Fari di pace: Genova, 2 aprile, marcia per la pace e contro le armi

L’appuntamento della marcia è per il 2 aprile 2022 alle ore 15.00, Piazza San Lorenzo. Essa è promossa da  Pax Christi Italia con un largo fronte di associazioni ecclesiali e laiche (in calce), in collaborazione con l’Arcidiocesi di Genova e la Diocesi di Savona-Noli.

PROGRAMMA

  • Intervento dei Vescovi di Genova e Savona monss. Marco Tasca e Calogero Marino
  • Consegna e firma della bandiera della Pace
  • Testimonianza del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali
  • Interventi di Pax Christi, Weapon Watch, Economia Disarmata
  • Corteo fino al Porto Antico con le bandiere della pace
  • Consegna delle richieste all’Autorità Portuale: trasparenza sui carichi e divieto di transito alle “navi della morte”

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Alle ore 11 si terrà una riflessione sulla conversione ecologica integrale a cura di Città Nuova – Genova, Cappella Grimaldi – Santa Maria di Castello.

 

 

 

L’APPELLO

Appello a tutte le persone che vogliono davvero la pace.

Troviamoci in Piazza San Lorenzo a Genova sabato 2 aprile alle 15.00. Getteremo “fari di pace” sul traffico di armi in cui siamo coinvolti, che nutre e prepara le guerre attorno a noi, sempre più vicine. Consegneremo richieste forti all’Autorità Portuale di Genova. C’è qualcosa di concreto che possiamo fare per fermare le prossime guerre, senza arrivare sempre “dopo”, quando è facile dirsi tutti “pacifisti” e sembra che la solidarietà sia l’unica risposta che possiamo offrire. Partiremo da Genova chiedendo a tutte le città portuali del nostro Paese di replicare la mobilitazione accendendo “fari di pace”. Basta armi che transitano dai nostri porti. Nessuna guerra non può alimentarsi della nostra complicità o indifferenza.

COME ARRIVIAMO QUI

Tre anni fa i camalli del CALP e della Compagnia Unica bloccavano armamenti destinati all’Arabia Saudita ma presentati come “attrezzature civili”, diventando così essi stessi “fari di pace” che rompono le tenebre di commerci illegali di cui non vogliono essere complici.

Un anno fa i portuali di Ravenna e di Livorno hanno dichiarato sciopero contro i container di esplosivi destinati a Israele, mentre Gaza veniva bombardata.

Pochi giorni fa i lavoratori dell’aeroporto di Pisa si sono rifiutati di lavorare al carico di “aiuti umanitari” destinati all’Ucraina sotto cui si celavano armi e munizioni.

Ucraina, Libia, Siria, Afghanistan, Israele… non vi è stato grave conflitto armato recente in cui non vi sia stato il coinvolgimento o il sostegno del governo italiano o di aziende operanti in Italia. E così nelle repressioni delle proteste popolari da parte di regimi autoritari in Egitto, in Kazakistan, in Myanmar, e perfino nella continua mattanza di civili in Messico.

Da decenni, in nessun conflitto armato vi è stato un vincitore, vi sono stati invece innumerevoli vittime e conseguenti ininterrotti flussi di migranti disperati, a cui l’Italia e l’Europa hanno risposto con la chiusura delle frontiere.

DAVVERO LA GUERRA INIZIA QUI?

Armi da montare. Carri armati. Sistemi di puntamento. Proiettili. Sono solo alcuni dei carichi che transitano abitualmente dal porto di Genova – destinati a paesi in conflitto, a maciullare uomini, donne e bambini – e che negli anni i portuali attivi nel CALP hanno visto con i loro occhi. Molto di più è quello che non viene dichiarato, in violazione delle leggi, che non viene più caricato/scaricato per evitare scioperi e proteste, ma transita ugualmente.

Il fiorente mercato della guerra inizia e passa anche qui da Genova, dove oggi siamo tutti in apprensione e disponibili ad accogliere i profughi ucraini, sentendoci emotivamente scossi da una guerra sul suolo europeo. Ma è l’ennesima ondata di profughi da tutto il mondo che in questi anni ci hanno chiamati in causa.

La guerra la prepariamo sempre noi: le nostre aziende che fanno ricerca e sviluppo di sistemi militari, le nostre banche che consentono le transazioni e il commercio di armi, una mancata nostra transizione ecologica che ci renda indipendenti da fonti energetiche estere e relativi regimi. Chiediamo con forza che l’Autorità Portuale di Genova nel rispetto della legge 185/90 chieda la rivelazione del carico alle navi che transitano da Genova, e rifiuti l’ingresso in porto alle navi della morte. Le guerre in tutto il mondo non siano portate avanti grazie a noi, al nostro sistema produttivo-logistico, o anche solo al nostro silenzio indifferente o ignorante.

MA TUTTO QUESTO E’ LEGALE?

In questi anni tante forze civili non hanno cessato di portare in piazza e in politica lo slogan «Porti aperti ai migranti e chiusi ai traffici di armi». Di chiedere realmente un’altra umanità possibile. Tuttavia la politica – tanto in Italia quanto nei paesi dell’alleanza atlantica in cui l’Italia si trova inserita – non ha saputo né voluto dare risposta e la corsa agli armamenti è continuata. Ora la guerra si sta avvicinando sempre più, e cala la paura anche su chi si credeva al sicuro.

La legge “185/90”, che regola l’export militare, esiste da 30 anni: prevede che le aziende produttrici di armamenti chiedano al governo le autorizzazioni ad esportare e vieta di fornire armi a Paesi in conflitto armato o che violano i diritti umani, in contrasto con l’articolo 11 della Costituzione in cui si afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli. Questa legge continua ad essere disattesa. Nel 2020 l’Italia è salita al 7° posto tra i paesi esportatori di armi. Destinatari delle armi italiane sono soprattutto i paesi del Nordafrica e del Golfo persico, monarchie assolute e regimi illiberali che non garantiscono libertà di opinione e diritti umani.

In nome della libertà di mercato, l’industria delle armi non vuole limitazioni o controlli, tanto meno che siano divulgate informazione sui suoi affari. Nel nostro porto transitano navi a cui non viene chiesto cosa trasportino, e si viene a sapere solo grazie a coraggiosi lavoratori che sono spesso cariche di armi dirette a paesi in guerra. A maggio 2019, grazie alla mobilitazione della rete Genova Aperta alla Pace, a Genova il Consiglio comunale e il Consiglio regionale hanno approvato all’unanimità la “mozione di Assisi” per chiedere al Parlamento e al Governo di vietare vendita e transito di armi destinate al conflitto in Yemen. Un impegno comune è possibile, è necessario.

E se vogliamo la pace, è ora di dire basta. La legge va rispettata. La guerra va fermata dove nasce, dove diventa business: nei luoghi della produzione e della distribuzione di armi.

PROMUOVONO:

Pax Christi Italia

C.A.L.P.

Tavolo Giustizia e Solidarietà coordinato da Caritas Genova

Ora in silenzio contro la guerra

The Weapon Watch

AGESCI Liguria

ARCI Genova

ACLI Liguria

CVX – Genova

Centro Banchi

La Piuma Onlus

Comunità San Benedetto al porto

Libera Liguria

Genova Aperta alla Pace

ANPI Genova

Federazione Italiana Associazioni Partigiani Emergency Genova

Economia disarmata

Redazione Contropiano

Le veglie contro le morti in mare Associazione Papa Giovanni XXIII

Genova Che osa

Società missioni africane

Soci e socie di Banca Etica (Genova e La Spezia) Centro Italiano Femminile

Circolo Nuova Ecologia Genova

Unione democratica arabo palestinese

Music for Peace

Legambiente

CONTATTI e Adesioni

info@weaponwatch.it




Focolari Italia per l’Ucraina

La notizia della guerra in Ucraina ha attivato molteplici attività all’interno delle comunità dei Focolari sparse in tutta Italia. Da nord a sud si sono avviate iniziative e disponibilità di accoglienza sia da parte di singole persone che di famiglie e associazioni.

Molte persone hanno aderito alle iniziative dell’ Amu (Associazione Azione per un mondo unito) e di AFN (Azione per Famiglie Nuove) che hanno attivato anche un conto bancario dedicato alle donazioni che stanno arrivando con grande generosità. Inoltre, nell’ambito del programma “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza” (in accordo con AMU, AFN e la cooperativa Fo.Co.) si stanno attivando e coordinando alcune azioni per utilizzare al meglio le risorse.

In questi giorni è quindi partita un’incredibile gara di solidarietà e di vicinanza per le persone in fuga dalla guerra: da momenti di preghiera fatti insieme, a manifestazioni per la pace; dall’accoglienza dei profughi nelle case, al mettere a disposizione e attivare raccolte di vestiario e cibo. Le associazioni vicine ai Focolari si sono subito messe in azione, così pure le tante persone che collaborano con istituzioni sia civili che religiose.

Segnaliamo alcune delle tante iniziative che sono in atto nelle regioni. 

 

CALABRIA

– Una coppia di Crotone, che gestisce un ostello in un immobile confiscato alla mafia, ha accolto 15 ucraini ;

– A Cutro una persona ha messo a disposizione la sua casa per le vacanze accogliendo una famiglia con 6 persone con il sostegno di tutta la Comunità;

– Una persona di Vibo Valentia ha accolto circa 10 ucraini in un appartamento di sua proprietà;

– Nella diocesi di Cosenza si sta collaborando nel portare avanti in alcune iniziative.

 

CAMPANIA/BASILICATA 

– Raccolta farmaci e generi di prima necessità;

– raccolta fondi promossa da AMU;

– sostegno alle iniziative di accoglienza promosse dalle Caritas Diocesane della Campania.

 

EMILIA ROMAGNA

Ci sono state diverse raccolte di materiali e beni di prima necessità inviati sia in Ucraina, nei primi giorni del conflitto, sia per l’accoglienza dei profughi al confine.

– Nella scuola di una insegnante di Parma, i rappresentanti d’istituto, venuti a conoscenza  della possibilità di inviare alimenti e indumenti, si sono fatti promotori della raccolta e in soli due giorni hanno riempito tanti scatoloni e più di una automobile per portarli al centro di raccolta.

– A Medolla due persone hanno accolto il dolore di una signora Ucraina della loro comunità e la sua richiesta di inviare aiuti al nipote medico, che si era reso disponibile ad andare a prestare la sua professionalità; hanno fatto partire una richiesta e, dopo due giorni, oltre ai farmaci e materiale sanitario messo a disposizione da una farmacia locale, hanno potuto riempire un intero camion di aiuti. Tutta la comunità si è attivata, offrendo e lavorando; l’albergatore, presso cui l’autista del camion ha dormito la sera prima di partire, avendo saputo la destinazione del viaggio non ha chiesto il pagamento del pernottamento, offrendo l’equivalente per il carburante. Per tanti è stata l’occasione per ricambiare l’aiuto che avevano ricevuto quando, qualche anno fa, si sono trovati vittime del terremoto.

– Una signora dell’appennino bolognese ha dato la disponibilità ad ospitare una famiglia.

– A Parma una persona si è resa disponibile per l’ospitalità.

 

FRIULI VENEZIA GIULIA

– Una signora ha coinvolto una intera comunità, il “gruppo Fernetti” che vive al confine con la Slovenia e ha ospitato due anziani di passaggio per ricongiungersi ai familiari residenti a Napoli;

– La comunità di Gorizia ha collaborato negli aiuti insieme alla comunità della Slovenia;

– Una coppia di nazionalità russa che abita ad Udine sta accogliendo amici ucraini e una mamma con il suo bambino;

– La comunità di Udine sta cercando appartamenti e tutto il necessario per accogliere i profughi.

 

LAZIO

– L’associazione “Una Città Non basta” con sede a Marino (Roma), oltre alle precedenti azioni di accoglienza di migranti provenienti da Afghanistan e Africa, sta accogliendo alcune donne e bambini ucraini. Molto forte l’esperienza di aver vissuto il dramma della giovane mamma arrivata a Roma dopo 30 ore di viaggio in autobus e deceduta all’arrivo, lasciando sotto ulteriore shock i due figli arrivati con lei.

–  L’associazione Romamor si è messa in contatto con la protezione civile e la CRI, ed ha noleggiato un pulmino da 10 posti. All’andata hanno portato con loro, in base a quanto concordato con CRI e Protezione Civile, dei saponi, dei viveri e dei vestiti ad un centro di raccolta al confine tra Polonia ed Ucraina, mentre al ritorno hanno portato in Italia 8 persone (4 donne e 3 ragazze ed un bambino).
Sono andati in Polonia Elio (presidente dell’associazione) e Renato che ha detto: “lo facciamo perché è nello spirito di Dino Impagliazzo, lui sicuramente avrebbe voluto organizzare qualcosa in questa situazione”.

