Congresso Essere sempre famiglia

Dal 10 al 12 maggio 2024 si è svolto al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il Congresso del Movimento dei Focolari dal titolo: “Essere sempre famiglia.Oltre confini e categorie, verso l’inclusività”. Vi hanno partecipato circa ottocento persone da ogni parte dell’Italia e dall’Albania (come Movimento dei Focolari legata territorialmente all’Italia).

L’esigenza di un Congresso comune, tra le varie realtà, diramazioni del Movimento dei Focolari – di diverse vocazioni, intergenerazionale, con diverso impegno nel sociale ed ecclesiale ecc. . . – è nata durante un Consiglio del Movimento stesso in cui i vari membri hanno deciso di concentrare le forze – tralasciando alcuni altri appuntamenti specifici – per radunarsi su un argomento che fosse trasversale, che accomunasse tutti (cosa ci poteva essere di meglio della famiglia!) e che aiutasse a fare un’esperienza di unità con la “famiglia” completa.

Il Congresso nazionale di maggio si è ripetuto e se ne stanno riproponendo altri in alcune regioni italiane, quindi più a livello locale, per coinvolgere ancora più persone.

Oltre al Congresso Essere sempre famiglia, in questo anno 2024 verrà proposto un secondo appuntamento dal 8 al 10 novembre, sempre al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo in cui, nel solco del secondo anno del Cammino sinodale ed in vista del prossimo Giubileo 2025, le tematiche affrontate saranno più di carattere ecclesiale (a breve ulteriori e maggior informazioni).

Centro Mariapoli Castel Gandolfo

Ma com’è andato questo Congresso? Come si è vissuta la sua preparazione? Chiediamo a Sara Fornaro, giornalista di Città Nuova e facente parte della commissione preparatorio del congresso, di raccontarci qualcosa.

«Se oggi dovessi lasciare questa terra e mi si chiedesse una parola, come ultima che dice il nostro Ideale, vi direi – sicura d’esser capita nel senso più esatto –: “Siate una famiglia”». A novembre 2023 siamo partiti da questa frase di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, per preparare il Congresso.

In questo gruppo ci siamo ritrovati in 14, diversi per provenienza ed età, in rappresentanza delle varie realtà del Movimento: dalle famiglie ai volontari, dai consacrati ai gen, dai separati ai dialoghi. Io rappresentavo, insieme a Miriana, il Gruppo editoriale Città Nuova.

Abbiamo cominciato ad incontrarci via Zoom una volta a settimana, dalle 21 fino (spesso) a notte fonda (sì, abbiamo superato anche la mezzanotte!). Non ci conoscevamo e non c’era un responsabile. Avevamo una “commissione di supporto”, ma era l’unità tra noi a dover metter giù un programma formativo, ma incarnato nella realtà. Soprattutto i giovani avevano chiesto di trattare tematiche di stretta attualità. Chiedevano alla “famiglia di Chiara” di vivere l’unità con testa, mani e cuore, secondo la consegna che ci ha dato Papa Francesco qualche anno fa a Loppiano.

Non doveva essere un Congresso per famiglie, ma un Congresso sull’essere famiglia, secondo le parole di Chiara Lubich. Su alcune cose ci siamo trovati sin da subito tutti d’accordo: nessuno doveva sentirsi escluso, nel Movimento c’è posto per tutti.

Quando abbiamo messo su carta le tematiche proposte la lista sembrava infinita. Come scegliere? Ci siamo lasciati guidare dalla traccia che ci era stata data: Essere famiglia, a cui abbiamo aggiunto la parola “sempre”.

Dopo lunghi confronti, abbiamo immaginato un percorso lungo tre giornate, ognuna delle quali arricchita da momenti artistici. Anche i bambini sono stati protagonisti con giochi ed esperienze, grazie ad un gruppo di animatori davvero speciali.

Siamo partiti da “siate una famiglia” di Chiara: dalle relazioni nella società, nelle famiglie, tra religiosi, sui social, per arrivare al conflitto. In ogni rapporto ci sono conflitti, che possono rivelarsi una risorsa per costruire relazioni più vere e profonde. Si è dunque parlato del superamento del conflitto tra persone di fedi religiose e politiche diverse e in famiglia e delle difficoltà delle coppie. Il secondo giorno si è aperto con l’arte di amare di Chiara: amare tutti, amare sempre, amare per primi, amare il nemico, farsi uno con l’altro, che «significa far propri i loro pesi, i loro pensieri, condividere le loro sofferenze, le loro gioie».

I giovani avevano chiesto di parlare di identità di genere e orientamento sessuale. Con gli esperti intervenuti abbiamo pensato innanzi tutto di capire i termini, a partire dall’acronimo LGBT, perché per parlare di qualcosa, bisogna conoscerne il significato. C’era il desiderio di parlare di tutto, come si dovrebbe fare in famiglia, provando ad ascoltare con il cuore.

Nel pomeriggio il tema è stato articolato in parità di genere, alleanza uomo-donna, la

donna nella Chiesa. Come diceva l’ex presidente dei Focolari Maria Voce: «Il maschile e il femminile sono due modi umani di essere persona. Ad ognuno dei due non manca nulla per essere persona, sono due persone piene, ognuna contiene l’altra, ma sono diverse. Per questo effettivamente l’uomo contiene la donna in sé, ce l’ha dentro, e la donna contiene l’uomo. Due esseri diversi, ma pieni… Insieme fanno qualcosa in più. Sono generativi».

Il terzo giorno c’è stato l’incontro con Silvia e Ray del Centro internazionale del Movimento dei Focolari, il video del Papa che ricordava che nella Chiesa – e potremmo dire nel nostro Movimento – «c’è posto per tutti, tutti, tutti», e un ricco dialogo con i partecipanti.

La cosa più bella di questo congresso, per me, è stata la condivisione con gli amici di viaggio, con i quali – nonostante le diversità – abbiamo avviato un dialogo intenso e costruttivo, col desiderio di dare un contributo, speriamo fruttuoso, al Movimento.

Per gli approfondimenti degli argomenti trattati, vedere il Dossier Essere famiglia edito da Città Nuova ed altri articoli apparsi (e che appariranno) sulla rivista cartacea e sul sito web

ad esempio https://www.cittanuova.it/amore-orientamento-sessuale

https://www.cittanuova.it/amore-tra-sfida-opportunità

https://www.cittanuova.it/educazione-alla-genitorialità

https://www.cittanuova.it/al-cuor-non-si-comanda

https://www.cittanuova.it/relazioni-abusanti




Formato famiglia a Loppiano: “Un fantastico weekend”!

Il weekend era molto atteso, l’argomento interessante e molto coinvolgente, il relatore conosciuto e molto stimato per la sua competenza. E’ cosi che 47 famiglie (139 persone, di cui 46 bambini) si sono ritrovate a Loppiano dal 23 al 24 marzo 2024 con il dott. Ezio Aceti, psicologo dell’età evolutiva, per affrontare il tema dell’educazione 0-12 anni e preadolescenza.

Le famiglie provenivamo da varie città di Italia, e tra queste un nutrito numero di giovani Famiglie Nuove di Torino che ha invitato altre famiglie amiche. Un breve saluto iniziale ed il lancio del dado dell’amore hanno aperto i “lavori” e invitato i presenti a porsi in atteggiamento di “amare tutti”, invito ripreso da Ezio Aceti quale garanzia perché quei due giorni fossero un tempo sereno e proficuo per tutti, e questa proposta ha creato da subito un clima di ascolto reciproco profondo.

Il sabato ci si è concentrati sull’ “Educare in un mondo che cambia” e sull’educazione nella fascia 0-12 anni; con una relazione di Ezio Aceti, confronto in gruppi, e poi un ricco dialogo in plenaria. La domenica mattina Ezio Aceti ha trattato un altro tema “caldo” per i presenti: “Adolescenti oggi: fragilità e risorse” e poi tante domande e riflessioni insieme sull’essere genitori oggi di un adolescente. Ezio Aceti si è dato disponibile anche per colloqui personali che hanno sottolineato il “sentirsi in famiglia”, dato a tanti la possibilità di confrontarsi sullo specifico della loro esperienza e ricevere preziosi consigli personalizzati.

Anche bambini e ragazzi hanno seguito attività specifiche per loro: i ragazzi oltre i 6 anni sabato hanno trascorso il pomeriggio con Gabriel, ballerino e attore, che attraverso alcuni esercizi corporei ha fatto prendere ai ragazzi consapevolezza degli spazi  intorno a sé, oppure abbinare una musica a un animale: un vero divertimento è stato immaginarsi pesci che nuotano nelle profondità del mare attraversando un lungo tubo di stoffa.

Anche la domenica mattina per i ragazzi è stata ricca di spunti e scoperte: hanno fatto un percorso naturalistico-sensoriale nella natura di Loppiano accompagnati da un guida professionista, e scoperto  rumori, odori, vita del bosco, della campagna e percezione di sé a contatto con la natura. Tutti entusiasti! I più piccoli (0-5 anni) hanno svolto attività varie di gioco a seconda dell’età in modo da regalare ai genitori uno spazio tutto per loro, in tranquillità. Il sabato sera è stata offerta a tutti la possibilità di partecipare allo spettacolo organizzato per la Cittadella dagli artisti dell’AIR (Artisti in Rete) con un piacevole viaggio tra canzoni, danze e interpretazioni.

Il prossimo week end Formato Famiglia sarà il 20-21 aprile prossimi e il tema sarà: “Aspetti della disabilità in famiglia: figli, anziani… nuove prospettive”.

Il team Formato famiglia di marzo:

Enrico, Daniela, Ezio, Vanilla, Claudio, Federica, Gianni, Vanna, Paolo, Barbara, Santina e Pier Luigi

 




La sfida del “per sempre”: esperienze dal Corso per Fidanzati a Loppiano

Dal 7 al 10 marzo, le Famiglie Nuove dell’Italia hanno accolto a Loppiano 44 coppie provenienti da tutta Italia e anche da diverse nazioni che partecipavano al corso per fidanzati intitolato: “Chiamati all’Infinito – essere 1 rimanendo 2”. Il “per sempre” è stato il tema di fondo dell’incontro.

La sfida, raccolta dai fidanzati, è stata di immaginare il “per sempre” come scenario del loro stare insieme, anche in vista, per alcuni, del matrimonio cristiano che si sarebbe celebrato entro l’anno.

I temi affrontati, presentati da esperti, sacerdoti e psicologi, coppie di sposi e fidanzati, sono stati i più vari: dalla comunicazione nella coppia al sapersi perdonare; dall’affettività alla sessualità, dalla vocazione al sacramento del matrimonio.

Molto apprezzata la metodologia che comprendeva dinamiche di coppia e di gruppo, che hanno permesso di esprimersi attraverso giochi, disegni e musica.

Vibrante e costruttivo il confronto tra le coppie e con il team che ha curato il programma. La sfida dopo questo congresso, ha dichiarato una coppia, sarà potersi ritagliare momenti come quelli vissuti a Loppiano nel quotidiano. A proposito della cittadella, i partecipanti hanno segnalato come essa sia la sede ideale per corsi come questo.

La pace e la serenità che vi si respirano diventano elemento costitutivo dell’esperienza. «L’energia e l’amore donati da Loppiano – hanno affermato le coppie – sono sempre magici. E grazie a questo corso ne abbiamo avuto una prova concreta».

Ma passiamo la parola ai protagonisti: … sono stati giorni in cui abbiamo ascoltato testimonianze di coppie di sposi, di famiglie, hanno fatto luce su ogni ambito riguardante la relazione di coppia. In ognuna delle esperienze di coppia ascoltate, con il mio fidanzato ci siamo resi conto di aver ritrovato un “pezzo” di noi, del nostro vissuto, fatto di condivisione, comunione profonda, ma anche di tutte quelle difficoltà comuni ad ogni relazione affettiva. Durante il corso è venuto fuori anche quanto sia tutt’altro che facile mettere a nudo la propria anima, mostrare a chiunque, anche al proprio partner, fragilità e punti deboli.

Ed ancora: …questa esperienza condivisa a Loppiano è stata ricca e formante. Giorni intensi e impegnativi, soprattutto emotivamente. Fondamentale è stata l’occasione di potersi dedicare alla coppia con quei tempi che non avremmo mai trovato nella normale quotidianità, dedicarsi per intere giornate alla riflessione sia personale che condivisa ci ha fatto riscoprire e ci ha confermati nel sentimento d’amore che portiamo avanti da ben dieci anni da fidanzati verso l’esperienza del Sacramento del matrimonio.

 … E’ stato molto importante vedere come ogni coppia nella sua diversità è in grado di trovare una risposta propria e unica alle sfide della vita. Ora sappiamo che, come tutti, possiamo anche noi trovare assieme le nostre risposte.

