La bottega di Ciro

“La fine delle cose sono spesso l’inizio di nuove cose; l’arte ha questo ruolo di usare l’immaginazione e l’abilità per creare cose che toccano il cuore e lo riempiono di meraviglia e gioia… ancora una volta””

www.labottegadiciro.it




Gen Verde 50 anni di musica per la pace

Un messaggio di pace e di amore per un mondo più unito dal Gen Verde, Gruppo musicale del Movimento dei Focolari di cui fanno parte artiste di vari Paesi del mondo.
ALESSANDRA PASQUALI – Gen Verde
ADRIANA MARTINS – Gen Verde

Intervista Marina Zerman riprese e montaggio Alessandro Speri e Luca Barolo /Repertorio Gen Verde /Voce: Francesca Boari

Fonte: www.telepaceverona.it




Quando l’arte diventa “sacramento di Dio”

Intervista allo scultore e teologo don Luigi Razzano

a cura di don Mimmo Iervolino

Luigi Razzano è uno scultore, poeta, pittore e sacerdote. Nasce a Caserta nel 1963. Il suo paese d’origine porta il nome di un grande monte italiano: Cervino, ma col monte ha in comune solo centodieci metri di altitudine sul livello del mare. Dopo il diploma artistico, nell’82 entra nella bottega del maestro A. Argenio, dal quale apprende e perfeziona la tecnica della scultura in marmo. Con lui collabora fino all’86. Dopo le strade si dividono. Luigi è attratto da una ricerca esistenziale che lo porta nel 1988, all’età di 25 anni, a lasciare l’attività artistica per il sacerdozio. Un cammino formativo che lo conduce all’ordinazione nel ’96. Il suo desiderio di conoscere e indagare il mistero di Dio lo porta nel 1999 a conseguire la Specializzazione e nel 2004 il Dottorato in Teologia Fondamentale, presso l’Università Lateranense di Roma, a pieni voti.
Seguono anni di insegnamento, prima come assistente di Cristologia e Trinitaria presso la Pontificia Facoltà di Teologia dell’Italia Meridionale, poi come docente di Teologia Estetica alla Scuola di Alta Specializzazione di Arte e Teologia, presso la PFTIM, e di Cristologia preso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Caserta. Un impegno quello della docenza che lo ha portato a coniugare la ricerca artistica con quella teologica ed estetica.
È stato inoltre Presidente della Commissione Arte sacra della Diocesi di Acerra (Na). Nel 2008 ha fondato il Centro Logos, per l’evangelizzazione della cultura attraverso l’arte. Nel 2012 lascia tutto e si trasferisce a Roma presso il Centro Aletti, dove comincia un’esperienza di comunione artistica con p. M.I. Rupnik. Dal 2014, insieme ad altri sacerdoti e religiose, vive a Santa Severa, presso Civitavecchia, dove l’ho raggiunto per questa intervista.

Chi viene prima l’artista o il sacerdote?

È un tutt’uno, non posso scindere l’uno dall’altro. Un tempo pensavo di dovermi dedicare radicalmente o all’uno o all’altra. Poi invece ho capito di essere chiamato e all’uno e all’altro: in altre parole, all’unità tra queste due vocazioni. Non so vivere il sacerdozio se non in chiave artistica. Ancora meno l’arte se non alla luce della dimensione sacerdotale. L’arte per me è una liturgia: un’offerta quotidiana della materia: che sia l’argilla o il mio cuore o ancora la libertà degli altri. È un altare sul quale donarsi Dio. In ogni caso un luogo dove sono sempre a contatto con una materia da offrire e ricevere.

La tua ricerca teologico-estetica non si è mai conclusa anche dopo il dottorato con Piero Coda?

Anzi, si è intensificata. Quando cominciai gli studi filosofici e teologici, presso la Facoltà Teologica di Napoli, non avrei mai immaginato di giungere al dottorato. Ho vissuto lo studio sempre come espressione della volontà di Dio. E in questa chiave senza accorgermi il Signore è andato fondando teologicamente la mia vocazione artistica. Il dottorato su Bulgakov mi ha dato modo di riconsiderare una delle categorie più in crisi della modernità: la bellezza. La sua rilettura in chiave sofianica (da sofia, sapienza) e trinitaria mi ha permesso di uscire da una visione essenzialmente classica e considerarla come avvento ed evento dinamico dello Spirito. La bellezza come l’amore accade nel dono di sé all’altro. Per dirla in termini teologici è una pericoresi che si rende visibile nella comunione. Vivere l’arte alla luce di questa esperienza di bellezza comunionale ha significato per me riscoprirla come luogo rivelativo di Dio e via di santità. Dio, per così dire, mi si è rivelato e mi si rivela da Artista.

Come sei arrivato a p. Rupnik del Centro Aletti?