 

LIGURIA

– A Genova offerta di ospitalità per i profughi;

– A Voghera una signora, che è riferimento locale di AFN e di una consulta di volontariato, si sta occupando di circa 22 profughi dell’Ucraina ospitati in un albergo con il contributo economico delle associazioni;

– Il gruppo di famiglie nuove del Levante ligure ha organizzato un collegamento streaming dal tema “ Uniti per la Pace” per pregare insieme per la Pace.

 

LOMBARDIA

– Al Centro Mariapoli di Frontignano sono stati accolti 11 profughi ucraini. Unanime è stata la risposta di solidarietà della comunità.

 

MARCHE

– La comunità di Montegranaro è tra i promotori dell’iniziativa “Sovvertiamo la Guerra Scegliamo la Pace”, manifestazione per dire No alla Guerra;

– Molte sono state le iniziative di preghiera e manifestazioni organizzate insieme con altre realtà della Chiesa e della città di Vallemiano, di Jesi e Fabriano.

 

PIEMONTE

Si sta contribuendo al conto AMU su iniziativa personale e si sono date disponibilità a collaborazioni alla CRI locale e Caritas per raccolta di alimentari e vestiario.

 

PUGLIA

– Alcune famiglie hanno dato la disponibilità per l’accoglienza.

 

SARDEGNA

– In Sardegna si è costituito un gruppo spontaneo di sei persone, autodefinitesi facilitatori per l’accoglienza, provenienti da diversi territori dell’Isola. Si sta lavorando insieme alla Caritas anche perché alcuni membri del gruppo sono inseriti da anni in vari ambiti diocesani. Ma non mancano i rapporti diretti con le istituzioni. Ciò significa concretamente accogliere provvisoriamente i profughi nelle famiglie per poi orientarsi a predisporre delle unità abitative nelle quali essi abbiano le loro rispettive libertà e la propria indipendenza, continuando ad avere con le “famiglie-tutor” una relazione d’amicizia e sostegno per il disbrigo di varie pratiche o per altri bisogni.

 

 SICILIA

– A Belmonte Mezzagno (Palermo) il 20 marzo si è tenuta una manifestazione per la pace. Tutta la comunità ha partecipato a questa iniziativa di solidarietà con la raccolta di indumenti e di farmaci;

– Iniziative nella regione di preghiere per la Pace.

Ispica (Rg) Raccolta contributi per l’Ucraina tramite il progetto per le scuole “Fun Science Project” (Leggi tutto)

TOSCANA

– Tutte le comunità stanno collaborando fattivamente insieme alle parrocchie, associazioni di volontariato ed enti vari, fornendo aiuti economici, vestiario, coperte, alimenti e farmaci (Arezzo, Livorno, Prato, Lucca, Mugello, Firenze, Massa, Pistoia, Scarlino, Grosseto, Siena, Montepulciano, Crete Senesi, Amiata, Viareggio, Empoli). In alcune realtà l’impegno è condiviso con le comunità ortodosse;

– Tanti si uniscono a momenti di preghiera e riflessione organizzati nelle rispettive città e in collegamento con la comunità polacca e ucraina. La comunità di Arezzo si dà appuntamento tutti i giorni alle 14.30 per pregare insieme per la pace;

– Sono stati molti i contatti personali con le persone dei Focolari in Ucraina e in Polonia, per esempio con una Focolarina originaria di Pistoia, per verificare aspetti organizzativi delle varie raccolte e per esprimere vicinanza e sostegno;

– Tutte le comunità della regione si stanno prodigando per assistere varie famiglie, in genere con bambini piccoli;

– Alcune famiglie, soprattutto di Firenze, hanno dato la disponibilità per l’ospitalità e sono arrivati i primi profughi;

– Ad Arezzo ci si è concentrati soprattutto sull’accoglienza di minori non accompagnati;

– In una scuola di Prato due insegnanti insieme a studenti e altri colleghi hanno firmato una bandiera ucraina con la scritta No alla guerra e hanno aderito alla raccolta di beni di prima necessità registrando la grande generosità di tutti;

– Al liceo Rosmini di Grosseto l’angoscia e la paura, soprattutto nei giovani, si sono trasformati in una vera e propria gara di solidarietà tra alunni ed insegnanti. I ragazzi hanno preparato gli scatoloni, li hanno caricati su due camioncini e poi sono andati ad aiutare i volontari al centro di raccolta della Caritas. Tutti hanno detto che erano felici di aver dato il loro contributo;

– Una coppia di Firenze scrive: “Sono arrivate sedici persone, mamme con bambini e ragazzi ospiti in una casa-famiglia e ne aspettiamo altre venti. Stiamo raccogliendo vestitini da bambini e giochi. Sono donne molto forti, non fanno trasparire la loro angoscia, sono sorridenti e ringraziano. Vorremmo portare loro solo amore”;

– Il Centro la Pira di Firenze sta provvedendo ad organizzare corsi di italiano per i profughi;

A Livorno sono stati presi contatti con la comunità ucraina della città e si è aderito all’iniziativa della Caritas per raccogliere materiale utile. Ci si sta attivando con associazioni che ospitano i primi profughi soprattutto madri e bambini. Si forniscono indumenti e generi alimentari alle famiglie che stanno alloggiando presso conoscenti;

– Si sta predisponendo un TIR che partirà per la Polonia secondo accordi con i Focolari della Polonia;

– Un gruppo di Massa Carrara ha raccolto una somma per l’emergenza ucraina;

– Una persona di Grosseto, responsabile di un laboratorio artigianale per persone con varie disabilità e disagi, ha preparato, insieme ad altri dei Focolari, una serie di piccole borse con decorazioni a tema sulla Pace. Il ricavato della vendita servirà per l’acquisto di medicinali;

–  A Siena un gruppo di persone ha destinato una somma che ogni anno raccolgono per contribuire alle emergenze all’Ucraina. Sono stati coinvolti anche vicini e conoscenti per aiutare due famiglie e trovare capannoni per lo smistamento di viveri;

– Una famiglia di Massa Carrara, ha dato la disponibilità ad accogliere in casa delle persone profughe, avendo a disposizione una camera da letto vuota. Erano un po’ timorosi per la novità dell’esperienza che stavano per intraprendere e dopo qualche giorno sono arrivate una mamma con una bambina. “Facciamole sentire in famiglia” si sono detti e dopo soli due giorni la sensazione era che fossero lì da tanto tempo. “Hanno portato una ventata di freschezza forse è lo Spirito Santo che soffia in questi giorni in casa nostra. È una bellissima esperienza”.

 

TRENTINO ALTO ADIGE

– Una insegnante di Trento ha presentato la sua esperienza in una TV privata la sua esperienza di accoglienza di alcuni bambini ucraini nella sua scuola attraverso l’esperienza del laboratorio da lei attivato.

 

VENETO

– Tantissimi gruppi di preghiera si alternano durante tutto l’arco della giornata;

– Il 20 febbraio a Thiene (VI) si è celebrata una messa insieme alla comunità Ucraina del luogo.

– A Treviso si collabora in maniera continuativa con l’associazione “Energia e sorrisi” del Vicentino, che unisce lo sport alla solidarietà, per inviare aiuti concreti a Leopoli e dintorni e prima ancora ai profughi dei Balcani.

– Il comitato “In marcia per la pace” di Mestre (Venezia) ha lanciato l’iniziativa “Sì alla pace, no alla guerra”, che si è tenuta il 26 febbraio, al quale ha aderito anche il Movimento dei Focolari, oltre a numerosissime associazioni e movimenti.

– La comunità ucraina di Venezia ha contattato il Movimento dei Focolari per una raccolta di generi alimentari, vestiario e tanto altro. Il movimento ha coinvolto il Patriarcato e altre associazioni: la generosità è stata veramente sorprendente.

– È stata effettuata anche una raccolta di aiuti per i profughi ucraini giunti e accolti a Chisineu in Moldavia.

– Si è risposto alla richiesta del Vescovo di Padova per raccogliere aiuti umanitari e nel giro di poche ore è arrivata tantissima roba tanto da dover fermare la raccolta.

– A Padova si è collaborato con un gruppo di acquisto solidale per inviare medicinali e strumenti chirurgici che sono partiti per l’Ucraina attraverso i Salesiani.

– Il 6 marzo è partito da Verona un camion con medicine e materiale sanitario raccolto in vari punti della città e da numerose associazioni fra cui i Focolari.

– ll 2 marzo a Marostica (VI) si è tenuto un incontro per la pace in Ucraina.

– A Rovigo è stata fatta una raccolta di indumenti e vettovaglie ed è partito un pulmino carico di ogni necessità.

– Una signora di Rovigo dall’inizio della guerra si è messa in contatto con due sacerdoti ucraini, uno dei quali è rettore del seminario di Leopoli e l’altro sacerdote della parrocchia di Gorodoch. Con il gruppo della parola di vita in sole ventiquattr’ore hanno raccolto una somma consistente e, in due giorni, oltre due quintali di cibo e vestiario invernale e abiti per bambini;

– Per l’8 marzo sono state vendute le mimose per raccogliere aiuti per le donne Ucraine.

– Alcune delle insegnanti del Movimento hanno promosso a scuola il TIME OUT per la pace a cui i bambini partecipano in maniera veramente solenne;

In tutte le città c’è un continuo fermento e coinvolgimento di aiuti e preghiere.

Marina Morelli e Antonio Matera – Umanità Nuova Italia

18 marzo 2022

Leggi anche Ucraina, al via la raccolta fondi.

pagina in aggiornamento




AFN per l’accoglienza delle famiglie ucraine

La situazione della popolazione ucraina continua a peggiorare con il passare dei giorni e continua incessantemente il lavoro di aiuto e sostegno alla popolazione. Milioni di persone, intere famiglie; donne e bambini, sono in fuga dal paese, mentre i soldati russi, dopo giorni di combattimenti e bombardamenti, sono ormai alle porte di Kiev. Ogni ora che passa la situazione è destinata ad aggravarsi. Non c’è un minuto da perdere.
Azione Famiglie Nuove ripudia la guerra in ogni sua forma. Ci uniamo alla richiesta urgente, a tutte le parti coinvolte, di cessare immediatamente le ostilità.

A seguito dell’ Ordinanza 872 del Dipartimento della Protezione Civile che definisce le disposizioni per la gestione sul territorio italiano dell’accoglienza, del soccorso e dell’assistenza alla popolazione in arrivo dall’Ucraina in conseguenza della crisi in corso, pubblichiamo il comunicato stampa del Coordinamento OLA – Oltre l’adozione a cui AFN aderisce, sottolineando che siamo pronti a raccogliere le disponibilità all’accoglienza e a indirizzarle nel modo più opportuno.

Per offrire la propria disponibilità ad accogliere persone ucraine giunte in Italia tramite il corridoio umanitario, occorre COMPILARE IL PRESENTE MODULO CLICCA QUILeggi tutto sul sito di AFN



Emergenza Ucraina, il Centro Mariapoli di Frontignano (BS) si mobilita per l’accoglienza

Che siano solo in transito per altri Paesi o per più giorni, le persone in fuga dall’Ucraina hanno trovato un tetto presso la struttura del Centro Mariapoli di Frontignano in provincia di Brescia. Grazie agli accordi con la Caritas e con le autorità locali, già dall’emergenza di agosto con i profughi afghani, è stato possibile aprire subito le porte del centro per l’ospitalità. Abbiamo raccolto alcune testimonianze a caldo: Rosi Zorra e Attilio Gandelli, tra gli operatori del Centro, insieme ad una delle famiglie ospitate, ci raccontano cosa si vive.

È possibile donare online sui siti:
AMU: www.amu-it.eu/dona-online-3/
AFN: www.afnonlus.org/dona/
oppure attraverso bonifico sui seguenti conti correnti:

Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU)
IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN)
IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Causale: Emergenza Ucraina

 




Ucraina: situazione degli aiuti da parte dell’AMU e AFN – Video

5 marzo 2022
Aggiornamento sulla situazione degli aiuti in Ucraina con interventi di:
Francesco Tortorella – Referente dei progetti di Cooperazione internazionale dell’AMU Giovanna Pieroni – Addetta Stampa di AFN

La raccolta fondi continua . . .

Il Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari ha avviato una raccolta fondi straordinaria in sostegno della popolazione ucraina, attraverso le ONLUS Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione per Famiglie Nuove (AFN).

