9 maggio 2021: Iniziativa in Italia di Insieme per l’Europa

“La solidarietà – che significa ‘tutti assieme’ – sarà il cemento che lega popoli e Stati” (Robert Schuman)

Festa dell’Europa: iniziativa in Italia di Insieme per l’Europa 

DIRETTA YOUTUBE DALLE ORE 18.00 ALLE 19.20

Domenica 9 maggio 2021 si celebra la Festa dell’Europa, appuntamento che vuole mettere in risalto come la pace e l’unità siano dei valori irrinunciabili del continente europeo. La data è quella dell’anniversario della storica dichiarazione di Schuman resa pubblica nel 1950 in occasione del discorso del parlamentare francese, uno dei padri costituenti dell’Unione Europea.

In questo contesto si inserisce l’iniziativa di Insieme per l’Europa, Together For Europe–  una realtà che da ventidue anni mette insieme Comunità e Movimenti cristiani – attualmente oltre 300 diffusi in tutto il Continente – di diverse Chiese. Mantenendo la propria autonomia, essi agiscono in rete per scopi condivisi, portando il contributo del proprio carisma.

Convegno dal titolo “Per la Terra e per l’Uomo”

➢ Relazione del Prof. Luigino Bruni, Ordinario di Economia politica alla LUMSA di Roma: “Da un’Ecologia integrale ad una Economia solidale”

➢ Interventi: P. Jonut Radu (romeno ortodosso), Mons. Marco Gnavi, Pastore Luca Maria Negro

➢ Esperienze ‘Per la Terra e per l’Uomo’

Leggi il Comunicato Stampa

Insieme per l’Europa – Italia www.together4europe.orgadmin@together4europe.org




Presentazione Centro Evangelii Gaudium Loppiano

Il Centro Evangelii Gaudium (CEG) è un laboratorio di formazione, di studio e di ricerca operante nella prospettiva della “nuova tappa dell’evangelizzazione” cui la Chiesa è chiamata. In sintonia con il progetto formativo e il metodo accademico di Sophia, il CEG ha la missione di promuovere e sostenere, con particolare attenzione alla ricchezza dei diversi contesti socio-culturali ed ecclesiali, la formazione, lo studio e la ricerca nell’ambito dell’ecclesiologia, della teologia pastorale e della missione, della teologia spirituale e della teologia dei carismi .

Corsi, seminari, stages per un cambio di paradigma

Il Centro intende rispondere al forte invito rivolto da papa Francesco alla Chiesa in Italia a riprendere tra le mani l’Esortazione “Evangelii gaudium” per contribuire a dare concretezza, slancio, contenuto e direzione all’opera di conversione pastorale necessari ad una Chiesa chiamata ad “uscire” verso le periferie geografiche ed esistenziali di oggi. Un compito urgente, che richiede apertura mentale ed esperienziale, ma anche un linguaggio e uno spirito nuovo, convogliando gli impulsi spirituali e le esperienze suscitati dal carisma dell’unità di Chiara Lubich. “Ricordatevi – disse Papa Francesco nel Duomo di Firenze il 10 novembre 2015 – che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà”.

Diverse le attività svolte in questi anni anche in Italia al servizio della Chiesa locale.

https://www.sophiauniversity.org/it/centro-evangelii-gaudium/

vedi anche

https://www.focolaritalia.it/2016/09/27/centro-evangelii-gaudium-loppiano/

https://www.focolaritalia.it/2019/02/22/nuova-tappa-dellevangelizzazione-e-sinodalita-il-rinnovamento-ecclesiale-alla-luce-della-evangelii-gaudium/

https://www.focolaritalia.it/2018/07/26/un-sogno-che-si-e-realizzato-corso-per-operatori-pastorali/




“Camminare insieme verso COP24″ – preghiera ecumenica per il Creato

Il 31 agosto-1° di settembre si è tenuto ad Assisi l’incontro ecumenico di preghiera per il Creato “Camminare insieme verso COP24”, il primo organizzato dal direttivo ecumenico per gli eventi del Tempo del Creato, che include il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, il Consiglio Mondiale delle Chiese, la Rete per l’Ambiente della Comunione Anglicana, la Federazione Mondiale Luterana, A Rocha, Christian Aid,  Lausanne/World Evangelical Alliance Creation Care Network, Act Alliance e World Communion for Reformed Churches, con la partecipazione del Dicastero della Santa Sede per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Durante la preghiera, i leader delle principali confessioni cristiane hanno fatto appello ai fedeli – circa un terzo della popolazione mondialeaffinché si prendano cura del pianeta, rinforzando la rete esistente di organizzazioni piccole e grandi, già attive in iniziative specifiche per contrastare il degrado ambientale.

La Preghiera Ecumenica per la cura del Creato è iniziata il 31 agosto  nella Sala della Spogliazione di San Francesco  per incoraggiare una riflessione sull’urgenza della necessità di una conversione ecologica. È proseguita poi con una veglia presso la Basilica di Santa Chiara, nella cappella del Crocifisso di San Damiano, per attualizzare il mandato di Gesù a San Francesco “… va e ripara la mia casa…”.  Il 1° di settembre, in occasione della quarta Giornata Mondiale di Preghiera per il Creato, sul Sagrato della Basilica Superiore di San Francesco i leader hanno letto a più voci una dichiarazione congiunta, chiedendo alle Nazioni Unite di impegnarsi coraggiosamente nei negoziati sul clima che si terranno a dicembre 2018 in Polonia. (in allegato l’ appello all’azione).

Dal Sagrato è poi partito il Pellegrinaggio Assisi/Gubbio “Il Sentiero di Francesco” con cui ci si è uniti simbolicamente al cammino verso la COP24.

L’evento è stato realizzato in collaborazione con la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino , la diocesi di Gubbio, il Sacro Convento di Assisi e l’Istituto Serafico. Il Movimento dei Focolari presente ad Assisi ha partecipato attivamente alla preparazione degli eventi, che si sono svolti in un forte clima di unità e armonia.  Presente anche un membro della Commissione nazionale di EcoOne, testimone dell’impegno di tutto il Movimento dei Focolari per l’ambiente.

SoC Declaration 2018 – IT

 

 




Religioni a Parma: una rete, tanti nodi

Parma è una città in cui da anni prosegue una pratica sistematica di collaborazione tra le principali presenze religiose, portata avanti dai membri del Forum interreligioso.

La data d’inizio risale al 4 ottobre 2006. Ha quindi quasi sedici anni il Forum interreligioso di Parma di cui fanno parte diverse confessioni che qui ricordiamo per ordine  d’insediamento: la Chiesa Cattolica, la Comunità Ebraica, la Chiesa ortodossa, la Chiesa Romena, la Chiesa Metodista e, più di recente, la Comunità Islamica, la Comunità Baha’ì e la Chiesa Cristiana Avventista del 7.mo giorno.

Partecipano altresì, con varie modalità, alle pratiche di dialogo altre presenze, quali: il Tempio Zen, l’Associazione “Musulmani per il dialogo” e l’Associazione Musulmani Ahmadiyia, l’Associazione Donne di qua e di là, l’Associazione Al – Amal, l’Associazione Voce Nuova Tunisia, l’attuale Presidente della Consulta dei Popoli.

Ad esse si uniscono, come testimonianza di accompagnamento e sostegno altre Associazioni parmensi: Segretariato Attività Ecumeniche (SAE), Circolo culturale Il Borgo, Movimento dei Focolari, Amicizia ebraico-cristiana, Associazione Insieme per Parma, Gruppo di meditazione Arcangelo Raffaele.

Il Forum porta avanti diverse attività tutte tese ad orientare la cittadinanza al bene comune e alla pacifica convivenza, in nome di principi come la fratellanza, l’ospitalità, la giustizia, la misericordia, la laicità e la cooperazione e l’armonia tra le religioni. Animato da tale spirito il Forum aderisce anche alla sezione italiana del movimento mondiale Religions for peace e si fa promotore del suo calendario annuale.

Altro segno visibile dell’impegno del Forum Interreligioso sul territorio parmense è la creazione, presso la tenuta Sacre Terre, sull’appennino parmense, di un Giardino della Pace, dove ogni anno vengono piantati in collaborazione con Religions for peace degli alberi di ulivo in ricordo di personalità significative. Nel 2019 è stato piantato un albero d’ulivo per Chiara Lubich.

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Cristiani e musulmani insieme a Teramo

Diocesi di Teramo-Atri
-Ufficio Stampa-
COMUNICATO STAMPA

CRISIANI E MUSULMANI INSIEME ,
PER PREGARE, CONDIVIDERE E CONFERMARE
L’IMPEGNO NEL COSTRUIRE PONTI E PERCORSI DI FRATERNITA’

Su invito dell’imam Mustapha Baztami, Mons. Michele Seccia, vescovo della Diocesi di Teramo-Atri e la Comunità del Movimento dei Focolari si sono recati in visita alla moschea di Villa Camera. Un incontro che consolida un rapporto costruito negli anni.