“Beneaugurante” il messaggio lasciato da una coppia che dice: …siamo tornati a casa pieni di energia, Amore e con tanta voglia di sposarci e vivere per sempre insieme. Con alcune coppie siamo rimaste in contatto con la promessa di incontrarci presto e spesso perché ci siamo trovati subito in sintonia e perché vogliamo condividere insieme questo strepitoso cammino che stiamo percorrendo.

Tanti stimoli utili per la prossima edizione: maggior attenzione al tema dell’economia e degli stili di vita, dedicare più momenti al dialogo di coppia e in gruppo, nella consapevolezza che un corso di 4 giorni può dare gli strumenti: la sfida, come ha dichiarato una coppia, è ritagliarci questi momenti nella nostra quotidianità.




Si può fare di più

La comunità dei Focolari di Roma in aiuto di una famiglia afgana

di Aurelio Molè

15 agosto 2021: una data che non si dimentica. L’Afganistan è di nuovo nelle mani dei Talebani. L’aeroporto di Kabul diventa l’unica via di fuga dal Paese. Migliaia di civili si accalcano per partire. Una folla impressionante. Tra loro la famiglia afgana Khrosh che, tramite la mediazione della Nunziatura vaticana, può imbarcarsi alla volta di Kiev con il corpo diplomatico ucraino. Gli accordi prevedono che, una volta atterrati nel Vecchio Continente, i profughi afgani saranno distribuiti in vari Paesi europei. Ma c’è un intoppo per la famiglia Khrosh: mancano dei documenti per Mehin, 4 anni, la figlia di Zabi, un medico, e Aqela, un’ostetrica, e non può partire. Aqela è incinta all’ottavo mese, estrae alcuni indumenti per il marito che parte da solo, con una busta di plastica e pochi vestiti. «Ci rivedremo!» – è la promessa e il commiato di Aqela.

Nel febbraio del 2022 la comunità di Roma dei Focolari organizza una apericena per conoscere e far conoscere tra di loro i vari afgani presenti nella capitale. Nell’occasione incontrano Zabi e decidono di aiutarlo. Vive in un centro di accoglienza, non ha lavoro, la famiglia è scappata in Iran ed è nata una seconda figlia, Barin. Ma come fare?

Tiziano Binaghi, uno dei volontari, pronuncia uno stentato «proviamo!», anche se è forte il senso di inadeguatezza per la mancanza delle competenze necessarie. Con l’aiuto di alcune docenti della facoltà di Lingue e scienze orientali dell’università La Sapienza raccolgono fondi per coprire le spese dei visti e dei biglietti aerei per il ricongiungimento che avviene nel settembre del 2022. «Ricordo ancora – racconta Tiziano – la forte emozione di Mehin che correva sul molo di Fiumicino per guardare per la prima volta il mare che non aveva mai visto». Nel frattempo, poco prima, a giugno, era avvenuto il primo miracolo: Zabi trova lavoro, non come medico, ma per una ditta che lavora alla sterilizzazione dei ferri chirurgici per il Policlinico Umberto I di Roma. Dapprima, dopo l’insistenza di Tiziano, in prova per una settimana, poi per periodi più lunghi, ma sempre a tempo determinato.

Ora il lavoro c’è, poco e precario, ma manca una casa dove accoglierli. A Tiziano e a sua moglie Paola viene in mente la casa disabitata a Casperia (RI) dei genitori di lei, ormai in Cielo. È l’unica soluzione concreta e non funziona. Per Zabi diventa un’impresa impossibile raggiungere il lavoro. La stazione di treno più vicina è a Poggio Mirteto e, a turno, persone dei Focolari, parenti e amici, devono recarsi a Casperia e portare Zabi alla stazione. Un trasferimento a Poggio Mirteto, ospiti a casa di una loro cugina, dovrebbe ridurre il tempo di percorrenza per il lavoro, ma non di molto. Anche questa soluzione è temporanea. A Paola viene un’idea. A Roma è impossibile comprare una casa, con i loro risparmi, aggiungendo quelli di sua sorella e della sorella di Tiziano acquistano un piccolo appartamento a Monterotondo. Dal giugno 2023 la famiglia Khrosh abita lì.

Altro scoglio il permesso di soggiorno. L’ associazione “Una città non basta” lo indirizza, ma Tiziano è incerto sul da farsi quando accompagna Zabi all’Ufficio Immigrazione e non sa a che santo appellarsi. Gli viene, però, in mente il santo del giorno, san Francesco: è il 4 ottobre. «Ho pregato san Francesco – racconta Tiziano con la sua carica di simpatia – anche se ho pensato che cosa c’entra? Poi, però, mi è venuto in mente che è il patrono degli italiani. San Francesco pensaci tu, io non so che fare. Al cancello ho avuto l’impressione di un miracolo». All’ingresso incontra Simone. «Lo conosco perché i suoi genitori e quelli di sua moglie sono di Casperia e d’estate danno una mano per la festa della Madonna della Neve, ma non sapevo fosse un poliziotto. Mi è sembrato di vedere un angelo: si è messo a disposizione, ha cercato il mediatore culturale e ci ha aiutato in tutti i modi per completare l’iter della richiesta». Ad agosto del 2023 hanno ottenuto il permesso di soggiorno.

La provvidenza si manifesta in molti modi. Un giorno Tiziano passeggia, da solo, e una telefonata lo avverte che Zabi è stato assunto. Pensa sia il solito rinnovo del contratto, invece è assunto a tempo indeterminato. Non è semplice trattenere la commozione.

Da sin: Tiziano, Mehin, Zabi, Paola, Aqela e Barin

Il lavoro di accompagnamento continua e non è possibile enumerare i piccoli e grandi atti di generosità compiuti dalle persone più diverse che contribuiscono con vestiario, denaro, viveri, visite gratuite da parte di un ortopedico, un dentista, un pediatra.

«Con questa esperienza – chiosa Tiziano – ho scoperto tanti segni della provvidenza. Come se Dio mi dicesse: “Buttati, rischia!”. La mia impressione è che potremmo fare molto di più, per renderli autonomi e metterli nelle condizioni di portare il loro contributo alla società. Anche così costruiamo un pezzetto di mondo nuovo, in pace».

La speranza per il futuro è che Zabi possa avere riconosciuto in Italia il suo titolo di studio e così poter lavorare come medico, professione che esercitava già da vari anni.




Comunicare bene in famiglia: a Loppiano da tutta Italia.

Si è svolto a Loppiano (Incisa Valdarno) dal 27 al 28 Gennaio 2024, “Formato Famiglia”, una breve “full immersion”  destinata alle famiglie, dal titolo: Comunicare (e litigare) bene per prevenire o superare le crisi familiari, condotto da Lucia Coco e Umberto De Angelis.

Hanno partecipato famiglie da tutta Italia, giovani e meno giovani, oltre ad alcune famiglie provenienti dai continenti che si trovano a Loppiano per partecipare alla Scuola Loreto.

Gli esperti hanno introdotto il tema della giornata, coinvolgendo tutti in un percorso alla scoperta della comunicazione della coppia, delle sue dinamiche e dei frequenti errori nei quali si può cadere.

Infatti, tramite la presentazione di alcune tecniche di comunicazione sono state eseguite delle esercitazioni di coppia e la condivisione in sala ha evidenziato quanto il tema della comunicazione marito/moglie sia strategico in qualunque momento storico ci si trovi.

La domenica mattina è iniziata con un dibattito molto ricco attraverso il quale gli esperti hanno approfondito il tema del conflitto. Nello stesso tempo, si è svolto un programma per una sessantina di bambini e ragazzi di età compresa tra i 0 ed i 14 anni che erano venuti con i genitori.

È stata un’occasione che ha coinvolto attivamente famiglie e membri delle diverse scuole di Loppiano, che hanno aiutato nell’organizzazione.

Con i più piccoli, il sabato si sono svolte attività di baby-sitting, laboratori di giochi motori, pasta sale, creazioni di mascherine, letture animate. La domenica i Gen4 del territorio hanno proposto il gioco del dado dell’amore, concludendo con la messa insieme ai genitori e alla cittadella.

Con i bambini dai 6 ai 12 anni si è svolto un laboratorio di falegnameria per la costruzione di casette per uccelli e un “Condominio per gli insetti”. Laboratorio, con attività manuali di tecniche di costruzione quali: smerigliatura, misura, assemblaggio con colla e chiodi, verniciatura.

Il programma si è concluso tramite un’attività di “percorso sensoriale” nel bosco, che ha fatto percepire ai ragazzi, suoni, rumori, profumi e nozioni sulla fauna e sulla natura. È stata anche l’occasione di posizionare nel bosco i manufatti costruiti il giorno prima.

Un momento artistico importante è stata la performance del Gen Verde che ha animato la serata del sabato, coinvolgendo tutti con canti, animazioni, esperienze di vita.

In tanti, nei ringraziamenti finali, hanno sottolineato l’importanza di questa esperienza per la loro coppia, sia per i contenuti sia per i rapporti di famiglia costruiti tra tutti.




Mai più accada – Corso online sulla prevenzione del femminicidio

“MAI PIU’ ACCADA” – Corso on-line gratuito sulla prevenzione del femminicidio e della violenza sulle donne.

  • 15 febbraio Gatti Nicoletta, biblista. Il pensiero di Gesù riguardo alle donne lapidate nel suo tempo per motivi di ottemperanza alla legge mosaica: lettura esegetica dell’ episodio di Gesù e l’adultera. Gesù e le donne nel Vangelo di Giovanni.
  • 22 febbraio Angela Maria Toffanin, sociologa. Sociologia delle emozioni e la violenza di genere. La violenza maschile contro le donne, pratiche e politiche di contrasto e superamento della stessa.
  • 29 febbraio Nibras Breigheche, Dottorato di Ricerca in Lingue, Letterature e Culture in Contatto (Università “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara)
    La donna nell’islãm: studi e considerazioni attorno agli ahädith falsi e deboli. Prevenire la violenza di genere nelle religioni: come?
  • 7 marzo p. Mario Mingardi O.F.M.Conv. Violenza di genere e influenza del Maligno sulla mente e sulla volontà umane: la prevenzione dei femminicidi alla luce di Genesi 4,7.
  • 14 marzo dr. Diego Coelli, psicologo dell’emergenza. Percorsi personali e comunitari per prevenire la violenza sulle donne: questioni sulla formazione della coppia, della distribuzione dei poteri all’interno di essa, sulla relazione di coppia e l’evoluzione della stessa.

Iscrizioni: jonathan@davide.it




Centro Sociale Chiara Luce, quando cuore e arte costruiscono il bene

Solidarietà può far rima in modo accattivante e denso con una serata d’arte, tra professionisti navigati e musicisti in miniatura, suore che cantano e danzano al ritmo cadenzato dal dj e testimonianze che danno a ogni performance il sapore della prossimità.

L’idea degli organizzatori si basava su un pensiero chiaro, “fare del mondo una famiglia”, e un pezzo di famiglia internazionale è quello che si è ritrovato il 2 dicembre nell’Aula Magna della Università Pontificia Auxilium di Roma, retta dalle religiose salesiane, per un pomeriggio musicale e l’obiettivo di raccogliere fondi per il progetto di AFN Onlus che sostiene il Centro Sociale Chiara Luce, a Kirama, in Burundi. Un luogo in cui 174 bambini con le loro famiglie ricevono istruzione, alfabetizzazione, nutrizione, cure igieniche e della salute, ovvero carezze che sanno di buono e di futuro per una popolazione che porta sulla pelle i segni di un passato di guerra e crisi terribili.

L’iniziativa è partita dalle Famiglie Giovani del Movimento dei Focolari di Roma, decise a mettere in campo un’azione solidale in vista del Natale, e la risposta è stata da grandi numeri, con 250 persone in sala oltre a quelle collegate in streaming da varie parti d’Italia, dalla Francia e perfino dall’Azerbaigian.

Una coppia, Eugenia e Giuseppe, con la piccola Agnese di 2 anni, ha illustrato le finalità del progetto in Burundi e le diverse modalità di sostegno finanziario. A loro si è sostituita una seconda coppia di presentatori, coppia anche nella vita, un vero manifesto di “mondialità” ben armonizzata, tra la misura di Jean Paul, libanese, e il brio di Melissa, colombiana, che hanno introdotto via via le esibizioni in programma.

A suscitare la prima ovazione sono stati Giacomo Fiorelli, 6 anni, con il suo piccolo violino suonato con allegra grazia, assieme alla sorellina Elisabetta Fiorelli di 4 anni, lei seduta a stringere una minuscola arpa celtica a imitazione della mamma, Claudia Dominici, che dopo aver suonato con figli ha regalato al pubblico un assolo di arpa moderna.

