La Gmg di Lisbona, la gioia è contagiosa

Alcune impressioni dei partecipanti dei gruppi dei Focolari di tutta Italia e Albania

Di Aurelio Molè

«Vieni e vedi!». Il motto evangelico vale anche per la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona. Senza aver partecipato è difficile ricreare e comunicare lo stesso clima ed esperienza. Presenti un milione e mezzo di giovani provenienti da tutti i Paesi del mondo, tranne le Maldive. Un esercito della pace che su tanti media non ha superato, se non per dovere di cronaca, la soglia dei criteri di notiziabilità. Un bozzetto di mondo unito, di fatto, realizzato. Dallo schermo tv, fuori dalle inquadrature, a volte, sfuggono, quei frangenti di vita soprannaturale, dei veri «momenti di Dio», che sono l’essenza dell’esperienza della 37° Gmg.

Migliaia di giovani che si inginocchiano durante la Via Crucis, momenti di silenzio infinito durante la Veglia conclusiva a Parco Tejo. Cosa avrà detto Gesù ad ognuno di loro? Nel loro cuore a tu per tu con Dio? Dall’Italia, con i gruppi dei Focolari, hanno partecipato in molti. Abbiamo cercato di raccogliere alcune loro impressioni.

Arianna di Milano scrive: «La cosa che mi ha colpito di più è stato il peso dato alla sfera della spiritualità. Mi pare di aver recuperato una dimensione che mi sembrava un po’ dispersa e ho sentito qualcosa di nuovo sia nei momenti collettivi che in quelli di maggiore raccoglimento. Alcune situazioni mi sono sembrate quasi surreali per lo scarto tra quello che stavamo vivendo a Lisbona e qualsiasi altra esperienza aggregativa. Il sentimento più forte che ho provato è stato quello di appartenenza, di identità, al netto di diversità molto forti che alla Gmg apparivano evidenti. Grazie alle parole del Papa e a quello che abbiamo sentito mi sono sentita infondere un senso di trascendenza che non avevo mai provato».

Gruppo dei Castelli Romani

Dai Castelli Romani e Lazio Sud hanno elaborato una serie di parole chiave: «FRATELLANZA, perché nei momenti in cui qualcuno di noi si trovava in difficoltà, c’era sempre qualcuno pronto a dare una mano e sollevarlo. AMORE, per il moltissimo amore nell’aria che ha contagiato tutti! BELLEZZA, negli occhi e nel cuore di tutte le persone che abbiamo incontrato! GIOIA, condivisa e visibile sugli occhi di tutti. SPERANZA, troppo bello vedere un milione di persone che credono all’amore, quello speciale di Dio!. UNITÀ con tutti, anche se il mezzo di comunicazione, le diverse lingue parlate, non era del tutto efficace, comunque, ci si legava incondizionatamente. RICCHEZZA, in relazione alle esperienze vissute e condivise (esperienze gioiose soprattutto, ma anche sfide che si sono superate man mano). Torniamo a casa più stanchi fisicamente, ma mentalmente carichi per affrontare la quotidianità».

Gruppo di giovani con Margaret Karram

Antonio Romano è uno studente di Ciampino (RM) iscritto all’Accademia di recitazione. L’esperienza della Gmg lo ha maturato sia dal punto di vista umano, con l’incontro di giovani provenienti da tutto il mondo e dal punto di vista religioso, perché si fa, nonostante tutte le difficoltà logistiche, una vera esperienza di Dio. «Un futuro migliore – dice Antonio – non è più utopia, ma una speranzosa realtà, perché noi giovani lo vogliamo e chi ha fede sposta le montagne, perché non è mai solo! L’ essenziale è donare il proprio sacrificio con amore incondizionato per realizzare i sogni di ognuno di noi».

Istruttrice di scherma e studi in Mediazione linguistica e interculturale, Francesca Di Giulio di Ariccia (RM) sottolinea «la resilienza e lo spirito di adattamento anche nelle situazioni più difficili», perché hanno vissuto dei giorni fuori dalla zona comfort e dai soliti schemi facendo «un’esperienza meravigliosa che mi ha permesso di scoprire qualità che non credevo di possedere».

«Provate, pensate – commenta Francesco Gattadi fare esperienze di questo genere. Dormire per terra, mangiare cibo dentro delle scatolette e non in un piatto o avere solamente un pezzo di pane per reggersi e fare chilometri a piedi: è una cosa più unica che rara, per noi che abitiamo in un Paese dove non manca nulla. Vivere un’altra realtà ti fa apprezzare anche le cose minime e i piccoli gesti. Avrai così il tuo giusto equilibrio e potrai aiutare le persone anche facendo piccole cose, ma che magicamente diventano grandi».

Da Torino, l’accompagnatrice Christy Sawaya nota come «dopo innumerevoli ore di sonno, dopo avere svuotato il frigo diverse volte, nell’anima non ricordo stanchezza, sporcizia, sfide, ma l’incanto di aver incontrato Dio e fratelli veri, di aver avuto momenti di silenzio dentro e fuori di me, di essermi buttata ad aiutare concretamente, anche quando difficilmente si riusciva a stare in piedi, di essermi sentita amata, accolta, e perciò anch’io capace di amore e accoglienza. Ho tantissima gratitudine a Dio, a ognuno/a con chi abbiamo condiviso quei giorni, e soprattutto l’esperienza di vedere che l’unità vissuta nel silenzio che grida gioia e testimonia vita ai fratelli che, prima di salutarci, chiedono di continuare il cammino insieme».

Gruppo di Roma

Una grande gioia provata da tutti come testimonia anche Greta Cardilli di Roma: «A me hanno colpito molto le parole del Papa: “La gioia è missionaria”. La dobbiamo portare agli altri, non tenerla solo per noi stessi. L’abbiamo ricevuta da coloro che sono stati parte della nostra vita e che rappresentano le radici della gioia. Noi giovani dobbiamo trasmettere questa gioia che crea altre radici».

Gruppo di Latina

Da Latina ha partecipato anche un gruppo della parrocchia di San Luca. Per Giulia Zorzetto «è stata un’esperienza che ha segnato tutti noi; faremo tesoro dei momenti passati insieme, della gioia vista sui volti degli altri giovani, delle chiacchiere scambiate con i ragazzi stranieri, dell’aria di festa presente in ogni piazza e strada di Lisbona, memori di come questi momenti ci abbiano aiutato a crescere come singoli, ma soprattutto nel nostro cammino di fede».

Singolare l’esperienza di un gruppo di 32 giovani, soprattutto del Friuli, che ha deciso di andare fuori schema e condividere la Gmg di Lisbona andando a trovare i loro coetanei in Albania e seguire con loro l’evento a distanza. Il programma si è dipanato in due fasi: la prima, dal 2 al 6 agosto, a Tirana; la seconda, dal 6 al 12, nel sud del Paese, nella località turistica di Valona, ma ne parleremo in un successivo articolo più dettagliatamente. Il senso di questi giorni è ben spiegato dall’accompagnatore Fabio Teofani: «La nostra è stata un’esperienza di grande gioia per tanto amore dato e, soprattutto ricevuto». Il titolo dell’iniziativa, “Think outside the box”, pensa fuori dagli schemi, li ha portati a spostarsi per operare nelle periferie «che si rivelano un cammino d’amore, sempre via di “resurrezione”, che ha trasformato tanti cuori, compresi i nostri. E le tre parole pronunciate dal Papa durante la Veglia a parco Tejo (“brillare, ascoltare e non temere”) le ho viste riflesse negli occhi e incarnate nelle azioni dei nostri giovani. Per me è stata una vera e propria lezione di vita che mi ha riempito il cuore di speranza. Da parte di tutti emergeva un’enorme gratitudine e il desiderio di ritornare quanto prima in questa terra che ormai sentiamo sorella».

Alcuni di questi giovani hanno partecipato alla trasmissione di Rai 1 A sua immagine di domenica 13 agosto, dove potete vedere i loro volti e ascoltare le loro impressioni.

Alcuni giovani che hanno raccontato le loro impressioni sulla Gmg di Lisbona ad A sua immagine di Rai1

Videomessaggio del Papa ai giovani della Gmg: tenete vivo il ricordo di Lisbona




Cercare Gesù Abbandonato

Si sta concludendo il secondo anno del cammino sinodale nelle comunità dei Focolari: l’attenzione ai giovani.

 Di Aurelio Molè

 «In principio è la relazione» – scrive Martin Buber, teologo e pedagogista austriaco, naturalizzato israeliano – può essere uno slogan che ben descrive la dimensione plurale del secondo anno di Cammino Sinodale della Chiesa cattolica che in Italia è stato declinato sui tre Cantieri di Betania della strada e del villaggio; della casa e dell’ospitalità; del servizio e della formazione spirituale e un quarto Cantiere; lavorare insieme alle nuove generazioni.

Se il principio è la relazione, la fratellanza e la sorellanza vengono prima di ogni vocazione particolare, sia laica che religiosa, prima dell’essere uomo e donna, appartenenti ai Focolari o ad altre Comunità ecclesiali presenti nel territorio e così è stato, dove possibile, il ritrovarsi in gruppi eterogenei sparsi per il Belpaese animati da un unico spirito dove il dare e il ricevere sono due facce della stessa medaglia.

Avviare il processo di comunione ha generato una maggiore unità nei gruppi e all’interno della comunità ecclesiale facendo crescere la consapevolezza che per una Chiesa in uscita occorre rischiare di più e valorizzare e dare visibilità al molto vissuto già in atto.

Tra le tante esperienze avviate in Italia il più “trasversale” e “inclusivo” è risultato il quarto Cantiere come ponte e punto di incontro tra generazioni in attività di solidarietà con i poveri a Torino, a Bologna e in altre comunità; i percorsi, in varie città d’Italia, di Upto2me per approfondire i valori dell’affettività e della sessualità, e in Trentino di Ecoplan, sui temi ambientali.

