La famiglia cantiere per l’umanità

Al via il 15 ottobre a Pescara la prima tappa del laboratorio di formazione mensile dedicato alle coppie “La famiglia è…”: un’iniziativa dell’Associazione Famiglie nuove di Abruzzo e Molise. Presenti un centinaio di persone che si sono interrogate sul valore del perdono nella coppia con i coniugi Rita e Rino Ventriglia, rispettivamente sessuologa e psicoterapeuta.

Una serie di incontri sulla coppia per scoprire i vari aspetti che compongono la vita a due: empatia, perdono, famiglia d’origine, genitorialità, tenerezza e sessualità, dipendenze, spiritualità, gioco e tempo libero e economia. E’ “La famiglia è…”: il laboratorio di formazione mensile promosso da Associazione Famiglie nuove, diramazione del Movimento dei focolari, di Abruzzo e Molise. Al primo appuntamento svoltosi a Pescara il 15 ottobre un centinaio di partecipanti sono stati guidati alla scoperta di questa risorsa tanto umana quanto riflesso del divino da un’altra coppia, Rita e Rino Ventriglia, rispettivamente sessuologa e psicoterapeuta. Attualmente, inoltre, coniugi Ventriglia sono i componenti di un’equipe di esperti in dinamiche di coppia che sta portando avanti un corso nella cittadella del Movimento dei focolari a Loppiano, denominato “Percorsi di Luce”, rivolto alle coppie in crisi e desiderose di rimettersi in gioco.

Ma qual è l’obiettivo generale  dell’intero progetto “Famiglia è”, ideato a tappe e che si svolgerà tra Pescara, San Salvo e Roseto degli Abruzzi? Promuove la fratellanza universale e la modalità l’hanno spiegata Lorenzo e Sonia Cocchiaro nell’introdurre i lavori al pomeriggio del 15 ottobre: «Il progetto è nato da un gruppo di famiglie che vivono, nell’ottica di un percorso comune, esperienze di condivisione. Inoltre, riteniamo che per vivere un rapporto di coppia più consapevole e libero sia importante conoscere ed esplorare le dinamiche in cui esso si articola». 

Il pomeriggio del 15 coppie sposate da 2 ai 40 anni hanno vissuto anzitutto un’esperienza di conoscenza e condivisione. Sono gli stessi Ventriglia che hanno raccontato la loro esperienza di famiglia che ha conosciuto il termine “crisi”: «Partiamo  dunque dal sentire dal di dentro le ferite che le coppie vivono. Nel tempo abbiamo compreso che non ci si può avvicinare senza farsi del male, perché siamo diversi. Ciò accade in ogni rapporto, tra amici, genitori e figli e naturalmente tra coppie. Per tale ragione il perdono perdono diventa un crocevia al quale arriviamo».

Le riflessioni che ne seguono vanno dal conoscere il perdono da un punto di vista lessicale ed etimologico all’analizzare quali atteggiamenti possono facilitarlo, le condizioni necessarie perché esso  possa avviare il suo corso fino alla comprensione che un momento di crisi, attraverso il perdono, può trasformarsi in un’occasione di crescita. Il perdono, inoltre, che si configura comunque come un processo che coinvolge la persona  in modo completo a livello emotivo, di pensiero e comportamentale è al tempo stesso lo strumento con cui mettiamo un riflettore su ciò che ci ha fatto soffrire  per passare dal “tu” all’”io”.

Ma il perdono, infine, ha una valenza anche verso l’umanità. Lo hanno confermato i Ventriglia: «Il perdono – dicono – è una dimensione a più braccia: braccia che accolgono e raccolgono».  Ed è così che nell’esercitazione, prima singolarmente e poi a due, si è verificato il vissuto della coppia stessa. In un clima di dialogo alcuni dei presenti hanno comunicano le proprie riflessioni: il contributo alla strada intrapresa insieme per rendere il rapporto a due nella coppia sempre più vero nella vita di ogni giorno.

Mariagrazia Baroni

Segui le prossime date e location. Vai al sito www.famiglienuove.wordpress.com




La sfida del “per sempre”: esperienze dal Corso per Fidanzati a Loppiano

Dal 7 al 10 marzo, le Famiglie Nuove dell’Italia hanno accolto a Loppiano 44 coppie provenienti da tutta Italia e anche da diverse nazioni che partecipavano al corso per fidanzati intitolato: “Chiamati all’Infinito – essere 1 rimanendo 2”. Il “per sempre” è stato il tema di fondo dell’incontro.

La sfida, raccolta dai fidanzati, è stata di immaginare il “per sempre” come scenario del loro stare insieme, anche in vista, per alcuni, del matrimonio cristiano che si sarebbe celebrato entro l’anno.

I temi affrontati, presentati da esperti, sacerdoti e psicologi, coppie di sposi e fidanzati, sono stati i più vari: dalla comunicazione nella coppia al sapersi perdonare; dall’affettività alla sessualità, dalla vocazione al sacramento del matrimonio.

Molto apprezzata la metodologia che comprendeva dinamiche di coppia e di gruppo, che hanno permesso di esprimersi attraverso giochi, disegni e musica.

Vibrante e costruttivo il confronto tra le coppie e con il team che ha curato il programma. La sfida dopo questo congresso, ha dichiarato una coppia, sarà potersi ritagliare momenti come quelli vissuti a Loppiano nel quotidiano. A proposito della cittadella, i partecipanti hanno segnalato come essa sia la sede ideale per corsi come questo.

La pace e la serenità che vi si respirano diventano elemento costitutivo dell’esperienza. «L’energia e l’amore donati da Loppiano – hanno affermato le coppie – sono sempre magici. E grazie a questo corso ne abbiamo avuto una prova concreta».

Ma passiamo la parola ai protagonisti: … sono stati giorni in cui abbiamo ascoltato testimonianze di coppie di sposi, di famiglie, hanno fatto luce su ogni ambito riguardante la relazione di coppia. In ognuna delle esperienze di coppia ascoltate, con il mio fidanzato ci siamo resi conto di aver ritrovato un “pezzo” di noi, del nostro vissuto, fatto di condivisione, comunione profonda, ma anche di tutte quelle difficoltà comuni ad ogni relazione affettiva. Durante il corso è venuto fuori anche quanto sia tutt’altro che facile mettere a nudo la propria anima, mostrare a chiunque, anche al proprio partner, fragilità e punti deboli.

Ed ancora: …questa esperienza condivisa a Loppiano è stata ricca e formante. Giorni intensi e impegnativi, soprattutto emotivamente. Fondamentale è stata l’occasione di potersi dedicare alla coppia con quei tempi che non avremmo mai trovato nella normale quotidianità, dedicarsi per intere giornate alla riflessione sia personale che condivisa ci ha fatto riscoprire e ci ha confermati nel sentimento d’amore che portiamo avanti da ben dieci anni da fidanzati verso l’esperienza del Sacramento del matrimonio.

 … E’ stato molto importante vedere come ogni coppia nella sua diversità è in grado di trovare una risposta propria e unica alle sfide della vita. Ora sappiamo che, come tutti, possiamo anche noi trovare assieme le nostre risposte.

“Beneaugurante” il messaggio lasciato da una coppia che dice: …siamo tornati a casa pieni di energia, Amore e con tanta voglia di sposarci e vivere per sempre insieme. Con alcune coppie siamo rimaste in contatto con la promessa di incontrarci presto e spesso perché ci siamo trovati subito in sintonia e perché vogliamo condividere insieme questo strepitoso cammino che stiamo percorrendo.

Tanti stimoli utili per la prossima edizione: maggior attenzione al tema dell’economia e degli stili di vita, dedicare più momenti al dialogo di coppia e in gruppo, nella consapevolezza che un corso di 4 giorni può dare gli strumenti: la sfida, come ha dichiarato una coppia, è ritagliarci questi momenti nella nostra quotidianità.




“Chiara Lubich e la famiglia” Loppiano e tutte le manifestazioni in Italia

Chiara Lubich e la famiglia

50° di Famiglie Nuove del Movimento dei Focolari

Per rivedere la diretta streaming da Loppiano sabato 11 marzo 2017 vai al seguente link http://live.focolare.org/FamilyHighlights

Leggi il testo dell’intervento: Chiara e la Famiglia-Emmaus Maria Voce

Comunicato stampa finale

Per maggiori informazioni: www.famiglienuove.org   famiglienuove@focolare.org

Comunicato stampa_Chiara Lubich e la famiglia

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ChiaraLubichFamiglia_Scheda_discorsi

Pieghevole
In occasione del 50° di Famiglie Nuove, l’anniversario di Chiara Lubich sarà dedicato al contributo del Carisma dell’Unità per il mondo della famiglia.
A 50 anni dalla fondazione, durante tutto il 2017, si realizzeranno vari eventi e iniziative locali in diversi Paesi del mondo. Un percorso di vita e pensiero in più tappe per mettere in luce il valore antropologico e universale della famiglia nella prospettiva della “fratellanza universale”, testimoniare la ricchezza delle diversità culturali e sociali insieme all’ideale dell’unità incarnato nella vita di famiglia.
L’evento principale si svolgerà nella cittadella di Loppiano (FI) dal 10 al 12 marzo.

ALTRE MANIFESTAZIONI IN ITALIA

  • Piemonte
  • 12 marzo – Ivrea (TO) – pranzo condiviso + pomeriggio “aperto”: “Chiara e la famiglia”
  • 1 aprile – Torino c/o Sermig – Arsenale della Pace – pomeriggio “aperto”: “Siate una famiglia” + cena solidale
  • 2 aprile – Fossano (CN) – pomeriggio “aperto”: “Siate una famiglia”
  • Liguria
  • 4 marzo – S. Bartolomeo al mare (IM) – pomeriggio con gli altri movimenti ecclesiali e il Vescovo per ricordare Chiara con tema “siate una famiglia”;
  • 18 marzo – Genova – pomeriggio aperto a tutti: “Famiglia, seme di comunione per la società” + apericena
  • Lombardia Ovest – Milano
  • 24-25 febbraio – Lecco – mostra fotografica su Timor Est
  • 4 marzo – Borgomanero (NO) – pomeriggio aperto: “Essere sempre famiglia”
  • Lombardia Est – Brescia
  • 12 marzo – Frontignano (BS) c/o centro Mariapoli – giornata aperta a tutti: “Family Highlights – da Chiara Lubich una luce per la famiglia”
  • Veneto
  • 5 marzo – Vicenza – presso la sala della Fiera domenica pomeriggio
  • 11 marzo – Verona – sabato pomeriggio
  • 12 marzo – Conegliano V.to per Treviso e Belluno – domenica pomeriggio
  • 19 marzo – Padova – domenica pomeriggio
  • Trentino Alto Adige
  • 14 maggio – Trento – auditorium s. Chiara –  “L’amore costruisce pace”
  • Friuli Venezia Giulia
  • 12 marzo – Pordenone – pomeriggio aperto: “Una luce per la famiglia”
  • 12 marzo – Lucinico (GO) – giornata aperta: “Famiglia, fonte di speranza e di gioia”
  • 12 marzo – Udine – mariapoli: “La città fa famiglia. Semi di condivisione nella vita di ogni giorno”;
  • 14 marzo – Trieste  ore 19.00 chiesa SS Pietro e Paolo
    Santa Messa in ricordo di Chiara con la partecipazione di rappresentanti di vari Movimenti/Associazioni appartenenti al gruppo di Insieme per l’Europa e di una rappresentanza della Comunità Mussulmana. Preparata dalle famiglie, sarà una preghiera a Chiara per la Famiglia.
  • Emilia Romagna
  • 11 marzo – Reggio Emilia – pomeriggio “aperto”: “Chiara Lubich e la famiglia”
  • 12 marzo – Bologna – pomeriggio “aperto”: “La famiglia: trama di rapporti, risorsa sociale di ogni popolo”
  • 12 marzo – Rimini – pomeriggio “aperto”: ”Come la famiglia, così la società”
  • Marche
  • 12 marzo – Macerata – pomeriggio “aperto”
  • Abruzzo – Molise
  • 19 Marzo – Montesilvano (PE) – giornata aperta a tutti
  • Umbria
  • 18 Marzo – Assisi (PG) – pomeriggio aperto a tutti con convegno: “famiglia 2.0…. ricominciamo” (partecipano anche gli interni di Napoli presenti per il loro ritiro insieme all’Umbria)
  • Toscana
  • 26 marzo – Loppiano (FI) – Festa della famiglia aperta a tutti: “Essere sempre famiglia”
  • Lazio 
  • 10-12 marzo – servizio logistico per evento a Loppiano e scuola famiglie a Castelgandolfo
  • 12 marzo – Frosinone – giornata alla Cittadella Cielo della Comunità “Nuovi orizzonti” di Chiara Amirante: “La gioia dell’amore” (Le sfide della famiglia).
  • Roma
  • 11 marzo – Roma – punto di ascolto in collegamento con Loppiano;
  • Campania
  • 11 marzo – Tito (PZ) – pomeriggio aperto a tutti;
  • 22 marzo – Ischia (NA) – pomeriggio aperto a tutti 
  • 11 – 14 marzo – Napoli – serie di appuntamenti vari
  • Puglia – Basilicata
  • Eventi con comunità locali 
  • Calabria
  • 12 marzo – eventi nelle varie comunità locali a Reggio Calabria a Vibo Valentia, Locri e Cosenza
  • Sicilia – Palermo. Punti di ascolto 11 marzo in diverse sale della zonetta:
  • Palermo località Baida
  • Salemi (TP)
  • Sciacca (AG)
  • San Cataldo (CL)
  • Messina
  • Sicilia – Catania: 5 momenti divisi per territorio:
  • 12 marzo – Vittoria (RG) – per la diocesi di Ragusa
  • 12 marzo – Modica (RG) – per tutta la diocesi di Noto
  • 13 marzo – Piazza Armerina (EN) per tutta la diocesi Armerina
  • 18 marzo – Catania – per tutta la provincia di Catania
  • 18 marzo – per tutta la provincia di Siracusa
  • Sardegna: nel contesto delle mariapoli
  • 24-26 Marzo – mariapoli per Sassari e tutto il nord Sardegna;
  • 31 marzo- 2 aprile – mariapoli per Cagliari con Sud Sardegna e Centro Sardegna in contemporanea
  • Albania
  • 14 marzo – Tirana – in coincidenza della festa nazionale della primavera (festa civile) – giornata aperta a tutti

LOCANDINE





Vuoi diventare Volontario del Servizio Civile per “Fare Sistema Oltre L’Accoglienza”?