Quando cominciai la tesi di dottorato, nel 2000, uno dei miei correlatori mi consigliò di incontrare p. T. Spidlik, un esperto del pensiero sofilogico e orientale in genere. Egli viveva allora presso il Centro Aletti. Ho un ricordo ancora molto vivo della sua cordiale accoglienza e del suo sorriso. In seguito, al termine della tesi gli chiesi una sua prefazione al mio libro: “L’estasi del Bello nella sofiologia di N.S. Bulgakov”, per i tipi di Città Nuova, ma non so come ma fu fatta da p. Rupnik, direttore del Centro Aletti. Da allora quelli con p. Rupnik sono diventati incontri sporadici ma progressivi.
Nonostante il dottorato e la docenza non ho mai tralasciato il lavoro pastorale che mi ha dato modo di interagire sempre con la gente e di conoscere da vicino la varie problematiche umane. Tutto ciò mi ha tenuto lontano dal mondo artistico per venti anni. Ma gradualmente cresceva in me un senso di responsabilità nei confronti dell’arte. Avvertivo come se un giorno avrei dovuto rispondere a Dio di questo talento. Finché nel 2008, manifestai il coraggio di riprendere l’arte. Avevo paura che fosse un ritorno al passato, ma dopo un lungo e approfondito discernimento, capii che ora l’arte mi veniva restituita centuplicata. D’accordo col mio vescovo, aprii in Diocesi, i Centro Logos, per chiunque avesse voluto avvicinarsi a Dio attraverso l’arte. Seguirono anni di attività evangelizzativa, estesa anche alla città di Acerra, dove risiedevo come vicario parrocchiale.
Nel 2010, un amico sacerdote mi informò della presenza di p. Rupnik nella sua Diocesi di Nola (Na), confinante con la mia. Mi recai subito da lui, per invitarlo al mio Centro Logos, che lui accettò dopo qualche tempo. Fu un’ora e mezza di colloquio, che mi fece maturare una ennesima svolta. Nel giro di poco lasciai di nuovo tutto e così, il dodici aprile del 2012, nel secondo anniversario della morte di p. Spidlik, mi trasferii al Centro Aletti.

Come concili questa01LuigiRazzano nuova vita artistica con l’Ideale dell’Unità che abbiamo condiviso per tanti anni?

Intanto mi hanno sempre sorpreso i tantissimi aspetti in comune tra l’Ideale dell’Unità di Chiara Lubich e lo specifico impegno teologico e spirituale del Centro Aletti. Ciò mi ha confermato ancora una volta come l’Unità fosse un vero segno dei tempi. E alla luce dell’insegnamento di papa Francesco direi che non è possibile pensare neppure la Chiesa in modo Occidentale o Orientale, occorre più che mai pensarla in modo cattolico, nel senso universale del termine. Ogni realtà non è solo un’are geografica o culturale, ma una prospettiva spirituale, teologica  ed ecclesiale che fa della Chiesa una convergenza dei popoli in Cristo.
Per tornare alla domanda, mi chiedevi come concilio l’arte e la spiritualità dell’Unità. Il mio non è
uno sforzo conciliativo, come fossero due realtà differenti, ma un’esperienza di unità che vivo già a livello interiore. Ed è questa unificazione spirituale che traduce in unità anche le relazioni interpersonali. È bello, per esempio, poter constatare quanto questa unità tra di noi artisti del Centro si renda palpabile nei cantieri musivi che facciamo nelle diverse parti del mondo. Ogni volta che lavoriamo per un mosaico in una chiesa si tocca con mano la dimensione corale dell’arte e della Chiesa. Ed è bello poter constatare sempre quanto questa unità tra di noi diventi visibile e percepibile dalle varie comunità parrocchiali che incontriamo.


Che posto ha Gesù Abbandonato nella tua esperienza artistica?

Direi che è la conditio sine qua non. Senza di lui il sacerdozio, l’arte e perfino l’unità rischiano di essere esperienze idilliache. Lui è la chiave, la colonna e il fondamento, per dirla con P. Florenskij, dell’arte.  È l’esperienza di deserto che precede la fase creativa di ogni opera, il passaggio del Mar Rosso che porta alla libertà della contemplazione di un’opera. Può sembrare un paradosso ma l’unità personale tra arte e sacerdozio e l’unità tra noi artisti del Centro passa necessariamente attraverso una solitudine, spesso spiritualmente provata, nella quale il Signore ti chiama a stringerla prima personalmente con lui. Nessuna spiritualità comunitaria può fare a meno di questa dimensione personale. Solo un artista che muore a se
stesso può manifestare Cristo attraverso le sue opere. Gesù non ci ha lasciato nessuna opera sua che non fosse una manifestazione della gloria del Padre. Tutto è stato in vista del Padre. Non capisco perciò una scelta artistica di un sacerdote che riduca l’arte ad un mezzo per rappresentare o esprimere se stesso. È un controsenso che sovverte la logica della glorificazione del sacerdozio di Gesù.  

Leggi l’intervista completa

 

 

 




Progetto “Scartati”: tre storie vere

Scartati, emarginati, senza via di uscita: in loro sta la scintilla ispiratrice del progetto audiovisivo CSC media del Movimento dei Focolari, un video di 20 minuti che racconta 3 storie vere, anonime.

I protagonisti al culmine del dolore si imbattono nella figura di Gesù che sulla croce grida l’abbandono e fanno l’esperienza di passare dalla morte alla vita, dal dolore all’Amore, come espresso da alcuni brani di Chiara Lubich che intercalano le storie.

Un progetto a cui hanno dato vita una coralità di contributi.

Interpreti. Alessio De Caprio (Italia), Rafael Reyes Loyo (Messico) e Sarah Finch (Gran Bretagna). Musiche di Sandro Crippa. Opere della Bottega di Ciro (Roberto Cipollone, Italia).