Domenica 18 giugno 2017, la Comunità islamica, in prossimità della chiusura del Ramadan, si è riunita dopo il tramonto per vivere, come è ormai consuetudine, un momento di preghiera e di condivisione con alcuni rappresentanti del Movimento dei Focolari di Teramo e Pescara.
Da diversi anni, infatti, si va consolidando un rapporto fraterno tra le due realtà basato sul dialogo della vita attraverso obiettivi comuni: momenti di preghiera per la pace, promozione del premio letterario DIVERSI ma UNO, “percorsi comuni di fraternità” da cui sono nate delle commissioni a livello locale ed ultimamente anche interregionale per Abruzzo e Molise. Si tratta di un percorso di vita che ha prodotto frutti copiosi, con riflessi a livello nazionale , visto che anche in altre regioni si lavora su progetti che mettono in rilievo la fraternità, aldilà delle tensioni che possono sorgere soprattutto a livello internazionale.
L’incontro di domenica, tenutosi a Villa Camera di Campli, ha visto l’eccezionale presenza del nostro Vescovo, Mons. Michele Seccia, che ha accolto con gioia l’invito dell’imam Mustapha Batzami. Il vescovo e l’imam, alla presenza del parroco don Giovanni Giorgio e del presidente della Comunità dei mussulmani d’Abruzzo Dakraoui Noureddine, si sono rivolti, a quanti si sono radunati all’interno della moschea, con parole calde, esprimendo rispetto e stima reciproci.
“…Ringraziamo il Signore – ha esordito Mustapha – che ci ha permesso di ritrovarci insieme Ringraziamo per tutto quello che ci ha dato, per il sentimento di amore e fraternità… Chiediamo la forza e la saggezza per poter andare avanti nel cammino di fraternità, del dialogo e reciproco rispetto… La nostra gioia è ancora più grande per la presenza di Sua Eccellenza con noi per la prima volta e del nostro parroco di Villa Camera… Siamo molto contenti di accoglierli con noi. Nel nostro piccolo vogliamo vivere la fraternità che Dio ci ha messo a disposizione… conoscendoci, incontrandoci, parlando, anche mangiando insieme. Dobbiamo abbattere i muri di diffidenza Anche in molte altre città dell’Italia le comunità islamiche invitano con piacere le comunità di cristiani a partecipare alla rottura del digiuno e stare insieme… Con l’aiuto di Dio ce la faremo.
“…Grazie per la bella accoglienza – gli ha fatto eco Mons. Seccia – ed anche per il fatto di incontrarci in questo luogo. Come ci ricorda Papa Francesco, non muri ma ponti, non contrapposizioni ma dialogo, parlare, incontrarsi. E come ricordava Papa Giovanni, è più quello che ci unisce di ciò che ci divide. Quello che ci unisce è la nostra umanità, è l’origine che abbiamo dell’unico Dio, il fare parte dell’unica umanità che se si salva, si salva tutta… più forti diventiamo nell’alleanza, nel comprenderci, nel fare i ponti, nel rispettare ciascuno basandoci sulla dignità di ciascuno e più possiamo dare una garanzia e una speranza di pace al mondo intero. Se l’altro è il mio specchio, è un essere come me, ha la mia stessa dignità.
Sono venuto con gioia, con piacere per stare un po’ con voi… da diversi anni ci siamo conosciuti con Mustapha, abbiamo avuto diverse occasioni di incontro. Ammiriamo, l’arcobaleno dell’umanità e della creazione perché così non c’è monotonia, ma l’arcobaleno è bello perché arriva dopo la tempesta e a noi interessa il dopo… perché dobbiamo essere promotori di bene.
Rispettiamoci e andiamo avanti e ne trarrà un profitto, non solo il nostro piccolo gruppo, ma tutta la comunità, la società, la diocesi, tutto il territorio che noi abitiamo.”
Al termine dell’incontro l’imam e il presidente, in segno di amicizia, hanno offerto dei doni a Mons. Seccia e a Don Giovanni Giorgio. A suggellare il memorabile momento, un grande abbraccio, insieme all’agape fraterna.




Docenti e Studenti dell’Istituto Universitario Sophia dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I

Dall’8 al 12 gennaio 2019, una nutrita delegazione di Docenti e Studenti dell’Istituto Universitario Sophia, composta di oltre 30 persone di diversi Paesi e guidata dal Preside Prof. Piero Coda, renderà visita al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. L’iniziativa è promossa dalla “Cattedra Ecumenica Internazionale Patriarca Athenagoras – Chiara Lubich”, istituita a seguito del dottorato h.c. conferito al Patriarca Bartolomeo il 26 ottobre 2015 per far memoria e rilanciare lo spirito profetico che animò la straordinaria sintonia di cuore e di mente tra il Patriarca Athenagoras I e Chiara Lubich, a ridosso del Concilio Vaticano II e dello storico incontro del Patriarca con Papa Paolo VI. La Cattedra, intensamente voluta dall’Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta, il Metropolita Gennadios Zervos, che l’ha inaugurata con un’importante prolusione il 14 dicembre 2017, si è concentrata, lo scorso anno accademico, nella presentazione dell’ecclesiologia in prospettiva ortodossa, con le lezioni tenute dal Metropolita Maximos di Selyvria a Loppiano, e in prospettiva cattolica, alla luce del dialogo teologico svolto in questi ultimi decenni. Il programma si arricchisce quest’anno dell’incontro diretto con la Chiesa di Costantinopoli nella figura del Patriarca Bartolomeo, che ha voluto curare personalmente lo svolgimento della visita. La trasferta accademica prevede tra l’altro, insieme all’udienza col Patriarca, l’incontro col Metropolita Gennadios Zervos, presente in quei giorni a Istanbul per il Santo Sinodo, e col Metropolita Elpidophoros di Bursa presso il Monastero della Santa Trinità nell’isola di Halki. La visita assume particolare rilievo nel delicato momento di tensione che attraversa oggi il mondo ortodosso, perché intende riproporre l’impegno a percorrere con tenacia la via della reciproca conoscenza e del reciproco scambio di doni per promuovere la fraternità e la comunione. 




Mundialito e festa dell’amicizia tra i popoli – Villa Verrucchio (RN)

MUNDIALITO E FESTA DELL’AMICIZIA FRA I POPOLI

“PER UN MONDO UNITO”

Sabato 8 e Domenica 9  Giugno 2019

Week-end all’insegna dell’integrazione

Questo torneo di calcetto e la Festa dell’amicizia fra i popoli nascono da un percorso di conoscenza e amicizia che facciamo insieme da diversi anni. Abbiamo scelto insieme questa data, alla fine del Ramadan. Sabato 8 giugno, vedere le squadre  allinearsi, i colori che spiccano contro il verde del campo, gli inni nazionali . . . che emozione!

Parte il Mundialito! Quest’anno c’è anche l’Argentina. E’ stato l’amico Carlo di Volontarimini che ha cominciato ad appassionarsi a questa esperienza e presentarceli. Perchè è proprio per attrazione che il gruppo organizzatore cresce. Sono 11 le squadre in campo: Algeria, Argentina, Costa d’Avorio, Guinea, Italia, Macedonia, Marocco, Perù, Romania, Senegal,  Africa West Coast, la quale riunisce ragazzi di varie nazionalità che da soli non sarebbero riusciti a fare una squadra di calcetto (Mali, Ghana, Costa D’Avorio, fam.Rom.)

Hammed poteva stare con la sua squadra, la Costa d’avorio, ma è entrato dentro lo spirito che vuole diffondere questa iniziativa: incontrarsi, conoscersi, creare legami. Così è diventato il coach di una squadra multietnica. Il dado di “sport for peace” viene lanciato, appare la scritta: “Applaudite il successo altrui come il proprio”:  ogni tanto bisogna richiamarsi allo spirito del gioco ma è bello che i ragazzi vivano con passione le partite!

Fra gli arbitri c’è anche Mattia, un giovane di Cesena del Movimento dei Focolari; tutti i giocatori hanno grande rispetto e stima per lui.  Alcuni della comunità , amici coinvolti nel progetto, anche alcuni focolarini e focolarine sono a distribuire acqua, frutta e cioccolata, fare foto o altri servizi. Ci lasciamo stanchi ma felici, pronti per il giorno dopo, dove nella piazza principale ci sarà la festa,  le premiazioni delle squadre, quella vincitrice del torneo e quella del premio fair-play.

Da metà pomeriggio della domenica la gente affluisce, che bello vedere la piazza che si riempie di colori, costumi, bambini…. il gruppo di canzoni tradizionali romagnole “Nun ai sem” accoglie con la sua musica e i balli popolari. Si coglie subito che ognuno dei presenti è lì per esprimere la propria gioia di essere tutti uguali e che insieme possiamo costruire una nuova umanità. Ogni nazione allestisce il proprio stand con i piatti tipici cucinati a casa o anche sul momento: 22 le Nazioni presenti! 

Il desiderio di tutti è farsi conoscere, offrire le cose più buone della propria terra. Anche la famiglia Rom è a suo agio fra tutti! Si percepisce nell’aria un clima di fraternità. La comunità del Movimento dei Focolari oltre a gestire lo stand italiano è a servizio per tutte le necessità. Ci siamo detti che anche se non avessimo potuto parlare di Dio, lo avremmo potuto dare con il nostro amore reciproco. E ci sembrava che un legame invisibile unisse piano piano tutti; la festa rendeva visibile una rete di rapporti tessuti durante tutto l’anno con incontri numerosi e internazionali.