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza propone ai volontari del servizio civile il progetto “Costruire comunità solidali con i migranti”. Per aderire è necessario avere tra i 18 e 28 anni. È una valida opportunità per contribuire alla costruzione di una società che sia accogliente, inclusiva, che accompagni i migranti nella realizzazione di una nuova prospettiva di vita, senza dimenticarne storia, vicende e terre di provenienza

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza seleziona quattro volontari. Il servizio civile è un’occasione per collaborare alla costruzione di una comunità solidale con i migranti. L’obiettivo è quello di favorire l’inclusione dei cittadini stranieri migranti e promuovere l’educazione interculturale, la conoscenza e la collaborazione tra cittadini italiani e migranti

Nello specifico le ricerche sono le seguenti:

AMU ricerca due volontari: uno per la sede di Grottaferrata (Roma) e uno per la sede di Rogliano (Cosenza)

AFN ricerca due volontari: uno per la sede di Grottaferrata (Roma) e uno per la sede di Rogliano (Cosenza).

AMU e AFN si occupano dal 2016 del programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza per l’inclusione di persone in condizioni di vulnerabilità attraverso l’inserimento di giovani e adulti, minorenni e maggiorenni, stranieri ed italiani in contesti socio-lavorativi esistenti sul territorio. Fare Sistema Oltre l’Accoglienza si basa su una rete nazionale fatta di famiglie, aziende, associazioni e istituzioni, nell’idea che l’inclusione sia un’esperienza di reciprocità cui tutti possiamo partecipare.

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Scheda-elementi-essenziali_Costruire-comunità-solidali-coi-migranti




Famiglie Nuove ITALIA – Progetto “Amicizia tra famiglie dell’Italia e del Medio Oriente”

 

Chi è Famiglie Nuove 

Il Movimento Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei Focolari (fondato da Chiara Lubich) è nato nel1967. E’ composto da famiglie che si propongono di vivere la spiritualità dei Focolari (spiritualità dell’unità) edi irradiare nel mondo della famiglia i valori che promuovono la fratellanza universale.

Svolge attività formative per la famiglia e di accompagnamento per i fidanzati; giovani coppie, e si impegna per la promozione di una cultura della famiglia e di adeguate politiche familiari, attraverso convegni e pubblicazioni e collaborando con diverse agenzie educative.

Il suo stile di vita è radicato nel Vangelo vissuto nella vita di coppia, nella crescita dei figli, nel mettersi in dialogo costruttivo con altre famiglie e, insieme, con le diverse realtà culturali, civili ed ecclesiali del territorio.

Per ulteriori informazioni: www.famiglienuove.org o scrivere a famiglienuoveitalia@gmail.com

Titolo del progetto: “Amicizia tra famiglie dell’Italia e del Medio Oriente”
Responsabili: Rosalba e Andrea Ponta – Italia, Grace Korkmaz e Claude Mailhac – Libano Periodo: 1 luglio 2018 – 30 giugno 2019

Data di ideazione e presentazione: aprile 2018

Breve descrizione del progetto. Dal 2017 le comunità dei Focolari dell’Italia e del Medio Oriente hanno intrapreso un percorso di condivisione con lo scopo di instaurare rapporti fraterni e dare testimonianza “controcorrente” che il mondo unito è possibile anche “a distanza” e in contesti particolarmente drammatici.

La “scusa” per avviare il progetto è la realizzazione di un sostegno economico per tre famiglie (due irachene, una siriana) al momento rifugiate in Libano, con un contributo di 1.000 Euro al mese per 12 mesi.

In realtà non si tratta solamente della ricerca fondi per un sostegno economico, ma di una proposta più ampia di amicizia “concreta” attraverso l’adozione reciproca tra famiglie del Medio Oriente e famiglie Italiane, con scambi culturali e di esperienze di vita maturate in ambiti così diversi e apparentemente lontani tra loro.

Per approfondimenti:
Scheda Allegato 1: un flash sul Libano
Scheda Allegato 2: conosciamo le famiglie incluse nel progetto

Dettagli del progetto

L’aiuto economico (1.000 Euro mensili) sarà impiegato per il pagamento degli affitti delle abitazione a Beirutdove risiedono attualmente le tre famiglie.

La comunità del Movimento dei Focolari libanese ha finora fatto di tutto per aiutare queste ed altre famiglie che si sono alternate in questi anni in Libano (delle quali parecchie sono partite per paesi occidentali appena avuta la possibilità), ma in questo momento la situazione economica è peggiorata e diventata difficile per tutti gli abitanti e attualmente la comunità non riesce più a procurare la somma necessaria per i tre affitti.

I versamenti saranno fatti mensilmente da FN Italia direttamente su un conto corrente gestito dai responsabili dei Focolari in Libano. In questo modo si assicura che l’aiuto economico vada direttamente allepersone interessate senza alcuna intermediazione.

Il progetto avrà una durata di 12 mesi, con una verifica intermedia al 6° mese e una finale per decidere uneventuale rinnovo e/o l’estensione ad altre famiglie.

Nell’arco della durata del progetto si prevedono almeno due momenti di scambio con le famiglie del Libano per avere un feedback sul progetto e per approfondire la reciproca conoscenza. Le modalità di scambio (email, skype, ecc.) saranno definite successivamente in base alla situazione dei rispettivi paesi.

Contatti. Per richiedere ulteriori informazioni e/o per suggerimenti, idee o disponibilità si prega di scrivere al seguente indirizzo email: famiglienuoveitalia@gmail.com

Cuneo, 19 giugno 2018

 

Scheda 1. Un flash sul Libano

Con l’inizio della guerra in Siria e l’arrivo di quasi due milioni di rifugiati siriani in Libano (che conta solo 4 milioni di cittadini) l’economia del paese è entrata in una crisi molto grave, a partire da una situazione comunque non facile e da una ripresa mai realmente completata dopo la fine della guerra civile nel 1990.

La vita in Libano è molto costosa. Solo per dare un’idea: l’affitto di un appartamento, semplice e nonammobiliato, nei quartieri popolari, si aggira in media sui 300 dollari americani al mese.

La ricarica mensile di base di un cellulare costa almeno 10 dollari, senza l’accesso a internet.

In Libano l’acqua pubblica non è potabile e perciò quella da bere si deve comprare. Le famiglie devono quindi pagare due “bollette” per l’acqua: una per la casa e un’altra per bere. L’elettricità non è assicurata da parte dello stato se non per un massimo di 12 ore al giorno. Tutte le case hanno quindi un abbonamento a un generatore privato di quartiere che copre il servizio per le restanti 12 ore. Questo servizio è inoltre spesso controllato da organizzazioni malavitose che fanno affari sulla pelle della gente, obbligata anche in questo caso ad avere una doppia bolletta per l’energia elettrica.

La crisi economica ha accentuato il rifiuto di molti libanesi verso le persone di altri paesi arabi che sono arrivati in Libano come rifugiati. I libanesi hanno goduto e godono ancora di una libertà maggiore nel loro paese, e di un livello di istruzione più alto rispetto agli altri paesi del Medio Oriente. Questo ha fatto crescere in loro un senso di superiorità nei confronti dei popoli degli altri paesi arabi. Con l’arrivo dei rifugiati e la situazione politica e militare che diventava sempre più pericolosa, gli investimenti in Libano sono molto diminuiti e la situazione economica è peggiorata. Con queste difficoltà, il mercato del lavoro è entrato in crisi e le aziende libanesi hanno cominciato a licenziare i libanesi e ad offrire il lavoro a siriani e iracheni, che si accontentano di metà stipendio a parità di qualifica. Già lo stipendio di partenza era basso ma ora si è ridotto provocando anche la crescita della disoccupazione tra i libanesi, pur senza risolvere i problemi dei rifugiati.

Si può comprendere quindi meglio perché la diffidenza e l’insofferenza verso i rifugiati sono andate crescendo. Oggi in Libano per poter assicurare il mantenimento dignitoso di una famiglia di 4 persone occorrono almeno 1.200 dollari al mese.

L’assicurazione sanitaria per i libanesi è privata. Ai profughi siriani viene assicurata una qualche assistenza sanitaria solo se sono ufficialmente iscritti come rifugiati nelle liste delle Nazione Unite. Quindi ci sono molti profughi che non hanno alcuna copertura sanitaria. I servizi offerti sono comunque il minimo indispensabile, ma le attese sono in ogni caso molto lunghe.

L’educazione dei bambini in età scolare è assicurata gratuitamente dallo stato libanese, ma la qualità rimane piuttosto scarsa, così come quella della maggior parte delle scuole statali in Libano. Pertanto i libanesi fanno poco affidamento sulla scuola pubblica e anche le famiglie più umili cercano di mandare i loro figli ad una qualsiasi scuola privata per assicurare loro un livello di istruzione adeguato che consenta l’accesso a studi superiori.

 

Questa situazione complessiva ha fatto aumentare sempre di più negli ultimi anni il numero delle famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà. Non ci sono dati ufficiali, ma alcune valutazioni delle Nazioni Unite stimano che oggi almeno il 30% della popolazione libanese sia scesa sotto questa soglia.

 

Scheda 2. Conosciamo le famiglie del progetto

Familia K., irachena.
Composta di 6 persone:
La coppia: E.e N..
I figli: M. (17 anni), Q. (14 anni) e H.(5 anni).
Con loro abita la madre di E., anziana e ammalata.
Vengono da Mosul, regione invasa e devastata dalle milizie ISIS e in seguito all’invasione la famiglia hadovuto scappare e si è rifugiata nella regione di Erbil (Kurdistan Iracheno). E. lavorava come piastrellista (edilizia civile). Ha provato a immigrare in Svezia e ottenere lo status di rifugiato, affrontando le avventure delle imbarcazioni di fortuna e delle vie nascoste di fuga, ma senza successo. È stato rimandato indietro, perdendo così i soldi investiti nel tentativo.
La guerra e le milizie sono arrivate nella regione periferica di Erbil, dove si trovava la famiglia e ancora una volta, temendo per la loro incolumità, la famiglia riunita (dopo il primo tentativo di E.) è riuscita a scappare e trovare rifugio in Libano dal settembre 2016.
La famiglia ha fatto domanda di accoglienza in Europa o in Australia, ma fino adesso non ci sono novità per le richieste presentate all’ UNHCR.
Nel frattempo, E. ha trovato lavoro come manovale in una ditta di prodotti alimentari e di igiene, con una paga giornaliera che non basta per coprire l’affitto. N. cerca lavoro part- time perché deve badare alla suocera malata e alla piccola di 5 anni che non è ancora ammessa alla scuola.
La comunità dei Focolari in Libano fino ad oggi è riuscita a sostenere le spese non coperte dallo stipendio di E. La coppia è attiva in un gruppo di Famiglie Nuove, dove trova sostegno fraterno e morale e a sua volta è una vera testimonianza di famiglia impegnata a vivere il vangelo. M. e Q. sono Gen3.
In attesa della possibile accoglienza in un Paese che possa ospitarli con più sicurezza, la famiglia ha bisognodi sostegno economico per l’affitto, che è costoso in Libano. Altre spese sono sostenute con l’aiuto della comunità libanese, che non riesce a mantenere questo impegno.
La famiglia ha perso le speranze di rientrare a Mosul, dove non hanno più casa né lavoro e né futuro per i figli.
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Familia J., irachena.
Composta da 5 persone:
La coppia: W. e Wa.
I figli: S. (9 anni), Sa. (8 anni) e M. (5 anni).

