nostro Paese partissero delle bombe destinate per il terribile conflitto in corso nello Yemen. Concordiamo con Rete Disarmo ed altre associazioni che, di fronte a troppi silenzi, hanno deciso di denunciare davanti alla magistratura la violazione della legge 185/90 sulla produzione, il commercio e il transito di armamenti verso Paesi in guerra o che violino i diritti umani. Rischia di rimanere disattesa, infatti, una legge nata grazie alla testimonianza e all’impegno della migliore società civile italiana, a cominciare da coloro che hanno rischiato il lavoro facendo obiezione di coscienza alla produzione di armi.

Per non restare davvero indifferenti e lasciare interi territori senza alternative, sappiamo bene che tutta la nostra economia è chiamata ad una conversione integrale capace di incidere sulle cause strutturali dell’inequità.

Su questo cammino, aperto a tutti come percorso di liberazione delle coscienze, vogliamo continuare ad andare avanti nel segno del vangelo di pace che abbiamo scelto di abbracciare.

Carlo Cefaloni (+39) 328 0531322

movimentofocolari.italia@focolare.org

bankmob@focolare.org

Segue il testo della lettera inviata a papa Francesco

  Caro papa Francesco,

il percorso di quest’anno giubilare ci ha radicato nella scelta di lasciare sempre aperta a Dio la porta della nostra coscienza per essere pronta ad abbattere i muri dell’indifferenza e dell’odio.

Sappiamo che non possiamo costruire ponti di pace senza aver rifiutato ogni compromesso con «l’economia dell’esclusione e dell’inequità».  Non possiamo dire «a me che importa?».

Non possiamo restare inerti di fronte alle tue parole che ci invitano a riconoscere l’esistenza dei «sistemi economici che per sopravvivere devono fare la guerra. Allora si fabbricano e si vendono armi e così i bilanci delle economie che sacrificano l’uomo ai piedi dell’idolo del denaro ovviamente vengono sanati. E non si pensa ai bambini affamati nei campi profughi, non si pensa ai dislocamenti forzati, non si pensa alle case distrutte, non si pensa neppure a tante vite spezzate».

Di fronte al grido “mai più la guerra!” che «si leva in ogni parte della Terra, in ogni popolo, in ogni cuore», restiamo sgomenti di fronte a chi giustifica l’orrore del fratricidio con le ragioni del cosiddetto realismo politico. Affermiamo invece che, non solo per i credenti, «Gesù Cristo è il più grande realista della storia» e vogliamo seguirti in questo cammino di edificazione della pace. Come ci ha insegnato Igino Giordani, «Non si fa male per avere bene. “Se vuoi la pace, prepara la pace”».  E gli operatori di pace, secondo Chiara Lubich, «non sono quelli che amano la tranquillità, non sopportano le dispute per non essere disturbati» ma «coloro che amano tanto la pace da non temere di intervenire nei conflitti per procurarla a coloro che sono in discordia».

Per essere credibili sappiamo, infatti, che non servono le dichiarazioni o le buone intenzioni. Come hai detto ai movimenti popolari in Bolivia nel luglio 2015, è «l’amore fraterno» che conduce a «ribellarsi contro l’ingiustizia sociale». Così oggi noi in Italia e nel mondo non possiamo accettare che si continuino a inviare armi verso i Paesi in guerra o che non rispettano i diritti umani. Come risposta al tuo invito, che conferma la scelta della nostra coscienza, ti dichiariamo che vogliamo contribuire a disarmare “l’economia che uccide” impegnandoci a lavorare per una riconversione integrale della produzione e della finanza. Adesso non domani.

Alcuni di noi saranno il 20 novembre in piazza San Pietro per confermarti questa scelta esponendo la scritta: “Mai più la guerra, riconvertiamo l’economia che uccide”.

Non resti inefficace la traccia del Giubileo della misericordia nel nostro cuore e nella nostra mente.

Il Movimento dei Focolari in Italia

Comunicato stampa 2016_18_11

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Elezioni politiche 2018 – Comunicato Stampa Focolari

ELEZIONI POLITICHE 2018

Il Movimento dei Focolari in Italia incoraggia

l’impegno attivo per le prossime elezioni

secondo coscienza e nel segno di una fraternità autentica e radicale

Nel nostro Paese fervono i preparativi delle ormai prossime elezioni politiche previste tra marzo e maggio del 2018.

Un appuntamento davanti al quale non si può restare indifferenti. Chi, di ogni credo e convinzione, condivide il percorso del Movimento dei Focolari in Italia, è quanto mai consapevole dell’urgenza di una testimonianza di fraternità che muove all’impegno concreto in campo sociale e politico. Non in maniera improvvisata, ma come conseguenza di una vita orientata al bene comune.

Una responsabilità personale

Come sempre, si rivela decisivo il criterio della responsabilità personale nel saper declinare, in modo credibile, alcuni punti fermi come, ad esempio, la centralità della persona umana in ogni fase della sua esistenza, la cura dell’ambiente coma casa comune, l’accoglienza verso tutti, la promozione della vita e il ripudio della guerra, l’opzione verso gli ultimi e le periferie. Non ci si può esentare da questa scelta politica di nonviolenza attiva da esercitare secondo coscienza e maturità personale.

Coloro che decidono di impegnarsi in un partito sanno di aderire, appunto, ad “una parte”, accettando il limite di una tensione all’unità da ricercare sempre con ognuno, pronti ad affrontare le inevitabili incomprensioni che contrassegnano ogni radicale vocazione di donazione verso gli altri.  

In queste, come in ogni appuntamento elettorale, il Movimento Politico per l’Unità, soggetto politico laico di cittadinanza attiva, espressione del Movimento dei Focolari, incoraggia e si pone a servizio di coloro che, militanti o candidati in un partito, vorranno misurarsi nella sfida concreta di una politica di fraternità dentro le ricchezze e la complessità del nostro Paese.

L’impegno dal basso

Nei limiti delle leggi elettorali vigenti, andrà sempre ricercato, come criterio di selezione e autenticità, il metodo delle candidature che nascono come sviluppo di un impegno che si è già manifestato all’interno di partiti e movimenti politici o come impegno civico sul territorio, coscienti che chi si candida o si impegna come militante di un partito lo fa a titolo personale come espressione della propria libertà di coscienza e non a nome del Movimento dei Focolari.

Per i cattolici poi, sono di ispirazione le parole del presidente della Cei, cardinal Gualtiero Bassetti, che invita a non prestarsi alla divisione tra quelli del sociale e quelli della vita perché «non ci si può prendere cura dei migranti e dei poveri per poi dimenticarsi del valore della vita; oppure, al contrario, farsi paladini della cultura della vita e dimenticarsi dei migranti e dei poveri, sviluppando in alcuni casi addirittura un sentimento ostile verso gli stranieri. La dignità della persona umana non è mai calpestabile e deve essere il faro dell’azione sociale e politica dei cattolici».

Non rimanere alla finestra

Crediamo, infine, che sia determinante l’invito, espresso da papa Francesco in visita sui luoghi di don Primo Mazzolari, ad abbandonare ogni forma di spiritualismo o di chiusura in ambiti separati, vincendo, così, la tentazione di stare «alla finestra a guardare senza sporcarsi le mani» accontentandosi «di criticare, di descrivere con compiacimento amaro e altezzoso gli errori del mondo intorno», e per questo vogliamo anche vivamente incoraggiare la partecipazione attiva e consapevole al voto a l’impegno diretto in campo sociale e politico.

La scelta definitiva che ci muove, infatti, è quella di abbracciare e amare questo nostro mondo nella prospettiva di una fraternità da costruire con fedeltà ogni giorno.

Carlo Cefaloni  328 0531322

Maria Chiara De Lorenzo 349 5843084 

ufficiostampaitalia@focolare.org

 




I Focolari aderiscono al minuto per la pace

Il 16 febbraio 2022 parte l’iniziativa di “un minuto per la Pace”, proposta da Azione cattolica italiana e Forum internazionale di Ac (Fiac), che, raccogliendo l’invito di Papa Francesco e dei vescovi italiani a pregare per la pace, chiedono a tutti di dedicare, appunto, un minuto alla preghiera per la pace, specialmente dopo i recenti avvenimenti accaduti tra Ucraina  e Russia. La pace è anche un bene troppo prezioso per lasciarlo alla sola responsabilità dei potenti, come ci ricorda Papa Francesco, nel Messaggio per la 55ª Giornata mondiale per la pace.