A Corato, in provincia di Bari, si nota una vivacità di iniziative. I giovani hanno partecipato alla terza edizione di Sognitudo 2030 sulle tematiche degli obiettivi Onu sull’Agenda 2030 per coinvolgere una comunità di persone di buona volontà che affronta i problemi del presente proiettando i propri sogni nel futuro con tante attività creative e artistiche. È in programma il progetto Give and sharing sulle problematiche che nascono dall’ascolto del territorio per trovare, attraverso la condivisione in piccoli gruppi, delle possibili risposte perché, come diceva, Chiara Lubich, rivolgendosi a dei bambini: «Non c’è nessuno che non abbia qualcosa da dare: un aiuto, un sorriso, l’ascolto, la gioia, condividere la merenda…».

In Italia le esperienze sono le più varie in campo sociale come la raccolta e distribuzione di alimenti e farmaci per popolazioni bisognose, campi di lavoro presso la cittadella Faro in Croazia, in campo ambientale con azioni puntuali, in campo formativo con scuole sociali, interculturali e di dialogo con i musulmani, ma, in genere, si riscontra la difficoltà del mondo degli adulti nel saper dialogare con i giovani che ruotano poco attorno le comunità locali anche se sono disponibili al confronto e a mettersi in gioco.

Tra gli ultimi eventi, nella diocesi di Foggia-Bovino, il 18 giugno si è conclusa la settimana della legalità e della giustizia sociale. Nella Capitanata preoccupa l’esplosione della criminalità e l’assuefazione per la crescita del numero dei delitti, spesso impuniti. L’eclissi di una mentalità di incontro, dialogo, fraternità genera sfiducia nella popolazione che spesso rinuncia anche a denunciare i delitti. La reazione della città passa per una nuova cultura ben espressa anche dalla recente iniziativa che ha presentato una mostra con dieci grandi testimoni della legalità e della giustizia sociale, tra cui don Pino Puglisi, ucciso nel 1993, nel quartiere Brancaccio di Palermo da mano mafiosa, e Chiara Lubich che ha portato in tutto il mondo un vento di speranza seminando la cultura della fraternità.

Notevole la risposta dei giovani, proprio nei momenti in cui, forse, meno si aspetta la loro partecipazione: una affollata Adorazione eucaristica nella cripta della cattedrale attirati dal silenzio e dalla vita interiore. Giovani definiti seminatori di legalità per cominciare una cultura della legalità dal basso, protagonisti di nuovi rapporti sociali, per un nuovo cammino di speranza, anche in accordo con il progetto 3P, piccoli passi possibili verso la legalità, nato all’interno del cammino sinodale.

A Caltanisetta, la docente di religione Maria Curatolo, ha portato i principi del cammino sinodale dentro le mura della scuola superiore, l’ISS A. Volta, dove insegna, per un dialogo con gli studenti e con i colleghi. Dopo un primo anno di ascolto, anche con risposte scritte a dei quesiti in cui sono emerse alcune caratteristiche della contemporaneità: la dimensione religiosa spesso taciuta in famiglia, l’abnorme uso del tempo trascorso con i device elettronici, cellulari e affini, ma anche il desiderio di affrontare i temi della misericordia e della giustizia da declinarsi in armonia, per una cultura della pace.

La seconda tappa del cammino sinodale si è allora declinata con la collaborazione, già iniziata da anni nella scuola, con la Caritas diocesana, con azioni per persone bisognose e la popolazione ucraina. Ed è proseguita con il cappellano della casa circondariale di Caltanisetta. L’attenzione a chi è recluso, anche con modalità a distanza, il sostegno concreto delle famiglie dei detenuti, è una esperienza straordinaria anche per chi la compie. Come ha ben spiegato Papa Francesco il 2 aprile scorso: «Cristo Abbandonato ci smuove a cercarlo e ad amarlo negli abbandonati» e «anch’io ho bisogno che Gesù mi accarezzi e si avvicini a me, e per questo vado a trovarlo negli abbandonati, nei soli».

Un discorso da rileggere e meditare con attenzione, perché è un manifesto della vita di ogni di ogni comunità: andare a cercare Gesù abbandonato per le vie della città. L’ultima chicca è la partecipazione ad un concorso per le scuole superiori promosso dal Progetto Policoro sul tema del martirio per la giustizia che frutta la pace. Il primo premio, di mille euro, per le spese di iscrizione all’università è stato vinto da uno studente della scuola A. Volta con un elaborato dal titolo: il perdono e la migliore delle vendette. L’unica via per ritrovare la pace perduta, dentro di noi e tra noi.

Ci prepariamo ora a compiere un altro tratto di strada, sempre insieme. Come sappiamo il Cammino italiano è strutturato in tre fasi: narrativa, sapienziale e profetica. “Sono fasi che si intrecciano e si richiamano: i racconti hanno già offerto un primo discernimento e alcune intuizioni profetiche; nel discernimento incontriamo la ricchezza delle storie e l’esigenza di fare delle scelte; infine, nelle decisioni raccoglieremo il frutto delle esperienze narrate e del discernimento compiuto […] Il passaggio alla fase sapienziale fa tesoro di quanto emerso nei primi due anni e intende approfondirlo, in prospettiva spirituale e operativa” (dalle Linee guida per la fase sapienziale del cammino sinodale delle Chiese in Italia).

Vedi anche:

https://www.focolaritalia.it/2022/06/10/il-sinodo-dei-focolari-in-italia-per-un-nuovo-inizio/

https://www.focolaritalia.it/2022/02/14/la-sfida-del-sinodo-le-comunita-si-incontrano/




X Incontro Mondiale delle Famiglie

 

RIVIVI L’EVENTO – VEDI TUTTI I VIDEO

 

 

Il X Incontro Mondiale delle Famiglie, come annunciato con un video messaggio da Papa Francesco, si è tenuto in forma “multicentrica e diffusa” ed ha avuto delle caratteristiche diverse rispetto agli appuntamenti degli anni precedenti. L’evento, già rimandato di un anno a causa della pandemia di Covid-19, non poteva comunque prescindere dal mutato contesto globale dovuto alla situazione sanitaria.

A Roma l’appuntamento principale, a cui sono intervenuti i delegati delle Conferenze episcopali di tutto il mondo nonché i rappresentanti dei movimenti internazionali impegnati nella pastorale familiare. Nelle diocesi allo stesso tempo sono stai organizzare eventi analoghi nelle proprie comunità locali.

https://www.romefamily2022.com/it/

Programma-completo-it




Dall’IO al NOI: una giornata per ripartire con maggiore slancio e nuova decisione

Domenica 13 ottobre 2019, a Gazzera di Mestre (VE), ci siamo ritrovati in oltre 600 persone del Movimento dei Focolari del Veneto  per “raccontarci” del nostro percorso ecclesiale, del nostro vivere e lavorare per la nostra Chiesa locale. Fin dalla preparazione iniziata ai primi mesi del 2019 sentivamo che non potevamo confrontarci con i soli “addetti ai lavori”, ma tutti potevano essere protagonisti.

Così è stato! Una giornata importante per ciascuno, un ribadire la volontà di vivere nella contemporaneità, superando chiusure, ripiegamenti su sé stessi e una visione a volte pessimistica dell’impegno comunitario nelle realtà ecclesiali.

Illuminante il video di Chiara Lubich del 1966 “La passione per la chiesa“. Chiara ha ci riportato attraverso le sue parole all’esperienza iniziale del Movimento dei Focolari, all’appartenenza alla Chiesa come madre, nell’impegno ad avere uno sguardo universale che abbracci tutta l’umanità. Questi stimoli hanno permesso di affrontare alcuni temi in 27 gruppi di discussione, partendo dalla riflessione del nostro compito all’interno delle varie realtà ecclesiali.

Sono state affrontate alcuni delle  principali tematiche di questo impegno: i rapporti con le istituzioni, le relazioni per un maggior dialogo, l’impegno nei vari campi di servizio, il dialogo interreligioso e le prospettive future.

Quanto emerso è stato raccolto in 3 grandi aree.

La prima riguarda la consapevolezza: la necessaria capacità di rivedere con un nuovo sguardo la presenza all’interno delle realtà ecclesiali mantenendo una dimensione universale che include tutte le realtà umane, le sofferenze e le richieste che vengono dai vari luoghi del pianeta. Il Carisma dell’Unità permette di affrontare le sfide che quotidianamente ci vengono proposte, non solo mediante l’ascolto, ma anche con la capacità di fare proposte e lavorare per il cambiamento.

La seconda area messa in luce: la condivisione e la relazione. Il vivere per il testamento di Gesù: “Che tutti siano uno” ci deve caratterizzare come agenti di dialogo e relazioni costruttive. In moltissime occasioni possiamo creare ponti, offrire idee e indicazioni per creare spazi di collaborazione. Se valorizziamo la formazione ricevuta, la capacità sviluppata nel tempo di saper cogliere gli elementi di positività grazie alla presenza del Risorto fra noi possiamo essere agenti di nuovi ed efficaci legami sociali. Seguendo le parole di Chiara, possiamo affrontare le difficoltà, i conflitti e le incomprensioni che spesso sono presenti nelle nostre comunità cristiane per fare passi in avanti, per essere costruttori di pace e di fraternità.

Infine la terza area riguarda la proiezione, l’apertura all’inclusione delle varie realtà che compongono la nostra società.

Le innumerevoli esperienze vissute nei vari territori ci dicono che negli ultimi anni stiamo cercando di buttarci più fuori, non per essere attivisti, ma per donare quanto abbiamo maturato e provare a costruire insieme ad altri un’umanità più accogliente, più solidale e con più giustizia.

Ci sembra che le tre parole emerse consapevolezza, condivisione e proiezione sono quelle che sintetizzano un impegno scaturito dal cercare di vivere la Parola di Dio mettendola in pratica negli ambiti quotidiani del nostro operare.

Certamente siamo solo agli inizi di un cammino ancora lungo, ma sentiamo di essere  molto cambiati e gli orizzonti che Chiara Lubich ci ha fatto intravvedere sono quanto mai attualissimi nell’oggi della Chiesa di Papa Francesco e dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari). 