La stanza dei nostri incontri era un laboratorio di idee, proposte, per dirci quanto è importante conoscersi e riacquistare un senso di comunità, di appartenenza e di cittadinanza.  Presenti alla festa anche i bambini dell’Istituto Comprensivo coinvolti già da qualche anno: vivono già  un’ esperienza multietnica e regalano canzoni che ci commuovono. Sul palco viene premiato il disegno del concorso  che sarà la copertina del diario scolastico 2019 -2020 sul tema intercultura, ma tanti sono i disegni. Pure coinvolti i bambini della scuola di ballo “Passi di stelle”provenienti da diversi Paesi.

Prima di partire con le musiche e le danze di ogni Paese la piazza si è fatta attenta per ascoltare alcuni rappresentati delle Nazioni presenti nell’atto di donare a tutti l’esperienza personale che stanno facendo, fra questi alcuni ragazzi richiedenti asilo. Poi un altro momento forte, un minuto di silenzio per l’ambiente; per questo tutte le nostre stoviglie sono compostabili e Romagna acque ha fornito un erogatore di acqua fresca; è un evento plastica free. Ci teniamo per mano mentre viene letta preghiera di Ghandi sull’amore.

Il momento è profondo, tutti insieme un esempio di mondo unito: è visibile la gioia sui volti, segno tangibile dello star bene insieme. Poi la  musica, i ritmi, i balli catturano l’attenzione mentre le persone si affollano ai gazebo  e tornano con il piatto pieno di cibo proveniente dalla tipicità dei vari paesi presenti. Ogni nazione ci attrae e ci stupisce con la sua bellezza, la sua armonia. Non manca il laboratorio artistico per i bambini, i sarti africani.

Come ci sentiamo estranei alle notizie dei TG che vogliono metterci paura e preoccupazione verso gli stranieri! Saremmo veramente più poveri senza di loro! A sera rimettiamo a posto la piazza, non ci sono rifiuti sparsi, siamo stanchissimi e sudati ma su ogni volto spicca il sorriso. E’ festa di Pentecoste, abbiamo veramente sperimentato che l’amore ci può unire,  tante persone di religione, cultura, lingua diverse e sentirci una unica famiglia. Abbiamo toccato con mano la bellezza di un mondo unito e fatto un’esperienza di vera fraternità!

https://youtu.be/4KdZ1mQty_Q




In Piemonte in dialogo su Martin Lutero

A 500 anni dall’inizio della riforma protestante ci si incontra per testimoniare il cammino fatto insieme e prendere spunto dalla ricca figura di Lutero per proseguire questo cammino con rinnovata passione. Per celebrare questo importante anniversario, il Movimento dei Focolari presente in Piemonte e Valle d’Aosta il 1 febbraio scorso ha organizzato due serate, una Torino e una a Bra in provincia di Cuneo. Relatori di alto livello hanno reso entrambe le serate momenti ricchi di cultura e di profonda spiritualità.

A Torino 150 persone hanno seguito con grande interesse i contributi di don Hubertus Blaumeiser, esperto cattolico di Martin Lutero e Membro del Centro interdisciplinare di studi «Scuola Abbà» e  del Pastore Heiner Bludau, Pastore della Comunità Luterana torinese e Decano della Chiesa Evangelica Luterana in Italia. Sulla provocazione del titolo “Cosa ha da dirci Lutero oggi” si sono susseguiti gli interessanti interventi e le risposte alle molte domande di un pubblico attento e interessato.

La delicatezza con cui Hubertus Blaumeiser ha proposto la poliedricità della figura di Lutero e ha introdotto alla linfa che scorre nella sua teologia, la semplicità con cui il Pastore Heiner Bludau ha presentato la vita della Comunità luterana in Italia e in particolare a Torino sono stati in sé un luminoso esempio di dialogo fraterno. Interessante rilevare che in Torino la chiesa luterana è ospitata per il culto dai Frati Minori nella chiesa di S. Antonio da Padova: occasione di ecumenismo pratico, vissuto, con condivisione e partecipazione reciproca a varie iniziative.

A Bra 150 persone provenienti da tutta la provincia di Cuneo hanno gremito la Chiesa barocca dei Battuti Bianchi: rappresentavano la società civile, c’erano giornalisti, tutti i parroci della città, il rettore del Santuario della Madonna dei fiori, gli ordini religiosi locali, cittadini cattolici e riformati. Relatore di eccezione il Pastore Valdese Paolo Ricca che a caldo ha commentato l’evento: “… qui a Bra stiamo vivendo un momento unico, un momento assolutamente nuovo che non era mai successo prima per la città di Bra: in 500 anni non era mai successa una cosa come questa, mai! Questa è una primavera spirituale, ecclesiale, culturale che capita in questa chiesa che sarà pure barocca, ma va bene lo stesso, perché la cosa che accade in questa chiesa è una primavera”.

In entrambe le serate è stata comune l’impressione di vivere un importante momento di quel dialogo ecumenico, dialogo della vita e dialogo di popolo, iniziato già nel 1960 da Chiara Lubich.
Come ha auspicato il Pastore Bludau ora “tocca ora a noi riunire ciò che gli eventi storici hanno separato per vivere insieme la fede cristiana in una chiesa apostolica e universale, come professato nel Credo comune”

 




Cristiani e musulmani in dialogo sul tema della famiglia

Domenica 26 marzo, presso la sala consiliare di Centobuchi (AP), si è svolto il secondo incontro CRISTIANI E MUSULMANI IN DIALOGO sul tema: ” Insieme per la tutela della famiglia cuore pulsante della società”.

L’evento è stato organizzato dal Centro Islamico Culturale del Piceno e dal Movimento dei Focolari in collaborazione con la Diocesi di San Benedetto-Monteprandone, Religions for peace e con varie associazioni del territorio.

Non sono mancati stimolanti spunti culturali che hanno coinvolto il delicato tema del rapporto sempre più complesso tra il ruolo della famiglia e il tessuto societario. In particolare l’Imam Musthapà Batzami, ha sottolineato il ruolo pedagogico dell’istituzione familiare nel contrastare quella “crisi dei valori” che da anni, anche a causa di un cattivo utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa, sta minando l’integrità della società civile, relegando ad un ruolo subordinato concetti come il dialogo, il rispetto e l’impegno civile.

E’ stato molto apprezzato l’intervento del sindaco Stefano Stracci, presente a tutta la manifestazione, che ha lodato l’iniziativa sottolineando come la cultura della pace tragga le sue radici dall’esercizio dell’accoglienza e del dialogo.

Al di là dei contenuti, però, va sottolineato e apprezzato il clima di piena collaborazione e di amicizia che ha permeato il convegno fin dalla sua preparazione. Si è trattato di un sincero passo avanti sulla via della pace e della piena integrazione tra due culture che per troppo tempo sono state divise da un muro quasi invalicabile. Significative, a questo proposito, sono state le parole del moderatore Karim Batzami, che a conclusione del convegno, rivolgendosi al pubblico ed ai relatori, ha esclamato: ”A vedervi, potrei affermare che già siamo una famiglia”, sottolineando il clima di collaborazione e rispetto che ha fatto da sfondo a tutta la manifestazione.

Vedi anche articolo apparso su ancoraonline




Presentazione del libro “Discorsi in ambito civile ed ecclesiale” (Opere di Chiara Lubich)

Giovedì 17 dicembre 2020 – ore 21.00
Prima presentazione del volume: Opere di Chiara Lubich – DISCORSI IN AMBITO
CIVILE ED ECCLESIALEDiretta sul canale Youtube di Città Nuova:


Conduce:
Stefania Tanesini, Ufficio Comunicazione Focolari
Intervengono:
Donato Falmi, Direttore della collana Opere di Chiara Lubich
Vera Araujo, Curatrice del volume
Fabio Ciardi, OMI, Coordinatore Centri Studi Scuola Abbá, Movimento dei Focolari
Pasquale Ferrara, Ambasciatore, docente IUS e LUISS

Per info sul libro clicca qui.
www.cittanuova.itufficiostampa@cittanuova.it

Scarica il volantino




Summer school 2019: “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”

Siamo Lisa e Sara Maria, due giovani del Movimento dei Focolari ed abbiamo partecipato alla summer school organizzata dall’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEI che si è tenuta a Monte Sole (Marzabotto – Bologna) dal 5 all’8 settembre 2019, in collaborazione con COREIS, UCOII e CII.
Il titolo della summer school era “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” e il programma ripercorreva alcuni punti del Documento di Abu Dhabi quali fratellanza umana, tutela dell’ambiente e identità religiosa. Gli argomenti trattati sono stati i più vari, dall’immigrazione alla guerra, dalla tutela dell’ambiente a come conciliare giustizia e perdono.
È stato bellissimo vedere una cinquantina di ragazzi tra i venti e i trent’anni, con varie sfumature di colore della pelle, di origini diverse, ma tutti con accenti italianissimi, dal nord al sud, pronti a rimboccarsi le maniche per il Paese in cui viviamo, mantenendo uno sguardo allargato a tutta l’umanità.