Anche il Movimento dei Focolari aderisce all’iniziativa. Da alcuni anni le comunità dei focolari hanno intensificato la preghiera comune per la pace attraverso il Time out quotidiano alle ore 12 di ogni fuso orario. Nato per iniziativa di Chiara Lubich nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, e di fronte alle guerre assurde che insanguinano il pianeta, il Time out consiste nel prendere un minuto di silenzio o di preghiera per chiedere la pace e rimettere a fuoco l’impegno personale a costruirla laddove siamo.




Elezioni Politiche 25 settembre 2022 #andiamoavotare #iovoto

ELEZIONI, AL VIA LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE AL VOTO DI ACLI, AZIONE CATTOLICA E MOVIMENTO POLITICO PER L’UNITA’-FOCOLARI.

Allarmati dagli ultimi sondaggi secondo i quali un giovane su due under 35 non si recherà alle urne e consapevoli che da troppo tempo in Italia il primo partito delle elezioni risulta essere l’astensionismo, le Acli, Azione Cattolica e il Movimento Politico per lUnitàFocolari – lanciano la campagna social #andiamoavotare per sensibilizzare al voto del 25 settembre.

Un appello a tutti i cittadini e alle cittadine affinchè si torni a considerare il voto come un diritto/dovere che rappresenta un pilastro essenziale per la vita democratica e volano per la costruzione del Paese che vogliamo.

Per questo, le Acli, l’Azione Cattolica e il Movimento Politico per l’Unità  chiedono il contributo e il coinvolgimento di tutta la società civile, del mondo della cultura, dell’arte, dello sport e dello spettacolo,  affinché si possa sensibilizzare l’opinione pubblica con particolare attenzione ai giovani per contrastare lastensionismo.

Proprio per valorizzare il protagonismo di tutti coloro che sentono di voler dare il proprio contributo, si potrà aderire alla Campagna  realizzando un brevissimo video (massimo 15 secondi) con le motivazioni che spiegano limportanza del voto e il perché  è fondamentale andare a  votare. Il video sarà pubblicato  sui social delle associazioni che hanno lanciato l’iniziativa, sotto gli hashtag #andiamoavotare #iovoto. Sarà possibile partecipare anche tramite una foto con in mano un cartello con la scritta “#iovoto”, in cui ciascuno  indicherà brevemente le proprie  motivazioni  e valori per cui è essenziale partecipare con il proprio voto all‘imminente tornata elettorale.

La campagna non vuole essere di supporto a nessun partito o candidato, ma sottolineare l’importanza di una partecipazione attiva e consapevole alla vita politica del nostro Paese.

Per partecipare si può scrivere alla mail ufficiostampa@acli.it

Modulo-Appello-da-stampare_-iovotoperche

https://italia.mppu.org/notizie/andiamoavotare/

https://azionecattolica.it/elezioni-al-via-la-campagna-di-sensibilizzazione-al-voto-di-ac-acli-e-movimento-politico-per-lunita-focolari/

https://www.acli.it/elezioni-al-via-la-campagna-di-sensibilizzazione-al-voto-di-acli-azione-cattolica-e-movimento-politico-per-lunita/

Video di ARGIA ALBANESE – Presidente del Movimento politico per l’unità-Italia del Movimento dei Focolari

 




Fari di pace: Genova, 2 aprile, marcia per la pace e contro le armi

L’appuntamento della marcia è per il 2 aprile 2022 alle ore 15.00, Piazza San Lorenzo. Essa è promossa da  Pax Christi Italia con un largo fronte di associazioni ecclesiali e laiche (in calce), in collaborazione con l’Arcidiocesi di Genova e la Diocesi di Savona-Noli.

PROGRAMMA

  • Intervento dei Vescovi di Genova e Savona monss. Marco Tasca e Calogero Marino
  • Consegna e firma della bandiera della Pace
  • Testimonianza del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali
  • Interventi di Pax Christi, Weapon Watch, Economia Disarmata
  • Corteo fino al Porto Antico con le bandiere della pace
  • Consegna delle richieste all’Autorità Portuale: trasparenza sui carichi e divieto di transito alle “navi della morte”

Leggi articolo su Città Nuova

Leggi sul sito della Liguria

Alle ore 11 si terrà una riflessione sulla conversione ecologica integrale a cura di Città Nuova – Genova, Cappella Grimaldi – Santa Maria di Castello.

 

 

 

L’APPELLO

Appello a tutte le persone che vogliono davvero la pace.

Troviamoci in Piazza San Lorenzo a Genova sabato 2 aprile alle 15.00. Getteremo “fari di pace” sul traffico di armi in cui siamo coinvolti, che nutre e prepara le guerre attorno a noi, sempre più vicine. Consegneremo richieste forti all’Autorità Portuale di Genova. C’è qualcosa di concreto che possiamo fare per fermare le prossime guerre, senza arrivare sempre “dopo”, quando è facile dirsi tutti “pacifisti” e sembra che la solidarietà sia l’unica risposta che possiamo offrire. Partiremo da Genova chiedendo a tutte le città portuali del nostro Paese di replicare la mobilitazione accendendo “fari di pace”. Basta armi che transitano dai nostri porti. Nessuna guerra non può alimentarsi della nostra complicità o indifferenza.

COME ARRIVIAMO QUI

Tre anni fa i camalli del CALP e della Compagnia Unica bloccavano armamenti destinati all’Arabia Saudita ma presentati come “attrezzature civili”, diventando così essi stessi “fari di pace” che rompono le tenebre di commerci illegali di cui non vogliono essere complici.

Un anno fa i portuali di Ravenna e di Livorno hanno dichiarato sciopero contro i container di esplosivi destinati a Israele, mentre Gaza veniva bombardata.

Pochi giorni fa i lavoratori dell’aeroporto di Pisa si sono rifiutati di lavorare al carico di “aiuti umanitari” destinati all’Ucraina sotto cui si celavano armi e munizioni.

Ucraina, Libia, Siria, Afghanistan, Israele… non vi è stato grave conflitto armato recente in cui non vi sia stato il coinvolgimento o il sostegno del governo italiano o di aziende operanti in Italia. E così nelle repressioni delle proteste popolari da parte di regimi autoritari in Egitto, in Kazakistan, in Myanmar, e perfino nella continua mattanza di civili in Messico.

Da decenni, in nessun conflitto armato vi è stato un vincitore, vi sono stati invece innumerevoli vittime e conseguenti ininterrotti flussi di migranti disperati, a cui l’Italia e l’Europa hanno risposto con la chiusura delle frontiere.

DAVVERO LA GUERRA INIZIA QUI?

Armi da montare. Carri armati. Sistemi di puntamento. Proiettili. Sono solo alcuni dei carichi che transitano abitualmente dal porto di Genova – destinati a paesi in conflitto, a maciullare uomini, donne e bambini – e che negli anni i portuali attivi nel CALP hanno visto con i loro occhi. Molto di più è quello che non viene dichiarato, in violazione delle leggi, che non viene più caricato/scaricato per evitare scioperi e proteste, ma transita ugualmente.

Il fiorente mercato della guerra inizia e passa anche qui da Genova, dove oggi siamo tutti in apprensione e disponibili ad accogliere i profughi ucraini, sentendoci emotivamente scossi da una guerra sul suolo europeo. Ma è l’ennesima ondata di profughi da tutto il mondo che in questi anni ci hanno chiamati in causa.

La guerra la prepariamo sempre noi: le nostre aziende che fanno ricerca e sviluppo di sistemi militari, le nostre banche che consentono le transazioni e il commercio di armi, una mancata nostra transizione ecologica che ci renda indipendenti da fonti energetiche estere e relativi regimi. Chiediamo con forza che l’Autorità Portuale di Genova nel rispetto della legge 185/90 chieda la rivelazione del carico alle navi che transitano da Genova, e rifiuti l’ingresso in porto alle navi della morte. Le guerre in tutto il mondo non siano portate avanti grazie a noi, al nostro sistema produttivo-logistico, o anche solo al nostro silenzio indifferente o ignorante.

