Giornata per l’Europa 2024 a Roma

Il mio impegno di cittadino europeo nelle sfide della società

 “E’ il momento dell’unità. Ci salveremo solo insieme”! (Davide Sassoli)

Quanto cittadini e comunità italiane sono protagonisti della democrazia Europea? Un segnale non certo positivo il continuo calo dell’afflusso alle consultazioni elettorali europee. Ora siamo davanti ad un bivio: questo protagonismo diventa cruciale. E’ quanto è emerso dall’indirizzo di saluto dei rappresentanti delle istituzioni europee, il dott. Fabrizio Spada, il dott. Vito Borrelli e dalla relazione del giornalista Claudio Sardo, intervenuti all’evento promosso per la Giornata dell’Europa 2024 a Roma il 10 maggio dal comitato romano della rete europea “Insieme per l’Europa”.

Sullo sfondo dell’inquietante panorama internazionale, Sardo ha posto in luce con forza questa responsabilità. Non ha taciuto di fronte a quella che ha definito “crudele volontà di potenza”, “violazione del diritto internazionale”, manifestate dai conflitti in corso a est e a sud dell’Europa. Ed ha ricordato che, dopo “aver conosciuto l’abisso” e “toccato con mano la volontà di potenza, la follia razzista e la smania distruttrice nel secondo conflitto mondiale, “è da una promessa di pace scambiata tra i popoli, che è fiorita l’Europa”. Un’Europa che “è più dell’Unione Europea, più dell’Euro, è una civiltà, un grande patrimonio etico e sociale”. Di qui l’urgenza di una “democrazia che sia strettamente connessa al grado di giustizia e di libertà, fattori che dipendono anche dalla coscienza dei cittadini, dal modo di vivere della comunità, dai valori di solidarietà che insieme – comunità e cittadini – esprimono”, divenendo “artefici del proprio futuro”.

E sono proprio i giovani che, davanti a un pubblico vivamente partecipe, hanno testimoniato questo impegno fattivo. Come Giulia Cavalea che si è presentata quale “Ambasciatrice dell’Unione Europea” nelle scuole medie. Un’iniziativa lanciata in nome di Antonio Megalizzi, giovane giornalista appassionato di Europa, vittima dell’attentato a Strasburgo del 2018. Un sogno il suo portato avanti da giovani grazie a una fondazione che porta il suo nome, “nata per rispondere con amore all’odio terrorista”.

Quanto fondamentale sia la formazione europea delle giovani generazioni è stata testimoniata anche da un’insegnante, Paola Aloi e da due giovani del liceo Augusto di Roma. Citiamo solo la partecipazione al Festival del Mediterraneo (Marsiglia, settembre scorso), in dialogo con coetanei di culture, lingue, religioni diverse. Un viaggio che, a detta dei giovani, ha lasciato un ricordo profondo che ha inciso nella loro vita. Un’esperienza eloquente di fronte ad un Mediterraneo che richiama il dramma degli immigrati su cui il relatore ha avuto parole forti: “L’accoglienza e la solidarietà – aveva ribadito –  sono sentimenti europei, mentre alzare i muri e respingere senza umanità costituiscono uno snaturamento di noi stessi”.

Un’apertura che si direbbe connaturale ai giovani che più di tutti percepiscono quanto “i popoli sono ormai continentali”, come aveva detto Sardo in conclusione, auspicando “che prosperi la vocazione e il carisma di unità in nuove forme creative”.  Lo ha testimoniato un’altra giovane, Fabiola Marotti che ha assunto il ruolo di “ambasciatrice del Mondo Unito”, iniziativa nata dalla ong New Humanity del Movimento dei Focolari, aprendo un ampio panorama dell’alleanza dei giovani con l’Unione Europea. Citiamo solo il progetto interamente finanziato dalle istituzioni europee: il “Corpo europeo di Solidarietà e Servizio Civile in Europa.

Fabiola aveva citato un passaggio di David Sassoli da lei intervistato tre anni fa: “i progetti politici vivono anche di spiritualità”.

L’evento di Roma ha avuto una profonda nota di spiritualità nella seconda parte che ha visto il pubblico trasferirsi nella storica chiesa contigua, dedicata a S. Maria in Campitelli. Qui è venuto in luce il volto ecumenico di Insieme per l’Europa, reso visibile lì davanti all’altare dai rappresentanti delle Chiese ortodosse, anglicana, cattolica, luterana, riformata, metodista, battista, evangeliche indipendenti e Esercito della Salvezza.

A detta di molti, si è sperimentato fraternità, comunione illuminate dalla riflessione affidata al teologo ortodosso Vladimir Laiba sul mistero dell’essere costituiti “molti in un solo Corpo” dal comune battesimo. Nella preghiera, per voce dei laici è stato invocato l’aiuto dell’Alto per attuare obiettivi comuni: vita, famiglia, creato, fratellanza, solidarietà con i poveri e gli emarginati, l’unità tra le Chiese, le radici cristiane dell’Europa, la giustizia. E la pace.

Emozionante, sullo sfondo di quanto si sta vivendo in Terra Santa, il Padre nostro in ebraico, eseguito dalla cantante lirica Lisa Daniele, e poco prima, il brano al pianoforte che esprimeva una preghiera araba, suonato da Mirna Okzan, giovane siriana. Particolarmente toccante lo scambio tra i presenti di un piccolo pane, un significativo gesto di pace che manifestava l’unità. Quell’unità che deve abbracciare tutta l’Europa perché, come ha ancora detto Sardo, è “l’unica possibilità per consentire alla nostra civiltà di reggere l’urto e la velocità delle trasformazioni”.

Carla Cotignoli

https://www.focolaritalia.it/events/giornata-delleuropa-a-roma-il-10-maggio-2024/




Il giro d’Italia dell’ecumenismo

In occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dal 18 al 25 gennaio, dedicata al tema “Amerai il Signore tuo Dio e il prossimo tuo come te stesso” molte le iniziative a cui hanno partecipato i Focolari lungo tutto il Belpaese

Non solo preghiere, veglie, meditazioni hanno animato la Settimana di unità dei cristiani da poco conclusa, ma anche pizze, cacce al tesoro, il caffè alla valdostana e tante altre idee frutto della creatività al servizio dell’unità. Un breve excursus sulle iniziative diocesane, il Centro Studi per l’Ecumenismo ne ha censite 162 in tutta Italia, ci porterà in alcuni dei luoghi dove membri dei Focolari sono impegnati in prima persona.

Prima tappa: Avezzano. I due partecipati appuntamenti tenutesi il 23 e il 24 gennaio, rispettivamente nella chiesa cattolica di San Giovanni e nella chiesa metodista evangelica di Villa San Sebastiano, sono stati caratterizzati da «un incontro tra persone – commenta Anna Lucia Botticchio – che da tempo cercano di vivere la comunione, uno scambio di esperienze di vita che parte dalla propria Chiesa, ma arriva ed aiuta anche l’altra Chiesa». Prevale l’unità sulle differenze, la fratellanza sulle divisioni, la carità fattiva e concreta sull’astrattezza dei pensieri. Il frutto concreto è stata una colletta, tra i cristiani delle diverse Chiese, per aiutare una famiglia del territorio in difficoltà. «Il patrimonio comune – conclude Anna Lucia Botticchio – è più grande di quello che ci divide. E nel libro Varcare la soglia della speranza San Giovanni Paolo II scrive: “Non potrebbe essere che le divisioni siano state una via che ha condotto e conduce la Chiesa, a scoprire le molteplici ricchezze contenute nel Vangelo di Cristo?”».

Seconda tappa Bologna. Un elemento emerso quest’anno, è un’attenzione al coinvolgimento dei giovani nel cammino ecumenico. La veglia ecumenica del 19 gennaio alla Santissima Annunziata a Porta Procula è stata organizzata da ragazzi e ragazze di diverse Chiese e sabato 20 gennaio una visita alle chiese sorelle è stata organizzata per i bambini del catechismo, i gruppi delle medie e le famiglie. Un programma itinerante con più 150 partecipanti alla scoperta della bellezza artistica e di fede delle chiese cristiane non cattoliche di Bologna. «Entrare – spiega Ermes Rigon – per conoscere le diversità e i punti in comune della concezione architettonica, dell’uso dell’altare, delle icone delle altre chiese è stata una scoperta affascinante. Le risposte, poi, date alle domande dei ragazzi da parte dei responsabili delle varie Chiese hanno dato spessore ad un evento inedito: era la prima volta che accadeva. Tanti non immaginavano la profondità di quello che è emerso e un genitore ha commentato: “Questo è catechismo vivo e capiamo quanto è importante il dialogo tra cristiani, anche perché i figli frequentano le stesse scuole”. La settimana si è conclusa nella Cripta della Chiesa di Bologna con una preghiera dei cristiani per la pace con un’attenzione particolare al Medio Oriente». Una celebrazione molto partecipata in uno spirito fraterno tangibile aperta alle nuove generazioni.

La tappa di Milano si è conclusa con i cori giovanili e delle diverse chiese cristiane. «La bellezza del canto – commenta Paola Pietrogrande -, nelle sue diverse espressioni tradizionali e culturali, dai tamburi eritrei alle monodie copte, dalla polifonia russa al gregoriano, è sempre un aiuto all’unità. Lo abbiamo sperimentato».

Verona: giovedì 18 gennaio la settimana ecumenica si è aperta con un’ora di preghiera nel Tempio valdese per l’unità e la pace, intensa e partecipata, preparata e presieduta dalla Pastora valdese e il Pastore luterano. «La riflessione del Pastore – commenta Claudio Santin – sulla domanda “chi è il mio prossimo, il tuo prossimo?” ci ha portati a guardare in faccia non tanto chi ci è vicino, ma chi è lontano dal nostro cuore, chi non la pensa come me, chi sta dall’altra parte. E non è stato così anche per Gesù quando dice di lasciare le 99 pecore per quella lontana? Da tempo la mia preghiera è proprio per chi decide la guerra, terroristi, camorristi, chi usa armi, ogni sorta di violenza, chi ha il potere assassino». Una straordinaria presenza di sacerdoti e il coro ecumenico hanno coronato la liturgia della Parola.

Originale il gesto di amicizia compiuto nella diocesi di Civitavecchia-Tarquinia su proposta delle Chiese del Burkina Faso e adattato ad una tradizione della Valle D’Aosta. Per simboleggiare la reciproca accoglienza e la condivisione, è stata usata “la Grolla dell’amicizia” che viene utilizzata con l’intento di accogliere gli ospiti più cari e condividere con loro il “caffè alla valdostana”.

Il gesto profetico si esprime in due momenti. «All’inizio – chiosa Felice Mari – i rappresentanti delle Chiese versano dell’acqua da ampolle diverse nella Grolla (simbolo dei doni spirituali che ciascuno porta); il secondo momento, a fine celebrazione, vede ogni Pastore e Sacerdote versare l’acqua dalla Grolla in un bicchiere e poi porgerlo da bere ad un altro per simboleggiare il reciproco scambio di doni che sono stati messi in comune e che provengono dalla stessa fonte. Ci è sembrato un gesto che ha dato il giusto significato alle liturgie di questa settimana».

Un modo alternativo, che punta alla relazione, per vivere la settimana ecumenica, è stato vissuto a Bari. Alcune persone dei Focolari con i loro amici di Comunione e Liberazione hanno fatto visita alla famiglia di Padre Mykolai della Chiesa ortodossa ucraina e hanno festeggiato il compleanno dei loro due figli gemelli. «La condivisione – dice Rita Sforza Seller – crea una nuova familiarità per camminare insieme nella comune avventura cristiana».