Tra una breve esecuzione e l’altra, sullo schermo alle loro spalle i disegni ispirati al Natale e alla pace realizzati da bimbi del quartiere e delle famiglie presenti. Sul palco anche il piano del maestro Paolo Vergari, passato dai ritmi delle filastrocche in musica dei primi due piccoli musicisti a un’aria classica e poi a un pezzo pop cantati dal soprano Cristina De Carolis. Un breve intermezzo video ha aperto una finestra sulla vita del Centro Chiara Luce in Burundi, con interviste ai responsabili, che hanno raccontato con schiettezza la sfida che comporta la cura quotidiana dei loro ospiti.

Musica e spettacolo sono ritornati con l’ensemble di artisti del gruppo ARTETECA e la loro miscellanea di vari generi, dal monologo di Luca Martella, tratto da un pezzo di Giorgio Gaber, alla comicità ritmata dalla chitarra del cantautore Claudio Cirillo, con l’accompagnamento del pianista Luca Miller, fino alla voce Gabriella Marino, che ha svariato tra brani di vario tipo con i suoi registri intensi.

L’alternanza tra spettacolo e testimonianza ha di nuovo portato sulla ribalta Ruth, una consacrata del Movimento dei Focolari, vissuta per 16 anni in Burundi, che ha assistito alla nascita del progetto, e più avanti una famiglia di origine burundese – Emime Ndihokubwayo con il marito Jean- Claude Bidogeza – ora in posti di responsabilità presso l’IFAD, il Fondo internazionale per lo sviluppo dell’agricoltura. Da loro la conferma che è l’istruzione l’arma che può sconfiggere guerre e criminalità e, viceversa, favorire sviluppo economico e formazione alla pace e alla fratellanza universale.

Le ultime note che hanno accompagnato in dissolvenza la conclusione della serata sono state quelle del dj egiziano Bishoy Lito, che hanno scatenato il ballo di tanti bambini in sala e pure quello insospettabile delle suore salesiane, che hanno fatto festa in galleria suscitando il sorriso di tutti. Sorriso che non vuole spegnersi, perché è di questo tipo di entusiasmo che si nutre quella solidarietà che ha l’ambizione, silenziosa ma potente, di fare del mondo una famiglia unita.

A conclusione della serata, un buffet frutto della generosità e della condivisione delle famiglie, con l’attenzione anche alle intolleranze per un amore concreto e personale, è stata l’occasione per un gioioso momento conviviale di conoscenza con gli artisti e tra tutti i partecipanti al concerto.

di Alessandro De Carolis
giornalista vaticanista

È sempre ancora possibile donare il proprio contributo
Bonifico intestato a: Azione per famiglie Nuove onlus
Causale: Progetto Burundi
Codice IBAN: IT92J0501803200000016978561
BIC/SWIFT: ETICIT22XXX




Com’è andato il primo appuntamento “Formato Famiglia” a Loppiano?

Il primo week end Formato Famiglia dell’anno 2023-2024 si è svolto il 28 e 29 ottobre, con la presenza di 16 famiglie: in totale  41 persone compresi 9 bambini di età compresa tra gli zero e i sette anni.

Novità interessante è la partecipazione al week end di tutte le famiglie che frequentano la Scuola Loreto annuale, partecipazione che è stata inserita nel programma di formazione della scuola.

Il week end è iniziato il sabato mattina con la presentazione della cittadella, della spiritualità che la anima e dei partecipanti: poche parole ciascuno, ma che sono servite a mettere un primo mattone per la costruzione di una conoscenza reciproca.

Il titolo del week end “L’amore in coppia  e in famiglia: un diamante a molte facce”  è stato sviluppato partendo da quanto Chiara Lubich aveva detto a Taipei nel 1997 sull’arte di amare; alcune esperienze di amore vissuto in famiglia hanno aperto la strada ad un dialogo nella coppia con l’aiuto di alcuni spunti.

Per molti è stato un momento nuovo e interessante che si è concluso con una comunione nella quale ciascuno personalmente doveva sintetizzare in una parola il momento vissuto e, se voleva, commentarla a tutti. Abbiamo concluso il pomeriggio ancora con Chiara che spiegava ai bambini il dado dell’arte di amare e regalato ad ogni famiglia un dado da costruire e lanciare a casa ogni giorno con i figli.

La domenica mattina si è affrontato il tema degli strumenti della spiritualità collettiva vissuti in famiglia, presentati come una valigetta di “attrezzi” utili  per vivere meglio l’arte di amare in famiglia. Ci siamo fatti aiutare da un video di Paolo e Barbara Rovea su cui, con alcuni spunti di riflessione, le singole coppie hanno potuto confrontarsi e dialogare, anche con passi concreti come rinnovare il patto coniugale dell’amore scambievole, oppure pregare insieme un “Padre nostro”.  La comunione tra tutti sul “cosa mi porto a casa” da questo week end ha concluso la mattinata.

La messa nel santuario Theotokos ha concluso il week end e anche questa volta, nel salutarci, ci siamo accorti che nelle poche trascorse insieme si erano creati rapporti profondi tra tutti.

Tra le impressioni dei partecipanti: “Questi momenti, seppur brevi, sono stati per noi pieni di doni e di grazie; speriamo di incontrarci presto!”

“Grazie per la bella esperienza! Portiamo a casa nel cuore un dono in più, dono da coltivare ogni giorno e con strumenti per poterlo fare”.

Santina e Pier Luigi Crocchioni




Formato Famiglia: parola d’ordine “condividere”

Dal 16 luglio al 6 agosto scorso, il progetto “Formato Famiglia”, proposto a Loppiano dal Movimento Famiglie Nuove, ha accolto circa 35 famiglie provenienti da varie parti di Italia, Spagna, Francia, Belgio, Messico, Costa Rica e Cina. Tre settimane all’insegna della condivisione.

La promessa era quella di una pausa di riposo e riflessione nella cittadella internazionale dei Focolari, vicino Firenze, immersi nell’armoniosa bellezza della campagna toscana. Un programma poco strutturato, come si addice ad ogni vera vacanza, con tanto spazio alla scoperta di Loppiano, dei suoi abitanti, e molteplici occasioni di condivisione con le altre famiglie ospiti e ospitate: durante i momenti di formazione, le passeggiate, le cene, le visite guidate al Santuario o ai laboratori d’arte.

Questa la versione estiva di Formato Famiglia, l’appuntamento che in autunno, inverno e primavera, con programmi di approfondimento su tematiche familiari d’attualità, ha attirato, ogni ultimo weekend del mese, tante famiglie nella cittadella.

«Abbiamo voluto caratterizzare l’offerta estiva con ritmi più distesi – racconta Barbara Rovea del Movimento Famiglie Nuove, animatore dell’esperienza – senza grandi programmi quotidiani ma con tanto spazio al semplice fare vacanza assieme. Con la possibilità di dialogare, confrontarsi, scambiarsi le esperienze, condividere le proprie vite, le difficoltà».

Un’esperienza aperta a tutti: coppie, famiglie con figli, nonni, nipoti, giovani e fidanzati. Una formula semplice che ha incontrato il gradimento di 35 famiglie di varie provenienze italiane e europee ma anche di altri Paesi: come Messico, Costa Rica e Cina. Otto le famiglie che si sono alternate nel team di servizio.

«Il primo scopo di Formato Famigliaprecisano Santina e Pierluigi, referenti del progettoè l’accoglienza. Le famiglie oggi sono abbastanza sole, durante l’anno. Rare sono le reti di sostegno reciproco. Non sempre si hanno luoghi dove potersi aprire o condividere, per esempio, i problemi legati all’educazione dei figli o al rapporto di coppia. Con questa esperienza noi ci rivolgiamo proprio a tutti, non serve far parte del Movimento dei Focolari o avere un riferimento religioso cristiano per partecipare. Formato Famiglia vuole essere questo spazio aperto, che dà l’opportunità di condividere, in un clima di fiducia reciproca».

Com’è andata?

Marco ed Elisa sono arrivati a Loppiano senza conoscere nessuno: «Grazie a tutte le persone che ci hanno accolto e accompagnato – scrivono alla fine della loro esperienza – sono state una presenza calorosa ma mai invadente. Importanti punti di riferimento».

Dalla Spagna, sono arrivati in 19, partecipando al viaggio artistico-spirituale in Toscana organizzato dal Movimento Famiglie Nuove locale. Erano di diverse zone del Paese, con età, situazioni e convinzioni diverse. «Le famiglie che hanno vissuto quest’anno l’esperienza della Scuola Loreto e quelle del team di Formato Famiglia hanno preparato ogni visita ai diversi luoghi della cittadella con un amore squisito, assieme all’aperitivo, al caffè, alla grigliata… Soprattutto, le due mattine in cui ci hanno raccontato le loro esperienze di vita. L’autenticità della vita vissuta e la dedizione convertono e trasformano!». Da questo gruppo di famiglie spagnole arriva anche un grande incoraggiamento: «Questa iniziativa di Formato Famiglia ha un futuro pieno di speranza. Le famiglie hanno bisogno di spazi sani, profondi, accoglienti, di testimonianze che costruiscono e aiutano».

Allora, appuntamento ad ottobre, per la nuova stagione del consueto Formato Famiglia in formato weekend, che promette uno sguardo prioritario alle giovani copie di fidanzati, famiglie e single.

Tamara Pastorelli

Fonte sito www.loppiano.it 




Weekend “Formato famiglia” a Loppiano

Nel weekend 25-26 marzo nuovo appuntamento  a Loppiano per “Formato Famiglia” con la partecipazione di oltre 30 famiglie con i loro 40 bambini/ragazzi dagli zero ai 17 anni.

Una breve presentazione di tutti i presenti, con una caratteristica della propria famiglia, ha creato da subito un clima gioioso. Un video su Loppiano e tre esperienze di focolarini hanno poi presentato la spiritualità e la vita  della cittadella, la sfida su cui costruire il weekend.

Il tema “Sessualità e tenerezza in famiglia” è stato guidato da Maria e Raimondo Scotto, lei psico-pedagogista e lui medico, con una lunga esperienza nell’accompagnamento di famiglie.

Maria e Raimondo con la loro freschezza, semplicità, competenza, e le loro esperienze di vita, hanno saputo trasmettere, in modo chiaro, “il segreto per essere felici, amando”, offrendo a tutti la possibilità di sperimentarlo nella propria coppia. La riflessione personale e di coppia, il lavoro e la condivisione in piccoli gruppi, hanno permesso di esprimere i propri sentimenti al partner e confrontarsi con altri.

L’aver “aperto le porte” ad altre famiglie arrivate la domenica, ha messo in luce come  “Formato Famiglia” abbia proprio la funzione di fornire a ogni famiglia brevi spazi e qualche spunto per fare il punto della situazione e ripartire ricaricati.

Molto partecipato e gradito anche il sabato sera  con le artiste del GEN VERDE , che con la loro frizzante vitalità, hanno condotto la serata con canti, esperienze, animazioni…. “risvegliando in tutti noi la felicità”.

Bambini e ragazzi sono stati coinvolti nei due giorni in un programma parallelo: i più grandi si sono  aggregati a un gruppo di ragazzi della Toscana presenti a Loppiano per una giornata di formazione mentre ai bambini fino agli 11 anni,  sono stati proposti attività, laboratori, giochi, e un momento dedicato ai compiti, accompagnati da alcune famiglie del team “Formato Famiglia” e alcuni animatori della cittadella.

Alcune impressioni dei partecipanti:

“Sono stati giorni brevi, ma intensi. Ci portiamo a casa tante cose, soprattutto il valore della tenerezza e il proposito di dire ogni mattina: “Cosa posso fare per far contento l’altro?”. Ora non ci resta che metterlo in pratica.

“Grazie per la vostra organizzazione: tutto perfetto. Ne avevamo bisogno. Viviamo lontano dalle nostre famiglie e non abbiamo aiuto e sostegno. Qui abbiamo avuto momenti per noi due … i bambini, non solo erano custoditi, ma amati! “

“Non abbiamo avuto mai l’opportunità di confrontarci con altre famiglie. Qui è stato molto utile. Ritorneremo il prossimo weekend.”

“Questo weekend è arrivato in uno di quei momenti bui della nostra vita di coppia di cui parlavano Maria e Raimondo, per una preoccupazione legata a nostro figlio. Questo ha finito con l’allontanarci, dimenticando di essere, prima che genitori, coppia. Abbiamo riscoperto quelle parole di tenerezza che non usavamo da tempo e, nel leggere i pensieri scritti dall’altro nella piccola esercitazione, ci siamo commossi. Questo weekend è stato per noi un punto di ripartenza e un’occasione di formazione per la nostra coppia”

Enrico e Daniela




«Tu mi ami?»