MA TUTTO QUESTO E’ LEGALE?

In questi anni tante forze civili non hanno cessato di portare in piazza e in politica lo slogan «Porti aperti ai migranti e chiusi ai traffici di armi». Di chiedere realmente un’altra umanità possibile. Tuttavia la politica – tanto in Italia quanto nei paesi dell’alleanza atlantica in cui l’Italia si trova inserita – non ha saputo né voluto dare risposta e la corsa agli armamenti è continuata. Ora la guerra si sta avvicinando sempre più, e cala la paura anche su chi si credeva al sicuro.

La legge “185/90”, che regola l’export militare, esiste da 30 anni: prevede che le aziende produttrici di armamenti chiedano al governo le autorizzazioni ad esportare e vieta di fornire armi a Paesi in conflitto armato o che violano i diritti umani, in contrasto con l’articolo 11 della Costituzione in cui si afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli. Questa legge continua ad essere disattesa. Nel 2020 l’Italia è salita al 7° posto tra i paesi esportatori di armi. Destinatari delle armi italiane sono soprattutto i paesi del Nordafrica e del Golfo persico, monarchie assolute e regimi illiberali che non garantiscono libertà di opinione e diritti umani.

In nome della libertà di mercato, l’industria delle armi non vuole limitazioni o controlli, tanto meno che siano divulgate informazione sui suoi affari. Nel nostro porto transitano navi a cui non viene chiesto cosa trasportino, e si viene a sapere solo grazie a coraggiosi lavoratori che sono spesso cariche di armi dirette a paesi in guerra. A maggio 2019, grazie alla mobilitazione della rete Genova Aperta alla Pace, a Genova il Consiglio comunale e il Consiglio regionale hanno approvato all’unanimità la “mozione di Assisi” per chiedere al Parlamento e al Governo di vietare vendita e transito di armi destinate al conflitto in Yemen. Un impegno comune è possibile, è necessario.

E se vogliamo la pace, è ora di dire basta. La legge va rispettata. La guerra va fermata dove nasce, dove diventa business: nei luoghi della produzione e della distribuzione di armi.

PROMUOVONO:

Pax Christi Italia

C.A.L.P.

Tavolo Giustizia e Solidarietà coordinato da Caritas Genova

Ora in silenzio contro la guerra

The Weapon Watch

AGESCI Liguria

ARCI Genova

ACLI Liguria

CVX – Genova

Centro Banchi

La Piuma Onlus

Comunità San Benedetto al porto

Libera Liguria

Genova Aperta alla Pace

ANPI Genova

Federazione Italiana Associazioni Partigiani Emergency Genova

Economia disarmata

Redazione Contropiano

Le veglie contro le morti in mare Associazione Papa Giovanni XXIII

Genova Che osa

Società missioni africane

Soci e socie di Banca Etica (Genova e La Spezia) Centro Italiano Femminile

Circolo Nuova Ecologia Genova

Unione democratica arabo palestinese

Music for Peace

Legambiente

CONTATTI e Adesioni

info@weaponwatch.it




Consigliera regionale per passione

La più giovane consigliera nella storia della regione Veneto. Con un impegno preciso: fare della politica la casa della fraternità.

Cristina Guarda, 25 anni, lavoratrice dipendente dall’età di 20 anni, imprenditrice agricola, interessata al mondo della piccola impresa, attenta al progetto dell’Economia di Comunione. Com’è nata la tua passione politica?

«L’anno scorso a un workshop sull’etica nell’impresa organizzato a Palermo dai giovani dell’Economia di Comunione, una citazione del prof. Becchetti: “Politica non è occupare uno spazio di potere, ma creare progetti nel tempo” mi ha aperto un nuovo orizzonte.

Qualche giorno dopo, tornando dal lavoro, ho ricevuto la chiamata di un parlamentare veneto: mi proponeva di candidarmi in una lista civica al Consiglio regionale.

I miei amici mi hanno sempre definita un’ottimista sognatrice, determinata, capace di disquisire anche per ore sulle realtà sociali e politiche, ma mai mi ero occupata della sua parte pratica. Della politica vera, non quella della dialettica e della retorica di buon senso, ma quella pragmatica fatta di leggi, programmi e concretezze, non sapevo proprio nulla.

Il mio curriculum stracolmo poteva giustificare una candidatura, ma con quali prospettive di vittoria per un ruolo cui approdano solitamente ultra 40enni con una ventennale esperienza di partito?».

Cosa ha determinato la tua decisione? Chi ti ha dato la spinta definitiva?

«Ti confesso che il mio sì è stato convinto ed entusiasta (maturato assieme alle persone a me vicine), anche se consapevole di quanto fosse complessa la situazione che avrei dovuto affrontare. Ci credevo e ci credo. Come avrei potuto tenere per me, chiuse in un cassetto, le esperienze di vita, le convinzioni maturate nell’ambito della mia comunità? Sapevo di non essere sola. Quanto avevo imparato e vissuto nell’ambito del Movimento dei Focolari andava messo alla prova dei fatti, al servizio dei tanti bisogni che attraversano la mia Regione.

Il mio obiettivo non era certo vincere: sapevo che sarebbe stato improbabile entrare in Consiglio, ma comprendevo altrettanto chiaramente che era un’occasione per testimoniare che il fine ultimo della politica è la fraternità, è il “servizio umile al prossimo”.

La campagna elettorale è stata un percorso fatto di scelte importanti come non investire denaro nell’autopromozione su radio e giornali, non assumere uno stile aggressivo che discredita l’avversario. Sono scelte che determinano un apparente isolamento, ma ben presto suscitano solidarietà e condivisione.

Ho trovato sostegno in Valter, anche lui candidato alle elezioni regionali, in Francesco, impegnato in un volantinaggio che non ha conosciuto soste, e persino in Marco di Torino e Noemi di Enna che da 300 e 1300 chilometri di distanza mi hanno supportata nella progettazione della faticosa campagna elettorale.

Non si è trattato di un sostegno determinato dall’appartenenza allo stesso partito, quanto della convergenza su un punto fondamentale per tutti noi: fare della politica la casa della fraternità».

Poi l’inaspettata elezione. Cosa ha significato per te e a cosa ti stai dedicando oggi?

«Entrando in Palazzo Ferro Fini a Venezia dopo l’elezione ho avvertito di poter continuare ad aver fiducia in chi mi aveva portato fino a lì. Per la più giovane consigliera nella storia del Veneto acquisire autorevolezza di fronte ai colleghi non è semplice, ma sono accompagnata da ottimi compagni di viaggio, fuori e dentro al Palazzo.

La mia famiglia, il mio fidanzato, gli amici con cui condivido gli ideali alti e concreti del Vangelo vissuto, esponenti delle comunità cristiane e islamiche, associazioni operanti nel territorio, tanti cittadini attivi.

Il rischio di cadere nel vortice della ricerca di consenso, di dare priorità alle apparizioni sui giornali è sempre molto alto, ogni giorno. E ogni giorno si ripresenta l’opportunità di scegliere come intervenire sui banchi del Consiglio, dando e cercando rispetto.

Attualmente partecipo a 3 commissioni su 5, ognuna molto articolata e impegnativa.

Gli ambiti che voglio approfondire sono quelli legati alla mia formazione: agricoltura e ambiente, piccole e medie imprese, attenzione alle fasce più a rischio di emarginazione: disoccupati, bambini, malati.

Cerco di dedicare tempo alle visite nel territorio: aziende, scuole, ospedali, centri turistici. Incontro persone che amano l’innovazione e chiedono a gran voce un cambio di rotta anche nella vita politica, apprezzano la trasparenza e la sincerità. Praticamente sto scoprendo le potenzialità della mia gente e della società in cui vivo. Ciò che noto con sorpresa è che la gente apprezza la distanza dai soliti metodi di fare politica, questo mi incoraggia e nello stesso tempo mi impegna. Mi ritrovo spesso ad ammettere la mia ignoranza e a chiedere aiuto».

Sappiamo del tuo impegno per importanti progetti di legge in una Regione che presenta grandi potenzialità e altrettante sfide. Cosa ritieni essenziale affrontare e risolvere?