La commissione preparatoria – Percorso Ecclesiale Veneto




Corso di Formazione alla Sinodalità

PREPARAZIONE TEOLOGICA E PASTORALE SULLA SINODALITA’

La Chiesa è impegnata in un ampio processo di riforma. La trasmissione della fede si è interrotta e la società sta cambiando molto velocemente. Dobbiamo trovare nuovi modi per portare il Vangelo, il che significa portare anche pace, progresso, formazione e tutti i valori che il messaggio del Vangelo porta in sé.

Il nuovo percorso in cui la Chiesa è impegnata per raggiungere questo obiettivo è la sinodalità.

Molte domande sono però legate a questo percorso: Che cos’è la sinodalità? È in ordine con il Magistero della Chiesa e il suo Diritto Canonico? E come viverla? Come attuare nella Chiesa un vero processo sinodale che possa aiutare le persone ad essere attratte da qualcosa che dia loro una speranza e una ragione di vita?

Il corso che il Centro Evangelii Gaudium – centro di formazione all’interno dell’Istituto Universitario Sophia – sta mettendo in atto per il 2023 vuole essere un contributo concreto a queste domande. Elaborato in sinergia con la Segreteria Generale del Sinodo e in collaborazione con altri centri di formazione e istituti accademici in Italia e non solo.

La prima lezione introduttiva sarà tenuta dal Cardinale Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo il 17 gennaio 2023.

Il corso si snoda in 4 momenti all’anno (3 moduli accademici e un incontro residenziale), trattando tematiche che seguiranno il processo sinodale in corso. Ci si può iscrivere all’anno o per singolo modulo. La lingua utilizzata è l’italiano, con traduzioni in spagnolo, portoghese e inglese.

E’ un corso destinato a tutto il popolo di Dio, dai vescovi agli operatori pastorali, dai sacerdoti alle suore, dai seminaristi ai laici.

Si tratta di un corso via zoom; per favorire una modalità più partecipativa, si consiglia – dove possibile – la partecipazione a gruppi di una stessa comunità, parrocchia, diocesi. Due o 3 partecipanti che potranno dialogare tra sé in maniera sinodale, potranno fare anche da “moltiplicatori” del corso, o dei suoi temi principali, nella comunità dove sono inseriti.

ISCRIZIONI SCADUTE

Allegato descrizione del corso e  dépliant informativo

Altre informazioni si trovano sui siti:

CENTRO EVANGELII GAUDIUM

https://swa.sophiauniversity.org/nuovi-corsi/formazione-alla-chiesa-sinodale/

Oppure all’indirizzo mail: ceg@sophiauniversity.org

INTERVISTA AL PROF. VINCENZO DI PILATO

Obiettivi e benefici

In tempo di riforma della Chiesa in chiave sinodale, offrire una preparazione teologica e pastorale ad ampio raggio che permetta di offrire alla comunità cristiana l’esercizio comunitario del pensare e agire.

Metodo

Dinamica “sinodale” che valorizzi l’interazione tra studenti, tra docenti e studenti, in modo interdisciplinare e in un orizzonte interculturale, in grado di offrire esperienze di sinodalità vissuta, con lezioni frontali e laboratori.

Destinatari

Presbiteri, diaconi, religiosi, consacrate, operatori pastorali, laici e laiche impegnati nella costruzione di una Chiesa sinodale.

 

SCARICA INVITO:CEG-corso sinodalità




Discernimento e processo decisionale comune nella Chiesa – Corso online gratuito

Il presente progetto intercontinentale e interculturale si propone di accompagnare la formazione formazione di oltre 100.000 persone alla teologia e alla pratica della sinodalità attraverso una serie di corsi online gratuiti per sostenere tutto il popolo di Dio —vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, laici e laiche— che è stato chiamato a questo processo di rinnovamento ecclesiale.

Tutti i corsi sono completamente gratuiti e saranno offerti online in diverse linguespagnolo, inglese, portoghese, francese e italiano. Inoltre, parteciperanno relatori provenienti da tutti i continenti, che ci daranno una visione globale e interculturale della Chiesa.

Il primo corso si terrà dal 4 al 25 luglio 2022. Nell’arco di tre settimane, verranno proposti diversi temi sul discernimento comune e sui processi decisionali nella Chiesa. Vi invitiamo a registrarvi e a partecipare alla sfida di immaginare e costruire la Chiesa del terzo millennio.

Iscrizione e informazioni
Web: https://bit.ly/registersynod
PROGRAMMA



Dalla Parola vissuta nasce la comunità

Appignano è un comune di circa 4 mila abitanti, della provincia e della diocesi di Macerata. Ci sono arrivata su invito di alcuni amici che mi avevano parlato di una Festa della Parola di vita che si fa ogni anno e che coinvolge praticamente tutto il paese. Sono stata incuriosita dal titolo: forse che le parole del Vangelo attirino tanto da coinvolgere un intero comune a radunarsi attorno ad esse per una festa? O sarà solo il titolo felice delle solite sagre parrocchiali o comunali di fine anno sociale, dove in genere il piatto forte è una serata tra amici, un buon mangiare e bere, e qualche cantante di grido per attirare i giovani?

Arrivo quando già si fa sera e vedo che attorno al salone parrocchiale della chiesa c’è un grande via vai di gente: bambini, ragazzi, famiglie… C’è anche un bel giro di strumenti musicali ma non vedo locandine con nomi di gruppi musicali famosi, piuttosto ragazzi che allestiscono il palco e provano allo stesso tempo.

L’accoglienza è calorosa. Mi segnalano che è presente la sorella di un ragazzo che qualche mese prima era andato in cielo, a soli 13 anni, e che aveva unito il paese in modo un po’ eccezionale. Durante i tre anni della sua malattia i suoi compagni di classe si sono stretti attorno a lui. Pur di consentirgli di fare insieme a loro la prima comunione, come egli tanto desiderava, decidono di rimandarla di un anno.

E quando Andrea torna dall’ospedale senza capelli, anche loro si rasano i capelli per non farlo sentire a disagio. Dopo la sua partenza per il cielo, nasce ad Appignano il Torneo Ideale, una gara annuale di calcetto, lo sport che Andrea tanto amava e nel quale si distingueva come portiere.

Il torneo non è soltanto un momento per ricordare insieme Andrea, ma è un’occasione per sentirsi tutti una grande famiglia. Vi partecipano insieme ragazzi, giovani e adulti, gli amici di Andrea e i loro famigliari, gli amici dei campi scuola e tutti coloro che gli sono stati vicini e che comunque erano a lui affezionati. Anche loro sono presenti stasera.

Mentre aspetto l’inizio della festa mi raccontano tante storie, piccole e grandi. Come quella della realizzazione della nuova chiesa e dell’oratorio. A un certo punto della costruzione, quando non c’erano i soldi per andare avanti, a un parrocchiano appassionato è venuta l’idea di bussare alle porte degli industriali della regione. Non solo dei cattolici praticanti.

Il fatto è che in breve tempo nasce un legame tra credenti e persone di convinzioni non religiose. Avviene così che la chiesa di Gesù Redentore tutti la sentono come propria e che l’oratorio è di tutti.

Una delle ultime attività, sorta dalla sinergia tra comune e parrocchia, è una iniziativa sociale: l’emporio A cuore aperto. Nato dall’aiuto concreto a una persona disagiata, l’iniziativa si è estesa a tutta la comunità. Nel giro di pochi giorni si trova il locale adatto, diverse persone si mettono a disposizione come volontari e un commercialista dà la propria disponibilità per sbrigare gratuitamente le pratiche burocratiche. Dopo appena quindici giorni l’emporio si apre.

leggi l’articolo completo sulla nuova rivista

Ekklesía n.1/2018 – Città Nuova Editrice




Dal Sinodo della Chiesa antica alla Chiesa sinodale oggi

Nella cittadella dei Focolari di Loppiano è in corso un convegno rivolto ai vescovi italiani, promosso dal Movimento dei Focolari in Italia, in collaborazione con il “Centro Evangelii gaudium” dell’Istituto universitario Sophia.

«Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio». Non lascia dubbi l’affermazione di papa Francesco nel discorso pronunciato il 17 ottobre 2015, in occasione del cinquantesimo dell’istituzione del Sinodo dei vescovi da parte di Paolo VI.

Potrebbe racchiudersi in questa citazione, ripresa da mons. Piero Coda, preside dell’Istituto universitario Sophia (Ius), il senso del convegno promosso dal Movimento dei Focolari in Italia, in collaborazione con il “Centro Evangelii gaudium” dello Ius, il cui titolo recita: “Nuova tappa dell’evangelizzazione e sinodalità: il rinnovamento ecclesiale alla luce della Evangelii gaudium”.

Sono circa quaranta i vescovi convenuti sulle colline toscane dalle diverse regioni italiane, accolti per tre giorni nella cittadella dei Focolari dove è ancora viva l’eco della visita di papa Francesco il 10 maggio scorso.

Nel corso della sua relazione, dal titolo “La sinodalità esercizio di Chiesa”, mons. Coda ha indicato proprio nella sinodalità il filo conduttore del magistero di Bergoglio, evidenziando come in numerosi interventi papa Francesco ne parli come di una dimensione costitutiva della Chiesa. Una sinodalità che è dunque un esercizio di Chiesa nel quale avviene una manifestazione particolare dello Spirito.

«Sinodo è termine della Chiesa antica, ma l’aggettivo sinodale è una maturazione della coscienza ecclesiale», afferma infatti Coda; il quale propone cinque sentieri da percorrere: essere, come pastori, artisti e artigiani della sinodalità; strutturare percorsi formativi comuni tra giovani laici, giovani religiosi e seminaristi; educarsi ed educare a quello che papa Francesco descrive come “cultura dell’incontro” e “coraggio dell’alterità”; inaugurare una nuova stagione nella costruzione collettiva di una democrazia realmente partecipativa e popolare; avviare – si chiede – un processo sinodale che coinvolga in un cammino comune tutte le nostre chiese particolari in Italia. E chiude con una domanda rivolta ai vescovi presenti: «Come si progetta la Chiesa in Italia? Siamo alla soglia ormai di un nuovo decennio pastorale. Che sia il momento propizio?».