Per maggiori informazioni vai al sito www.focolare.org/scartati/

Per ordinazioni, a € 8 il video su supporto DVD e on line,

scrivere a scartati.csc@gmail.com




Mostra dell’artista Michel Pochet a Noale (VE)

A Noale all’interno della Torre dell’Orologio

Da giovedì 30 marzo a lunedì 17 Aprile 2017

L’artista
Nato nel 1940 in Provenza, Michel Pochet si è trasferito giovanissimo a Parigi, dove si è diplomato in architettura. Il suo percorso artistico è alla costante ricerca di una bellezza perduta, riscontrabile, secondo l’artista, esclusivamente in Dio, per la quale sperimenta, in evoluzione continua, tecniche, materiali e ambiti artistici sempre nuovi. Realizza per lo più dipinti di grandi dimensioni, secondo il filone dell’arte povera, con materiali umili, quotidiani (tele, lenzuoli, pannelli), i quali devono secondo l’artista entrare nella realtà dell’osservatore, toccarlo, parlare con lui. La sua tecnica scaturisce da un dialogo continuo fra segno e colore: il colore è denso, materico, i segni sono mescolanza di antico e nuovo. Dipinge, scolpisce, scrive poesie, saggi e romanzi, in particolare sul rapporto tra Dio e Bellezza. A Roma ha fondato il “Centro Maria”, un laboratorio artistico internazionale legato al Movimento dei Focolari, dove l’ispirazione è il frutto di una comunione fraterna.

La mostra
L’artista ha presentato una “icona moderna” del volto di Dio Misericordia, un Dio che piange, che mostra attraverso quelle lacrime tutto il Suo amore. Le grandi tele raccontano la misura di questo amore nelle Parabole della misericordia, che penetrano nella contemporaneità illuminandola, nel corpo del Sempre flagellato, nei volti della Stabat Mater e Consummatum est, nell’Adultera.
Il Grande volto, le Lacrime, i Pesci, il Cuore: elementi simbolici che ci conducono nell’intimo di ogni opera svelandoci un’iconografia cristiana nuova, intrisa di una profonda esperienza estetica e spirituale. L’amore, la comunione, guida la mano dell’artista e muove la sua ispirazione in una dinamica in cui l’altro è parte essenziale di sé.

https://youtu.be/k01FYRmqf7M

Dal sito: www.focolariveneto.it

 

 

 

 




Nel quartiere di don Pino Puglisi

a cura di Daniela Baudino

A Palermo il Gen verde col workshop “Start now” coinvolge un intero istituto scolastico. Grande successo non solo di pubblico

Le cose più belle spesso cominciano in modo casuale, e a Palermo tutto è cominciato con un semplice invito. Era il maggio scorso quando Maria Rita, insegnante di storia e filosofia nel Liceo Scientifico Basile di Palermo situato nel quartiere Brancaccio, ha invitato le artiste del Gen Verde nella sua scuola per un momento di incontro con i suoi studenti. Giusto una toccata e fuga di un’ora, che è però bastata ad infiammare i ragazzi, che a fine dell’incontro hanno espresso il desiderio di realizzare il Workshop “Start Now” proprio nella loro scuola.

Gli ingredienti sembravano esserci tutti: i giovani, una scuola situata in una delle periferie della città, intelligenze in grado di organizzare un evento di tale portata, il ricordo di Padre Pino Puglisi, la cui parrocchia si trova a tre minuti dalla scuola. L’entusiasmo è tanto, ma tanto è anche l’impegno economico richiesto per poter realizzare questo desiderio che improvvisamente sembra essere meno raggiungibile.

Ma si sa, i palermitani sono gente tosta e che non si arrende, e decidere di desistere solo per motivi economici non è nel loro DNA. Così nasce una rete di solidarietà delle comunità dei Focolari in Italia per garantire la copertura delle spese che non si riusciranno a coprire in loco.

Pronti, partenza, via: l’avventura può cominciare ed ognuno si occupa di qualcosa. È un lavoro di squadra dove partecipano, oltre la comunità dei Focolari, anche i ragazzi stessi, organizzandosi per raccogliere i fondi e diffondendo il progetto nei più vari modi.

Tanti gli imprevisti e c’è spazio anche per alcune delusioni, come un importante sponsor che si ritira a metà del cammino di avvicinamento all’arrivo del Gen Verde. Ma è l’occasione per la comunità dei Focolari di Palermo per fare vera esperienza dell’occhio lungo della Provvidenza che “vede e provvede”, e si esprime anche attraverso la generosità di altre comunità dei Focolari italiane.
Partono le catene infinite su WhatsApp e lo “spam” a go-go su Facebook, aiutatati dall’encomiabile aiuto degli adulti, per riempire il teatro che nel frattempo si era trovato. Così pronti-e-via, sembra di assistere alla corsa ai biglietti per il concerto dei Coldplay, perché la disponibilità dei biglietti dello spettacolo si esaurisce in pochissimo tempo!