«Sto studiando con precisione opportunità sulla partecipazione attiva della cittadinanza, sulle politiche giovanili e per la famiglia, sulla ricerca agricola e sul microcredito. La realizzazione di questi i progetti, i più ambiziosi, è lenta poiché desidero sia partecipata sempre da altri consiglieri, tecnici, studiosi, professori, amministratori, giovani e associazioni del territorio.

Ho condiviso con altri consiglieri, di minoranza o maggioranza, una serie di interrogazioni e mozioni, e costretto ad affrontare alcuni gravi problemi relativi al territorio. Questo mi aiuta a non alimentare polemiche, a denunciare le ingiustizie senza cadere nella strumentalizzazione politica».

Tutto ciò è stato possibile anche per la cosiddetta “legge anti-moschee” che ha tanto fatto parlare i giornali nei mesi scorsi.

«Era un progetto di legge proposto da alcuni consiglieri di maggioranza e minoranza nell’ottobre del 2015 e discusso subito dopo i drammatici fatti di Parigi. In Consiglio e sui giornali veniva denominata tristemente “legge anti-moschee”, io preferisco chiamarla “legge sui luoghi di culto”. L’obiettivo era delegare ai Comuni l’opportunità di autorizzare a livello edilizio e urbanistico l’apertura di luoghi di culto, di formazione o di sostegno sociale legato al culto. A mio avviso era una legge rischiosa perché poteva bloccare non solo la vitalità della comunità islamica veneta, ma anche quella di ogni chiesa, cattolica, ortodossa o evangelica, di ogni comunità, movimento o associazionismo legato al culto.

Pur sapendo che la legge sarebbe passata così com’era, non accettavo che venisse approvata senza l’utilizzo del prezioso strumento delle “audizioni”, unico metodo di partecipazione e consultazione della cittadinanza di cui disponiamo in Consiglio regionale. Mi sono letteralmente impuntata affinché venissero chiamate tutte le espressioni religiose rappresentate in Veneto, cogliendo l’occasione per un confronto mai visto prima d’ora in Regione.
Ho iniziato una lunga e faticosa opera di confronto con la mia diocesi e i vescovi, gli imam conosciuti grazie al Movimento dei Focolari, la diocesi ortodossa, la Caritas e altre associazioni che potevano essere messe in difficoltà nel seguire la propria vocazione di assistenza.
Il giorno dell’audizione in Regione, segnalata con poco preavviso, ero stremata dal rincorrere i responsabili delle molte chiese e un po’ preoccupata perché cosciente che forse gli unici a presentarsi sarebbero stati i rappresentanti del mondo islamico del Veneto. Arrivata in commissione, non credevo ai miei occhi: non solo vi erano 6 amici della comunità islamica, ma anche i Sikh, la Chiesa luterana, ortodossa, riformata, protestante, i Testimoni di Geova. Nonostante ciò, la legge è stata approvata, molti consiglieri sono rimasti sordi. Ma la buona notizia è che il governo l’ha impugnata proprio perché la si considera non rispettosa dei principi di libertà di culto. È stato un grande successo per me attivare un confronto tra Regione e cittadini che ora potrebbe diventare permanente con l’istituzione di un tavolo interreligioso.

Le dinamiche in cui lavoro restano dure, a volte chiuse alle sfide dell’inarrestabile connotazione multietnica del nostro Paese. Con la difficoltà aumenta in me la passione con obiettivi chiari e condivisi: non aver paura delle conflittualità, continuare a far emergere i bisogni e le domande dei cittadini, catalizzare il positivo, le tante soluzioni concrete già attivate nel territorio, come antidoto alla disgregazione sociale».

a cura di Maria Rita Topini

Blog di Cristina Guarda http://www.cristinaguarda.it/blog




Convegno: “Nessuno solo”

Convegno: “Nessuno solo” – Appassionati del sociale

Casa per ferie Seraphicum, Via Serafico 1 – Roma
Metro Laurentina capolinea
GRA uscita 25
Roma 15/17 marzo 2019
Per maggior informazioni: umanitanuova.italia@gmail.com

NESSUNO SOLO 2

Dopo la data del 1/3 febbraio 2019 le iscrizioni si riaprono per un secondo appuntamento dal 15 al 17 marzo 2019, sempre nello stesso luogo. Questo secondo appuntamento si ripete per quanti non hanno potuto iscriversi nella precedente data.

Link di iscrizione: https://goo.gl/forms/pILMdm7XLi3efKff2

Scadenza iscrizioni 18 febbraio.

Il programma inizierà alle ore 20,00 del venerdì 15 marzo c.a. e si concluderà alle ore 13,00 della domenica 17 marzo c.a.
 
Il convegno è concepito come un lavoro di ricerca disteso nelle due giornate: un laboratorio in cui tutti – relatori e partecipanti – sono chiamati a dialogare, a leggere insieme le pratiche di “azione sociale” che ciascuno realizza nel suo mondo di relazioni.
Come indicato nella brochure 4 saranno i laboratori tematici a cui ci si potrà iscrivere. 
 
Costi e scadenze:
 
– il costo complessivo dell’appuntamento è di € 110,00, comprensivo dei pernotti di venerdì 15 e di sabato 16 marzo, con relative colazioni, vitto del sabato e tasse di soggiorno. 
 
– Per chi volesse cenare il venerdì e/o pranzare la domenica, si dovrà aggiungere al costo complessivo il prezzo di €15,00 a pasto, segnalandolo nel modulo di iscrizione.
Tale servizio sarà fornito dalla struttura se richiesto da un minimo di 10 persone, diversamente la segreteria organizzativa provvederà a darne notizia per tempo.
 
– La scadenza delle pre-iscrizioni è fissata al 18 febbraio 2019, mentre l’iscrizione potrà ritenersi completa all’arrivo del bonifico non oltre il 28 febbraio 2019.
 
Il bonifico del costo complessivo va effettuato a:
Framu Umanità Nuova
IT65Q0501803200000000240261
 
La segreteria organizzativa 

Brochure Nessuno solo

Non siamo in un’epoca di cambiamento, ma in un cambiamento d’epoca”.

Tale passaggio del discorso di Papa Francesco a Loppiano a maggio 2018, può essere il punto di partenza della nostra riflessione sulla realtà sociale.

Se guardiamo al mondo intorno a noi, con le relazioni che intercorrono fra singoli, famiglie e gruppi, possiamo riferire che la nostra quotidianità è profondamente cambiata negli ultimi 20 anni, e velocissimamente negli ultimi 10, e non poco per effetto dell’impatto della tecnologia sulle nostre relazioni, con le sue potenzialità smisurate di connetterci. Mediamente si passa più tempo in relazioni virtuali che in relazioni reali, in un crescendo di autismo e narcisismo. Soggiogati alle opportunità e alla velocità delle macchine, cresce la minaccia di una nuova marginalità: chi non tiene il ritmo o non è “on line” è fuori. L’essere umano vive così un paradosso: ritenere che tutto è possibile e a portata di mano e nello stesso tempo sperimentarsi insicuro e impaurito. Il corpo, la natura stessa, e il tempo si dissolvono e con essi ciò che è specificamente umano: l’esperienza dell’incontro autentico con l’altro, l’esperienza del limite.

Anche per quanto riguarda la lettura della stratificazione sociale in rapporto all’accesso alle risorse, sono in atto mutamenti che vedono crescere, accanto alle fasce tradizionalmente marginali e alle famiglie povere immigrate, un “ceto medio impoverito” che – laddove si possono disporre dati recenti, che tengono in considerazione non solo il reddito, ma anche la precarietà lavorativa, l’indebitamento e i disturbi psichici – può essere quantificato nel 30% della popolazione. E’ importante considerare questo fenomeno di impoverimento con fattori di tipo materiale e immateriale, per l’evaporazione delle reti sociali e familiari, in un clima culturale bulimico che induce a non voler rinunciare ad alcuna opportunità e nel diffuso risentimento anti-istituzionale. Occorrerà riprendere le misure della propria città, con le sue drammatiche e feconde periferie, per comprendere cosa sia oggi la povertà.