Il gruppo era molto vivace e tutti avevano voglia di intervenire e dire la loro. Non ci sono mai stati momenti di silenzio, senza interventi o senza domande. Quello che più ci ha colpito è quella che ha fatto notare un ragazzo musulmano: al di fuori degli interventi degli esperti, si è parlato poco di religione; non si è quasi mai parlato di dialogo ma lo si è proprio vissuto, sia in sala che nella quotidianità, condividendo le stanze, i pasti e tutti i momenti di ‘svago’.

Negli incontri fatti in “piccoli” gruppi tutti avevano ben chiara la problematica che si stava affrontando e cercavano di mettere in rilievo criticità, possibili soluzioni, personali o collettive. L’impressione è stata una bellissima gioventù italiana, pronta a vivere per migliorare ciò che li circonda. Ci ha fatto tanto bene sperimentarlo!! Aiuta ricordarsi le bellissime e silenziose persone che esistono ed operano il bene, al di là delle tragedie dei telegiornali. Visitare insieme i luoghi dell’eccidio di Monte Sole, guidati dai formatori della Scuola di Pace, ed ascoltare insieme la testimonianza di un sopravvissuto alla strage è stato commovente. L’impressione era che tutti volessero custodire quella memoria, farne tesoro, per costruire un mondo migliore.
Siamo tornate a casa con la consapevolezza e la “chiamata” ad un rinnovato impegno a portare anche noi,il nostro Carisma dell’unità, ovunque saremo e nel dialogo interreligioso in particolare, chiedendo a Dio di indicarci la via!

Lisa e Sara Maria

La Summer School è un’iniziativa promossa dall’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della CEI in collaborazione con la Comunità Religiosa Islamica Italiana (CO.RE.IS.), l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (UCOII) e la Confederazione Islamica Italiana (CII).
Lo scopo dell’iniziativa è duplice:

a. quello di riunire da tutta Italia giovani cristiani e musulmani in età universitaria, per un’attività di formazione, riflessione, scambio sui temi centrali dell’identità religiosa specifica a ciascuno e del rapporto di questa identità con la comunità civile alla quale tutti apparteniamo.

b. far si che questo progetto pilota possa incoraggiare la promozione di iniziative simili nelle regioni italiane.

La seconda edizione della Summer School, si è svolta nel contesto particolare di Monte Sole (Marzabotto – BO) si concentrava su tre piste del documento di Abu Dhabi firmato congiuntamente da Papa Francesco a il Grande Imam di Al-Azhar Aḥmad Muḥammad Aḥmad al-Ṭayyib:

1. la fratellanza umana alla prova della guerra,
2. la fratellanza sperimentata nel comune impegno per la tutela dell’ambiente,
3. la capacità di collegare credenti di religioni diverse.




Pasqua con gli ucraini ortodossi

È tardi e sono anche stanco. Ciò nonostante, vorrei raccogliere alcuni sentimenti nati in questa giornata. Oggi i nostri amici ortodossi hanno celebrato la Pasqua. Ho voluto rappresentare la comunità parrocchiale, rendendomi presente nella sala dove la comunità ucraina la celebrava, guidata dal loro sacerdote Padre Vasil.

Ho contribuito alla celebrazione di questa Pasqua speciale, aiutandoli a cercare una sala e confrontandomi con il Vescovo e il Vicario generale. È stato un percorso non del tutto facile, ma che ha approfondito i rapporti di amicizia con Padre Vasil e anche con la comunità ucraina presente nella città. Posso dire che è avvenuto un avvicinamento fraterno, tale che la comunità stessa mi ha riconosciuto parte di loro, mi ha accolto come amico e come sacerdote.

Avevamo pensato, con alcune persone della comunità, di renderci presenti in questo momento di gioia, sapendo che si trattava di una Pasqua particolare nella storia dell’Ucraina. Pur esultando per la Pasqua di Gesù Risorto, si leggeva negli occhi e nelle espressioni esterne, che la gioia era frammista al dolore per l’invasione subita e i cari persi in questa terribile guerra. Sentivamo tuttavia, che la Pasqua è un segno di speranza e volevamo essere presenti e aiutarli a viverla bene.

Quando insieme ad Elisabetta, a Luisa e a Lina, sono entrato nella sala della celebrazione, vi assicuro che ho provato un’emozione profonda. Non sentivo la divisione tra noi cattolici e gli ortodossi, ma sentivo che eravamo una sola grande famiglia che esprimeva la preghiera in modo diverso, ma bello. La diversità del culto, dei colori, dei canti non è un ostacolo, non è un muro ma è un valore aggiunto. Questo sentivo nel mio cuore.

Padre Vasil mi abbracciava e diceva delle cose belle sul mio conto e io sentivo crescere dentro di me le parole di Gesù e la sua invocazione rivolta al Padre: “Padre che siano una cosa sola, come io e te”. In quel momento, sentivo che l’unità era la cosa più grande e più bella che potevamo sperimentare.

E poi come descrivere quei colori, quei visi e tutta la bellezza e l’armonia di quella celebrazione? Era qualcosa che penetrava l’anima e restava dentro. Si avvertiva la presenza di Gesù che trasmetteva una grande pace. Una pace che non mi ha lasciato più, per tutta la giornata. Alla fine di questo giorno devo dire che il mio cuore si è allargato, sono più ricco, ho nuovi fratelli, una famiglia più grande: questo è quello che mi resta.

Don Peppino Gambardella
Pomigliano D’Arco




“Spirito di Assisi” – Origine, sviluppi e prospettive

30 ANNI DI “SPIRITO DI ASSISI

assisi pace

Dépliant Assisi

Programma Assisi 2016

(Origine, tappe, sviluppi e prospettive)

Uno “spirito” che sta segnando il cammino dell’umanità

Nel secolo scorso le religioni hanno intrapreso un nuovo cammino: dopo secoli di diffidenze e di ostilità, hanno iniziato a incontrarsi, a dialogare, e soprattutto a operare insieme per la pace. Due in particolare gli eventi che hanno dato speciale impulso a tale processo.

Il primo la pubblicazione, il 28 ottobre 1965, della dichiarazione conciliare Nostra aetate, considerata la magna charta del dialogo fra le religioni. Il secondo, promosso da San Giovanni Paolo II, l’incontro ecumenico e interreligioso del 27 ottobre 1986, cui hanno offerto uno speciale contributo la Chiesa di Assisi, le Famiglie francescane unite, la Città, chiamate ad animare e a fare da sfondo a quello storico incontro.

Il 1986 era l’anno dedicato dall’ONU alla pace. Il metodo proposto, accolto favorevolmente da tutti i rappresentanti religiosi, fu quello del pellegrinaggio, del digiuno e della preghiera per la pace. Tale evento è stato all’origine dello “spirito di Assisi”. A coniare tale espressione fu San Giovanni Paolo II che, rientrato in Vaticano, due giorni dopo ricevette in udienza i rappresentanti delle religioni non cristiane. Rivolgendosi ad essi, formulò un auspicio, quasi una consegna: «Continuiamo – disse – a vivere lo “spirito di Assisi”»! In seguito, riferendosi allo stesso evento, precisò: «Quell’incontro ha una forza spirituale dirompente: come una sorgente a cui tornare per rinsaldare l’ispirazione; una fonte capace di sprigionare sempre nuove energie di pace!».

Nello “spirito di Assisi”: dal 1986 ad oggi

La Santa Sede, la Città di Assisi, i Francescani e altri Enti e Movimenti ecclesiali, le varie religioni stesse, in questi 30 anni, si sono fatti promotori di numerosi incontri ecumenici e interreligiosi per la pace, proponendo azioni comuni in favore del dialogo, dell’incontro e della preghiera per la pacifica convivenza fra i popoli.

San Giovanni Paolo II ha nuovamente convocato in Assisi le religioni mondiali il 9 gennaio 1993, a seguito della grave crisi scoppiata nei Balcani. Il Papa presagì che ancora una volta solo Dio poteva porre fine a quella assurda strage e convocò nella città di Francesco le tre religioni coinvolte: Cattolici, Ortodossi e Musulmani.

Fu poi la volta del grave attentato alle torri gemelle di New York. Le religioni ancora una volta, il 24 gennaio 2002, si ritrovarono ad Assisi, sollecitate dall’anziano Pontefice, per innalzare a Dio una speciale invocazione affinché fosse scongiurata una ulteriore crisi mondiale.

A 25 anni dall’evento del 1986, anche Papa Benedetto XVI volle essere in Assisi, con i rappresentanti delle religioni, per attingere nuovamente allo “spirito di Assisi”, cioè – come affermò – a quella “fonte ispiratrice”. Ciò avvenne il 27 ottobre 2011: anch’egli, sulle orme del predecessore, si fece pellegrino alla città serafica invitando i credenti delle varie fedi a farsi “Pellegrini della verità, Pellegrini della pace”. In quella occasione estese l’invito anche a 4 persone di cultura che non avevano riferimenti religiosi nella loro vita. In quel giorno Benedetto XVI definì l’iniziativa di Giovanni Paolo II: “audace e profetica”.