Si rende necessario aggiungere una nuova data, e quando le artiste del Gen Verde lo annunciano ai ragazzi il loro entusiasmo è alle stelle. Già dopo il primo giorno di workshop, una ragazza, esprimendo il sentire di tutti, diceva: “Noi vorremmo far fare a tutti l’esperienza che stiamo facendo con voi. Fuori di qui c’è chi spaccia, chi ammazza , noi vorremmo che la nostra scuola diventi un faro di luce per tutto il quartiere”. Nelle mura di quella scuola stava succedendo qualcosa di ancora più grande: questi giovani non erano più l’obiettivo, perché stavano già vivendo per tutto il quartiere, per gli altri giovani. Proprio questo entusiasmo e la loro energia che fa da motore a questa settimana di sé molto intensa e che permette ai giovani che li affiancano di affrontare alzatacce e ore piccole per montare e smontare il palco, tutti insieme.

Per i concerti del Gen Verde con i giovani sono stati al PalaOreto il sindaco Leoluca Orlando e l’Arcivescovo della città, don Corrado Lorefice, che ha confidato: “Questi ragazzi hanno una forza dentro, e ci vuole proprio chi è capace di tirargliela fuori. L’esperienza che hanno fatto non la dimenticheranno mai più”. Insieme a loro diversi pastori delle Chiese presenti a Palermo e non solo: (Anglicana, della Riconciliazione, Valdese e Avventista), l’Eparca di Piana degli Albanesi, oltre che tre Imam. Uno di questi, Mustafà, è colpito dalla presenza attiva dei ragazzi e si commuove quando viene cantata una canzone che racconta del martirio dei monaci di Tiberine in Algeria: “È stato uno spettacolo incredibilmente meraviglioso” ci ha detto, ringraziando la comunità dei Focolari per aver avuto l’occasione di vivere un momento così emozionante. Anche i vari referenti pastorali sono rimasti strabiliati: “Accidenti, questa sì che è nuova evangelizzazione!” ha scritto una di loro.

Ma gli spettacoli non sono stato altro che il punto di arrivo di una settimana che ha visto coinvolti i ragazzi nei workshop proposti loro dal Gen Verde e le impressioni raccolte descrivono molto bene il comune denominatore vissuto durante l’esperienza.

Eccone alcune:

  • “Partecipando a questo progetto, abbiamo scoperto come sia possibile lavorare insieme pur avendo idee diverse. Abbiamo visto che mettendo da parte i nostri pregiudizi possiamo lavorare e divertirci tutti insieme”.
  • “Abbiamo scoperto che la diversità non è un ostacolo, ma che proprio nel nostro essere diversi siamo riusciti a comprenderci e ad essere più coesi”
  • “Abbiamo scoperto come ogni cultura può dare qualcosa di diverso e come ciascuna persona può dare qualcosa di diverso. E quanto ciò che noi diamo può essere ricambiato dalle persone che sono intorno a noi, sia con il bene che con il male. È importante saper affrontare i problemi della vita, saperli superare e saperli superare insieme, soprattutto.”

C’è una consapevolezza molto chiara negli adulti che hanno accompagnato i giovani durante tutta la settimana di Start Now: “I ragazzi sono tutti delle perle preziose da custodire con cura. Sentivo il sorriso di padre Pino Puglisi su questo incontro e non solo. Ora per tutti si volta pagina… E non sarà facile per me in classe, credetemi. Continuiamo a credere nella possibilità dell’impossibile”, racconta Maria Rita, prima ispiratrice di questa avventura vissuta in terra palermitana.

Speranza è anche una delle parole più usate dai ragazzi nel momento del feedback, quando si chiede loro a cosa avrebbe potuto servire quest’esperienza nella vita quotidiana. E le loro risposte sono all’altezza delle sfide che sanno di dover vivere: “Questo progetto ci ha aiutato molto ad esprimere noi stessi a superare le barriere, a scoprire le nostre potenzialità e a metterci in gioco. E naturalmente a seguire i nostri sogni, nonostante tutto“.




Promotori di speranza a Brancaccio

Il Gen Verde in tour a Palermo: “Start Now” con 170 meravigliosi giovani del noto quartiere palermitano del Brancaccio

Brancaccio non è solo il quartiere dove “la gente si uccide, spaccia, fa di tutto”; è anche la casa di gente straordinaria, vivace, con tantissima voglia di fare.

L’anno scorso c’è stato un rapido incontro con dei ragazzi a scuola, da lì il loro interesse e l’impegno per farci tornare. Hanno lavorato per mesi, inventandosi di tutto per mettere insieme il necessario, e ci sono riusciti.

E non solo: ai due concerti previsti, visto il tutto esaurito, abbiamo dovuto aggiungerne un terzo.

In questi giorni di workshop li vediamo in azione: non è gente che riceve passivamente; nelle cose ci pensano, ci ragionano e ci arrivano.

Le loro parole ci rivelano cuori bellissimi, una vera risorsa per la loro terra meravigliosa e ferita.
“La vostra venuta è un segno di speranza ed è anche un vanto, perché noi che siamo così piccoli siamo riusciti a fare un progetto così grande.”
“Questo lavoro mi ha fatto cambiare occhio. Non riesco più ad essere indifferente a quello che succede attorno a me”.
“Non è soltanto prepararci per fare il concerto: stiamo imparando un modo di vivere. Dare di più, lavorare per un progetto”.

“Questi giorni hanno cambiato la mia vita! Chi avrebbe voluto prendere la difficoltà dell’altro, il peso dell’altro? Invece non pensavamo a quello che volevamo noi, semplicemente lo facevamo. E se io facessi questo nella mia vita?”

