Formato Famiglia: parola d’ordine “condividere”

Dal 16 luglio al 6 agosto scorso, il progetto “Formato Famiglia”, proposto a Loppiano dal Movimento Famiglie Nuove, ha accolto circa 35 famiglie provenienti da varie parti di Italia, Spagna, Francia, Belgio, Messico, Costa Rica e Cina. Tre settimane all’insegna della condivisione.

La promessa era quella di una pausa di riposo e riflessione nella cittadella internazionale dei Focolari, vicino Firenze, immersi nell’armoniosa bellezza della campagna toscana. Un programma poco strutturato, come si addice ad ogni vera vacanza, con tanto spazio alla scoperta di Loppiano, dei suoi abitanti, e molteplici occasioni di condivisione con le altre famiglie ospiti e ospitate: durante i momenti di formazione, le passeggiate, le cene, le visite guidate al Santuario o ai laboratori d’arte.

Questa la versione estiva di Formato Famiglia, l’appuntamento che in autunno, inverno e primavera, con programmi di approfondimento su tematiche familiari d’attualità, ha attirato, ogni ultimo weekend del mese, tante famiglie nella cittadella.

«Abbiamo voluto caratterizzare l’offerta estiva con ritmi più distesi – racconta Barbara Rovea del Movimento Famiglie Nuove, animatore dell’esperienza – senza grandi programmi quotidiani ma con tanto spazio al semplice fare vacanza assieme. Con la possibilità di dialogare, confrontarsi, scambiarsi le esperienze, condividere le proprie vite, le difficoltà».

Un’esperienza aperta a tutti: coppie, famiglie con figli, nonni, nipoti, giovani e fidanzati. Una formula semplice che ha incontrato il gradimento di 35 famiglie di varie provenienze italiane e europee ma anche di altri Paesi: come Messico, Costa Rica e Cina. Otto le famiglie che si sono alternate nel team di servizio.

«Il primo scopo di Formato Famigliaprecisano Santina e Pierluigi, referenti del progettoè l’accoglienza. Le famiglie oggi sono abbastanza sole, durante l’anno. Rare sono le reti di sostegno reciproco. Non sempre si hanno luoghi dove potersi aprire o condividere, per esempio, i problemi legati all’educazione dei figli o al rapporto di coppia. Con questa esperienza noi ci rivolgiamo proprio a tutti, non serve far parte del Movimento dei Focolari o avere un riferimento religioso cristiano per partecipare. Formato Famiglia vuole essere questo spazio aperto, che dà l’opportunità di condividere, in un clima di fiducia reciproca».

Com’è andata?

Marco ed Elisa sono arrivati a Loppiano senza conoscere nessuno: «Grazie a tutte le persone che ci hanno accolto e accompagnato – scrivono alla fine della loro esperienza – sono state una presenza calorosa ma mai invadente. Importanti punti di riferimento».

Dalla Spagna, sono arrivati in 19, partecipando al viaggio artistico-spirituale in Toscana organizzato dal Movimento Famiglie Nuove locale. Erano di diverse zone del Paese, con età, situazioni e convinzioni diverse. «Le famiglie che hanno vissuto quest’anno l’esperienza della Scuola Loreto e quelle del team di Formato Famiglia hanno preparato ogni visita ai diversi luoghi della cittadella con un amore squisito, assieme all’aperitivo, al caffè, alla grigliata… Soprattutto, le due mattine in cui ci hanno raccontato le loro esperienze di vita. L’autenticità della vita vissuta e la dedizione convertono e trasformano!». Da questo gruppo di famiglie spagnole arriva anche un grande incoraggiamento: «Questa iniziativa di Formato Famiglia ha un futuro pieno di speranza. Le famiglie hanno bisogno di spazi sani, profondi, accoglienti, di testimonianze che costruiscono e aiutano».

Allora, appuntamento ad ottobre, per la nuova stagione del consueto Formato Famiglia in formato weekend, che promette uno sguardo prioritario alle giovani copie di fidanzati, famiglie e single.

Tamara Pastorelli

Fonte sito www.loppiano.it 




Progetto Mazao

Giovedì 12 gennaio ore 11,30 atterriamo a Mombasa in Kenya, ad attenderci il nostro amico Joseph con un pulmino otto posti dove saliamo noi, Manuela e Gigi, Mirko e Betty e tutte le nostre valigie piene di ogni ben di Dio…..da quel momento inizia la nostra avventura in Africa destinazione Watamu.

Alloggiamo in una casa di amici italiani all’interno di un villaggio turistico nella costa a cento metri dalle rive dell’oceano indiano acqua cristallina e spiaggia bianca. Lo scopo principale di questo viaggio è visitare i villaggi e le persone che sono entrate a far parte del progetto Mazao e riguardo a questo vorremmo dirvi qualcosa.

Mazao è un’associazione no-profit nata da un gruppo di amici vicentini e non solo, che si impegna a dare dignità e aiuto a tante famiglie, con progetti di sostegno scolastico, di sviluppo agricolo e di alimentazione.

L’investimento più importante da parte di Mazao è stato quello della costruzione di una scuola con la cucina e il refettorio annessi, in modo che i bambini che la frequentano,oltre all’istruzione possano mangiare un pasto completo almeno una volta al giorno.

In tutto questo siamo aiutati da Joseph e Merci una coppia del posto, sensibile alla situazione di povertà delle persone di cui vengono a conoscenza,che si occupa di mantenere le relazioni tra noi e loro. Qualche giorno dopo il nostro arrivo ci raggiunge Nicola del focolare di Bari, ospite per qualche settimana alla Cittadella Piero, che da un paio di mesi, essendo un tecnico agrario, si è reso disponibile li a Watamu per incentivare i progetti agricoli e non solo.

Ora saremo felici di condividere qualche esperienza fatta in quei giorni e le persone legate a essa.

Il giorno dopo il nostro arrivo ci aspettano Mugandi, sua moglie e i loro sette figli; fino ad un paio d’anni fa vivevano in una capanna molto povera e essenziale, lontani dal centro, in una terra che genera solamente sassi, quindi non adatta nemmeno per un piccolo orto.

Mugandi lavora in un villaggio turistico ma la pandemia ha chiuso le porte a qualsiasi possibilità di guadagno. Ecco allora che Mazao inizia a prendersi cura della loro situazione garantendo cibo, sostegno scolastico e una nuova casa.

Al nostro arrivo è stato bello vedere la rinascita di questa famiglia, ora Mugandi è tornato al suo lavoro riuscendo a procurare il cibo per tutti mentre continuano per i figli i sostegni scolastici. Altra famiglia speciale è quella di Jey….da beach boys (ragazzo della spiaggia) prima della pandemia, in seguito con Mary sua moglie, hanno avuto tre figli e successivamente adottati quattro di sua sorella e due di suo fratello morti a breve distanza.

Attualmente la sua famiglia è composta da nove figli e tre adulti compresa la sua mamma. In questi ultimi mesi Jey si è ammalato gravemente, ma con l’aiuto di Dio e della provvidenza che si è fatta carico delle spese mediche, pian piano sta tornando in salute.

Loro possiedono un grande appezzamento di terra e in questo momento lo stiamo accompagnando nella coltivazione acquistando i semi, i tubi per l’irrigazione ecc. cosi che possa continuare a mantenere la sua grande famiglia!

Anche alcuni dei loro figli rientrano nei sostegni scolastici. Lo scopo di Mazao è quello di fare in modo che nel tempo, queste persone possano sostenersi e provvedere al mantenimento delle loro famiglie.

Qualche giorno dopo il nostro arrivo Joseph e Merci hanno organizzato una grande festa con tutti i bambini che rientrano nel progetto di sostegno scolastico e le loro famiglie. Ci hanno accolto nel villaggio con i loro balli e hanno preparato, in un gran pentolone, un cibo tipico africano a base di riso e carne di capra; nel pomeriggio Mirko con le sue danze, ha coinvolto tutti, bambini e adulti e alla fine la giornata si è conclusa con la premiazione degli alunni per i risultati scolastici raggiunti e la consegna a ciascuno di materiale scolastico che avevamo portato in valigia Nei loro visi solo tanta gioia….come le serate dove abbiamo proiettato il Re Leone in due villaggi: ci ha commosso pensare che era la prima volta che i bambini vedevano un film!

Questi episodi sono solo una parte dei dieci giorni vissuti, restano nel nostro cuore i loro sguardi sereni nonostante la povertà, la loro pazienza e sopportazione nelle situazioni difficili. Da parte nostra tanta riconoscenza, per la natura meravigliosa, il cielo stellato e le lunghe passeggiate in riva al mare. I pranzi, le cene e le condivisioni profonde tra noi sette, unito a tutto il resto, hanno fatto si che questo viaggio rimanga per noi indimenticabile!

Arrivati a casa l’impegno con Mazao va avanti, la rete di persone sensibili e motivate continua a crescere con l’impegno nelle varie attività come bancarelle, vendita di panettoni, uova di Pasqua, concerti ecc, lo scopo è quello di raccogliere fondi per continuare ad aiutare tanti fratelli molto, ma molto meno fortunati di noi.

Cristina e Maurizio, Nicola , Gigi e Manu, Mirko e Betty

http://mazaoproject.org




Cristiani e musulmani in dialogo sul tema della famiglia

Domenica 26 marzo, presso la sala consiliare di Centobuchi (AP), si è svolto il secondo incontro CRISTIANI E MUSULMANI IN DIALOGO sul tema: ” Insieme per la tutela della famiglia cuore pulsante della società”.

L’evento è stato organizzato dal Centro Islamico Culturale del Piceno e dal Movimento dei Focolari in collaborazione con la Diocesi di San Benedetto-Monteprandone, Religions for peace e con varie associazioni del territorio.

Non sono mancati stimolanti spunti culturali che hanno coinvolto il delicato tema del rapporto sempre più complesso tra il ruolo della famiglia e il tessuto societario. In particolare l’Imam Musthapà Batzami, ha sottolineato il ruolo pedagogico dell’istituzione familiare nel contrastare quella “crisi dei valori” che da anni, anche a causa di un cattivo utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa, sta minando l’integrità della società civile, relegando ad un ruolo subordinato concetti come il dialogo, il rispetto e l’impegno civile.

E’ stato molto apprezzato l’intervento del sindaco Stefano Stracci, presente a tutta la manifestazione, che ha lodato l’iniziativa sottolineando come la cultura della pace tragga le sue radici dall’esercizio dell’accoglienza e del dialogo.