Anche questa famiglia viene da Mosul, regione invasa e devastata da milizie ISIS e in seguito all’invasione,hanno dovuto scappare e rifugiarsi in Libano nel novembre 2015. Anche loro sono in attesa di accoglienza in Europa o in Australia. Abitano attualmente in un monolocale .
W. non riesce a trovare lavoro nel suo mestiere di idraulico e fa dei piccoli lavori in una officina meccanica. Il guadagno non basta per mantenere la famiglia. Anche in questo caso, la comunità del Movimento in Libano fino ad oggi è riuscita a sostenere le spese familiari, sia per l’alloggio che per il vitto.

Nel 2016, i figli hanno potuto partecipare ad un programma del governo libanese denominato ALP (Activ Learning Program) per inserire i bambini nelle scuole pubbliche. Nell’anno 2017/2018, il programma è stato sospeso e la comunità del Movimento dei Focolari in Libano ha sostenuto la scolarità privata per loro. Questa vicinanza ha permesso alla famiglia di trovare un sostegno morale e affettivo. L’accompagnamento di queste famiglie viene fatto da una volontaria del Movimento che è assistente sociale e si occupa di fare il ponte tra le famiglie, la comunità civile e la comunità del Movimento.

Wa. in questo momento è incinta e ciò vuole anche dire un aumento delle spese. Loro desiderano tornare in Irak però il conflitto politico è ancora molto attivo nella regione e gli attentati sono frequenti e ciò non li incoraggia.
W. non ha molte possibilità di trovare un lavoro in Irak. Hanno sempre la speranza di partire per un’altroPaese.

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Famiglia S. – Siriana
Composta da 5 persone:
La coppia: G. e M.
I figli: A., 27 anni e M., 22 anni.

Loro vengono da Homs, regione devastata dall’inizio del conflitto in Siria. Sono fuggiti in Libano già nel 2012 quando A. doveva essere arruolato nel servizio militare. In quel periodo le milizie armate terrorizzavano la città, impedendo alla popolazione di andare al lavoro, minacciandola di morte. I negozi venivano saccheggiati e bruciati. La fabbrica dove lavorava G. è stata bruciata. M., che in quel periodo aveva 15 anni, è stato testimone della uccisione del suo vicino con uno sparo in testa e del sequestro e tortura di un’altra vicina. Trovandosi imprigionati nella loro casa, hanno cercato la fuga e sono riusciti a rifugiarsi in Libano. Non hanno avuto molte possibilità di accoglienza in altri paesi visto l’età dei figli (adesso maggiorenni).
G., ha subito 2 interventi chirurgici per via di un tumore al colon e non ha mai usufruito di un aiuto da parte delle Nazioni Unite. È stato invece accolto dal Movimento dei Focolari che gli ha procurato assistenza materiale e morale in questa situazione di bisogno.
I ragazzi non hanno potuto finire gli studi e fanno piccoli lavori in un paese pieno di rifugiati che non è in grado di assorbire tanta gente e perciò il lavoro è sempre di fortuna.
Come tante altre famiglie, anche loro si trovano in attesa di accoglienza in Europa o in Australia
Il loro rientro in Siria non è possibile, visto che la loro casa è stata bruciata e in seguito rasa al suolo e i ragazzi sono ambedue richiesti al servizio militare obbligatorio e indeterminato e non vogliono subire la stessa sorte dei loro amici morti in combattimento negli ultimi anni.

Famiglie Nuove Italia -Medio Oriente progetto amicizia




Famigliedicuore

PROGETTO  (per maggiori informazioni )
L’adozione nasce dall’incontro tra il desiderio naturale di una coppia di diventare genitori e il diritto inalienabile di ogni bambino di crescere in una famiglia. L’adozione e’ accoglienza, e’ scambio di piccoli gesti quotidiani, e’ desiderio di dare, e’ amore che riempie il vuoto dell’abbandono, e’ ricamo dorato che ricuce gli strappi, che compone le singole diversità in una ricchezza comune. Tutto questo vuol dire famigliedicuore.

Esiste una profonda e reciproca connessione tra famiglia e societa’ ed e’ per questo che l’adozione non è e non puo’ essere solo un fatto privato. La famiglia adottiva svolge un ruolo sociale rilevante perche’, radicata nei valori della gratuita’ e dell’accoglienza, offre una risposta unica e insostituibile alla “ferita” dei minori in stato di abbandono e contribuisce alla costruzione di una societa’ piu’ attenta alle fragilita’, ai bisogni dei “più piccoli”.

Famigliedicuore si diventa, poco a poco; con la formazione, lo scambio, la condivisione, con l’aiuto di tanti. Per tutto questo e’ nato il progetto famigliedicuore; per sostenere le famiglie adottive e affidatarie sine die, per coinvolgere la societa’ di cui le famiglie sono parte, per divulgare la cultura dell’adozione.

Il progetto famigliedicuore per…fare cultura.
La riduzione delle nascite nel nostro territorio, come nell’intero Paese,
si accompagna al calo dell’accoglienza adottiva. Tanti sono i fattori: sociali, legali ed
economici che influiscono sulle scelte delle famiglie.

Come PROMUOVERE la CULTURA dell’ADOZIONE?
mass media, social, web per sensibilizzare la comunita’,
incentivare la cultura dell’accoglienza e incoraggiare gli aspiranti genitori adottivi
seminari e incontri informativi e formativi per la scuola e le altre agenzie educative
convegni di approfondimento per tutta la cittadinanza

Fare sostegno.Famiglie di cuore si diventa. La famiglia adottiva e’ chiamata a un amore sopraffino, speciale, un amore che ripara le crepe e lenisce le ferite, un amore che s’impara
con l’educazione, le conoscenze, l’esercizio.

Come SOSTENERE le FAMIGLIE ADOTTIVE?
seminari formativi periodici su tematiche specifiche
tenuti da professionisti esperti del cammino adottivo
consulenze specialistiche per genitori e figli
per favorire il progetto di crescita della famiglia

Fare rete.La famiglia adottiva trova forza e sostegno nel rapporto con le altre
famiglie, nella condivisione delle gioie e delle sospensioni, nel confronto
reciproco dei percorsi e delle prassi educative.

Come FAVORIRE lo SCAMBIO RECIPROCO e le RELAZIONI?
gruppi di aiuto – mutuo – aiuto attività ludiche e laboratori per i ragazzi feste per le famiglie
diffusione delle esperienze e delle buone prassi
tavolo permanente con i partner per creare rete sul territorio

Per fare cultura, sostegno, rete e’ prevista l’apertura dello sportello famigliedicuore, ormai diffuso in diverse regioni dell’Italia.




Iniziamo l’Avvento con #Daretocare

Natale è alle porte e l’Avvento è sempre un buon momento per fermarsi, riflettere sui rapporti che viviamo e per dedicare maggiore attenzione agli altri e al mondo che ci circonda.

La campagna #daretocare (osare prendersi cura), promossa dai Giovani per un Mondo Unito, è un invito ad avere il coraggio di “prendersi cura”. Di chi? Dei vicini, dei lontani, dei più fragili; del pianeta, delle istituzioni e della nostra società.
Questo calendario d’Avvento può diventare, ogni giorno, un’opportunità nuova per incarnare #daretocare.
Clicca sul link, scegli la lingua che preferisci!

 




Mai più accada – Corso online sulla prevenzione del femminicidio

“MAI PIU’ ACCADA” – Corso on-line gratuito sulla prevenzione del femminicidio e della violenza sulle donne.

  • 15 febbraio Gatti Nicoletta, biblista. Il pensiero di Gesù riguardo alle donne lapidate nel suo tempo per motivi di ottemperanza alla legge mosaica: lettura esegetica dell’ episodio di Gesù e l’adultera. Gesù e le donne nel Vangelo di Giovanni.
  • 22 febbraio Angela Maria Toffanin, sociologa. Sociologia delle emozioni e la violenza di genere. La violenza maschile contro le donne, pratiche e politiche di contrasto e superamento della stessa.
  • 29 febbraio Nibras Breigheche, Dottorato di Ricerca in Lingue, Letterature e Culture in Contatto (Università “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara)
    La donna nell’islãm: studi e considerazioni attorno agli ahädith falsi e deboli. Prevenire la violenza di genere nelle religioni: come?
  • 7 marzo p. Mario Mingardi O.F.M.Conv. Violenza di genere e influenza del Maligno sulla mente e sulla volontà umane: la prevenzione dei femminicidi alla luce di Genesi 4,7.
  • 14 marzo dr. Diego Coelli, psicologo dell’emergenza. Percorsi personali e comunitari per prevenire la violenza sulle donne: questioni sulla formazione della coppia, della distribuzione dei poteri all’interno di essa, sulla relazione di coppia e l’evoluzione della stessa.

Iscrizioni: jonathan@davide.it




Fare catechismo insieme e coinvolgere le famiglie

Sono catechista in una quinta elementare. All’inizio del percorso iniziato in seconda, non riuscivamo a trovare in parrocchia catechisti disponibili per questo servizio. Tra i genitori dei bambini c’era anche mio genero e anche lui ha rifiutato di impegnarsi per questo servizio.
Il giorno delle iscrizioni si sono presentati ben 36 ragazzi e, trovandomi in difficoltà, ho chiesto a mio genero di darmi una mano per compilare i moduli.
 
Lui generosamente si è prestato e rendendosi conto delle poche forze, ha dato la sua disponibilità e tuttora fa il catechista. Tra i nominativi dei bambini iscritti c’era il figlio di una signora che conosco e che abita in una parrocchia vicina. Un giorno l’ho incontrata al mercato e, approfittando di questa occasione, le ho chiesto se era disponibile a dare una mano per il catechismo.
 
Meravigliata per la proposta ha detto subito di sì. Da sola non se la sentiva ma insieme a chi aveva più esperienza lo avrebbe fatto molto volentieri. Eravamo così 2 catechisti con esperienza e 2 che iniziavano per la prima volta. Ma soprattutto avevamo la possibilità di operare con Gesù in mezzo a noi. Ho ringraziato Dio per tutto questo, Lui tra di noi ha fatto grandi cose che da sola non avevo mai sperimentato.
 

Riscontravamo difficoltà educative con i ragazzi ma soprattutto con le famiglie. Così abbiamo proposto al nostro parroco qualcosa di diverso dai soliti incontri con i genitori. Con coraggio e fiducia nella provvidenza abbiamo proposto degli incontri con Ezio Aceti citando la frase “PER EDUCARE UN BAMBINO CI VUOLE UN VILLAGGIO”. (Anche il Papa ultimamente ha citato questo proverbio africano.)

In questo percorso abbiamo coinvolto, oltre alle tre parrocchie vicine, le scuole elementari, la scuola media ed i servizi sociali del Comune. Gli incontri, programmati al sabato sera, si sono dovuti tenere in chiesa in quanto i saloni parrocchiali non contenevano le numerose persone intervenute (oltre trecento).

La chiesa era piena ogni volta e per aiutare i genitori abbiamo offerto il servizio di babysitting nei saloni parrocchiali sotto la chiesa. Ogni volta erano più di cento i bambini da gestire. Per questo bisogno abbiamo chiesto aiuto a Famiglie Nuove. Il loro aiuto è stato prezioso e molto apprezzato. La risposta così numerosa a questi incontri ci ha fatto capire quanto siano importanti e sentiti questi temi sull’educazione al di là di ogni credo religioso.

L’anno dopo, sollecitati dai servizi sociali del Comune e per dare una continuità al progetto educativo iniziato, sono stati proposti altri tre incontri con il dott. Alberto Pellai e con il prof. Giuseppe Milan, proponendo temi riguardanti l’età evolutiva.

L’impegno continua e sono in fase di programmazione altri due/tre incontri sul tema della comunicazione in famiglia (tra i genitori e con i figli), organizzati sempre con il Prof. Giuseppe Milan e con Gigi De Palo, presidente del Forum Nazionale delle Associazioni Famigliari.

Ci sembra di aver donato ai genitori presenti momenti di luce, di speranza e di aiuto concreto nella fatica educativa con la consapevolezza che insieme si possono condividere e superare le fatiche e le preoccupazioni, ma anche le gioie e le esperienze di vita vissuta.

Annamaria e Marco




Giovani famiglie da tutta l’Italia a Loppiano

Una ventata di freschezza ha percorso Loppiano nel weekend del 25-27 maggio scorsi.

100 coppie che sono insieme nel matrimonio o in una convivenza da 0 a 5 anni, tanti bambini (64!), ma soprattutto la voglia di prendersi un breakper la propria coppia rispetto agli affanni quotidiani e per condividere con altri, ascoltare, dialogare, riflettere e “mettersi nello zaino” qualcosa di bello e di utile per il proseguimento dell’avventura insieme.