Una storia d’amore. Il matrimonio, la nascita di una figlia e la separazione. Eppure, anche la separazione può diventare un’esperienza di Dio. Anche attraverso una bimba di sette anni. La vicenda è narrata in prima persona dalla mamma.

Raccolta da Aurelio Molè

V. ed io ci conosciamo nel 2003 e dopo un anno e mezzo decidiamo di sposarci. Siamo due veterinari che lavorano insieme e che hanno diversi interessi ed hobby in comune. Per cinque anni non abbiamo figli e dopo una prima fase in cui accettiamo con difficoltà il fatto, il nostro rapporto comincia a cementarsi. Siamo entrambi credenti praticanti e nel tempo frequentiamo diversi percorsi cattolici di accompagnamento familiare.

Nel 2010 arriva, inaspettata una bambina, M., e il suo arrivo coincide con la perdita, per entrambi, del lavoro. Ci lanciamo, quindi, in un’avventura lavorativa nuova: aprire una nostra attività dal nulla. Lo stress è notevole. Arrivano anche due aborti spontanei, l’uno dietro l’altro. A poco a poco, quasi inconsapevolmente, qualcosa comincia a cambiare: il dialogo si affievolisce, gli interessi da comuni diventano individuali, V. sembra vivere un momento di profonda crisi, io penso sia depressione.

Tantissimi i tentativi di recuperare il rapporto chiedendo aiuto a tutti: guide spirituali, psicologi, amici. Sembro una cieca che non si rassegna a ciò che appare inevitabile. Passano ancora quattro anni. Siamo cambiati: V. è distaccato, inaccessibile, molto scontroso, spesso aggressivo. Io, di conseguenza, mi chiudo in un silenzio innaturale e allo stesso tempo in una vigile attesa dell’evoluzione degli eventi e con un’attenzione quasi maniacale cerco di scoprire particolari utili a capire.

Nel frattempo, M., benché piccolissima, con le antenne tipiche dei bimbi, mi conferma con i suoi comportamenti, ignari ed istintivi, che qualcosa di importante non va. Una profonda tristezza prende dimora dentro me. Finalmente tutto si chiarisce, e benché siano passati quattro anni durissimi, ci diamo ancora un anno per capire cosa fare tra noi. Ora tutto è venuto alla luce, tutto è chiaro e c’ è tanta consapevolezza e con essa tanto dolore. Alla fine, chiedo a V.: «Tu mi ami?». Silenzio assoluto è la sua risposta, più eloquente di tante parole.

Finalmente comprendo la realtà, comprendo che la mancanza di rispetto non può essere accettata, l’abnegazione e il desiderare a tutti i costi una realtà di coppia a dispetto della mia persona mi aveva fatto perdere di vista me stessa. Mi ero persa.

Mi ripeto una frase: «Non voglio che M. abbia la percezione di una madre triste, io non sono così». All’esterno sembriamo una coppia serena. Avrei potuto continuare a vivere così, ma il rispetto verso me stessa e il grido interiore che mi spinge a ritrovarmi mi ha condotta verso un invisibile, necessario, temporaneo orizzonte buio verso il quale non sarei mai voluta andare. E ad un certo punto la separazione diventa inevitabile.

La separazione è un’esperienza dolorosa che ti investe all’improvviso, lasciandoti frantumata e a tratti sommersa dalle macerie della tua stessa vita, fino a poco prima apparentemente piena. Uscire da questa esperienza devastante in tempi brevi e con lucidità non è semplice. Bisogna affrontare e tenere a bada tutto l’umano che ti investe e che vuole prendere il predominio. Ti senti tramortita dal dolore, fragile, debole, indifesa, in balia di eccessi di ira e rabbia, di rigurgiti di orgoglio, odio e rancore.

Eppure, tutto ciò può essere contenuto, eppure l’esperienza della separazione può diventare esperienza di Dio. Due le caratteristiche alla base di questa storia: la lentezza con cui ho vissuto questa esperienza, che mi ha dato la possibilità di discernere e il silenzio e la preghiera che hanno aperto le porte del mio cuore allo Spirito Santo, accogliendo i suoi suggerimenti.

Cinque anni fa, quando io e V. ci siamo separati, M. aveva sette anni. È sempre stata una bimba molto perspicace e matura e da subito ha saputo comunicare quanto sentiva dentro pretendendo alcune cose per lei fondamentali. Per questo all’epoca M. era per me il chiodo che mi teneva stretta alla mia croce. Con la semplicità di una bimba mi faceva domande e pretendeva risposte. Un giorno mi disse: «Mamma tu vuoi bene a papà?». Una domanda a bruciapelo che richiedeva una risposta sincera e coerente.

Prima di conoscere la mia risposta occorre fare un passo indietro nel tempo. Uno dei dolori più grandi di tutta questa storia era la sofferenza che stavamo arrecando a nostra figlia. M. è stata tanto desiderata, per cinque anni non sono arrivati figli e vari medici specialisti ci avevano detto che non ne avremmo mai potuto avere a causa della nostra infertilità. E invece, poi inaspettatamente è nata. La maternità è stata un’esperienza di un amore grande.

Per quell’esserino provavo un trasporto mai avvertito che stranamente mi apriva all’ umanità intera perché apriva una finestra di amore su ogni uomo e donna del pianeta. E ora come potevo essere così egoista da non pensare a M. in questo momento? Proprio io che l’avevo tanto voluta. Il mio umano ferito, quel dolore lancinante, era capace di generare sentimenti come rabbia, rancore, odio. Così forti, intensi, fino a prendere possesso di me e annebbiarmi.

Per contrastarli serviva una forza più grande.

Confido ad una compagna del Movimento dei Focolari che frequento che ho bisogno di liberare il mio cuore da tutti i sentimenti negativi per far spazio solo all’amore. Ma dove cercare un’esperienza di amore concreto? Dove nutrirmi e mettere nel cuore un amore così grande? Avevo bisogno di una motivazione significativa.

La spinta al cambiamento era mia figlia. Prima l’avevo desiderata, poi concepita fino al miracolo della nascita. Il suo primo sguardo, quando ha puntato i suoi occhi neri nei miei, ha generato dentro di me un amore più grande, mai provato. Era il sentiero che mi avrebbe guidato verso mete inaspettate. Come risponderle?

Ezio Aceti, uno psicologo che avevo contattato, mi ripeteva spesso di dire sempre la verità a mia figlia, una verità alla sua portata. La guardo, allora, dritto nei suoi occhi neri come fa sempre lei per essere certa della mia sincerità, e le dico: «Io vorrò sempre il bene di papà, come papà vuole il bene di mamma e entrambi vogliamo il tuo bene».

Senza accorgermene con questa risposta avevo segnato il mio itinerario di vita. Passare “dal voler bene” a “volere il bene”. M., giorno dopo giorno, mi ha spinto a vedere V. con occhi diversi, con i suoi occhi, con gli occhi innocenti e semplici di una bimba. Da chiodo che aggancia la mia carne alla mia croce M., a poco a poco, è diventata un punto d’incrocio dello sguardo di Dio. Innestandomi nell’ amore per M. ho cominciato a vedere V. come un figlio di Dio.

Credo che io e M. siamo il frutto reciproco di quanto lo Spirito Santo ha voluto operare per mezzo di noi sussurrandoci all’orecchio del nostro cuore, come un Cyrano divino, parole e pensieri che ci hanno condotte a vivere in pienezza l’esperienza dura e dolorosa della separazione facendo finalmente uscire da quelle che io definisco le nostre stimmate, la luce della resurrezione dalla separazione. Ritrovando il senso mai perduto, attraverso una grazia capace di parlare ancora, siamo state l’una la vita per l’altra. Senza M. non avrei aperto il mio cuore alla creatività dello Spirito Santo e non avrei potuto fare questo tipo di esperienza.

Io e V. continuiamo a lavorare insieme ciascuno consapevole della propria storia, ciascuno capace di perdonare l’altro, ciascuno finalmente in grado di vedere ed accogliere l’altro. Un giorno se Dio vorrà troverò il modo per raccontare questa esperienza a mia figlia e la ringrazierò per l’opportunità che mi ha dato, una bimba di sette anni, con poche certezze e poca consapevolezza di quanto stava accadendo, mi ha insegnato ad amare me stessa e gli altri.

Un cammino lungo, faticoso, tortuoso dove hanno avuto un ruolo fondamentale uno psicoterapeuta che mi ha “ricomposta”, (ha rimesso insieme i pezzi), e ricondotta a me; l’accompagnamento di una amica dei Focolari con il silenzio, la tenerezza, la delicatezza e l’accoglienza e la guida spirituale di un sacerdote che mi ha permesso di credere che il sacramento del matrimonio continua a vivere, che la grazia non è finita e anche se, con la separazione, restiamo una famiglia.




Progetto Mazao

Giovedì 12 gennaio ore 11,30 atterriamo a Mombasa in Kenya, ad attenderci il nostro amico Joseph con un pulmino otto posti dove saliamo noi, Manuela e Gigi, Mirko e Betty e tutte le nostre valigie piene di ogni ben di Dio…..da quel momento inizia la nostra avventura in Africa destinazione Watamu.

Alloggiamo in una casa di amici italiani all’interno di un villaggio turistico nella costa a cento metri dalle rive dell’oceano indiano acqua cristallina e spiaggia bianca. Lo scopo principale di questo viaggio è visitare i villaggi e le persone che sono entrate a far parte del progetto Mazao e riguardo a questo vorremmo dirvi qualcosa.

Mazao è un’associazione no-profit nata da un gruppo di amici vicentini e non solo, che si impegna a dare dignità e aiuto a tante famiglie, con progetti di sostegno scolastico, di sviluppo agricolo e di alimentazione.

L’investimento più importante da parte di Mazao è stato quello della costruzione di una scuola con la cucina e il refettorio annessi, in modo che i bambini che la frequentano,oltre all’istruzione possano mangiare un pasto completo almeno una volta al giorno.

In tutto questo siamo aiutati da Joseph e Merci una coppia del posto, sensibile alla situazione di povertà delle persone di cui vengono a conoscenza,che si occupa di mantenere le relazioni tra noi e loro. Qualche giorno dopo il nostro arrivo ci raggiunge Nicola del focolare di Bari, ospite per qualche settimana alla Cittadella Piero, che da un paio di mesi, essendo un tecnico agrario, si è reso disponibile li a Watamu per incentivare i progetti agricoli e non solo.

Ora saremo felici di condividere qualche esperienza fatta in quei giorni e le persone legate a essa.

Il giorno dopo il nostro arrivo ci aspettano Mugandi, sua moglie e i loro sette figli; fino ad un paio d’anni fa vivevano in una capanna molto povera e essenziale, lontani dal centro, in una terra che genera solamente sassi, quindi non adatta nemmeno per un piccolo orto.

Mugandi lavora in un villaggio turistico ma la pandemia ha chiuso le porte a qualsiasi possibilità di guadagno. Ecco allora che Mazao inizia a prendersi cura della loro situazione garantendo cibo, sostegno scolastico e una nuova casa.

Al nostro arrivo è stato bello vedere la rinascita di questa famiglia, ora Mugandi è tornato al suo lavoro riuscendo a procurare il cibo per tutti mentre continuano per i figli i sostegni scolastici. Altra famiglia speciale è quella di Jey….da beach boys (ragazzo della spiaggia) prima della pandemia, in seguito con Mary sua moglie, hanno avuto tre figli e successivamente adottati quattro di sua sorella e due di suo fratello morti a breve distanza.

Attualmente la sua famiglia è composta da nove figli e tre adulti compresa la sua mamma. In questi ultimi mesi Jey si è ammalato gravemente, ma con l’aiuto di Dio e della provvidenza che si è fatta carico delle spese mediche, pian piano sta tornando in salute.

Loro possiedono un grande appezzamento di terra e in questo momento lo stiamo accompagnando nella coltivazione acquistando i semi, i tubi per l’irrigazione ecc. cosi che possa continuare a mantenere la sua grande famiglia!

Anche alcuni dei loro figli rientrano nei sostegni scolastici. Lo scopo di Mazao è quello di fare in modo che nel tempo, queste persone possano sostenersi e provvedere al mantenimento delle loro famiglie.

Qualche giorno dopo il nostro arrivo Joseph e Merci hanno organizzato una grande festa con tutti i bambini che rientrano nel progetto di sostegno scolastico e le loro famiglie. Ci hanno accolto nel villaggio con i loro balli e hanno preparato, in un gran pentolone, un cibo tipico africano a base di riso e carne di capra; nel pomeriggio Mirko con le sue danze, ha coinvolto tutti, bambini e adulti e alla fine la giornata si è conclusa con la premiazione degli alunni per i risultati scolastici raggiunti e la consegna a ciascuno di materiale scolastico che avevamo portato in valigia Nei loro visi solo tanta gioia….come le serate dove abbiamo proiettato il Re Leone in due villaggi: ci ha commosso pensare che era la prima volta che i bambini vedevano un film!