Al di là dei contenuti, però, va sottolineato e apprezzato il clima di piena collaborazione e di amicizia che ha permeato il convegno fin dalla sua preparazione. Si è trattato di un sincero passo avanti sulla via della pace e della piena integrazione tra due culture che per troppo tempo sono state divise da un muro quasi invalicabile. Significative, a questo proposito, sono state le parole del moderatore Karim Batzami, che a conclusione del convegno, rivolgendosi al pubblico ed ai relatori, ha esclamato: ”A vedervi, potrei affermare che già siamo una famiglia”, sottolineando il clima di collaborazione e rispetto che ha fatto da sfondo a tutta la manifestazione.

Vedi anche articolo apparso su ancoraonline




“Chiara Lubich e la famiglia”: echi delle varie manifestazioni in Italia

Da Catania

 




Papa Francesco scrive agli sposi: non dimenticate che il perdono risana ogni ferita.

Siamo ancora nello “stupore e contemplazione della nascita di Gesù bambino” e il Papa, il 26 dicembre 2021, giornata dedicata alla Sacra Famiglia, raggiunge ogni casa con questa lettera dedicata agli sposi in occasione dell’anno “famiglia amoris laetitia“. Possiamo gustare un distillato dell’amore del Papa per tutte le famiglie del mondo, un abbraccio universale a tutti gli sposi, i figli, i fidanzati, i nonni a famiglie in cammino, nella tempesta.
Con poche pennellate sapienti ritroviamo l’essenza dell’Amoris Laetitia e della Fratelli Tutti, ricondotte alla realtà di questo tempo ancora complesso e carico di timori per il futuro, per aiutarci a guardare in alto ed essere segno di speranza in cammino con le famiglie che abbiamo accanto.

Rosalba e Andrea Ponta

«Cari sposi e spose di tutto il mondo!

In occasione dell’Anno “Famiglia Amoris laetitia”, mi rivolgo a voi per esprimervi tutto il mio affetto e la mia vicinanza in questo tempo così speciale che stiamo vivendo. Sempre ho tenuto presenti le famiglie nelle mie preghiere, ma ancora di più durante la pandemia, che ha messo tutti a dura prova, specialmente i più vulnerabili. Il momento che stiamo attraversando mi porta ad accostarmi con umiltà, affetto e accoglienza ad ogni persona, ad ogni coppia di sposi e ad ogni famiglia nelle situazioni che ciascuno sta sperimentando.

[…]

Cari sposi, sappiate che i vostri figli – e specialmente i più giovani – vi osservano con attenzione e cercano in voi la testimonianza di un amore forte e affidabile. «Quanto è importante, per i giovani, vedere con i propri occhi l’amore di Cristo vivo e presente nell’amore degli sposi, che testimoniano con la loro vita concreta che l’amore per sempre è possibile!». [1] I figli sono un dono, sempre, cambiano la storia di ogni famiglia. Sono assetati di amore, di riconoscenza, di stima e di fiducia. La paternità e la maternità vi chiamano a essere generativi per dare ai vostri figli la gioia di scoprirsi figli di Dio, figli di un Padre che fin dal primo istante li ha amati teneramente e li prende per mano ogni giorno. Questa scoperta può dare ai vostri figli la fede e la capacità di confidare in Dio.

Certo, educare i figli non è per niente facile. Ma non dimentichiamo che anche loro ci educano. Il primo ambiente educativo rimane sempre la famiglia, nei piccoli gesti che sono più eloquenti delle parole. Educare è anzitutto accompagnare i processi di crescita, essere presenti in tanti modi, così che i figli possano contare sui genitori in ogni momento. L’educatore è una persona che “genera” in senso spirituale e, soprattutto, che “si mette in gioco” ponendosi in relazione. Come padri e madri è importante relazionarsi con i figli a partire da un’autorità ottenuta giorno per giorno. Essi hanno bisogno di una sicurezza che li aiuti a sperimentare la fiducia in voi, nella bellezza della loro vita, nella certezza di non essere mai soli, accada quel che accada.

D’altra parte, come ho già avuto modo di osservare, la coscienza dell’identità e della missione dei laici nella Chiesa e nella società è cresciuta. Avete la missione di trasformare la società con la vostra presenza nel mondo del lavoro e di fare in modo che si tenga conto dei bisogni delle famiglie.

[…]

La rottura di una relazione coniugale genera molta sofferenza per il venir meno di tante aspettative; la mancanza di comprensione provoca discussioni e ferite non facili da superare. Nemmeno ai figli è risparmiato il dolore di vedere che i loro genitori non stanno più insieme. Anche in questi casi, non smettete di cercare aiuto affinché i conflitti possano essere in qualche modo superati e non provochino ulteriori sofferenze tra voi e ai vostri figli. Il Signore Gesù, nella sua misericordia infinita, vi ispirerà il modo di andare avanti in mezzo a tante difficoltà e dispiaceri. Non tralasciate di invocarlo e di cercare in Lui un rifugio, una luce per il cammino, e nella comunità una «casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 47).

Non dimenticate che il perdono risana ogni ferita. Perdonarsi a vicenda è il risultato di una decisione interiore che matura nella preghiera, nella relazione con Dio, è un dono che sgorga dalla grazia con cui Cristo riempie la coppia quando lo si lascia agire, quando ci si rivolge a Lui. Cristo “abita” nel vostro matrimonio e aspetta che gli apriate i vostri cuori per potervi sostenere con la potenza del suo amore, come i discepoli nella barca. Il nostro amore umano è debole, ha bisogno della forza dell’amore fedele di Gesù. Con Lui potete davvero costruire la «casa sulla roccia» (Mt 7,24) ».

[…]

Leggi il testo integrale della lettera agli sposi

 




“Comunicazione efficace e gestione dei conflitti”: corso per famiglie

CORSO PER ANIMATORI DI FAMIGLIE

Verona – 26/28 maggio 2017    

“Comunicazione efficace e gestione dei conflitti” è il titolo del corso tenutosi a Verona dal 26 al 28 maggio e a cui hanno partecipato circa 60 coppie provenienti da tutta Italia.

Il corso è nato dalla vita “sul campo” condivisa tra molte  famiglie appartenenti al movimento Famiglie Nuove dell’Italia: sempre più spesso, infatti, si possono riscontrare nella propria famiglia o nelle coppie che si incontrano segnali di disagio che, se non ascoltati e presi sul serio, possono portare a crisi famigliari vere e proprie.

Questa sensibilità particolare è un modo per attualizzare il discorso di fondazione di Famiglie Nuove fatto da Chiara cinquant’anni fa, in cui emerge l’invito a “prendersi cura” idealmente e concretamente di tutte le famiglie, soprattutto quelle più in difficoltà. Inoltre è una risposta concreta all’invito che papa Francesco fa nell’Amoris Letitia di “accompagnare” e “sostenere” ciascuna famiglia.

Il corso è stato realizzato in collaborazione con una Commissione della segreteria centrale di Famiglie Nuove, formata da esperti in dinamiche di coppia e che trova le sue radici nella realtà denominata “Per-corsi di Luce”: questa iniziativa è nata nel 2009 con l’obiettivo di aiutare alcune coppie in difficoltà che chiedevano di essere sostenute nel percorso di riavvicinamento tra i due coniugi, attraverso settimane residenziali presso la cittadella di Loppiano.

L’esperienza e il materiale formativo di questo percorso è stato quindi rielaborato per essere messo a disposizione di tutte le coppie, a cominciare dagli  animatori di Famiglie Nuove, per sperimentare la prima di una serie di tappe che vedranno coinvolti successivamente altre famiglie di accompagnatori di “Per-corsi di Luce” e la formazione di nuovi esperti.

Con queste premesse si possono intuire le novità che i partecipanti al corso hanno trovato nei tre giorni veronesi e l’attenzione e l’interesse dimostrati e che traspaiono dai successivi messaggi e impressioni condivise.

L’obiettivo principale del corso, quindi, era di dotare i partecipanti di alcuni strumenti utili per una formazione umana, da affiancare a quella spirituale, per identificare in tempo i segnali di eventuali disagi e crisi presenti nelle coppie che per saperle ascoltare, accompagnare e indirizzare, se necessario, verso figure più competenti.

E’ come voler cercare un kit di pronto soccorso per prestare le prime cure in caso di incidente, orientare agli specialisti, senza volersi sostituire ai medici veri e propri.

Il programma del corso è stato molto intenso e articolato: l’antropologia della famiglia e della coppia, il senso della relazione (Okness), il tema sul colloquio, empatia, consapevolezza,  il tema dell’ascolto e comunicazione efficace, segnali di pre-crisi, conflitto nella coppia, accompagnamento,  sono stati sviscerati e approfonditi man a mano che venivano proposti alla sala. Sono state proposte a tal fine anche delle esercitazioni da fare all’interno della coppia che sono servite sia ad approfondire il tema specifico, sia a far crescere la comunione e il dialogo fra i coniugi, portandoli ad una condivisione profonda, come gli stessi partecipanti hanno in seguito confermato nei successivi feedback.

Ci si è avvalsi di alcuni “attivatori” di vario tipo, come cartoni animati, scritti, canzoni e un film che trattavano temi inerenti il convegno.

In due diversi momenti è stata proposta una divisione in gruppi per sperimentare altre tecniche e apprendere strumenti anche in questo caso.  C’è stata quindi la “simulata di colloquio” per esercitarsi in questo importante aspetto soprattutto nel momento in cui ci si trovi di fronte una coppia che abbia manifestato alcuni segnali di crisi.

Un secondo momento è stato dedicato al “laboratorio di pensiero” attraverso il quale i partecipanti hanno individuato alcuni punti di forza e altri di debolezza che hanno riscontrato nei grup
pi di FN riguardo alla capacità di scoprire in tempo i segnali di pre-crisi.

Una serata a tema (sorpresa per il prossimo corso) con un’esercitazione in coppia guidata dagli esperti è servita come strumento unificante che aiuta a una maggiore intimità nella coppia.

In base alle impressioni lasciate dai partecipanti pare proprio che il corso sia servito anzitutto a ravvivare il rapporto in ciascuna coppia e ad avviare un processo di sensibilizzazione verso quei segnali di disagio e di crisi che sono sempre in agguato. Inoltre, si sono appresi e interiorizzati alcuni elementi di “pronto soccorso” per poter accompagnare in modo più responsabile e consapevole ogni famiglia con cui si condivide un tratto di strada.