Il titolo dell’evento “IO x TE = NOI” dice qualcosa del percorso proposto in questi tre giorni: gli esperti chiamati ad intervenire e alcune testimonianze di coppia hanno guidato tutti quanti in un viaggio dalla riflessione e consapevolezza del proprio “io” alla ricerca e costruzione di un rapporto “empatico” con il partner con testa, cuore e braccia, per scoprire il “tu” che ci sta di fronte, imparando a comunicare in modo efficace.

Nel secondo giorno si è ripreso dalla realtà del “noi” rafforzata che permette di affrontare le tante sfide di coppia, tra le quali il rapporto con le famiglie di origine, l’arrivo dei figli, la sessualità vissuta con gioia, equilibrio, delicatezza che ci porta ad essere “uno”.

Infine, la domenica partendo dal “noi” si è dato uno sguardo di apertura al mondo al di fuori della coppia prendendo qualche spunto dalle esperienza raccontate su adozione, accoglienza con il progetto “fare sistema oltre l’accoglienza”e coraggio di investire un periodo di tempo alla Scuola Loreto.

Le persone che hanno partecipato provenivano da esperienze molto diverse di coinvolgimento nel Movimento e di fede, ma anche da coppie nuove che non conoscevano nulla ma invitate da amici,  ma tutte erano accumunate dal desiderio di “mettersi in gioco” e sperimentare l’applicazione “dell’arte d’amare” come veri e propri cittadini di Loppiano.

Le impressioni che alcuni hanno inviato alla fine del week end (in allegato) aiutano a “visualizzare” meglio l’esperienza vissuta in questi giorni.

IMPRESSIONI

L’incontro è stato molto interessante e in un ambiente accogliente. Già dai primi momenti si percepiva il coinvolgimento di tutti i partecipanti. Sono stati presentati tanti spunti teorici ma anche esperienze di vita che hanno trasmesso messaggi importanti e utili. I temi riflettevano le problematiche che vivono le coppie oggigiorno. Abbiamo vissuto questi giorni come un dono per rafforzare la nostra coppia

Siamo sposati da 5 anni e abbiamo partecipato al week-end Amore in Corso e che dire? È stato qualcosa di unico! Partiti da casa con la velocità della quotidianità addosso, arrivati a Loppiano ci sembrava che tutto ci dicesse: “Ben arrivati, adesso respirate a fondo e godetevi questo tempo per voi!” e così abbiamo cercato di fare, l’orologio non era più importante, le scadenze per 3 giorni hanno potuto aspettare (nel vero senso della parola, ho pagato le bollette in ritardo), contavamo solo noi. La voglia di mettersi in gioco era tanta, ci siamo subito sentiti uno con le altre famiglie presenti è stato quasi automatico scambiarsi il patto di Amore Reciproco anche senza essersi mai visti prima. Per la coppia è stata davvero un’occasione speciale, gli argomenti trattati, le storie di vita vissuta, gli esperti, i giochi sono stati tutti dei piccoli grandi doni da portarsi nel cuore.

Sembra davvero di aver fatto un viaggio, dall’IO all’UNO,  che ci ha aiutato a ripercorre le tappe delle nostre famiglie. Il viaggio dell’andata era stato pesante…poche parole, con fatica, i bimbi che piangevano, poco pazienza e un pizzico di gelo non ci facevano comunicare…Siamo tornati in un dialogo profondissimo di anima: siamo riusciti a dirci cose importantissime senza ferirci, con amore delicato. Ci siamo ritrovati, ringraziati ed è stato una grande gioia (e i bimbi dormivano!).

Esperienze profonde e vere, approfondimenti con esperti, giochi di coppia e non solo…il tutto servito in un ambiente che coccola e accompagna la famiglia nella direzione dell’unità…il Noi che diventa Uno…la coppia che trova la felicità se tende all’unità…anche nell’intimità… Grazie di questa opportunità

 

E ci hanno lasciati con dei compiti: l’impegno nel sociale per le altre famiglie (ad esempio adozioni internazionali, ricevere in casa – per breve periodo – rifugiati adolescenti che non hanno più genitori ecc. . .). Quindi, stiamo valutando come impegnarci di più in tutto questo e come portar avanti questa esperienza, sviluppandola.




Si può fare di più

La comunità dei Focolari di Roma in aiuto di una famiglia afgana

di Aurelio Molè

15 agosto 2021: una data che non si dimentica. L’Afganistan è di nuovo nelle mani dei Talebani. L’aeroporto di Kabul diventa l’unica via di fuga dal Paese. Migliaia di civili si accalcano per partire. Una folla impressionante. Tra loro la famiglia afgana Khrosh che, tramite la mediazione della Nunziatura vaticana, può imbarcarsi alla volta di Kiev con il corpo diplomatico ucraino. Gli accordi prevedono che, una volta atterrati nel Vecchio Continente, i profughi afgani saranno distribuiti in vari Paesi europei. Ma c’è un intoppo per la famiglia Khrosh: mancano dei documenti per Mehin, 4 anni, la figlia di Zabi, un medico, e Aqela, un’ostetrica, e non può partire. Aqela è incinta all’ottavo mese, estrae alcuni indumenti per il marito che parte da solo, con una busta di plastica e pochi vestiti. «Ci rivedremo!» – è la promessa e il commiato di Aqela.

Nel febbraio del 2022 la comunità di Roma dei Focolari organizza una apericena per conoscere e far conoscere tra di loro i vari afgani presenti nella capitale. Nell’occasione incontrano Zabi e decidono di aiutarlo. Vive in un centro di accoglienza, non ha lavoro, la famiglia è scappata in Iran ed è nata una seconda figlia, Barin. Ma come fare?

Tiziano Binaghi, uno dei volontari, pronuncia uno stentato «proviamo!», anche se è forte il senso di inadeguatezza per la mancanza delle competenze necessarie. Con l’aiuto di alcune docenti della facoltà di Lingue e scienze orientali dell’università La Sapienza raccolgono fondi per coprire le spese dei visti e dei biglietti aerei per il ricongiungimento che avviene nel settembre del 2022. «Ricordo ancora – racconta Tiziano – la forte emozione di Mehin che correva sul molo di Fiumicino per guardare per la prima volta il mare che non aveva mai visto». Nel frattempo, poco prima, a giugno, era avvenuto il primo miracolo: Zabi trova lavoro, non come medico, ma per una ditta che lavora alla sterilizzazione dei ferri chirurgici per il Policlinico Umberto I di Roma. Dapprima, dopo l’insistenza di Tiziano, in prova per una settimana, poi per periodi più lunghi, ma sempre a tempo determinato.

Ora il lavoro c’è, poco e precario, ma manca una casa dove accoglierli. A Tiziano e a sua moglie Paola viene in mente la casa disabitata a Casperia (RI) dei genitori di lei, ormai in Cielo. È l’unica soluzione concreta e non funziona. Per Zabi diventa un’impresa impossibile raggiungere il lavoro. La stazione di treno più vicina è a Poggio Mirteto e, a turno, persone dei Focolari, parenti e amici, devono recarsi a Casperia e portare Zabi alla stazione. Un trasferimento a Poggio Mirteto, ospiti a casa di una loro cugina, dovrebbe ridurre il tempo di percorrenza per il lavoro, ma non di molto. Anche questa soluzione è temporanea. A Paola viene un’idea. A Roma è impossibile comprare una casa, con i loro risparmi, aggiungendo quelli di sua sorella e della sorella di Tiziano acquistano un piccolo appartamento a Monterotondo. Dal giugno 2023 la famiglia Khrosh abita lì.

Altro scoglio il permesso di soggiorno. L’ associazione “Una città non basta” lo indirizza, ma Tiziano è incerto sul da farsi quando accompagna Zabi all’Ufficio Immigrazione e non sa a che santo appellarsi. Gli viene, però, in mente il santo del giorno, san Francesco: è il 4 ottobre. «Ho pregato san Francesco – racconta Tiziano con la sua carica di simpatia – anche se ho pensato che cosa c’entra? Poi, però, mi è venuto in mente che è il patrono degli italiani. San Francesco pensaci tu, io non so che fare. Al cancello ho avuto l’impressione di un miracolo». All’ingresso incontra Simone. «Lo conosco perché i suoi genitori e quelli di sua moglie sono di Casperia e d’estate danno una mano per la festa della Madonna della Neve, ma non sapevo fosse un poliziotto. Mi è sembrato di vedere un angelo: si è messo a disposizione, ha cercato il mediatore culturale e ci ha aiutato in tutti i modi per completare l’iter della richiesta». Ad agosto del 2023 hanno ottenuto il permesso di soggiorno.

La provvidenza si manifesta in molti modi. Un giorno Tiziano passeggia, da solo, e una telefonata lo avverte che Zabi è stato assunto. Pensa sia il solito rinnovo del contratto, invece è assunto a tempo indeterminato. Non è semplice trattenere la commozione.

Da sin: Tiziano, Mehin, Zabi, Paola, Aqela e Barin

Il lavoro di accompagnamento continua e non è possibile enumerare i piccoli e grandi atti di generosità compiuti dalle persone più diverse che contribuiscono con vestiario, denaro, viveri, visite gratuite da parte di un ortopedico, un dentista, un pediatra.

«Con questa esperienza – chiosa Tiziano – ho scoperto tanti segni della provvidenza. Come se Dio mi dicesse: “Buttati, rischia!”. La mia impressione è che potremmo fare molto di più, per renderli autonomi e metterli nelle condizioni di portare il loro contributo alla società. Anche così costruiamo un pezzetto di mondo nuovo, in pace».

La speranza per il futuro è che Zabi possa avere riconosciuto in Italia il suo titolo di studio e così poter lavorare come medico, professione che esercitava già da vari anni.




«Tu mi ami?»

Una storia d’amore. Il matrimonio, la nascita di una figlia e la separazione. Eppure, anche la separazione può diventare un’esperienza di Dio. Anche attraverso una bimba di sette anni. La vicenda è narrata in prima persona dalla mamma.

Raccolta da Aurelio Molè

V. ed io ci conosciamo nel 2003 e dopo un anno e mezzo decidiamo di sposarci. Siamo due veterinari che lavorano insieme e che hanno diversi interessi ed hobby in comune. Per cinque anni non abbiamo figli e dopo una prima fase in cui accettiamo con difficoltà il fatto, il nostro rapporto comincia a cementarsi. Siamo entrambi credenti praticanti e nel tempo frequentiamo diversi percorsi cattolici di accompagnamento familiare.

Nel 2010 arriva, inaspettata una bambina, M., e il suo arrivo coincide con la perdita, per entrambi, del lavoro. Ci lanciamo, quindi, in un’avventura lavorativa nuova: aprire una nostra attività dal nulla. Lo stress è notevole. Arrivano anche due aborti spontanei, l’uno dietro l’altro. A poco a poco, quasi inconsapevolmente, qualcosa comincia a cambiare: il dialogo si affievolisce, gli interessi da comuni diventano individuali, V. sembra vivere un momento di profonda crisi, io penso sia depressione.

Tantissimi i tentativi di recuperare il rapporto chiedendo aiuto a tutti: guide spirituali, psicologi, amici. Sembro una cieca che non si rassegna a ciò che appare inevitabile. Passano ancora quattro anni. Siamo cambiati: V. è distaccato, inaccessibile, molto scontroso, spesso aggressivo. Io, di conseguenza, mi chiudo in un silenzio innaturale e allo stesso tempo in una vigile attesa dell’evoluzione degli eventi e con un’attenzione quasi maniacale cerco di scoprire particolari utili a capire.

Nel frattempo, M., benché piccolissima, con le antenne tipiche dei bimbi, mi conferma con i suoi comportamenti, ignari ed istintivi, che qualcosa di importante non va. Una profonda tristezza prende dimora dentro me. Finalmente tutto si chiarisce, e benché siano passati quattro anni durissimi, ci diamo ancora un anno per capire cosa fare tra noi. Ora tutto è venuto alla luce, tutto è chiaro e c’ è tanta consapevolezza e con essa tanto dolore. Alla fine, chiedo a V.: «Tu mi ami?». Silenzio assoluto è la sua risposta, più eloquente di tante parole.

Finalmente comprendo la realtà, comprendo che la mancanza di rispetto non può essere accettata, l’abnegazione e il desiderare a tutti i costi una realtà di coppia a dispetto della mia persona mi aveva fatto perdere di vista me stessa. Mi ero persa.

Mi ripeto una frase: «Non voglio che M. abbia la percezione di una madre triste, io non sono così». All’esterno sembriamo una coppia serena. Avrei potuto continuare a vivere così, ma il rispetto verso me stessa e il grido interiore che mi spinge a ritrovarmi mi ha condotta verso un invisibile, necessario, temporaneo orizzonte buio verso il quale non sarei mai voluta andare. E ad un certo punto la separazione diventa inevitabile.