A Roma alcune focolarine si sono recate presso il Pontificio Collegio Beda nei pressi della Basilica di San Paolo fuori le mura. «È stata veramente – scrive Carla Cotignoli – una celebrazione bella, serena e partecipata. La Reverenda Tara Curlewis, della Chiesa Presbiteriana di Scozia, nel suo sermone ha usato questa immagine molto suggestiva: il rapporto tra le varie Chiese dovrebbe essere come quello di due innamorati che ballano insieme, abbracciati, ma lasciando lo spazio perché ciascuno possa muoversi liberamente». La cena a buffet preparata con cura «è stata occasione di conoscere e scambiare esperienze con tante persone, sacerdoti, seminaristi, suore, parecchie delle quali conoscono o almeno hanno sentito il nome del Movimento dei Focolari. Siamo rimasti molto contenti di questa esperienza speciale e del tutto al di sopra delle nostre aspettative. Nel cuore sentiamo tanta gratitudine e il desiderio di intensificare la preghiera e l’azione per l’unità, per realizzare il sogno di Chiara Lubich».

Ultima tappa di questo non esaustivo giro d’Italia si conclude nella Chiesa di San Domenico Savio a Vittoria (RG) con un “concerto ecumenico” (vedi Concerto ecumenico) alla presenza di 400 persone. Sette le chiese che hanno organizzato, quattro quelle che hanno portato un contributo musicale, ma tutte sono state coinvolte nell’organizzazione della serata, nella presentazione e nella lettura dei testi. «Il clima – commenta Cettina Zafarana – è stato di grande condivisione, con la certezza che la fraternità è possibile ed è il dono più grande che Gesù ci ha lasciato. Possiamo viverla e sperimentarla su questa terra al di là delle diversità tra le diverse chiese».

Aurelio Molè




Il Segreto dell’Unità

“Ama il Signore Dio e ama il prossimo come te stesso” Lc 10,27. E’ l’amore evangelico al centro della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani attualmente in corso. Forse mai come quest’anno si sono moltiplicati gli appuntamenti di preghiera in  tutta Italia promossi dalle diverse Chiese presenti nelle nostre città. Ovunque favoriscono la comunione e la conoscenza reciproca. Già anni fa Chiara Lubich, in un articolo sull’Osservatore Romano evidenziava “quanto l’ecumenismo spirituale sia sempre più l’anima del cammino verso la piena unità visibile dei cristiani e susciti nuova speranza per il futuro”. In questa luce ricordava gli inizi dell’Ottavario di preghiera. Riportiamo qui di seguito uno stralcio di quella sua riflessione.

Il Segreto dell’Unità
Osservatore Romano, 24 gennaio 2008

L’iniziativa dell’Ottavario di preghiera, nata 100 anni fa per opera  di Padre Paul Wattson, era uno dei primi segni del risveglio che lo Spirito Santo suscitava, chiamando i cristiani al rinnovamento, alla riconciliazione e alla comunione dopo secoli di lotte, incomprensioni e pregiudizi.

Molte sono le vie percorse dallo Spirito Santo per richiamare con forza la cristianità a questa conversione.  In tutti i tempi, infatti, sa “far cavare” dal Vangelo quel che serve all’umanità di quell’epoca e che di secolo in secolo appare talmente nuovo e rivoluzionario da sembrare prima quasi ignorato.  E’ per me una meraviglia sempre nuova,  costatare la varietà dei doni, ancora sconosciuti ai più, che lo Spirito Santo ha riversato nel nostro tempo nelle diverse Chiese cristiane, facendo scoprire le molteplici ricchezze contenute nel Vangelo di Cristo e nella redenzione da Lui operata.  Per la comune esperienza dell’incontro con Gesù, per il capovolgimento di vita che provoca diventa possibile una profonda comunione.

E’ stata proprio l’esperienza del Vangelo vissuto narrata ad alcuni pastori e religiose luterani in Germania all’inizio degli anni Sessanta, che ha aperto il dialogo della vita con quel mondo e poi con molte altre Chiese cristiane. Ero rimasta colpita dalla sorpresa di quel piccolo gruppo che mi aveva ascoltato: “Come? Anche i cattolici vivono il Vangelo?”.

Erano state le circostanze drammatiche del secondo conflitto mondiale che avevano favorito un nuovo approccio al Vangelo. Per una grazia certamente particolare quelle  Parole  mi erano apparse  straordinariamente nuove. Nei rifugi antiaerei portavamo solo quel piccolo libro. Quanto ci sono apparsi annacquati in quel tempo  i libri spirituali che avevamo letto e meditato! Ogni parola di Gesù, invece, era un fascio di luce incandescente: tutto divino!

Volevamo amare Dio come voleva essere amato. Tra le molte parole che Gesù aveva detto, scopriamo che c’è un comando che chiama “mio” e “nuovo”: “che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati”.  Da allora non facciamo un passo se non siamo unite dalla mutua carità: “…ante omnia…” (cf. 1, Pt 4).  Non è sentimentalismo. E’ costante sacrificio di tutto il proprio io per vivere la vita del fratello. E’ la perfetta rinuncia di sé, il portar l’uno i pesi dell’altro. E’ un partecipare di tutto ciò che possediamo, beni materiali e spirituali, al fratello. E in questo mutuo amore ci siamo accorte di vivere  quell’ultima  preghiera di Gesù al Padre, “che tutti siano uno, come io e te”, divenuta nostra regola, quale sintesi evangelica.

La forza che ci proveniva dall’unità ci ha spinto ben presto a riflettere sulle parole di Gesù: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Gesù dunque è in mezzo noi, spiritualmente presente, quando siamo uniti nel suo nome! La sua presenza si avverte per abbondanza di Luce soprattutto, e d’amore, e di forza. Come si avverte la sua assenza quando per qualche momento siamo disuniti, per mancanza d’amore. Allora sembra che tutto crolli. Ed operare il bene è pesante e quasi impossibile. Tutto sembra vuoto e inutile. Finché si ristabilisce l’unità e Gesù torna fra noi a risplendere come il sole, rendendoci capaci d’ogni sacrificio.

E ovunque ci troviamo, nei più diversi ambienti di lavoro, di studio, di famiglia, a contatto con ogni fratello che ci troviamo accanto, si ha la forza di vivere come Lui. Amando il fratello senza discriminazione alcuna, senza  pretendere di essere amati,  prendendo sempre l’iniziativa, “vivendo” il fratello, sentendoci peccato col fratello peccatore, errore col fratello errante, fame col fratello affamato, la Vita che è in noi passa a lui e siamo da lui riamati. ”Entrare” nel fratello, suscita la rinascita del fratello: rivede la Luce perché sente l’amore e nella luce la speranza che allontana la disperazione, e la carità verso noi e verso tutti. Si ha l’impressione che si scarceri la redenzione, agendo Gesù – mistica Vite – attraverso i suoi tralci uniti a Lui.

Il segreto di questa via dell’unità è racchiuso in quel “come” Gesù ha amato noi: dando tutto di sé sulla croce sino a lanciare al cielo quel misterioso grido “Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato? In quel grido, ci ha dato l’altissima, divina, eroica lezione su che cosa sia l’amore.

a cura di Carla Cotignoli

Vedi anche: https://www.focolaritalia.it/events/testi-per-la-settimana-di-preghiera-per-lunita-dei-cristiani-2024/

Di Gesù Abbandonato ce ne parla direttamente Chiara Lubich:




Insieme per l’Europa – Una nuova chiamata all’Unità

Insieme per l’Europa (IpE) – “Incontro degli Amici” in Romania

In tempi così inquietanti per il nostro continente e per il mondo, cristiani di diverse Chiese, riuniti per il loro incontro annuale dal 16 al 18 novembre 2023 a Timişoara, capitale europea della cultura 2023, hanno aperto spazi di speranza. Sin dalle prime battute si sono prospettate le sfide e le urgenze del presente a cui dare la risposta insieme: ha significato entrare nelle spaccature per osare la pace, per rafforzare il cammino di unità tra Est e Ovest Europa, tra le diverse Chiese.

Erano presenti infatti cristiani ortodossi, cattolici, protestanti, riformati, anglicani e delle Chiese libere, da 29 Paesi, dall’Ucraina e dalla Russia. Ed anche dal Medio Oriente. I partecipanti, di 51 Movimenti, rappresentano i più di 300 Movimenti e Comunità cristiane uniti nella rete di “Insieme per l’Europa”. Anche nel gruppo italiano il timbro dell’internazionalità per la presenza di tre giovani ora residenti nelle nostre città: una russa ortodossa, una rumena e un giovane della Sierra Leone.

Significativa in questo incontro 2023 a Timişoara è stata l’apertura al mondo dell’Ortodossia e al mondo politico. Tra i presenti, numerose autorità religiose e politiche, tra cui il già Primo Ministro slovacco Eduard Heger, il Segretario di Stato per il culto rumeno Ciprian Vasile Olinici e Vescovi di varie Chiese: il vescovo greco-cattolico Ioan Călin Bot di Lugosi, il vescovo ortodosso Lucian Mic di Caransebes e il vescovo Reinhart Guib della Chiesa evangelica luterana C.A. in Romania) e il vescovo Christian Krause, già Presidente della Federazione Luterana Mondiale.

La scelta di Timisoara si deve all’invito del vescovo romano-cattolico della città, Josef-Csaba Pál. Si è rivelata la sede ideale, come è stato evidenziato ripetutamente: attraverso cenni della sua storia e testimonianze di giovani e famiglie, sacerdoti e vescovi si è mostrata in miniatura, modello d’Europa per l’armonia delle diversità di cultura e fede, che qui convivono diventando ricchezza reciproca. Ne sono stati espressione sin dalla serata di apertura, non per ultima, la fresca presenza di tanti giovani del posto con i loro canti e costumi tradizionali, “una promessa per un’Europa unita nell’amore”, così una partecipante austriaca.

Di fronte alla crescente incertezza e angoscia provocate dalla guerra in Ucraina e ancor più con il conflitto scoppiato in Medio Oriente, nell’intervento centrale, lo storico tedesco Herbert Lauenroth si è chiesto quali prospettive si aprono per “il nostro Insieme per l’Europa”. Non ha ignorato, statistiche alla mano, la crisi che investe tutte le Chiese. Ha parlato del “disfarsi di una forma di Chiesa, imponente nella sua visibilità”, ma anche dell’apparire di “una forma nuova” quella del “piccolo gregge degli inizi” capace di “testimonianza profetica”, che corrisponde a quelle che lo storico britannico Arnold Toynbee ha chiamato “minoranze creative” “da cui dipende il destino di una società”.

Minoranze, ma aperte ad un dialogo costante, come è l’impegno della rete IpE. Margaret Karram, attuale Presidente del Movimento dei Focolari vi ha dato riconoscimento con gratitudine, evidenziandone l’estrema necessità in questo momento. “Dialogo. Sembra quasi impossibile pronunciare oggi questa parola – ha detto – eppure è uno dei volti della speranza, forse il più efficace, perché è una testimonianza potentissima, perché ha la forza di cambiare le cose se data da comunità unite dalla vita del Vangelo. È in questo che “osiamo” sperare e per cui lavoriamo: stendere nel mondo una grande rete di fraternità, essere quel “lievito” che nell’oggi della storia fa fermentare perdono e riconciliazione”.

I partecipanti al convegno sono poi stati resi partecipi delle ricchezza e grande profondità della Chiesa ortodossa, trasferendosi nella cattedrale ortodossa di Timişoara per partecipare ai Vespri, presieduti dall’arcivescovo ortodosso di Timisoara, Metropolita del Banato, Ioan Selejan.