Dal sito del Gen Verde

 

Vedi anche: Articolo sul sito focolare.org




50 anni del Gen Verde

Chi l’avrebbe mai detto, quel 23 dicembre 1966, che quel gruppetto di ragazze lanciate da Chiara Lubich nell’avventura di cantare con la vita e con la musica l’ideale dell’unità avrebbe fatto tanta strada?

E invece eccoci qui, piene di meraviglia e gratitudine, prossime a un traguardo piuttosto raro per un complesso.

Quante avventure, quante persone, quante storie, quante gioie e dolori da togliere il fiato, quanto lavoro e fatica, quante imprese impossibili e sospensioni e miracoli, quanto amore dato e ricevuto, quanti doni ci hanno accompagnato in tutti questi anni. Quanta vita!

Come raccontarla e condividerla con voi? Quest’anno vorremmo festeggiarla con diverse novità a cui stiamo già lavorando e di cui vi aggiorneremo via via. E vorremmo anche sfogliare insieme qualche pagina dell’album della nostra storia.

Cominciamo con un video che per flash ci fa ripercorrere i sentieri del mondo in cui ci siamo trovate a portare i nostri spettacoli.
Dai tempi delle coraggiose pioniere che in pullmini stracarichi di tutta l’attrezzatura raggiungevano i punti più lontani fino ad oggi.

Sono cambiati linguaggi e stili, perché amiamo il tempo in cui viviamo e camminiamo al suo passo, ma l’ideale e l’anima sono sempre gli stessi.

Dal sito del Gen Verde: www.genverde.it

 




Gen Verde a La Spezia

Dal programma “Essere Chiesa oggi” trasmesso da Tele Liguria Sud La Spezia il 22 novembre 2016.




GEN ROSSO: “Tour progetto Italia per”

Gen rosso Italia per

Lo spettacolo “Campus – the musical” nasca da un’idea originale di Chiara Lubich e si ispira a fatti realmente accaduti, tra i quali l’attacco terroristico alla stazione di Madrid. Arriva sulle scene dopo anni di ricerca contenutistica e artistica.

Le tematiche proposte dal musical toccano le grandi sfide del terzo millennio come il dialogo interculturale, i terrorismi di ogni tipologia, l’ingiustizia sociale e la non equa distribuzione delle ricchezze, i problemi ambientali quali, ad esempio, la deforestazione, la mancata integrazione tra razze e culture diverse. I contenuti del musical intendono offrire, più che risposte, delle proposte di riflessione e di percorsi inediti.

Il progetto, ideato per l’Italia, intende contribuire al comune intento portato avanti da istituzioni, enti pubblici e privati, associazioni e aggregazioni di ogni tipo per rimuovere le cause che favoriscono l’odio tra le diverse etnie, le religioni, le culture. Pertanto sul nostro territorio, ormai in ogni punto del Paese, “ITALIA per”diventa:

Italia per il dialogo, l’integrazione, la pacifica convivenza, la legalità, etc.

Campus - the musicalTuttavia, se la mission di riferimento può avere un carattere generale e valevole per tutta la realtà italiana, è noto che ogni regione, addirittura ogni città, può avere delle problematiche specifiche, delle accentuazioni disuguali, un sentire i problemi in maniera diversificata. Pertanto in una data località il Progetto “ITALIA per” si declina, ad esempio, in progetto Italia per l’accoglienza, oppure per il lavoro, oppure per la legalità, etc. Già in alcune città sono stati attivati dei progetti che vanno in questa direzione e che intendono proporre spazi di riflessione.

A Firenze l’associazione UNITI SENZA BARRIERE, nata nel contesto di persone disabili, ha realizzato presso il Mandela Forum un progetto finalizzato al superamento sia delle barriere fisiche e materiali, che delle barriere mentali, culturali e razziali.

A San Severo, il progetto è stato ideato dall’Associazione “SUNUTERRA” appositamente costituita in partenariato con tante altre associazioni e aggregazioni della società civile ed ecclesiale. L’associazione intende favorire l’integrazione di un folto numero di braccianti, in gran parte africani, presenti nel tristemente noto Gran Ghetto di Rignano sul Gargano.

Il progetto è partito a dicembre 2016 con Campus – the musical alla presenza di varie rappresentanze culturali presenti sul territorio in centri di accoglienza o di lavoro. Un inizio di tour privilegiato e diretto in primis a persone di etnie diverse partito dallo studio/teatro del Gen Rosso a Loppiano (FI).

Tappa 1: Il progetto culturale “ITALIA per” presentato presso l’Istituto Universitario Sophia a Loppiano (FI). L’evento avvenuto nel pomeriggio di venerdì 20 gennaio 2017 alla presenza di giornalisti e operatori dei media. 

Tappa 2: Il progetto artistico partito il mattino del 21 gennaio 2017 nell’Auditorium della Cittadella Internazionale di Loppiano con il coinvolgimento dei giovani delle scuole superiori del territorio limitrofo del Valdarno fiorentino e aretino.

Il tour Italia “ITALIA per” Campus – the musical il progetto prevede il suo svolgimento nel biennio 2017-2018. Rappresentanti di enti ed associazioni, comitati locali e aggregazioni di ogni tipo, in diverse località italiane ne hanno già chiesto la realizzazione del progetto in loco. Saranno esaminate con attenzione eventuali ulteriori richieste.