Questi episodi sono solo una parte dei dieci giorni vissuti, restano nel nostro cuore i loro sguardi sereni nonostante la povertà, la loro pazienza e sopportazione nelle situazioni difficili. Da parte nostra tanta riconoscenza, per la natura meravigliosa, il cielo stellato e le lunghe passeggiate in riva al mare. I pranzi, le cene e le condivisioni profonde tra noi sette, unito a tutto il resto, hanno fatto si che questo viaggio rimanga per noi indimenticabile!

Arrivati a casa l’impegno con Mazao va avanti, la rete di persone sensibili e motivate continua a crescere con l’impegno nelle varie attività come bancarelle, vendita di panettoni, uova di Pasqua, concerti ecc, lo scopo è quello di raccogliere fondi per continuare ad aiutare tanti fratelli molto, ma molto meno fortunati di noi.

Cristina e Maurizio, Nicola , Gigi e Manu, Mirko e Betty

http://mazaoproject.org




Formato famiglia: “La crisi di coppia. . . riconoscerle e uscirne”

L’ appuntamento Formato Famiglia  di gennaio 2023 si è svolto a Loppiano nel week end 28-29 e ha visto la partecipazione di circa 77 persone, di cui 15 bambini/ragazzi.

Il tema proposto, relativo alla vita di famiglia, è stato:  “Le crisi di coppia . . .riconoscerle e uscirne” e l’invito era aperto a tutti gli sposi che volevano cogliere l’occasione per fare il punto della situazione sulla propria vita di coppia, non necessariamente in “crisi”.

Si è iniziato il sabato mattina con la presentazione della cittadella di Loppiano e della spiritualità dell’unità che la anima; le esperienze della scelta di vita di Mauro e di Petra ci hanno portato, anche a titolo personale, a rinnovare la nostra scelta di vita matrimoniale  e preparati a vivere il week end con impegno e decisione.

Il pomeriggio del sabato è stato dedicato ad approfondire il tema: l’intervento e le esperienze personali di Lucia Coco (psicologa)  e del marito Umberto De Angelis hanno aperto la strada ad un momento di “lavoro” personale e poi di confronto in coppia a cui sono seguite domande e risposte e condivisioni molto partecipate.

La giornata si è conclusa con una serata distensiva davanti a un ricco tavolo di dolci tipici portati dalle varie città di provenienza, e un gioco che ha coinvolto adulti, ragazzi e bambini in una gara appassionante fino all’ultima risposta.

La mattinata della domenica si è continuato con una seconda parte dell’argomento del week end, ed anche in questo caso, a una breve esposizione di Lucia e Umberto, è seguito un momento di lavoro personale e di confronto in coppia molto intenso. La condivisione tra tutti e le domande poste hanno evidenziato quanto sia necessario per ognuno trovare momenti per fermare il vortice quotidiano della vita e prendersi cura della coppia, con la proposta di una “ricetta ideale” da portarsi a casa: ritagliarsi come coppia 15 minuti al giorno, un’ora alla settimana, un giorno al mese, una settimana all’anno. Utopia? Forse, ma provarci è parso a tutti un ottimo antidoto per prevenire non solo i momenti di crisi, ma anche quelle routine che possono far accumulare polvere sulla nostra vita di coppia.

I bambini e ragazzi sono stati coinvolti il sabato in laboratori di falegnameria per la costruzione di mandala in lana, di amplificatori passivi per cellulare, e di lavoretti con carta e colla. Vista la bella giornata non è certo mancato un momento per giocare a calcio! La domenica tutti a scoprire la natura di Loppiano con un workshop naturalistico-sensoriale che ha nuovamente riscosso un buon successo.

Siamo ripartiti tutti da Loppiano salutandoci come se ci conoscessimo da sempre, per i legami veri che si sono creati, con qualcuno anche profondi. La sorpresa di aver ritrovato una coppia che aveva già partecipato ad un week end precedente ci ha sottolineato come  Formato Famiglia possa essere una valida  proposta a sostegno al mondo della famiglia.

Santina e Pier Luigi Crocchioni




Figli adolescenti e oltre: spunti per genitori

Il 26 e 27 novembre 2022 ci siamo ritrovati per il secondo appuntamento del Progetto Formato Famiglia a Loppiano, una proposta mensile su vari temi aperti a tutte le famiglie. Il tema del week end era : “Figli adolescenti e oltre: spunti per genitori”. Hanno partecipato 13 famiglie con i loro 17 figli dai 6 ai 17 anni.

Per tutti è stata l’occasione di conoscere qualcosa in più della cittadella di Loppiano, le sue origini, le scelte dei suoi abitanti e alcune realtà presenti, come ad esempio la Scuola Loreto per famiglie.

Cecilia (psicologa)  e Davide Damosso hanno poi accompagnato il gruppo genitori attraverso un percorso di conoscenza e presa di coscienza della fase adolescenziale che spesso è fonte di preoccupazione e relazioni difficile nelle famiglie, puntando in particolare su “che cosa si può fare come genitori” senza lasciarsi sopraffare dai cambiamenti e dalle esigenze del figlio adolescente.

A momenti di informazione si sono alternati confronti di coppia, condivisione in gruppo, domande e risposte con gli esperti che hanno creato un clima di lavoro impegnativo e profondo ma sereno e di speranza.

I ragazzi hanno avuto modo di conoscere alcune realtà di Loppiano, tra  cui la Bottega di Ciro che ha rivelato la bellezza e la meraviglia del riconoscere un futuro ancora da raccontare negli oggetti ormai inutilizzati, attraverso il loro ri-utilizzo per creare piccole e grandi opere d’arte.

Il pomeriggio di sabato, con alcuni ragazzi e animatori della cittadella, è stato dedicato a giochi di conoscenza e di gruppo  e, per i più grandi, un momento di confronto sull’adolescenza vissuta in prima persona. La domenica, con un meraviglioso sole splendente che metteva in risalto tutti i colori delle colline toscane,  i ragazzi si sono avventurati in un workshop naturalistico sensoriale  nei boschi dei dintorni, molto partecipato e apprezzato da tutti.

Non è mancato un momento artistico serale, condiviso con la cittadella, con Cesare Cesarini che ha accompagnato tutti in un simpatico e scoppiettante spettacolo di “umoristica applicata”, tra umorismo e Vangelo.

Santina e Pier Luigi Crocchioni




Loppiano: “Formato Famiglia” 29-30 ottobre 2022

Il 29 e 30 ottobre si è svolto  a Loppiano il primo week end di “Formato Famiglia”, al quale hanno partecipato 26 famiglie per un totale di 84 persone di cui 26 bambini/ragazzi da 1 anno a 16. Tra queste famiglie 10 hanno inaugurato, con i propri camper,  la nuova area campeggio situata nei pressi del Salone San Benedetto, in posizione centrale per raggiungere a piedi i vari luoghi della  cittadella.

Alcuni camperisti sono già arrivati il venerdì sera e, come si usa fare nei campeggi o nelle aree di sosta, si è subito fraternizzato parlando di camper e di luoghi visitati. Argomento del week end  “L’arte di amare: proviamoci in famiglia”.

Il sabato mattina il ritrovo era presso l’Auditorium: ci siamo conosciuti dicendo i nomi e sottolineando una caratteristica della propria famiglia. Poi la presentazione della cittadella attraverso la testimonianza di Enrico e Daniela Borello, un video di presentazione della cittadella e l’esperienza di un focolarino.

Nel pomeriggio, dopo una tappa all’Atelier di Hung e alla Bottega di Ciro, Enrico, Daniela e Loredana hanno organizzato per i ragazzi un’attività di costruzione casette per uccellini per la quale hanno lavorato di sega, martello, colla e pennello, mentre i genitori affrontavano la passeggiata per raggiungere la Scuola Loreto

Nella nuova “Sala G” Meri Cibra e Maddalena Triggiano hanno  presentato la Scuola Loreto con un pò di storia, un breve video e la testimonianza di una  famiglia ungherese da poco arrivata alla scuola. Grande attenzione e ascolto da parte di tutti.

Santina e Pier Luigi hanno poi introdotto l’Arte di Amare, tema centrale del week end, con parte del discorso di Chiara a Taipei del 1997. I vari punti dell’arte di amare sono poi stati ripresi declinandoli nella vita di famiglia e corredati da esperienze concrete.

Il pomeriggio si è concluso con un invito al dialogo di coppia sulla base di alcuni spunti: “Provate a  raccontarvi di quella volta che avete vissuto uno o più punti dell’arte di amare  e che cosa avete provato” e “C’è un punto dell’arte di amare che vi ha colpito in particolare e che potrebbe essere un passo in più per la vostra famiglia?” Una mezz’ora che è stata molto apprezzata durante la quale le coppie hanno potuto regalarsi un pò di tempo per parlarsi e confrontarsi.

Un momento speciale è stata la cena: un gruppo di famiglie della Romagna aveva dato la disponibilità a procurare e cucinare per tutti piadine con affettati e formaggio squacquerone. E’ stato un vero momento di “famiglia di famiglie”, che ha consentito di conoscerci di più, di intrecciare relazioni più profonde, sia per gli adulti che per i ragazzi che, dopo il bellissimo pomeriggio insieme iniziato con un pò di diffidenza, si sono sentiti tra amici.

Tocco finale della serata è stata la presenza di Lode che ci ha offerto la sua storia e alcuni suoi “caffè” nei quali ha presentato la genesi di alcune canzoni del Gen Rosso poi ascoltate insieme gustandone i testi in modo nuovo!!

La spesa della cena è stata suddivisa tra tutti, con la decisione comune di lasciare per le esigenze della cittadella l’eventuale avanzo, in parte per la Scuola Loreto e in parte come piccola goccia per la riparazione del tetto della chiesa (in totale 408,00 euro).

Un momento semplice ma intenso è stata anche la buonanotte tra i camperisti : davanti ad un bicchierino di mirto, limoncello  o genepy hanno recitato insieme la “preghiera del camperista” scritta da papa Giovanni Paolo II.

La domenica mattina i ragazzi hanno offerto a tutti un momento di risveglio muscolare e poi hanno presentato il frutto del loro lavoro: c’erano fermento e trepidazione perché subito dopo avrebbero  sistemato sugli alberi le casette per uccelli costruite.  Con l’aiuto di un esperto hanno poi percorso il sentiero “Laudato Sii”, ascoltato i rumori del bosco, sperimentato il camminare sull’erba bagnata e altre  piccole esperienze straordinarie che la natura offre e che hanno suscitato in molti di loro una richiesta  ai genitori: “Ma quando ritorniamo a Loppiano?”

Con gli adulti si è ripreso il tema dell’arte di amare con una risposta di Chiara ad un gruppo di religiose, data a Loppiano nel 1989. E’ seguito un momento di comunione e condivisione tra tutti molto profondo curato da Joao e Soraia: alcune coppie hanno aperto veramente cuore e anima e donato esperienze e sentimenti toccanti. Si è creato un silenzio sacro, di profondo ascolto e partecipazione.

Sapevamo di una coppia in difficoltà che da tempo non si parlavano tra di loro: ad un certo punto sono usciti dalla sala e abbiamo visto che stavano parlando tra loro in modo serio e pacato, con qualche lacrima da parte di tutti e due.

Non è stato facile salutarci al termine del week end, perché ognuno sentiva che partiva una parte di sè,  e il distacco era difficile per l’esperienza di famiglia e di gioia vissuta insieme.

Per noi è stata un’esperienza molto bella, ci è sembrato un piccolo miracoletto per il “clima” che si è creato fin da subito. Nei giorni precedenti abbiamo sentito personalmente tutte le famiglie prenotate e quando ci siamo incontrati ci sembrava di conoscerci da tempo e di volerci già bene. Ci sembra che le famiglie cerchino e abbiano bisogno di momenti di stop per ricaricare le batterie, come qualcuno ci ha detto, per confrontarsi e la formula del week end full immersion nella cittadella di Loppiano con un tema specifico possa essere una buona risposta, anche se alcuni aspetti ci sembrano da rivedere e da migliorare.

Santina e Pier Luigi Crocchioni




Famiglia di Famiglie in vacanza

Una vacanza di famiglie provenienti dall’Umbria insieme agli amici di Puglia, Calabria, Lazio e della cittadella di Loppiano. Valle Aurina 9/16 luglio 2022.

Ed eccoci qua, dopo una bella dormita ci svegliamo con nel cuore tanta gratitudine e negli occhi l’infinita Bellezza che la montagna e le nostre famiglie ci hanno lasciato contemplare e afferrare. Una settimana in Valle Aurina, ospiti di uno straordinario Markus e la sua famiglia presso l’Hotel Markus.