Particolarmente forte è stato il momento di preghiera per la pace per l’Ucraina e Medio Oriente, ma anche per tutti i conflitti in atto nel mondo nominati uno ad uno. Poi un gesto commosso: la deposizione di un mazzo di fiori ai piedi del monumento che proprio nella piazza antistante la cattedrale ortodossa ricorda le vittime e l’eroismo della popolazione che da quel luogo aveva acceso nel Paese la rivoluzione del 1989. Su questo sfondo ancor più impegnativo e solenne è stato per tutti i partecipanti rinnovare l’impegno per l’unità con un patto di amore reciproco pronunciato in cinque lingue. Un momento che ha voluto simboleggiare la pietra angolare su cui si fonda un’Europa fraterna.

Sei workshop hanno esplorato temi come l’integrazione sociale, le prospettive dei giovani, l’etica e la non violenza, promuovendo una più profonda comprensione della diversità all’interno della comunità cristiana. Toccante l’impegno per la pace nella testimonianza della stessa Margaret Karram israeliana di origini palestinesi, di Donatella, un’italiana da anni prima in Russia e da 9 anni in Ucraina, di Lia, russa ortodossa in Italia impegnata ad accogliere e sostenere i profughi ucraini.

La mattinata conclusiva ha evidenziato le attese del mondo politico. Eduard Heger, già primo ministro slovacco. “I cristiani, ha ricordato, hanno un potenziale molto grande, abbiamo bisogno del vostro sostegno per portare riconciliazione in questo mondo in conflitto”. Vi aveva fatto eco il Segretario di Stato rumeno Ciprian Vasile Olinici richiamando le radici cristiane dell’Europa che le hanno dato di far incontrare la cristianità del Vangelo e la filosofia greca, il tradizionalismo giudaico e la cultura romana. In questo contesto – ha aggiunto – è più facile vedere un futuro che non comincia da oggi, ma ha un continente maturo dal punto di vista culturale e umano”. Ed ha riconosciuto nell’impegno dei presenti “una parte importante per il futuro”.

Il convegno IpE è stato sostenuto economicamente tra l’altro dall’Unione Europea. Philip McDonagh, Direttore del ‘Centro per la Religione, i Valori Umani e le Relazioni Internazionali’ della Dublin City University, nel suo intervento ha parlato dell’apertura dell’Unione Europea al contributo dei cittadini nel dar forma al futuro dell’Unione, citando le Conferenze sul Futuro dell’Europa del 2021 e 2022. Un’apertura che coinvolge governi, Chiese, comunità di fede e società civile nella costruzione della fraternità, dando spazio a nuove idee”.

Nel messaggio finale i partecipanti hanno rinnovato l’impegno del loro “insieme: nel testimoniare che le comuni origini dei loro movimenti qui in Europa sono in Dio e nella forza unitiva del Vangelo. Nel suo discorso di conclusione Gerhard Pross, moderatore IpE, ha riportato l’immagine della messa in rete dei “fuochi di rinnovamento” che come tanti piccoli impianti fotovoltaici trasmettono l’energia.E’ su queste basi che offrono l’opportunirà alle Chiese e alla società di guardare con nuova speranza ad un futuro di pace e coesistenza.

Carla Cotignoli/Beatriz Lauenroth

Vedi anche: https://www.focolare.org/2023/11/23/portugues-spazi-per-la-vita-un-appello-allunita-da-insieme-per-leuropa-a-timisoara/

MAGGIOR INFO SUL NUOVO SITO: https://together4europe.org




Veglia ecumenica: insieme in Piazza S. Pietro

Siamo ormai giunti all’apertura del  Sinodo dei vescovi. ll Papa e varie altre voci, in questo tempo buio invitano a saper leggere i “segni dei tempi”, i segni degli interventi di Dio nella nostra storia travagliata. Ancor prima che si entri nel vivo del Sinodo, vorremmo cogliere  qualche segno del nuovo che possiamo leggere nella  grande veglia ecumenica in piazza s. Pietro di sabato scorso 30 settembre.

In quel giorno, come sappiamo, la piazza era gremita da 18.000 persone, molti giovani in rappresentanza di tutta Europa e altri 43 Paesi degli altri continenti. Non solo cattolici. L’abbiamo visto: questo popolo di Dio faceva corona a Papa Francesco insieme ai capi delle Chiese di diverse tradizioni, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, l’arcivescovo di Canterbury,  l’anglicano Iustin Welby, la dott.ssa Anne Burghardt, Segretaria Generale della Federazione Luterana mondiale, prima donna a ricoprire questa carica, insieme a rappresentanti delle comunioni evangeliche pentecostali e ai delegati fraterni che saranno presenti al Sinodo. E’ la prima volta nella storia che questo INSIEME si mostra nella casa stessa del Papa in piazza s. Pietro, quando sino a non pochi anni fa, non è stato possibile essendo, come aveva riconosciuto  San Giovanni Paolo II, proprio il ministero del Papa  tra gli ostacoli maggiori all’unificazione.

Altro segnale. Lo sappiamo, questa iniziativa non viene dal Papa, ma nasce già nel 2021 dalla comunità ecumenica di Taizé, ispirata da una nuova consapevolezza ad ampio respiro: solo uniti in Cristo –  aveva detto frère Alois allora priore di Taizé – possiamo diventare costruttori di  pace e di unità della famiglia umana ferita da tante divisioni e violenze, senza prospettive di futuro.  E’ il forte invito di Papa Francesco alla veglia: “Syn-odos”: camminiamo insieme, non solo i cattolici, ma tutti i cristiani, l’intero Popolo dei battezzati, tutto il Popolo di Dio, perché solo insieme si può generare l’unità di tutti”. Tanto da sentire echeggiare nella piazza: “non c’è sinodalità senza ecumenismo, non c’è ecumenismo senza sinodalità”.

Ancora. Quei piccoli semi consegnati ai rappresentanti delle diverse Chiese: “raffigurano – aveva detto Papa Francesco – i diversi doni elargiti dallo Spirito Santo alle varie tradizioni”. E l’invito “di seminarli nella certezza che solo Dio dona la crescita, per l’azione dello Spirito Santo”, e nello scambio fraterno dei doni. Dunque le diversità non più considerate globalmente eresie, ma doni dello Spirito. Ritornano alla memoria le parole di San Giovanni Paolo II arrivato ad ipotizzare che le stesse divisioni pur essendo causate dai nostri peccati,  “siano state una via che ha condotto e conduce la Chiesa a scoprire le molteplici ricchezze contenute nel Vangelo di Cristo e nella redenzione da Lui operata”. La stessa scelta di approfondire e vivere il nuovo stile della sinodalità, non è estraneo al dono della secolare esperienza delle Chiese orientali da cui il Papa, ebbe a dire, “abbiamo da imparare”.

Al centro della piazza non c’era il Papa, ma campeggiava il Crocefisso di San Damiano, lo stesso  davanti a cui Francesco d’Assisi aveva avvertito quella chiamata che aveva segnato il capovolgimento della sua vita e il rinnovamento della Chiesa: “Francesco vai a riparare la mia casa”. Quella sera  – sono ancora parole del Papa – “abbiamo sostato silenziosi davanti a quella stessa croce”, a quella “cattedra del Maestro”. Che oggi suscita una nuova attrattiva proprio tra i giovani, se  la via Crucis aveva segnato il punto più alto della GMG a Lisbona e se non è stata assente nei workshop dei giovani che avevano preceduto la veglia sullo sfondo delle problematiche dei vari paesi di loro provenienza.  Nella loro testimonianza: i workshop sono stati “momenti speciali” che “hanno toccato nel cuore, nell’anima”. L’intera giornata: “ricchissima per aver potuto andare in profondità e sentirci a casa”. La dimensione ecumenica: “una forte testimonianza di unità, sinodalità e fraternità”.

Una risposta all’interrogativo che appare sulla copertina di un libro: “Il cristianesimo è alle soglie di una nuova riforma?” (del filosofo e teologo ceco Tomas Halik).

Carla Cotignoli

Vedi anche: https://www.focolaritalia.it/events/veglia-ecumenica-di-preghiera-30-settembre-2023/




Cercare Gesù Abbandonato

Si sta concludendo il secondo anno del cammino sinodale nelle comunità dei Focolari: l’attenzione ai giovani.

 Di Aurelio Molè

 «In principio è la relazione» – scrive Martin Buber, teologo e pedagogista austriaco, naturalizzato israeliano – può essere uno slogan che ben descrive la dimensione plurale del secondo anno di Cammino Sinodale della Chiesa cattolica che in Italia è stato declinato sui tre Cantieri di Betania della strada e del villaggio; della casa e dell’ospitalità; del servizio e della formazione spirituale e un quarto Cantiere; lavorare insieme alle nuove generazioni.

Se il principio è la relazione, la fratellanza e la sorellanza vengono prima di ogni vocazione particolare, sia laica che religiosa, prima dell’essere uomo e donna, appartenenti ai Focolari o ad altre Comunità ecclesiali presenti nel territorio e così è stato, dove possibile, il ritrovarsi in gruppi eterogenei sparsi per il Belpaese animati da un unico spirito dove il dare e il ricevere sono due facce della stessa medaglia.

Avviare il processo di comunione ha generato una maggiore unità nei gruppi e all’interno della comunità ecclesiale facendo crescere la consapevolezza che per una Chiesa in uscita occorre rischiare di più e valorizzare e dare visibilità al molto vissuto già in atto.

Tra le tante esperienze avviate in Italia il più “trasversale” e “inclusivo” è risultato il quarto Cantiere come ponte e punto di incontro tra generazioni in attività di solidarietà con i poveri a Torino, a Bologna e in altre comunità; i percorsi, in varie città d’Italia, di Upto2me per approfondire i valori dell’affettività e della sessualità, e in Trentino di Ecoplan, sui temi ambientali.

A Corato, in provincia di Bari, si nota una vivacità di iniziative. I giovani hanno partecipato alla terza edizione di Sognitudo 2030 sulle tematiche degli obiettivi Onu sull’Agenda 2030 per coinvolgere una comunità di persone di buona volontà che affronta i problemi del presente proiettando i propri sogni nel futuro con tante attività creative e artistiche. È in programma il progetto Give and sharing sulle problematiche che nascono dall’ascolto del territorio per trovare, attraverso la condivisione in piccoli gruppi, delle possibili risposte perché, come diceva, Chiara Lubich, rivolgendosi a dei bambini: «Non c’è nessuno che non abbia qualcosa da dare: un aiuto, un sorriso, l’ascolto, la gioia, condividere la merenda…».

In Italia le esperienze sono le più varie in campo sociale come la raccolta e distribuzione di alimenti e farmaci per popolazioni bisognose, campi di lavoro presso la cittadella Faro in Croazia, in campo ambientale con azioni puntuali, in campo formativo con scuole sociali, interculturali e di dialogo con i musulmani, ma, in genere, si riscontra la difficoltà del mondo degli adulti nel saper dialogare con i giovani che ruotano poco attorno le comunità locali anche se sono disponibili al confronto e a mettersi in gioco.

Tra gli ultimi eventi, nella diocesi di Foggia-Bovino, il 18 giugno si è conclusa la settimana della legalità e della giustizia sociale. Nella Capitanata preoccupa l’esplosione della criminalità e l’assuefazione per la crescita del numero dei delitti, spesso impuniti. L’eclissi di una mentalità di incontro, dialogo, fraternità genera sfiducia nella popolazione che spesso rinuncia anche a denunciare i delitti. La reazione della città passa per una nuova cultura ben espressa anche dalla recente iniziativa che ha presentato una mostra con dieci grandi testimoni della legalità e della giustizia sociale, tra cui don Pino Puglisi, ucciso nel 1993, nel quartiere Brancaccio di Palermo da mano mafiosa, e Chiara Lubich che ha portato in tutto il mondo un vento di speranza seminando la cultura della fraternità.