In apertura del convegno, ieri pomeriggio, mons. Coda oltre ad esprimere «la gioia di avere a Loppiano una presenza qualificata della Chiesa in Italia», aveva sottolineato: «Sentivamo di doverci mettere al servizio della Chiesa nel nostro Paese, camminare con i nostri vescovi, servire questa tappa nuova dell’evangelizzazione. Camminare insieme, è la parola di vita di questi giorni».

A vederli, i vescovi presenti a questa assise alla prima edizione, fa pensare alla possibilità di un comune sentire, di condividere un percorso che li fa fratelli fra loro e con tutto il resto del popolo di Dio. Conoscendone diversi fra i presenti, si può dire che è vita quello a cui Jesus Moran, co-presidente del Movimento dei Focolari, nel saluto iniziale, fa riferimento come necessario alla Chiesa e alla società oggi: «Lo stile cristiano come stile mariano, quindi generativo, materno, accogliente, concreto nell’amore, pieno di tenerezza e misericordia» che esprime il «potere della debolezza». 

Il tema del convegno, chiaramente, non può che far tornare con la mente e col cuore al V convegno ecclesiale che si è svolto poco distante da qui, a Firenze, nel novembre del 2015. Mons. Mario Meini, vescovo di Fiesole e quindi ordinario del luogo, ne ripercorre le tracce.

Fonte: Città Nuova. Leggi tutto l’articolo:

www.cittanuova.it/dal-sinodo-della-chiesa-antica-alla-chiesa-sinodale-oggi/




Il Movimento dei Focolari celebra 80 anni

Il 7 dicembre prossimo Papa Francesco riceverà in udienza la Presidente Margaret Karram insieme ai responsabili dei Focolari nel mondo. Alle 18.00, seguirà una celebrazione eucaristica presso la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, presieduta da S.E. il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.

Il 7 dicembre 1943 segna la data di nascita ufficiale del Movimento dei Focolari, il giorno, cioè, in cui Chiara Lubich si è consacrata per sempre a Dio. Nasce 80 anni fa una piccola comunità che nella devastazione del secondo conflitto mondiale vuole ricomporre la pace e l’unità tra tutti e che ben presto si diffonderà nel mondo, inserendosi nella corrente dei Nuovi Carismi della Chiesa. Al cuore della spiritualità e dell’azione dei Focolari c’è il Vangelo ed in particolare la preghiera di Gesù: “Che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21).

Oggi il Movimento è presente in 182 Paesi, segno dell’universalità e dell’urgenza dell’unità e della fraternità in questi tempi così frammentati e tragici. Ne fanno parte anche Cristiani di varie Chiese, fedeli di numerose Religioni e persone senza un preciso riferimento religioso.

Il 7 dicembre prossimo Papa Francesco riceverà in udienza Margaret Karram, Presidente dei Focolari, Jesús Morán, Copresidente e il gruppo di responsabili del Movimento. “Essere ricevuti dal Santo Padre proprio il 7 dicembre 2023, ad ottant’anni esatti da quel primo “sì” a Dio di Chiara Lubich, è per noi un dono straordinario e sorprendente”, spiega la Presidente. “Vogliamo portare al Papa l’amore e l’affetto delle migliaia di persone che nel mondo vivono il Carisma dell’unità e rinnovare il nostro servizio alla Chiesa in questo cammino sinodale, in collaborazione con tanti altri che vogliono contribuire alla pace e all’amore per lenire le piaghe dell’umanità”.

Alle ore 18.00 dello stesso giorno, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, ci sarà una Santa Messa di ringraziamento per questi 80 anni di vita dei Focolari presieduta dal Card. Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, insieme a diversi altri Cardinali, vescovi e presbiteri.

“Questa giornata – spiega ancora Margaret Karram – sarà a conclusione di un pellegrinaggio che abbiamo voluto fare in alcuni luoghi sacri e significativi ad Assisi, Loreto e Roma per ringraziare, chiedere perdono e ripartire con coraggio e speranza. Anche le comunità dei Focolari nel mondo vivranno questa ricorrenza con gli stessi sentimenti ed obiettivi, per essere “testimoni di vicinanza con l’amore fraterno che supera ogni barriera e raggiunge ogni condizione umana” (1).

Modalità di accreditamento

I giornalisti e gli operatori media che intendono partecipare alla Santa Messa del 7 dicembre 2023 alle ore 18.00 presso la Basilica di Santa Maria Maggiore devono inviare richiesta, entro 48 ore dall’evento, attraverso il Sistema di accreditamento online della Sala Stampa della Santa Sede, all’indirizzo: press.vatican.va/accreditamenti

Stefania Tanesini

1 Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti all’Assemblea Generale del Movimento dei Focolari – 6 febbraio 2021




8 giugno 2021, ore 13: un minuto per la pace

L’ 8 giugno 2014 si è svolto nei Giardini Vaticani l’incontro “Invocazione per la pace” promosso da Papa Francesco insieme al Presidente di Israele (Simon Peres), al Presidente dell’Autorità Palestinese (Maḥmūd ʿAbbās – Abu Mazen), con il Patriarca di Costantinopoli (Bartolomeo I).

Durante questo incontro, Margaret Karram ha recitato la preghiera per la pace di San Francesco d’Assisi.

Margaret Karram durante la lettura della Preghiera di San Francecsco

Con UN MINUTO PER LA PACE 2021 invitiamo tutti: cattolici, cristiani delle diverse confessioni, credenti di tante religioni, uomini e donne di buona volontà a unirsi per pregare e lavorare insieme” per la pace in tutto il mondo, in particolare a Gerusalemme, tra israeliani e palestinesi e in Myanmar. Ci fermiamo quindi martedì 8 giugno alle ore 13 (italiane), per pregare per la pace.

Anche il Movimento dei Focolari ha aderito all’iniziativa promossa dall’Azione Cattolica. Coinvolgiamo e diffondiamo questa iniziativa per contare in tutto il mondo un numero sempre più grande di MINUTI PER LA PACE.

Leggi l’iniziativa sul sito dell’Azione Cattolica




Sulla via della comunione

Dal 26 al 30 dicembre, nell’accogliente Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, si è svolto l’incontro internazionale per seminaristi, diaconi e sacerdoti giovani dal titolo Sulla via della comunione.

Una trentina i presenti, da diversi paesi d’Europa e anche dall’Africa e dal sud America (presenza possibile perché attualmente in formazione nei collegi romani e nella cittadella di Loppiano); collegati online, molti altri punti di ascolto, fra cui un gruppo di seminaristi della Romania con il loro vescovo.

Il tema, “La spiritualità dell’unità a servizio della sinodalità” ha portato i partecipanti nel cuore della chiesa e dell’esperienza spirituale del Movimento dei Focolari.

Nel cuore della chiesa: il tema del sinodo è approfondito con due interventi chiave Francisco Canzani In ascolto del presente, l’oggi della chiesa e della società, luci e ombre, e mons. Piero Coda sulla Formazione al discernimento comunitario, che preparano all’incontro con papa Francesco nell’udienza del mercoledì.

Una spiritualità al servizio della sinodalità: la dimensione personale e comunitaria della spiritualità dell’unità emerge come un dono per vivere una chiesa sinodale: la chiamata ad una santità comunitaria, che coinvolge l’intero popolo di Dio, e l’annuncio di Gesù crocifisso e abbandonato come chiave dell’unità fra Cielo e terra, fra gli uomini e le donne del nostro tempo.

Margaret Karram, la presidente dei focolari partecipa personalmente al convegno, assieme al copresidente Jesus Moran, in collegamento dalla Spagna; in un dialogo con i presenti emerge la bellezza del sacerdote “servo per amore”, per questo capace di “informare del divino” ogni relazione.

Da qui uno stile nel vivere il sacerdozio: di comunione perché radicato nell’amore al Crocifisso e testimone del Risorto vivo fra i suoi; mariano perché nutrito dalla Parola e impegnato a vivere un ministero di prossimità e servizio. Così emerge nell’esperienza di Silvano Cola, primo sacerdote diocesano focolarino, e risuona nella predicazione di mons. Lazzaro You Heung sik, prefetto della congregazione per il clero, che celebra la Messa per i partecipanti al congresso.

Uno stile mariano che illumina anche la vita di Chiara Lubich, incontrata attraverso la testimonianza delle focolarine che hanno vissuto con lei l’ultimo tratto della sua vita terrena. Nella sua cameretta, semplice e armoniosa, il testo dei quattro Vangeli, stampati a caratteri grandi: sapere che li aveva acquistati per rileggere la sua vita e verificare se aveva messo in pratica ogni parola del Vangelo, interpella profondamente ciascuno sulla sua personale scelta di Dio.

Un momento particolarmente atteso è quello della comunione pomeridiana a piccoli gruppi: il vissuto di ciascuno si intreccia con le sollecitazioni ricevute, nell’ascolto pieno si genera una profonda condivisione.

Ecco alcuni echi dei partecipanti:

Ringrazio per aver aggiunto un’esperienza alla mia vita e al mio cuore. Ringrazio soprattutto la figura di Gesù abbandonato, per poter vivere in maniera diversa, da un’ottica diversa le situazioni difficili e frustanti.

Sì, si può vivere nella comunione fraterna, profonda, dove l’unico nostro bene è Gesù, dove il sacerdozio non diventa clericalismo ma servizio di Lui nei fratelli.

Grazie a tutti voi per avermi accolto, amato e riportato al centro… Gesù tra noi, Gesù abbandonato anche alle nostre fragilità.

Sono stati i giorni pieni di grazia specialmente l’umiltà e la semplicità di Chiara mi hanno lasciato la bocca aperta, mi hanno disarmato (…). Ho incontrato Dio in voi, non tornerò indietro mai.

Emerge il desiderio di ritornare nei propri seminari e luoghi di ministero con un rinnovato impegno, assieme alla volontà di tener viva la rete dei rapporti e la formazione a questa spiritualità. Un’equipe è già al lavoro per proporre iniziative, per continuare a camminare “sulla via della comunione”.