Eravamo in 108 tra famiglie: tanti bambini e adolescenti, giovani genitori, genitori più maturi e nonni, tre focolarini di cui uno sacerdote (Roberto) che ci ha offerto la possibilità mai scontata di celebrare ogni giorno insieme l’Eucaristia e ci ha donato dei preziosi spunti per riflettere insieme sulla nostra via di santità nel quotidiano. Giuliano, un altro focolarino, con umiltà e spontaneità si è donato senza riserve per i nostri ragazzi e per ciascuno di noi, senza mai tirarsi indietro, anzi, anticipando con atti d’amore le necessità di ciascuno; Antonio che ci ha invece commosso con la sua condivisione appassionata e profonda.

Non sono mancate le difficoltà infatti purtroppo alcuni di noi non sono potuti venire per via del Covid, ma nemmeno questo ha fermato il progetto che Dio aveva in serbo per noi dopo due anni di lontananza e di stop forzato. Le famiglie finalmente si sono ritrovate e anche chi non è potuto partire era in qualche modo presente con noi.

La montagna è sempre un luogo speciale e privilegiato: l’animo si placa ristorato da un’aria più salutare, dal naturale silenzio che “risuona” non solo esternamente ma anche interiormente, il cuore si dilata aiutato dagli spazi incontaminati e da un verde così intenso (in Valle Aurina è straordinariamente vero) che richiama ininterrottamente alla speranza, gli occhi si nutrono di bellezza e lo sguardo che non può che volgersi verso l’alto, puntando alla vetta dove la fatica del cammino è rimpiazzata mirabilmente dalla sensazione unica di una profonda vicinanza e unione con Colui che di questa meraviglia ha fatto la nostra casa.

FAMIGLIA di FAMIGLIE in cui ognuno può trovare il suo spazio vitale, in cui ognuno si sente a casa e i figli tuoi sono anche i miei, dove non ci sono confini all’amore e alla possibilità di donarsi, dove ti ritrovi una domenica pomeriggio a condividere il cammino con una coppia di Trento che si fa due ore di viaggio solo per abbracciarti, dove nel camminare si condividono gioie, fatiche, dubbi, angosce, ferite e si scopre che nel cuore dell’altro c’è spazio per me, per te e che il tuo dolore diventa anche il mio.

Non sei più solo, sai che nel cuore della notte se bussi alla porta dell’altro perché hai bisogno di un conforto o un aiuto non è un problema come non lo è quando un bambino ti sveglia col suo pianto o ti capita in camera perché ha avuto un incubo o ha male al pancino… dove ciascuno cerca di fare il suo pezzetto con dedizione e passione, a volte sbagliando, a volte zoppicando, ma quando si è insieme ciò che manca all’altro lo metto io e viceversa, dove la disabilità non fa paura ma ci rende tutti più ricchi perché disinnesca i nostri pregiudizi e ci fa guardare alle nostre fragilità come risorse per costruire un mondo migliore, più umano e dove chi resta indietro non è mai solo ma sempre atteso e incoraggiato.

Ci sarebbero ancora tante cose da dire ma di tutte le parole ne resta solo una che riassume tutto: GRAZIE!

________________________________________________________________________

Altri gruppi di famiglie in vacanza.

Vacanza Geniale dei 102 toscani in val di Zoldo.

_______________________________________________________________________

Mariapoli-vacanza dal 16 al 23 luglio a Passo Campolongo, nelle Dolomiti bellunesi.

Il tema della settimana era “Prendersi cura di …”, coniugato ogni giorno con un aspetto diverso: prendersi cura di me, delle persone che incontro, delle persone con cui vivo, delle persone che sono in cordata con me, per arrivare negli ultimi giorni a prendersi cura del creato e della società.

Gli spunti di riflessione quotidiana su questi temi che ci accompagnavano durante le passeggiate davano vita, dopo la messa della sera, a momenti di condivisione e comunione delle esperienze vissute durante la giornata.

 




X Incontro Mondiale delle Famiglie

 

RIVIVI L’EVENTO – VEDI TUTTI I VIDEO

 

 

Il X Incontro Mondiale delle Famiglie, come annunciato con un video messaggio da Papa Francesco, si è tenuto in forma “multicentrica e diffusa” ed ha avuto delle caratteristiche diverse rispetto agli appuntamenti degli anni precedenti. L’evento, già rimandato di un anno a causa della pandemia di Covid-19, non poteva comunque prescindere dal mutato contesto globale dovuto alla situazione sanitaria.

A Roma l’appuntamento principale, a cui sono intervenuti i delegati delle Conferenze episcopali di tutto il mondo nonché i rappresentanti dei movimenti internazionali impegnati nella pastorale familiare. Nelle diocesi allo stesso tempo sono stai organizzare eventi analoghi nelle proprie comunità locali.

https://www.romefamily2022.com/it/

Programma-completo-it




In punta di piedi

Accompagnando dei separati

di Fiorella e Giovanni Gravina

Fonte: Ekklesía n.14 (2022/1)

In punta di piedi

«La separazione è come una bomba che esplode in una casa: sconvolge tutto; ciò che per anni hai costruito con sacrificio, pazienza e amore, crolla tutto insieme; tutto è sfasciato, nulla rimane al proprio posto, non sai più da che parte incominciare». (1) A descrivere così l’esperienza della separazione è una persona separata. Il suo dolore, e quello di tanti altri, ci ha coinvolti profondamente e ci ha portati a intraprendere un percorso di accompagnamento di chi vive sulla propria pelle questa realtà.

Gli inizi di un percorso

Un giorno di quasi nove anni fa abbiamo cenato insieme a una nostra amica separata. Durante la cena, ci ha aperto il cuore parlandoci del dolore di aver fallito il suo progetto di famiglia e del senso di colpa per non essere riuscita a salvare il suo matrimonio. Il marito aveva ormai un’altra relazione stabile e lei non si rassegnava a credere che non ci fosse più nulla da fare.

Siamo rimasti con lei fino a tarda sera, ascoltandola e consolandola. Il giorno seguente era domenica e alla Messa tutti e due, ognuno per proprio conto, abbiamo pregato per l’amica e davanti a Gesù Eucaristia abbiamo sentito il desiderio di svolgere in qualche modo un servizio per i separati. Alcuni mesi dopo aver condiviso questa nostra disponibilità, ci è stato proposto un corso di formazione organizzato dalla diocesi di Roma. È così che abbiamo iniziato.

Un grande aiuto è stato per noi conoscere il padre gesuita Paolo Bachelet che, ormai ultraottantenne, era tra i fondatori e il principale animatore a Roma del Movimento famiglie separate cristiane. Nei nostri incontri regolari, lui ci sosteneva e ci consigliava facendoci partecipi delle sue riflessioni. Padre Bachelet ci ha aiutati a capire che la nostra poteva essere un’accoglienza totale, di grande apertura verso tutti i separati, anche quelli che avevano intrapreso nuove unioni o nuove relazioni. Da lui abbiamo imparato a considerare ogni persona come fosse l’unica al mondo, destinata ad essere amata in un modo personalissimo.

L’inadeguatezza…

Per fortuna ci è stata compagna sin dall’inizio la consapevolezza di essere inesperti e inadeguati a trattare la piaga della separazione. Non dimenticheremo mai il primo incontro, nella nostra casa, con un gruppetto di persone separate, conosciute solo attraverso un primo contatto telefonico. Prima ancora di iniziare, una di loro ci ha chiesto a bruciapelo: «Ma voi come pensate di poterci capire e accompagnare se non avete mai vissuto la condizione dei separati?».

Era una domanda più che legittima: la realtà della separazione è molto complessa da capire. Noi abbiamo risposto che eravamo lì per amare, accogliere e ascoltare senza giudicare, col forte desiderio di stare accanto a loro in punta di piedi, di dare una mano come potevamo, di fare famiglia; e in nome di questo amore abbiamo proposto loro di fare un tratto di strada insieme.

Ricordiamo il silenzio che ne è seguito, quasi di sorpresa. Da quel momento è cresciuto un rapporto di fiducia reciproca che ha permesso a loro di aprirsi e a noi di cogliere e comprendere molti aspetti di questa realtà, sviluppando con il tempo una maggiore sensibilità e capacità di accoglienza verso queste situazioni.

… e l’abbraccio a Gesù che grida

Quando abbiamo iniziato questo percorso, c’era in noi il desiderio di aiutare questi fratelli, di non lasciarli soli. Nel tempo si sono stabiliti parecchi rapporti profondi e abbiamo vissuto con loro tanti momenti di famiglia, momenti anche forti. Molto è quanto abbiamo ricevuto da questa esperienza, sia umanamente che spiritualmente.

Se dovessimo indicare uno dei doni più sorprendenti, forse perché non pensavamo ci potesse arrivare da quel contesto, diremmo che è stato comprendere il valore profondo e la realtà mistica del sacramento del matrimonio. Vedere la testimonianza di fedeltà di alcuni di loro a questo patto con Dio, costatare quanto sia vero che gli sposi «sono una sola carne» è forte quando è testimoniato da una carne straziata dalla separazione.

Allo stesso tempo, e sempre di più, abbiamo capito quanto sia presente in questa realtà dolorosa il volto di Gesù che sulla croce grida l’abbandono. In molte situazioni, infatti, di fronte ad una famiglia spaccata, ci si rende conto che si può solo abbracciare lui in croce, che rimane inchiodato lì… fino alla morte. A volte abbiamo visto Gesù abbandonato in colui che non risponde, non riesce a farlo nonostante il nostro amore. Noi non possiamo farlo scendere dalla croce, pos- siamo solo star lì, come Maria, portare il suo silenzio, il suo amore.

Affidamento alla misericordia e concretezza

In questo rapporto con i separati e davanti alle loro difficoltà spesso la sensazione è di fare un tuffo nel vuoto, costretti ad un continuo esercizio di affidamento alla misericordia di Dio. In tanti momenti abbiamo sperimentato un senso di impotenza di fronte a situazioni che non possono cambiare o ai grossi problemi che spesso investono i figli di separati.

In queste situazioni pesanti, anche emergenziali, sarebbe necessario poter contare su una rete di specialisti con una specifica vocazione di “donazione” verso questa realtà. Parliamo di “donazione” perché il più delle volte le persone accompagnate non hanno la possibilità di pagare avvocati, psicologi, ecc… Dandoci da fare, per amore loro e con l’aiuto di Dio, piano piano abbiamo trovato degli aiuti: una psicologa, un avvocato, un sacerdote, ecc.

Spesso si prova anche un senso di solitudine: si vorrebbe che altri condividessero con noi la portata emotiva e il carico oggettivo della costruzione di rapporti personali che non si possono curare tramite WhatsApp, ma richiedono essenzialmente l’incontro, la condivisione, l’impegno a lunghi ed improvvisi colloqui, come pure ad aiuti concreti di vario genere. Il sentirci fratelli con loro, dopo i profondi momenti di condivisione vissuti, crediamo sia il sostegno che Dio ci dà per continuare

Accompagnare:non dare soluzionima camminare accanto

Ad un recente incontro con separati di varie città, una coppia che collaborava per la prima volta ci ha confessato: «Non immaginavamo una sofferenza tanto profonda nella vita dei separati con ferite così vive dopo magari dieci anni o anche oltre dalla separazione». Al termine dell’incontro questa stessa coppia ci ha espresso con parole che noi non avremmo saputo trovare il cuore più intimo e profondo di quella che è l’esperienza di accompagnamento.

«L’accompagnatore è simile a chi, giunto sul limitare di una terra sacra, resa tale dal dolore e dalla sofferenza del prossimo, sente la spinta interiore a fermarsi e togliersi i calzari. Egli è simile a un fondale di una scena ove il prossimo (separato) è l’attore protagonista, ciò non di meno con la sua presenza discreta crea casa, crea famiglia, crea quel silenzio pieno di partecipazione che attira comunione d’anima e confidenza. L’accompagnatore non offre soluzioni, piuttosto cammina a fianco a chi è nel dolore, perché egli stesso possa percepire dentro di sé ciò che lo Spirito Santo gli sussurra. La forte presenza del volto di Gesù Abbandonato nei partecipanti ha reso l’incontro straordinariamente intenso e profondo. Abbiamo sperimentato l’apporto prezioso che i separati danno alla vita della Chiesa col loro vissuto».

1 Cit. in P. Bachelet s.j., Da lacrime a perle. Un convegno di coniugi separati, in «Unità e Carismi», n. 2, marzo-aprile 2006.