Notevole la risposta dei giovani, proprio nei momenti in cui, forse, meno si aspetta la loro partecipazione: una affollata Adorazione eucaristica nella cripta della cattedrale attirati dal silenzio e dalla vita interiore. Giovani definiti seminatori di legalità per cominciare una cultura della legalità dal basso, protagonisti di nuovi rapporti sociali, per un nuovo cammino di speranza, anche in accordo con il progetto 3P, piccoli passi possibili verso la legalità, nato all’interno del cammino sinodale.

A Caltanisetta, la docente di religione Maria Curatolo, ha portato i principi del cammino sinodale dentro le mura della scuola superiore, l’ISS A. Volta, dove insegna, per un dialogo con gli studenti e con i colleghi. Dopo un primo anno di ascolto, anche con risposte scritte a dei quesiti in cui sono emerse alcune caratteristiche della contemporaneità: la dimensione religiosa spesso taciuta in famiglia, l’abnorme uso del tempo trascorso con i device elettronici, cellulari e affini, ma anche il desiderio di affrontare i temi della misericordia e della giustizia da declinarsi in armonia, per una cultura della pace.

La seconda tappa del cammino sinodale si è allora declinata con la collaborazione, già iniziata da anni nella scuola, con la Caritas diocesana, con azioni per persone bisognose e la popolazione ucraina. Ed è proseguita con il cappellano della casa circondariale di Caltanisetta. L’attenzione a chi è recluso, anche con modalità a distanza, il sostegno concreto delle famiglie dei detenuti, è una esperienza straordinaria anche per chi la compie. Come ha ben spiegato Papa Francesco il 2 aprile scorso: «Cristo Abbandonato ci smuove a cercarlo e ad amarlo negli abbandonati» e «anch’io ho bisogno che Gesù mi accarezzi e si avvicini a me, e per questo vado a trovarlo negli abbandonati, nei soli».

Un discorso da rileggere e meditare con attenzione, perché è un manifesto della vita di ogni di ogni comunità: andare a cercare Gesù abbandonato per le vie della città. L’ultima chicca è la partecipazione ad un concorso per le scuole superiori promosso dal Progetto Policoro sul tema del martirio per la giustizia che frutta la pace. Il primo premio, di mille euro, per le spese di iscrizione all’università è stato vinto da uno studente della scuola A. Volta con un elaborato dal titolo: il perdono e la migliore delle vendette. L’unica via per ritrovare la pace perduta, dentro di noi e tra noi.

Ci prepariamo ora a compiere un altro tratto di strada, sempre insieme. Come sappiamo il Cammino italiano è strutturato in tre fasi: narrativa, sapienziale e profetica. “Sono fasi che si intrecciano e si richiamano: i racconti hanno già offerto un primo discernimento e alcune intuizioni profetiche; nel discernimento incontriamo la ricchezza delle storie e l’esigenza di fare delle scelte; infine, nelle decisioni raccoglieremo il frutto delle esperienze narrate e del discernimento compiuto […] Il passaggio alla fase sapienziale fa tesoro di quanto emerso nei primi due anni e intende approfondirlo, in prospettiva spirituale e operativa” (dalle Linee guida per la fase sapienziale del cammino sinodale delle Chiese in Italia).

Vedi anche:

https://www.focolaritalia.it/2022/06/10/il-sinodo-dei-focolari-in-italia-per-un-nuovo-inizio/

https://www.focolaritalia.it/2022/02/14/la-sfida-del-sinodo-le-comunita-si-incontrano/




Associazione Arcobaleno Milano

L’Associazione Arcobaleno
Nel cuore di Milano, l’Associazione Arcobaleno è un’iniziativa sociale nata 40 anni fa per opera di alcuni giovani del Movimento dei Focolari e divenuta un esempio riuscito dell’integrazione e dell’inclusione delle popolazioni straniere in Italia. L’obiettivo dell’associazione è quello di accogliere e promuovere l’inclu- sione sociale delle persone migranti. Le fondamenta dell’iniziativa partono da una frase di Chiara Lubich: «Amare la patria altrui come la propria». Alle origini, un torneo di calcio, il Mundialito, che nei primi anni ’80 radunava giocatori da oltre 24 nazionalità. A questo col tempo si è aggiunta la Scuola di Italiano, che è riuscita a cogliere fino a 1.500 studenti all’anno e che oggi costituisce l’attività principale dell’associazione. Oltre a questa ci sono i corsi di inglese, di informatica, il centro di ascolto per le donne, lo sportello di assistenza legale, e i servizi per le famiglie bisognose attraverso la Spesa Sospesa e il Banco Alimentare.

Contatti
E-mail arcobalenoass@libero.it Tel 02 89400383

 




Incontrarsi per conoscersi e crescere nella fraternità

Dialogo Interreligioso




Giornata dell’Europa – Roma 9 maggio 2023 – Dialogo: cultura dell’incontro per conquistare la pace

“È il momento dell’unità. Ci salveremo solo insieme!” (D. M. Sassoli 2020)

Sala S. Maria in Campitelli, Piazza di Campitelli 9, Roma.

Rivedi l’evento:

https://www.agensir.it/quotidiano/2023/5/10/ecumenismo-insieme-per-leuropa-ieri-a-roma-cattolici-evangelici-ortodossi-anglicani-pentecostali-in-preghiera-per-la-pace-la-guerra-non-e-mai-la-soluzione/

https://www.agensir.it/quotidiano/2023/5/10/ucraina-ferrara-diplomatico-ue-vinse-nel-2013-il-premio-nobel-per-la-pace-questo-mandato-viene-dalla-storia-ma-deve-tramutarsi-in-iniziative-politiche/

La Giornata dell’Europa – com’è noto – commemora la firma della “dichiarazione Schuman”, avvenuta il 9 maggio 1950. Un evento storico che ha portato a quella che è oggi l’Unione europea. In quell’immediato dopoguerra, come ha detto recentemente il Presidente Mattarella in Polonia, «l’Europa nasce come un grande progetto di pace, come visione di sviluppo capace di superare storiche contrapposizioni».

Sin dal 1999 cristiani appartenenti a movimenti e comunità delle varie Chiese di Paesi dall’Atlantico agli Urali, dai Paesi Scandinavi alla Grecia (ora quasi 300), hanno avvertito la responsabilità di dare insieme il loro apporto per l’unità dell’Europa non solo politica o economica. Nasceva così Insieme per l’Europa.

La Giornata in questo 2023 si celebra mentre l’Europa sta attraversando una profonda crisi. Il nostro Presidente parla di due guerre strettamente connesse: quella cruenta che si combatte in Ucraina, e una guerra di valori di cui ha parlato anche Papa Francesco in Ungheria.

Gli appuntamenti promossi da Insieme per l’Europa, saranno incentrati su “dialogo e incontro per garantire la pace”. Avranno luogo in varie città europee come Vienna, Strasburgo, Monaco; in Italia, in città come Roma, Milano, Bari, Siena.

A Roma si parlerà della “pace possibile” con l’intervento dell’ambasciatore Pasquale Ferrara, attuale direttore Generale degli Affari Politici e di Sicurezza del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Seguiranno esperienze di riconciliazione, preghiere ecumenica per la pace coniugate con i valori della libertà, della collaborazione, del rispetto della natura, della vita, della coscienza, del perdono, l’attenzione ai poveri e alle minoranze.

Ne daranno voce, oltre a mons. Marco Gnavi, responsabile dell’Ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso della Diocesi di Roma, l’Archimandrita greco-ortodosso Simeone Katsinas, rappresentante del Patriarcato di Costantinopoli, l’arcivescovo anglicano Jan Ernest, direttore del Centro Anglicano di Roma, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury, un diacono della Chiesa rumeno-ortodossa, rappresentante del Vescovo Siluan, il Presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Daniele Garrone, valdese, la Presidente delle donne evangeliche in Italia, Mirella Manocchio, metodista e altri. Saranno presenti anche rappresentanti delle Chiese pentecostali presenti a Roma.

L’evento gode del patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e si inserisce nelle iniziative di Insieme-per.eu (Community del Parlamento Europeo).

Anche nelle altre città italiane l’impronta sarà ecumenica. A Milano, sabato 6 maggio, avrà particolare rilievo la figura di David Sassoli, quale cittadino europeo, “tra storia e profezia”.

Ufficio stampa:  ufficiostampaitalia@focolare.org

Aurelio Molé, 349 592 2955 – Carla Cotignoli: 348 102 3407

 

Programma_Giornata per l’Europa 2023_Roma

Comunicato_Stampa1_InsiemexEuropa 9 maggio 2023 D




#Together2023: Vigilia ecumenica del Sinodo

Trasmessa in Live streaming a partire dalle ore 16.30 sui canali di vaticannews

E’ nato tutto da un sogno che Frère Aloïs di Taizé aveva condiviso con papa Francesco e i padri sinodali nell’ottobre 2021: che un giorno, nel corso del processo sinodale della Chiesa cattolica, si radunasse il popolo di Dio in un grande incontro ecumenico aperto a tutti i cristiani delle varie Chiese.

Il 15 gennaio scorso, dopo l’Angelus in Piazza San Pietro, papa Francesco ne ha dato l’annuncio con queste parole: «Il cammino per l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa sono legati. Colgo questa occasione per annunciare che sabato 30 settembre prossimo, in Piazza San Pietro, avrà luogo una veglia ecumenica di preghiera con la quale affideremo i lavori della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi». Ed ha precisato: «Per i giovani che vengono alla veglia, ci sarà un programma speciale in tutto quel fine settimana, a cura della Comunità di Taizé».

Quello del 30 settembre prossimo sarà, quindi, nel cammino sinodale un momento di sosta, di respiro, per celebrare l’unità già realizzata in Cristo e renderla visibile. Del resto, durante un percorso sinodale, è senza dubbio importante camminare insieme, ascoltarsi, riflettere e discernere insieme per maturare decisioni adeguate. È quanto si fa e si vive, nelle varie parti del mondo, in ogni Chiesa dove si cerca di praticare lo spirito della sinodalità.

Ma una dimensione da non trascurare è costituita dall’aspetto spirituale e dalla preghiera. Nella Prima lettera ai Tessalonicesi, Paolo esorta i seguaci di Cristo allo spirito di discernimento comunitario, ma anche alla gioia e alla preghiera: «Cercate sempre il bene tra voi e con tutti. State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi» (1 Ts 5, 15b- 18).

L’iniziativa del 30 settembre è stata maturata con cura. Durante il 2022, Frère Aloïs e la sua comunità hanno condiviso il loro sogno con vari movimenti cristiani di differenti confessioni. Sono più di cinquanta Movimenti, svariate realtà ecclesiali e rappresentanti di diversi servizi nazionali e internazionali di pastorale giovanile che si sono radunati nei mesi di luglio e di novembre 2022, in Francia, presso la Comunità di Taizé, per riflettere insieme su come far sì che il processo sinodale in atto nella Chiesa cattolica diventi un momento forte nella ricerca dell’unità tra i cristiani e dell’intera famiglia umana.

Era sorta anche la domanda su come incoraggiare il coinvolgimento dei giovani in questo processo. Si è fatta strada così il progetto di un “raduno del popolo di Dio”, un incontro ecumenico, intergenerazionale e interculturale da tenere a Roma e contemporaneamente in altre parti del mondo, alla vigilia del Sinodo dei vescovi nell’ottobre 2023. Al cuore dell’incontro, appunto, la veglia di preghiera del 30 settembre prossimo.