Lo “spirito di Assisi” e la comunione nella Chiesa Cattolica

Assisi, nel trentennio, è diventata città-icona di un ulteriore dialogo: quello all’interno della Chiesa cattolica. Giovanni Paolo II, agli albori del nuovo millennio, propose alla Chiesa di essere “comunione” e che questa dovesse “rifulgere nei rapporti fra i Vescovi, fra i Presbiteri e i Diaconi, fra Pastori e intero Popolo di Dio, fra Clero e Religiosi, fra associazioni e movimenti ecclesiali, ecc.”.

Dopo l’incontro dei Movimenti ecclesiali avvenuto in piazza San Pietro nel 1998 alla vigilia del Giubileo, ad Assisi, il 26 ottobre del 2000 si è svolto, nello “spirito di Assisi”, uno speciale incontro fra la grande Famiglia Francescana e una nuova famiglia ecclesiale: il Movimento dei Focolari. L’allora Custode del Sacro Convento, P. Giulio Berrettoni, invitò nella città serafica Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, per condividere un’esperienza di comunione: fra una “spiritualità antica” e una “spiritualità nuova”. 10 anni dopo, il 27 ottobre 2010, l’incontro si è ripetuto e allargato con la partecipazione di 14 Movimenti ecclesiali e oltre 40 Istituti religiosi antichi con la presenza di alcuni Superiori Generali e della Presidente del Movimento dei Focolari. Insieme hanno sottoscritto un patto di comunione ed si sono assunti l’impegno di diffondere nel mondo i “quattro dialoghi”, attraverso la spiritualità della comunione e il dialogo della vita.

San Francesco: “celeste patrono dei cultori dell’ecologia” e Papa Francesco

Lo “spirito di Assisi” in questi ultimi anni ha acquisito anche un’altra accezione: quella della difesa e della custodia del creato. Già il 29 novembre 1979 san Giovanni Paolo II aveva riconosciuto in Francesco d’Assisi un singolare cantore e difensore del creato. E con lettera motu proprio, aveva proclamato il Santo “celeste patrono dei cultori dell’ecologia”.

Tuttavia è stato Papa Francesco, fin dall’inizio del suo ministero petrino, a lanciare alla Chiesa e al mondo il tema della custodia del creato. Disse: “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, riguarda tutti. É il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo” (19 marzo 2013).

Papa Francesco poi sì è pronunciato ulteriormente nel 2015, nella forma solenne della lettera Enciclica “Laudato si’’”, che fin dalle sue prime battute si ispira alla visione del mondo del Santo di Assisi. Una lettera indirizzata non solo alla Chiesa cattolica ma a tutti i membri della famiglia umana.

Iniziative per rivivere e consegnare lo “spirito di Assisi” alle nuove generazioni

Nel 2016 sono state programmate molteplici iniziative per celebrare i 30 anni dello “spirito di Assisi”. Già nel mese di gennaio 2016, in India, il “Franciscan Centre for Peace and Dialogue” fondato dai Conventuali in Kerala 20 anni fa, ha dato particolare solennità all’assegnazione del Premio Nazionale “spirito di Assisi”, invitando una delegazione di Frati della Basilica di San Francesco di Assisi.

Ad Assisi è stata poi allestita una elegante mostra che raccoglie le immagini più significative degli incontri e giornate di preghiera per la pace che si sono succeduti nella città serafica in questi 30 anni. La mostra, inaugurata lo scorso 7 maggio, sarà visitabile fino a novembre nel chiostro superiore Sisto IV della Basilica di San Francesco.

Anche a Marsala (TP), il 22 maggio 2016 (vedi comunicato stampa) si è tenuto un convegno sulle tematiche dello “spirito di Assisi” in particolare sui temi del dialogo interreligioso, sulla solidarietà a famiglie povere del territorio, sull’educazione alla legalità e sull’accoglienza dei rifugiati. Il convegno è stato promosso dalla Fondazione Francesco d’Assisi e dal Sacro Convento, in accordo con la Chiesa locale.

Quest’anno inoltre, la Comunità di Sant’Egidio, che in questi trent’anni ha lanciato le celebrazioni dello “spirito di Assisi” nelle capitali del mondo, con le Famiglie francescane ha scelto di realizzare l’evento commemorativo in Assisi. Una commissione allargata alla Diocesi e ad altri Enti e Movimenti ecclesiali è al lavoro per la programmazione dell’incontro per la pace che vedrà uniti ancora una volta i rappresentanti delle religioni mondiali in Assisi nei giorni da18 al 20 di settembre 2016.

Infine, il prossimo 27 ottobre, sempre in Assisi avrà luogo l’incontro annuale di preghiera per la pace.

L’obiettivo di tutte queste commemorazioni è quello di tenere vivo lo “spirito di Assisi”, ma soprattutto, dopo 30 anni, di consegnare tale “spirito” alle nuove generazioni. È quasi una bandiera che una generazione consegna a quella successiva perché i giovani si sentano interpellati e decisi a intraprendere ulteriori cammini di incontro e di dialogo fra le religioni e offrire all’umanità nuove prospettive di pace e di speranza.

L’impegno dei Francescani e di tutti

Frate Francesco, la spiritualità sgorgata dal suo carisma, il messaggio che i francescani sono chiamati a vivere e a diffondere con decisione anche oggi, lo “spirito di Assisi” che da ormai tre decenni sta percorrendo le strade del mondo: tutto si muova in sinergia per recare all’umanità un rinnovato messaggio di pace, occasione di dialogo e di fraternità, difesa e custodia del creato. Ne va del futuro del pianeta e dell’umanità.

Ci auguriamo che tanti uomini e donne di tutte le fedi, o anche privi di riferimenti religiosi nella loro vita, si sentano coinvolti nel farsi promotori di dialogo, di giustizia, di pace, di difesa e custodia del creato e di fraternità degli uomini fra loro e degli uomini con l’intero creato!

Assisi, 1 giugno 2016

P. Egidio Canil OFM Conv Delegato per lo “SPIRITO DI ASSISI” Sacro Convento – Assisi

Vedi anche: Articolo su città Nuova online Sete_di_Pace_Ad_Assisi_30_anni_di_religioni_e_culture

 




Insieme per la pace: dialogando

A Ravenna la VII edizione Insieme per la Pace: Dialogando

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Il dialogo della vita: insieme per gli ultimi

Da circa 5 anni a Pozzuoli è nato un bel rapporto con il pastore della Chiesa Pentecostale e la moglie. All’inizio c’è stata la loro partecipazione a una iniziativa che portavamo avanti nel carcere femminile, quella di allestire una boutique. Vari poi i momenti di preghiera, sia nella nostra che nella loro chiesa, e anche nel carcere della città. Anche noi abbiamo dato loro il nostro sostegno e portato avanti diverse attività caritative verso i poveri, soprattutto a quelli di una zona disagiata del litorale dove vivono molti immigrati. Alcuni mesi fa ci hanno comunicato un loro sogno: aprire un centro di accoglienza. Abbiamo offerto anche questa volta la nostra disponibilità e abbiamo coinvolto tanti amici e tante associazioni presenti nel territorio. Abbiamo anche pregato perché arrivasse tanta provvidenza. E con la gioia di tutti è arrivato quanto occorreva per arredare il centro che i nostri amici hanno voluto chiamare “Casa di accoglienza amore senza confini” per indicare che sarà sempre aperta a tutti senza distinzione di fede, razza o cultura. Durante il periodo della pandemia siamo stati sempre in contatto con il pastore, il quale, dopo  l’esperienza portata avanti insieme nel carcere, ha voluto  partecipare al bando del ministero di giustizia per il reinserimento nella vita sociale dei detenuti. Non potendoci incontrare di presenza, ci siamo spesso scambiati dei messaggi e noi, a volte, abbiamo mandato qualche pensiero di Chiara Lubich che è stato tanto gradito.

La moglie del pastore in un messaggio ci ha scritto: “Chiara per me è una donna che ancora vive, la vedo in ognuno di voi, in questo amore incondizionato che donate, siete speciali e Dio vi ama tanto”. Ed in un altro: “Mi aiuta molto l’amore di Chiara! A volte mi scoraggio e penso che non è facile dare amore, ma Dio mi rialza e mi incoraggia anche servendosi di voi… di Chiara. Grazie!”.

Il Centro ha accolto degli ex detenuti e per un certo periodo anche una famiglia rom con dei bimbi che era stata sfrattata. Per questa famiglia abbiamo poi trovato un altro alloggio ed insieme abbiamo procurato tutto quanto occorreva per arredarlo, sempre coinvolgendo amici del Movimento dei focolari, dei parroci che hanno dato anche un contributo economico. I nostri fratelli pentecostali hanno provveduto al trasloco con smontaggio e rimontaggio dei mobili. Adesso ci si sta rivolgendo alle istituzioni locali in modo da garantire la continuità dell’assistenza.

Un periodo difficile quello della pandemia, ma che ha rafforzato il nostro rapporto. Così ci ha scritto il pastore: “Sto pregando tanto, il desiderio mio e di mia moglie è quello che al più presto lo Spirito Santo possa metterci ‘in libertà’ per poterci riabbracciare, far visitare la nuova struttura e vivere insieme momenti di agape fraterna, di preghiera e di comunione ecumenica, insieme a tutti i focolarini  e a tutti coloro che ci hanno aiutato a concretizzare il nostro sogno al servizio di Dio. Dio vi benedica”.