 

 

 




Viaggiare in tandem: percorso per coppie

L’iniziativa è stata promossa dal Movimento Famiglie Nuove del Friuli-Venezia Giulia:
“Viaggiare in tandem”, un percorso per la coppia, giunto alla sua quarta edizione. I due appuntamenti, le due tappe, quest’anno in modalità a distanza, hanno visto come tema “l’intimità di coppia”, si sono svolti il 6 e il 13 marzo 2021, e sono stati guidati da Nicoletta Musso e Davide Oreglia.

I link delle due puntate saranno disponibili su YouTube fino al 28 marzo:

🚲 Prima tappa
https://youtu.be/lOSoTNLZdWg

🚲 Seconda tappa
https://youtu.be/bsrJmbNPjHc

SCARICA IL VOLANTINO TANDEM 2021




Chiara e la famiglia

Dal 10 al 12 marzo 2017 a Loppiano converranno 700 partecipanti, si svolgeranno eventi in contemporanea in tutto il mondo, in occasione dell’anniversario di Chiara Lubich.




Loppiano: “Formato Famiglia” 29-30 ottobre 2022

Il 29 e 30 ottobre si è svolto  a Loppiano il primo week end di “Formato Famiglia”, al quale hanno partecipato 26 famiglie per un totale di 84 persone di cui 26 bambini/ragazzi da 1 anno a 16. Tra queste famiglie 10 hanno inaugurato, con i propri camper,  la nuova area campeggio situata nei pressi del Salone San Benedetto, in posizione centrale per raggiungere a piedi i vari luoghi della  cittadella.

Alcuni camperisti sono già arrivati il venerdì sera e, come si usa fare nei campeggi o nelle aree di sosta, si è subito fraternizzato parlando di camper e di luoghi visitati. Argomento del week end  “L’arte di amare: proviamoci in famiglia”.

Il sabato mattina il ritrovo era presso l’Auditorium: ci siamo conosciuti dicendo i nomi e sottolineando una caratteristica della propria famiglia. Poi la presentazione della cittadella attraverso la testimonianza di Enrico e Daniela Borello, un video di presentazione della cittadella e l’esperienza di un focolarino.

Nel pomeriggio, dopo una tappa all’Atelier di Hung e alla Bottega di Ciro, Enrico, Daniela e Loredana hanno organizzato per i ragazzi un’attività di costruzione casette per uccellini per la quale hanno lavorato di sega, martello, colla e pennello, mentre i genitori affrontavano la passeggiata per raggiungere la Scuola Loreto

Nella nuova “Sala G” Meri Cibra e Maddalena Triggiano hanno  presentato la Scuola Loreto con un pò di storia, un breve video e la testimonianza di una  famiglia ungherese da poco arrivata alla scuola. Grande attenzione e ascolto da parte di tutti.

Santina e Pier Luigi hanno poi introdotto l’Arte di Amare, tema centrale del week end, con parte del discorso di Chiara a Taipei del 1997. I vari punti dell’arte di amare sono poi stati ripresi declinandoli nella vita di famiglia e corredati da esperienze concrete.

Il pomeriggio si è concluso con un invito al dialogo di coppia sulla base di alcuni spunti: “Provate a  raccontarvi di quella volta che avete vissuto uno o più punti dell’arte di amare  e che cosa avete provato” e “C’è un punto dell’arte di amare che vi ha colpito in particolare e che potrebbe essere un passo in più per la vostra famiglia?” Una mezz’ora che è stata molto apprezzata durante la quale le coppie hanno potuto regalarsi un pò di tempo per parlarsi e confrontarsi.

Un momento speciale è stata la cena: un gruppo di famiglie della Romagna aveva dato la disponibilità a procurare e cucinare per tutti piadine con affettati e formaggio squacquerone. E’ stato un vero momento di “famiglia di famiglie”, che ha consentito di conoscerci di più, di intrecciare relazioni più profonde, sia per gli adulti che per i ragazzi che, dopo il bellissimo pomeriggio insieme iniziato con un pò di diffidenza, si sono sentiti tra amici.

Tocco finale della serata è stata la presenza di Lode che ci ha offerto la sua storia e alcuni suoi “caffè” nei quali ha presentato la genesi di alcune canzoni del Gen Rosso poi ascoltate insieme gustandone i testi in modo nuovo!!

La spesa della cena è stata suddivisa tra tutti, con la decisione comune di lasciare per le esigenze della cittadella l’eventuale avanzo, in parte per la Scuola Loreto e in parte come piccola goccia per la riparazione del tetto della chiesa (in totale 408,00 euro).

Un momento semplice ma intenso è stata anche la buonanotte tra i camperisti : davanti ad un bicchierino di mirto, limoncello  o genepy hanno recitato insieme la “preghiera del camperista” scritta da papa Giovanni Paolo II.

La domenica mattina i ragazzi hanno offerto a tutti un momento di risveglio muscolare e poi hanno presentato il frutto del loro lavoro: c’erano fermento e trepidazione perché subito dopo avrebbero  sistemato sugli alberi le casette per uccelli costruite.  Con l’aiuto di un esperto hanno poi percorso il sentiero “Laudato Sii”, ascoltato i rumori del bosco, sperimentato il camminare sull’erba bagnata e altre  piccole esperienze straordinarie che la natura offre e che hanno suscitato in molti di loro una richiesta  ai genitori: “Ma quando ritorniamo a Loppiano?”

Con gli adulti si è ripreso il tema dell’arte di amare con una risposta di Chiara ad un gruppo di religiose, data a Loppiano nel 1989. E’ seguito un momento di comunione e condivisione tra tutti molto profondo curato da Joao e Soraia: alcune coppie hanno aperto veramente cuore e anima e donato esperienze e sentimenti toccanti. Si è creato un silenzio sacro, di profondo ascolto e partecipazione.

Sapevamo di una coppia in difficoltà che da tempo non si parlavano tra di loro: ad un certo punto sono usciti dalla sala e abbiamo visto che stavano parlando tra loro in modo serio e pacato, con qualche lacrima da parte di tutti e due.

Non è stato facile salutarci al termine del week end, perché ognuno sentiva che partiva una parte di sè,  e il distacco era difficile per l’esperienza di famiglia e di gioia vissuta insieme.

Per noi è stata un’esperienza molto bella, ci è sembrato un piccolo miracoletto per il “clima” che si è creato fin da subito. Nei giorni precedenti abbiamo sentito personalmente tutte le famiglie prenotate e quando ci siamo incontrati ci sembrava di conoscerci da tempo e di volerci già bene. Ci sembra che le famiglie cerchino e abbiano bisogno di momenti di stop per ricaricare le batterie, come qualcuno ci ha detto, per confrontarsi e la formula del week end full immersion nella cittadella di Loppiano con un tema specifico possa essere una buona risposta, anche se alcuni aspetti ci sembrano da rivedere e da migliorare.

Santina e Pier Luigi Crocchioni




In punta di piedi

Accompagnando dei separati

di Fiorella e Giovanni Gravina

Fonte: Ekklesía n.14 (2022/1)

In punta di piedi

«La separazione è come una bomba che esplode in una casa: sconvolge tutto; ciò che per anni hai costruito con sacrificio, pazienza e amore, crolla tutto insieme; tutto è sfasciato, nulla rimane al proprio posto, non sai più da che parte incominciare». (1) A descrivere così l’esperienza della separazione è una persona separata. Il suo dolore, e quello di tanti altri, ci ha coinvolti profondamente e ci ha portati a intraprendere un percorso di accompagnamento di chi vive sulla propria pelle questa realtà.

Gli inizi di un percorso

Un giorno di quasi nove anni fa abbiamo cenato insieme a una nostra amica separata. Durante la cena, ci ha aperto il cuore parlandoci del dolore di aver fallito il suo progetto di famiglia e del senso di colpa per non essere riuscita a salvare il suo matrimonio. Il marito aveva ormai un’altra relazione stabile e lei non si rassegnava a credere che non ci fosse più nulla da fare.

Siamo rimasti con lei fino a tarda sera, ascoltandola e consolandola. Il giorno seguente era domenica e alla Messa tutti e due, ognuno per proprio conto, abbiamo pregato per l’amica e davanti a Gesù Eucaristia abbiamo sentito il desiderio di svolgere in qualche modo un servizio per i separati. Alcuni mesi dopo aver condiviso questa nostra disponibilità, ci è stato proposto un corso di formazione organizzato dalla diocesi di Roma. È così che abbiamo iniziato.

Un grande aiuto è stato per noi conoscere il padre gesuita Paolo Bachelet che, ormai ultraottantenne, era tra i fondatori e il principale animatore a Roma del Movimento famiglie separate cristiane. Nei nostri incontri regolari, lui ci sosteneva e ci consigliava facendoci partecipi delle sue riflessioni. Padre Bachelet ci ha aiutati a capire che la nostra poteva essere un’accoglienza totale, di grande apertura verso tutti i separati, anche quelli che avevano intrapreso nuove unioni o nuove relazioni. Da lui abbiamo imparato a considerare ogni persona come fosse l’unica al mondo, destinata ad essere amata in un modo personalissimo.

L’inadeguatezza…

Per fortuna ci è stata compagna sin dall’inizio la consapevolezza di essere inesperti e inadeguati a trattare la piaga della separazione. Non dimenticheremo mai il primo incontro, nella nostra casa, con un gruppetto di persone separate, conosciute solo attraverso un primo contatto telefonico. Prima ancora di iniziare, una di loro ci ha chiesto a bruciapelo: «Ma voi come pensate di poterci capire e accompagnare se non avete mai vissuto la condizione dei separati?».

Era una domanda più che legittima: la realtà della separazione è molto complessa da capire. Noi abbiamo risposto che eravamo lì per amare, accogliere e ascoltare senza giudicare, col forte desiderio di stare accanto a loro in punta di piedi, di dare una mano come potevamo, di fare famiglia; e in nome di questo amore abbiamo proposto loro di fare un tratto di strada insieme.

Ricordiamo il silenzio che ne è seguito, quasi di sorpresa. Da quel momento è cresciuto un rapporto di fiducia reciproca che ha permesso a loro di aprirsi e a noi di cogliere e comprendere molti aspetti di questa realtà, sviluppando con il tempo una maggiore sensibilità e capacità di accoglienza verso queste situazioni.