_________________________________________________________________________

Amoris laetitia, e poi?
Maria do Sameiro Freitas

A cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, papa Francesco ha voluto indire un anno per rimettere al centro della vita della Chiesa l’identità e la missione della famiglia. Un anno che culminerà nel X Incontro mondiale delle famiglie, un evento mondiale e locale insieme, dal titolo L’amore familiare: vocazione e via di santità.

Il presente numero di Ekklesía dedica speciale attenzione a questo tema di così grande attualità, cercando di cogliere l’impatto che l’esortazione continua ad avere sulla vita delle famiglie e della Chiesa: Amoris laetitia, e poi?

  • A colloquio con la sottosegretaria del Dicastero laici famiglia vita, Gabriella Gambino, entriamo nella genesi e nella preparazione dell’Incontro mondiale, che si terrà dal 22 al 26 giugno 2022.
  • L’anno della famiglia è anche un’occasione per rileggere l’Amoris laetitia alla luce di una ricomprensione della teologia morale (Christian Hennecke, coordinatore dell’ufficio di pastorale di una diocesi in Germania) e per ricavarne impulsi innovatori per l’insieme della cristianità, evidenziati da Jens-Martin Kruse, pastore della Chiesa luterana.
  • Si offrono riflessioni esperienziali su alcune delle sfide indicate dall’esortazione apostolica: l’accompagnamento delle giovani coppie (Costruire il noi) e l’essere a fianco di persone separate e spesso anche in seconda unione (In punta di piedi)
  • Si presenta l’esperienza del centro internazionale di Famiglie Nuove del Movimento dei Focolari, in dialogo con i responsabili internazionali, Maria e Gianni Salerno. Un centro che, con un’equipe internazionale di coppie, lavora in rete con le varie regioni del mondo, offrendo aiuto e supporto a molteplici attività nell’ambito della famiglia.
  • Non mancano le buone pratiche: dalla nascita di Consultori di famiglie per famiglie in America Latina alle sinergie creative della diocesi di Fermo nel campo della pastorale familiare, all’esperienza di una parrocchia in Brasile dove l’accoglienza si dimostra vincente anche per l’avvicinamento alla Chiesa.
  • Suggestiva l’intervista al Angelo De Donatis, vicario generale del papa per la diocesi di Roma, sul cammino della diocesi in questi ultimi anni, nell’ascolto del grido della città.
  • Padre Fabio Ciardi omi ci fa scoprire la santità quotidiana e altamente feconda di alcune coppie cristiane mentre padre Roberto Cabello Canalejo fsf, ci dà il cuore della vocazione dell’Istituto dei Fratelli della Sacra Famiglia: essere famiglia.
  • Una riflessione di Aldo Giordano, rappresentante della Santa sede presso l’Unione Europea recentemente deceduto, ci apre su un nuovo volto della Chiesa, quella che si rinnova continuamente per la presenza del Risorto grazie all’amore reciproco.

 




AFN per l’accoglienza delle famiglie ucraine

La situazione della popolazione ucraina continua a peggiorare con il passare dei giorni e continua incessantemente il lavoro di aiuto e sostegno alla popolazione. Milioni di persone, intere famiglie; donne e bambini, sono in fuga dal paese, mentre i soldati russi, dopo giorni di combattimenti e bombardamenti, sono ormai alle porte di Kiev. Ogni ora che passa la situazione è destinata ad aggravarsi. Non c’è un minuto da perdere.
Azione Famiglie Nuove ripudia la guerra in ogni sua forma. Ci uniamo alla richiesta urgente, a tutte le parti coinvolte, di cessare immediatamente le ostilità.

A seguito dell’ Ordinanza 872 del Dipartimento della Protezione Civile che definisce le disposizioni per la gestione sul territorio italiano dell’accoglienza, del soccorso e dell’assistenza alla popolazione in arrivo dall’Ucraina in conseguenza della crisi in corso, pubblichiamo il comunicato stampa del Coordinamento OLA – Oltre l’adozione a cui AFN aderisce, sottolineando che siamo pronti a raccogliere le disponibilità all’accoglienza e a indirizzarle nel modo più opportuno.

Per offrire la propria disponibilità ad accogliere persone ucraine giunte in Italia tramite il corridoio umanitario, occorre COMPILARE IL PRESENTE MODULO CLICCA QUILeggi tutto sul sito di AFN



Papa Francesco scrive agli sposi: non dimenticate che il perdono risana ogni ferita.

Siamo ancora nello “stupore e contemplazione della nascita di Gesù bambino” e il Papa, il 26 dicembre 2021, giornata dedicata alla Sacra Famiglia, raggiunge ogni casa con questa lettera dedicata agli sposi in occasione dell’anno “famiglia amoris laetitia“. Possiamo gustare un distillato dell’amore del Papa per tutte le famiglie del mondo, un abbraccio universale a tutti gli sposi, i figli, i fidanzati, i nonni a famiglie in cammino, nella tempesta.
Con poche pennellate sapienti ritroviamo l’essenza dell’Amoris Laetitia e della Fratelli Tutti, ricondotte alla realtà di questo tempo ancora complesso e carico di timori per il futuro, per aiutarci a guardare in alto ed essere segno di speranza in cammino con le famiglie che abbiamo accanto.

Rosalba e Andrea Ponta

«Cari sposi e spose di tutto il mondo!

In occasione dell’Anno “Famiglia Amoris laetitia”, mi rivolgo a voi per esprimervi tutto il mio affetto e la mia vicinanza in questo tempo così speciale che stiamo vivendo. Sempre ho tenuto presenti le famiglie nelle mie preghiere, ma ancora di più durante la pandemia, che ha messo tutti a dura prova, specialmente i più vulnerabili. Il momento che stiamo attraversando mi porta ad accostarmi con umiltà, affetto e accoglienza ad ogni persona, ad ogni coppia di sposi e ad ogni famiglia nelle situazioni che ciascuno sta sperimentando.

[…]

Cari sposi, sappiate che i vostri figli – e specialmente i più giovani – vi osservano con attenzione e cercano in voi la testimonianza di un amore forte e affidabile. «Quanto è importante, per i giovani, vedere con i propri occhi l’amore di Cristo vivo e presente nell’amore degli sposi, che testimoniano con la loro vita concreta che l’amore per sempre è possibile!». [1] I figli sono un dono, sempre, cambiano la storia di ogni famiglia. Sono assetati di amore, di riconoscenza, di stima e di fiducia. La paternità e la maternità vi chiamano a essere generativi per dare ai vostri figli la gioia di scoprirsi figli di Dio, figli di un Padre che fin dal primo istante li ha amati teneramente e li prende per mano ogni giorno. Questa scoperta può dare ai vostri figli la fede e la capacità di confidare in Dio.

Certo, educare i figli non è per niente facile. Ma non dimentichiamo che anche loro ci educano. Il primo ambiente educativo rimane sempre la famiglia, nei piccoli gesti che sono più eloquenti delle parole. Educare è anzitutto accompagnare i processi di crescita, essere presenti in tanti modi, così che i figli possano contare sui genitori in ogni momento. L’educatore è una persona che “genera” in senso spirituale e, soprattutto, che “si mette in gioco” ponendosi in relazione. Come padri e madri è importante relazionarsi con i figli a partire da un’autorità ottenuta giorno per giorno. Essi hanno bisogno di una sicurezza che li aiuti a sperimentare la fiducia in voi, nella bellezza della loro vita, nella certezza di non essere mai soli, accada quel che accada.

D’altra parte, come ho già avuto modo di osservare, la coscienza dell’identità e della missione dei laici nella Chiesa e nella società è cresciuta. Avete la missione di trasformare la società con la vostra presenza nel mondo del lavoro e di fare in modo che si tenga conto dei bisogni delle famiglie.

[…]

La rottura di una relazione coniugale genera molta sofferenza per il venir meno di tante aspettative; la mancanza di comprensione provoca discussioni e ferite non facili da superare. Nemmeno ai figli è risparmiato il dolore di vedere che i loro genitori non stanno più insieme. Anche in questi casi, non smettete di cercare aiuto affinché i conflitti possano essere in qualche modo superati e non provochino ulteriori sofferenze tra voi e ai vostri figli. Il Signore Gesù, nella sua misericordia infinita, vi ispirerà il modo di andare avanti in mezzo a tante difficoltà e dispiaceri. Non tralasciate di invocarlo e di cercare in Lui un rifugio, una luce per il cammino, e nella comunità una «casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 47).

Non dimenticate che il perdono risana ogni ferita. Perdonarsi a vicenda è il risultato di una decisione interiore che matura nella preghiera, nella relazione con Dio, è un dono che sgorga dalla grazia con cui Cristo riempie la coppia quando lo si lascia agire, quando ci si rivolge a Lui. Cristo “abita” nel vostro matrimonio e aspetta che gli apriate i vostri cuori per potervi sostenere con la potenza del suo amore, come i discepoli nella barca. Il nostro amore umano è debole, ha bisogno della forza dell’amore fedele di Gesù. Con Lui potete davvero costruire la «casa sulla roccia» (Mt 7,24) ».

[…]

Leggi il testo integrale della lettera agli sposi

 




Cultura del dare: due città per un progetto comune

Montopoli in Val d’Arno e Torella dei Lombardi. Due paesi distanti, uno in provincia di Pisa, l’altro in Provincia di Avellino, ma uniti in un progetto comune.

Tutto è cominciato 20 anni fa quando Raffaele di Lorenzo ha inviato una lettera ai suoi concittadini spronando l’avvio del sostegno a distanza tramite Azione Famiglie Nuove di 50 bambini della favela di Recife (Brasile). Un luogo allora assolutamente malsano e disagiato, dove i minori vivevano in uno stato di degrado, senza servizi e la garanzia della tutela dei loro diritti.

“Siamo partiti con circa 300 famiglie poi abbiamo coinvolto istituzioni e associazioni, – afferma Raffaele Di Lorenzo. – Non neghiamo che con il tempo, abbiamo avuto difficoltà a mantenere l’impegno preso, così ci siamo inventati lotterie, cene e iniziative per diffondere la cultura del dare. In poche persone non è possibile sorreggere questi progetti, si deve chiedere aiuto e sensibilizzare chiunque. Per i bambini nostro futuro, non possiamo fermarci.”

In tutti questi anni, Raffaele insieme alla Associazione Culturale Capannese (ASCA) di cui è Presidente e i comuni di Montopoli e di Torella non si sono mai fermati, sono andati avanti nonostante le sfide e le difficoltà per mantenere l’impegno nella cooperazione e questi bambini sono ormai giovani con un futuro, anche grazie al loro contributo.  Oggi la favela è la comunità dell’Isola di Santa Terezinha dove la popolazione usufruisce di illuminazione, strade, fognature, un centro medico ed centro educativo dell’AACA.  (clicca qui per conoscere IL PROGETTO SAD)

In segno di riconoscimento per questa collaborazione l’Associazione Azione Famiglie Nuove, sabato 20 novembre ha conferito una pergamena di ringraziamento ed elogio all’amministrazione comunale di Montopoli in Val d’ Arno e Torella dei Lombardi. L’evento a cui anche la stampa locale ha dato visibilità (clicca qui) si è inserito nell’ambito della 16ma edizione del Premio Letterario Renato Fucini , tenutasi presso il Cinema Teatro Nuovo Don Terreni a Montopoli in Val d’Arno. Gli elaborati artistici (poesie e racconti) sono stati raccolti in un’antologia che può essere acquistata sempre a sostegno dei bambini dell’Isola di Santa Terezinha.

La “cultura del dare” in antitesi con la “cultura dell’avere” e dello scarto fondandosi sulla realtà della comunione, non è assistenzialismo, ma si apre all’altro nel rispetto della sua dignità e lo considera capace di dare a sua volta, all’insegna della reciprocità. Ne è vitale testimonianza la diretta con i bambini e lo staff del progetto dell’ Isola Santa Terezinha in Brasile. Uno dei momenti più toccanti della serata, durante la quale Lenira (segretaria) Jose Claudio (coordinatore) e Maria Jose (Presidente) dell’AACA, partner locale di Azione Famiglie Nuove, hanno espresso  la loro riconoscenza e il sincero legame di fratellanza costruito nel tempo. D’altra parte il coro di chi ha preso parte all’iniziativa in questi anni comunica una pari gratitudine per l’arricchimento scaturito con questa esperienza di valore.

“La nostra collaborazione è nata come un semplice lavoro, come ne capitano molti. Ci era stato chiesto di realizzare degli Attestati di partecipazione per il Concorso Letterario.– Racconta Manuela titolare dell’azienda del Rag. Marinai & C. S.A.S. – Da lì, anno dopo anno evento dopo evento, è cresciuto il rapporto di stima e amicizia con i membri dell’Associazione portandoci a contribuire con convinzione alle attività per aiutare, nel nostro piccolo, agli alti scopi che l’Associazione stessa si pone”.