Together Flyer it

https://together2023.net/it/home-italiano/

https://together2023.net/it/info-page/linvito-di-papa-francesco/

https://www.focolare.org/2023/03/24/together-necessita-di-fratellanza/

Vedi anche: https://www.focolaritalia.it/events/veglia-ecumenica-di-preghiera-30-settembre-2023/

Articolo tratto dall’ultimo numero di Ekklesía n. 18 – anno 6 (2023/1)

Oltre le polarizzazioni

 

 




A Trieste si accende la pace

Il 24 febbraio 2023, presso la Chiesa Madonna del Mare di Trieste, ha avuto luogo un momento di preghiera ecumenica per la pace, ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina.

Canti, letture e preghiere hanno guidato pastori e fedeli di diverse Chiese cristiane – avventista, luterana, metodista valdese, serbo ortodossa, greco ortodossa e cattolica, durante un momento di unità, rivolti tutti verso un sogno comune: la pace.

Storicamente, infatti, la città di Trieste è stata un luogo di incontro, a volte anche di scontro, sociale, politico e religioso. Per una realtà relativamente ridotta come questa, ospitare sul territorio comunità cattoliche, luterane, valdesi, avventiste, serbo-ortodosse e greco-ortodosse, è una importante manifestazione del fatto che fedeli con professioni religiose diverse possano convivere pacificamente.

Al giorno d’oggi è quasi normale sentire parlare di incontro ecumenico, come se questo fosse sempre esistito. Invece, questa realtà è recente, ed è la dimostrazione che nonostante il credo diverso le Chiese cristiane si vogliono impegnare a costruire un cammino comune, al di là delle differenze, delle ferite e incomprensioni.

Se ce la fanno istituzioni secolari come queste, perché non dovremmo noi?

Questo incontro ecumenico ha sottolineato delicatamente quanto la pace sia un concetto che va al di là del credo, della nazionalità, e del ruolo che ciascuno svolge all’interno della società, non è solo un tema largamente dibattuto da funzionari di Stato, leader politici e giornalisti: questo coinvolge ciascuno di noi.

“Accendi la pace, comincia da te!”, canta, infatti, il Gen Verde, invitando ciascuno a prendere parte alla costruzione di un mondo unito. Questo obiettivo va raggiunto passo dopo passo, partendo proprio dai gesti più piccoli e quotidiani, mantenendo buoni rapporti con il vicinato, con i colleghi, con i compagni di scuola, e, non per ultimo con i famigliari.

Durante la celebrazione del 24 febbraio non sono mancate alcune testimonianze da parte di cittadini ucraini aiutati dalla Comunità di Sant’Egidio e dal Movimento dei Focolari durante questo difficile anno.

La ricchezza della diversità di credo si è manifestata anche sotto forma di diverse riflessioni offerte dai rispettivi rappresentanti della comunità ecumenica presenti.

Le parole di ciascun pastore hanno creato un’interessante meditazione su come vivere in pace nel nostro mondo. Questa, infatti, non è da intendere solo come assenza di guerra, ma è un sentimento di armonia totale dell’essere. La pace significa anche pace con sé stessi, con l’ambiente che ci circonda e ovviamente, con il nostro prossimo.

Per fare tutto ciò è necessario essere “agenti di riconciliazione”, citando le parole del pastore protestante valdese Peter Ciaccio. La ricerca della pace avviene tramite l’incontro con Dio, che si manifesta attraverso l’Altro.

Infine, la celebrazione si è conclusa recitando la preghiera che unisce tutti i fedeli presenti, nessuno escluso, il Padre Nostro, e intonando insieme la canzone del Gen rosso “Semina la pace”, con l’augurio del pastore avventista Michele Gaudio “Che la guerra finisca, ma che il processo di pace continui nella nostra vita.”

Martina Pitacco




Incontro Ecumenico al Focolare Meeting Point di Roma

Il Direttore Matthew Laferty è stato ricevuto con altri leader ecumenici  al nuovo Focolare Meeting Point nei pressi di Piazza Venezia al centro di Roma. Congratulazioni al Movimento dei Focolari per la loro ardita visione e per il nuovo spazio che favorisce l’unità e la fraternità umana”.  E’ il tweet che già la sera stessa dell’incontro (15 febbraio) è stato lanciato dal Methodist Ecumenical Office di Roma, che  a nome del World Methodist Council, è incaricato delle relazioni con la Chiesa cattolica e la Santa Sede.

Al bridisi finale  anche l’arcivescovo Ian Ernest, Direttore del Centro Anglicano a Roma, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede, aveva espresso la sua gratitudine per il momento di calda accoglienza e comunione fraterna sperimentate in quelle ore vissute in modo del tutto informale e familiare, “che – ha detto – ci ha portati più vicini gli uni agli altri”.

E’ stato “un momento e un luogo  profetico per l’ecumenismo” per don Giuliano Savina,  Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana (UNEDI). E’ stato spontaneo per il pastore valdese Winfrid Pfannkuche, a Roma (Via IV Novembre) membro della Consulta delle Chiese evangeliche della capitale,  richiamare l’attuale legame di amicizia ben diverso da quando la  Chiesa valdese è stata per  decenni nascosta nel condominio che dista a soli tre metri dal Focolare Meeting Point già sede di una confraternita carmelitana. In quel tempo gli uni consideravano gli altri eretici tanto da vigilare a che nemmeno le pietre delle due costruzioni quasi adiacenti si toccassero.

E segno di rinascita è lo stesso centro, inaugurato  nel maggio dello scorso anno dal vicario generale del Papa per la diocesi di Roma il card. Angelo De Donatis e dalla Presidente dei Focolari, Margaret Karram. La struttura comprensiva della Chiesa di Santa Maria del Carmine, che risale al Seicento, è stata trasformata in uno spazio con vari ambienti dal tocco moderno e armonioso, che gli ospiti hanno visitato.

Come è stato loro illustrato, è uno spazio, aperto ogni giorno,  che vuol essere “casa”,  accoglienza, punto d’incontro in questa città, per leaders e fedeli di Chiese e comunità ecclesiali,  rappresentanti delle diverse religioni, responsabili e membri di associazioni e movimenti, politici, diplomatici, adulti e giovani che passano da Roma per i più svariati motivi. Mentre il primo impegno di chi lo anima è mantener vivo con tutti quell’amore evangelico che vede in ciascuno un fratello, un volto del Maestro che ha promesso la sua presenza quando due o più sono uniti nel suo nome.

Già si intravvede un nuovo cammino di crescita nella reciproca conoscenza con uno scambio di inviti già nell’immediato: a nome dell’Arcivescovo Ortodosso d’Italia, il Metropolita Polycarpos, domenica 19 Divina Liturgia della Chiesa Greco-Ortodossa per la festa di San Teodoro; al Centro Anglicano martedì 21 febbraio da parte dell’arcivescovo Ian Ernest.

Carla Cotignoli




Progetto DialogUE: praticare l’arte del dialogo

Immergersi nel senso del dialogo e confrontarsi per poterlo vivere concretamente ogni giorno. È questo l’obiettivo principale degli 8 webinar promossi dal progetto “DialogUE: Diverse identità alleate aperte per generare un’Europa unita”. Un percorso per approfondire e cogliere la bellezza di questa arte, aperto a tutti.

Ci si può capire tra cristiani, musulmani e altre religioni? Si può lavorare insieme a chi, pur dello stesso credo, lo vive con espressioni d’avanguardia o al contrario ancorato alle tradizioni? Ci si può capire tra chi crede in un Dio eterno, e chi non ha aldilà? Come possiamo costruire un’Europa unita fra Paesi dell’est e dell’ovest così diversi in storia, cultura, sviluppo, tradizione?

Sono questi i quesiti che muovono il progetto DialogUE – Diverse Identities Allied Open to Generate a United Europe, un progetto nato in Europa in particolare attraverso l’Associazione Internazionale New Humanity,  espressione del Movimento dei Focolari che, fin dalla sua nascita, ha fatto del dialogo uno stile di vita; una missione per la quale si impegna quotidianamente a vari livelli insieme a tante organizzazioni che sentono la stessa passione per edificare società più fraterne.

Dopo avere ricevuto un riconoscimento e finanziamento dal programma CERV della Commissione Europea, l’obiettivo di questo progetto che mette al centro persone e valori, è quello di raccogliere nell’arco di due anni i frutti che nascono  dal dialogo spesso sfidante fra gruppi diversi, per plasmare un’Europa che sia sempre più espressione di quell’”unità nella molteplicità” che è il suo motivo di essere

Su questa base, e in collaborazione con Fondazione per Sophia, dal 18 febbraio 2023 sarà possibile partecipare ad un approfondimento sul dialogo attraverso un corso online articolato in 8 appuntamenti; dei webinar aperti a  tutti da poter seguire in lingua italiana con traduzione in inglese, francese, ungherese. I primi quattro ci permetteranno di immergerci nel senso del dialogo e saranno condotti da Roberto Catalano,  esperto internazionale di dialogo. Seguiranno 4 approfondimenti in ambiti specifici, offerti a più voci ed espressione di altrettanti laboratori in corso sul territorio nonché fra persone e cittadini di vari Paesi in Europa. Il calendario, con le varie tematiche da affrontare, sarà articolato in questo modo:

18/02/2023 dalle ore 15 alle 17  – La necessità dell’identità

21/02/2023 dalle ore 19 alle ore 21 – Al di là dell’impossibile. Esperienza di 2 anni di dialogo online tra est-ovest Europa

25/02/2023 dalle 15 alle 17  –  L’inevitabilità dell’ ‘altro’

03/03/2023 dalle ore 19 alle 21 –  Insieme per l’Europa

04/03/2023 dalle 15 alle 17 –   Il segreto del vero rapporto: la Regola d’oro

11/03/2023 dalle 15 alle 17 –    Dialogo e fraternità o fraternità e dialogo

23/03/2023 dalle ore  17 alle 19 –  Secolarità contro religione? Imparare dagli opposti. L’esperienza fra Cristiani e Marxisti

25/03/2023 dalle  ore 15 alle -17 – Dialogo Interreligioso:  nascita, sviluppi e profezia

Un vero e proprio cammino che risponde al bisogno di comunicare e di scoprire le ricchezze di ognuno, valorizzando nello specifico ciò che unisce e guardano alle differenze come un terreno fecondo per crescere pazientemente nel rispetto di tutti.

È possibile partecipare gratuitamente compilando il modulo di iscrizione al seguente link: https://forms.gle/mhvoaTkdrfdqc9kV9

Per ricevere maggiori informazioni rivolgersi all’indirizzo: dialogue@new-humanity.org.

Fonte: https://www.focolare.org

 




Essere pellegrini di pace e unità. Videointervista a Margaret Karram

La presidente del Movimento dei Focolari, Margaret Karram, risponde alle domande di Insieme sulla delicata situazione internazionale, sul Cammino sinodale, sull’attualità dell’eccomi di Maria e sulla Terra Santa.

Una visita che cade in un tempo di grandi tribolazioni. Il momento migliore per «affidare il mondo» alla Regina della pace e per lavorare ad una rinnovata unità. Un compito che richiede fatica, pazienza, ma dà gioia.

Margaret, in che modo l’unità potrebbe favorire i processi di pace, quelli interiori e quelli globali?

«L’unità è costruire rapporti veri, sinceri; prima di tutto è un dono di Dio. Affinché sia vera, non solo un’amicizia, per entrare in questo ascolto profondo, dobbiamo mettere delle premesse: un contributo importante lo abbiamo dalla nostra vita interiore e di preghiera. Se ognuno di noi non ha questa ricchezza spirituale dentro, non può costruire una unità vera.

Ci vuole l’amicizia per costruire l’unità, ma non basta. Ci vuole anche una vita interiore che arricchisca reciprocamente e ci faccia entrare nella vita dell’altro. San Paolo ci dice che il farsi uno con l’altro è portare i pesi dell’altra persona, i suoi dolori, le sue gioie. Fare questo richiede fatica e sacrificio, ma è proprio vero che ci dona gioia e pace. Penso sia quello di cui oggi il mondo abbia più bisogno.