… e l’abbraccio a Gesù che grida

Quando abbiamo iniziato questo percorso, c’era in noi il desiderio di aiutare questi fratelli, di non lasciarli soli. Nel tempo si sono stabiliti parecchi rapporti profondi e abbiamo vissuto con loro tanti momenti di famiglia, momenti anche forti. Molto è quanto abbiamo ricevuto da questa esperienza, sia umanamente che spiritualmente.

Se dovessimo indicare uno dei doni più sorprendenti, forse perché non pensavamo ci potesse arrivare da quel contesto, diremmo che è stato comprendere il valore profondo e la realtà mistica del sacramento del matrimonio. Vedere la testimonianza di fedeltà di alcuni di loro a questo patto con Dio, costatare quanto sia vero che gli sposi «sono una sola carne» è forte quando è testimoniato da una carne straziata dalla separazione.

Allo stesso tempo, e sempre di più, abbiamo capito quanto sia presente in questa realtà dolorosa il volto di Gesù che sulla croce grida l’abbandono. In molte situazioni, infatti, di fronte ad una famiglia spaccata, ci si rende conto che si può solo abbracciare lui in croce, che rimane inchiodato lì… fino alla morte. A volte abbiamo visto Gesù abbandonato in colui che non risponde, non riesce a farlo nonostante il nostro amore. Noi non possiamo farlo scendere dalla croce, pos- siamo solo star lì, come Maria, portare il suo silenzio, il suo amore.

Affidamento alla misericordia e concretezza

In questo rapporto con i separati e davanti alle loro difficoltà spesso la sensazione è di fare un tuffo nel vuoto, costretti ad un continuo esercizio di affidamento alla misericordia di Dio. In tanti momenti abbiamo sperimentato un senso di impotenza di fronte a situazioni che non possono cambiare o ai grossi problemi che spesso investono i figli di separati.

In queste situazioni pesanti, anche emergenziali, sarebbe necessario poter contare su una rete di specialisti con una specifica vocazione di “donazione” verso questa realtà. Parliamo di “donazione” perché il più delle volte le persone accompagnate non hanno la possibilità di pagare avvocati, psicologi, ecc… Dandoci da fare, per amore loro e con l’aiuto di Dio, piano piano abbiamo trovato degli aiuti: una psicologa, un avvocato, un sacerdote, ecc.

Spesso si prova anche un senso di solitudine: si vorrebbe che altri condividessero con noi la portata emotiva e il carico oggettivo della costruzione di rapporti personali che non si possono curare tramite WhatsApp, ma richiedono essenzialmente l’incontro, la condivisione, l’impegno a lunghi ed improvvisi colloqui, come pure ad aiuti concreti di vario genere. Il sentirci fratelli con loro, dopo i profondi momenti di condivisione vissuti, crediamo sia il sostegno che Dio ci dà per continuare

Accompagnare:non dare soluzionima camminare accanto

Ad un recente incontro con separati di varie città, una coppia che collaborava per la prima volta ci ha confessato: «Non immaginavamo una sofferenza tanto profonda nella vita dei separati con ferite così vive dopo magari dieci anni o anche oltre dalla separazione». Al termine dell’incontro questa stessa coppia ci ha espresso con parole che noi non avremmo saputo trovare il cuore più intimo e profondo di quella che è l’esperienza di accompagnamento.

«L’accompagnatore è simile a chi, giunto sul limitare di una terra sacra, resa tale dal dolore e dalla sofferenza del prossimo, sente la spinta interiore a fermarsi e togliersi i calzari. Egli è simile a un fondale di una scena ove il prossimo (separato) è l’attore protagonista, ciò non di meno con la sua presenza discreta crea casa, crea famiglia, crea quel silenzio pieno di partecipazione che attira comunione d’anima e confidenza. L’accompagnatore non offre soluzioni, piuttosto cammina a fianco a chi è nel dolore, perché egli stesso possa percepire dentro di sé ciò che lo Spirito Santo gli sussurra. La forte presenza del volto di Gesù Abbandonato nei partecipanti ha reso l’incontro straordinariamente intenso e profondo. Abbiamo sperimentato l’apporto prezioso che i separati danno alla vita della Chiesa col loro vissuto».

1 Cit. in P. Bachelet s.j., Da lacrime a perle. Un convegno di coniugi separati, in «Unità e Carismi», n. 2, marzo-aprile 2006.

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Amoris laetitia, e poi?
Maria do Sameiro Freitas

A cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, papa Francesco ha voluto indire un anno per rimettere al centro della vita della Chiesa l’identità e la missione della famiglia. Un anno che culminerà nel X Incontro mondiale delle famiglie, un evento mondiale e locale insieme, dal titolo L’amore familiare: vocazione e via di santità.

Il presente numero di Ekklesía dedica speciale attenzione a questo tema di così grande attualità, cercando di cogliere l’impatto che l’esortazione continua ad avere sulla vita delle famiglie e della Chiesa: Amoris laetitia, e poi?

  • A colloquio con la sottosegretaria del Dicastero laici famiglia vita, Gabriella Gambino, entriamo nella genesi e nella preparazione dell’Incontro mondiale, che si terrà dal 22 al 26 giugno 2022.
  • L’anno della famiglia è anche un’occasione per rileggere l’Amoris laetitia alla luce di una ricomprensione della teologia morale (Christian Hennecke, coordinatore dell’ufficio di pastorale di una diocesi in Germania) e per ricavarne impulsi innovatori per l’insieme della cristianità, evidenziati da Jens-Martin Kruse, pastore della Chiesa luterana.
  • Si offrono riflessioni esperienziali su alcune delle sfide indicate dall’esortazione apostolica: l’accompagnamento delle giovani coppie (Costruire il noi) e l’essere a fianco di persone separate e spesso anche in seconda unione (In punta di piedi)
  • Si presenta l’esperienza del centro internazionale di Famiglie Nuove del Movimento dei Focolari, in dialogo con i responsabili internazionali, Maria e Gianni Salerno. Un centro che, con un’equipe internazionale di coppie, lavora in rete con le varie regioni del mondo, offrendo aiuto e supporto a molteplici attività nell’ambito della famiglia.
  • Non mancano le buone pratiche: dalla nascita di Consultori di famiglie per famiglie in America Latina alle sinergie creative della diocesi di Fermo nel campo della pastorale familiare, all’esperienza di una parrocchia in Brasile dove l’accoglienza si dimostra vincente anche per l’avvicinamento alla Chiesa.
  • Suggestiva l’intervista al Angelo De Donatis, vicario generale del papa per la diocesi di Roma, sul cammino della diocesi in questi ultimi anni, nell’ascolto del grido della città.
  • Padre Fabio Ciardi omi ci fa scoprire la santità quotidiana e altamente feconda di alcune coppie cristiane mentre padre Roberto Cabello Canalejo fsf, ci dà il cuore della vocazione dell’Istituto dei Fratelli della Sacra Famiglia: essere famiglia.
  • Una riflessione di Aldo Giordano, rappresentante della Santa sede presso l’Unione Europea recentemente deceduto, ci apre su un nuovo volto della Chiesa, quella che si rinnova continuamente per la presenza del Risorto grazie all’amore reciproco.

 




RIVEDI: “La scuola ricomincia da noi”

Rete Alleanza Educativa e Rete Insegnanti Italia ti invitano a una riunione pianificata in Zoom. L’invito è rivolto a famiglie, studenti, educatori, docenti e chiunque abbia a cuore l’Educazione.

Argomento: LA SCUOLA RICOMINCIA DA NOI
“Ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti” Papa Francesco




Congresso Essere sempre famiglia

Dal 10 al 12 maggio 2024 si è svolto al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il Congresso del Movimento dei Focolari dal titolo: “Essere sempre famiglia.Oltre confini e categorie, verso l’inclusività”. Vi hanno partecipato circa ottocento persone da ogni parte dell’Italia e dall’Albania (come Movimento dei Focolari legata territorialmente all’Italia).

L’esigenza di un Congresso comune, tra le varie realtà, diramazioni del Movimento dei Focolari – di diverse vocazioni, intergenerazionale, con diverso impegno nel sociale ed ecclesiale ecc. . . – è nata durante un Consiglio del Movimento stesso in cui i vari membri hanno deciso di concentrare le forze – tralasciando alcuni altri appuntamenti specifici – per radunarsi su un argomento che fosse trasversale, che accomunasse tutti (cosa ci poteva essere di meglio della famiglia!) e che aiutasse a fare un’esperienza di unità con la “famiglia” completa.

Il Congresso nazionale di maggio si è ripetuto e se ne stanno riproponendo altri in alcune regioni italiane, quindi più a livello locale, per coinvolgere ancora più persone.

Oltre al Congresso Essere sempre famiglia, in questo anno 2024 verrà proposto un secondo appuntamento dal 8 al 10 novembre, sempre al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo in cui, nel solco del secondo anno del Cammino sinodale ed in vista del prossimo Giubileo 2025, le tematiche affrontate saranno più di carattere ecclesiale (a breve ulteriori e maggior informazioni).

Centro Mariapoli Castel Gandolfo

Ma com’è andato questo Congresso? Come si è vissuta la sua preparazione? Chiediamo a Sara Fornaro, giornalista di Città Nuova e facente parte della commissione preparatorio del congresso, di raccontarci qualcosa.

«Se oggi dovessi lasciare questa terra e mi si chiedesse una parola, come ultima che dice il nostro Ideale, vi direi – sicura d’esser capita nel senso più esatto –: “Siate una famiglia”». A novembre 2023 siamo partiti da questa frase di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, per preparare il Congresso.

In questo gruppo ci siamo ritrovati in 14, diversi per provenienza ed età, in rappresentanza delle varie realtà del Movimento: dalle famiglie ai volontari, dai consacrati ai gen, dai separati ai dialoghi. Io rappresentavo, insieme a Miriana, il Gruppo editoriale Città Nuova.

Abbiamo cominciato ad incontrarci via Zoom una volta a settimana, dalle 21 fino (spesso) a notte fonda (sì, abbiamo superato anche la mezzanotte!). Non ci conoscevamo e non c’era un responsabile. Avevamo una “commissione di supporto”, ma era l’unità tra noi a dover metter giù un programma formativo, ma incarnato nella realtà. Soprattutto i giovani avevano chiesto di trattare tematiche di stretta attualità. Chiedevano alla “famiglia di Chiara” di vivere l’unità con testa, mani e cuore, secondo la consegna che ci ha dato Papa Francesco qualche anno fa a Loppiano.