Il progetto si articola in:

– Un evento / convegno di apertura e presentazione del progetto unito ad una conferenza stampa.

– Lo svolgimento di 5 workshop: danza 1, danza 2, teatro, canto e percussioni presso scuole, università e associazioni giovanili.

– Rappresentazioni del musical integrato in alcune scene dai partecipanti dei workshop. Lo spettacolo serale sarà diretto al grande pubblico e il matinée agli studenti.

L’intera documentazione sarà a disposizione di studenti e docenti di ogni disciplina; inoltre costituirà un patrimonio culturale e artistico quale modello di riferimento per eventi e progetti analoghi. 

Il management del Gen Rosso è a disposizione per supportare i richiedenti e gli organizzatori del progetto in tutte le sue fasi.

Per maggiori informazioni:

Gen Rosso International Performing Arts Group

 Località Loppiano 50063 Figline e Incisa Valdarno (FI) 

Tel.+39 055 833 52 09 Fax +39 055 833 60 13  

franco.gallelli@genrosso.com    www.genrosso.com
cell. +39 3806592166

Il calendario del Tour italiano:
04 marzo Catanzaro – Teatro Politeama
11 marzo San Severo (Foggia) – Palazzetto dello Sport
18 marzo Firenze – Mandela Forum
05 maggio Pinerolo (Torino) – Palaghiaccio
17 maggio Fermo (Ancona) – Teatro dell’Aquila
06 luglio Monopoli (Bari) – Palazzetto dello Sport
15 dicembre Treviglio (Bergamo) – Palazzetto dello Sport




L’uomo dei miracoli – Una nuova raccolta di brani per la liturgia

Una raccolta di 12 brani che nasce, come sempre, dalla volontà di rendere, in maniera artistica, un servizio alla Chiesa Cattolica.

Scrivendo ciascuno brano ho pensato principalmente alla liturgia pasquale, ma tutti i canti del disco possono essere utilizzati in qualsiasi celebrazione del tempo ordinario. I testi, di facile comprensione e mai banali, traggono tutti ispirazione dalle omelie di Don Vincenzo Di Pilato, Rettore del Santuario Madonna delle Grazie di Corato (BA) e docente di Teologia Fondamentale nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Trani, durante le celebrazioni delle messe domenicali, alla cui animazione collaboro personalmente.

Una particolare attenzione è posta alle linee melodiche: orecchiabili e sviluppate entro un range limitato, facilmente cantabili dall’assemblea, ma mai scontate. Sono state musicate le principali parti fisse. L’alleluia, ad esempio, si sviluppa attraverso tre salti di tonalità (Do, Re e Mi maggiore) e, come molte delle mie composizioni, nonostante tali cambi, rimane facile da suonare anche con la sola chitarra, mentre il “Gloria” è cantato tutto di seguito, in un’unica tonalità e con il ritornello che si ripete solo alla fine, così come indicato da alcune norme liturgiche. “L’hai scritta in me”, può non sembrare un brano prettamente pasquale ma l’ho pensato come una seconda possibilità di scelta del canto di ingresso, immaginando che Gesù stesso, rivolto al Padre dica “Io sono la tua Parola” si compia in me la tua volontà. Infine, ricorre in ogni brano, quale unico filo conduttore, l’ispirazione che il Signore è vivo, e quindi risorto in mezzo a noi, quando noi ci amiamo come Egli ci ama, infatti Gesù stesso dice “dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,15-20).

Chi c’è dietro al progetto

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Francesco Cioffi, musicista, cantautore, compone anche canzoni per la liturgia e per incontri giovanili. Voce solista e autore della band e compagnia teatrale pugliese “Medison” con la quale ha all’attivo numerosi concerti e spettacoli in varie regioni d’Italia, ultimo fra i quali “INdiVISIBILI”, tratto dalla storia di 3 ragazzi migranti, ospiti di un centro di accoglienza nella sua città.

 




24 ORE DI LUCE, i giovani raccontano la santità

24-ore-di-luce

E’ possibile essere santi nel XXI secolo? La vita di Chiara Luce Badano ne è la più luminosa conferma e le migliaia di persone, soprattutto giovani, che traggono ispirazione da lei ad ogni latitudine stanno a testimoniarlo.

I giovani raccontano la santità del secondo millennio. Saranno una quarantina di oltre 20 Paesi del mondo i giovani che a Loppiano raccoglieranno il testimone della vita di Chiara Luce Badano. Il 29 (giorno della sua festa liturgica) e il 30 ottobre prossimi due celebrazioni liturgiche e un appuntamento con musica e performance racconteranno le giornate, le conquiste e il dolore di una ragazza meno che ventenne che nel 1990 se n’è andata a causa di un tumore osseo. Le ci è voluta una manciata di anni per lasciare un segno che dura tutt’ora e non accenna a sparire; a dire che per cambiare il mondo non è questione di quantità, ma di qualità di vita.
Il suo “stile di vita” ha ispirato migliaia di persone in tutto il mondo suscitando vocazioni, cambi di vita, decisioni importanti le cui conseguenze sono impossibili da quantificare.
“Chiara Luce continua a cambiare il corso della storia attraverso di noi, cioè i ragazzi e le ragazze che l’hanno presa ad esempio e nella sua vita hanno trovato il coraggio di cambiare la propria”, ha spiegato uno dei giovani attori della performance che avrà luogo a Loppiano nel prossimo fine settimana.