Tommaso Danovaro




Congressi / Campus / Cantieri / Corsi di formazione / Estate 2022

Tutti gli Eventi

 

 




Un papa…. Un uomo!

di Francesco Mazzarella

Fonte: http://www.paeseitaliapress.it/news_11110_Un-papa-Un-uomo.html

La sera del 31 dicembre 2019, in Piazza San Pietro nella rituale passeggiata tra la folla del Santo Padre una donna bloccando la mano di papa Francesco lo strattona, ed in una reazione quasi istintiva il papa nel cercarsi di svincolarsi schiaffeggia la mano della signora e si allontana con faccia impensierita.

In molteplici post apparsi sul web, si evidenziava il gesto del papa, additandolo come violento e poco rispettoso. Ho rivisto più volte il gesto, e l’espressione del pontefice immediatamente dopo, ho ascoltato con grande attenzione le “scuse” che il giorno dopo ha fatto durante l’angelus, ho percepito il tono della voce rotta, il profondo pentimento, e mi è sembrato uno dei gesti più grandi che questo papa abbia fatto sino ad oggi.

Un papa, che ha sempre detto di essere un uomo, di essere un peccatore, di aver bisogno delle preghiere dei fedeli per riuscire ad essere degno del suo ruolo. Un Papa che, in questo gesto, a parer mio, ha dato un insegnamento importante. L’uomo Bergoglio si è spazientito, forse anche spaventato, ed ha reagito difendendosi, certo l’idea che ci hanno “dato” dei pontefici è sempre perfetta, del resto sono Gesù sulla terra, ma già da papa Giovanni Paolo II, che ha dato in pasto ai media la sua situazione di salute avvicinando il papa al popolo sofferente, questa perfezione è stata messa in discussione.

Oggi questo gesto se pur non deciso, ma istintivo avvicina l’idea che abbiamo del papa, alla reale umanità dell’uomo. Un gesto che nasce dall’imperfezione dell’uomo, che pur essendo un papa rimane uomo. Un gesto che mi ha fatto vedere la fragilità dell’essere umano, che per quanto tenta di essere amore, a volte cade nella trappola del male.

Mi dispiace, e mi sembra di averla colta nelle parole e nell’atteggiamento di scuse durante l’angelus, la grande sofferenza di Francesco, ma anche la bellezza del suo essere umano. Ovviamente non vi è alcuna scusante del gesto, e credo che sia rimasto segnato nell’anima del pontefice, i media a breve scorderanno il fatto, ci saranno altri ben più gravi fatti che attireranno la loro attenzione.

Ma sono certo che nel profondo, nel cuore di Francesco, sarà inciso per sempre la sensazione ed il dolore di questo momento. Sicuramente questo lo aiuterà a rimanere umano, a rimanere umile, ma sono certo che aiuterà anche noi, in qualsiasi ruolo ci troviamo, ad essere più attenti e più umili affinché anche noi, nei nostri errori, saremo capaci di chiedere scusa e ricominciare, e magari proprio come il papa riusciremo a chiedere aiuto.




Echi dalla Mariapoli Europea 2019 (1)

Pubblichiamo la prima di una serie di testimonianze arrivate in redazione da alcuni partecipanti alla Mariapoli Europea, che si è tenuta durante questa estate a Tonadico, sulle Dolomiti.

Dal 14 al 21 luglio 2019, un gruppo di seminaristi da tutta Italia, con i loro formatori ed alcuni altri sacerdoti, hanno deciso di partecipare insieme alla prima settimana della Mariapoli Europea. Ecco la testimonianza di G., un giovane seminarista in cammino verso il sacerdozio.

“Non è semplice spiegare cosa sia l’esperienza di una Mariapoli Europea, cosa si è vissuto e scoperto. Sono venuto a conoscenza della Mariapoli durante un incontro organizzato dal Movimento di Focolari a Loreto a gennaio 2019. Pur non avendo chiaro cosa fosse una Mariapoli ho deciso di aderire alla proposta di parteciparvi per conoscere e approfondire meglio la spiritualità di Chiara. È stata un’esperienza totalmente nuova, trasformante e rivitalizzante. C’erano persone da tutta Europa e ciascuna parlava la propria lingua… Ciononostante questo non è stato un impedimento, anche per me che parlo solo italiano, per creare momenti di dialogo, fraternità e amicizia con tutti. Le giornate erano scandite da un programma che lasciava grande margine nella scelta delle attività proposte. 

Si è avuto modo di approfondire l’esperienza di Chiara avuta nel 1949 e di come questa esperienza non abbia cambiato semplicemente la sua vita, ma abbia dato vita ad un movimento e abbia contribuito a far nascere una nuova realtà nella chiesa. Uno dei momenti comunitari più belli è stato pregare insieme il giovedì: eravamo cristiani di tante confessioni diverse che pregavano insieme lo stesso Signore! Se dovessi definire l’esperienza della Mariapoli la definirei come unità e gioia, fede e cultura, semplicità e famiglia. Io ero alloggiato presso la baita Don Bosco più esattamente in una struttura autonoma proprio sotto le montagne. Ogni mattina aprendo la finestra lo spettacolo della natura toglieva il respiro con i suoi alberi e le sue alte montagne, con gli animali e i profumi della natura. Scendere per colazione e poi recarsi al luogo dell’appuntamento per dare inizio alla giornata era altrettanto bello. Ho avuto modo di conoscere altri seminaristi e subito si è creato un clima di fraternità, di condivisione semplice e di amicizia. La maggior parte di loro era alloggiata in un appartamento autonomo che è diventato il piccolo focolare dove ritrovarci per momenti di condivisione e di approfondimento, di risate e di scherzi. Essere uniti nelle cose semplici e quotidiane, come del resto essere uniti in molte attività, ci ha fatto scoprire la bellezza di essere insieme, ma ancor di più è stato sorprendente scoprire che in questa semplicità Gesù era realmente presente e quasi si percepiva. Ogni attività proposta nei vari workshop avveniva in un clima di fraternità e di gioia.

Nulla sembrava artificiale! Personalmente sono stato toccato soprattutto dai momenti di approfondimento della spiritualità di Chiara che hanno generato in me molte domande, ma hanno anche fatto luce su alcuni aspetti della mia vita. Torno a casa da questa Mariapoli con un desiderio rinnovato di impegnarmi in quello che già vivo, nella fraternità del mio presbiterio e nel desiderio di essere sempre più unito a Gesù. Torno a casa con il legame con nuovi fratelli. Un legame che spero possa continuare al di là della distanza. Torno nella mia diocesi avendo intuito che la via che Gesù ci propone e che la sua chiesa ci propone passa attraverso l’esperienza “dell’essere uno”. Non ho raccontato delle passeggiate, non ho spiegato in ogni dettaglio il workshop e neppure i programmi di ogni singola giornata, ma spero che sia passata la bellezza e la ricchezza di un’esperienza umanizzante che almeno dal mio punto di vista è stata fondamentale per ricentrarmi sul mio “sì” detto a Gesù, alla chiesa, alla mia diocesi e a tutti i fratelli il giorno della mia ordinazione diaconale”.

E alcune righe di A., seminarista indiano studente in Italia:

“La mia esperienza di Mariapoli Europea.  in questi brevi giorni posso dire che non sono solo, ma ho una grande famiglia di Focolari con me. Mi sono piaciuti molto i membri del comitato organizzativo nel modo in cui hanno organizzato le cose. Vorrei far conoscere questo Movimento nel mio Stato perché nessuno nel mio Stato conosce questo movimento. Questa esperienza della Mariapoli rimane sempre  rimane sempre nella mia vita”.

 




Santuario di Pompei. Al via l’Anno Giubilare Longhiano

A partire da ottobre, attraverso numerosi eventi e celebrazioni, la comunità pompeiana rivivrà le tappe del miracolo che l’avvocato santo ha compiuto in questa terra.

Ritornare all’esperienza di Bartolo Longo a distanza di centocinquanta anni. Questo il leit motiv degli innumerevoli eventi che il Santuario di Pompei ha organizzato in occasione dell’Anno Giubilare Longhiano che avrà inizio il 1° ottobre 2022 e terminerà il 31 ottobre 2023.

L’Arcivescovo di Pompei, Mons. Tommaso Caputo, nella Lettera scritta per l’occasione, invita a «riscoprire lo spirito di quel tempo, risvegliare l’entusiasmo sopito, ritrovare il gusto di investire sulla speranza».

Ogni mese di questo speciale Anno sarà contrassegnato da celebrazioni, eventi e manifestazioni che ricorderanno le tappe salienti dell’opera mirabile che Bartolo Longo ha compiuto tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, trasformando una terra desolata e deserta in una fiorente città, al centro della quale ha fondato, insieme alla consorte, la Contessa Marianna De Fusco, il Santuario mariano, diventato in pochissimo tempo uno dei più conosciuti al mondo e visitato, ogni anno, da milioni di pellegrini e devoti della Madonna del Rosario.

Dunque, questo mese di ottobre, primo dell’Anno Longhiano, sarà ricco di appuntamenti. Anche i temi del consueto “Buongiorno a Maria” saranno ispirati a quella locuzione interiore “Chi propaga il Rosario è salvo!”, sentita dal Beato in Località Arpaia nell’ottobre del 1872, che s’incise in maniera talmente profonda nella sua anima, da prendere forma e sostanza in opere e parole che travalicarono i confini della valle pompeiana. Dal 1° ottobre, alle 6.30, ci si ritroverà in Basilica, dal lunedì al sabato, per affidare il nuovo giorno che inizia alla Madonna.

Assieme alla diretta del “Buongiorno a Maria”, riprenderanno su Tv2000 anche le dirette delle sante Messe dal Santuario.

Sarà il Cardinale coreano Lazzaro You Heung-sik, Prefetto del Dicastero per il Clero, a presiedere la Supplica, domenica 2 ottobre. Il rito, trasmesso in diretta da Tv2000 e Canale 21, inizierà alle 10.30 con la santa Messa e terminerà alle 12, con la recita della preghiera composta da Bartolo Longo nel 1883.