“Bisogna essere proattivi e non dire va tutto male e poi non fare niente per cambiare. Quando si fa qualcosa col cuore avrà sempre un ritorno positivo”.  – Afferma Francesca Frediani della Fattoria Varramista di Castelbosco (Montopoli) che collabora nell’offrire oggetti Premio come confezioni di vino della loro produzione e nel diffondere biglietti della lotteria.

Anche la Pescheria L’Era Glaciale e l’Alimentari Nencioni aderiscono al progetto, in particolare contribuiscono alla cena annuale che viene fatta sulla piazza principale di Capanne, a cui di solito partecipano centinaia di persone: “Noi offriamo gratuitamente la materia prima e siamo anche felicissimi di servire a tavola. Si può toccare con mano che le offerte vanno direttamente a buon fine, come testimoniano i numerosi contatti diretti con i bambini sostenuti”.

L’entusiasmo è contagioso. Chiunque si lascia coinvolgere diventa protagonista in questa azione collettiva. “La mia decisione di aderire non è tardata nemmeno un attimo, – afferma il Luogotenente Pio D’Addio in servizio presso la Stazione Carabinieri San Romano che aderisce al progetto sin dal 2000. – Ho sempre dato il mio modesto apporto per la bontà dell’operazione, la serietà delle persone con dati di fatto concreti, che chiunque può andare a verificare”.

Per Giacomo Martelli, presidente ACLI Regione Toscana, questa azione è un esempio di raccolta fondi in cui per grandissima parte sono devoluti in beneficenza. Viene ridistribuito benessere partendo dal basso: “L’impressione è che l’associazionismo di questo tipo sia un bene prezioso per la nostra società, per la nostra regione e per le comunità locali”.

Questo impegno di lungo periodo da parte dell’amministrazione comunale di Montopoli in val d’Arno per i bambini e le bambine del progetto di AFN in Brasile va al di là dei sindaci e coinvolge un’intera comunità:  “Questa iniziativa che ci coinvolge ormai da vent’anni non fa altro che rafforzare il nostro spirito di appartenenza e la nostra voglia di fare del bene, con sempre maggior impegno e dedizione. Per Montopoli e i montopolesi, la solidarietà non conosce confini. – Dichiara il sindaco, Giovanni Capecchi – Anche se dal Brasile ci dividono migliaia e migliaia di chilometri, non possiamo rinunciare alla chiamata di questi giovani alla ricerca di un futuro migliore in un ambiente complicato… La solidarietà tra cittadini e cittadine ha reso ancor più coesa la nostra comunità, continuamente impegnata nel non lasciare indietro nessuno”.

Un’esperienza davvero toccante assistere ai miracoli della trasformazione sulle persone e sulle comunità che compie la cultura del dare. “Vedere un paese intero coinvolto in un’esperienza di solidarietà così seriamente, afferma  Rosa Romano (Ufficio Sostegno a distanza AFN ), che insieme al Vicepresidente Francesco Mandalari e Lucy Pastana (AFN Firenze) erano presenti all’evento in rappresentanza dell’Associazione Azione Famiglie Nuove, ci fa capire quanto sia importante continuare ad operare quotidianamente con “umanità”, avendo sempre davanti il nostro obiettivo: la fraternità”.

Giovanna Pieroni




Iniziamo l’Avvento con #Daretocare

Natale è alle porte e l’Avvento è sempre un buon momento per fermarsi, riflettere sui rapporti che viviamo e per dedicare maggiore attenzione agli altri e al mondo che ci circonda.

La campagna #daretocare (osare prendersi cura), promossa dai Giovani per un Mondo Unito, è un invito ad avere il coraggio di “prendersi cura”. Di chi? Dei vicini, dei lontani, dei più fragili; del pianeta, delle istituzioni e della nostra società.
Questo calendario d’Avvento può diventare, ogni giorno, un’opportunità nuova per incarnare #daretocare.
Clicca sul link, scegli la lingua che preferisci!

 




Tutore volontario, risorsa preziosa

Feedback del corso di sensibilizzazione alla figura del tutore volontario dei MSNA tenuto da AFN nell’ambito del progetto ‘Confido’.

Minori senza cittadinanza, privi di assistenza dei genitori o di altri adulti di riferimento, lasciano il loro Paese perché fuggono da guerre e persecuzioni oppure perché attirati o mandati dalle famiglie nella prospettiva di una vita migliore.

In Italia i minori stranieri non accompagnati (MSNA) provenienti da diversi Paesi sono 7080 (Report di monitoraggio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 31.12 2020).  Il 94% di quelli che arrivano sono accolti presso strutture di accoglienza, ma numerosi sono quelli di cui si perdono le tracce.

Azione Famiglie Nuove, che pone al centro della propria mission la promozione dei diritti dell’infanzia svantaggiata, ha cominciato ad occuparsi di MSNA in particolar modo attraverso il progetto  “Casa Ismaele”, inserito nel più ampio programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza (FSOA), il cui obiettivo è quello di supportare le persone in stato di vulnerabilità da un punto di vista lavorativo e socio-relazionale, attraverso il rafforzamento di una rete di attori sociali, come aziende, associazioni, volontari e famiglie.  “Casa Ismaele”  situata nel comune di Rogliano (CS) è un progetto SAI (exSPRAR) gestito da tre enti: la cooperativa FoCo, AFN e la cooperativa MiFa, ed ospita minori stranieri non accompagnati. Al momento sono 14 i ragazzi ospitati provenienti da paesi diversi e seguiti da un’equipe multidisciplinare formata da educatori, mediatori culturali, una psicologa e la coordinatrice di progetto. I minori vengono seguiti da un punto di vista documentale, legale, di formazione linguistica, di supporto psicologico, di orientamento al lavoro e attivazione di tirocini e da un punto di vista socio relazionale. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, si è attivata una rete di volontari e famiglie nel territorio con l’obiettivo di allargare le amicizie e i punti di riferimento dei ragazzi.

Nel 2017 sono intervenute importanti novità legislative per quanto riguarda la protezione dei MSNA. In particolare la legge 47 del 7 aprile 2017 definisce le procedure a livello nazionale per l’accertamento dell’età dichiarata dal ragazzo; definisce il tempo massimo in cui i minori possono risiedere nelle strutture di prima accoglienza prima di essere trasferiti in strutture di seconda accoglienza nei progetti SIPROIMI (ex SPRAR); istituisce il SIM (Sistema Informativo Minori presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), che raccoglie a livello centralizzato tutte le informazioni  relative al minore; rafforza le tutele per il diritto alla salute e all’istruzione dei minori con procedure più semplici per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e al sistema scolastico. Soprattutto la legge introduce la figura del tutore volontario di minori stranieri non accompagnati col compito di vigilare e garantire la tutela dei diritti del minore straniero, agendo come suo legale rappresentante in tutti i procedimenti che lo riguardano. Il tutore, pur non avendo l’obbligo di farsi carico dell’accoglienza in casa del minore,  è chiamato a mantenere un rapporto costante con tutte le altre figure che si prendono  cura del ragazzo, in primis con gli operatori della struttura di accoglienza dove vive e dei servizi sociali. Per diventare tutore occorre fare domanda presso il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della regione di residenza, partecipare al corso formativo da questi organizzato e iscriversi nell’elenco dei tutori volontari di MSNA del Tribunale per i Minorenni del territorio di riferimento.

Dedicato ad approfondire questa figura, AFN ha tenuto nel mese di settembre 2021, nell’ambito del progetto Confido del Forum Ass. Familiari Lazioil  “Corso di sensibilizzazione alla figura del tutore volontario“. Relatori del corso: Flavia Cerino avvocato e tutore di MSNA; Isabella Oddo psicologa Rete SAI (Sistema accoglienza Rete e integrazione); Giacomo Anastasi esperto in politiche migratorie.

Rita Caserta, coordinatrice della sede AFN Lazio, ha presentato il lavoro svolto durante il corso nell’evento conclusivo del progetto  tenutosi il 6 novembre 2021 a Roma, con la  partecipazione di Alessandra Balsamo presidente Forum Associazioni Familiari Lazio; Margherita Plotti coordinatrice progetto Confido Lazio; Alida Montaldi, già presidente Tribunale per i  Minori di Roma; Monica Sansoni Garante Regionale infanzia; Luigina Vaccaro assistente sociale Municipio IV di Roma.

“Durante i 6  appuntamenti, ha evidenziato Rita Caserta, sono stati approfonditi vari argomenti:  chi è il minore straniero non accompagnato, quali sono i suoi diritti, il fenomeno migratorio; chi è il tutore,  il sistema di accoglienza in Italia, la legge 47/2017, gli  aspetti psicologici e antropologici implicati nella relazione col minore.  E’ stata un’ opportunità per approfondire questi temi. Un reale arricchimento per me personalmente  e un‘ulteriore occasione di occuparmi di infanzia svantaggiata. Se senti questa chiamata, le possibilità sono molteplici: non c’è solo adozione e affido, che coinvolgono tutta la realtà famigliare che accoglie. Il tutore volontario è un  impegno a tempo che consente di occuparsi personalmente di un minore e agire in équipe perché occorre relazionarsi col tribunale e  con le altre figure che ruotano  intorno al ragazzo affinché i suoi diritti siano rappresentati. Abbiamo avuto numerose adesioni al corso, segno di un grande interesse per questa realtà. Auspichiamo di poter continuare l’impegno riguardo a questi temi, rafforzando sempre più la rete sul territorio”.

 Giorgia Nigri, dottore di ricerca in economia civile, avendo partecipato al corso,  ne sottolinea il fatto di aver appreso  informazioni molto utili che attraverso i libri  magari non avrebbe potuto acquisire come l’importanza del contatto umano coi ragazzi:  “È solo tramite le storie condivise e lo scambio con gli altri, che si superano le difficoltà, la burocrazia, le falle del sistema, e si oltrepassano i propri limiti…  Il corso di sensibilizzazione alla figura del tutore  è stato un vero e proprio corso propedeutico per chi volesse poi approfondire e formarsi come tutore. Il mix dei relatori (un avvocato che è anche un tutore, una psicologa, e un esperto di politiche migratorie) ha spiegato bene il quadro legale e macroeconomico, i problemi derivanti dai paesi e governi di origine, e i fattori psico-emozionali legati a questo percorso. Hanno condiviso tanti spunti, materiale, e informazioni pratiche. Inoltre sono riusciti a generare scambi e network utili al processo. A me personalmente molte storie hanno toccato il cuore. Non esiste il ragazzo perfetto o la famiglia perfetta, sono relazioni che si co-creano insieme, e il bello del tutore è che è una figura che non esclude altre strade di accoglienza e amore”.

Giovanna Pieroni

Fonte: https://www.afnonlus.org




Stati generali della natalità – 14 maggio 2021

TUTTI I VIDEO SUL CANALE YOUTUBE

“Inverno demografico”, “culle vuote”: tante definizioni e poca concretezza fino ad ora intorno a un tema da cui passa il futuro del Paese. Il declino demografico avviatosi dal 2015 è stato accentuato dagli effetti che l’epidemia Covid-19. Il nuovo record di poche nascite (404 mila, dati Istat 2020) e l’elevato numero di decessi (746 mila), mai sperimentati dal secondo dopoguerra, aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese.
SGdN è un evento organizzato per riflettere su un tema capace di unire tutto il Sistema Paese, provare a fare proposte per invertire il trend demografico.
Immaginare una nuova narrazione della natalità.
PROGRAMMA
Ore 9,30 Introduzione ai lavori: Gigi De Palo, Presidente Forum Famiglie
Saluto del Santo Padre Francesco
​Saluti Istituzionali
Elena Bonetti, Ministra per la Famiglia
Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione
Nicola Zingaretti, Presidente Regione Lazio
Virginia Raggi, Sindaca di Roma
Relazione del Prof. Gian Carlo Blangiardo, Presidente ISTAT
​Natalità, che impresa!
Matteo Del Fante – A.D. Poste Italiane
Elisabetta Ripa – A.D. Open Fiber
Marcello Foa – Presidente Rai
Carlo Tamburi – Direttore Enel Italia
Chiara Bidoli – Direttrice Area Infanzia RCS Media Group
​Nuove nascite, un buon investimento
Marco Sesana – Country Manager e Ceo di Generali Italia e GBL
Sara Doris – Presidente Esecutivo Fond. Mediolanum Onlus
Sergio Gatti – Direttore generale Federcasse
Aldo Cazzullo – Giornalista
Figli, una bellezza da raccontare
Ciro e Jessica Immobile, Calciatore
Luca e Paola Bernabei – A.D. Lux Vide
Anna Foglietta – Attrice
Marco Tarquinio – Direttore Avvenire
Annalisa Cuzzocrea – Giornalista
Ore 13,30 Conclusioni