Anche un Tg regionale ha intervistato il pastore che ha parlato del Centro, ringraziando tutti coloro che hanno collaborato all’iniziativa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Il Segreto dell’Unità

“Ama il Signore Dio e ama il prossimo come te stesso” Lc 10,27. E’ l’amore evangelico al centro della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani attualmente in corso. Forse mai come quest’anno si sono moltiplicati gli appuntamenti di preghiera in  tutta Italia promossi dalle diverse Chiese presenti nelle nostre città. Ovunque favoriscono la comunione e la conoscenza reciproca. Già anni fa Chiara Lubich, in un articolo sull’Osservatore Romano evidenziava “quanto l’ecumenismo spirituale sia sempre più l’anima del cammino verso la piena unità visibile dei cristiani e susciti nuova speranza per il futuro”. In questa luce ricordava gli inizi dell’Ottavario di preghiera. Riportiamo qui di seguito uno stralcio di quella sua riflessione.

Il Segreto dell’Unità
Osservatore Romano, 24 gennaio 2008

L’iniziativa dell’Ottavario di preghiera, nata 100 anni fa per opera  di Padre Paul Wattson, era uno dei primi segni del risveglio che lo Spirito Santo suscitava, chiamando i cristiani al rinnovamento, alla riconciliazione e alla comunione dopo secoli di lotte, incomprensioni e pregiudizi.

Molte sono le vie percorse dallo Spirito Santo per richiamare con forza la cristianità a questa conversione.  In tutti i tempi, infatti, sa “far cavare” dal Vangelo quel che serve all’umanità di quell’epoca e che di secolo in secolo appare talmente nuovo e rivoluzionario da sembrare prima quasi ignorato.  E’ per me una meraviglia sempre nuova,  costatare la varietà dei doni, ancora sconosciuti ai più, che lo Spirito Santo ha riversato nel nostro tempo nelle diverse Chiese cristiane, facendo scoprire le molteplici ricchezze contenute nel Vangelo di Cristo e nella redenzione da Lui operata.  Per la comune esperienza dell’incontro con Gesù, per il capovolgimento di vita che provoca diventa possibile una profonda comunione.

E’ stata proprio l’esperienza del Vangelo vissuto narrata ad alcuni pastori e religiose luterani in Germania all’inizio degli anni Sessanta, che ha aperto il dialogo della vita con quel mondo e poi con molte altre Chiese cristiane. Ero rimasta colpita dalla sorpresa di quel piccolo gruppo che mi aveva ascoltato: “Come? Anche i cattolici vivono il Vangelo?”.

Erano state le circostanze drammatiche del secondo conflitto mondiale che avevano favorito un nuovo approccio al Vangelo. Per una grazia certamente particolare quelle  Parole  mi erano apparse  straordinariamente nuove. Nei rifugi antiaerei portavamo solo quel piccolo libro. Quanto ci sono apparsi annacquati in quel tempo  i libri spirituali che avevamo letto e meditato! Ogni parola di Gesù, invece, era un fascio di luce incandescente: tutto divino!

Volevamo amare Dio come voleva essere amato. Tra le molte parole che Gesù aveva detto, scopriamo che c’è un comando che chiama “mio” e “nuovo”: “che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati”.  Da allora non facciamo un passo se non siamo unite dalla mutua carità: “…ante omnia…” (cf. 1, Pt 4).  Non è sentimentalismo. E’ costante sacrificio di tutto il proprio io per vivere la vita del fratello. E’ la perfetta rinuncia di sé, il portar l’uno i pesi dell’altro. E’ un partecipare di tutto ciò che possediamo, beni materiali e spirituali, al fratello. E in questo mutuo amore ci siamo accorte di vivere  quell’ultima  preghiera di Gesù al Padre, “che tutti siano uno, come io e te”, divenuta nostra regola, quale sintesi evangelica.

La forza che ci proveniva dall’unità ci ha spinto ben presto a riflettere sulle parole di Gesù: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Gesù dunque è in mezzo noi, spiritualmente presente, quando siamo uniti nel suo nome! La sua presenza si avverte per abbondanza di Luce soprattutto, e d’amore, e di forza. Come si avverte la sua assenza quando per qualche momento siamo disuniti, per mancanza d’amore. Allora sembra che tutto crolli. Ed operare il bene è pesante e quasi impossibile. Tutto sembra vuoto e inutile. Finché si ristabilisce l’unità e Gesù torna fra noi a risplendere come il sole, rendendoci capaci d’ogni sacrificio.

E ovunque ci troviamo, nei più diversi ambienti di lavoro, di studio, di famiglia, a contatto con ogni fratello che ci troviamo accanto, si ha la forza di vivere come Lui. Amando il fratello senza discriminazione alcuna, senza  pretendere di essere amati,  prendendo sempre l’iniziativa, “vivendo” il fratello, sentendoci peccato col fratello peccatore, errore col fratello errante, fame col fratello affamato, la Vita che è in noi passa a lui e siamo da lui riamati. ”Entrare” nel fratello, suscita la rinascita del fratello: rivede la Luce perché sente l’amore e nella luce la speranza che allontana la disperazione, e la carità verso noi e verso tutti. Si ha l’impressione che si scarceri la redenzione, agendo Gesù – mistica Vite – attraverso i suoi tralci uniti a Lui.

Il segreto di questa via dell’unità è racchiuso in quel “come” Gesù ha amato noi: dando tutto di sé sulla croce sino a lanciare al cielo quel misterioso grido “Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato? In quel grido, ci ha dato l’altissima, divina, eroica lezione su che cosa sia l’amore.

a cura di Carla Cotignoli

Vedi anche: https://www.focolaritalia.it/events/testi-per-la-settimana-di-preghiera-per-lunita-dei-cristiani-2024/

Di Gesù Abbandonato ce ne parla direttamente Chiara Lubich:




Giornata per l’Europa 2024 a Roma

Il mio impegno di cittadino europeo nelle sfide della società

 “E’ il momento dell’unità. Ci salveremo solo insieme”! (Davide Sassoli)

Quanto cittadini e comunità italiane sono protagonisti della democrazia Europea? Un segnale non certo positivo il continuo calo dell’afflusso alle consultazioni elettorali europee. Ora siamo davanti ad un bivio: questo protagonismo diventa cruciale. E’ quanto è emerso dall’indirizzo di saluto dei rappresentanti delle istituzioni europee, il dott. Fabrizio Spada, il dott. Vito Borrelli e dalla relazione del giornalista Claudio Sardo, intervenuti all’evento promosso per la Giornata dell’Europa 2024 a Roma il 10 maggio dal comitato romano della rete europea “Insieme per l’Europa”.

Sullo sfondo dell’inquietante panorama internazionale, Sardo ha posto in luce con forza questa responsabilità. Non ha taciuto di fronte a quella che ha definito “crudele volontà di potenza”, “violazione del diritto internazionale”, manifestate dai conflitti in corso a est e a sud dell’Europa. Ed ha ricordato che, dopo “aver conosciuto l’abisso” e “toccato con mano la volontà di potenza, la follia razzista e la smania distruttrice nel secondo conflitto mondiale, “è da una promessa di pace scambiata tra i popoli, che è fiorita l’Europa”. Un’Europa che “è più dell’Unione Europea, più dell’Euro, è una civiltà, un grande patrimonio etico e sociale”. Di qui l’urgenza di una “democrazia che sia strettamente connessa al grado di giustizia e di libertà, fattori che dipendono anche dalla coscienza dei cittadini, dal modo di vivere della comunità, dai valori di solidarietà che insieme – comunità e cittadini – esprimono”, divenendo “artefici del proprio futuro”.

E sono proprio i giovani che, davanti a un pubblico vivamente partecipe, hanno testimoniato questo impegno fattivo. Come Giulia Cavalea che si è presentata quale “Ambasciatrice dell’Unione Europea” nelle scuole medie. Un’iniziativa lanciata in nome di Antonio Megalizzi, giovane giornalista appassionato di Europa, vittima dell’attentato a Strasburgo del 2018. Un sogno il suo portato avanti da giovani grazie a una fondazione che porta il suo nome, “nata per rispondere con amore all’odio terrorista”.

Quanto fondamentale sia la formazione europea delle giovani generazioni è stata testimoniata anche da un’insegnante, Paola Aloi e da due giovani del liceo Augusto di Roma. Citiamo solo la partecipazione al Festival del Mediterraneo (Marsiglia, settembre scorso), in dialogo con coetanei di culture, lingue, religioni diverse. Un viaggio che, a detta dei giovani, ha lasciato un ricordo profondo che ha inciso nella loro vita. Un’esperienza eloquente di fronte ad un Mediterraneo che richiama il dramma degli immigrati su cui il relatore ha avuto parole forti: “L’accoglienza e la solidarietà – aveva ribadito –  sono sentimenti europei, mentre alzare i muri e respingere senza umanità costituiscono uno snaturamento di noi stessi”.