24 ORE DI LUCE, il programma

29 ottobre
Santuario Maria Theotokos, ore 12.00 – S. Messa per la beata Chiara Luce Badano

30 ottobre
Auditorium, ore 10.15 – Giovani di tutto il mondo raccontano Chiara Luce: musica, testimonianze, performance
Santuario Maria Theotokos, ore 12.00 – S. Messa

www.loppiano.it

 




Gen Verde: Concerto e progetto con i giovani a La Spezia

Gen Verde: Concerto”ON THE OTHER SIDE” + Giovani del progetto “START NOW”

16 novembre 2016 – 21 novembre 2016
Teatro civico di La Spezia (SP)
16, 17 e 18 novembre: workshop con i giovani.
19 novembre: concerto al Teatro Civico della Spezia alle ore 20:30
21 novembre: feedback con i giovani.

Info e prenotazioni: www.genverde.it




Gen Verde – Concerto acustico “La vita live”

12 Novembre 2016

GEN VERDE – CONCERTO ACUSTICO “LA VITA LIVE”
Riccione (RN)
Presso Spazio Tondelli, via Don Giovanni Minzoni, 1, Riccione (RN). Ore 21:00.
Per la vendita dei biglietti: 0541600109 e presso la segreteria della parrocchia San Martino a partire dal mese di ottobre (Via Minghetti, 11 – Riccione)




Giovani e cultura alla scoperta della città

La partecipazione motore di una cittadinanza attiva

Giovani e cultura alla scoperta della città – Moreno Orazi, Architetto coordinatore Cantiere Oberdan, Spoleto (Italia)

Sono nato nella verdeggiante Umbria, terra natale di S. Benedetto e S. Francesco. Sono felicemente sposato, ho due figli e vivo a Spoleto. Dal 1982 esercito la professione di architetto presso la Abaco, società che opera nel campo della progettazione e nella pianificazione territoriale ed urbanistica, di cui sono cofondatore.

Dal 1994 ho partecipato alla redazione di programmi integrati economici e urbanistici per la riqualificazione urbana e territoriale. Attualmente sono impegnato, tra l’altro, in progetti di ricostruzione nei territori aquilani colpiti dal terremoto del 2009. Mi sono occupato anche dei linguaggi artistici e delle estetiche contemporanee, perché nella civiltà delle immagini le arti visuali occupano una posizione centrale nel sistema della comunicazione.

La famiglia è il bene più prezioso che possiedo. Le esperienze che considero più significative nella mia formazione umana e culturale sono quelle sviluppate in comunità. Concepisco il rapporto con gli altri in modo attivo e scambievole. Sento il diritto/dovere di fare fino in fondo la mia parte, di apprezzare l’apporto degli altri e di concorrere con le mie idee e con il mio impegno al loro progredire.

Negli anni ’80 ho animato insieme a una decina di amici un circolo culturale dell’A.R.C.I., un’associazione collegata al Partito Comunista Italiano che ha rappresentato un’esperienza sociale, culturale e politica fondamentale nella mia formazione umana e civile.

Il mio rapporto col Movimento risale al 1994 ed è dovuto all’amicizia di Elio e Letizia, due focolarini sposati. Sono qui perché ho risposto all’invito di partecipare ad uno dei primi congressi del “Dialogo con persone di convinzioni non religiose”. Il resto è venuto da se.

Sono stato incaricato dall’Erica, Associazione collegata al Movimento dei Focolari, di coordinare le attività del Cantiere Oberdan, spazio aggregativo gestito da quattro associazioni laiche. È una specie di “oratorio” (circolo) laico. Proprio per il mio approccio laico alla vita e, al tempo stesso, per l’adesione al Movimento e la condivisione dei valori etici e spirituali del Carisma dell’Unità, sono stato designato come coordinatore dell’iniziativa.

Il Cantiere Oberdan è uno spazio polifunzionale dedicato ai giovani: in questi anni è stato frequentato da compagnie teatrali amatoriali e gruppi musicali informali. Vi si svolgono eventi nell’ambito del famoso festival dei Due Mondi di Spoleto dedicato al Teatro d’Avanguardia. Vi si tengono corsi di musica, danza africana, Yoga ed educazione alimentare. Il Cantiere ha come scopo la promozione del lavoro creativo dei giovani; il confronto e la collaborazione tra soggetti associativi diversi nella gestione di uno spazio comune al servizio della vita culturale cittadina, vista comune strumento di elevazione e di crescita civile; realizziamo progetti educativi rivolti alle scuole, finalizzati alla conoscenza di problematiche sociali scottanti attraverso il coinvolgimento diretto di insegnanti, alunni e studenti.

Il primo di questi progetti, dal titolo emblematico “La città siamo noi” aveva come oggetto proprio la conoscenza della città come luogo fisico organizzato e come spazio relazionale che costruisce l’identità della persona e determina la qualità delle relazioni sociali.

Il Cantiere si propone di contrastare l’atomizzazione delle comunità urbane. Nello spazio disperso della città contemporanea conduciamo una vita nomade che indebolisce la coesione sociale, generando solitudine, sofferenze psichiche e comportamenti devianti.

La Rete supplisce in qualche modo al senso di solitudine, ma non può sostituirsi al bisogno delle persone del contatto umano diretto.