Il welfare tradizionale, i cui servizi sono calibrati per un numero di poveri non superiore al 5% per di più con dotazioni finanziarie in calo, ne è messo in crisi al pari della democrazia. La nuova vulnerabilità è emersa alla coscienza collettiva dopo la crisi del 2008 e rischia di essere percepita solo nei suoi elementi economico-monetari (“non si arriva a fine mese”) lasciando in ombra il venir meno dei legami sociali che ne è all’origine. Anche ilvolontariato e l’associazionismo tradizionali sono attraversati da un processo di lento, ma inesorabile declino, senza che ovviamente ne venga meno l’indispensabile funzione sociale. Occorre pensare ad iniziative che coinvolgano il 100% dei cittadini: un welfare di comunità, per tutti con la collaborazione di tutti. La comunità locale sa riconoscere e farsi carico di questa diffusa nuova povertà che l’attraversa, cambiando paradigma per guardare alla comune esperienza di fragilità la condizione esistenziale da cui ripartire.

A prestare attenzione alle molteplici manifestazioni del sociale, non è raro scoprire gente creativa, capace di gesti senza tornaconto, di impegno esemplare a mantenere vivi i legami sociali nei quartieri o nei gruppi. Agire agapico viene definito questo tipo di amore che unisce: lo si ritrova e lo si studia anche nell’economia civile e nella cittadinanza attiva per la tutela dei beni comuni. Vorremmo dare rappresentazione e spazio sufficiente a questa socialità del “noi” per cercare di leggere, descrivere e interpretare la ricchezza di molte pratiche – laboratori di comunità – che lasciano intravedere forme inattese di benessere comunitario. “Restare umani” ne è l’imperativo: solo nella vicinanza fisica dei corpi in relazioni faccia a faccia, in un nuovo sguardo e ascolto dell’altro, nella scelta di tempi distesi e conviviali contro le pressioni di una società tendenzialmente orwelliana, si abbassa la paura dell’altro e si ri costruisce quel “con-senso” che rivitalizza – con il welfare – la democrazia.




Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari

Azione Cattolica, Acli, Movimento dei Focolari, Comunità Papa Giovanni XXIII, Pax Christi. Importante appuntamento a Roma sul tema:“Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari” svoltosi sabato 26 febbraio 2022.

RIVEDI LO STREAMING:

«Quali sono oggi gli ostacoli che nella nostra società impediscono la presa di consapevolezza della reale minaccia dell’apocalisse nucleare denunciata da Papa Francesco? Quali percorsi e azioni credibili possiamo condividere per poter incidere sulle scelte strategiche di contrasto alla guerra da parte del nostro Paese?»

Sabato 26 febbraio 2022 saremo a Roma per cercare di dare una risposta condivisa a queste domande.

Ci ritroveremo, quindi, per riflettere sulle radici della pace alla luce della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa, e per rinnovare l’impegno per scelte concrete di pace. Ci troveremo alla Domus Mariae, in va Aurelia 481, dalle ore 10 alle ore 13, per confrontarci assieme alle oltre 40 Associazioni cattoliche che la scorsa primavera hanno firmato il documento in cui si chiede al Governo italiano di aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari.

L’iniziativa si collega idealmente con lo storico evento che in contemporanea vedrà riuniti a Firenze vescovi e sindaci del Mediterraneo nel segno della profezia di pace di Giorgio La Pira, che invitava “a trasformare le armi distruttive in strumenti edificatori di pace e di civiltà” e ad “abbattere i muri per costruire ponti”.

L’incontro di Roma e l’appuntamento di Firenze assumono ancora più significato alla luce di quanto stiamo vivendo in questi giorni con angoscianti scenari di guerra che minacciano il cuore dell’Europa. Tale situazione interpella fortemente la coscienza di ognuno nell’essere autentico costruttore e artigiano di pace.

Papa Francesco non si stanca di denunciare la follia della guerra e l’immoralità non solo dell’uso ma anche del semplice possesso delle armi nucleari, richiamando l’urgenza di essere ‘artigiani’ di pace. “Come è triste quando persone e popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano di farsi la guerra” (Angelus 20.02.2022).

 L’incontro di sabato 26 febbraio alla Domus Mariae a Roma vedrà il saluto iniziale del Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Giuseppe Notarstefano. Seguiranno gli interventi di mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura, Gravina, Acquaviva delle Fonti e presidente nazionale di Pax Christi; di Maria Bianco, del Coordinamento delle teologhe italiane; e di Maurizio Simoncelli dell’Archivio Disarmo di Roma.

Interverranno poi diversi responsabili di associazioni e realtà del mondo cattolico italiano, per rinnovare il proprio impegno per dire NO alla guerra e alle bombe nucleari. Un impegno che raccoglie l’appello di San Giovanni Paolo II il quale nel 1990 gridò: “Mai più la guerra, avventura senza ritorno!”. Un appello che ricordava a tutti l’accorato discorso di San Paolo VI all’ONU, il 4 ottobre 1965: “Non più la guerra, non più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell’intera umanità!”

Ed è preoccupante proprio l’assenza delle Nazioni Unite in questi giorni, sia nell’opera diplomatica per scongiurare un conflitto sia nella presenza sul terreno come forza di mediazione e di pace.

Al termine dell’incontro verrà rilanciato l’invito al Governo e al Parlamento italiano ad affrontare la questione dell’adesione al Trattato di proibizione delle armi nucleari come richiesto dalla società civile con la campagna “Italia ripensaci”. Si ribadirà inoltre che la guerra è sempre e comunque un fratricidio, un oltraggio a Dio e all’uomo, un’opzione che va tolta dalle agende della politica per fare spazio alla diplomazia e al confronto.

L’incontro, di cui alleghiamo il programma, sarà trasmesso anche in diretta streaming sul canale Youtube di Azione Cattolica Italiana.

Roma, 21 Febbraio 2022

Giuseppe Notarstefano

Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana

Emiliano Manfredonia

Presidente nazionale delle Acli

Giovanni Paolo Ramonda

Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo

Responsabili nazionali del Movimento Focolari Italia

Mons. Giovanni Ricchiuti

Presidente nazionale di Pax Christi

Info:

Per qualsiasi informazione in merito all’appuntamento di sabato 26 febbraio 2022 a Roma ci si può rivolgere alla referente organizzativa, Laila Simoncelli, della Comunità Papa Giovanni XXIII (lailaita@libero.it cell. 3313063098) o agli altri componenti della segreteria organizzativa:

Michele Tridente, Segretario Generale dell’Azione cattolica italiana m.tridente@azionecattolica.it

Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale delle Acli stefano.tassinari@acli.it

Carlo Cefaloni, del Movimento dei Focolari, componente la redazione della rivista “Città Nuova” carlo.cefaloni@gmail.com

Don Renato Sacco, componente il Consiglio nazionale di Pax Christi renatosacco1@gmail.com

Anselmo Palini, saggista, palini.anselmo@gmail.com

Comunicato stampa _26 febbraio 2022




“Reinventare la pace”: i nostri auguri

Di fronte ai venti di guerra che continuano a minacciare l’umanità ci sentiamo interpellati in prima persona a promuovere quella pace che ai più sembra impossibile raggiungere.

«Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune».

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Così papa Francesco conclude il suo messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2017 il cui tema è “La nonviolenza: stile di una politica per la pace”.

 

Riproponiamo per l’occasione un editoriale di Chiara Lubich pubblicato sul n° 24/2003 di Città Nuova, il cui titolo,

No alla sconfitta della pace

vuole essere al contempo un impegno e un augurio ai nostri lettori per il Natale ormai prossimo e per il nuovo anno che è alle porte.

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No alla guerra. L’impegno dei Focolari in Italia.

Intervento di Cristiana Formosa e Gabriele Bardo al Convegno promosso da Azione Cattolica, Acli, Movimento dei Focolari, Comunità Papa Giovanni XXIII, Pax Christi.

Pubblichiamo l’intervento di Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, Delegati del MdF in Italia, al Convegno che si è tenuto a Roma sabato 26 febbraio 2022 dal titolo  “Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari”, un confronto assieme alle oltre 40 Associazioni cattoliche firmatarie del documento in cui si chiede al Governo italiano di aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari.

«Il Movimento dei Focolari, come noto, è nato proprio sotto le bombe della seconda guerra mondiale, uno scenario che paurosamente ritorna nelle immagini che proprio in questi giorni ci raggiungono dall’est europeo. Purtroppo la crisi odierna fa seguito ad innumerevoli altre, delle quali però abbiamo meno coscienza perché non raccontate dai nostri media, ma altrettanto devastanti, come lo è ogni guerra.