È possibile donare online sui siti: AMU: www.amu-it.eu/dona-online-3/

AFN: www.afnonlus.org/dona/

oppure attraverso bonifico sui seguenti conti correnti:

Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU) IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN) IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Causale: Emergenza Ucraina

Ucraina: al via la raccolta fondi in sostegno alla popolazione




Operazione 1-2-5- nella libertà

È stato nell’aprile del 2013. Passeggiavamo quando io e mia moglie Lucia abbiamo notato per terra una monetina di 5 centesimi; ma ci siamo vergognati di chinarci per raccoglierla.
Percorso un altro tratto di strada, un signore con estrema delicatezza avvicinandosi ai passanti mostrava una monetina di 5 centesimi come a voler far intendere che si accontentava di quell’importo.
Non sappiamo dirla bene: ci siamo sentiti arrossire.

Qualche giorno dopo, ripensando a quell’episodio, abbiamo sentito affiorare una scintilla ispiratrice: lanciare nel nostro piccolo una iniziativa: “Operazione 1-2-5- nella libertà”, così l’abbiamo voluta chiamare.
Consiste nel considerare liberamente come superfluo 1. 2. o 5 centesimi che riceviamo come resto in occasione delle nostre spese giornaliere da investire in gesti di fraternità a sostegno di situazioni di povertà a noi vicine e in nazioni povere tramite l’Associazione per un Mondo Unito (www.amu-it.eu) e l’’Associazione Famiglie Nuove (www.afnonlus.org) organismi espressione del Movimento dei Focolari.

Una prima conferma che l’Operazione era frutto di una profonda esigenza di amare, è arrivata quando, timidamente, abbiamo portato le prime monetine al titolare di un super mercato per ottenerne il cambio in cartaceo, il quale, incuriosito, ci ha chiesto la provenienza spiegata la quale ci siamo sentiti dire che anche lui voleva fare qualcosa per le tante necessità. Da quel giorno il signor Antonio ha cominciato a donare il doppio delle monetine che gli portavamo.

Incoraggiati da questo gesto, oltre che in famiglia e nel condominio, abbiamo cominciato a diffonderla tra più amici, così l’Operazione ha coinvolto diverse persone e famiglie di Andria e presto ne ha varcato i confini.

Attualmente l’Operazione viene attuata in diverse Città italiane e, tradotta in sette lingue – compreso il cinese – in alcune nazioni dove sono presenti appartenenti al Movimento dei Focolari. Ma l’amore concreto, quello di raccogliere monetine, si è dimostrato “bello”, così riceviamo le monetine raccolte in sacchettini di tulle bianco a forma di cuore o legate con nastrini colorati. A oggi, a circa otto anni dalla nascita dell’Operazione, i centesimi raccolti sono pari a dodicimila e cinquecento euro (contati uno per uno con le mani) e già tutti donati. I centesimi che umanamente possono essere ritenuti insignificanti, li “sentiamo sacri”: ci ricordano “l’obolo della vedova, i cinque pani e due pesci, le briciole che la donna Cananea elemosinava da Gesù.

A noi sembra di cogliere che un passettino alla volta, questa dell’1-2-5-, al di là di ogni cifra, possa contribuire alla crescita di una comunione tra persone, di talenti, di capacità …
E a proposito di comunione, ci ha colpito profondamente – in coincidenza dell’avvio dell’Operazione – ritrovare in un vecchio quaderno di appunti risalente al 1991, un pensiero del nostro amico focolarino e sociologo Professor Tommaso Sorgi che – parlando dell’Economia di Comunione – così si esprimeva: “Il concetto di comunione è qualcosa di più profondo del concetto di solidarietà. La rende viva, la illumina, la mette in movimento e la rende anche possibile, perché se non c’è questa comunione di anime, anche la comunione delle economie non si farà mai”.

In conclusione, sentiamo una gioia speciale: oggi “l’Operazione 1-2-5- nella libertà”– fatta propria dal Centro Igino Giordani di Andria – sempre di più ha come movente soltanto l’amore. Quell’amore che, come un piccolo raggio di luce passando attraverso un prisma si rifrange nei colori dell’Iride, così l’Operazione 1-2-5- lo fa nei colori della Fraternità e della Comunione.

L’OPERAZIONE– iniziata nell’aprile 2013, ad oggi ci ha consentito di donare “DODICIMILACINQUECENTO EURO”!
L’Operazione continua . . .

Per informazioni:
Gennaro e Lucia Piccolo
Centro Igino Giordani – Via dell’Indipendenza, 69, 70031 Andria (BT)
Cell. 339/4484917 mail gennaro.piccolo41@gmail.com




Un ponte per il Libano: intervista a Elisabetta Mei

In Italia numerosi gruppi di persone, alcuni aderenti al Movimento dei Focolari, cooperano per raccogliere medicinali per malattie croniche e altri elementi di prima necessità in Libano. È un’iniziativa in continua evoluzione chiamata “Un ponte tra Italia e Libano”, che crea reciprocità e incontro tra persone lontane sia geograficamente che culturalmente. Tutto nasce dall’amicizia tra Elisabetta Mei e Danièle Richa, una donna Libanese.

Elisabetta Mei, docente, coordinatrice del progetto “Un ponte per il Libano”, la conosce nel ‘99 quando la ospita un anno a Firenze. Danièle diventa parte della sua famiglia. Oltre che conoscere la bellezza del popolo libanese, Elisabetta inizia a cogliere  le sue contraddizioni: “Prima il Libano era considerato la Svizzera del Medio Oriente, poi la situazione è peggiorata e ho sofferto con Danièle per le problematiche politiche, economiche…”, racconta.

Nel 2020 la pandemia arriva in una realtà già molto delicata. Un giorno, durante il lockdown, Elisabetta chiede a Danièle in videochiamata: “Se fosse possibile inviarti qualcosa, cosa desidereresti?”. La donna dopo una riflessione risponde che la cosa più utile sono le medicine. Attualmente infatti i medicinali scarseggiano, persino il paracetamolo. Spedire delle medicine al pari di qualsiasi altra cosa è molto difficile. Danièle comunque invia una lista di medicinali impossibili da procurarsi in Libano, principalmente per malattie croniche, destinati a persone umili o di ceto medio, molte costrette ad abbandonare le cure.

Elisabetta cerca di capire come raccogliere le medicine in Italia, chiamando farmacie, chiedendo a medici e amici. Capisce che diversi medicinali si possono acquistare, così con una sua amica italiana raccolgono dei fondi e nell’estate 2020 sono pronte a procurarsi le medicine. Per superare il problema della spedizione viene l’idea di intercettare persone che vanno a Beirut ed affidargli i pacchettini di medicinali, secondo le regole vigenti.

Grazie all’aiuto di Carlo Ambrosini, un amico di Viareggio che aveva rapporti con il Banco Farmaceutico, la rete di reperimento delle medicine diventa sempre più efficiente. L’incontro con Anna Ward, amica italiana volontaria del Movimento dei Focolari, sposata con un libanese ma che abitava provvisoriamente a Roma, è stato poi provvidenziale: la sua conoscenza della realtà italiana e libanese ha permesso di contattare tante persone che venivano e tornavano in Libano. Così si cominciano ad organizzare staffette in modo che le medicine arrivino a Roma da Anna, che ne cura l’impacchettamento e l’affidamento a persone che partono per il Libano.

La rete in Libano come quella in Italia si allarga e diventa necessario un coordinamento più ampio. A Beirut sia con associazioni che sostengono pazienti cronici, sia con gruppi di volontari, che censiscono nei quartieri i bisogni dei pazienti fragili e poveri, assumendosi la responsabilità della distribuzione dei farmaci raccolti. In Italia, dopo l’appello del Vicario Apostolico di Beirut Mons. Cesar Essayan per la richiesta di farmaci e latte, con l’aiuto del medico Luigi Triggiano di Arezzo, nascono e si intensificano i rapporti tra la fondazione Giovanni Paolo II e il Movimento dei Focolari, alla cui operatività si è aggiunta la disponibilità solidale dell’Aeronautica militare (dell’UNIFIL) per il possibile trasporto aereo. Una prima spedizione è partita il 16 dicembre 2021 con un carico di medicinali, seguita da un secondo invio il 23 dicembre 2021, contenente alcune tonnellate di latte in polvere per i bambini. L’Aeronautica militare ha garantito 4 voli nell’arco di un anno, il primo a inaugurare il 2022 dovrebbe avvenire entro febbraio. Il contributo dell’APS Nuove Vie Per Un Mondo Unito è stato importante perché l’associazione ha curato gli aspetti organizzativi e tecnici delle spedizioni, fornendo al gruppo una tutela legale e amministrativa.

Si cercano nuove collaborazioni (singoli cittadini, medici, farmacisti, banchi del farmaco ecc..) per la raccolta dei farmaci in altre regioni. Oggi sono dodici quelle coinvolte. Nel frattempo è cresciuta anche la lista dei farmaci richiesti, circa trecento principi attivi, che vengono stoccati a Loppiano con il latte, in attesa di essere spediti.

È un’esperienza comunitaria, ognuno potrebbe raccontare il proprio vissuto. Un’iniziativa di arricchimento reciproco, per i suoi protagonisti in Libano così come in Italia. Le persone dal Libano ringraziano per le medicine ma anche perché non ci si dimentica di loro. “Impossibile per me scordare che Danièle non possa avere delle medicine, così come non lo concepisco per una persona della mia famiglia”, riflette Elisabetta. Attorno a questa iniziativa si sono innescate una serie di azioni pro-Libano: in Campania i gen3 fanno dei gemellaggi o ci sono incontri tra le famiglie via zoom, camminate, giornate di informazione sul Libano. In Piemonte è in preparazione uno spettacolo in piazza sul tema. “Bello il filo diretto nelle regioni – dice Elisabetta – c’è una vitalità incredibile, l’Italia si sta attivando”. Alla mia affermazione, “avete creato una cosa molto grande”, risponde: “Non ci penso che sia grande, penso soprattutto che siamo insieme, c’è unità per lo stesso obiettivo e mi affido”.

Miriana Dante

Leggi gli altri articoli:

Conclusa la campagna di solidarietà per il Libano

Un “Ponte per il Libano”

DAL COLLEGAMENTO DEL 29/01/2022




Migranti: iniziative dei focolari in Veneto per i Balcani

Nella comunità locale di Treviso, due anni fa, un gruppo di persone del Movimento dei focolari vogliono rispondere ad alcune esigenze avvertite in modo particolarmente forte nel territorio. All’inizio, il gruppo nasce per coinvolgere i giovani: la prima azione è recarsi a Mestre, nella struttura denominata San Raffaele, dove è accolto un numero contenuto di immigrati, che hanno condiviso le loro esperienze di vita. Un pomeriggio di festa e conoscenza!

La motivazione del gruppo diventa poi sempre più forte nell’impegnarsi nel concreto, inizialmente con la comunità di Sant’Egidio, attraverso contributi per le famiglie povere e i senza tetto. Poi emerge in maniera preponderante il problema dei Balcani. “Noi da soli non avevamo le possibilità per spedire gli aiuti, perciò abbiamo pensato di unirci a qualcuno”, racconta Laura Rigo, un membro del gruppo. “Con Maurizio Tonet abbiamo sempre lavorato insieme, fa parte del Movimento politico per l’unità. Inizialmente mi sono rivolta a lui per capire come potevamo muoverci. Maurizio allora è venuto in contatto con un gruppo di Thiene, in provincia di Vicenza, e ci siamo uniti a loro”. La rete dei contatti si allarga e Il rapporto costruito con la comunità di S. Egidio permette loro di collaborare per una spedizione per i Balcani. Il gruppo si procura delle coperte e le dona, contribuendo al riempimento di un camion di materiale, portato poi al gruppo di Thiene, che ha iniziato a spedire.

Poi una nuova opportunità di fornire aiuto: due coniugi di Vicenza fanno conoscere un gruppo, “Energia e sorrisi”, che unisce lo sport della motocross con attività di beneficenza.  “Pensiamo di sostenerli economicamente nell’invio dei pacchi, – continua Laura – verso il campo di  Lipa. È molto difficile accedere ai campi in Bosnia, i loro tir sono sempre accompagnati dai soldati. Recentemente due associazioni ci hanno messo a disposizione grandi quantità di vestiario dai loro magazzini, per i migranti. Questi beni verranno poi inviati grazie a “Energia e sorrisi”.

Il campo profughi di Lipa si trova in Bosnia, vicino alla frontiera croata. In questi campi ai confini ci sono forme di tortura e umiliazione profonde, come quelle che hanno visto sui corpi dei migranti due coniugi di Trieste, che il gruppo di Treviso contatterà per definire come poter essere loro di aiuto.