Un’apertura che si direbbe connaturale ai giovani che più di tutti percepiscono quanto “i popoli sono ormai continentali”, come aveva detto Sardo in conclusione, auspicando “che prosperi la vocazione e il carisma di unità in nuove forme creative”.  Lo ha testimoniato un’altra giovane, Fabiola Marotti che ha assunto il ruolo di “ambasciatrice del Mondo Unito”, iniziativa nata dalla ong New Humanity del Movimento dei Focolari, aprendo un ampio panorama dell’alleanza dei giovani con l’Unione Europea. Citiamo solo il progetto interamente finanziato dalle istituzioni europee: il “Corpo europeo di Solidarietà e Servizio Civile in Europa.

Fabiola aveva citato un passaggio di David Sassoli da lei intervistato tre anni fa: “i progetti politici vivono anche di spiritualità”.

L’evento di Roma ha avuto una profonda nota di spiritualità nella seconda parte che ha visto il pubblico trasferirsi nella storica chiesa contigua, dedicata a S. Maria in Campitelli. Qui è venuto in luce il volto ecumenico di Insieme per l’Europa, reso visibile lì davanti all’altare dai rappresentanti delle Chiese ortodosse, anglicana, cattolica, luterana, riformata, metodista, battista, evangeliche indipendenti e Esercito della Salvezza.

A detta di molti, si è sperimentato fraternità, comunione illuminate dalla riflessione affidata al teologo ortodosso Vladimir Laiba sul mistero dell’essere costituiti “molti in un solo Corpo” dal comune battesimo. Nella preghiera, per voce dei laici è stato invocato l’aiuto dell’Alto per attuare obiettivi comuni: vita, famiglia, creato, fratellanza, solidarietà con i poveri e gli emarginati, l’unità tra le Chiese, le radici cristiane dell’Europa, la giustizia. E la pace.

Emozionante, sullo sfondo di quanto si sta vivendo in Terra Santa, il Padre nostro in ebraico, eseguito dalla cantante lirica Lisa Daniele, e poco prima, il brano al pianoforte che esprimeva una preghiera araba, suonato da Mirna Okzan, giovane siriana. Particolarmente toccante lo scambio tra i presenti di un piccolo pane, un significativo gesto di pace che manifestava l’unità. Quell’unità che deve abbracciare tutta l’Europa perché, come ha ancora detto Sardo, è “l’unica possibilità per consentire alla nostra civiltà di reggere l’urto e la velocità delle trasformazioni”.

Carla Cotignoli

https://www.focolaritalia.it/events/giornata-delleuropa-a-roma-il-10-maggio-2024/




Festa dell’Europa: “Ecologia integrale: utopia sostenibile per l’Europa”- Rivedi

RIVEDI QUI SOPRA LO STREAMING

Quest’anno per la Festa dell’Europa, sulla scia del Team di Insieme per l’Europa a Graz/Austria, i Comitati di Insieme per l’Europad’Italia hanno promosso e organizzato un evento online dedicato al al Creato difendendo la natura e l’ambiente, dal titolo“Ecologia integrale: utopia sostenibile per l’Europa”.

Attraverso le riflessioni di Stefania Papa, docente ed esperta di ecologia, e Luca Fiorani, fisico esperto di clima, e del video sintesi dei tre messaggi di Papa Francesco, del Patriarca Bartolomeo I e di Antonio Guterres (ONU) per la 50a Giornata mondiale della Terra, saremo aiutati a prendere consapevolezza di come possiamo insieme operare per un presente e futuro migliori, rispettando la nostra Terra, in una cultura del rispetto, della cooperazione e della reciprocità. Antonia Testa e Donato Falmi del Movimento dei focolari, modereranno gli interventi.

Seguirà un momento di grande comunione, con la Preghiera Ecumenica di rappresentanti delle Chiese Cristiane, presentati da Giuseppe Del Coiro di V Dimensione.
Saranno presenti Costantino Vacros (rappresentante della Chiesa Ortodossa), il Pastore Giovanni Traettino (Fondatore della Chiesa Pentecostale della Riconciliazione), Pastore Mauro Adragna (Chiesa Pentecostale della Riconciliazione) e Nino Genova (Chiesa Pentecostale Condividere Gesù-Movimento Nuova Pentecoste) e Gabriela Lio, Presidente della Federazione delle Donne Evangeliche in Italia (FDEI).
Invierà un messaggio Luca Negro (Pastore della Comunità Ecumenica Battista di Albano, nonché Presidente della FCEI) che sarà letto da Stefano e Cristina Empler di Équipe Nôtre Dame.

“Per questi Sì vogliamo impegnarci insieme, ogni Movimento e Comunità, secondo il proprio carisma e le proprie potenzialità; vogliamo lavorare con tutti gli uomini e le donne, con le Istituzioni e con tutte le forze sociali e politiche. Insieme vogliamo porci nuovamente a servizio della Pace e dell’Unità che sono a fondamento dell’Europa di oggi. Insieme vogliamo comunicare all’Europa e al mondo il Vangelo della Vita e della Pace che anima i nostri Movimenti e le nostre Comunità” (Stoccarda, 12/05/07)

Insieme per l’Europa – Italia

Pagina Facebook – Insieme per l’Europa




I Focolari della Campania, un anno all’insegna dell’ ”altro”.

Vivere la propria città, cercando e creando spiragli di luce e di pace, guardando negli occhi chi sta accanto per costruire luoghi e spazi di fraternità, è stato lo sforzo di ragazzi, giovani e adulti della comunità dei Focolari campana che ha rivolto l’attenzione sulle varie problematicità che interrogano questa zona del Sud Italia. Le vecchie e nuove povertà, l’impegno per le nuove generazioni, l’attualissimo fenomeno delle migrazioni, il dialogo a tutto campo con persone di altre fedi sono stati i focus delle molteplici proposte che sono state offerte al territorio.

Incominciamo dai giovanissimi. Dopo il positivo esperimento del Cantiere estivo dello scorso anno, i ragazzi e le ragazze per l’Unità hanno rinnovato e continuato durante l’anno il loro impegno a favore degli ultimi delle loro città. La sensibilità al sociale sorta in loro li ha spinti a vivere in maniera più impegnata, spronando anche gli adulti, ad intraprendere azioni sociali realizzate nei quartieri cittadini più degradati: poveri, anziani, emarginati… .

Un grave problema sociale che è stato attenzionato dai focolari in tutta Italia e in particolare in questa regione è il gioco d’azzardo. Questa regione è letteralmente divorata da questa piaga che coinvolge tantissimi giovani e adulti e che provoca l’impoverimento economico e morale di coloro che cadono nella trappola della falsa speranza di una vincita che potrebbe cambiare la vita. Di fatto ogni famiglia a Napoli spende in un mese quasi la stessa cifra per tentare la fortuna e acquistare beni alimentari, come riporta il quotidiano “Il Mattino” Aumentano le persone a rischio dipendenza, purtroppo anche i casi di suicidi per i troppi debiti sono in crescita, senza contare le infiltrazioni mafiose e camorristiche che riciclano denaro attraverso le sale Slot e i casi di usura sempre più in aumento. I paesi Vesuviani, l’Università di Napoli, Caserta, dove è stato presentato presso la libreria Feltrinelli il libro di Città Nuova “Vite in gioco“, sono stati i luoghi dove  si sono svolte le iniziative di SlotMob e BankMob per sensibilizzare le persone contro il gioco d’azzardo.

Promuovere progetti e iniziative insieme ad altre associazioni e movimenti è un obiettivo per rafforzare una rete di solidarietà, per combattere la povertà e promuovere un dialogo a tutto campo con coloro che vivono e vogliono risolvere alcune problematiche sociali. Diversi volontari della comunità focolarina prestano regolarmente il loro servizio presso le mense per i senza tetto, altri sono in contatto con gli appartenenti alle varie Chiese cristiane per continuare sulla strada del dialogo ecumenico, lavorando insieme per i poveri e attraverso diverse iniziative come “I lunedì di Capodimonte”, ciclo di incontri a tre voci (cattolica, ortodossa e protestante), promosso dal Consiglio Regionale delle Chiese Cristiane della Campania con il patrocinio della stessa Facoltà Teologica e la collaborazione del Centro Studi Francescani per il dialogo interreligioso e le culture.

Il dialogo però non si ferma con i credenti di altre confessioni cristiane ma procede anche nella direzione interreligiosa, con i fedeli di altre religioni, come quella musulmana, taoista, baha’i. A Napoli, nell’ambito del progetto “IncontriAmo la città”, che si è svolto  il  23 e il 24 giugno, si è compiuta una visita alla moschea e si sono costituite in Piazza Mercato due grandi aiuole con una targa che testimonia il rapporto di amicizia fraterna tra cattolici e musulmani. Si è aperto inoltre presso una parrocchia un centro di ascolto per persone provenienti da altri paesi, in maggioranza musulmane. Si sta avviando una collaborazione anche con l’Associazione della Comunità Somala per provvedere alle necessità di quanti arrivano in Italia scappando dalla lunga guerra che sta distruggendo il loro Paese. Dal prossimo mese di settembre partirà un laboratorio per l’insegnamento di italiano e una raccolta fondi per generi di prima necessità.

Una città, tante città che procedono in un cammino spedito per illuminare spazi, volti, gesti, per renderle più fraterne e restituirne  bellezza, per continuare a incontrarsi all’insegna dell’ “altro”.