Il 5 ci sarà la Festa del Beato, con la partecipazione delle scuole; mentre il 7, Festa della Madonna del Rosario, Radio Maria, in collaborazione con l’Associazione World Family of Radio Maria onlus, trasmetterà, per il secondo anno consecutivo, il santo Rosario e la Messa dal Santuario.

E ancora, il 19 ottobre, un incontro dedicato al XX anniversario dalla pubblicazione della “Rosarium Virginis Mariae”, la Lettera di San Giovanni Paolo II sulla preghiera del Rosario. Interverranno Monsignor Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi; Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, al quale, insieme al Santuario di Pompei, Papa Wojtyla affidò la promozione della preghiera del Rosario; e Angelo Scelzo, direttore de “Il Rosario e la Nuova Pompei” e già vicedirettore della Sala Stampa vaticana.

Il 26 ottobre, in Santuario, si terrà un concerto del Coro“Mysterium Vocis” e dell’Orchestra “Artemus”. Il 29 ottobre, in Località Arpaia, dove il Beato ascoltò l’ispirazione interiore che cambierà la sua esistenza, “Chi propaga il Rosario è salvo!”, si svolgerà una celebrazione commemorativa dinanzi alla stele che ricorda l’evento

Fonte: https://www.santuario.it

Vedi anche: https://www.agensir.it/territori/2022/09/28/anno-longhiano-mons-caputo-pompei-guarda-al-mondo-per-veicolare-un-messaggio-di-pace/

 




Conoscere Chiara Lubich e il Carisma dell’Unità

Diffondiamo qui il materiale dell’interessante percorso che la Comunità del Movimento dei Focolari di Jesi (nelle Marche) sta facendo per “Conoscere Chiara Lubich e il Carisma dell’Unità” con tre appuntamenti in streaming.

Il primo, una conversazione con Lucia Abignente, storica del Centro Chiara Lubich,  dal titolo: “Nella Chiesa, mia madre, sarò Maria”, si è svolto il 23 aprile. Il video si può vedere sul nostro canale YouTube.




Ritiro per sacerdoti e religiosi in Calabria: un’esperienza di gioia e speranza

Dal 26 al 28 Febbraio 2019 si è svolto in Calabria un ritiro per sacerdoti e religiosi organizzato dalla comunità del Movimento dei Focolari. Ecco quanto ci scrivono.

 “A conclusione di una delle più luminose esperienze che ho celebrato nella mia vita, voglio ringraziare per questo respiro di Paradiso che il vostro carisma mi ha consegnato in queste ore stupende passate insieme a voi. Dio vi benedica tutti. Grazie per la risposta che date al Signore, alla Chiesa e a Chiara. Spero di poter in seguito attingere a questa sorgente fresca e profonda che Dio ha dato alla Chiesa e al mondo…”. E’ quanto ci ha scritto uno dei 22 partecipanti al ritiro per sacerdoti e religiosi – provenienti da varie diocesi della Calabria – che si è svolto a Lamezia Terme dal 26 al 28 febbraio. Di questi, 8 venivano dalla diocesi di Mileto. Era la prima volta che in questa regione si faceva una cosa del genere.

Da vari anni un gruppo di circa 30 sacerdoti e religiosi si trovano mensilmente nel nostro focolare di Lamezia. La scorsa estate è nata l’idea di fare un incontro di più giorni, idea che a settembre è stata accolta con entusiasmo da tutto il gruppo che ha anche dato dei suggerimenti per il programma.

Nel fare gli inviti ci siamo resi conto che alcuni sacerdoti non riuscivano a partecipare a tutto il ritiro… per questo abbiamo pensato di invitarli solo per il secondo giorno. Poi ci è venuta un’altra idea: da tempo avevamo il desiderio di rincontrare i seminaristi di Cosenza, che erano stati in focolare lo scorso giugno, anche per rispondere ad una esplicita richiesta del Vescovo. Abbiamo pensato quindi di invitare pure loro a questo secondo giorno. Perciò il secondo giorno si sono aggiunti altri sacerdoti e 13 seminaristi di Cosenza accompagnati dal loro Padre spirituale. Quel giorno eravamo in tutto una cinquantina.

Ogni momento del programma è stato vissuto e accolto in un clima di grande unità e ascolto. La prima mattina abbiamo approfondito “La Carità”, mentre al pomeriggio “Gesù abbandonato”, anche con esperienze di membri del Movimento dei Focolari, molto apprezzate.

La mattina del secondo giorno era dedicata alla trasmissione di quella esperienza mistica vissuta da Chiara Lubich nell’estate del 1949: è stata una mattinata straordinaria! Il momento di comunione successivo ha confermato che era scesa una grazia su tutti. E le Tre Comunioni (con l’Eucaristia, con la Parola, con il fratello) sono state davvero prese da ciascuno come un viatico da portare via per rimanere in questa realtà. A conclusione della mattinata la S. Messa, durante la quale abbiamo fatto il Patto dell’amore reciproco.

Molto bello e fruttuoso nel pomeriggio di quello stesso giorno il momento che abbiamo chiamato: “Il Carisma dell’unità nella vita dei sacerdoti e dei religiosi”. Soprattutto attraverso esperienze sono venuti fuori spunti molto interessanti: la scelta radicale di Dio, la vita fraterna con gli altri sacerdoti, la comunione dei beni… che sono stati ripresi – anche dai seminaristi – nella successiva condivisione tra tutti.

L’ultima mattina, dopo una meditazione sulla Chiesa, ricorrenti erano le espressioni di gratitudine, di gioia e desiderio di andare avanti in questa vita di unità alla luce del carisma di Chiara: “Grazie di questi giorni inattesi e incredibili anche per le prospettive che si possono intravedere…”. “Un incontro rivoluzionario a mio parere, che riempie di gioia e di speranza”.

Prima della partenza, ci siamo tutti insieme interrogati su come andare avanti adesso, dopo questi giorni… E’ emersa l’esigenza di continuare senz’altro con gli incontri mensili in focolare, ma anche di inserire momenti locali per diocesi, in cui sia possibile andare più a fondo nella vita di comunione e anche nel confronto su tematiche pastorali inerenti al proprio territorio. Vedremo quindi come attuare queste esigenze.

Focolare di Lamezia Terme
tel.0968-419024  email: focmcz@gmail.com




Di silenzi e di parole (l’arte della preghiera)

Per comprendere la preghiera bisogna immergersi in una fiamma che consuma. Parlarne è necessario perché equivale a parlare di Dio e dell’uomo, cercando di penetrare nella nube luminosa di un mistero d’amore che si fa dialogo intessuto di parole e di silenzi. In questo libro, Anna Maria Cànopi cerca di accostare il lettore a parole che nascono dal silenzio, che siano piene di significato, e che, in qualche misura, siano un’espressione dell’ineffabile mistero di Dio e di tutto il creato chiamato all’esistenza della sua Parola.

Scheda libro




“Patto educativo globale: un appello a costruire insieme”

https://www.facebook.com/100457651605283/videos/403379214342819

Educare i giovani alla fraternità, per imparare a superare divisioni e conflitti, promuovere accoglienza, giustizia e pace: Papa Francesco invita chiunque abbia a cuore l’educazione delle giovani generazioni a sottoscrivere un Patto Globale, per generare un cambiamento di mentalità su scala planetaria attraverso l’educazione. L’evento, promosso dalla Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali, viene trasmesso sulla piattaforma zoom ed è promosso dalla “Global Compact on Education” il 10 dicembre 2020 alle ore 17.30. Sarà presente Monsignor Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica, incaricato dal Papa di seguire e promuovere tutto il processo che, da settembre 2019, si è messo in moto al fine di rendere concreto il sogno di un patto educativo globale, condiviso a livello planetario. Il tema che svilupperà sarà “Patto educativo globale: un appello a costruire insieme”.

Scarica locandina

Per aggiornamenti sul collegamento visita il sito

DIRETTA SULLA PAGINA FACEBOOK




L’estate che non ti aspetti

Tante iniziative attraversano il Belpaese per partire con il piede giusto per vacanze costruttive e alternative. E anche per chi resta a casa è un’occasione per riscoprire la propria città

Di Aurelio Molè

Non si può vivere tutto l’anno aspettando l’estate come se fosse la panacea di ogni problema. L’estate può essere vissuta ogni giorno, ogni attimo, nella dimensione del tempo dell’attimo presente. In estate, di differente, c’è che il tempo è più dilatato e durante le vacanze, per chi può permettersele, il ritmo diminuisce di intensità, la dimensione temporale scorre con più lentezza, senza i tempi “da infarto” della vita quotidiana.

Una vecchia canzone del 1962, cantata da Bruno Martino, recitava: «E la chiamano estate/ Questa estate senza te». Si riferiva, naturalmente, ad una donna, all’amore in senso lato. Per chi ha intrapreso un cammino spirituale può riferirla anche a Dio perché una estate è soprattutto occasione di vivere meglio tutti gli aspetti della vita: dormire di più, mangiare meglio, trovare una dimensione di pace nella preghiera, di passare del tempo in compagnia di amici e parenti.

Un tempo per ritrovare se stessi, il nostro vero se, per ritrovare energie fisiche e spirituali. «È come se – scrive Dori Zamboni, una delle prime focolarine, nel 1981 – dovessimo scalare una montagna, (…) è necessario salire con la picozza (la croce), con la corda (l’amore scambievole), (…) bisognerà fermarsi ogni tanto per prendere fiato (pregare) e riprendere: sereni, sicuri perché andiamo da Lui, camminiamo per Lui». Una dimensione che si può vivere sia per chi resta in città, sia per chi va in vacanza per riscoprire il tempo dell’attimo, contemplando la bellezza della natura o navigando «per gli occhi delle persone, vedrai che il tempo fiorisce di eternità» – scrive Ermes Ronchi in “L’infinita pazienza di ricominciare”.