Tra le altre iniziative quella di raccogliere dei soldi devoluti a una scuola nel Libano, per i bambini. Ancora il gruppo ha collaborato nel 2020, nel periodo natalizio, a una raccolta di pacchi dono per i carcerati, promossa dalla parrocchia di S. Bartolomeo a Treviso. È stata un altro tipo di iniziativa nei confronti dei bisognosi che ha riscosso grande partecipazione, tra cui anche i ragazzi di un Istituto Salesiano a Castelfranco e il Centro della Famiglia a Treviso, che si occupa delle famiglie bisognose in situazioni di difficoltà, sostenendole sia psicologicamente sia economicamente. La parte più importante sono stati i biglietti personali inviati ad ogni carcerato, piccole lettere di speranza e vicinanza a cui loro hanno risposto commossi.

“Dopo Natale siamo rimasti in contatto con il cappellano del carcere – racconta Laura – procurandogli asciugamani e ciabatte per la doccia. Quest’anno ci ritroveremo a sostenere la parrocchia di S. Bartolomeo per rinviare i pacchi dono e i biglietti natalizi!”.

Oltre che al gruppo di Vicenza e Venezia, collaborano alle iniziative anche le comunità di Castelfranco e Conegliano. “La comunità è importante, ci si muove insieme. Ci spinge il desiderio di fare per le persone. Siamo fortunati: di quel tutto che abbiamo siamo anche debitori nei confronti degli altri”, conclude Laura Rigo.

Miriana Dante




Studenti siciliani per il Myanmar

È nata in Sicilia un’azione per sostenere le popolazioni dell’ex Birmania, molte delle quali in fuga per la guerra che dura ormai da troppo tempo. Giovani delle scuole siciliane hanno voluto e continuano a dare il loro contributo per essere vicini alla sofferenza di questa gente.

Così è partita l’iniziativa “una candela per il Myanmar”, perché in quel martoriato Paese non mancano solo cibo e generi di prima necessità. Chi ha abbandonato la città spesso oltre ai beni primari, medicine e cibo, ha bisogno anche delle candele perché non c’è nessuna forma di illuminazione. Nel Paese manca l’energia elettrica e qualunque fonte energetica che possa consentire di vivere le ore più buie.

Nell’Istituto Superiore Curcio di Ispica è arrivata la proposta di una delle azioni previste da Living Peace, il progetto che punta a costruire una nuova cultura di pace, l’unica che possa rispettare e rispondere alle domande più vere e profonde di tutti e di ciascuno, nell’impervio cammino verso la fraternità universale. I progetti di Educazione alla Pace avviati in alcune scuole siciliane, che vedono come capofila il Liceo Galileo Galilei di Catania, sono approdati anche a Ispica e Rosolini.

A Ispica i ragazzi hanno avviato l’iniziativa “Una candela per il Myanmar” mettendo in vendita delle penne, del valore di un euro che riportano la scritta dedicata proprio all’azione di solidarietà internazionale. Ma l’azione non si ferma. Nei laboratori di scienza i ragazzi apprendono anche l’antica arte della realizzazione del “sapone di casa”, a base di olio di oliva, soda caustica e acqua che sono stati venduti destinando il ricavato proprio ai primi soccorsi per le popolazioni del Myanmar. All’iniziativa hanno preso parte anche alcuni gen 3, i ragazzi del Movimento dei Focolari. «I ragazzi si sono riuniti per preparare il sapone – spiega Carmela Muni – un’esperienza di condivisione che ha coinvolto anche gli adulti. In tutti c’è la gioia di donare». «L’iniziativa è nata dalla scuola – spiega Massimo Micieli, docente di Scienze all’Istituto Curcio – grazie alla sinergia con il Liceo Galilei di Catania ma si è allargata sempre di più. Abbiamo venduto il sapone davanti alla porta delle chiese. Tanti hanno voluto aderire e tanti ci hanno donato dell’olio per permetterci di produrre altro sapone: una catena virtuosa, l’amore che circola e che si intreccia producendo sinergie positive».

Questi oggetti stanno diventando pian piano il simbolo di una gara di generosità che si sta diffondendo anche a Catania e in altre città della Sicilia.

Melina Morana




Rotta balcanica: lanterne verdi a Pisa per i migranti

Un anno fa un numeroso gruppo della comunità focolarina di Pisa ha partecipato a un interessante incontro in modalità streaming promosso dal giornale Città Nuova sul dramma che migliaia di persone stavano vivendo ai confini dell’Europa, sulla rotta Balcanica: gelo, mancanza di tutto, ma soprattutto respingimenti anche violenti alle frontiere.

Potevamo come spesso succede rammaricarci e poi tornare alla nostra calda vita come niente fosse? Ci siamo accorti che attorno a noi in altri gruppi, associazioni, realtà pastorali sentivano la stessa urgenza. Ci siamo perciò più volte riuniti con le modalità permesse dalla pandemia, abbiamo creato il Coordinamento Provinciale per la Rotta Balcanica e cominciato a muoverci in due direzioni: la raccolta fondi e momenti di formazione/ informazione.

In quel momento serviva raccogliere soldi, che poi le organizzazioni a cui ci siamo affidati (Caritas e IpsiaAcli) avrebbero speso in loco per favorire anche l’economia locale: legna, indumenti, cibo… . Contemporaneamente abbiamo organizzato alcuni momenti formativi: con parlamentari europei, professori universitari, volontari, giornalisti per approfondire le questioni storiche e “strutturali” di ciò che stava e sta avvenendo.

In questi ultimi mesi ci siamo focalizzati su alcune azioni:

  • continuare la raccolta fondi per contribuire a Bijac, in Bosnia alla gestione di un “social corner”, luogo di accoglienza dentro il campo profughi dove le persone possono trovare amicizia, supporto psicologico, ma anche un tè caldo, oppure dove i bambini possono giocare, fare un po’ di compiti;
  • organizzare la possibilità per i giovani, con una adeguata preparazione, di andare “sul campo” nella prossima estate per dare un aiuto concreto ai volontari presenti;
  • portare nei consigli comunali della nostra Regione una mozione che abbiamo preparato, con relativa lettera di presentazione, per invitarli “ad intraprendere percorsi di conoscenza verso i Balcani, avviare possibili gemellaggi con le comunità di Bosnia Erzegovina, attivare percorsi di formazione ed educazione soprattutto nelle scuole e infine dare seguito a quanto disposto nel documento e trasmetterlo al Governo perché si faccia portavoce nei confronti degli altri Paesi europei per una nuova collaborazione sull’accoglienza dei profughi”;
  • Continuare localmente alla sensibilizzazione attraverso i nostri percorsi di formazione e informazione.

Mercoledì 5 gennaio abbiamo organizzato in un luogo di grande passaggio della città, una riuscitissima conferenza stampa che ha avuto eco anche su “Avvenire”, in cui illustrare e proporre l’iniziativa delle “lanterne verdi” in ogni casa, circolo, parrocchia, luogo di ritrovo; quelle lanterne verdi che al confine tra Polonia e Bielorussia sono diventate simbolo di accoglienza, solidarietà, fraternità.

Anche i Gen4 e le Gen4 hanno contribuito in un incontro del 6 gennaio a far vedere questa luce verde a tutti. Personalmente, la vigilia di Natale sono andata a “costruire” queste lanterne (barattoli di vetro rivestiti di carta velina verde!) con i ragazzi e le ragazze del campo Rom, vicino a Pisa. È stata un’esperienza per me molto bella e significativa che ha dato un valore ancora più forte al Natale.

Domenica 9 gennaio le abbiamo portate in una delle più grandi chiese di Pisa, dove anche la nostra comunità si è data appuntamento. Abbiamo presentato il coordinamento e le iniziative in programma, ma soprattutto ci sembra importante, con questi piccoli passi, contribuire a portare nella nostra città e nella nostra società quei valori di cui tutti abbiamo bisogno, perché, come ha scritto Papa  Francesco nella Fratelli tutti, “ Niente di questo mondo ci risulta indifferente”.

Rita Lucchi

 




On line il nuovo numero di “Casa Ismaele Magazine”

“Casa Ismaele Magazine” è un periodico a cura di Azione Famiglie Nuove.
La rivista semestrale racconta le storie e i sogni dei ragazzi ospitati, le attività e gli eventi organizzati, lo stile di operare e l’impegno dello staff e le reti sul territorio.

“Casa Ismaele” è un progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione, nuova denominazione per gli Sprar) che accoglie minori stranieri non accompagnati, situato nel comune di Rogliano (CS)  e gestito in modo sinergico da Azione Famiglie Nuove, la cooperativa FoCo e la cooperativa MiFa.

Al momento sono 15 i ragazzi tutti provenienti da paesi diversi. Il lavoro che si svolge insieme a loro fa tesoro delle parole di Papa Francesco: “I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dalla ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta che equamente dovrebbero essere divise tra tutti”. Un lavoro – scrive Mariella Rende nell’editoriale della rivista – non sempre facile, ma essenziale per contribuire in maniera piccola a far sì che tutti i minori possano avere gli stessi diritti, primo tra tutti quello di essere accolti”.

https://www.afnonlus.org/il-magazine-di-casa-ismaele/

 

https://www.afnonlus.org/il-magazine-di-casa-ismaele/




Natale a Catania: giocattoli negli ospedali

Giocattoli negli ospedali: regalare la gioia ai bimbi dei reparti di Pediatria e Oncologia. L’iniziativa dei “giovani ambasciatori di pace” di Living Peace a Catania.

Dopo la mostra di «mandala», realizzata lo scorso anno, i ragazzi del liceo scientifico Galileo Galilei hanno avviato un’iniziativa a favore dei piccoli pazienti dei reparti pediatrici del Policlinico, dell’ospedale Garibaldi di Nesima e dell’ospedale Cannizzaro. I mandala sono simboli di pace molto diffusi nella cultura orientale.

Nel reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico hanno portato dei giochi per i piccoli pazienti, accolti dal primario  Andrea di Cataldo e dal personale sanitario. Ma accolti soprattutto dagli sguardi felici dei bambini, felici di poter ricevere dei giocattoli in dono e soprattutto di poter ricevere la visita dei ragazzi liceali.

«L’accoglienza del personale medico alla delegazione di docenti e giovani ambasciatori è stata bellissima ed entusiasmante – raccontano – ed ha lasciato nel cuore di tutti una grande gioia». Al Policlinico gli studenti catanesi tornavano per la seconda volta: lo avevano già fatto lo scorso anno, con il primo carico di doni per i piccoli pazienti.

Ma quest’anno hanno voluto abbracciare con il loro gesto anche gli altri tre reparti pediatrici degli ospedali cittadini; quelli del Cannizzaro e del Garibaldi di Nesima. Con loro c’erano anche alcuni docenti: Margherita D’Aquino, Enza Fresta, Anna Ciccatiello. Non era con loro la professoressa Enzamaria Ignaccolo, per anni promotrice di varie iniziative nella scuola, che li hanno portato a tessere ponti e collegamenti con il Burundi, con il Libano e altri paesi nel mondo, creando un contatto diretto e vitale con altri giovani in varie nazioni del mondo. Enzamaria da qualche mese è in pensione, ma il suo sguardo è ancora rivolto alla sua ex scuola ed agli studenti che con lei hanno iniziato questa iniziativa.

«Quest’anno, oltre al Policlinico, i ragazzi hanno scelto di andare al Garibaldi – racconta – in città, a fine ottobre, si era abbattuta una violenta alluvione e tutti i giocattoli della ludoteca dell’ospedale erano andati perduti». «Una scena davvero emozionante per tutti – aggiunge – è stata vedere i bambini del Pronto Soccorso, in attesa di visita o in degenza, che, per un attimo, hanno dimenticato di essere in ospedale. Qualcuno si avvicinava in carrozzella per avere il suo dono, qualcun altro mandava la mamma, senza pensare ai loro malanni. Inoltre, vedere i volti delle mamme pieni di luce mentre i loro figli scartavano i regali e poi saltavano da un lettino all’altro per vedere i giochi che avevano ricevuto, non aveva prezzo. È stato un tripudio di emozioni e gioia, una grande festa. Soprattutto la festa è rimasta nel cuore di tutti i ragazzi, docenti e personale medico».

Al Policlinico, inoltre, gli studenti della seconda C ha regalato il libro di fiabe scritto proprio dai ragazzi, con la guida della professoressa Nadia Rosso.