8 giugno 2021, ore 13: un minuto per la pace

L’ 8 giugno 2014 si è svolto nei Giardini Vaticani l’incontro “Invocazione per la pace” promosso da Papa Francesco insieme al Presidente di Israele (Simon Peres), al Presidente dell’Autorità Palestinese (Maḥmūd ʿAbbās – Abu Mazen), con il Patriarca di Costantinopoli (Bartolomeo I).

Durante questo incontro, Margaret Karram ha recitato la preghiera per la pace di San Francesco d’Assisi.

Margaret Karram durante la lettura della Preghiera di San Francecsco

Con UN MINUTO PER LA PACE 2021 invitiamo tutti: cattolici, cristiani delle diverse confessioni, credenti di tante religioni, uomini e donne di buona volontà a unirsi per pregare e lavorare insieme” per la pace in tutto il mondo, in particolare a Gerusalemme, tra israeliani e palestinesi e in Myanmar. Ci fermiamo quindi martedì 8 giugno alle ore 13 (italiane), per pregare per la pace.

Anche il Movimento dei Focolari ha aderito all’iniziativa promossa dall’Azione Cattolica. Coinvolgiamo e diffondiamo questa iniziativa per contare in tutto il mondo un numero sempre più grande di MINUTI PER LA PACE.

Leggi l’iniziativa sul sito dell’Azione Cattolica




Chiara Lubich: l’amicizia spirituale via alla cultura del dialogo

25 giugno 2021. Conversazione con Roberto Catalano.
Docente universitario, esperto del dialogo interreligioso.
Terzo appuntamento organizzato dalla Comunità del Movimento dei Focolari di Jesi nelle Marche.




Associazione Arcobaleno Milano

L’Associazione Arcobaleno
Nel cuore di Milano, l’Associazione Arcobaleno è un’iniziativa sociale nata 40 anni fa per opera di alcuni giovani del Movimento dei Focolari e divenuta un esempio riuscito dell’integrazione e dell’inclusione delle popolazioni straniere in Italia. L’obiettivo dell’associazione è quello di accogliere e promuovere l’inclu- sione sociale delle persone migranti. Le fondamenta dell’iniziativa partono da una frase di Chiara Lubich: «Amare la patria altrui come la propria». Alle origini, un torneo di calcio, il Mundialito, che nei primi anni ’80 radunava giocatori da oltre 24 nazionalità. A questo col tempo si è aggiunta la Scuola di Italiano, che è riuscita a cogliere fino a 1.500 studenti all’anno e che oggi costituisce l’attività principale dell’associazione. Oltre a questa ci sono i corsi di inglese, di informatica, il centro di ascolto per le donne, lo sportello di assistenza legale, e i servizi per le famiglie bisognose attraverso la Spesa Sospesa e il Banco Alimentare.

Contatti
E-mail arcobalenoass@libero.it Tel 02 89400383

 




Essere pellegrini di pace e unità. Videointervista a Margaret Karram

La presidente del Movimento dei Focolari, Margaret Karram, risponde alle domande di Insieme sulla delicata situazione internazionale, sul Cammino sinodale, sull’attualità dell’eccomi di Maria e sulla Terra Santa.

Una visita che cade in un tempo di grandi tribolazioni. Il momento migliore per «affidare il mondo» alla Regina della pace e per lavorare ad una rinnovata unità. Un compito che richiede fatica, pazienza, ma dà gioia.

Margaret, in che modo l’unità potrebbe favorire i processi di pace, quelli interiori e quelli globali?

«L’unità è costruire rapporti veri, sinceri; prima di tutto è un dono di Dio. Affinché sia vera, non solo un’amicizia, per entrare in questo ascolto profondo, dobbiamo mettere delle premesse: un contributo importante lo abbiamo dalla nostra vita interiore e di preghiera. Se ognuno di noi non ha questa ricchezza spirituale dentro, non può costruire una unità vera.

Ci vuole l’amicizia per costruire l’unità, ma non basta. Ci vuole anche una vita interiore che arricchisca reciprocamente e ci faccia entrare nella vita dell’altro. San Paolo ci dice che il farsi uno con l’altro è portare i pesi dell’altra persona, i suoi dolori, le sue gioie. Fare questo richiede fatica e sacrificio, ma è proprio vero che ci dona gioia e pace. Penso sia quello di cui oggi il mondo abbia più bisogno.

Dobbiamo saper costruire un rapporto vero, un dialogo vero che ci porti ad accettare la diversità dell’altro, a non giudicare l’idea diversa, ma ad accogliere. È questo che ci fa costruire un dialogo sincero, vero, basato sì su un’amicizia, ma soprattutto su qualcosa di spirituale. Se lo viviamo, oggi, sono convinta che tanti rapporti cambieranno e potremo pensare a una fraternità diversa, a costruire la pace».

La Chiesa è in Cammino sinodale. Qual è il contributo del Movimento dei Focolari?

«Tanti membri del Movimento sparsi nel mondo sono inseriti nei contesti ecclesiali locali. Già lì diamo un contributo specifico essendo parte della Chiesa locale, ma anche come spirito e carisma dell’unità. In particolare, per vivere ed essere figli della Chiesa cattolica non basta solo vivere l’interno, costruire rapporti con i cattolici; noi possiamo contribuire ad aprirci all’unità con le altre Chiese, al dialogo con le altre religioni, a dialogare con le persone che hanno convinzioni diverse. Il nostro contributo è aprirci a tutte queste realtà perché la Chiesa includa tutti, tutto il popolo di Dio.

A livello internazionale come Movimento abbiamo lavorato tanto, raccogliendo le sensibilità e le esperienze di varie culture. Abbiamo raccolto tutto e l’abbiamo inviato al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita affinché arrivasse anche un nostro contributo specifico alla segreteria del Sinodo. Questo Cammino sinodale è molto importante».

Leggi tutta l’intervista a cura di Salvatore D’Angelo su Insieme:

https://www.insiemenews.it/2022/11/14/essere-pellegrini-di-pace-e-unita-intervista-a-margaret-karram/

 




Incontro Ecumenico al Focolare Meeting Point di Roma

Il Direttore Matthew Laferty è stato ricevuto con altri leader ecumenici  al nuovo Focolare Meeting Point nei pressi di Piazza Venezia al centro di Roma. Congratulazioni al Movimento dei Focolari per la loro ardita visione e per il nuovo spazio che favorisce l’unità e la fraternità umana”.  E’ il tweet che già la sera stessa dell’incontro (15 febbraio) è stato lanciato dal Methodist Ecumenical Office di Roma, che  a nome del World Methodist Council, è incaricato delle relazioni con la Chiesa cattolica e la Santa Sede.

Al bridisi finale  anche l’arcivescovo Ian Ernest, Direttore del Centro Anglicano a Roma, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede, aveva espresso la sua gratitudine per il momento di calda accoglienza e comunione fraterna sperimentate in quelle ore vissute in modo del tutto informale e familiare, “che – ha detto – ci ha portati più vicini gli uni agli altri”.

E’ stato “un momento e un luogo  profetico per l’ecumenismo” per don Giuliano Savina,  Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana (UNEDI). E’ stato spontaneo per il pastore valdese Winfrid Pfannkuche, a Roma (Via IV Novembre) membro della Consulta delle Chiese evangeliche della capitale,  richiamare l’attuale legame di amicizia ben diverso da quando la  Chiesa valdese è stata per  decenni nascosta nel condominio che dista a soli tre metri dal Focolare Meeting Point già sede di una confraternita carmelitana. In quel tempo gli uni consideravano gli altri eretici tanto da vigilare a che nemmeno le pietre delle due costruzioni quasi adiacenti si toccassero.

E segno di rinascita è lo stesso centro, inaugurato  nel maggio dello scorso anno dal vicario generale del Papa per la diocesi di Roma il card. Angelo De Donatis e dalla Presidente dei Focolari, Margaret Karram. La struttura comprensiva della Chiesa di Santa Maria del Carmine, che risale al Seicento, è stata trasformata in uno spazio con vari ambienti dal tocco moderno e armonioso, che gli ospiti hanno visitato.

Come è stato loro illustrato, è uno spazio, aperto ogni giorno,  che vuol essere “casa”,  accoglienza, punto d’incontro in questa città, per leaders e fedeli di Chiese e comunità ecclesiali,  rappresentanti delle diverse religioni, responsabili e membri di associazioni e movimenti, politici, diplomatici, adulti e giovani che passano da Roma per i più svariati motivi. Mentre il primo impegno di chi lo anima è mantener vivo con tutti quell’amore evangelico che vede in ciascuno un fratello, un volto del Maestro che ha promesso la sua presenza quando due o più sono uniti nel suo nome.

Già si intravvede un nuovo cammino di crescita nella reciproca conoscenza con uno scambio di inviti già nell’immediato: a nome dell’Arcivescovo Ortodosso d’Italia, il Metropolita Polycarpos, domenica 19 Divina Liturgia della Chiesa Greco-Ortodossa per la festa di San Teodoro; al Centro Anglicano martedì 21 febbraio da parte dell’arcivescovo Ian Ernest.

Carla Cotignoli