La separazione è un’esperienza dolorosa che ti investe all’improvviso, lasciandoti frantumata e a tratti sommersa dalle macerie della tua stessa vita, fino a poco prima apparentemente piena. Uscire da questa esperienza devastante in tempi brevi e con lucidità non è semplice. Bisogna affrontare e tenere a bada tutto l’umano che ti investe e che vuole prendere il predominio. Ti senti tramortita dal dolore, fragile, debole, indifesa, in balia di eccessi di ira e rabbia, di rigurgiti di orgoglio, odio e rancore.

Eppure, tutto ciò può essere contenuto, eppure l’esperienza della separazione può diventare esperienza di Dio. Due le caratteristiche alla base di questa storia: la lentezza con cui ho vissuto questa esperienza, che mi ha dato la possibilità di discernere e il silenzio e la preghiera che hanno aperto le porte del mio cuore allo Spirito Santo, accogliendo i suoi suggerimenti.

Cinque anni fa, quando io e V. ci siamo separati, M. aveva sette anni. È sempre stata una bimba molto perspicace e matura e da subito ha saputo comunicare quanto sentiva dentro pretendendo alcune cose per lei fondamentali. Per questo all’epoca M. era per me il chiodo che mi teneva stretta alla mia croce. Con la semplicità di una bimba mi faceva domande e pretendeva risposte. Un giorno mi disse: «Mamma tu vuoi bene a papà?». Una domanda a bruciapelo che richiedeva una risposta sincera e coerente.

Prima di conoscere la mia risposta occorre fare un passo indietro nel tempo. Uno dei dolori più grandi di tutta questa storia era la sofferenza che stavamo arrecando a nostra figlia. M. è stata tanto desiderata, per cinque anni non sono arrivati figli e vari medici specialisti ci avevano detto che non ne avremmo mai potuto avere a causa della nostra infertilità. E invece, poi inaspettatamente è nata. La maternità è stata un’esperienza di un amore grande.

Per quell’esserino provavo un trasporto mai avvertito che stranamente mi apriva all’ umanità intera perché apriva una finestra di amore su ogni uomo e donna del pianeta. E ora come potevo essere così egoista da non pensare a M. in questo momento? Proprio io che l’avevo tanto voluta. Il mio umano ferito, quel dolore lancinante, era capace di generare sentimenti come rabbia, rancore, odio. Così forti, intensi, fino a prendere possesso di me e annebbiarmi.

Per contrastarli serviva una forza più grande.

Confido ad una compagna del Movimento dei Focolari che frequento che ho bisogno di liberare il mio cuore da tutti i sentimenti negativi per far spazio solo all’amore. Ma dove cercare un’esperienza di amore concreto? Dove nutrirmi e mettere nel cuore un amore così grande? Avevo bisogno di una motivazione significativa.

La spinta al cambiamento era mia figlia. Prima l’avevo desiderata, poi concepita fino al miracolo della nascita. Il suo primo sguardo, quando ha puntato i suoi occhi neri nei miei, ha generato dentro di me un amore più grande, mai provato. Era il sentiero che mi avrebbe guidato verso mete inaspettate. Come risponderle?

Ezio Aceti, uno psicologo che avevo contattato, mi ripeteva spesso di dire sempre la verità a mia figlia, una verità alla sua portata. La guardo, allora, dritto nei suoi occhi neri come fa sempre lei per essere certa della mia sincerità, e le dico: «Io vorrò sempre il bene di papà, come papà vuole il bene di mamma e entrambi vogliamo il tuo bene».

Senza accorgermene con questa risposta avevo segnato il mio itinerario di vita. Passare “dal voler bene” a “volere il bene”. M., giorno dopo giorno, mi ha spinto a vedere V. con occhi diversi, con i suoi occhi, con gli occhi innocenti e semplici di una bimba. Da chiodo che aggancia la mia carne alla mia croce M., a poco a poco, è diventata un punto d’incrocio dello sguardo di Dio. Innestandomi nell’ amore per M. ho cominciato a vedere V. come un figlio di Dio.

Credo che io e M. siamo il frutto reciproco di quanto lo Spirito Santo ha voluto operare per mezzo di noi sussurrandoci all’orecchio del nostro cuore, come un Cyrano divino, parole e pensieri che ci hanno condotte a vivere in pienezza l’esperienza dura e dolorosa della separazione facendo finalmente uscire da quelle che io definisco le nostre stimmate, la luce della resurrezione dalla separazione. Ritrovando il senso mai perduto, attraverso una grazia capace di parlare ancora, siamo state l’una la vita per l’altra. Senza M. non avrei aperto il mio cuore alla creatività dello Spirito Santo e non avrei potuto fare questo tipo di esperienza.

Io e V. continuiamo a lavorare insieme ciascuno consapevole della propria storia, ciascuno capace di perdonare l’altro, ciascuno finalmente in grado di vedere ed accogliere l’altro. Un giorno se Dio vorrà troverò il modo per raccontare questa esperienza a mia figlia e la ringrazierò per l’opportunità che mi ha dato, una bimba di sette anni, con poche certezze e poca consapevolezza di quanto stava accadendo, mi ha insegnato ad amare me stessa e gli altri.

Un cammino lungo, faticoso, tortuoso dove hanno avuto un ruolo fondamentale uno psicoterapeuta che mi ha “ricomposta”, (ha rimesso insieme i pezzi), e ricondotta a me; l’accompagnamento di una amica dei Focolari con il silenzio, la tenerezza, la delicatezza e l’accoglienza e la guida spirituale di un sacerdote che mi ha permesso di credere che il sacramento del matrimonio continua a vivere, che la grazia non è finita e anche se, con la separazione, restiamo una famiglia.




Famiglia sorgente di speranza

Incontro di Impegnati di Famiglie Nuove
Castel Gandolfo – 25-27 gennaio 2019

Eravamo oltre 800 “impegnati” in prima persona a concretizzare nella famiglia l’Ideale dell’Unità che anima il Movimento dei Focolari.

Una sala variopinta, festosa, palpitante, che ha saputo raccogliere – come in una famiglia allargata –  persone che vivono tappe diverse per età e situazioni, ma accomunate dalla passione per l’impegno a vivere il vangelo attraverso la spiritualità di Chiara nella propria realtà famigliare ed essere così “sorgente di speranza” per chi ci vive accanto.

Il programma ha visto alternarsi spunti di riflessione spirituale, momenti di formazione sulla vita di famiglia e le sue tappe, sulle possibili modalità di fare rete con altre famiglie e – soprattutto  – tante esperienze che hanno testimoniato la gioia, la radicalità e i frutti di un impegno luminoso, tenace e condiviso in ogni ambito, dal famigliare al sociale ed ecclesiale.

E’ stato anzitutto proposto il tema che tutto il Movimento dei Focolari approfondisce quest’anno e proposto dalla sua presidente Maria Voce (Emmaus) dal titolo: “Lo Spirito Santo anima della Chiesa e del mondo”. Dall’ascolto di questo discorso sono emersi molti spunti per non fermarsi solo ad una riflessione interiore, ma per trasformare tutto in vita  attraverso una condivisione spontanea tra i partecipanti, esperienze e alcune indicazioni specifiche per la concretizzazione nella dinamiche di famiglia.

Maria e Gianni Salerno, attuali responsabili di Famiglie Nuove a livello internazionale, hanno proposto un contributo specifico sul profilo di chi si impegna radicalmente a vivere la spiritualità di Chiara Lubich al servizio della famiglia, facendo risuonare in molti tra i presenti quella “chiamata” a cui ciascuno ha aderito per essere testimone del Vangelo con il proprio coniuge, i figli o in situazioni di sofferenza per una vedovanza o una separazione.

Per sostenere nel tempo questa scelta radicale di servizio alla famiglia occorre – tra le altre cose – saper fare rete con altri che condividono questo cammino e tendere ad una formazione continua per essere “adeguatamente preparati” ad affrontare le sfide poste oggi alla famiglia. Per questo sono stati molto apprezzati gli interventi sul tema “Formare una rete tra le famiglie e i Paesi” e la riflessione del direttore dell’Editrice Città Nuova, su “Una cultura per la famiglia”.

Tra tutti i partecipanti è emersa una netta consapevolezza delle difficoltà quotidiane per far crescere la propria famiglia nell’armonia, nella sensibilità ai bisogni degli altri, nella fiducia reciproca.  Questo aspetto è stato approfondito e contestualizzato con delicatezza e  con uno sguardo professionale dai coniugi Ventriglia con il loro intervento su “Le tappe della vita di coppia alla luce dell’Ideale” che ha offerto un aiuto nell’inserire alcuni momenti salienti del percorso personale e di coppia in un percorso evolutivo “naturale” fisico e psicologico, facendo attenzione a riconoscere in tempo le “spie rosse” che indicano la necessità di un momento di verifica nella coppia e di un supplemento di amore.

Tutte le esperienze offerte dal palco avevano questo denominatore comune e al tempo stesso testimoniavano la speranza per il futuro sostenuta dalla fiducia in Dio, dall’amore scambievole e dal quotidiano “saper ricominciare”.

Pienamente inserito in questa linea è stato l’intervento di Gigi e Anna Chiara De Palo (lui attuale presidente del Forum Nazionale delle Associazioni Famigliari)  che hanno saputo offrire, in modo spumeggiante, gioioso e al tempo stesso molto profondo,  una testimonianza al di fuori del cliché focolarino su come si può tradurre in vita la ricchezza dell’Amoris Laetitia.

Infine, nel contesto della vita di famiglia non potevano mancare spunti concreti per realizzare anche con i fatti una comunione autentica tra famiglie oltre i nostri confini e a sostegno dei più deboli. Particolarmente toccante è stato il collegamento video con il Medio Oriente attraverso un rapido saluto con la comunità focolarina di Amman in Giordania e con la condivisone di alcuni flash di vita delle famiglie dell’Iraq e della Siria, rifugiate ora in Libano e coinvolte nel progetto sostenuto da Famiglie Nuove dell’Italia di “Amicizia con il Medio Oriente”.

Ha lasciato il segno anche la presentazione della realtà di Azione Famiglie Nuove, la ONLUS a servizio dell’ideale di Famiglie Nuove per concretizzare progetti di condivisone con famiglie, orfani, bambini  e ragazzi in condizioni disagiate attraverso il sostegno a distanza, le adozioni internazionali e progetti mirati per essere sorgente di speranza in luoghi solo apparentemente lontani dalla nostra Italia.

La conclusione del convegno ha richiamato in realtà un rilancio di vita e di impegno dei partecipanti nel rinnovare le relazioni tra i coniugi, con i figli e i parenti, nelle comunità, con le altre famiglie che vivono intorno a noi nella condivisione della bellissima prospettiva proposta da don Primo Mazzolari:

Ci impegnamo

 “Ci impegniamo noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri,

né chi sta in alto né chi sta in basso, né chi crede né chi non crede;

ci impegniamo senza pretendere che altri si impegnino con noi o per proprio conto, come noi o in altro modo;

ci impegniamo senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna,

senza disimpegnarci perché altri non si impegnano. Ci impegniamo perché non possiamo non impegnarci'”.

(don Primo Mazzolari  – estratto da “Impegno con Cristo” – EDB, ediz. 2007)

MATERIALE

Video documentario AFN Onlus

Vaccher – Cattani_Una rete di famiglie

Slides – Una rete di famiglie

Presentazione AFN

Intervento di Gigi e Annachiara De Palo

Luca Gentile – La cultura per la famiglia e Città Nuova

Daniele Ricci – Come brezza – La Rosa Mistica




Creati in dono

“Creati in dono” è il titolo della giornata di festa, riflessione su Creato e solidarietà che si è svolta domenica 18 settembre presso il centro Mariapoli “Raggio Luce” di Bra.

Questo appuntamento, promosso e organizzato dal Movimento dei Focolari, si è posto in continuità con la Mariapoli – un’esperienza comunitaria che propone uno stile di vita basato sulla fraternità e la reciprocità, svoltasi a Bardonecchia nel mese di luglio – e rappresenta l’ “inizio anno” degli eventi e delle attività proposte per il Piemonte e la Valle d’Aosta.

Settecento persone di cui oltre duecento bambini e ragazzi hanno letteralmente invaso per un giorno le strutture e il parco di questo centro focolarino situato sulla collina braidese.

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Il programma del mattino prevedeva un intervento a più voci sul tema del Creato e del contributo che ciascuno può dare per prendersene cura. I relatori principali sono stati don Flavio Luciano, responsabile della Pastorale Sociale e del lavoro del Piemonte, e Andrea Ponta, ingegnere nucleare ed esperto su tematiche energetiche e ambientali. La fonte ispiratrice è stata ovviamente l’enciclica del Papa “Laudato Sì”, di cui sono stati evidenziati alcuni punti secondo l’esperienza e la passione non solo dei relatori, ma anche di alcuni testimoni: un consulente finanziario e socio dell’AIPEC – Associazione Imprenditori per un’Economia di Comunione, una famiglia di un Gruppo di Acquisto Solidale, il ricordo di Martina, che ha lasciato il segno profondo di un amore vissuto fino all’ultimo anche nella malattia e che ancora si diffonde.