Chiara Lubich e le sue prime compagne, proprio in quel contesto che poteva portare solo a scoraggiamento e paura, impugnarono la potente arma del Vangelo e riuscirono a dare coraggio e speranza a tutti quelli che incontravano, suscitando una vera rivoluzione, quella dell’amore: un amore concreto, volto a risolvere i problemi sociali di Trento, la loro città: un esempio tuttora!

La terribile cronaca di questi giorni ci fa riflettere.
Forse è il momento di dare una sferzata al disorientamento in cui possiamo essere caduti e reagire con una nuova radicalità nella vita evangelica.

Il trovarci qui è un segno importante di un cammino iniziato da tempo e che deve essere portato avanti insieme, con rinnovato slancio e impegno.
Ci siano di profondo stimolo queste parole di Papa Francesco pronunciate nel febbraio 2020: “E’ necessario affermare che la più grande struttura di peccato, o la più grande struttura di ingiustizia, è la stessa industria della guerra, poiché è denaro e tempo a servizio della divisione e della morte. Il mondo perde ogni anno miliardi di dollari in armamenti e violenza, somme che porrebbero fine alla povertà e all’analfabetismo se si potessero ridestinare.”

Ancora il Papa, nell’agosto 2019 a Hiroshima, riguardo al problema delle armi nucleari: “Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche”.
Utopia il pensiero di Papa Francesco? Il rischio infatti può essere quello di parlare di pace, ma poi cedere all’impotenza in cui ci sentiamo di fronte alle decisioni dei potenti della terra come se tutto dipendesse da loro. Sappiamo invece che se prendiamo sul serio la responsabilità dei singoli e ci uniamo a tutti quelli che seguono la voce della coscienza, si può cominciare a fare breccia in quelle decisioni che sembrano ineluttabili.

Due esempi concreti a cui il Movimento dei Focolari ha dato e dà un contributo fattivo insieme ad altre associazioni.
In Sardegna, nella regione del Sulcis Iglesiente, nasce nel 2017 il Comitato Riconversione RWM, una fabbrica di bombe utilizzate nell’ormai cronico conflitto in Yemen. Con grande tenacia si stanno portando avanti idee e progetti per la riconversione industriale della fabbrica, nonostante la diffidenza di parte della popolazione locale e i rapporti non facili con le istituzioni. Nel maggio del 2019 si scopre che nel porto di Genova transitano carichi di armi destinati al Medio Oriente. I lavoratori portuali decidono di rifiutarsi di scaricare quelle navi, prontamente appoggiati dalla società civile tramite la rete “Genova aperta alla pace”. Queste due esperienze sicuramente hanno dato il proprio contributo alla decisione, circa un anno fa, del governo italiano nel vietare l’export di bombe all’Arabia Saudita ed Emirati Arabi.

Per essere concreti, dobbiamo far sentire la nostra opinione di cittadini, di credenti che riconoscono l’assurdità della guerra. La storia ci sta insegnando ancora una volta che la corsa agli armamenti non garantisce stabilità e pace. Sappiamo che è molto complicato che l’Italia aderisca al Trattato per la proibizione delle armi nucleari senza un’azione comune, una spinta dal basso, che deve nascere e crescere anche a livello europeo. Mai come in questo momento è necessario un forte movimento di opinione pubblica che crei le condizioni per portare i nostri governi a firmare e ratificare il Trattato. Finché resta un argomento di nicchia, di cui pochi, nell’ambito dei nostri movimenti e associazioni, si interessano, ciò resterà senza esito positivo. Come Movimento dei Focolari in Italia vogliamo impegnarci in tal senso, coinvolgendo tutti i membri e attivando tutti i nostri contatti in essere con amici di altre chiese cristiane, di altri credi religiosi e di convinzioni diverse

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo

RIVEDI LO STREAMING COMPLETO:




Comunicato stampa: l’Italia dica no alla guerra e alle armi nucleari. Adesso.

01.03.2022

Azione Cattolica, Acli, Movimento dei Focolari, Comunità Papa Giovanni XXIII, Pax Christi

L’Italia dica no alla guerra e alle armi nucleari. Adesso.

Siamo impegnati in tanti appelli e iniziative per la pace, per dire no alla guerra, nella condanna dell’invasione russa e nell’attivarsi per il pieno soccorso umanitario e l’accoglienza della popolazione ucraina.

Mentre soffiano venti di guerra e di morte, e si affaccia anche la possibilità del ricorso alle bombe nucleari, chiediamo all’Italia di aderire ora, proprio in questi giorni, al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari.

Ci appelliamo al Governo e al Parlamento italiano perché ADESSO dica no alle bombe nucleari sul nostro territorio, a Ghedi e ad Aviano.

Sabato scorso ci siamo trovati a Roma, “Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari” per un incontro tra oltre 40 realtà nazionali del cattolicesimo italiano. Avremo modo di ritornare con calma su questo cammino e impegno.

Ma ORA chiediamo questo gesto che apparentemente può sembrare sconsiderato e folle. Ma è la guerra ad essere pura follia! Un gesto che potrebbe essere visto come debolezza, o resa. E invece è un gesto che riporta sul tavolo i valori veri della pace, della vita.
La pace ha bisogno di scelte che possono sembrare folli e insensate, ma che in realtà possono scompigliare la ‘logica’ irrazionale della guerra ed evitare la catastrofe.

Siamo convinti, come spesso denunciato da papa Francesco e in sintonia con la Campagna “Italia ripensaci”, che non solo l’uso ma anche il possesso di armi nucleari sia assurdo, irrazionale, immorale, illegale, inaccettabile.

Decidiamo ora, subito, di aderire al Trattato. Sarà un segnale per tutti in un momento in cui si è adombrata la terribile possibilità di utilizzo di ordigni atomici.
Siamo convinti che ci vuole più coraggio a scegliere la pace che non la guerra.
E questo è il momento.

Con tale consapevolezza partecipiamo alla giornata di preghiera e digiuno per la pace proposta da papa Francesco.

Giuseppe Notarstefano
Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana

Emiliano Manfredonia
Presidente nazionale delle Acli

Giovanni Paolo Ramonda
Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo
Responsabili nazionali del Movimento Focolari Italia

Mons. Giovanni Ricchiuti
Presidente nazionale di Pax Christi

Per informazioni:

Segreteria organizzativa:

Laila Simoncelli, Comunità Papa Giovanni XXIII
lailaita@libero.it cell. 3313063098

Michele Tridente, Segretario Generale dell’Azione cattolica italiana
m.tridente@azionecattolica.it

Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale Acli
stefano.tassinari@acli.it

Carlo Cefaloni, Movimento dei Focolari, redazione rivista “Città Nuova”
carlo.cefaloni@gmail.com

Don Renato Sacco, Consiglio nazionale Pax Christi
renatosacco1@gmail.com

Anselmo Palini, saggista
palini.anselmo@gmail.com




Margaret Karram: ritrovare la strada del rispetto dei diritti umani attraverso dialogo e riconciliazione

La dichiarazione della Presidente del Movimento dei Focolari in seguito allo scoppio delle gravi violenze in Terra Santa del 7 ottobre 2023: “Giustizia, il dialogo e la riconciliazione, strumenti indispensabili per costruire la pace”. 

Non ci sono parole per esprimere l’infinito dolore che ho in cuore per le popolazioni di Israele e Palestina; per i morti, le persone ferite, quelle tenute in ostaggio, i dispersi e le loro famiglie che l’ultimo, gravissimo scoppio di violenza ha provocato nella mia terra.E’ con profonda fede che, insieme a tutto il Movimento dei Focolari, mi unisco all’appello di Papa Francesco, a quello del Patriarcato Latino di Gerusalemme, alle parole di pace di  responsabili delle diverse Chiese Cristiane e dei leaders delle Religioni – in particolare della regione israelo-palestinese – nel chiedere che si fermino le armi e si comprenda che, come ha detto Papa Francesco all’Angelus di oggi, “il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma ogni guerra è una sconfitta”.Nella preghiera al Dio della Pace e della Giustizia sono unita anche a quanti in tutto il mondo offrono preghiere, sofferenze e azioni, perché la pace vinca sull’odio e il terrore. Il mio grazie particolare va a quanti mi hanno scritto da luoghi di conflitto, come l’Ucraina, esprimendo offerta e vicinanza pur nella tragica situazione in cui vivono da oltre un anno.Impegniamoci a costruire un mondo fraterno e a fare tutto quanto ci è possibile affinché questi popoli e quanti sono nelle stesse condizioni di instabilità e violenza, ritrovino la strada del rispetto dei diritti umani; dove la giustizia, il dialogo e la riconciliazione sono gli strumenti indispensabili per costruire la pace.