Dobbiamo saper costruire un rapporto vero, un dialogo vero che ci porti ad accettare la diversità dell’altro, a non giudicare l’idea diversa, ma ad accogliere. È questo che ci fa costruire un dialogo sincero, vero, basato sì su un’amicizia, ma soprattutto su qualcosa di spirituale. Se lo viviamo, oggi, sono convinta che tanti rapporti cambieranno e potremo pensare a una fraternità diversa, a costruire la pace».

La Chiesa è in Cammino sinodale. Qual è il contributo del Movimento dei Focolari?

«Tanti membri del Movimento sparsi nel mondo sono inseriti nei contesti ecclesiali locali. Già lì diamo un contributo specifico essendo parte della Chiesa locale, ma anche come spirito e carisma dell’unità. In particolare, per vivere ed essere figli della Chiesa cattolica non basta solo vivere l’interno, costruire rapporti con i cattolici; noi possiamo contribuire ad aprirci all’unità con le altre Chiese, al dialogo con le altre religioni, a dialogare con le persone che hanno convinzioni diverse. Il nostro contributo è aprirci a tutte queste realtà perché la Chiesa includa tutti, tutto il popolo di Dio.

A livello internazionale come Movimento abbiamo lavorato tanto, raccogliendo le sensibilità e le esperienze di varie culture. Abbiamo raccolto tutto e l’abbiamo inviato al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita affinché arrivasse anche un nostro contributo specifico alla segreteria del Sinodo. Questo Cammino sinodale è molto importante».

Leggi tutta l’intervista a cura di Salvatore D’Angelo su Insieme:

https://www.insiemenews.it/2022/11/14/essere-pellegrini-di-pace-e-unita-intervista-a-margaret-karram/

 




Presentazione a Genova del libro: “Le Ragioni del Dialogo”

Sabato 24/09/2022 presso la “ Sala parrocchiale”  della Chiesa di S. Francesco  a Genova Pegli è stato presentato il  nuovo volume:

 “ LE RAGIONI DEL DIALOGO”   ( Possiamo dirci cristiani se escludiamo dal nostro orizzonte chi non lo è)

  di Armando Siciliano editore, Messina- Civitanova Marche, 2022

Questo lavoro realizzato in maniera condivisa da Renato Algeri, Roberto Catalano, padre Andrea Mandonico, che è stato presentato a Genova- Pegli, e che ha registrato una numerosa partecipazione di pubblico (più di settanta persone), nonostante si svolgesse in una piovosa  giornata , è il frutto di un’idea scaturita due anni e mezzo fa, quando si manifestarono in Italia, come nel resto del mondo, i primi segni della pandemia da Coronavirus ( Covid). L’idea che mi venne in quel momento riguardava il fatto che questo nuovo, inaspettato, evento pur nella sua drammaticità, come si è avuto modo di constatare nei due anni successivi, potesse favorire la comprensione che era veramente giunto il momento di porre le basi per un tipo di convivenza nuova, in cui si capisse e si facesse propria una consapevolezza diversa. La consapevolezza di come molte sicurezze, sulle quali è stata costruita la nostra civiltà, non fossero poi tali e di come  il nuovo evento facesse emergere un generale senso di fragilità. E, a partire da questa presa d’atto, di come fosse importante cercare di costruire, anche attraverso la maggiore conoscenza e accettazione delle diversità presenti nel nostro mondo, rapporti più amichevoli e fraterni.  Dunque, partendo da queste considerazioni concludevo, credo insieme con non pochi altri, che la pandemia fosse, non solo, come di fatto era, un evento drammatico a livello mondiale, ma anche  “ un’occasione”  per sviluppare una nuova visione dei rapporti umani.

Questa idea è stata condivisa da Roberto Catalano, che si occupa da molti anni, sia a livello di approfondimento teorico che di costruzione  di relazioni concrete, di dialogo interreligioso; come, anche, da padre Andrea Mandonico, religioso dello SMA ( Società delle Missioni Africane), che da anni si è occupato della figura e dell’opera di Charles de Foucauld, sul quale ha realizzato uno scritto pubblicato alcuni mesi fa, e della cui causa di canonizzazione è stato il vice-postulatore (la canonizzazione è avvenuta  per mano di papa Francesco nel maggio scorso in P.zza S. Pietro).

La presentazione è stata organizzata dal CUP ( Centro Universitario del Ponente – genovese) e dal Serra Club, con il sostegno attivo del Movimento dei Focolari di Genova.

Erano presenti due degli autori, Padre Andrea Mandonico e Renato Algeri, mentre il terzo, Roberto Catalano, ha realizzato un collegamento online. Ha moderato l’avvocato Paolo Aiachini, del Serra Club di Ge-Pegli, affiancato dalla prof.ssa Angela Delfino, responsabile della commissione cultura del CUP, e Laura Della Casa, presidente del circolo Serra Club di Ge-Pegli. Era presente il parroco di S. Francesco, don Pietro Cattaneo, che ha aperto il convegno con un contributo personale ricco di spunti desunti dalla lettura del nuovo libro

Al termine degli interventi degli autori, si sono avuti altri contributi, portati da esponenti di altre fedi: Salah Husein per l’Islam, Maria Valeggi ( Savitri, nome induista) per l’Induismo, Mauro Anastasi, per la comunità buddista del Sokka Gokai. Ognuno di loro ha colto degli spunti positivi dal ns. libro, ed ha confermato l’attenzione e l’importanza del dialogo, come un momento che possa davvero contribuire a una migliore e costruttiva convivenza, anche nel contatto quotidiano – nel lavoro, nel vicinato, o anche nel tempo libero –  con chi vive una spiritualità ed ha un retroterra culturale diversi dai nostri. In ogni intervento è stato  sottolineato come sia importante conoscere meglio ciò che sta alla base delle diverse fedi, quindi come questo libro possa offrire un contributo di conoscenza e approfondimento in questo senso.  Hanno, poi, portato un contributo una esponente del movimento dei Focolari, Daniele Bignone, ed una della Comunità di S. Egidio, presentando esperienze in cui si è mostrato come sia stato e sia possibile portare avanti un incontro amichevole e costruttivo con persone di fedi differenti.

Per quanto riguarda la presentazione, padre Andrea Mandonico, Roberto Catalano ed io abbiamo sintetizzato, ognuno per la propria parte del lavoro realizzato,  alcuni aspetti di fondo.

Personalmente,  ho fatto riferimento allo storico incontro delle religioni, per la pace nel mondo, ad Assisi, voluto dal papa S. Giovanni Paolo II nell’ottobre 1986, al quale- ho ricordato- ebbi la fortuna di partecipare.  UN incontro che rimarcava come , dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica avesse scelto la via del dialogo, dell’accettazione e comprensione delle diversità. Ho sottolineato come mi sono soffermato sulla Dottrina Sociale della Chiesa, dedicando un approfondimento ad alcune encicliche sociali (Populorum progressio – Centesimus annus) successive al Concilio; ultima delle quali, ma non certo per importanza la “Fratelli tutti” ( 2020) di papa Francesco. Ho, quindi, richiamato le pagine in cui presento sinteticamente il “Personalismo”, espressione rilevante del pensiero filosofico cristiano del ‘900 e quelle sulle testimonianze di dialogo da parte del mondo cattolico: una con non credenti l’altra con la cultura

Roberto Catalano ha evidenziato, nel suo intervento, come  ha curato, l’ esposizione di fonti e principi delle due principali fedi presenti nel continente asiatico, Induismo e Buddismo.  Anche nella sua esposizione grande rilievo è stato dato al Concilio Vaticano II. Ha, infatti, chiarito come con il documento “Notra Aetate”   sui rapporti con le altre religioni, le assise conciliari  hanno avviato una stagione, di cui ora possiamo sempre più cogliere i frutti, in cui si è passati,  dalla concezione “ extra ecclesia nulla salus” (al di fuori della Chiesa non c’è alcuna salvezza), ad una in cui  si riconosce – pur senza negare l’autenticità del patrimonio della fede cristiana – che, in ogni altra fede religiosa, vi sono “semi di verità” e che Dio è un Padre misericordioso per ogni uomo, a qualunque fede, cultura, etnia, sesso, appartenga.

Ha, poi, documentato come si sia realizzato, a partire dal secolo XX, un mutamento che ha  definito “ assiale”; il passaggio da una tendenza “ centrifuga”, in cui ognuna delle grandi fedi aveva sviluppato la propria identità differenziandosi dalle altre, ad una epoca nuova in cui è emersa una tendenza opposta “ centripeta”, di avvicinamento, in cui si rimarcassero più gli aspetti che avvicinano di quelli che distinguono le fedi presenti al mondo, pur senza “ rinnegare” la propria tradizione ed il proprio patrimonio

Nel suo intervento p. Andrea Mandonico, ha posto in rilievo la figura  e l’opera di San Charles de Foucauld, cui è stato dedicato l’ultimo capitolo del volume, proprio come esempio di una “ fraternità universale” ( riprendendo una definizione che del nuovo santo aveva già dato papa Paolo VI, nella “Populorum progressio” – 1967-  e che è stata riproposta da papa Francesco nella “Fratelli tutti” ). Dall’esempio di “fratel Charles”, che operò, all’inizio del ‘900, nel deserto algerino tra il popolo dei Tuareg di fede musulmana, ponendosi come amico senza pretese di proselitismo, ha ricordato come sono nate nel mondo numerose fraternità che si ispirano al suo carisma. Ha, inoltre, posto in evidenza quale fu il “ metodo” da lui adottato. Un metodo che si basava  sul dialogo fondato sul presupposto della conoscenza, condizione essenziale per  creare amicizia e dell’ essere buoni, soprattutto con i più poveri.

Il convegno si è concluso con alcune domande poste dal pubblico presente.

  A cura di Renato  Algeri 

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Video 1a Parte: dai Saluti e Presentazioni sino agli interventi degli autori del Libro:

Video 2a Parte: interventi dei Rappresentanti delle Religioni e dei Movimenti Ecclesiali + dialogo finale:

Fonte: https://focolareliguria.altervista.org/presentato-a-genova-pegli-il-libro-le-ragioni-del-dialogo/




Religioni a Parma: una rete, tanti nodi

Parma è una città in cui da anni prosegue una pratica sistematica di collaborazione tra le principali presenze religiose, portata avanti dai membri del Forum interreligioso.

La data d’inizio risale al 4 ottobre 2006. Ha quindi quasi sedici anni il Forum interreligioso di Parma di cui fanno parte diverse confessioni che qui ricordiamo per ordine  d’insediamento: la Chiesa Cattolica, la Comunità Ebraica, la Chiesa ortodossa, la Chiesa Romena, la Chiesa Metodista e, più di recente, la Comunità Islamica, la Comunità Baha’ì e la Chiesa Cristiana Avventista del 7.mo giorno.

Partecipano altresì, con varie modalità, alle pratiche di dialogo altre presenze, quali: il Tempio Zen, l’Associazione “Musulmani per il dialogo” e l’Associazione Musulmani Ahmadiyia, l’Associazione Donne di qua e di là, l’Associazione Al – Amal, l’Associazione Voce Nuova Tunisia, l’attuale Presidente della Consulta dei Popoli.

Ad esse si uniscono, come testimonianza di accompagnamento e sostegno altre Associazioni parmensi: Segretariato Attività Ecumeniche (SAE), Circolo culturale Il Borgo, Movimento dei Focolari, Amicizia ebraico-cristiana, Associazione Insieme per Parma, Gruppo di meditazione Arcangelo Raffaele.