Nel pomeriggio si sono potuti visitare diversi stand e mostre che riprendevano i temi sul Creato, il nostro rapporto con esso e sugli stili di vita orientati alla sobrietà, mentre nel cortile e nel parco erano disponibili giochi per tutte le età, terminati con una merenda davvero speciale grazie al contributo delle torte condivise da molti dei partecipanti.

bra3Per mettere in pratica nel concreto la solidarietà, in sintonia con l’iniziativa promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, nel corso di tutta la giornata erano a disposizione due teche per i contributi per la popolazione colpita dal terremoto in centro Italia. Grazie a questa proposta, insieme a quanto raccolto durante la colletta nella messa alla fine del programma, si è raggiunta la cifra di 2.758 Euro che saranno inviati in parte alle associazioni Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione Famiglie Nuove Onlus (AFN) per i progetti del post-terremoto e in parte alla Caritas Nazionale.

Anche le condizioni meteorologiche hanno contribuito al successo di questo evento: contrariamente alle previsioni di maltempo si è potuto godere di un bel sole, soprattutto nel pomeriggio, che ha consentito a tutti di usufruire degli spazi all’aperto e di vivere nella semplicità la “nuova” opera di misericordia proposta da Papa Francesco sulla contemplazione del Creato, dalla natura alle persone che ci stanno accanto. Un’impressione per tutte lasciata da un partecipante: “Sono tornato a casa contento per quanto vissuto e per aver visto la felicità negli altri… Grazie per quanto ognuno ha donato ed offerto”.

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Tra i prossimi appuntamenti è stato posto in evidenza: dal 30 settembre al 2 ottobre a Loppiano (FI) per LoppianoLab, un variegato mosaico di eventi, forum, laboratori sotto il titolo “POWERTÀ. La povertà delle ricchezze e la ricchezza delle povertà”.




Contagiamoci con le buone pratiche di fraternità

La redazione del nostro sito ha pensato di attivarsi per far circolare delle buone pratiche di fraternità che molti dei nostri lettori vivono quotidianamente in questi giorni di emergenza e di quarantena.

Nel ribadire l’importanza di seguire con responsabilità le indicazioni del Governo italiano in merito all’emergenza del Cod-19 ci auguriamo tutti che, proprio attraverso i nostri gesti responsabili, finisca quanto prima questa dura prova per tutta la comunità. La tentazione però che può prendere tutti è quella di costruirci, proprio per difesa, una sorta di rifugio che ci allontana sempre più dagli altri. Ma da tante persone arrivano piccoli gesti di pura fraternità, gesti disinteressati e che ci spingono oltre i confini che ciascuno di noi sta innalzando e questo sta svelando un volto del nostro Paese che forse non conosciamo o non abbiamo apprezzato molto.

Pensiamo ad un gruppo giovani dei Castelli romani che si sono messi a disposizione per fare la spesa per quanti non hanno la possibilità di recarsi presso gli esercizi commerciali; oppure a tanti che con abnegazione continuano a lavorare presso le strutture ospedaliere o gli istituti penitenziari. Proprio in questi giorni sono scoppiate delle rivolte e in un istituto di pena, Adriana, vicedirettrice, ci chiede di pregare e pensarla perché riesca ad avere il coraggio dell’amore per andare avanti.

Giulia Chiara Guarracino, una giovane di Ischia, ha scritto:

Imparate a capire che questa è una lotta contro il nostro egoismo e non contro un virus.
Questa è un’occasione per trasformare un’emergenza in una gara di solidarietà.
Cambiamo il modo di vedere e di pensare.
Non sono più “io ho paura del contagio” oppure “io me ne frego del contagio”, ma sono IO che preservo l’ALTRO.
Io mi preoccupo per te.
Io mi tengo a distanza per te.
Io mi lavo le mani per te.
Io rinuncio a quel viaggio per te.
Io non vado al concerto per te.
Io non vado al centro commerciale per te. Per te.
Per te che per colpa del mio menefreghismo e della mia indifferenza sei dentro una sala di terapia intensiva.
Per te che sei anziano e fragile, ma la cui vita ha valore tanto quanto la mia.
Per te che stai lottando con un cancro e non puoi lottare anche con questo. 

Vi prego, alziamo lo sguardo.
Non siete più forti o più bravi se mettete foto che vi abbracciate con scritto “Io sono più forte del coronavirus!”.
Io spero che in #ItaliaNonSiFerma la solidarietà.
Tutto il resto non ha importanza”.

Tante situazioni, tante difficoltà ma anche tante occasioni per provare ai fratelli e a Dio la nostra testimonianza ed estrema fiducia in questo percorso che stiamo tutti vivendo.

Aspettiamo quindi le vostre esperienze che faremo circolare attraverso questo sito, testimonianze, anche piccole, piccolissime ma che sono una goccia che può ridare a ciascuno la speranza, la libertà e il coraggio di amare e di vivere da figli di Dio. Scriveteci a: movimentofocolari.italia@focolare.org 

VEDI TUTTE LE ESPERIENZE PUBBLICATE SUL NOSTRO SITO




Formato famiglia a Loppiano: “Un fantastico weekend”!

Il weekend era molto atteso, l’argomento interessante e molto coinvolgente, il relatore conosciuto e molto stimato per la sua competenza. E’ cosi che 47 famiglie (139 persone, di cui 46 bambini) si sono ritrovate a Loppiano dal 23 al 24 marzo 2024 con il dott. Ezio Aceti, psicologo dell’età evolutiva, per affrontare il tema dell’educazione 0-12 anni e preadolescenza.

Le famiglie provenivamo da varie città di Italia, e tra queste un nutrito numero di giovani Famiglie Nuove di Torino che ha invitato altre famiglie amiche. Un breve saluto iniziale ed il lancio del dado dell’amore hanno aperto i “lavori” e invitato i presenti a porsi in atteggiamento di “amare tutti”, invito ripreso da Ezio Aceti quale garanzia perché quei due giorni fossero un tempo sereno e proficuo per tutti, e questa proposta ha creato da subito un clima di ascolto reciproco profondo.

Il sabato ci si è concentrati sull’ “Educare in un mondo che cambia” e sull’educazione nella fascia 0-12 anni; con una relazione di Ezio Aceti, confronto in gruppi, e poi un ricco dialogo in plenaria. La domenica mattina Ezio Aceti ha trattato un altro tema “caldo” per i presenti: “Adolescenti oggi: fragilità e risorse” e poi tante domande e riflessioni insieme sull’essere genitori oggi di un adolescente. Ezio Aceti si è dato disponibile anche per colloqui personali che hanno sottolineato il “sentirsi in famiglia”, dato a tanti la possibilità di confrontarsi sullo specifico della loro esperienza e ricevere preziosi consigli personalizzati.

Anche bambini e ragazzi hanno seguito attività specifiche per loro: i ragazzi oltre i 6 anni sabato hanno trascorso il pomeriggio con Gabriel, ballerino e attore, che attraverso alcuni esercizi corporei ha fatto prendere ai ragazzi consapevolezza degli spazi  intorno a sé, oppure abbinare una musica a un animale: un vero divertimento è stato immaginarsi pesci che nuotano nelle profondità del mare attraversando un lungo tubo di stoffa.

Anche la domenica mattina per i ragazzi è stata ricca di spunti e scoperte: hanno fatto un percorso naturalistico-sensoriale nella natura di Loppiano accompagnati da un guida professionista, e scoperto  rumori, odori, vita del bosco, della campagna e percezione di sé a contatto con la natura. Tutti entusiasti! I più piccoli (0-5 anni) hanno svolto attività varie di gioco a seconda dell’età in modo da regalare ai genitori uno spazio tutto per loro, in tranquillità. Il sabato sera è stata offerta a tutti la possibilità di partecipare allo spettacolo organizzato per la Cittadella dagli artisti dell’AIR (Artisti in Rete) con un piacevole viaggio tra canzoni, danze e interpretazioni.

Il prossimo week end Formato Famiglia sarà il 20-21 aprile prossimi e il tema sarà: “Aspetti della disabilità in famiglia: figli, anziani… nuove prospettive”.

Il team Formato famiglia di marzo:

Enrico, Daniela, Ezio, Vanilla, Claudio, Federica, Gianni, Vanna, Paolo, Barbara, Santina e Pier Luigi

 




Musica e Sostegno a Distanza

Giulia Pagliaricci, giovane musicista, ci racconta della sua passione per  il pianoforte e… per la solidarietà.

 Giulia, di cosa ti occupi?

Ho 26 anni e mi sono laureata in pianoforte jazz al conservatorio. Ho concluso gli studi a febbraio poco prima della quarantena. Lavoro nell’ambito musicale, insegno pianoforte sia privatamente che nelle scuole di musica e sono attiva anche nella ‘live music’, anche se adesso l’attività è rallentata a causa del Coronavirus.

Nell’ultimo anno le mie entrate economiche si sono andate a stabilizzare e mi sono trovata ad essere un pochino più indipendente per fortuna e potermi finanziare varie necessità, come un telefono nuovo, un computer per lavorare e via dicendo. Ero quindi molto contenta perché nella musica non è semplice arrivare ad avere (per quanto piccola)  una stabilità economica.

Tuttavia alla fine mi sono resa conto che le cose materiali non fanno la felicità.

Mi sentivo molto grata nei confronti della vita e di Dio per essere riuscita con la mia passione – la musica- a costruirmi da sola  la mia vita ed ho sentito che era giusto non tenermi per me la mia fortuna.

Come è nata l’idea del Sostegno a Distanza?

Il Sostegno a distanza mi sembrava un modo molto concreto di poter condividere con gli altri. Tramite un amico ho saputo che AFN è impegnata in questo progetto. Ho deciso di cominciare ed ho chiesto  di sostenere a distanza una bambina. Ho pensato che poiché purtroppo non si è ancora arrivati a una  parità di genere, per una femminuccia potersi avviare allo studio e farsi una cultura le renderà la vita più facile, visto che in alcune parti del mondo l’essere donna ti fa partire svantaggiata.

Andando sul sito di AFN ho letto che l’Associazione è attiva praticamente in tutto il mondo: I Paesi in cui si può dare una mano sono veramente tanti. Ho scelto l’India poiché è un paese  molto povero, in grande difficoltà.

Come è andata l’inizio di questa esperienza?

Ho fatto l’adozione pochi giorni dopo la mia laurea, in febbraio. Due settimane dopo mi è arrivata per posta la foto e la descrizione del profilo di questa bimba. Si chiama Aleena e ha 9 anni. La gioia è stata tanta. Vedere che con un piccolo gesto, perché alla fine si è trattato veramente  di poco,  sono riuscita a dare un aiuto concreto. E l’esperienza è stata bella e continua ad essere molto bella.

Quello che mi piacerebbe poter dire è che nel momento in cui lo si desidera,   con poco si riesce a fare tanto. Ciò è possibile anche per i giovani come me, nel momento in cui hanno una piccola entrata economica: è qualcosa che si può fare, si può sostenere, basta volerlo.

Grazie per avermi dato l’occasione di poter  dare una mano!

 




Formato Famiglia: parola d’ordine “condividere”

Dal 16 luglio al 6 agosto scorso, il progetto “Formato Famiglia”, proposto a Loppiano dal Movimento Famiglie Nuove, ha accolto circa 35 famiglie provenienti da varie parti di Italia, Spagna, Francia, Belgio, Messico, Costa Rica e Cina. Tre settimane all’insegna della condivisione.

La promessa era quella di una pausa di riposo e riflessione nella cittadella internazionale dei Focolari, vicino Firenze, immersi nell’armoniosa bellezza della campagna toscana. Un programma poco strutturato, come si addice ad ogni vera vacanza, con tanto spazio alla scoperta di Loppiano, dei suoi abitanti, e molteplici occasioni di condivisione con le altre famiglie ospiti e ospitate: durante i momenti di formazione, le passeggiate, le cene, le visite guidate al Santuario o ai laboratori d’arte.

Questa la versione estiva di Formato Famiglia, l’appuntamento che in autunno, inverno e primavera, con programmi di approfondimento su tematiche familiari d’attualità, ha attirato, ogni ultimo weekend del mese, tante famiglie nella cittadella.

«Abbiamo voluto caratterizzare l’offerta estiva con ritmi più distesi – racconta Barbara Rovea del Movimento Famiglie Nuove, animatore dell’esperienza – senza grandi programmi quotidiani ma con tanto spazio al semplice fare vacanza assieme. Con la possibilità di dialogare, confrontarsi, scambiarsi le esperienze, condividere le proprie vite, le difficoltà».