La consegna dei regali è avvenuta nello stesso giorno in cui, nella scuola, era in corso l’assemblea degli studenti. Gli studenti hanno potuto seguire in diretta streaming quei momenti, interloquendo in diretta streaming con i tre eventi. I primari dei tre reparti hanno parlato con gli studenti, elogiando e incoraggiando il loro gesto di altruismo in un tempo di grande chiusura.

Ma l’avventura non si è conclusa. Poiché l’ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze natalizie, sono arrivati a scuola tanti altri giochi, i docenti insieme agli ambasciatori di pace hanno pensato di portarli ad un Centro antiviolenza di una città del catanese, che accoglie donne e bambini che hanno subito delle violenze, o che fuggono da situazioni a rischio. Vedere la gioia scolpita nei volti dei bambini ha commosso tutti.

Questa esperienza molto emozionante e toccante è rimasta nel cuore di ciascuno. La dirigente scolastica Gabriella Chisari l’ha definita «una esperienza strepitosa, qualcosa di meraviglioso».

Francesca Cabibbo




Servizio Civile con l’AMU – “Giovani verso la cittadinanza globale”

L’Associazione Azione per un Mondo Unito – Onlus (AMU) di Grottaferrata (RM), ricerca 1 volontaria/o per il progetto di Servizio Civile Universale “Giovani verso la cittadinanza globale”

L’obiettivo del progetto è contribuire all’educazione e alla formazione delle giovani generazioni alla Pace, nel territorio della Provincia di Roma, al fine di contrastare fenomeni di discriminazione ed esclusione e favorire lo sviluppo di società accoglienti e solidali.

Il progetto prevede una misura aggiuntiva, ovvero 28 ore di formazione e tutoraggio per facilitare i volontari nell’accesso al mondo del lavoro.

Sede di attuazione:

1 volontaria/o per la sede di Grottaferrata (RM), codice sede: 143725

Durata: 12 mesi, 25 ore settimanali

Funzione e mansioni

Dopo una adeguata formazione, i volontari saranno coinvolti nell’organizzazione di

  • laboratori di educazione alla cittadinanza globale rivolti a studenti e docenti, con la creazione di kit didattici specifici.
  • percorsi educativi per alcune classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado
  • incontri per promuovere nei giovani la solidarietà e la coscienza critica riguardo tematiche strettamente connesse alla cittadinanza attiva e globale.
  • attività di formazione e approfondimento dei contenuti e l’elaborazione di nuove proposte progettuali.
  • attività di comunicazione per l’implementazione e diffusione dei risultati del progetto (articoli, notizie, schede informative, post, da veicolare attraverso i principali canali di comunicazione)
  • organizzazione di attività nell’ambito della “Settimana Mondo Unito”, una manifestazione che si ripete annualmente in diverse parti del mondo e che raccoglie azioni e buone pratiche volte a sensibilizzare tutta la cittadinanza ai temi della pace e della cittadinanza globale

Requisiti richiesti:

  • avere tra i 18 e 28 anni;
  • essere cittadini italiani o comunitari regolarmente residenti in Italia o non comunitari regolarmente soggiornanti;
  • non aver riportato condanne;
  • non appartenere ai corpi armati e alle forze di polizia;
  • non aver già prestato il Servizio Civile o averlo iniziato e poi interrotto (è concessa una deroga ai giovani che hanno interrotto a causa dell’emergenza sanitaria, anche se hanno già compiuto 29 anni).

Requisiti preferenziali:

  • condivisione dei valori e della mission dell’AMU;
  • reale interesse per le tematiche inerenti all’educazione alla cittadinanza globale;
  • elevata capacità di relazione con persone di diverse culture, età, stato sociale e convinzioni politiche/religiose;
  • capacità comunicative per lo svolgimento di incontri pubblici, capacità di conduzione di gruppi di lavoro;
  • capacità di lavoro in autonomia e in team;
  • essere iscritto o aver concluso corsi di studio attinenti all’intercultura, cooperazione allo sviluppo, servizio sociale.

È infine gradita un’adeguata esperienza nell’uso del personal computer e nella gestione dei software di base.

Contributo: I volontari riceveranno un contributo spese di 444.30 euro mensili

Candidatura: la tua domanda deve essere presentata entro le ore 14:00  del 26 gennaio 2022, esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it  dove è possibile scegliere il progetto – Giovani verso la cittadinanza globale – Sede di Grottaferrata, AMU 2, Via Cavalieri di Vittorio Veneto 11, 00046 – Grottaferrata (RM),  codice sede 143725

Per qualunque informazione sul progetto o sulle modalità di iscrizione contattaci a risorseumane@amu-it.eu o 0694792170.

https://www.amu-it.eu/ricerca-1-volontaria-o-servizio-civile/

 




Progetto accoglienza Afghanistan: un grazie ai sostenitori

profughi. La risposta non si è fatta attendere e  in pochi giorni sono stati raccolti oltre 40.000 euro a cui si aggiungono alcune migliaia di euro che AMU sta raccogliendo per sostenere un progetto specifico nei pressi di Roma. Alla data odierna abbiamo in carico 16 persone, tra cui una giovane donna al settimo mese di gravidanza: il suo bambino nascerà qui e troverà una grande e calorosa comunità pronto ad accoglierlo.

Con queste poche righe desideriamo dire GRAZIE a tutti i sostenitori di questa iniziativa. Senza il vostro contributo fattivo non avremmo potuto sostenere chi è fuggito da guerra e persecuzione e qui non ha più nulla.

Grazie grazie grazie e auguri per il Santo Natale e per questo nuovo anno.

Per informazioni e aggiornamenti sul progetto potete scrivere a umanitanuova.italia@gmail.com

I contributi possono essere versati su un apposito C/C del Movimento dei Focolari con la causale ACCOGLIENZA AFGHANISTAN:

CONTO CORRENTE su BANCA ETICA intestato a P.A.M.O.M:
IBAN IT13K0501803200000016932816
CAUSALE versamenti: ACCOGLIENZA AFGHANISTAN

ALTRI ARTICOLI APPARSI SUL NOSTRO SITO:

https://www.focolaritalia.it/2021/09/06/focolari-al-lavoro-per-accogliere-i-profughi-afghani/

https://www.focolaritalia.it/2021/08/31/afghanistan-guerra-e-diritti-umani-sostegno-ai-profughi/




Natale solidale: panettoni per Rebibbia

Il periodo delle festività natalizie è quello più difficile da affrontare per chi è separato dalle proprie famiglie, soprattutto per quanti vivono in stato di detenzione e isolamento. Per i tanti “soli” è importante che in queste giornate, così frenetiche per gli acquisti, le luci e le organizzazioni delle feste con i propri cari che qualcuno si ricordi di loro, come ha sottolineato anche per questo Natale Papa Francesco: «Prendiamo un impegno concreto, anche piccolo, che si adatti alla nostra situazione di vita, e portiamolo avanti per prepararci a questo Natale. Ad esempio: posso telefonare a quella persona sola, visitare quell’anziano o quel malato, fare qualcosa per servire un povero, un bisognoso».

Anche quest’anno gli appartenenti al coro del Centro internazionale dei Focolari, più di trenta persone provenienti da diverse nazioni, insieme a quattro parrocchie di Grottaferrata e Marino, hanno  promosso la raccolta dei panettoni per gli amici detenuti all’interno del carcere di Rebibbia e per le loro famiglie.

In questi anni si era creato un bel rapporto con Don Roberto Guarnieri, sacerdote cappellano del carcere romano, recentemente arrivato alla Casa del Padre e conosciuto già nel 2012. Don Roberto apprezzava molto la partecipazione del coro ad alcune liturgie che si tengono all’interno del carcere, un impegno molto sentito che donava solennità e una profondità particolare alle celebrazioni e amava ricambiare questa visita recandosi al Centro Internazionale dei Focolari per alcuni momenti di condivisione conviviale e di preghiera.

Questa iniziativa è nata da una richiesta proprio di Don Roberto e di Alfonso Di Nicola, un focolarino che abita a Rocca di Papa che ha promosso il progetto “Sempre persona” e che da più di vent’anni si reca a Rebibbia come socio V.I.C. (Volontari In Carcere art.17), svolgendo il compito di volontario.

Don Marco, il nuovo Cappellano di Rebibbia, ha accolto con entusiasmo la proposta di proseguire questa collaborazione e così, domenica 19 dicembre 2021, c’è stata la consegna di 450 panettoni. È stato bello constatare la generosità con cui le persone hanno risposto alla richiesta di fare arrivare un gesto d’amore concreto ai fratelli in carcere, una vera e propria gara di solidarietà che si è creata nel territorio. 

Don Marco ha ringraziato del gesto concreto sia personalmente che attraverso un bellissimo messaggio: “Amici Focolarini di Rocca di Papa, la nostra riconoscenza nei vostri confronti è seconda solo a quella a don Roberto  che ci ha donato numerosi “angeli” sostenitori dei nostri amici in carcere. Non potete immaginare la gioia dei tanti detenuti che in prossimità del S. Natale riceveranno un segno di affetto e rispetto, semplice ma gustoso e abbondante, come quello che avete voluto farci pervenire ieri sera. Confido di poter contare anche in futuro sul vostro sostegno al nostro servizio in carcere, che proseguiamo con convinzione, nella memoria di quanto fatto per 30 anni da d. Roberto che, siamo certi, ci accompagna col suo sorriso dal cielo”.

Patrizia Mazzola




Cultura del dare: due città per un progetto comune

Montopoli in Val d’Arno e Torella dei Lombardi. Due paesi distanti, uno in provincia di Pisa, l’altro in Provincia di Avellino, ma uniti in un progetto comune.

Tutto è cominciato 20 anni fa quando Raffaele di Lorenzo ha inviato una lettera ai suoi concittadini spronando l’avvio del sostegno a distanza tramite Azione Famiglie Nuove di 50 bambini della favela di Recife (Brasile). Un luogo allora assolutamente malsano e disagiato, dove i minori vivevano in uno stato di degrado, senza servizi e la garanzia della tutela dei loro diritti.

“Siamo partiti con circa 300 famiglie poi abbiamo coinvolto istituzioni e associazioni, – afferma Raffaele Di Lorenzo. – Non neghiamo che con il tempo, abbiamo avuto difficoltà a mantenere l’impegno preso, così ci siamo inventati lotterie, cene e iniziative per diffondere la cultura del dare. In poche persone non è possibile sorreggere questi progetti, si deve chiedere aiuto e sensibilizzare chiunque. Per i bambini nostro futuro, non possiamo fermarci.”

In tutti questi anni, Raffaele insieme alla Associazione Culturale Capannese (ASCA) di cui è Presidente e i comuni di Montopoli e di Torella non si sono mai fermati, sono andati avanti nonostante le sfide e le difficoltà per mantenere l’impegno nella cooperazione e questi bambini sono ormai giovani con un futuro, anche grazie al loro contributo.  Oggi la favela è la comunità dell’Isola di Santa Terezinha dove la popolazione usufruisce di illuminazione, strade, fognature, un centro medico ed centro educativo dell’AACA.  (clicca qui per conoscere IL PROGETTO SAD)

In segno di riconoscimento per questa collaborazione l’Associazione Azione Famiglie Nuove, sabato 20 novembre ha conferito una pergamena di ringraziamento ed elogio all’amministrazione comunale di Montopoli in Val d’ Arno e Torella dei Lombardi. L’evento a cui anche la stampa locale ha dato visibilità (clicca qui) si è inserito nell’ambito della 16ma edizione del Premio Letterario Renato Fucini , tenutasi presso il Cinema Teatro Nuovo Don Terreni a Montopoli in Val d’Arno. Gli elaborati artistici (poesie e racconti) sono stati raccolti in un’antologia che può essere acquistata sempre a sostegno dei bambini dell’Isola di Santa Terezinha.

La “cultura del dare” in antitesi con la “cultura dell’avere” e dello scarto fondandosi sulla realtà della comunione, non è assistenzialismo, ma si apre all’altro nel rispetto della sua dignità e lo considera capace di dare a sua volta, all’insegna della reciprocità. Ne è vitale testimonianza la diretta con i bambini e lo staff del progetto dell’ Isola Santa Terezinha in Brasile. Uno dei momenti più toccanti della serata, durante la quale Lenira (segretaria) Jose Claudio (coordinatore) e Maria Jose (Presidente) dell’AACA, partner locale di Azione Famiglie Nuove, hanno espresso  la loro riconoscenza e il sincero legame di fratellanza costruito nel tempo. D’altra parte il coro di chi ha preso parte all’iniziativa in questi anni comunica una pari gratitudine per l’arricchimento scaturito con questa esperienza di valore.