Non doveva essere un Congresso per famiglie, ma un Congresso sull’essere famiglia, secondo le parole di Chiara Lubich. Su alcune cose ci siamo trovati sin da subito tutti d’accordo: nessuno doveva sentirsi escluso, nel Movimento c’è posto per tutti.

Quando abbiamo messo su carta le tematiche proposte la lista sembrava infinita. Come scegliere? Ci siamo lasciati guidare dalla traccia che ci era stata data: Essere famiglia, a cui abbiamo aggiunto la parola “sempre”.

Dopo lunghi confronti, abbiamo immaginato un percorso lungo tre giornate, ognuna delle quali arricchita da momenti artistici. Anche i bambini sono stati protagonisti con giochi ed esperienze, grazie ad un gruppo di animatori davvero speciali.

Siamo partiti da “siate una famiglia” di Chiara: dalle relazioni nella società, nelle famiglie, tra religiosi, sui social, per arrivare al conflitto. In ogni rapporto ci sono conflitti, che possono rivelarsi una risorsa per costruire relazioni più vere e profonde. Si è dunque parlato del superamento del conflitto tra persone di fedi religiose e politiche diverse e in famiglia e delle difficoltà delle coppie. Il secondo giorno si è aperto con l’arte di amare di Chiara: amare tutti, amare sempre, amare per primi, amare il nemico, farsi uno con l’altro, che «significa far propri i loro pesi, i loro pensieri, condividere le loro sofferenze, le loro gioie».

I giovani avevano chiesto di parlare di identità di genere e orientamento sessuale. Con gli esperti intervenuti abbiamo pensato innanzi tutto di capire i termini, a partire dall’acronimo LGBT, perché per parlare di qualcosa, bisogna conoscerne il significato. C’era il desiderio di parlare di tutto, come si dovrebbe fare in famiglia, provando ad ascoltare con il cuore.

Nel pomeriggio il tema è stato articolato in parità di genere, alleanza uomo-donna, la

donna nella Chiesa. Come diceva l’ex presidente dei Focolari Maria Voce: «Il maschile e il femminile sono due modi umani di essere persona. Ad ognuno dei due non manca nulla per essere persona, sono due persone piene, ognuna contiene l’altra, ma sono diverse. Per questo effettivamente l’uomo contiene la donna in sé, ce l’ha dentro, e la donna contiene l’uomo. Due esseri diversi, ma pieni… Insieme fanno qualcosa in più. Sono generativi».

Il terzo giorno c’è stato l’incontro con Silvia e Ray del Centro internazionale del Movimento dei Focolari, il video del Papa che ricordava che nella Chiesa – e potremmo dire nel nostro Movimento – «c’è posto per tutti, tutti, tutti», e un ricco dialogo con i partecipanti.

La cosa più bella di questo congresso, per me, è stata la condivisione con gli amici di viaggio, con i quali – nonostante le diversità – abbiamo avviato un dialogo intenso e costruttivo, col desiderio di dare un contributo, speriamo fruttuoso, al Movimento.

Per gli approfondimenti degli argomenti trattati, vedere il Dossier Essere famiglia edito da Città Nuova ed altri articoli apparsi (e che appariranno) sulla rivista cartacea e sul sito web

ad esempio https://www.cittanuova.it/amore-orientamento-sessuale

https://www.cittanuova.it/amore-tra-sfida-opportunità

https://www.cittanuova.it/educazione-alla-genitorialità

https://www.cittanuova.it/al-cuor-non-si-comanda

https://www.cittanuova.it/relazioni-abusanti




Creati in dono

“Creati in dono” è il titolo della giornata di festa, riflessione su Creato e solidarietà che si è svolta domenica 18 settembre presso il centro Mariapoli “Raggio Luce” di Bra.

Questo appuntamento, promosso e organizzato dal Movimento dei Focolari, si è posto in continuità con la Mariapoli – un’esperienza comunitaria che propone uno stile di vita basato sulla fraternità e la reciprocità, svoltasi a Bardonecchia nel mese di luglio – e rappresenta l’ “inizio anno” degli eventi e delle attività proposte per il Piemonte e la Valle d’Aosta.

Settecento persone di cui oltre duecento bambini e ragazzi hanno letteralmente invaso per un giorno le strutture e il parco di questo centro focolarino situato sulla collina braidese.

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Il programma del mattino prevedeva un intervento a più voci sul tema del Creato e del contributo che ciascuno può dare per prendersene cura. I relatori principali sono stati don Flavio Luciano, responsabile della Pastorale Sociale e del lavoro del Piemonte, e Andrea Ponta, ingegnere nucleare ed esperto su tematiche energetiche e ambientali. La fonte ispiratrice è stata ovviamente l’enciclica del Papa “Laudato Sì”, di cui sono stati evidenziati alcuni punti secondo l’esperienza e la passione non solo dei relatori, ma anche di alcuni testimoni: un consulente finanziario e socio dell’AIPEC – Associazione Imprenditori per un’Economia di Comunione, una famiglia di un Gruppo di Acquisto Solidale, il ricordo di Martina, che ha lasciato il segno profondo di un amore vissuto fino all’ultimo anche nella malattia e che ancora si diffonde.

Nel pomeriggio si sono potuti visitare diversi stand e mostre che riprendevano i temi sul Creato, il nostro rapporto con esso e sugli stili di vita orientati alla sobrietà, mentre nel cortile e nel parco erano disponibili giochi per tutte le età, terminati con una merenda davvero speciale grazie al contributo delle torte condivise da molti dei partecipanti.

bra3Per mettere in pratica nel concreto la solidarietà, in sintonia con l’iniziativa promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, nel corso di tutta la giornata erano a disposizione due teche per i contributi per la popolazione colpita dal terremoto in centro Italia. Grazie a questa proposta, insieme a quanto raccolto durante la colletta nella messa alla fine del programma, si è raggiunta la cifra di 2.758 Euro che saranno inviati in parte alle associazioni Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione Famiglie Nuove Onlus (AFN) per i progetti del post-terremoto e in parte alla Caritas Nazionale.

Anche le condizioni meteorologiche hanno contribuito al successo di questo evento: contrariamente alle previsioni di maltempo si è potuto godere di un bel sole, soprattutto nel pomeriggio, che ha consentito a tutti di usufruire degli spazi all’aperto e di vivere nella semplicità la “nuova” opera di misericordia proposta da Papa Francesco sulla contemplazione del Creato, dalla natura alle persone che ci stanno accanto. Un’impressione per tutte lasciata da un partecipante: “Sono tornato a casa contento per quanto vissuto e per aver visto la felicità negli altri… Grazie per quanto ognuno ha donato ed offerto”.

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Tra i prossimi appuntamenti è stato posto in evidenza: dal 30 settembre al 2 ottobre a Loppiano (FI) per LoppianoLab, un variegato mosaico di eventi, forum, laboratori sotto il titolo “POWERTÀ. La povertà delle ricchezze e la ricchezza delle povertà”.




Vuoi diventare Volontario del Servizio Civile per “Fare Sistema Oltre L’Accoglienza”?

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza propone ai volontari del servizio civile il progetto “Costruire comunità solidali con i migranti”. Per aderire è necessario avere tra i 18 e 28 anni. È una valida opportunità per contribuire alla costruzione di una società che sia accogliente, inclusiva, che accompagni i migranti nella realizzazione di una nuova prospettiva di vita, senza dimenticarne storia, vicende e terre di provenienza

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza seleziona quattro volontari. Il servizio civile è un’occasione per collaborare alla costruzione di una comunità solidale con i migranti. L’obiettivo è quello di favorire l’inclusione dei cittadini stranieri migranti e promuovere l’educazione interculturale, la conoscenza e la collaborazione tra cittadini italiani e migranti

Nello specifico le ricerche sono le seguenti:

AMU ricerca due volontari: uno per la sede di Grottaferrata (Roma) e uno per la sede di Rogliano (Cosenza)

AFN ricerca due volontari: uno per la sede di Grottaferrata (Roma) e uno per la sede di Rogliano (Cosenza).

AMU e AFN si occupano dal 2016 del programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza per l’inclusione di persone in condizioni di vulnerabilità attraverso l’inserimento di giovani e adulti, minorenni e maggiorenni, stranieri ed italiani in contesti socio-lavorativi esistenti sul territorio. Fare Sistema Oltre l’Accoglienza si basa su una rete nazionale fatta di famiglie, aziende, associazioni e istituzioni, nell’idea che l’inclusione sia un’esperienza di reciprocità cui tutti possiamo partecipare.

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Com’è andato il primo appuntamento “Formato Famiglia” a Loppiano?

Il primo week end Formato Famiglia dell’anno 2023-2024 si è svolto il 28 e 29 ottobre, con la presenza di 16 famiglie: in totale  41 persone compresi 9 bambini di età compresa tra gli zero e i sette anni.

Novità interessante è la partecipazione al week end di tutte le famiglie che frequentano la Scuola Loreto annuale, partecipazione che è stata inserita nel programma di formazione della scuola.

Il week end è iniziato il sabato mattina con la presentazione della cittadella, della spiritualità che la anima e dei partecipanti: poche parole ciascuno, ma che sono servite a mettere un primo mattone per la costruzione di una conoscenza reciproca.

Il titolo del week end “L’amore in coppia  e in famiglia: un diamante a molte facce”  è stato sviluppato partendo da quanto Chiara Lubich aveva detto a Taipei nel 1997 sull’arte di amare; alcune esperienze di amore vissuto in famiglia hanno aperto la strada ad un dialogo nella coppia con l’aiuto di alcuni spunti.

Per molti è stato un momento nuovo e interessante che si è concluso con una comunione nella quale ciascuno personalmente doveva sintetizzare in una parola il momento vissuto e, se voleva, commentarla a tutti. Abbiamo concluso il pomeriggio ancora con Chiara che spiegava ai bambini il dado dell’arte di amare e regalato ad ogni famiglia un dado da costruire e lanciare a casa ogni giorno con i figli.