Il Forum porta avanti diverse attività tutte tese ad orientare la cittadinanza al bene comune e alla pacifica convivenza, in nome di principi come la fratellanza, l’ospitalità, la giustizia, la misericordia, la laicità e la cooperazione e l’armonia tra le religioni. Animato da tale spirito il Forum aderisce anche alla sezione italiana del movimento mondiale Religions for peace e si fa promotore del suo calendario annuale.

Altro segno visibile dell’impegno del Forum Interreligioso sul territorio parmense è la creazione, presso la tenuta Sacre Terre, sull’appennino parmense, di un Giardino della Pace, dove ogni anno vengono piantati in collaborazione con Religions for peace degli alberi di ulivo in ricordo di personalità significative. Nel 2019 è stato piantato un albero d’ulivo per Chiara Lubich.

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Pasqua con gli ucraini ortodossi

È tardi e sono anche stanco. Ciò nonostante, vorrei raccogliere alcuni sentimenti nati in questa giornata. Oggi i nostri amici ortodossi hanno celebrato la Pasqua. Ho voluto rappresentare la comunità parrocchiale, rendendomi presente nella sala dove la comunità ucraina la celebrava, guidata dal loro sacerdote Padre Vasil.

Ho contribuito alla celebrazione di questa Pasqua speciale, aiutandoli a cercare una sala e confrontandomi con il Vescovo e il Vicario generale. È stato un percorso non del tutto facile, ma che ha approfondito i rapporti di amicizia con Padre Vasil e anche con la comunità ucraina presente nella città. Posso dire che è avvenuto un avvicinamento fraterno, tale che la comunità stessa mi ha riconosciuto parte di loro, mi ha accolto come amico e come sacerdote.

Avevamo pensato, con alcune persone della comunità, di renderci presenti in questo momento di gioia, sapendo che si trattava di una Pasqua particolare nella storia dell’Ucraina. Pur esultando per la Pasqua di Gesù Risorto, si leggeva negli occhi e nelle espressioni esterne, che la gioia era frammista al dolore per l’invasione subita e i cari persi in questa terribile guerra. Sentivamo tuttavia, che la Pasqua è un segno di speranza e volevamo essere presenti e aiutarli a viverla bene.

Quando insieme ad Elisabetta, a Luisa e a Lina, sono entrato nella sala della celebrazione, vi assicuro che ho provato un’emozione profonda. Non sentivo la divisione tra noi cattolici e gli ortodossi, ma sentivo che eravamo una sola grande famiglia che esprimeva la preghiera in modo diverso, ma bello. La diversità del culto, dei colori, dei canti non è un ostacolo, non è un muro ma è un valore aggiunto. Questo sentivo nel mio cuore.

Padre Vasil mi abbracciava e diceva delle cose belle sul mio conto e io sentivo crescere dentro di me le parole di Gesù e la sua invocazione rivolta al Padre: “Padre che siano una cosa sola, come io e te”. In quel momento, sentivo che l’unità era la cosa più grande e più bella che potevamo sperimentare.

E poi come descrivere quei colori, quei visi e tutta la bellezza e l’armonia di quella celebrazione? Era qualcosa che penetrava l’anima e restava dentro. Si avvertiva la presenza di Gesù che trasmetteva una grande pace. Una pace che non mi ha lasciato più, per tutta la giornata. Alla fine di questo giorno devo dire che il mio cuore si è allargato, sono più ricco, ho nuovi fratelli, una famiglia più grande: questo è quello che mi resta.

Don Peppino Gambardella
Pomigliano D’Arco




Insieme per l’Europa 2022. Rivedi lo streaming del 8 maggio

RIVEDI LO STREAMING

“La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza iniziative creative all’altezza dei pericoli che ci minacciano”. (dalla Dichiarazione Schuman)

Domenica 8 maggio 2022 – Videoconferenza* ore 18,30

Educazione: unica chance per la pace
“E’ tempo di sottoscrivere un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che
impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone mature” (Papa Francesco)

Programma
➢ Saluto del dott. Fabrizio Spada – Ufficio di Roma del Parlamento Europeo
Global compact on education: fondamenti, sviluppi, prospettive – Prof.ssa Carina Rossa, Ricercatrice presso la Scuola di Alta Formazione EIS (Educare all’incontro ed alla Solidarietà) dell’Università LUMSA di Roma e membro del Comitato promotore del Patto Educativo Globale.
Educarsi ed educare: ragazzi, giovani, educatori raccontano percorsi di formazione verso identità libere, solidali, capaci di rinnovarsi e di amare.
Preghiera ecumenica per la pace e per l’Europa, condotta dal francescano Egidio Canil, il Pastore della Comunità tedesca luterana a Roma, Michael Jonas il Presbitero greco-ortodosso Vladimir Laiba, Emanuela Fioravanti della
Comunità Vittoria di Dio del Rinnovamento carismatico cattolico.

L’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.

Insieme per l’Europa – Italia

insiemepereuropa.italia@gmail.com – www.together4europe.org
Link per seguire l’evento:  //www.youtube.com/FocolariRoma/live

In Italia il programma è incentrato sull’Educazione definita “unica chance”. Verrà rilanciato il Patto educativo globale proposto dal Papa nel 2019 e richiamato nel messaggio per la pace di quest’anno: «un patto che promuova l’educazione all’ecologia integrale, secondo un modello culturale di pace, di sviluppo e di sostenibilità, incentrato sulla fraternità”, un patto che “abbatte le barriere e costruisce ponti”. Non mancherà la presentazione di iniziative presentate da ragazzi, giovani ed educatori, in atto da anni ad opera dei diversi Movimenti e Associazioni: da “Tuttopace” nelle scuole di Trento e il progetto educativo Raggio di Sole, in Croazia (Movimento dei Focolari); all’accoglienza dei profughi con la condivisione di tradizioni culinarie, religiose e culturali (Comunità Papa Giovanni XXIII); dall’impegno di giovani pentecostali siciliani nelle scuole per superare dipendenze, bullismo, testimoniando rispetto coraggio e non violenza (Associazione “I am Rev”); alla testimonianza di una giovane sulla ricchezza di rapporti intergenerazionali (Comunità di s. Egidio); e ancora agli impegni di una squadriglia Scout; agli Ambasciatori dell’Unione Europea (Fondazione Antonio Megalizzi);
alla crescita reciproca fra operatori ed ergastolani di un carcere fiorentino; al dialogo tra diversità e riconciliazione in situazioni di conflitto, espressione dei principi di “Insieme per l’Europa”.

Scarica la locandina

Dal sito www.together4europe.org

“In questo tragico momento noi cristiani siamo interpellati in prima persona a curare la pace e a testimoniare che la diversità riconciliata è possibile”. Così Ilona Toth, ungherese, membro del Comitato europeo di Insieme per l’Europa, rete di quasi 300 movimenti e associazioni cristiane di varie Chiese di molti Paesi europei, impegnata da più di 20 anni a contribuire alla costruzione di un’Europa che, dall’Atlantico agli Urali, sia messaggio di pace, ponte fra i popoli (www.together4europe.org).
In quest’anno dichiarato dall’Unione Europea “Anno europeo dei giovani”, saranno proprio i giovani a far sentire la loro voce. Tra le tante manifestazioni che si svolgeranno in tutto il nostro Continente, “Insieme per l’Europa” promuove nei vari Paesi eventi non puramente celebrativi, ma intessuti di fatti, di buone pratiche e preghiera per la pace sulla base di testi elaborati in Ucraina, Irlanda, Repubblica Ceca, Croazia, Romania e Slovenia.

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Concluso a Firenze il Convegno sul “Concilio Vaticano II e carisma al servizio dell’unità di Chiara Lubich”

Concluso a Firenze, nella splendida cornice di Palazzo Vecchio dopo la prima giornata presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, il convegno “Il Concilio Vaticano II e il carisma dell’unità di Chiara Lubich”.  Un evento che, spaziando dalla sinodalità all’impegno per la pace e il dialogo tra i uomini e popoli, si inserisce in un dibattito di straordinaria attualità. 

La grande stagione dei nuovi movimenti ecclesiali, che ha visto la sua acme sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, ha certamente avuto la sua origine nel periodo preconciliare. Ha poi trovato nell’assise vaticana, in particolare nella valorizzazione del laicato cattolico e nella ridefinizione della presenza della Chiesa nel mondo (Lumen Gentium), oltre che nella centralità della Parola condivisa in comunione (Dei Verbum), la sua ragion d’essere. Il periodo postconciliare ha poi permesso l’esplosione numerica e qualitativa di tali movimenti, valorizzati nel loro nascere e sviluppati da Paolo VI e poi applauditi e sostenuti col suo magistero dal papa polacco. Una vicenda di unità e distinzione, in particolare nella Chiesa della seconda metà del XX secolo, che ha trovato nel carisma della Lubich, carisma al servizio dell’unità della Chiesa e dell’umanità, la sua espressione più matura.

(Leggi tutto sul sito focolare.org)




Maria modello per le donne. Cristiane e musulmane insieme a Palermo

A Palermo la ricorrenza dell’Immacolata Concezione è una festa molto sentita e partecipata. È la festività che prepara al Natale e in tutte le famiglie del capoluogo siciliano si percepisce in questa giornata l’aria del sacro. E, quest’anno, l’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, durante il solenne Pontificale celebrato nella Cattedrale di origine arabo-normanna, sottolinea come «il  di Maria a Dio non è quello di una schiava in preda alla paura, ma quello di una donna libera che può decidere di fare della sua vita una dimora disponibile, accogliente, autenticamente umana per il Dio che desidera prendere dimora in mezzo all’umanità e ricostruire con essa l’amicizia e l’armonia infranta».

Ha un sapore nuovo questa celebrazione perché, al suo termine, alcune donne musulmane offrono anche loro un omaggio all’Immacolata, leggendo quelle Sūre del Corano dove si fa riferimento a Maria, a Mariem. «Un gesto di amore e di fratellanza – ha sottolineato l’Arcivescovo – che arricchisce la Chiesa di Palermo e rafforza la sua devozione a Maria».

Sono donne che hanno intrapreso un percorso insieme ad altre donne cristiane e non credenti che vogliono fare la differenza proprio a Palermo, città ospitale per denominazione e di grande accoglienza. Vi era un tempo in cui in questa città le varie fedi convivevano pacificamente e anche adesso continuano a farlo, con una consapevolezza in più, perché in questi tempi convivere e donarsi reciprocamente le ricchezze delle varie culture non è affatto scontato.

foto tratta dal sito dell’Arcidiocesi di Palermo

Il testo letto nella splendida cornice della Cattedrale di Palermo in onore di Mariem, offre tanti spunti di riflessione. «Per noi – si legge nella preghiera -, Mariem è una delle figure più affascinanti narrate nel Corano. È stata ed è davvero una grande fonte di forza, onore, dignità e perseveranza. La Vergine è da sempre ponte di dialogo tra cristiani e musulmani e via di reciproca comprensione, Maria è parte e compimento della stirpe di profeti che “guardano l’essenza di questo mondo” ed è venerata come la creatura femminile prediletta di Allah, mondata da ogni possibile macchia di peccato e ricolma della presenza del Suo Spirito e della grazia dei Suoi doni».

La pace si prepara praticando gesti di fraternità ogni giorno.

Patrizia Mazzola


Di seguito il testo della preghiera:

Maria per le donne musulmane

Ecco cosa dice il Corano della concezione di Maria, Pace su di lei, alla quale è dedicato un capitolo intero al suo nome «Surat Mariem» e un altro è dedicato alla sua famiglia « Al Imrān » (famiglia di Gioacchino).

33. “In verità Allah ha eletto Adamo e Noè e la famiglia di Abramo e la famiglia di ‘Imrân al di sopra del resto del creato,

34. [in quanto] discendenti gli uni degli altri. Allah è audiente, sapiente.