Un’esperienza aperta a tutti: coppie, famiglie con figli, nonni, nipoti, giovani e fidanzati. Una formula semplice che ha incontrato il gradimento di 35 famiglie di varie provenienze italiane e europee ma anche di altri Paesi: come Messico, Costa Rica e Cina. Otto le famiglie che si sono alternate nel team di servizio.

«Il primo scopo di Formato Famigliaprecisano Santina e Pierluigi, referenti del progettoè l’accoglienza. Le famiglie oggi sono abbastanza sole, durante l’anno. Rare sono le reti di sostegno reciproco. Non sempre si hanno luoghi dove potersi aprire o condividere, per esempio, i problemi legati all’educazione dei figli o al rapporto di coppia. Con questa esperienza noi ci rivolgiamo proprio a tutti, non serve far parte del Movimento dei Focolari o avere un riferimento religioso cristiano per partecipare. Formato Famiglia vuole essere questo spazio aperto, che dà l’opportunità di condividere, in un clima di fiducia reciproca».

Com’è andata?

Marco ed Elisa sono arrivati a Loppiano senza conoscere nessuno: «Grazie a tutte le persone che ci hanno accolto e accompagnato – scrivono alla fine della loro esperienza – sono state una presenza calorosa ma mai invadente. Importanti punti di riferimento».

Dalla Spagna, sono arrivati in 19, partecipando al viaggio artistico-spirituale in Toscana organizzato dal Movimento Famiglie Nuove locale. Erano di diverse zone del Paese, con età, situazioni e convinzioni diverse. «Le famiglie che hanno vissuto quest’anno l’esperienza della Scuola Loreto e quelle del team di Formato Famiglia hanno preparato ogni visita ai diversi luoghi della cittadella con un amore squisito, assieme all’aperitivo, al caffè, alla grigliata… Soprattutto, le due mattine in cui ci hanno raccontato le loro esperienze di vita. L’autenticità della vita vissuta e la dedizione convertono e trasformano!». Da questo gruppo di famiglie spagnole arriva anche un grande incoraggiamento: «Questa iniziativa di Formato Famiglia ha un futuro pieno di speranza. Le famiglie hanno bisogno di spazi sani, profondi, accoglienti, di testimonianze che costruiscono e aiutano».

Allora, appuntamento ad ottobre, per la nuova stagione del consueto Formato Famiglia in formato weekend, che promette uno sguardo prioritario alle giovani copie di fidanzati, famiglie e single.

Tamara Pastorelli

Fonte sito www.loppiano.it 




“Buone Pratiche” di formazione dei laici nella Chiesa italiana

*Dalla Relazione a cura di Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca e Presidente della Commissione episcopale per il laicato;  Prof.ssa Paola dal Toso, Segretaria della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali (Seminario di Studi che si è è tenuto nel Settembre del 2018 presso il Dicastero Laici, Famiglia, Vita ed a cui hanno partecipato i Presidenti delle Commissioni Episcopali per il Laicato di tutto il mondo ed anche alcuni Laici laddove ci sono Consulte o Uffici Pastorali per il Laicato. Per l’Italia ha partecipato Mons. Angiuli e Paola dal Toso Segretaria CNAL).

In sintonia con i pronunciamenti della Chiesa universale (1), i documenti della Chiesa italiana [2] sottolineano che la formazione dei fedeli laici ha come obiettivo fondamentale la scoperta sempre più chiara della propria vocazione e la disponibilità sempre più grande a viverla nel compimento della propria missione. La formazione dovrà caratterizzarsi in senso personale, integrale e permanente. Nello scoprire e nel vivere la propria vocazione e missione, i fedeli laici devono essere formati a quell’unità di cui è segnato il loro stesso essere di membri della Chiesa e di cittadini della società umana.

Entro questa sintesi di vita si situano i molteplici e coordinati aspetti della formazione integrale dei fedeli laici; spirituale, dottrinale, pastorale. Non c’è dubbio che la formazione spirituale debba occupare un posto privilegiato nella vita di ciascuno. Sempre più urgente si rivela oggi la formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di «rendere ragione della speranza» che è in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi problemi.

Nel contesto della formazione integrale e unitaria dei fedeli laici, è particolarmente significativa per la loro azione missionaria e apostolica la personale crescita nei valori umani. Ai fini d’una pastorale veramente incisiva ed efficace è da svilupparsi, anche mettendo in atto opportuni corsi o scuole apposite, la formazione dei formatori. Formare coloro che, a loro volta, dovranno essere impegnati nella formazione dei fedeli laici costituisce un’esigenza primaria per assicurare la formazione generale e capillare di tutti i fedeli laici.

Nell’opera formativa alcune convinzioni si rivelano particolarmente necessarie e feconde. La convinzione, anzitutto, che non si dà formazione vera ed efficace se ciascuno non si assume e non sviluppa da se stesso la responsabilità della formazione: questa, infatti, si configura essenzialmente come «auto-formazione». La convinzione, inoltre, che ognuno è il termine e insieme il principio della formazione. Più si è formati, più si sente l’esigenza di proseguire e approfondire la formazione e più ci si rende capaci di formare gli altri.

Non è stato semplice raccogliere e sintetizzare tutte le iniziative messe in atto da parte della Chiesa presente in Italia per la formazione dei laici, le svariate iniziative promosse dalle realtà locali sia a livello parrocchiale sia dalle aggregazioni laicali. Questo contributo cerca di individuare e illustrare le “buone pratiche”, le iniziative e i progetti promossi ed organizzati inerenti alla promozione e formazione continua dei fedeli laici. Non avanza alcuna pretesa di esaustività e di completezza soprattutto in riferimento alle 68 aggregazioni laicali riconosciute dalla Chiesa Italiana, che per lo più organizzano momenti e percorsi formativi per i propri associati, talora anche aperti ad altri partecipanti, ma in generale non sono fatti conoscere. Pertanto, l’attività formativa diffusa su tutto il territorio nazionale, è senz’altro molto più ampia di quella sintetizzata.

Facendo seguito alla richiesta di codesto Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, diamo conto delle “buone pratiche” messe in atto dalla Chiesa italiana in questi anni postconciliari suddividendole in tre gruppi: a)“Buone Pratiche” degli Uffici nazionali della Conferenza episcopale italiana; b)“Buone Pratiche” delle Diocesi; c)“Buone Pratiche” delle Aggregazioni laicali.

[1]Cfr. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, Esortazione apostolica post-sinodale, 30 dicembre 1988.
[2]Cfr. Commissione episcopale per l’apostolato dei laici, Criteri di ecclesialità dei gruppi, movimenti  associazioni, Nota pastorale 1981; Commissione Episcopale per la Cooperazione tra le Chiese I laici nella missione ad gentes e nella cooperazione tra i popoli, Nota Pastorale 1990; Commissione episcopale per il laicato, Le aggregazioni laicali nella Chiesa, Nota pastorale 1993; Commissione episcopale per il laicato, Fare di Cristo il cuore del mondo, Nota pastorale 2005.

. . . . 

III. Movimento dei Focolari

Il Movimento Focolari di Italia pone particolare attenzione a “formare i formatori” a vari livelli e in vari ambiti, essenziale per rispondere ai bisogni di formazione umana, cristiana e spirituale dei membri del Movimento e delle persone con cui è condiviso il cammino nelle varie comunità cristiane locali e nei vari territori. Questo avviene puntando a formare laici che poi a loro volta si attivino nel locale per riproporre percorsi specifici di iniziazione cristiana, di formazione permanente, di dialogo inteso nel senso più ampio, teso cioè alla condivisione fattiva dei valori cristiani e umani più profondi per il raggiungimento del bene comune nei vari settori dell’agire umano.

Centro Evangelii Gaudium (CEG), inaugurato l’11 novembre 2016 e sorto dalla sinergia con l’Istituto Universitario Sophia e con le espressioni di impegno ecclesiale del Movimento dei Focolari, ancorato allo stile sinodale che la Chiesa oggi è chiamata a fare proprio, nel solco tracciato dal magistero del Concilio Vaticano II, intende dare slancio e contenuto alla conversione pastorale cui Papa Francesco con decisione richiama. Si propone come laboratorio permanente di formazione, studio e ricerca nell’ambito dell’ecclesiologia, della teologia pastorale e della missione, della teologia spirituale e della teologia dei carismi nella vita di una Chiesa chiamata allo slancio missionario. Alla luce degli impulsi spirituali provenienti dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, e delle esperienze suscitati dal carisma dell’unità, si propone come luogo del pensare in dialogo e in presa diretta con le sfide pastorali a servizio di una Chiesa in uscita.

Corso per Operatori Pastorali (residenziale di 7 giorni + altri 3 giorni in autunno), rivolto ad operatori pastorali (sacerdoti e laici) operanti nelle Diocesi/Parrocchie italiane.

Anche per le famiglie l’obiettivo primario è quello della formazione specifica di coppie e famiglie che siano a loro volta attivatrici e formatrici nei vari ambiti legati alla vita e della spiritualità familiare. Il Movimento Famiglie Nuove promuove da decenni corsi di formazione per fidanzati, giovani coppie, coppie più mature, corsi di formazione alla genitorialità, corsi per l’affido e l’adozione, avvalendosi di Comitati scientifici, di uno staff qualificato e di materiali di formazione articolati e vari. A Loppiano ha sede la Scuola di formazione permanente Loreto, dove si alternano famiglie di varie nazionalità; è riconosciuta dal Pontificio Consiglio e da varie convenzioni a carattere regionale e nazionali. Recentemente si è data particolare attenzione all’approfondimento delle questioni morali ed etiche della spiritualità familiare, così come agli approfondimenti legati all’esortazione apostolica Amoris Laetitia.

Percorsi di Luce è un corso specifico per coppie in difficoltà e/o separate con l’intervento di sacerdoti ed esperti di varie discipline, di coppie mature e preparate.

Percorsi di formazione ad ampio spettro prevedono seminari, corsi residenziali, incontri formativi tematici, studi universitari, pubblicazioni varie, per i laici impegnati nei diversi ambiti disciplinari e professionali, e che vanno dal dialogo e approfondimento a livello accademico, all’impegno degli operatori di svariati settori dell’agire umano e sociale. L’obiettivo comune consiste nel cercare di illuminare le scienze e l’agire con i valori cristiani, nello stile del dialogo aperto ai contributi e alle collaborazioni con persone di differenti culture, ma desiderose di lavorare e agire per i valori fondamentali dell’umanità. Tra questi, ad esempio: Medicina Dialogo e Comunione (promuove formazione per accademici ed operatori del mondo della salute), EDU – Educazione e Unità (raccoglie un gruppo internazionale di studiosi e operatori del mondo dell’educazione. In Italia la rete degli educatori ha posto quest’anno il suo focus sull’Educazione alla Pace ed è stato varato un progetto per la formazione continua per gli insegnanti di ogni ordine e grado “We Care Education” in collaborazione con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica) e l’Istituto Universitario Sophia), EcoOne (rete internazionale di operatori in campo ambientale e naturalistico. Sono promosse scuole di formazione per insegnanti, bambini e ragazzi, per l’approfondimento delle tematiche legate alla Laudato Si’), Sportmeet (rete mondiale di sportivi e operatori dello sport), NetOne (rete internazionale di accademici e operatori del mondo dei media e della comunicazione, che opera da anni per la formazione di quanti insegnano o lavorano a vario titolo in questo vasto settore). Percorsi formativi simili sono da anni avviati e portati avanti anche nel mondo del Diritto, dell’Arte, dell’Architettura, della Sociologia.

Il Movimento Politico per l’Unità (MPPU) è un laboratorio internazionale di lavoro politico comune, tra politici eletti ai vari livelli istituzionali o militanti in partiti diversi, diplomatici, funzionari pubblici, studiosi di scienze politiche, cittadini attivi, giovani che si interessano alla vita politica della propria città ed alle grandi questioni mondiali, e a quanti desiderano esercitare il proprio diritto-dovere di contribuire al bene comune. In Italia ha sedi in quasi tutte le regioni e promuove scuole di partecipazione politica per giovani in varie città italiane, anche in collaborazione con le comunità cristiane locali o altri enti e associazioni.

Il Progetto di Economia di Comunione promuove corsi di formazione specifici per imprenditori, per giovani imprenditori, Scuole di Economia Civile (SEC), percorsi di riflessione culturale (tesi di laurea, articoli, monografie, convegni accademici, convegni per operatori dell’ambito economico) per accompagnare l’esperienza concreta e la dimensione vitale, dando luogo ad una reciprocità tra teoria e prassi che costituisce uno degli aspetti più tipici dell’Economia di Comunione.

Una sottolineatura particolare è quella che riguarda i percorsi messi in atto per la formazione degli educatori/formatori che si occupano delle nuove generazioni.