Estate è anche tempo per le nuove generazioni di sperimentarsi in campi estivi, iniziative, la Gmg di Lisbona. Ce n’è per tutti i gusti.

Per gruppi, famiglie e singoli le vacanze si potranno trascorrere anche al Centro Mariapoli di Cadine (TN) in un territorio tutto da conoscere con vallate, monti, laghi, passeggiate nel bosco, visite ai castelli: dal 1° luglio fino al 30 agosto per dare nuovo valore al tempo e alle relazioni.

Un campo ecologico a Manduria, in provincia di Taranto, dal 6 al 9 luglio, si svolgerà in una masseria con frutteti, vigneti, pergolati e arnie per le api. Sono previste numerose attività: visita alla Salina Monaci e alla Torre Colimena, birdwatching, senza farsi mancare un giro in barca e un tuffo nel mare del Salento e nel fiume Chidro.

La comunità dei Focolari in Toscana si trasferisce a Falcade (BL) dal 15 al 23 luglio per delle vacanze geniali pensate per tutta la famiglia, quella di Roma in Abruzzo, a Prati di Tivo per la Mariapoli come pure quella della Puglia a Roccaraso (L’Aquila) . . . altre Mariapoli si svolgeranno sulle Dolomiti.

Ritorna a Loppiano (FI) Formato Famiglia dal 15 luglio al 6 agosto. Un’occasione per rilassarsi nelle colline toscane per formarsi e riflettere come coppia, per conoscere e crescere insieme ad altre famiglie. La durata del soggiorno è a scelta tra le tre settimane indicate.

La Romagna lotta per riprendersi dopo l’alluvione e non è possibile organizzare campi estivi, ma la Caritas di Faenza, dato che l’emergenza continua, chiede aiuto a chiunque volesse spendere del tempo per gli altri.

Natura, sport, intercultura, spiritualità, volontariato, musica divertimento. È il programma del cantiere della cittadella Faro dei Focolari di Croazia dal 16 al 23 luglio a cui parteciperanno i ragazzi dai 14 ai 17 anni di Lombardia e Veneto.

A Pescara dal 20 al 23 luglio un summer camp dal titolo “Abitare la povertà” alternerà momenti formativi di educazione alla solidarietà, alla sostenibilità ambientale, e ci sarà anche tempo di realizzare video reportage e un laboratorio di robotica. Non solo teoria, ma mani in pasta nel volontariato alla scoperta delle povertà, con animazione per anziani e bambini e workshop presso la casa circondariale. Momenti di svago garantiti da escursioni nella natura, giochi sulla spiaggia e serate a tema.

“Insieme si cresce” è lo slogan scelto dai ragazzi della Sardegna per il loro campo estivo a Porto Torres dal 26 al 30 luglio. Cura, ascolto, relazioni, giustizia, dignità, concretezza sono le parole chiave per partire, anche d’estate, con il piede giusto.

Non tutti dall’Albania potranno partecipare alla Gmg di Lisbona per cui alcuni giovani dei Focolari dall’Italia, dal 2 al 12 agosto, provenienti soprattutto dal Friuli, e anche Veneto, Abruzzo e altre regioni, si trasferiranno a Tirana e Vallona per un campo interculturale e sociale. «L’idea è – spiega Fabio Teofani dei Focolari di Udine – di andare a conoscere direttamente, oltrepassando i confini per capire le ragioni degli altri, perché emigrano». Il titolo “Outside the box” indica la volontà di uscire dai propri schemi, dalle proprie certezze per conoscere gli altri, per una cultura dell’incontro vissuta in modo concreto dal punto di vista di scambio culturale e di attività sociali, con visite ad un orfanatrofio e a malati psichiatrici.

“Guardare tutti i fiori” invece è la proposta di una vacanza in autogestione in Trentino Alto Adige rivolta a tutti i giovani, dal 12 al 19 agosto.

13 i campi scuola organizzati dal Movimento diocesano dei Focolari nelle Marche e in Abruzzo che coinvolgeranno centinaia di bambini, ragazzi e giovani dalla prima elementare fino alle superiori. Si tratta di una esperienza formativa sulla spiritualità dell’unità e su tematiche giovanili come il bullismo, l’autostima, l’accettazione di sé. «Non è solo una vacanza – chiosa Simone Ciccioli della segreteria del Movimento diocesano per l’Italia e l’Albania – ma una vera esperienza di vita cristiana. Si creano dei rapporti profondi senza filtri che durano tutta la vita e si offre una lettura diversa della realtà che parte dal Vangelo». In fondo si tratta di laboratori in cui s’impara ad amare e «il vero campo scuola – continua Simone Ciccioli – comincia tornando a casa per impostare la propria vita in modo diverso, con la nuova prospettiva di una società nuova».

La prima settimana di agosto, fino a domenica 6, è focalizzata sulla Gmg di Lisbona dove Papa Francesco ha confermato di partecipare e dove andranno un migliaio di giovani dei Focolari da tutta Italia.

L’estate si conclude con il grande evento del 30 settembre a Roma per una veglia ecumenica che si chiama “Together | Raduno del Popolo di Dio” per pregare in vista dell’Assemblea sinodale di ottobre. Migliaia di giovani giungeranno da tutta Europa e gli italiani aiuteranno nell’accoglienza e nella logistica dell’evento.

Per chi resta in città e non ha modo o possibilità di fare vacanza l’occasione è sempre ghiotta per conoscere il proprio territorio, partecipare ad eventi locali e per riscoprire tutte le iniziative di prossimità che sono anche un rimedio per sollevarci dalla solitudine e non essere centrati su noi stessi. In fondo basta poco, anche nel nostro piccolo quotidiano per guardare all’altro. Per un’estate che non ti aspetti.

 




Esperienza Parola di Vita ragazzi Gennaio 2022

 




A Firenze un incontro sulle orme del “Documento sulla Fratellanza Umana” di Abu Dhabi

Il testo sottoscritto da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb – Un percorso per un’amicizia tra cristiani e musulmani a Firenze.

A Firenze la comunità cristiana e quella musulmana si sono incontrate oggi, 30 gennaio 2020, per riflettere sullo storico “Documento sulla Fratellanza Umana” sottoscritto il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb.

L’appuntamento, promosso dal Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, dalla Fondazione Giorgio La Pira, dall’ Istituto Universitario Sophia di Loppiano e dalla Comunità Islamica Firenze e Toscana, è una prima risposta all’appello contenuto nel documento stesso che invita “tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme, affinché esso (il documento) diventi una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli”.

L’incontro è stato aperto dai saluti dell’Arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori e dell’imam di Firenze Izzeddin Elzir che hanno firmato un testo in cui, dopo aver sottolineato la tradizione di Firenze come città di incontro e di esperienze di dialogo fra culture e religioni diverse, viene rinnovato l’impegno ad essere costruttori di pace e fare propri gli intenti del Documento: “[…] La nostra presenza insieme vuol essere un segno tangibile dell’amicizia che ci caratterizza e che ci lega, sollecitati dalle nostre Fedi che si fondano sulla medesima Speranza, radicata nella fiducia dell’Azione di Dio che, essendo Amore, chiede la partecipazione libera e responsabile di ogni singola persona umana, senza mai abbandonarla. E’ questa comune Speranza che ci fa incontrare per conoscerci sempre meglio, per imparare gli uni dagli altri, per stimarci reciprocamente; affinché, resi pacifici nel cuore possiamo costruire percorsi di pace e di giustizia finalizzata al bene, camminando idealmente e fraternamente gli uni accanto agli altri verso la Sorgente di ogni realtà. […]Facendo tesoro della viva esperienza di dialogo che caratterizza la nostra città e con la piena condivisione del Documento per la Fratellanza umana, la pace e la convivenza comune, auspichiamo che questo nostro momento di riflessione, ci apra a un Percorso verso un rapporto più strutturato tra le nostre realtà religiose, per una sempre più feconda amicizia Islamico- Cristiana”.

Durante l’incontro mons.Vittorio Ianari, della Comunità di Sant’Egidio ha illustrato il percorso storico del documento di Abu Dhabi, mons. Piero Coda, preside dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, ha presentato significato e prospettive, mentre il prof. Mohamed Bamoshmoosh, resp. Culturale della Comunità islamica di Firenze si è focalizzato sulla attualizzazione del Documento a livello locale.

Infine il Direttore del Centro Internazionale Studenti La Pira Maurizio Certini, insieme a Mohamed Bamoshmoosh si sono concentrati su alcune prospettive del cammino di amicizia in atto a Firenze da tanti anni. Ricordiamo in tale senso lo straorinario, profetico apporto al dialogo da parte del sindaco Giorgio La Pira e il cammino fiorentino più recente.
L’incontro di oggi intende segnare infatti anche il primo passo verso un rapporto più strutturato tra le due realtà religiose per un’amicizia islamico-cristiana a Firenze. “Una lunga storia lega la comunità cattolica e islamica di Firenze, dagli incontri con i primi studenti universitari di fede islamica nella Sala Teatina, dove significativamente ci siamo incontrati oggi. La Sala del Centro è stata infatti (dal 1989 al 1992) la prima aula di preghiera della nascente Comunità islamica toscana e sede provvisoria del primo Centro culturale islamico della nostra città. – hanno sottolineato Certini e Bamoshmoosch – In queste stanze, sino dal 1978, per iniziativa dell’arcivescovo di Firenze card. Benelli che volle un Centro che desse dignità a ogni giovane internazionale e aperto al dialogo interreligioso, sulla spinta ideale di Giorgio La Pira e con l’attento e appassionato accompagnamento di Chiara Lubich e dei Focolari, è nato un rapporto di amicizia e di dialogo tra giovani basato su significative interazioni personali, sincere, aperte e collaborative. Un dialogo che si è poi dilatato irreversibilmente, con autonome iniziative di persone, di associazioni, di Chiese; mostrando come Firenze sia sempre città culturalmente aperta. Una città che in molte sue parti crede che il dialogo come stile di vita, realizza un diverso modo di incontrarsi e relazionarsi, portando così a superare stereotipi e pregiudizi, e a rendere vera ogni giorno una fraternità che afferma e garantisce le relative differenze. L’esperienza qui realizzata insegna come il radicamento in Dio offra un modo nuovo di guardare ogni uomo: il riconoscere la dignità dell’altro proprio in virtù del suo essere “altro” genera una reciproca accoglienza, un’amicizia tale da suscitare in ciascuno il desiderio di una mutua e più profonda conoscenza e solidarietà. Quello che ci proponiamo è strutturare un percorso verso un’amicizia islamico-cristiana sempre più ampio e inclusivo, costruire relazioni sempre più significative, per spargere nuovi semi di fraternità e di pace a Firenze, in tutto il territorio nazionale e oltre”.
…………….
In collaborazione con : Mov. dei Focolari, GMI Ass. Giovani Musulmani, Comunità di SantEgidio, Toscana Impegno Comune, Opera per la Gioventù Giorgio La Pira.