35. Quando la moglie di Imrân disse: «Mio Signore, ho consacrato a Te e solo a Te quello che è nel mio ventre. Accettalo da parte mia. In verità Tu sei Colui che tutto ascolta e conosce!».

36. Poi, dopo aver partorito, disse: «Mio Signore, ecco che ho partorito una femmina»: ma Allah sapeva meglio di lei quello che aveva partorito. «Il maschio non è certo simile alla femmina! L’ho chiamata Maria e pongo lei e la sua discendenza sotto la Tua protezione contro Satana il lapidato.»

37. L’accolse il suo Signore di accoglienza bella, e la fece crescere della migliore crescita. L’affidò a Zaccaria e ogni volta che egli entrava nel santuario trovava cibo presso di lei. Disse: «O Maria, da dove proviene questo?». Disse: «Da parte di Allah». In verità Allah dà a chi vuole senza contare.

Quindi era una concezione consacrata a Dio, e da Lui protetta contro ogni male.

Al di là della lingua, il credo o l’apparenza Lei ci unisce nella preghiera. Madri, figlie o semplicemente “Donne” da Lei ogni ispirazione per il nostro impegno al femminile e la ricerca della Grazia di Dio in ogni nostro gesto.

In questo momento di una pandemia mortale e destabilizzante, la storia di Maria, pace su di lei, è esempio per tutti della necessità di amore per tutti le creature e del prendersi cura del creato. È “Luce” da oriente ad occidente, speranza per tutti noi.

Scarica la preghiera

nb: la foto è tratta dal sito dell’Arcidiocesi di Palermo

 




Chiara Lubich: l’amicizia spirituale via alla cultura del dialogo

25 giugno 2021. Conversazione con Roberto Catalano.
Docente universitario, esperto del dialogo interreligioso.
Terzo appuntamento organizzato dalla Comunità del Movimento dei Focolari di Jesi nelle Marche.




8 giugno 2021, ore 13: un minuto per la pace

L’ 8 giugno 2014 si è svolto nei Giardini Vaticani l’incontro “Invocazione per la pace” promosso da Papa Francesco insieme al Presidente di Israele (Simon Peres), al Presidente dell’Autorità Palestinese (Maḥmūd ʿAbbās – Abu Mazen), con il Patriarca di Costantinopoli (Bartolomeo I).

Durante questo incontro, Margaret Karram ha recitato la preghiera per la pace di San Francesco d’Assisi.

Margaret Karram durante la lettura della Preghiera di San Francecsco

Con UN MINUTO PER LA PACE 2021 invitiamo tutti: cattolici, cristiani delle diverse confessioni, credenti di tante religioni, uomini e donne di buona volontà a unirsi per pregare e lavorare insieme” per la pace in tutto il mondo, in particolare a Gerusalemme, tra israeliani e palestinesi e in Myanmar. Ci fermiamo quindi martedì 8 giugno alle ore 13 (italiane), per pregare per la pace.

Anche il Movimento dei Focolari ha aderito all’iniziativa promossa dall’Azione Cattolica. Coinvolgiamo e diffondiamo questa iniziativa per contare in tutto il mondo un numero sempre più grande di MINUTI PER LA PACE.

Leggi l’iniziativa sul sito dell’Azione Cattolica




Convegno Internazionale per l’Unità dei Cristiani – 28/29 maggio

Programma del 28 maggio 2021

Programma del 29 maggio 2021

UNITA’ DEI CRISTIANI OGGI: “AMATEVI COME IO HO AMATO VOI”

Convegno internazionale online 28-29 maggio 2021 – ore 13,30 -17

60 anni di dialogo tra fedeli di molte Chiese: un contributo, quello del Movimento dei Focolari per l’unità dei cristiani che genera accoglienza, giustizia e pace tra comunità e popoli. Al convegno si approfondirà il “dialogo della vita” che viene dalla prossimità e dalla condivisione tra cristiani di Chiese diverse.

Interverranno:
Card. Kurt Koch, Presidente Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Vaticano)
Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari
Rev. Prof. Dr. Ioan Sauca, Segretario generale ad interim Consiglio Ecumenico delle Chiese (Svizzera);
Prof. Dr. Piero Coda, Istituto Universitario Sophia (Italia)
Prof. Dr. Stefan Tobler, Università Sibiu (Romania);
Prof. Dr. Mervat Kelly, Pontificia Università Lateranense (Italia)
Mons. Juan Usma, Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Vaticano)
Pastore Giovanni Traettino, Fondatore della chiesa evangelica della riconciliazione (Italia)
Pastore Joe Tosini, Fondatore del Movimento John 17 (USA)
Rev. Dr. Jesùs Moran, Copresidente del Movimento dei Focolari

“Concentrandosi sulla spiritualità dell’unità, Chiara Lubich ebbe un profondo impatto sul movimento ecumenico e diede un significativo contributo per alimentare autentici rapporti tra Chiese e tradizioni cristiane diverse”. Si esprime così Olaf Fykse Tveit, già Segretario Generale del Consiglio ecumenico delle Chiese. Sono migliaia i cristiani che si riconoscono nel carisma di Chiara Lubich e nel primato della parola evangelica in cui Gesù prega il Padre: “Che tutti siano uno” (cf Gv 17,21). “Unità” è la parola chiave del Carisma dei Focolari ed anche del percorso di dialogo in atto; una strada che non annulla le diversità, ma che sa riconoscere proprio lì una ricchezza.

Il convegno promosso dai Focolari, dal titolo “Amatevi come io ho amato voi” (cf. Gv 15,13) che si svolgerà online il 28 e 29 maggio prossimi non poteva arrivare in un tempo più propizio, in cui il riaccendersi di guerre e conflitti – oltre alla piaga della disuguaglianza sociale aggravata dalla pandemia – richiedono un contributo personale e globale per curare le fratture e le ferite che l’umanità sta affrontando oggi.

Sarà duplice il focus del convegno: si approfondiranno il “dialogo della vita” – lo straordinario punto di vista in base al quale Chiara Lubich iniziò nel 1961 a percorrere con cristiani di Chiese diverse un cammino di comunione – e lo scambio di “doni spirituali”.

Il “dialogo della vita” o “dialogo del popolo” come altresì lo definì Chiara Lubich, non si contrappone a quello dei responsabili delle Chiese, bensì lo accompagna e lo testimonia. Sono i cristiani stessi che vivono, operano e lavorano insieme nella quotidianità e, immersi nelle sfide della storia, alimentano un clima di fiducia reciproca, di stima e rispetto vicendevole che fa cadere barriere e pregiudizi di secoli.

Molte le testimonianze di questo dialogo che arricchiranno il convegno, come quella di Lina, cattolica, e Roberto della chiesa Pentecostale, entrambi di Agrigento (Italia), impegnati in un progetto di solidarietà comune nei confronti della loro città, basato sul Vangelo, valorizzando quello che unisce e non quello che divide. Oppure quelle dalle Filippine, dove cristiani di molte Chiese collaborano per sollevare insieme situazioni di emergenza scoprendo come siano occasioni fruttuose per camminare, lavorare e pregare insieme.

Nicole invece è della Chiesa greco-cattolica mentre Garo è armeno ortodosso; sono libanesi e collaborano con la Federazione Mondiale degli Studenti Cristiani (WSCF) presente in tutti i Paesi del Medio Oriente. Dalla loro partecipazione sta nascendo una rete di rapporti che crea comunione: “e di questa – spiegano Nicole e Garo – abbiamo tanto bisogno nei nostri Paesi”.

Il Convegno internazionale si colloca nel 60° anniversario del Centro “Uno” per l’unità dei cristiani la segreteria per il dialogo tra cristiani di diverse Chiese fondato da Chiara Lubich il 26 maggio 1961.
Si svolgerà dalle ore 13.30 alle ore 17.00 (ora italiana), verrà trasmesso dal Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Roma, Italia) e tradotto in 20 lingue.

Per maggiori informazioni: Stefania Tanesini – (+39) 338 5658244
Via Frascati, 306 – 00040 ROCCA DI PAPA (Roma) – Italia – 0694798144

 




Appello di Margaret Karram per la pace in Terra Santa

Terra Santa, Colombia, Myanmar, Africa: luoghi nei quali la guerra prosegue incessantemente. Così Margaret Karram, Presidente dei Focolari, ribadisce la sua solidarietà e offre le sue preghiere a quanti soffrono e vivono in questi luoghi di violenza. Rivolge anche un accorato appello perché si pratichi il dialogo con tutti al fine di riscoprire che siamo tutti fratelli, figli dello stesso Padre.

“Non possiamo non sentire profondamente il grido di dolore che arriva in questi giorni da molte parti del mondo, perché la pace è di nuovo in grave pericolo. Mi riferisco alle proteste sfociate in violenze in diverse città della Colombia che stanno andando avanti da molti giorni, al popolo del Myanmar che da mesi soffre e in cui non si vedono ancora spiragli di pace e libertà, di diversi Paesi e regioni africane che per motivi diversi sono agitati da violenze che sembrano non avere fine.

E cosa dirvi della situazione riesplosa a Gerusalemme, ad Haifa, nella striscia di Gaza e in tante altre città della Terra Santa in questi giorni?

È una situazione che vivo proprio sulla mia pelle; le notizie dei bombardamenti, dei morti che aumentano ogni giorno riaccendono nel mio cuore un dolore immenso, anche perché questa è la terra dove sono nata e che mi ha cresciuta. Voglio dire a tutti voi che vivete in prima persona queste situazioni di violenza, rischiando spesso la vita che sono con voi più che mai! Offro e prego ogni giorno perché cessino i bombardamenti e le violenze tra i diversi gruppi, perché vengano risparmiate vite umane e perché la pace ritorni ad essere il bene supremo per ogni persona, per ogni popolo e governo.

Questa terra con tutte le sue profonde ferite ma anche grandi ricchezze che sono frutto della molteplicità dei popoli che la abitano mi ha stampato nell’anima la certezza che solo il dialogo, vissuto a volte anche in modo eroico, costruisce la pace vera in ogni luogo del mondo in cui manca.  Ciò che sento oggi nel profondo è invitare tutti a riscoprire che siamo tutti fratelli, figli dello stesso Padre, senza lasciarci prendere dall’odio o dalla tentazione di vedere solo la propria parte.

Ci impegniamo insieme a riportare al centro del nostro pensare e della nostra vita, della vita delle nostre comunità, dei nostri popoli la riconciliazione e il dialogo: un dialogo con tutti, nessuno escluso e che mette in atto politiche giuste, che accolgono e rispettano le diversità. Tuttavia, ci possono essere situazioni così disperate ed estreme dove sembra impossibile trovare una soluzione, ma lo abbiamo sperimentato tante volte: l’amore trova sempre vie di accesso al cuore dell’altro. A questo proposito, mi ha sempre dato speranza e coraggio uno scritto di Chiara Lubich che vorrei condividere con voi:

“Ma se più uomini accettassero la sofferenza per amore, la sofferenza che richiede l’amore, essa potrebbe diventare la più potente arma per donare all’umanità la sua più alta dignità: quella di sentirsi non tanto un insieme di popoli l’uno accanto all’altro, spesso in lotta tra loro, ma un solo popolo, una famiglia”. [1]

Teniamo viva la speranza! Con l’amore reciproco rinnovato tra tutti intensifichiamo la preghiera per chi soffre, per i morti, per chi non ha certezza del domani.  Ma soprattutto preghiamo Dio perché ci conceda il bene più grande per tutta l’umanità: il dono di una pace giusta e duratura”.

Margaret Karram

Presidente del Movimento dei Focolari

Dal sito www.focolare.org