Edu x Edu è un progetto di formazione continua: in collaborazione con la Congregazione per le Scuole cattoliche, la LUMSA e l’Istituto Universitario Sophia, il contributo di esperti e di un comitato scientifico internazionale composto da pedagogisti, educatori, psicologi, sociologi, esperti di vari ambiti, con corsi residenziali, congressi internazionali, collegamento tramite una piattaforma per l’e-learning, approfondimenti, aggiornamenti e scambio di buone prassi, si propone di formare educatori, catechisti, formatori, animatori, genitori che si prendono cura della crescita integrale umana e cristiana di bambini, ragazzi, adolescenti, giovani, sia che essa avvenga nelle parrocchie e diocesi, sia in ambiti formativi propri del Movimento dei Focolari.

Up2me è un progetto formativo di educazione all’affettività per pre-adolescenti e adolescenti. Si affiancano corsi e scuole di formazione specifiche per genitori e per animatoriche sostengono le attività formative e gli approfondimenti con i più giovani. Con l’apporto di esperti di varie discipline, si sono strutturati format di grande coinvolgimento e spessore umano/cristiano. Sono stati prodotti materiali di vario formato che si stanno rivelando molto efficaci. Da qualche mese è allo studio un percorso di educazione all’affettività anche per bambini, con percorsi paralleli per genitori ed educatori di questa fascia di età.

La Commissione centrale per la Tutela dei minori sostiene la nascita di Commissioni simili a livello nazionale e regionale per la formazione dei membri interni che si dedicano alle nuove generazioni. Queste Commissioni hanno promosso in questi ultimi anni, percorsi formativi richiesti da diocesi, scuole cattoliche, parrocchie ecc. e anche pubblicazioni e/o consulenze sul tema specifico.

Il gruppo editoriale Città Nuova del Movimento dei Focolari si occupa della produzione di materiali e strumenti (riviste, libri, eventi, ecc.) per la formazione dei laici e non solo, in vari ambiti, proponendo una lettura delle realtà umane ed ecclesiali alla luce del Vangelo, del Magistero e della spiritualità dell’unità.

A fine 2018 nascerà la rivista “Ekklesia – sentieri di dialogo e comunione” che vuole essere uno strumento specifico di formazione per quanti operano in modo più diretto in ambito ecclesiale.

Documento completo:

http://www.laityfamilylife.va/content/dam/laityfamilylife/Pdf/Italia%20Report.pdf




“Chiara Lubich e la famiglia”: echi delle varie manifestazioni in Italia

Da Catania

 




Com’è andato il primo appuntamento “Formato Famiglia” a Loppiano?

Il primo week end Formato Famiglia dell’anno 2023-2024 si è svolto il 28 e 29 ottobre, con la presenza di 16 famiglie: in totale  41 persone compresi 9 bambini di età compresa tra gli zero e i sette anni.

Novità interessante è la partecipazione al week end di tutte le famiglie che frequentano la Scuola Loreto annuale, partecipazione che è stata inserita nel programma di formazione della scuola.

Il week end è iniziato il sabato mattina con la presentazione della cittadella, della spiritualità che la anima e dei partecipanti: poche parole ciascuno, ma che sono servite a mettere un primo mattone per la costruzione di una conoscenza reciproca.

Il titolo del week end “L’amore in coppia  e in famiglia: un diamante a molte facce”  è stato sviluppato partendo da quanto Chiara Lubich aveva detto a Taipei nel 1997 sull’arte di amare; alcune esperienze di amore vissuto in famiglia hanno aperto la strada ad un dialogo nella coppia con l’aiuto di alcuni spunti.

Per molti è stato un momento nuovo e interessante che si è concluso con una comunione nella quale ciascuno personalmente doveva sintetizzare in una parola il momento vissuto e, se voleva, commentarla a tutti. Abbiamo concluso il pomeriggio ancora con Chiara che spiegava ai bambini il dado dell’arte di amare e regalato ad ogni famiglia un dado da costruire e lanciare a casa ogni giorno con i figli.

La domenica mattina si è affrontato il tema degli strumenti della spiritualità collettiva vissuti in famiglia, presentati come una valigetta di “attrezzi” utili  per vivere meglio l’arte di amare in famiglia. Ci siamo fatti aiutare da un video di Paolo e Barbara Rovea su cui, con alcuni spunti di riflessione, le singole coppie hanno potuto confrontarsi e dialogare, anche con passi concreti come rinnovare il patto coniugale dell’amore scambievole, oppure pregare insieme un “Padre nostro”.  La comunione tra tutti sul “cosa mi porto a casa” da questo week end ha concluso la mattinata.

La messa nel santuario Theotokos ha concluso il week end e anche questa volta, nel salutarci, ci siamo accorti che nelle poche trascorse insieme si erano creati rapporti profondi tra tutti.

Tra le impressioni dei partecipanti: “Questi momenti, seppur brevi, sono stati per noi pieni di doni e di grazie; speriamo di incontrarci presto!”

“Grazie per la bella esperienza! Portiamo a casa nel cuore un dono in più, dono da coltivare ogni giorno e con strumenti per poterlo fare”.

Santina e Pier Luigi Crocchioni




Fuori dal tunnel – Crisi nella vita di coppia

La crisi nella vita di una coppia può diventare occasione di crescita, ma come fare per riconoscere che la riconciliazione è possibile?

L’esperienza dei “Percorsi di luce” di Famiglie Nuove del Movimento dei Focolari
“La storia di una famiglia è solcata da crisi di ogni genere, che sono anche parte della sua drammatica bellezza”. In questa sua affermazione Papa Francesco (AL 232), sottolinea anche come ogni crisi superata porti a “un nuovo sì dell’amore, che rinasce rafforzato, trasfigurato, maturato, illuminato”.
Tuttavia la crisi, seppur normale nella storia di una coppia, è segnata da un carico di dolore e di angoscia che “non deve essere ignorato e richiede un adeguato accompagnamento comprensivo, vicino, realistico, incarnato” (AL 233).
Ne è un esempio la storia di Antonio e Luisa (i nomi sono di fantasia), sposati da 20 anni e due figli adolescenti. All’inizio , si capivano senza parlare, stavano bene insieme. Ma con il passare del tempo sono cominciati gli alti e i bassi. L’arrivo tanto atteso dopo diversi anni del primo figlio ha finito per scombussolare gli equilibri già precari. “Siamo arrivati a non capirci più ed ogni cosa era oggetto continuo di discussioni. Io ho cominciato a sentirmi solo, racconta Antonio, mi fermavo a lavoro più del tempo per non rientrare a casa, chiudendomi sempre più in me stesso”.
“Vedevo che Antonio stava male, spiega Luisa, ma l’unica cosa che sapevo fare era aspettare che le cose cambiassero. Eravamo due estranei pieni di rabbia e solitudine, incapaci di gestire la nostra vita. La situazione in casa era così tesa che l’unica soluzione possibile era la separazione”.
In quel periodo buio “avremmo desiderato che la relazione tra noi cambiasse, ma da soli non ce la facevamo, si ricadeva sempre negli stessi errori, rancori e discussioni”, racconta lei. “Quando ho saputo della settimana a Loppiano (FI), mi si è riaccesa una luce, una nuova speranza di poter fare qualcosa per il nostro rapporto”.
E’ così che Antonio e Luisa vivono l’esperienza proposta da Famiglie Nuove “Percorsi di luce”, rivolta a coppie che cercano aiuto per poter uscire dalla crisi che stanno attraversando.
Il Corso si tiene a Loppiano , nella cittadella internazionale dei Focolari in provincia di Firenze ed è un’iniziativa avviatasi 8 anni fa. Durante i giorni del Corso “non è stato facile scavarsi dentro per affrontare le nostre difficoltà e abbiamo rischiato di tornare subito a casa”, commentano Antonio e Luisa. “Ma ci abbiamo creduto e ci siamo messi a nudo”.
Quest’anno “Percorsi di luce” si è svolto dal 18 al 25 giugno e Antonio e Luisa vi hanno partecipato portando la propria testimonianza e il proprio contributo: “Abbiamo incontrato non solo degli specialisti, ma una famiglia di famiglie che ci ha voluto bene. E’ stato il primo passo: scoprire di non essere soli. E questo ci ha aiutato anche una volta a casa, perché non è facile ricominciare e ogni tanto cadiamo ancora… d’altronde la famiglia del Mulino Bianco esiste solo in televisione!”
“È la forte presenza dell’amore che circola che aiuta a vivere un’esperienza profonda e di ritrovata serenità insieme con le coppie di esperti ed altre che, avendo fatto il corso negli anni precedenti e grati del dono ricevuto e delle ritrovata riconciliazione, hanno deciso di mettersi a disposizione”, spiegano Francesco e Adriana Scariolo della Segreteria Internazionale di Famiglie Nuove. “La caratteristica del corso è proprio l’amore scambievole, dunque per prima cosa ci si mette in gioco tutti: esperti, coppie animatrici e partecipanti, donando ciascuno il proprio vissuto e come si cerchi di superare le difficoltà”.
Varie le tematiche affrontate durante il corso: dalla conoscenza di sé, alla diversità, al conflitto e all’accoglienza, con momenti frontali, altri di dialogo, esercitazioni pratiche sulla comunicazione, sulla differenza uomo-donna, sulla sessualità e sul perdono. Tutti gli argomenti vengono accompagnati dalla condivisione delle proprie emozioni e da testimonianze su conflitti avuti e superati, alternati a momenti di svago vissuti insieme.
“Questa settimana è stata per molti di noi”, dicono alcuni partecipanti come riaccendere la luce e “ritrovare la voglia di fare la nostra parte per ricreare l’armonia del nostro rapporto. Da tutti emergeva la bellezza e la gioia di aver trovato dei fratelli: “Da soli non si può vincere certe sfide”.
“Le coppie hanno bisogno di dare un nome alle difficoltà che vivono”. Aggiunge Rino Ventriglia, psicoterapeuta. “Per guardare e risolvere i problemi, si offre sia un sostegno spirituale sia psicologico. Abbiamo visto che con questi due approcci le persone riescono a superare ferite che si portano da anni”. Sono ferite che “cerchiamo di valorizzare, con la tecnica della colla d’oro (Kintsugi) che valorizza il vaso”. Continua la moglie Rita, sessuologa, e quella del ‘farsi uno’, che consente di comprendere pienamente l’altro. “Abbiamo tutti la stessa esperienza e diamo la speranza che tutti ce la possano fare, cercando di accompagnarli con determinazione e chiarezza anche quando fanno ritorno alla loro vita di tutti i giorni”.
Auguriamo ad ogni coppia che possa scoprire la buona notizia che, come dice Papa Francesco, si nasconde dietro ad ogni crisi e che “occorre saper ascoltare affinando l’udito del cuore” (AL 232).

Fonte: sito del movimento Famiglie Nuove

Articolo Fuori dal tunnel




RIVEDI: “La scuola ricomincia da noi”

Rete Alleanza Educativa e Rete Insegnanti Italia ti invitano a una riunione pianificata in Zoom. L’invito è rivolto a famiglie, studenti, educatori, docenti e chiunque abbia a cuore l’Educazione.

Argomento: LA SCUOLA RICOMINCIA DA NOI
“Ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti” Papa Francesco




Cristiani e musulmani in dialogo sul tema della famiglia

Domenica 26 marzo, presso la sala consiliare di Centobuchi (AP), si è svolto il secondo incontro CRISTIANI E MUSULMANI IN DIALOGO sul tema: ” Insieme per la tutela della famiglia cuore pulsante della società”.

L’evento è stato organizzato dal Centro Islamico Culturale del Piceno e dal Movimento dei Focolari in collaborazione con la Diocesi di San Benedetto-Monteprandone, Religions for peace e con varie associazioni del territorio.

Non sono mancati stimolanti spunti culturali che hanno coinvolto il delicato tema del rapporto sempre più complesso tra il ruolo della famiglia e il tessuto societario. In particolare l’Imam Musthapà Batzami, ha sottolineato il ruolo pedagogico dell’istituzione familiare nel contrastare quella “crisi dei valori” che da anni, anche a causa di un cattivo utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa, sta minando l’integrità della società civile, relegando ad un ruolo subordinato concetti come il dialogo, il rispetto e l’impegno civile.

E’ stato molto apprezzato l’intervento del sindaco Stefano Stracci, presente a tutta la manifestazione, che ha lodato l’iniziativa sottolineando come la cultura della pace tragga le sue radici dall’esercizio dell’accoglienza e del dialogo.

Al di là dei contenuti, però, va sottolineato e apprezzato il clima di piena collaborazione e di amicizia che ha permeato il convegno fin dalla sua preparazione. Si è trattato di un sincero passo avanti sulla via della pace e della piena integrazione tra due culture che per troppo tempo sono state divise da un muro quasi invalicabile. Significative, a questo proposito, sono state le parole del moderatore Karim Batzami, che a conclusione del convegno, rivolgendosi al pubblico ed ai relatori, ha esclamato: ”A vedervi, potrei affermare che già siamo una famiglia”, sottolineando il clima di collaborazione e rispetto che ha fatto da sfondo a tutta la manifestazione.

Vedi anche articolo apparso su ancoraonline