Roma, 8 ottobre 2023

Margaret Karram
Presidente del Movimento dei Focolari

Fonte: https://www.focolare.org/2023/10/08/margaret-karram-ritrovare-la-strada-del-rispetto-dei-diritti-umani-attraverso-dialogo-e-riconciliazione/




“Economia disarmata”: gruppo di riflessione e azione

Gruppo di riflessione e azione su disarmo, riconversione e cammino della pace   promosso dal Movimento dei Focolari Zona Italia

Dopo la prima assemblea generale del Movimento dei Focolari in Italia, tenutasi a Castel Gandolfo dal 23 al 25 ottobre 2015, si è costituito un gruppo di lavoro per dare attuazione alla direttiva di seguire l’impegno per la costruzione della pace a partire dalle scelte nel campo della finanza e dell’industria del nostro Paese.

Il gruppo, che si è autodefinito, perciò, con il nome di “Economia Disarmata

  • Esercita un’attività di riflessione a servizio di azioni coerenti e consapevoli
  • Promuove direttamente e sostiene le attività di formazione e di impegno che si intende intraprendere in tal senso in Italia
  • Esprime posizioni nel dibattitto pubblico in concorso e condivisione con i responsabili nazionali del Movimento dei Focolari.

L’impegno per la pace è coessenziale al carisma dell’unità del Movimento nato storicamente con Chiara Lubich, sotto il bombardamento della città di Trento, e che ha come cofondatore Igino Giordani, che si definiva “deputato di pace” e perciò segno di contraddizione. Un tratto mantenuto ben saldo nel servizio svolto da Città Nuova con riferimento ai ricorrenti scenari di guerra.

Il primo compito da affrontare è quello dell’educazione integrale capace di alimentare una coscienza in grado di ribellarsi sempre verso la menzogna e la violenza.

Come osserviamo abitualmente, la consapevolezza dell’ingiustizia può produrre, invece, solo un’indignazione temporanea perché prevale l’accettazione della sconfitta, l’inutilità dell’azione secondo giustizia.

La diffusione più efficace del messaggio con i social media o la presenza agognata sui maggiori mezzi di informazione non risolvono la questione principale di trovare un soggetto umano capace di prendere posizione, anche da solo se necessita. Ce ne accorgiamo con molti dei nostri compagni di viaggio, anche e soprattutto credenti, che, pur bravi e sensibili, hanno interiorizzato una sconfitta profonda, fino a percepire l’impossibilità di poter fare qualcosa per cambiare il mondo.

Esiste una frattura molto profonda nel vissuto personale conseguente alla fine di ogni mito rivoluzionario. Il campo educativo, non solo per giovani, va quindi pensato a partire da questo stato di cose trovando il modo efficace per andare alle radici della coscienza con percorsi di interiorizzazione della vicenda di Milani, Mazzolari, La Pira, Giordani, Capitini, ecc.

Tra le tappe del percorso di questo gruppo di lavoro si segnala il sostegno all’iniziativa sulla politica di pace e disarmo promossa il 16 marzo 2016 presso la Camera dei deputati dai Giovani per un mondo unito e dalle scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità.  Il dialogo avviato con alcuni parlamentari e pezzi della società civile ha condotto i responsabili del Movimento dei Focolari in Italia a prendere esplicita posizione sulla violazione della legge 185/90 che vieta l’invio di armi nei Paesi in guerra.

Di Economia civile e disarmata si è parlato, in maniera sempre più approfondita, e creando sinergie, con l’istituto universitario Sophia , il Polo Lionello per l’economia di comunione e Banca Etica a Loppiano il 19 aprile 2016.

Sempre a Loppiano, l’11 maggio si è svolta un’intera giornata seminariale promossa da Made in the world (associazione di riflessione per l’impegno sindacale), dove è stata affrontato il nodo della politica industriale di Finmeccanica e il ruolo dei lavoratori nelle aziende di armi.

Per dare continuità all’impegno e all’esplicita presa di posizione del Movimento dei Focolari in Italia, si è stimolato un confronto aperto in sede parlamentare con un seminario promosso dal Movimento politico per l’unità il 5 luglio 2016 presso la Camera dei Deputati su “Guerre, scelte di pace e riconversione industriale”. L’incontro è stato promosso assieme a numerose associazioni e reti civili con la partecipazione, oltre di deputati senatori diversi parlamentari delle commissioni industria e difesa, di due relatori di prestigiosi centri di ricerca: l’istituto Archivio Disarmo, con il quale è già iniziato un rapporto di collaborazione, e l’istituto Affari internazionali.

Alla questione dell’Economia disarmata è stata dedicata una parte significativa del programma della scuola estiva promossa a Siracusa dal 2 al 12 agosto 2016 dai Giovani per un mondo unito.

Il Movimento dei Focolari ha aderito e invitato alla partecipazione della Marcia Perugia Assisi 2016 per la pace e la fraternità del 9 ottobre, facendo precedere tale gesto, che ha coinvolto come sempre un centinaio di migliaia di persone di diverse culture, da un convegno svoltosi il 5 ottobre presso il Centro La Pira di Firenze assieme a  diverse associazioni (Fondazione Balducci, Rete Disarmo, Fondazione don Milani, Dialogo interreligioso).

In questa occasione i presenti, hanno ricevuto l’invito a continuare nella strada intrapresa da Michele Gesualdi, uno dei ragazzi della scuola di Barbiana che resta l’esperienza feconda di formazione delle coscienze alla pace senza sconti e compromessi fino alla necessaria disobbedienza alle leggi ingiuste.

Nell’ottica di andare alle radici di una scelta di pace è stato avviato un percorso di confronto tra la scuola del pensiero del realismo politico che giustifica la guerra giusta (Niebuhr), il centro La Pira di Firenze e l’associazione italiana Thomas Merton.

In vista della settimana mondo unito a Firenze del maggio 2017 si vuole offrire, tra l’altro, una conoscenza sempre più diretta dell’esperienza di don Milani andando alle radici del ripudio della guerra espressa nella lettera ai cappellani militari.

Nel più lungo termine, si vuole proporre  a cominciare dall’estate 2017, nel pieno del triennio di rievocazione del primo conflitto mondiale, un percorso di approfondimento sui luoghi dove si è consumata “l’inutile strage” che, secondo una certa retorica, avrebbe forgiato l’unità nazionale, ma che, in effetti, rappresenta la rottura epocale, spesso rimossa, che continua a segnare la nostra epoca avvolta da quella che papa Francesco invita a riconoscere come una guerra mondiale a pezzi alimentata da un’insensata economia delle armi.