“La nostra collaborazione è nata come un semplice lavoro, come ne capitano molti. Ci era stato chiesto di realizzare degli Attestati di partecipazione per il Concorso Letterario.– Racconta Manuela titolare dell’azienda del Rag. Marinai & C. S.A.S. – Da lì, anno dopo anno evento dopo evento, è cresciuto il rapporto di stima e amicizia con i membri dell’Associazione portandoci a contribuire con convinzione alle attività per aiutare, nel nostro piccolo, agli alti scopi che l’Associazione stessa si pone”.

“Bisogna essere proattivi e non dire va tutto male e poi non fare niente per cambiare. Quando si fa qualcosa col cuore avrà sempre un ritorno positivo”.  – Afferma Francesca Frediani della Fattoria Varramista di Castelbosco (Montopoli) che collabora nell’offrire oggetti Premio come confezioni di vino della loro produzione e nel diffondere biglietti della lotteria.

Anche la Pescheria L’Era Glaciale e l’Alimentari Nencioni aderiscono al progetto, in particolare contribuiscono alla cena annuale che viene fatta sulla piazza principale di Capanne, a cui di solito partecipano centinaia di persone: “Noi offriamo gratuitamente la materia prima e siamo anche felicissimi di servire a tavola. Si può toccare con mano che le offerte vanno direttamente a buon fine, come testimoniano i numerosi contatti diretti con i bambini sostenuti”.

L’entusiasmo è contagioso. Chiunque si lascia coinvolgere diventa protagonista in questa azione collettiva. “La mia decisione di aderire non è tardata nemmeno un attimo, – afferma il Luogotenente Pio D’Addio in servizio presso la Stazione Carabinieri San Romano che aderisce al progetto sin dal 2000. – Ho sempre dato il mio modesto apporto per la bontà dell’operazione, la serietà delle persone con dati di fatto concreti, che chiunque può andare a verificare”.

Per Giacomo Martelli, presidente ACLI Regione Toscana, questa azione è un esempio di raccolta fondi in cui per grandissima parte sono devoluti in beneficenza. Viene ridistribuito benessere partendo dal basso: “L’impressione è che l’associazionismo di questo tipo sia un bene prezioso per la nostra società, per la nostra regione e per le comunità locali”.

Questo impegno di lungo periodo da parte dell’amministrazione comunale di Montopoli in val d’Arno per i bambini e le bambine del progetto di AFN in Brasile va al di là dei sindaci e coinvolge un’intera comunità:  “Questa iniziativa che ci coinvolge ormai da vent’anni non fa altro che rafforzare il nostro spirito di appartenenza e la nostra voglia di fare del bene, con sempre maggior impegno e dedizione. Per Montopoli e i montopolesi, la solidarietà non conosce confini. – Dichiara il sindaco, Giovanni Capecchi – Anche se dal Brasile ci dividono migliaia e migliaia di chilometri, non possiamo rinunciare alla chiamata di questi giovani alla ricerca di un futuro migliore in un ambiente complicato… La solidarietà tra cittadini e cittadine ha reso ancor più coesa la nostra comunità, continuamente impegnata nel non lasciare indietro nessuno”.

Un’esperienza davvero toccante assistere ai miracoli della trasformazione sulle persone e sulle comunità che compie la cultura del dare. “Vedere un paese intero coinvolto in un’esperienza di solidarietà così seriamente, afferma  Rosa Romano (Ufficio Sostegno a distanza AFN ), che insieme al Vicepresidente Francesco Mandalari e Lucy Pastana (AFN Firenze) erano presenti all’evento in rappresentanza dell’Associazione Azione Famiglie Nuove, ci fa capire quanto sia importante continuare ad operare quotidianamente con “umanità”, avendo sempre davanti il nostro obiettivo: la fraternità”.

Giovanna Pieroni




Focolari e migranti: l’esperienza della comunità di Trieste

“Il nostro obiettivo è far trovare loro l’affetto. Tanti mi dicono: ‘Sei come la mia mamma’, io rispondo che potrei essere anche la nonna! Diamo il calore della famiglia a chi ha vissuto la sofferenza, non c’è nulla di più ammirevole”. Così racconta Giovanna Luglio che con altre amiche, dal settembre del 2015, sostengono i migranti nella zona del triestino. Sono un gruppo di circa 6 persona della comunità dei Focolari di Trieste, che hanno deciso di unirsi alla causa dopo la sollecitazione di papa Francesco ad aprire non solo i cuori, ma anche le strutture. Tante le donazioni che arrivano alla comunità per chi viene accolto. Tra i nuovi progetti: collaborare con una struttura della Caritas per le ragazze madri.

La loro esperienza inizia grazie alla Caritas di Trieste, che affida loro un servizio presso la “Casa di Accoglienza Teresiano”. Qui vengono ospitati circa un’ottantina di profughi provenienti dal Pakistan, Afghanistan, Egitto, Camerun, Nigeria, Kosovo, Croazia, Romania…

Alcune persone, come quelle di etnia rom, in genere si fermano per poco tempo, ma vengono aiutate al pari degli altri. La struttura ha un piano in cui risiedevano solo famiglie. È qui che il gruppo inizia a dare il proprio contributo un giorno ogni settimana, stando con i bambini nel doposcuola, tenendo corsi di italiano per i genitori e attività ricreative.

Nel marzo del 2020 la casa viene chiusa per il Covid a tutti gli esterni, tranne che agli operatori della Caritas. Le famiglie vengono dislocate in altre strutture e la casa viene poi adibita solo all’accoglienza di profughi uomini. “Il nostro impegno però è continuato,- spiega Giovanna – ritrovandoci all’aperto, spesso al giardino pubblico di Trieste. Molti rapporti si sono mantenuti, alcuni anche evoluti in amicizia e reciprocità. Ora sono le famiglie, integrate nel tessuto sociale di Trieste, a chiamarci”.

Giovanna racconta di una donna di 34 anni originaria del Kosovo, con 5 figli: “L’abbiamo accompagnata in ospedale quando doveva partorire. È stata una delle prime famiglie che abbiamo conosciuto”. Questa ragazza era un’adolescente durante la guerra nei Balcani. Ha vissuto episodi spiacevoli, il padre ha subito persecuzioni così sono fuggiti in Italia. Lei, confidandosi con le sue nuove amiche, ha raccontato di aver scoperto che in classe dei figli ci fossero bambini di origine serba. Era rigida nei confronti di quelle famiglie, ma poi con il tempo le ha conosciute e si è trovata bene. Non ha avuto più remore verso di loro. Questo episodio fa riflettere su quanto sia possibile una convivenza pacifica. Ci sono però situazioni in cui il processo di integrazione fa difficoltà. A volte i giovani vogliono ritornare nel loro paese d’origine, altre volte le famiglie partono per l’estero senza preavviso. Un episodio spiacevole è avvenuto quando la comunità, dopo aver deciso di sostenere un nucleo famigliare attraverso l’Associazione Famiglie Nuove, ha trovato l’appartamento per la famiglia solo al quinto tentativo perché i proprietari, vedendo che erano di colore, si tiravano indietro”.

Tanti gli episodi che Giovanna e le amiche rivivono con gioia, molti più di quelli negativi. Ad esempio i doni che consegnano ai bambini durante la festa di San Nicolò, o le torte del Teresiano per i compleanni. Ancora il primo maggio, dedicato a delle gite. Altro momento di aggregazione è la giornata dei poveri, istituita da papa Francesco e rinominata dalla comunità “festa dell’amicizia” o “castagnata”, perché cade in pieno autunno. “Abbiamo sempre organizzato un pranzo di 80 persone circa… Riscuote molta partecipazione, è un momento di unità e vicinanza”, spiega Giovanna con un sorriso.

Miriana Dante

 




Un ponte per il Libano e Progetti AMU (Associazione Mondo Unito) AFN (Azione Famiglie Nuove)

Da una piccola idea di condivisione – inviare farmaci per i malati cronici – è nata una catena di solidarietà che ha coinvolto numerose associazioni in Italia e in Libano. Le testimonianze dei protagonisti.

Elisabetta Mei, docente, coordinatrice del progetto Un ponte per il Libano

“Conosco Danièle Richa dal 1999, quando la ospitai per un anno a Firenze. È diventata parte della mia famiglia e spesso, negli anni successivi, è venuta a trovarmi. La nostra è un’amicizia che mi ha permesso di conoscere le bellezze del popolo libanese, così come le sue contraddizioni. Ho sofferto con lei per le problematiche politiche ed economiche, e poi è arrivata la pandemia ad aggravare tutto. Un giorno le chiedo, come ad una sorella: “Se fosse possibile inviarti qualcosa, cosa desidereresti?”. Dopo una profonda riflessione risponde che la cosa più utile sono le medicine. I medicinali infatti scarseggiano, persino il paracetamolo, ma spedirli, al pari di qualsiasi altra cosa, è molto difficile; possono esserci delle complicazioni alla frontiera, non è sicuro che i pacchi raggiungano effettivamente i destinatari. Danièle mi manda una lista di medicinali e da lì comincia un passaparola: farmacie, medici, conoscenti. Siamo ormai pronti all’acquisto dei farmaci, quando il 4 agosto 2020 scoppia il deposito del porto di Beirut. Impossibile inviare i medicinali. Procediamo a piccole dosi, in valigia, secondo il limite consentito dalla legge per singoli viaggi. La rete si amplia, il lavoro diventa più organizzato e strutturato. Fino al luglio 2021 quando abbiamo organizzato un incontro on line tra chi stava aiutando in Italia e i referenti delle associazioni che fino a quel momento avevano ricevuto e distribuito le medicine in Libano. Viene spontanea l’idea di costruire un vero e proprio ponte tra Italia e Libano costituito da due reti, una italiana ed una libanese, connesse da un gruppo di raccordo costituito da persone di entrambe le reti. Adesso siamo in attesa del via libera per il decollo di un container con un grande carico”.

Osvaldo Garcia, Responsabile Ufficio Progetti e Sviluppo Sociale del Vicariato Apostolico di Beirut

“La pesante carenza di medicinali, aggravata sempre di più dalla crisi politica, economica e finanziaria del nostro Paese, ha costretto molte persone, affette da malattie croniche, ad abbandonare le cure. Dalla condivisione di questo dolore con alcuni di loro è nata la prima scintilla. Potrei dire, è nato tutto. Alcuni amici dall’Italia avevano iniziato a sostenerci con piccole quantità di farmaci, approfittando di qualche volo per il Libano. Poi grazie ad un incontro on line con questi amici italiani, a luglio, è nata l’idea di costruire una vera e propria rete di solidarietà. Sono in gioco sia le associazioni che qui a Beirut si occupano di sostegno a pazienti cronici (Aventure de la Charité (ADLC), LIBan-AMItié/Libami, Epsilon, Barbara Nassar for Cancer Patient Support, IRAP, Vicariat Apostolique-Social Service), sia gruppi di volontari che hanno iniziato a censire nei quartieri i bisogni dei pazienti fragili e più poveri, assumendo la responsabilità della ricognizione dei bisogni e della distribuzione dei farmaci raccolti. Abbiamo creato allora un gruppo permanente whatsapp, una rete con l’Italia, chiamata “Un ponte per il Libano” ed una in Libano, la rete “Fraternité” nella quale, abbattendo differenze confessionali e sociali, abbiamo iniziato a mettere in comunione sia bisogni, sempre crescenti, che risorse. Oggi i gruppi sono otto ed altri se ne vanno aggiungendo”

Luigi Triggiano, medico di famiglia, già coordinatore del progetto della Regione Toscana di sviluppo delle cure primarie in Libano.

“Il grido di dolore dei nostri amici libanesi e la risposta solidale che stavano costruendo sui loro territori ci hanno fortemente motivato nel tentativo di dare una risposta efficiente ed appropriata ai loro bisogni. La rete costituita inizialmente da tre regioni, si è arricchita ulteriormente dopo l’appello del Vicario Apostólico di Beirut Mons. Cesar Essayan per la richiesta di farmaci e latte. Oggi sono 12 le regioni coinvolte con una rete crescente di volontari (singoli cittadini, medici, farmacisti, banchi del farmaco ecc..). L’appello ha generato e intensificato i rapporti tra la fondazione Giovanni Paolo II e il Movimento dei Focolari, alla cui operatività si è aggiunta la disponibilità solidale dell’UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) per il trasporto aereo e di altre agenzie. Tre sono le aspettative che accompagnano il progetto, operativo lato Focolari attraverso l’APS “Nuove vie per un Mondo Unito”: la prima è che la solidarietà di tanti cittadini italiani possa permettere l’invio di maggiori quantitativi di latte in polvere e medicinali per garantire la continuità delle cure e recare così un po’ di sollievo e speranza. La seconda è che, con l’aiuto solidale di tanti fratelli, le risposte, seppur piccole, alle ferite profonde che affliggono il popolo libanese facciano crescere una coscienza civica e comunitaria solidale, che concorra ad una rinascita politica, economica e sociale del Paese. Infine, che la solidarietà diffusa e consapevole che si sviluppa dal basso tra i cittadini di paesi diversi, costituisca un esempio ed una spinta per i vari governi, a partire dalla Unione Europea, a rivedere responsabilmente le regole della cooperazione e quelle economiche che caratterizzano le relazioni tra i popoli ed i governi”.