Messaggio

A un anno dallo storico Incontro del Santo Padre papa Francesco e del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, abbiamo desiderato, oggi, ritrovarci in questa Sala Teatina.

Un luogo significativo in quanto ospita un Centro intitolato a Giorgio La Pira. Noto per l’Esperienza di amicizia, cresciuta sin dal 1978, tra donne e uomini di differenti credi, fedi religiose e visioni del mondo, segnatamente tra giovani internazionali, cristiani e musulmani. Primo luogo di preghiera e di incontro comunitario della nascente Comunità islamica di Firenze.

Il singolare percorso fiorentino intorno alla centralità della persona umana e alla sua dignità, si è storicamente espresso in svariati modi: nella cultura, nell’arte, nella vita civile, nella carità, nell’attenzione all’incontro tra le Chiese cristiane e nel dialogo interreligioso, nell’incontro tra i popoli.

Tale percorso ci mostra il volto di una città religiosamente aperta. Ne è testimonianza la vasta e appassionata diffusione di esperienze di dialogo che oggi si svolgono a ogni livello: fino alla recente costituzione della Scuola fiorentina di alta formazione per il dialogo interreligioso e interculturale.

Il tempo presente, così carico di paure e di gravi tensioni, in una società che diviene sempre più varia ed eterogenea, eppure interdipendente, ci richiama a rinnovare con audacia e con forza, la nostra testimonianza nel comune impegno per la buona convivenza e per la pace.

La nostra presenza insieme vuol essere un segno tangibile dell’amicizia che ci caratterizza e che ci lega, sollecitati dalle nostre Fedi che si fondano sulla medesima Speranza, radicata nella fiducia dell’Azione di Dio che, essendo Amore, chiede la partecipazione libera e responsabile di ogni singola persona umana, senza mai abbandonarla.

E’ questa comune Speranza che ci fa incontrare per conoscerci sempre meglio, per imparare gli uni dagli altri, per stimarci reciprocamente; affinché, resi pacifici nel cuore possiamo costruire percorsi di pace e di giustizia finalizzata al bene, camminando idealmente e fraternamente gli uni accanto agli altri verso la Sorgente di ogni realtà.

Noi crediamo che gli esseri umani, strutturalmente creati per amare Dio e amarsi tra di loro, siano al centro della natura come responsabili di essa, e siano al cuore della bellezza del mondo la quale si manifesta particolarmente lì dove accade una relazione fraterna tra le persone e le diverse comunità.

Sentiamo pertanto profondamente Nostra la Dichiarazione sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, riaffermando qui le parole conclusive in essa contenute, per le quali ci sentiamo oggi particolarmente responsabili, anche nei confronti delle generazioni future.

“[…] che questa Dichiarazione sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, […] tra i credenti e i non credenti, tra tutte le persone di buona volontà; sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza […] e l’estremismo cieco; appello a chi ama i valori di rispetto e di fratellanza […] sia una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano; sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano […]”.

Facendo tesoro della viva esperienza di dialogo che caratterizza la nostra città e con la piena condivisione del Documento per la Fratellanza umana, la pace e la convivenza comune, auspichiamo che questo nostro momento di riflessione, ci apra a un Percorso verso un rapporto più strutturato tra le nostre realtà religiose, per una sempre più feconda amicizia Islamico- Cristiana.

Firenze, 30 gennaio 2020

Arcivescovo metropolita di Firenze: Giuseppe card. Betori

Imam di Firenze: Izzeddin Elzir




Convegno Internazionale per Vescovi – Trento e Loppiano

Convegno Internazionale per Vescovi organizzato in collaborazione con il “Centro Evangelii gaudium” dell’Istituto Universitario Sophia sul tema: “Un carisma a servizio della Chiesa e dell’umanità. A cento anni dalla nascita della Serva di Dio Chiara Lubich”.

Gli interventi previsti svilupperanno il tema su come comunicare Dio oggi, attraverso contributi, esperienze e testimonianze alla luce della spiritualità dell’unità. Il Convegno sarà anche l’occasione per approfondire la comunione fraterna fra Vescovi di paesi e continenti diversi in uno spirito di sinodalità affettiva ed effettiva.

Tale incontro si terrà in Italia dal 8 al 12 febbraio e si svilupperà in due momenti: il primo a Trento, nei giorni 8 e 9 febbraio; il secondo, dal 10 al 12 febbraio, presso l’Istituto Universitario Sophia (che ha sede nella cittadella di Loppiano, Figline e Incisa Valdarno – Firenze).

Invito Vescovi Italiani 2020

Programma

Far pervenire l’adesione alla segreteria del Convegno email: segves@focolare.org




Apertura del Polo Accoglienza e Solidarietà di Ascoli Piceno

Il Polo Accoglienza e Solidarietà di Ascoli Piceno ha trovato casa ed apre le porte al bisogno.

Ascoli Piceno, 16 novembre 2019 – Il Polo Accoglienza e Solidarietà di Ascoli Piceno è stato inaugurato oggi alla presenza delle autorità civili e religiose e può così iniziare a svolgere la propria attività di accoglienza e di risposta al bisogno presso l’immobile di proprietà dell’Ente seminario e concesso in comodato gratuito all’Associazione per lo svolgimento della propria attività.

Obiettivi del progetto– Obiettivo del progetto, realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e alla Diocesi di Ascoli Piceno, è di concentrare in un unico luogo fisico una serie di servizi e di azioni – grazie alla rete di volontariato già costituita – per il contrasto delle emergenze sociali, l’inserimento lavorativo, la promozione della cultura della solidarietà, del volontariato e della cittadinanza attiva.

La rete associativaalla base del progetto – A partire dalla primavera del 2015, si è avviato nel territorio ascolano  un percorso di rete – fatto inizialmente di conoscenza, stima reciproca e condivisione – tra alcune associazioni che si occupano di sostegno al disagio economico e sociale, della povertà materiale e delle povertà in generale.

A partire da alcune associazioni, il “fare rete insieme” ha via via contagiato altre organizzazioni attive sul territorio e ad oggi la rete è composta da ben sedici realtà: Caritas Diocesana, ACLI, UNITALSI, Centro Accoglienza Vita, Associazione San Vincenzo de Paoli, Croce Rossa Italiana, Movimento Diocesano, Azione Cattolica Italiana, Zarepta, Laboratorio della Speranza, IOM, La Meridiana, Gocce di Carità, B&F,  Kairos e Amolamiacittà. Si tratta di una “squadra” originale per la sua composizione, forse unica nel panorama italiano. La rete è infatti molto eterogenea, composta da associazioni ecclesiali e laiche, grandi e piccole, associazioni  che operano solo nel territorio o espressioni di realtà nazionali. Tutte insieme volte a stendere “un tessuto vivo” sulla nostra terra per renderla sempre di più accogliente ed inclusiva.

Il successo della rete è dovuto, e di questo i protagonisti ne sono convinti, non tanto a un metodo (mettersi insieme o assommarsi) ma soprattutto al valore assoluto che hanno le relazioni tra i singoli, le esperienze dei singoli e quelle di ogni realtà. Il valore aggiunto che si genera dal volersi bene, dalla stima e fiducia reciproca.

IL PAS trova casa – Nell’anno straordinario della misericordia la rete delle associazioni ha poi fatto proprio il desiderio del Vescovo diocesano di trovare una casa unica per i poveri. La “casa unica” è stata trovata, un luogo bello, forse tra i più belli della città messo a disposizione dalla Diocesi che ai poveri ha voluto donare il meglio che ha;  le associazioni si sono messe insieme in un’unica realtà associativa, l’associazione PAS, che non vuole soffocare le singole identità ma aumentarne il valore specifico in relazione alle altre. Si tratta di una struttura che l’associazione PAS ha avuto in comodato dalla Diocesi di Ascoli, in particolare dall’Ente Seminario, nell’autunno 2018 e che nel frattempo è stata ristrutturata grazie ad un importante sostegno messo in campo dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che ammonta ad euro 600.000.

I servizi del Polo – In tale struttura sono stati realizzati alcuni servizi per i poveri: una nuova mensa (sala da pranzo, cucina, magazzino e servizi), un diurno per accogliere chi ha bisogno durante il giorno provvisto di docce, lavasciuga e altri piccoli elettrodomestici, il front-office del Centro Accoglienza Vita e depositi, un centro d’ascolto polivalente e un polo sanitario. Solo quest’ultima struttura ha bisogno di essere ultimata ed entrerà in funzione entro aprile 2020.

Ma la cosa più importante è questa: oggi non si inaugura solo una struttura per i poveri, quanto piuttosto un’icona dell’accoglienza della nostra terra, un’opera proiettata nel futuro, una realizzazione che sarà in prospettiva il crocevia tra terzo settore, il pubblico e il privato, all’interno dell’alveo di una Diocesi. Un “luogo” e non un semplice spazio, un luogo in cui il “di più”  è rappresentato dal gioco dei rapporti di quanti, laici e non laici, si metteranno in gioco per costruire frammenti di unità e fraternità per un mondo più equo e più solidale.

 

ARTICOLO SU CORRIERE_20191117