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“Stop alle forniture militari all’Arabia Saudita. Si salvi il lavoro in Sardegna”

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Comunicato stampa – 21 giugno 2017
“Stop alle forniture militari all’Arabia Saudita.
Si salvi il lavoro in Sardegna”

L’appello ai parlamentari italiani presentato oggi alla Camera da Reti e associazioni della pace, dei diritti umani e dell’intervento umanitario.
Le bombe italiane fanno stragi di civili in Yemen, alimentando uno dei conflitti più drammatici e gravi al mondo
Presentata oggi a Roma, in una partecipata conferenza stampa alla Camera dei Deputati, la proposta di Mozione parlamentare predisposta da alcune organizzazioni e reti della società civile italiana a riguardo del conflitto in Yemen.
”Si fermino le forniture militari verso Arabia Saudita e propri alleati” è il punto principale della proposta, lanciata da Amnesty International Sezione Italiana, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari in Italia, Oxfam Italia, Rete Italiana per il Disarmo, Rete per la Pace. Il testo di mozione riprende e rilancia quello della Risoluzione votata dal Parlamento Europeo (a febbraio 2016 e a metà giugno 2017) che per ben due volte ha richiesto di “avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte dell’UE di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita, tenuto conto delle gravi accuse di violazione del diritto umanitario internazionale da parte di tale paese nello Yemen”.
Nel corso della conferenza stampa sono stati richiamati da Archivio Disarmo i dati delle forniture militari italiane verso Arabia Saudita e Medio Oriente, mentre Amnesty International Italia, Ofxam Italia e Medici Senza Frontiere hanno evidenziato le drammatiche situazioni umanitarie e di violazione dei diritti umani in Yemen, in particolare ricordando gli attacchi subiti dagli ospedali in questi due anni di guerra e la situazione socio-sanitaria completamente degenerata (da cui è derivata l’attuale epidemia di colera).
Dopo aver illustrato il contenuto dell’Appello ai parlamentari, e i dati riportati anche nel testo di Mozione, si è dato spazio al “Comitato Riconversione RWM per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica, il disarmo” composto da oltre 20 organizzazioni della Sardegna che ha riportato all’attenzione nazionale le azioni locali per la riconversione produttiva dell’industria bellica nel Sulcis Iglesiente. Iniziativa derivata proprio come azione territoriale di reazione alla produzione e vendita di ordigni della RWM Italia verso l’Arabia Saudita.
Hanno poi portato sostegno alle iniziative in programma i rappresentanti di Fondazione Finanza Etica, Rete della Pace, Movimento dei Focolari in Italia, Rete Italiana per il Disarmo.

Nel corso dell’incontro si è infine ricordato che secondo il “Rapporto finale del gruppo di esperti sullo Yemen” inviato lo scorso 27 gennaio 2017 al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dichiara che «Il conflitto ha visto diffuse violazioni del diritto umanitario internazionale da tutte le parti in conflitto. Il gruppo di esperti ha condotto indagini dettagliate su questi fatti ed ha motivi sufficienti per affermare che la coalizione guidata dall’Arabia Saudita non ha rispettato il diritto umanitario internazionale in almeno 10 attacchi aerei diretti su abitazioni, mercati, fabbriche e su un ospedale». Da qui la richiesta di compiere azioni che riportino al centro i principi e le prescrizioni della normativa italiana (legge 185/90) e del Trattato sul Commercio delle Armi ratificato dall’Italia nel luglio 2014:
Bloccare l’esportazione di armi all’Arabia Saudita e a tutti Paesi coinvolti nel conflitto armato in Yemen
Attivare e finanziare il fondo per la riconversione previsto nella stessa legge 185/90 contemporaneamente ad una discussione pubblica sull’impatto del complesso militare-industriale

Alcune dichiarazioni dei referenti delle organizzazioni promotrici dell’Appello ai parlamentari:
”La situazione oggi in Yemen è più che drammatica: un conflitto sporco che va avanti da più di due anni e di cui conosciamo poco forse anche perché pochi saranno i profughi che verranno in Italia da quelle zone. E così il disinteresse è generale! Una situazione che deve finire, per salvaguardare i diritti umani della popolazione yemenita”
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International

”Oxfam è presente in Yemen da 34 anni e il principale intervento anche oggi riguarda la fornitura di acqua e servizi igienici di base; occorre ricordare che oggi circa il 60% dalla popolazione in Yemen ha difficoltà nel reperire il cibo quotidiano, con 4,5 milioni che soffrono di malnutrizione (di questi circa 2 milioni sono bambini). Ci sono 3 milioni di sfollati, di cui non si parla. La comunità internazionale deve farsi carico di questa drammatica situazione”
Paolo Pezzati, Oxfam Italia

“In un territorio difficile, con tassi di disoccupazione altissima, abbiamo creato un Comitato formato da oltre 20 organizzazioni, perché vogliamo uno sviluppo sano, sostenibile, pacifico e non sfruttato o succube di logiche di guerra. Dal nostro lavoro non deve derivare morte e distruzione, in particolare di civili e bambini. Vogliamo poter costruire un lavoro che produce futuro e che si possa raccontare ai propri figli… Basato sulla pace. Chiediamo alle istituzioni di rovesciare la situazione che si è creata: nel 2001 una fabbrica esplosivi ad uso civile è stata convertita con soldi pubblici al militare. Perché non si può fare il percorso inverso?”
Arnaldo Scarpa, Comitato Riconversione RWM per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica, il disarmo.

“La storia di Domusnovas ha una potente valenza simbolica che non può essere ignorata; oggi la politica nazionale ed internazionale si riempie la bocca con lo “sviluppo sostenibile” mentre nella realtà si favorisce la produzione di armi. Il nostro ruolo e apporto sarà quello di creare le condizioni di pressione sull’azienda tramite l’azionariato critico per un cambio di rotta. Riconvertire le aziende a produzione militare è possibile”.
Nicoletta Dentico, vicepresidente Fondazione Finanza Etica

“Secondo i dati del SIPRI, l’Arabia Saudita, nel quinquennio 2012-2016, è il secondo paese importatore di maggiori sistemi d’arma al mondo, conquistando l’8,2% del mercato globale. È stato inoltre accertato, per ammissione della stessa coalizione, l’impiego delle bombe a grappolo, bandite a livello internazionale dal 1 agosto del 2010, dopo la firma della Convenzione internazionale sulle bombe a grappolo. Dall’Italia invece sono partite bombe della classe MK e nel 2016 se ne ipotizza ragionevolmente un export di circa 20.000 tra bombe e parti di quest’ultime per un valore di svariate centinaia di milioni di euro”.
Maurizio Simoncelli, vicepresidente di Archivio Disarmo e Rete Italiana per il Disarmo

“Dobbiamo fare sinergia su questi temi, e portare avanti insieme questo lavoro e questo percorso. Perché le istituzioni non rispondono? Come mai non bastano gli appelli di Papa Francesco? Quante volte deve parlare il papa? Dobbiamo essere accanto a chi lotta per la riconversione e dobbiamo stare a loro fianco”
Alfredo Scognamiglio, Movimento dei Focolari in Italia

“E’ importante questo lavoro congiunto, ed è rilevante che una grande fetta della società civile italiana si stia impegnando visibilmente e con forza sul tema del conflitto in Yemen e delle responsabilità dell’Italia. Occorre tenere insieme tutto il quadro, in particolare partendo da atti di trasparenza fondamentali. E’ inaccettabile che la vendita di armi sia un fiore all’occhiello che il Governo sta sbandierando da troppo tempo”.
Vittorio Cogliati Dezza, Rete della Pace

Di seguito il testo dell’Appello ai parlamentari e la proposta di Mozione

CS_AppelloNoArmi_Yemen

Carlo Cefaloni

ufficiostampaitalia@focolare.org

cell. 328/0531322




Loppianolab 2016

POWERTA’
La povertà delle ricchezze e la ricchezza delle povertà

30 settembre – 2 ottobre 2016 (Loppiano – FI)

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Vi segnaliamo che è stato pubblicato su www.loppianolab.it una clip del Gen Verde che come sapete animerà cinque workshop e una performance tutti dedicati ai giovani.

Questo il link: http://www.loppianolab.it/#loppianolab-giovani

Quest’anno LoppianoLab pone un’attenzione particolare alla partecipazione delle famiglie. Vi ricordiamo qui il programma per le nuove generazioni:

LOPPIANOLAB GIOVANI & GEN VERDE

Laboratori artistici per ragazzi e giovani dai 14 ai 25 anni:

I laboratori costituiscono un percorso artistico. È vivamente consigliata la partecipazione a tutto il programma. È necessario prenotarsi indicando il workshop prescelto: adriana.martins@genverde.it

LOPPIANOLAB KIDS Per bambini e ragazzi da 4 a 13 anni:

E’ TEMPO DI DARE. La felicità non dipende da quello che hai. Laboratori sui temi:

– Povertà (la felicità non dipende da quello che hai)

– Cultura del dare (C’è più gioia nel dare)

– Ecologia (curiamo la nostra terra)

Per i più piccoli: servizio di baby sitter a pagamento

Venerdì:14:00-18:00; sabato: 9:00-13:00 /15:00-18:00; domenica: 9:00-11:30.

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