Soggetto accreditato dal Movimento dei Focolari Italia :

ASS.NE NUOVE VIE PER UN MONDO UNITO APS
Via Carlo Spinola 18 – 00154 Roma, tel 06/5110354
IBAN : IT42X0501803200000017108218
Causale : donazione progetto Un ponte per il Libano
Se si desidera la ricevuta, per la detrazione fiscale, nel bonifico indicare il proprio Codice Fiscale ed inviare la richiesta all’email: nuoveviemondounito@gmail.com

Vedi articolo su Città Nuova: https://www.cittanuova.it/dallitalia-un-ponte-libano/?ms=001&se=013

Vedi articolo su Loppiano.it: https://www.loppiano.it/2021/12/03/un-ponte-di-farmaci-per-il-libano/

Articolo AGENSIR del 15 dicembre 2021


 

ll progetto Un ponte per il Libano, nato in maniera spontanea e diventato operativo attraverso una rete di cittadini attivi, si aggiunge a quanto il Movimento dei Focolari sta operando in Libano attraverso AMU e AFN.

Nel 2020/2021, in seguito allo scoppio della bomba nel porto di Beirut, grazie alla generosità di tanti, AMU (Associazione Azione Per Un Mondo Unito – Onlus) e AFN (Associazione Azione Per Famiglie Nuove Onlus) hanno potuto aiutare 68 famiglie a rientrare nelle proprie abitazioni e luoghi di lavoro sinistrati dall’esplosione e sostenere le famiglie del centro per bambini audiolesi IRAP. Al seguente indirizzo potete trovare informazioni, immagini, aggiornamenti e le esperienze di chi ha partecipato a questo primo intervento concluso: https://www.amu-it.eu/progetti-int/emergenza-libano/

Attualmente è in corso un secondo intervento a sostegno di:

  • 900 famiglie che ricevono ogni due mesi una cassa di prodotti alimentari ed una cassa di prodotti per l’igiene personale, per un anno intero;
  • 250 alunni di una scuola rurale gratuita, alla periferia di Beirut, che ricevono un kit di materiale didattico per l’anno scolastico.Al seguente indirizzo potete trovare informazioni, immagini, aggiornamenti ed esperienze periodicamente aggiornate, su questo secondo intervento in corso: https://www.amu-it.eu/progetti-int/emergenza-libano-2022/ Per questi interventi sono stati raccolti e stanziati circa 400.000 euro.

 

Mentre la situazione economica e politica in Libano è sempre più difficile e secondo le Nazioni Unite almeno tre quarti della popolazione libanese vive sotto la soglia di povertà, Nicole Helou (referente del progetto Sostegno a Distanza di AFN in Libano) e Maricris Devrel (sua collaboratrice), durante un collegamento in diretta con il Libano nell’ambito di un evento on line organizzato l’11 dicembre 2021 da Focolari Italia, il Movimento Famiglie Nuove e Azione Famiglie Nuove, raccontano la realtà di questo momento e le necessità della popolazione.

Manca la corrente, i medicinali non si trovano, i trasporti sono molto costosi e tanti bambini non vanno a scuola per questo motivo. Un pieno di benzina corrisponde a più della metà di uno stipendio. Poi l’altra metà va per il generatore. Noi a volte ci chiediamo come fa la gente a vivere!”

Il progetto SAD Libano di AFN comprende varie realtà: la “Maison Notre Dame” una casa che da 30 anni accoglie i bisogni del quartiere Ain nella periferia di Beirut; l’ asilo nido “Petit Jardin” per i più piccoli, il Club dei giovani; il Centro Medico sociale e l’Atelier “Ayadina” dove si svolgono anche corsi di formazione per le giovani donne di cucito e ricamo. Si sostengono numerose famiglie, alcune delle quali sono veramente molto povere. C’è chi non può mandare i figli a scuola perché il pulmino è costoso. Chi  non riesce a trovare la cura per suo marito che è molto malato. Chi ha contratto il Covid e presenta conseguenze importanti. Chi ancora  ha cercato di fuggire clandestinamente con la sua famiglia. “Quello che cerchiamo di fare e abbiamo fatto sempre sin dall’inizio è essere per il quartiere un punto di riferimento.  – Afferma Maricris – Appena bussano alla porta di Ayadina per chiedere aiuto, apriamo sempre la porta non solo dell’Atelier ma anche quella  del cuore per accogliere tutti quelli che sono in necessità”.

Siamo alle porte dell’inverno e per una famiglia poter riscaldarsi, è quasi impossibile poiché il costo della nafta è aumentato tantissimo, continua a raccontare Maricris.  “Molte persone hanno cominciato ad abbattere alberi per riscaldarsi con la legna. Certo la cosa principale è dare da mangiare! Ma c’è tanta solidarietà tra famiglie. Alcune di loro hanno cominciato a coltivare qualcosa, altre aiutano chi è nel bisogno. Grazie agli aiuti che ci arrivano da AFN riusciamo a sovvenire a questi bisogni principali. Altre ong danno pacchi alimentari comprensivi di alimenti base, come la pasta, il riso, i ceci, le lenticchie che sono diventati carissimi. Noi vorremmo offrire alle famiglie soprattutto alimenti freschi come frutta, verdura, perché le vitamine sono necessarie, e poi latte, olio, pane, il timo e awarma (un concentrato di carne a lunga durata che si usa per condire per quanti non riescono più a comprare la carne). Abbiamo chiamato questo pacco: la cassetta della salute”.

Durante l’evento in collegamento con il Libano, si lancia l’iniziativa invitando tutte le persone desiderose di partecipare a sostenere 80 famiglie libanesi attraverso la donazione di una cassetta della salute dal costo di 44 euro. “L’idea è di aiutare più famiglie possibili in questo periodo dell’inverno che sta cominciando. La sfida è dare ai bambini e alle loro famiglie un’alimentazione più bilanciata”.  – Afferma  Giovanni Lucchese che con la moglie Miriam hanno coordinato e presentato l’evento. “Possiamo offrire un contributo anche minimo di 5 euro o in vista del Natale riuscire a metterci insieme e regalare una cassetta della salute a più famiglie. –  Continua Miriam – Siamo piccoli ma siamo tanti! E dunque anche il piccolo contributo è importante”.
L’azione rimarrà aperta per tutte le festività natalizie. Fino al 6 gennaio abbiamo la possibilità di donare per questa causa. Passaparola!

Giovanna Pieroni

DONA ORA attraverso il sito Clicca qui

Causale: Progetto SAD Libano Pacco Salute
zione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN)
IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561
Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A
presso Banca Etica – filiale 1 di Roma – Agenzia n. 04

Vedi presentazione Progetto: https://youtu.be/L6HMdDfx3LI



Maria modello per le donne. Cristiane e musulmane insieme a Palermo

A Palermo la ricorrenza dell’Immacolata Concezione è una festa molto sentita e partecipata. È la festività che prepara al Natale e in tutte le famiglie del capoluogo siciliano si percepisce in questa giornata l’aria del sacro. E, quest’anno, l’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, durante il solenne Pontificale celebrato nella Cattedrale di origine arabo-normanna, sottolinea come «il  di Maria a Dio non è quello di una schiava in preda alla paura, ma quello di una donna libera che può decidere di fare della sua vita una dimora disponibile, accogliente, autenticamente umana per il Dio che desidera prendere dimora in mezzo all’umanità e ricostruire con essa l’amicizia e l’armonia infranta».

Ha un sapore nuovo questa celebrazione perché, al suo termine, alcune donne musulmane offrono anche loro un omaggio all’Immacolata, leggendo quelle Sūre del Corano dove si fa riferimento a Maria, a Mariem. «Un gesto di amore e di fratellanza – ha sottolineato l’Arcivescovo – che arricchisce la Chiesa di Palermo e rafforza la sua devozione a Maria».

Sono donne che hanno intrapreso un percorso insieme ad altre donne cristiane e non credenti che vogliono fare la differenza proprio a Palermo, città ospitale per denominazione e di grande accoglienza. Vi era un tempo in cui in questa città le varie fedi convivevano pacificamente e anche adesso continuano a farlo, con una consapevolezza in più, perché in questi tempi convivere e donarsi reciprocamente le ricchezze delle varie culture non è affatto scontato.

foto tratta dal sito dell’Arcidiocesi di Palermo

Il testo letto nella splendida cornice della Cattedrale di Palermo in onore di Mariem, offre tanti spunti di riflessione. «Per noi – si legge nella preghiera -, Mariem è una delle figure più affascinanti narrate nel Corano. È stata ed è davvero una grande fonte di forza, onore, dignità e perseveranza. La Vergine è da sempre ponte di dialogo tra cristiani e musulmani e via di reciproca comprensione, Maria è parte e compimento della stirpe di profeti che “guardano l’essenza di questo mondo” ed è venerata come la creatura femminile prediletta di Allah, mondata da ogni possibile macchia di peccato e ricolma della presenza del Suo Spirito e della grazia dei Suoi doni».

La pace si prepara praticando gesti di fraternità ogni giorno.

Patrizia Mazzola


Di seguito il testo della preghiera:

Maria per le donne musulmane

Ecco cosa dice il Corano della concezione di Maria, Pace su di lei, alla quale è dedicato un capitolo intero al suo nome «Surat Mariem» e un altro è dedicato alla sua famiglia « Al Imrān » (famiglia di Gioacchino).

33. “In verità Allah ha eletto Adamo e Noè e la famiglia di Abramo e la famiglia di ‘Imrân al di sopra del resto del creato,

34. [in quanto] discendenti gli uni degli altri. Allah è audiente, sapiente.

35. Quando la moglie di Imrân disse: «Mio Signore, ho consacrato a Te e solo a Te quello che è nel mio ventre. Accettalo da parte mia. In verità Tu sei Colui che tutto ascolta e conosce!».

36. Poi, dopo aver partorito, disse: «Mio Signore, ecco che ho partorito una femmina»: ma Allah sapeva meglio di lei quello che aveva partorito. «Il maschio non è certo simile alla femmina! L’ho chiamata Maria e pongo lei e la sua discendenza sotto la Tua protezione contro Satana il lapidato.»

37. L’accolse il suo Signore di accoglienza bella, e la fece crescere della migliore crescita. L’affidò a Zaccaria e ogni volta che egli entrava nel santuario trovava cibo presso di lei. Disse: «O Maria, da dove proviene questo?». Disse: «Da parte di Allah». In verità Allah dà a chi vuole senza contare.

Quindi era una concezione consacrata a Dio, e da Lui protetta contro ogni male.

Al di là della lingua, il credo o l’apparenza Lei ci unisce nella preghiera. Madri, figlie o semplicemente “Donne” da Lei ogni ispirazione per il nostro impegno al femminile e la ricerca della Grazia di Dio in ogni nostro gesto.

In questo momento di una pandemia mortale e destabilizzante, la storia di Maria, pace su di lei, è esempio per tutti della necessità di amore per tutti le creature e del prendersi cura del creato. È “Luce” da oriente ad occidente, speranza per tutti noi.

Scarica la preghiera

nb: la foto è tratta dal sito dell’Arcidiocesi di Palermo

 




Città Nuova: operazione gabbiani




Unity Conference 2021. Creare nuove strade per l’inclusione in un mondo diviso

https://www.focolare.org/news/2021/11/29/espanol-nace-nueva-global-foundation/

«Il mondo di Città Nuova è internazionale, e le varie edizioni devono essere più in rete, più interconnesse per essere in grado di parlare al mondo, capitalizzando gli sforzi, valorizzando contenuti e metodi di ogni azienda editoriale, che nella propria area del mondo è una vera azienda culturale».

La grande novità è che qui per la prima volta le Città Nuova si presentano al pubblico insieme, lavorano insieme in un unico progetto mediatico, multiculturale, ma unito ed impattante.