La domenica mattina si è affrontato il tema degli strumenti della spiritualità collettiva vissuti in famiglia, presentati come una valigetta di “attrezzi” utili  per vivere meglio l’arte di amare in famiglia. Ci siamo fatti aiutare da un video di Paolo e Barbara Rovea su cui, con alcuni spunti di riflessione, le singole coppie hanno potuto confrontarsi e dialogare, anche con passi concreti come rinnovare il patto coniugale dell’amore scambievole, oppure pregare insieme un “Padre nostro”.  La comunione tra tutti sul “cosa mi porto a casa” da questo week end ha concluso la mattinata.

La messa nel santuario Theotokos ha concluso il week end e anche questa volta, nel salutarci, ci siamo accorti che nelle poche trascorse insieme si erano creati rapporti profondi tra tutti.

Tra le impressioni dei partecipanti: “Questi momenti, seppur brevi, sono stati per noi pieni di doni e di grazie; speriamo di incontrarci presto!”

“Grazie per la bella esperienza! Portiamo a casa nel cuore un dono in più, dono da coltivare ogni giorno e con strumenti per poterlo fare”.

Santina e Pier Luigi Crocchioni




“Famigliedicuore” approda anche a Cosenza

Approda anche a Cosenza il progetto a sostegno delle famiglie adottive e affidatarie. 

La genitorialità è di per sé un compito assai arduo, in special modo per quanto riguarda l’adozione, nella quale la costruzione delle relazioni tra i membri della famiglia diventa molto delicata e necessita di un’attenzione particolare.  Le difficoltà aumentano poi, quando i genitori tendono ad isolarsi e a vivere le varie problematicità in maniera chiusa, perché la solitudine può avere delle ripercussioni negative sul rapporto con il bambino, a sua volta portatore di storie dolorose.

“Famigliedicuore” è un progetto che ha proprio l’obiettivo di supportare e accompagnare le famiglie adottive lungo tutto il loro percorso, che non si ferma nel momento in cui il bambino entra nella sua nuova casa, ma che continua in tutte le fasi della sua crescita.

Voluto proprio da un gruppo di famiglie che hanno sentito la necessità di mettersi insieme per superare al meglio le difficoltà, quest’anno il progetto approda anche a Cosenza, dopo essere partito nel 2014 da Ascoli Piceno e passato successivamente per Napoli.

In territorio calabrese, FamigliediCuore è stato presentato venerdì 24 Febbraio presso il Palazzo della Provincia di Cosenza, in un evento di sensibilizzazione e diffusione dell’iniziativa. Durante la serata sono state presentate le attività di quest’anno e le diverse novità, tra cui l’estensione dell’iniziativa anche alle coppie affidatarie, oltre che adottive, e la presenza del progetto sulla piattaforma di crowdfunding Meridonare. Tra i presenti: i servizi sociali della zona, alcuni avvocati della Camera minorile, molte coppie adottive ed affidatarie e diverse personalità pubbliche. “E’ fondamentale che le famiglie facciano parte di una rete, di un posto accogliente dove potersi confrontare e scambiare esperienze – afferma la Dott.ssa Mariella Rende, referente delle adozioni internazionali della sede AFN Onlus di Cosenza e relatrice dell’evento – questo serve per vivere con maggiore serenità il compito di mamma e di papà, figure fondamentali per la crescita armoniosa e sana del bambino”.

Ma in che modo offrire ai genitori gli strumenti giusti per poter affrontare con serenità i momenti difficili che il ruolo di genitore comporta? “Attraverso una formazione di gruppo ed una consulenza individuale – spiega la Dott.ssa Maria Rosaria Venuto, psicologa e formatore genitoriale di AFN Onlus – Come confermano le statistiche, la formazione e la consulenza, intesa come momento di confronto e di crescita personale, sono elementi necessari per poter affrontare le possibili difficoltà che si possono incontrare lungo il percorso adottivo e affidatario”.

Contestualmente alla formazione dei  genitori, un gruppo di educatori esperti del settore, dell’Associazione Fusi Orari, si occuperà dei veri protagonisti del progetto Famigliedicuore, ovvero i bambini ed i ragazzi, che, attraverso attività formative e ricreative, faranno un piccolo percorso parallelo a quello dei genitori. 

“Accoglienza e accettazione dell’altro rappresentano gli elementi necessari per poter creare un’alleanza relazionale con il bambino adottato e/o affidato – continua la Dott.ssa Maria Rosaria Venuto – Il genitore adottivo e affidatario non deve essere una persona “speciale”, ma consapevole e responsabile, capace di mettersi in gioco e modificare i propri punti di vista”.

L’evento si è concluso con un dibattito molto interessante e con la bella testimonianza di Grazia e Giovanni Ruberto una coppia che ha sperimentato sia il percorso adottivo che quello affidatario e che ha saputo, in modo semplice e diretto, riferire tutti gli stati d’animo, le difficoltà e le gioie che questa avventura porta con sé.

È facendo spazio all’interno della disponibilità emotiva  dei genitori e del bambino che l’adozione e l’affido diventano un incontro tra storie,  ed è proprio da queste storie di vita che bisogna ripartire, conoscendole e fornendone un nuovo significato.

Anita Leonetti

 




La famiglia cantiere per l’umanità

Al via il 15 ottobre a Pescara la prima tappa del laboratorio di formazione mensile dedicato alle coppie “La famiglia è…”: un’iniziativa dell’Associazione Famiglie nuove di Abruzzo e Molise. Presenti un centinaio di persone che si sono interrogate sul valore del perdono nella coppia con i coniugi Rita e Rino Ventriglia, rispettivamente sessuologa e psicoterapeuta.

Una serie di incontri sulla coppia per scoprire i vari aspetti che compongono la vita a due: empatia, perdono, famiglia d’origine, genitorialità, tenerezza e sessualità, dipendenze, spiritualità, gioco e tempo libero e economia. E’ “La famiglia è…”: il laboratorio di formazione mensile promosso da Associazione Famiglie nuove, diramazione del Movimento dei focolari, di Abruzzo e Molise. Al primo appuntamento svoltosi a Pescara il 15 ottobre un centinaio di partecipanti sono stati guidati alla scoperta di questa risorsa tanto umana quanto riflesso del divino da un’altra coppia, Rita e Rino Ventriglia, rispettivamente sessuologa e psicoterapeuta. Attualmente, inoltre, coniugi Ventriglia sono i componenti di un’equipe di esperti in dinamiche di coppia che sta portando avanti un corso nella cittadella del Movimento dei focolari a Loppiano, denominato “Percorsi di Luce”, rivolto alle coppie in crisi e desiderose di rimettersi in gioco.

Ma qual è l’obiettivo generale  dell’intero progetto “Famiglia è”, ideato a tappe e che si svolgerà tra Pescara, San Salvo e Roseto degli Abruzzi? Promuove la fratellanza universale e la modalità l’hanno spiegata Lorenzo e Sonia Cocchiaro nell’introdurre i lavori al pomeriggio del 15 ottobre: «Il progetto è nato da un gruppo di famiglie che vivono, nell’ottica di un percorso comune, esperienze di condivisione. Inoltre, riteniamo che per vivere un rapporto di coppia più consapevole e libero sia importante conoscere ed esplorare le dinamiche in cui esso si articola». 

Il pomeriggio del 15 coppie sposate da 2 ai 40 anni hanno vissuto anzitutto un’esperienza di conoscenza e condivisione. Sono gli stessi Ventriglia che hanno raccontato la loro esperienza di famiglia che ha conosciuto il termine “crisi”: «Partiamo  dunque dal sentire dal di dentro le ferite che le coppie vivono. Nel tempo abbiamo compreso che non ci si può avvicinare senza farsi del male, perché siamo diversi. Ciò accade in ogni rapporto, tra amici, genitori e figli e naturalmente tra coppie. Per tale ragione il perdono perdono diventa un crocevia al quale arriviamo».

Le riflessioni che ne seguono vanno dal conoscere il perdono da un punto di vista lessicale ed etimologico all’analizzare quali atteggiamenti possono facilitarlo, le condizioni necessarie perché esso  possa avviare il suo corso fino alla comprensione che un momento di crisi, attraverso il perdono, può trasformarsi in un’occasione di crescita. Il perdono, inoltre, che si configura comunque come un processo che coinvolge la persona  in modo completo a livello emotivo, di pensiero e comportamentale è al tempo stesso lo strumento con cui mettiamo un riflettore su ciò che ci ha fatto soffrire  per passare dal “tu” all’”io”.

Ma il perdono, infine, ha una valenza anche verso l’umanità. Lo hanno confermato i Ventriglia: «Il perdono – dicono – è una dimensione a più braccia: braccia che accolgono e raccolgono».  Ed è così che nell’esercitazione, prima singolarmente e poi a due, si è verificato il vissuto della coppia stessa. In un clima di dialogo alcuni dei presenti hanno comunicano le proprie riflessioni: il contributo alla strada intrapresa insieme per rendere il rapporto a due nella coppia sempre più vero nella vita di ogni giorno.

Mariagrazia Baroni

Segui le prossime date e location. Vai al sito www.famiglienuove.wordpress.com




Questionario sulla concilizione casa-lavoro

Il Forum delle associazioni familiari ha avviato il progetto “N.O.I. per il territorio”, in collaborazione con il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Lo scopo è dare supporto alle famiglie grazie ad attività di promozione di territori “family-friendly”, vicini alle esigenze delle famiglie.
La vostra opinione ci aiuterà a definire la direzione delle future politiche sul tema, supportando la famiglia nella vita lavorativa e quotidiana.

I dati saranno utilizzati, in forma aggregata e anonima, per costituire dei tavoli tra famiglie ed esperti volti a definire le dimensioni della conciliazione casa-lavoro avvertite come necessarie e proporre progetti dedicati a supporto della famiglia.

Si tratta di compilare un questionario on line. È rivolto in via prioritaria ai lavoratori dipendenti. Il Forum ha bisogno di contributi da tutte le regioni italiane per poter avere valutazioni attendibili.