«Questo perché» – continua Stanislav – «la nostra sfida è la debolezza, sembra strano ma è così: in genere è vista come un fallimento, noi pensiamo che la nostra debolezza, che magari è l’essere piccoli, se vissuta insieme, tutti protesi verso un orizzonte ben chiaro, crea un bene, influenza e trascina altri e migliora il mondo».

LEGGI TUTTO: http://www.unitedworldproject.org/

SITO: NUOVA GLOBAL FOUNDATION




Made in Loppiano si è vestito con i colori del Natale!

CHRISTMAS CARE – Un natale per prendersi cura di te e dell’altro!

Made in Loppiano si è vestito con i colori del Natale!

Quest’anno l’iniziativa che presenta avrà un unico comune denominatore: il “prendersi cura”. Come?

Per esempio, condividendo (Share to care), i pacchi di Natale Made in Loppiano: il tempo condiviso con le persone più care, in compagna di un bicchiere di buon vino e un pezzo di un delizioso dolce natalizio, ci sembra un’ottima idea per curare la gioia e i rapporti! Vuoi scoprire il contenuto di uno dei pacchi? Clicca qui.

L’ascolto sarebbe il secondo modo del “prendersi cura” natalizio di Made in Loppiano (Listen to care). Vogliamo metterci in ASCOLTO dei vari bisogni delle persone importanti per noi, proponendo una serie di prodotti idee regalo per tutti i gusti.

Poi, possiamo curare gli ambienti in cui viviamo, con Care about Harmony: l’arte natalizia creata a Loppiano rinnova, ispira e trasforma, porta bellezza nella tua casa!

Ecco lo spot dell’iniziativa:




Tutore volontario, risorsa preziosa

Feedback del corso di sensibilizzazione alla figura del tutore volontario dei MSNA tenuto da AFN nell’ambito del progetto ‘Confido’.

Minori senza cittadinanza, privi di assistenza dei genitori o di altri adulti di riferimento, lasciano il loro Paese perché fuggono da guerre e persecuzioni oppure perché attirati o mandati dalle famiglie nella prospettiva di una vita migliore.

In Italia i minori stranieri non accompagnati (MSNA) provenienti da diversi Paesi sono 7080 (Report di monitoraggio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 31.12 2020).  Il 94% di quelli che arrivano sono accolti presso strutture di accoglienza, ma numerosi sono quelli di cui si perdono le tracce.

Azione Famiglie Nuove, che pone al centro della propria mission la promozione dei diritti dell’infanzia svantaggiata, ha cominciato ad occuparsi di MSNA in particolar modo attraverso il progetto  “Casa Ismaele”, inserito nel più ampio programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza (FSOA), il cui obiettivo è quello di supportare le persone in stato di vulnerabilità da un punto di vista lavorativo e socio-relazionale, attraverso il rafforzamento di una rete di attori sociali, come aziende, associazioni, volontari e famiglie.  “Casa Ismaele”  situata nel comune di Rogliano (CS) è un progetto SAI (exSPRAR) gestito da tre enti: la cooperativa FoCo, AFN e la cooperativa MiFa, ed ospita minori stranieri non accompagnati. Al momento sono 14 i ragazzi ospitati provenienti da paesi diversi e seguiti da un’equipe multidisciplinare formata da educatori, mediatori culturali, una psicologa e la coordinatrice di progetto. I minori vengono seguiti da un punto di vista documentale, legale, di formazione linguistica, di supporto psicologico, di orientamento al lavoro e attivazione di tirocini e da un punto di vista socio relazionale. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, si è attivata una rete di volontari e famiglie nel territorio con l’obiettivo di allargare le amicizie e i punti di riferimento dei ragazzi.

Nel 2017 sono intervenute importanti novità legislative per quanto riguarda la protezione dei MSNA. In particolare la legge 47 del 7 aprile 2017 definisce le procedure a livello nazionale per l’accertamento dell’età dichiarata dal ragazzo; definisce il tempo massimo in cui i minori possono risiedere nelle strutture di prima accoglienza prima di essere trasferiti in strutture di seconda accoglienza nei progetti SIPROIMI (ex SPRAR); istituisce il SIM (Sistema Informativo Minori presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), che raccoglie a livello centralizzato tutte le informazioni  relative al minore; rafforza le tutele per il diritto alla salute e all’istruzione dei minori con procedure più semplici per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e al sistema scolastico. Soprattutto la legge introduce la figura del tutore volontario di minori stranieri non accompagnati col compito di vigilare e garantire la tutela dei diritti del minore straniero, agendo come suo legale rappresentante in tutti i procedimenti che lo riguardano. Il tutore, pur non avendo l’obbligo di farsi carico dell’accoglienza in casa del minore,  è chiamato a mantenere un rapporto costante con tutte le altre figure che si prendono  cura del ragazzo, in primis con gli operatori della struttura di accoglienza dove vive e dei servizi sociali. Per diventare tutore occorre fare domanda presso il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della regione di residenza, partecipare al corso formativo da questi organizzato e iscriversi nell’elenco dei tutori volontari di MSNA del Tribunale per i Minorenni del territorio di riferimento.

Dedicato ad approfondire questa figura, AFN ha tenuto nel mese di settembre 2021, nell’ambito del progetto Confido del Forum Ass. Familiari Lazioil  “Corso di sensibilizzazione alla figura del tutore volontario“. Relatori del corso: Flavia Cerino avvocato e tutore di MSNA; Isabella Oddo psicologa Rete SAI (Sistema accoglienza Rete e integrazione); Giacomo Anastasi esperto in politiche migratorie.

Rita Caserta, coordinatrice della sede AFN Lazio, ha presentato il lavoro svolto durante il corso nell’evento conclusivo del progetto  tenutosi il 6 novembre 2021 a Roma, con la  partecipazione di Alessandra Balsamo presidente Forum Associazioni Familiari Lazio; Margherita Plotti coordinatrice progetto Confido Lazio; Alida Montaldi, già presidente Tribunale per i  Minori di Roma; Monica Sansoni Garante Regionale infanzia; Luigina Vaccaro assistente sociale Municipio IV di Roma.

“Durante i 6  appuntamenti, ha evidenziato Rita Caserta, sono stati approfonditi vari argomenti:  chi è il minore straniero non accompagnato, quali sono i suoi diritti, il fenomeno migratorio; chi è il tutore,  il sistema di accoglienza in Italia, la legge 47/2017, gli  aspetti psicologici e antropologici implicati nella relazione col minore.  E’ stata un’ opportunità per approfondire questi temi. Un reale arricchimento per me personalmente  e un‘ulteriore occasione di occuparmi di infanzia svantaggiata. Se senti questa chiamata, le possibilità sono molteplici: non c’è solo adozione e affido, che coinvolgono tutta la realtà famigliare che accoglie. Il tutore volontario è un  impegno a tempo che consente di occuparsi personalmente di un minore e agire in équipe perché occorre relazionarsi col tribunale e  con le altre figure che ruotano  intorno al ragazzo affinché i suoi diritti siano rappresentati. Abbiamo avuto numerose adesioni al corso, segno di un grande interesse per questa realtà. Auspichiamo di poter continuare l’impegno riguardo a questi temi, rafforzando sempre più la rete sul territorio”.

 Giorgia Nigri, dottore di ricerca in economia civile, avendo partecipato al corso,  ne sottolinea il fatto di aver appreso  informazioni molto utili che attraverso i libri  magari non avrebbe potuto acquisire come l’importanza del contatto umano coi ragazzi:  “È solo tramite le storie condivise e lo scambio con gli altri, che si superano le difficoltà, la burocrazia, le falle del sistema, e si oltrepassano i propri limiti…  Il corso di sensibilizzazione alla figura del tutore  è stato un vero e proprio corso propedeutico per chi volesse poi approfondire e formarsi come tutore. Il mix dei relatori (un avvocato che è anche un tutore, una psicologa, e un esperto di politiche migratorie) ha spiegato bene il quadro legale e macroeconomico, i problemi derivanti dai paesi e governi di origine, e i fattori psico-emozionali legati a questo percorso. Hanno condiviso tanti spunti, materiale, e informazioni pratiche. Inoltre sono riusciti a generare scambi e network utili al processo. A me personalmente molte storie hanno toccato il cuore. Non esiste il ragazzo perfetto o la famiglia perfetta, sono relazioni che si co-creano insieme, e il bello del tutore è che è una figura che non esclude altre strade di accoglienza e amore”.

Giovanna Pieroni

Fonte: https://www.afnonlus.org




Focolari e migranti: famiglie aperte verso l’accoglienza

Una rete di persone del Movimento dei Focolari in Italia, a vario titolo (per volontariato, professione e impegno sociale e civile), opera nel mondo dell’immigrazione. Tra di loro Maria Cristina, avvocato a Piacenza, si sta impegnando a contattare alcune famiglie dei Focolari che tra i mesi di agosto e settembre 2021 hanno offerto la propria disponibilità a ospitare minori afgani in fuga dal Paese, giunti in Italia con il ponte aereo. “Hanno sentito questo desiderio, quindi ci hanno contattati. Il gruppo si è messo subito a disposizione per comprendere, formarsi e informare”, racconta, spiegando come l’accoglienza in Italia per chi arriva senza nulla sia disciplinata da normative stratificate negli anni, di derivazione internazionale, comunitaria e nazionale.

Un aspetto che ha colpito Maria Cristina è che le famiglie che si sono offerte per accogliere sono già numerose al loro interno, con figli in età scolare con i quali hanno condiviso questa scelta, nella misura in cui i bambini hanno l’età sufficiente per comprenderla. Due famiglie hanno uno dei due genitori di origine straniera. In un altro caso un genitore ha fatto esperienza di affido di un minore straniero nella propria famiglia di origine. Questi elementi fanno pensare che si tratti di famiglie aperte alla vita. Maria Cristina le ha invitate a riflettere, frenando l’iniziale entusiasmo e spiegando loro che per accogliere un minore è necessario un provvedimento del Tribunale per i Minorenni e prima ancora un percorso da intraprendere in famiglia. Per accogliere un giovane in una situazione così delicata occorre una formazione che si acquisisce frequentando incontri organizzati dai servizi sociali nei territori di residenza. 

Il Movimento  non offre in modo diretto questo tipo di formazione, sebbene proprio nelle scorse settimane un altro avvocato immigrazionista del gruppo, tramite una rete di associazioni rivolte all’infanzia tra cui Azione per Famiglie Nuove Onlus, abbia coordinato un corso on line per sensibilizzare alla figura del tutore di minori stranieri non accompagnati. Le famiglie vengono comunque indirizzate e sostenute, è infatti importante che dietro al nucleo familiare ci sia una comunità che faccia da contorno.

Altro aspetto rilevante che spiega Maria Cristina: al momento non possono essere presi in affidamento bambini afgani perché la loro accoglienza è gestita dal Ministero dell’Interno, ma ci sarà la possibilità di una “seconda accoglienza”, anche di nuclei familiari.  Prima i bambini vengono inseriti nella società, iscritti a scuola e imparano la lingua italiana. Si tratta di una fase gestita a livello istituzionale, che non garantisce che poi i ragazzi siano in grado di camminare da soli. Inoltre una volta che si dà la disponibilità ad accogliere si rimane aperti a tutti i giovani che possano avere bisogno, non è una questione di nazionalità. C’è tanta necessità di porte aperte soprattutto per quei minori che raggiungono la maggiore età, per i quali termina il percorso di accoglienza. A diciotto anni è difficile che un ragazzo abbia dove stare e possa guadagnarsi da vivere, perciò è alta la probabilità che rimanga privo di supporto, soprattutto se non ha vicino reti solidali di riferimento. Maria Cristina riflette: “Penso che quello che sia scattato in queste famiglie sia stata una spinta a donarsi e a mettersi in gioco, ma anche il desiderio di sentirsi accompagnati in questa disponibilità”. È un’occasione per unire quanti vivono la spiritualità dell’unità in Italia attraverso la cultura dell’accoglienza. Una delle coppie contattate ha maturato il proposito di condividere con la propria comunità questa scelta, sensibilizzando a collaborare con le realtà di volontariato e sociali nel territorio, per portare calore e vicinanza. “Accogliere non è niente di romantico: è impegnativo e sfidante. Queste persone vivono la sofferenza, magari anche rabbia e vulnerabilità. Chi è arrivato non ha studiato a tavolino la partenza dal proprio Paese, e quasi mai ha scelto il momento e il modo di giungere in Italia. Dovremmo chiudere gli occhi un attimo e pensare come ci sentiremmo noi in un Paese straniero, soli e con tante difficoltà e paure da affrontare”.

Miriana Dante