Vi invitiamo a partecipare e a far partecipare più famiglie possibili a questa indagine nazionale:

Vai al Questionario




La bellezza di crescere – Ezio Aceti e Stefania Cagliani – Video delle 6 puntate

Guida per genitori ed educatori che vogliono amare

EZIO ACETI E STEFANIA CAGLIANI

Gli incontri, della durata di un’ora, sono stati trasmessi in diretta da Telepace per sei giovedì consecutivi.
PRIMA PUNTATA

SECONDA PUNTATA

TERZA PUNTATA

QUARTA PUNTATA

QUINTA PUNTATA

SESTA PUNTATA




Città Nuova Fest a Teramo

Aria di festa e di grande attesa fra i numerosi partecipanti al Città Nuova Fest, dai neonati di quattro mesi agli ultra settantenni,  che sabato 10 novembre hanno invaso l’aula magna del Convitto di Teramo e le aule limitrofe. Lo spirito forte che ispira il lavoro costante e al passo coi tempi di Città Nuova ha preso forma puntando l’attenzione verso le emozioni da cui oggi il vivere dell’uomo e delle relazioni è mosso più che mai.
 
Pur facendo un’analisi della situazione di crisi in cui viviamo, lo psicologo Ezio Aceti, con la sua caratteristica veemenza e passione, ha indicato nella stessa crisi la possibilità di crescita  e nelle emozioni energie da sfruttare per alimentare solide relazioni. Tanti gli spunti per approfondire la conoscenza dei nostri bambini e poterli così amare veramente. Uno sguardo ampio sulla società civile e religiosa, non sono mancate riflessioni sulle relazioni interpersonali della coppia e tra genitori e figli.
 
Una per tutte: “l’amore è sempre possibile”. Questa affermazione  ha sicuramente infuso in ciascuno una sensazione positiva di benessere ed una spinta ad approfondire il cammino intrapreso o comunque a ricominciare con fiducia. 
 
Una persona che ha collaborato per la realizzazione dei due laboratori dedicati ai bambini con Sara Fornaro, caporedattrice del giornalino BIG, e ai ragazzi con Mauro Di Girolamo, attore di Spazio 3, così ci scrive:
 
“È stata un’occasione per entrare con i ragazzi (circa 60) dentro le emozioni. Con i più  piccoli abbiamo “avvicinato ” la paura accartocciandola nel vero senso della parola e gettandola nell’omino mangiapaura; poi abbiamo guardato in faccia la rabbia chiamandola per nome e maltrattandola con una delle nostre scarpe gettate nella scatola delle cose che ci fanno arrabbiare… I più grandi hanno lavorato sulla gelosia proponendo una drammatizzazione con la quale si è cercato di imparare ad andare oltre. Un’occasione per comprendere insieme come siamo persone che vivono delle emozioni e occorre conoscerle per gestirle.”
La serata si è conclusa con la rappresentazione dei ragazzi offerta a tutti i presenti. 
Notevole l’interesse verso l’approfondimento di Città Nuova e riviste ad essa collegate come Big (Bambini in Gamba), Teens (la rivista fatta dai ragazzi e per i ragazzi), nell’ottica di continuare a dialogare.

All’uscita, diverse persone hanno voluto prendere una copia della rivista CN, di BIG ,Teens, lasciare un contatto per continuare il dialogo intrapreso.. Una serata diversa e molto positiva!

Gabriella Ceritano




Città Nuova Day 2020 – la diretta del 24 ottobre

Tantissime le comunità che hanno partecipato al Cn Day o lo hanno seguito attraverso i social network su Facebook, Instagram e Twitter di Città Nuova. E la partecipazione alla festa di Città Nuova continua…

RIVEDI LA DIRETTA

Il Cn Day 2020 è stato caratterizzato dal formato multimediale: collegamenti da diverse località italiane, come Bologna, Liguria e Roma; contributi video e interviste. Inoltre, tutti questi contenuti sono stati rilanciati sui social: Twitter, Instagram e Facebook con diversi hashtag e locandine preparati accuratamente dai nostri giovani collaboratori, con la proposta interattiva del contest #daretocare.

VEDI ARTICOLO SU CITTA’ NUOVA

 




Pietra viva onlus, le vie dei colori

Rivitalizzare il territorio attraverso la consapevolezza di essere parte della famiglia umana. L’esperienza di “Pietra viva” a Casavatore.

A Casavatore, nel nord di Napoli, in particolare nella frazione Parco delle Acacie, il contesto è molto difficile e la densità abitativa al primo posto nelle classifiche europee. Qui alcuni anni fa, un gruppo di persone ha cominciato ad attivarsi e a sperimentare una nuova forma di solidarietà e socialità.

Le iniziative avviate anche in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato, hanno avuto come risultato la forza di  tessere una rete di relazioni sociali tra gli abitanti del luogo, le scuole, le Istituzioni locali e la parrocchia, animando ed aggregando un territorio caratterizzato da individualismo e indifferenza.

Le innumerevoli azioni solidali rivolte all’infanzia disagiata, all’emarginazione, all’accoglienza dei meno abbienti, un’attenzione all’ambiente e alla sanità, hanno dato vita all’associazione di volontariato “Pietra viva”, che in seguito ha acquisito presso il Registro della Regione Campania l’iscrizione come Onlus.

E’ così che è nata anche l’attività di un laboratorio, la “sartoria solidale”, presso il Centro Polifunzionale Parrocchiale:  alcune sarte volontarie mettono a disposizione il loro tempo libero e la loro esperienza lavorativa. Dai proventi delle varie attività della sartoria, si rinnovano dal 2013  cinque sostegni a distanza che supportano tramite AFNonlus bambini di Paesi diversi: Vietnam, Serbia, Repubblica Democratica del Congo, Giordania, Repubblica Dominicana. Un modo per abbracciare  il mondo intero! Gli aiuti garantiscono ai bambini i beni primari: alimenti, medicinali, vestiario, istruzione e la possibilità  di crescere, studiare e migliorare la loro condizione, liberandosi dall’ignoranza, dalle malattie, dal sottosviluppo così da  rappresentare anche una speranza di futuro per la propria comunità.

Recentemente l’associazione “Pietra viva” è riuscita a raccogliere dei contributi anche a favore del progetto  “On your side”  di AFNonlus,che si rivolge ai bambini gravemente ammalati residenti presso gli Istituti di accoglienza per minori in Vietnam, realizzando  per loro interventi di supporto medico-sanitario che  migliorino il loro  stato di salute e  qualità della vita.  Tante iniziative sono state realizzate per arrivare all’obiettivo prefissato: una serata all’insegna delle canzoni classiche napoletane, visite culturali, tornei sportivi, una sagra dal titolo “le vie dei colori” ed un concorso di disegno e narrativa rivolto ai bambini delle Scuole di Infanzia,  Primaria e Secondaria di I° grado del territorio di Casavatore con tema “Famiglie a Colori”. I bambini delle scuole si sono espressi  attraverso disegni, temi, riflessioni di vita vissuta e sono stati premiati in una serata conclusiva che ha dimostrato come la convivialità e l’aggregazione siano possibili anche in un territorio così difficile.  E non è finita qua!

L’associazione Pietra Viva Onlus è in continuo movimento e trasformazione, sempre vigile alle necessità e ai bisogni delle persone che vivono  in situazioni d’indigenza. Facendo propria la frase di Madre Teresa di Calcutta: “Noi non possiamo fare grandi cose, ma piccole cose con grande Amore”,  continua a costruire, come pietra viva, la nostra casa comune.

Giovanna Pieroni




Cultura del dare: due città per un progetto comune

Montopoli in Val d’Arno e Torella dei Lombardi. Due paesi distanti, uno in provincia di Pisa, l’altro in Provincia di Avellino, ma uniti in un progetto comune.

Tutto è cominciato 20 anni fa quando Raffaele di Lorenzo ha inviato una lettera ai suoi concittadini spronando l’avvio del sostegno a distanza tramite Azione Famiglie Nuove di 50 bambini della favela di Recife (Brasile). Un luogo allora assolutamente malsano e disagiato, dove i minori vivevano in uno stato di degrado, senza servizi e la garanzia della tutela dei loro diritti.

“Siamo partiti con circa 300 famiglie poi abbiamo coinvolto istituzioni e associazioni, – afferma Raffaele Di Lorenzo. – Non neghiamo che con il tempo, abbiamo avuto difficoltà a mantenere l’impegno preso, così ci siamo inventati lotterie, cene e iniziative per diffondere la cultura del dare. In poche persone non è possibile sorreggere questi progetti, si deve chiedere aiuto e sensibilizzare chiunque. Per i bambini nostro futuro, non possiamo fermarci.”

In tutti questi anni, Raffaele insieme alla Associazione Culturale Capannese (ASCA) di cui è Presidente e i comuni di Montopoli e di Torella non si sono mai fermati, sono andati avanti nonostante le sfide e le difficoltà per mantenere l’impegno nella cooperazione e questi bambini sono ormai giovani con un futuro, anche grazie al loro contributo.  Oggi la favela è la comunità dell’Isola di Santa Terezinha dove la popolazione usufruisce di illuminazione, strade, fognature, un centro medico ed centro educativo dell’AACA.  (clicca qui per conoscere IL PROGETTO SAD)

In segno di riconoscimento per questa collaborazione l’Associazione Azione Famiglie Nuove, sabato 20 novembre ha conferito una pergamena di ringraziamento ed elogio all’amministrazione comunale di Montopoli in Val d’ Arno e Torella dei Lombardi. L’evento a cui anche la stampa locale ha dato visibilità (clicca qui) si è inserito nell’ambito della 16ma edizione del Premio Letterario Renato Fucini , tenutasi presso il Cinema Teatro Nuovo Don Terreni a Montopoli in Val d’Arno. Gli elaborati artistici (poesie e racconti) sono stati raccolti in un’antologia che può essere acquistata sempre a sostegno dei bambini dell’Isola di Santa Terezinha.

La “cultura del dare” in antitesi con la “cultura dell’avere” e dello scarto fondandosi sulla realtà della comunione, non è assistenzialismo, ma si apre all’altro nel rispetto della sua dignità e lo considera capace di dare a sua volta, all’insegna della reciprocità. Ne è vitale testimonianza la diretta con i bambini e lo staff del progetto dell’ Isola Santa Terezinha in Brasile. Uno dei momenti più toccanti della serata, durante la quale Lenira (segretaria) Jose Claudio (coordinatore) e Maria Jose (Presidente) dell’AACA, partner locale di Azione Famiglie Nuove, hanno espresso  la loro riconoscenza e il sincero legame di fratellanza costruito nel tempo. D’altra parte il coro di chi ha preso parte all’iniziativa in questi anni comunica una pari gratitudine per l’arricchimento scaturito con questa esperienza di valore.

“La nostra collaborazione è nata come un semplice lavoro, come ne capitano molti. Ci era stato chiesto di realizzare degli Attestati di partecipazione per il Concorso Letterario.– Racconta Manuela titolare dell’azienda del Rag. Marinai & C. S.A.S. – Da lì, anno dopo anno evento dopo evento, è cresciuto il rapporto di stima e amicizia con i membri dell’Associazione portandoci a contribuire con convinzione alle attività per aiutare, nel nostro piccolo, agli alti scopi che l’Associazione stessa si pone”.

“Bisogna essere proattivi e non dire va tutto male e poi non fare niente per cambiare. Quando si fa qualcosa col cuore avrà sempre un ritorno positivo”.  – Afferma Francesca Frediani della Fattoria Varramista di Castelbosco (Montopoli) che collabora nell’offrire oggetti Premio come confezioni di vino della loro produzione e nel diffondere biglietti della lotteria.

Anche la Pescheria L’Era Glaciale e l’Alimentari Nencioni aderiscono al progetto, in particolare contribuiscono alla cena annuale che viene fatta sulla piazza principale di Capanne, a cui di solito partecipano centinaia di persone: “Noi offriamo gratuitamente la materia prima e siamo anche felicissimi di servire a tavola. Si può toccare con mano che le offerte vanno direttamente a buon fine, come testimoniano i numerosi contatti diretti con i bambini sostenuti”.

L’entusiasmo è contagioso. Chiunque si lascia coinvolgere diventa protagonista in questa azione collettiva. “La mia decisione di aderire non è tardata nemmeno un attimo, – afferma il Luogotenente Pio D’Addio in servizio presso la Stazione Carabinieri San Romano che aderisce al progetto sin dal 2000. – Ho sempre dato il mio modesto apporto per la bontà dell’operazione, la serietà delle persone con dati di fatto concreti, che chiunque può andare a verificare”.

Per Giacomo Martelli, presidente ACLI Regione Toscana, questa azione è un esempio di raccolta fondi in cui per grandissima parte sono devoluti in beneficenza. Viene ridistribuito benessere partendo dal basso: “L’impressione è che l’associazionismo di questo tipo sia un bene prezioso per la nostra società, per la nostra regione e per le comunità locali”.

Questo impegno di lungo periodo da parte dell’amministrazione comunale di Montopoli in val d’Arno per i bambini e le bambine del progetto di AFN in Brasile va al di là dei sindaci e coinvolge un’intera comunità:  “Questa iniziativa che ci coinvolge ormai da vent’anni non fa altro che rafforzare il nostro spirito di appartenenza e la nostra voglia di fare del bene, con sempre maggior impegno e dedizione. Per Montopoli e i montopolesi, la solidarietà non conosce confini. – Dichiara il sindaco, Giovanni Capecchi – Anche se dal Brasile ci dividono migliaia e migliaia di chilometri, non possiamo rinunciare alla chiamata di questi giovani alla ricerca di un futuro migliore in un ambiente complicato… La solidarietà tra cittadini e cittadine ha reso ancor più coesa la nostra comunità, continuamente impegnata nel non lasciare indietro nessuno”.

Un’esperienza davvero toccante assistere ai miracoli della trasformazione sulle persone e sulle comunità che compie la cultura del dare. “Vedere un paese intero coinvolto in un’esperienza di solidarietà così seriamente, afferma  Rosa Romano (Ufficio Sostegno a distanza AFN ), che insieme al Vicepresidente Francesco Mandalari e Lucy Pastana (AFN Firenze) erano presenti all’evento in rappresentanza dell’Associazione Azione Famiglie Nuove, ci fa capire quanto sia importante continuare ad operare quotidianamente con “umanità”, avendo sempre davanti il nostro obiettivo: la fraternità”.

Giovanna Pieroni




In tempi di Coronavirus, è utile ricordare come un’amicizia può trasformarti la vita

Basta una casa che diventa una famiglia, abbracciarsi e ridere spesso, con la voglia d’amare l’altro come sé.

“Non è la carne e il sangue, ma il cuore che ci rende padri e figli” diceva il poeta Friedrich Schiller. Ed effettivamente ne abbiamo avuto, in questi giorni, la riprova raccogliendo, via email, le testimonianze di alcuni giovani di Trapani (Sicilia) che, benché per ora costretti a viver separati, hanno voluto raccontarci, per scaldare un po’ gli animi impauriti dal Coronavirus, di come abbiano compreso il valore di una casa condivisa (casa Mannina), il divenire una sola famiglia, insieme alla bellezza di far parte del Movimento dei Focolari. Valori e realtà che fortunatamente non sfuggono anche in presenza di una feroce pandemia, perché si trovano in un luogo al sicuro, il cuore di ognuno. 

‹‹Tutto ebbe inizio qualche anno fa›› ci hanno preannunciato Baldo e Giovanna Mannina, due genitori che hanno, letteralmente, aperto casa al mondo. ‹‹I nostri  figli crescendo hanno, infatti, cominciato a chiederci d’invitare degli amici, dicendo che avevano bisogno di noi››. ‹‹E spinti dall’amore che Dio ci ha messo dentro attraverso Chiara Lubich, fin da giovani, io e mio marito›› ci ha precisato la donna ‹‹abbiamo detto il nostro Sì, facendo partire con ognuno di questi ragazzi un rapporto fatto d’ascolto, dialoghi e comprensione. Li abbiamo accolti così com’erano, con i loro problemi, immersi in una società che non li aiuta, tra bullismo, anoressia, omosessualità, distacchi familiari e altro. Abbiamo preso a trattarli come si farebbe in una famiglia vera, fatta di un “padre” e di una “madre” presenti, che desiderano mettere in pratica i dettati evangelici, dando modo ai figli di dare una svolta concreta al loro modo di vivere››.

Ed eccoci, alla prima testimonianza di uno di questi giovani, Gabriele Cozzolino: ‹‹Tutto è nato, nel mio caso, il giorno del mio 20° compleanno, che credevo di vivere privo di festeggiamenti. Ed invece qualcosa d’inaspettato è accaduto a cambiare la mia stessa vita. Mi ritrovai con dei ragazzi che vedevo per la prima volta a cenare a casa Mannina con una pizza e arrivò anche la torta! Stavo seduto e osservavo quei giovani che già mi consideravano uno di loro e mi chiedevo: “Perché tutto questo? Perché sento anch’io questi ragazzi come fratelli?”. Quel giorno stavo poco bene, eppure l’aria che respiravo mi pareva diversa, gradevole, e i contorni d’ogni cosa mi pareva avessero una luce speciale. Perché, tolte le maschere che mi portavo da tempo (fatte di male subito, incomprensioni, urla, rimorsi) andava prendendo forma l’uomo che avevo sempre sperato d’essere. E se ancora oggi ho rabbia per le ingiustizie, sogno un mondo in cui non regni più il rispetto richiesto con l’intimidazione e so che non sono più solo››.

Un altro giovane, Giovanni Genna, ci ha raccontato come grazie ai Mannina abbia conosciuto, appunto, il Movimento dei Focolari, un’esperienza d’incontro fortuito che è venuta innanzi a lui come un dono. ‹‹E’ successo a Settembre del 2018›› ci ha detto Giovanni ‹‹grazie a Matteo che mi chiese se potevo dare una mano al suo gruppo montando delle coreografie per lo spettacolo di ottobre in onore di Santa Teresa.
Senza esitazione accettai e provai coi ragazzi, sconoscendo cosa ci fosse dietro a questo grande Movimento di cui loro facevano parte. Fu solo nella fase successiva, che papà Baldo iniziò a parlarmi dei “gen” (gruppo di giovani che vivono per un mondo migliore), e degli ideali dei quali si nutrono: la volontà di Dio, l’amore reciproco, l’unità. Iniziai a conoscere Chiara Lubich e Chiara Luce, la loro spiritualità comunitaria, e l’idea di trasformarmi non mi ha più abbandonato. Ho imparato, per esempio, a perdonare di più, ispirandomi a ciò che dice il Vangelo di Luca: “Non giudicate e non sarete giudicati, non condannare e non sarete condannati, perdonate e sarete perdonati”. Ho imparato ad accettare le idee diverse dalle mie, mettendo da parte il mio io››.

Parola ora a Silvia Di Bono: ‹‹Piacere a tutti, sono Silvia, una ragazza che per tanto tempo è stata senza sorriso, incapace di gestire le emozioni, per un passato di sofferenza e una situazione economica familiare non felice. La parte migliore di me, quella solare, era andata via; credevo che il mondo ce l’avesse con me, che Dio stesso volesse farmi soffrire in tutti i modi possibili, mi sentivo sola, incompresa e ho finito per chiudermi a riccio. Ciò finché non ho conosciuto la famiglia Mannina, che mi ha fatto capire come si debba combattere per riaccendere anche quella piccola luce che si trova in noi. Condividendo con loro ogni giorno della mia vita, ho ripreso a sorridere, anzi a ridere così tante volte che non riesco più a smettere. In poche parole, sono diventati la mia famiglia. E grazie a loro ho conosciuto il Movimento dei Focolari, sono andata a Loppiano a respirare quell’aria di libertà con cui ho ritrovato la parte mancante di me e ho compreso l’importanza dell’abbraccio senza dirsi nulla, perché è esso stesso che prende parola; l’amarsi con semplicità››.

Matteo Mannina, il ragazzo che insieme ai genitori, ha aperto casa al mondo, ci ha raccontato tanti altri aneddoti. Come la madre, prima del Coronavirus, uscisse per far la spesa sapendo cosa piacesse anche ai suoi amici; o come suo padre prese a non stupirsi più quando a dormire in una sola stanza stavano in sei; e come il “dado dell’amore” del Movimento dei Focolari sia stato presto tratto da tanti giovani ignari di cosa significasse aver davvero voglia di divenire ognuno sé stesso, nel rispetto delle libertà altrui.
Matteo e i suoi amici restano infatti, oggi, diversissimi, ma come un arcobaleno di colori ne guardi solo l’insieme. Non vivono più da monadi incomprese, ma gli uni per gli altri, per un mondo migliore. Un mondo dove a salvare è la stessa l’amicizia, fatta non di parole ma fatti concreti.

di Patrizia Carollo

Fonte: sito Associazione Nazionale Famiglie Numerose

https://www.famiglienumerose.org/in-tempi-di-coronavirus-e-utile-ricordare-come-unamicizia-puo-trasformarti-la-vita/