Come architetto durante questi anni, con i miei colleghi di studio, abbiamo restaurato diversi edifici storici di Spoleto, ad esempio la Biblioteca municipale, il Teatro Comunale, la Sede del Comune ed abbiamo voluto illuminare le buie pareti del passaggio sotterraneo che collega la parte bassa della città con quella alta, riproducendo i colori della natura, per rendere più gioioso il passaggio dei nostri cittadini e visitatori.

La mia famiglia negli anni della mia prima infanzia viveva in condizioni di estrema indigenza. Da bambino e poi nella adolescenza, a scuola ed in altri ambienti sociali ho subito molte mortificazioni a causa della povertà che si palesava attraverso il modo di esprimermi, di vestire, nelle amicizie, nella casa dove abitavo, fredda scarna e disadorna.

Questo mio vivere tra gli ultimi, essere stato io stesso uno di questi ultimi, non me lo sono mai dimenticato in tutte le circostanze della mia vita, nel mio lavoro, nella famiglia, nei rapporti di amicizia ed in quelli di vicinato.

Quando vedo le sofferenze dei profughi e le difficoltà degli extracomunitari, sulla strade della mia città, sento una grande vicinanza, mi vedo, in un certo senso, rispecchiato in loro.

Cerco di manifestare concretamente la mia solidarietà verso le persone che vivono ai margini ricorrendo a piccoli gesti umanamente molto intensi (con un cenno di saluto, pagando qualche bolletta, con gesti concreti di accoglienza). Tengo un comportamento rispettoso nei confronti delle maestranze operaie nei cantieri che conduco, nel condominio cerco di stabilire buoni rapporti di vicinato, nello studio tecnico divido alla pari con i miei colleghi i frutti del lavoro comune e nel mio rapporto con i committenti cerco di soddisfare le loro richieste evitando di imporre il mio punto di vista. Stiamo facendo fronte alla crisi grave che travaglia il settore edilizio e che ha determinato una forte contrazione del lavoro ridividendo in modo paritario le esigue entrate tra tutti, indipendentemente dalla condizione lavorativa e dal ruolo professionale, cercando di garantire comunque un minimo stipendio senza procedere a licenziare nessuno.

So che è poco, davvero troppo poco. Sicuramente non salverò il mondo come pensavo quando, dopo aver letto il Manifesto del Partito Comunista di Carlo Marx, diventai seduta stante comunista, ma così facendo penso di onorare la dignità degli altri e la mia. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Il comandamento dell’Amore è la soglia limite della mia adesione al cristianesimo, un cristianesimo etico ed immanente.

Moreno Orazi

Fonte:OnCity: reti di luci per abitare il pianeta




Città in arte

CONVEGNO INTERNAZIONALE
OnCity: reti di luci per abitare il pianeta
Laboratorio internazionale di cittadinanza per il bene comune

Atti del Convegno Internazionale Oncity-reti di luci per abitare il pianeta, che dal 1° al 3 Aprile 2016 ha riunito al Centro Congressi di Castel Gandolfo (Rm) 900 partecipanti provenienti da tutto il mondo: tre giorni di lavori, riflessione e confronto su alcuni grandi temi d’attualità legati alla vita nelle città.

Il convegno, organizzato dal Movimento Umanità Nuova, AMU e Movimento Giovani per un Mondo Unito, è un’iniziativa che si colloca nel quadro dello United World Project (UWP).

oncity concertoConcerto testimonianza

Città_in_arte_Alessandro_Cappella

Ascoli Piceno – Teramo

Fonte: dal sito ufficiale del unitedworldproject




Gen Rosso – Voce del mio canto

Video promo del nuovo CD del Gen Rosso: “Voce del mio canto”

Dal sito www.focolare.og leggi Intervista




Artisti in dialogo – “Il Varco” delle emozioni

27 luglio 2016 – 31 luglio 2016
Monfalcone Apennino
Carté Organizza: l’Associazione Culturale IL VARCO, con il sostegno di Clarté e Dialoghi in Architettura.

l Workshop Interdisciplinare “Il Varco” a Montefalcone Appennino nelle Marche, in Italia, è una attività culturale, interdisciplinare che coinvolge oltre all’Architettura, la Musica, il Cinema, la Letteratura ed è già arrivata alla quarta edizione.
Il nome stesso:‘Il Varco’ indica la possibilità di mettersi insieme in diverse discipline per affrontare i varchi, queste strettoie che a volte l’attuale società ci impone. Anche quest’anno si svolgerà sempre a Montefalcone Appennino dal 27 pomeriggio al 31 luglio mattina e avrà per tema : Il Varco delle Emozioni.
Sono previsti momenti comuni a tutte le discipline, momenti di lavoro distinto e momenti aperti alla cittadinanza.

Alcune note pratiche:
La quota totale è € 250,00 per tutto il periodo. Per chi non partecipa a tutto il periodo il costo è di € 60 al giorno. Siamo alloggiati nell’ agriturismo ’Marulla’ a Montefalcone mentre per i momenti di incontro e di approfondimento useremo il teatro di Montefalcone e diverse salette messe a disposizione dal Comune. I pasti saranno in autogestione presso la scuola elementare del paese.

Locandina

Scheda di partecipazione

Programma 2016

Info: segr.architettura@focolare.org

 




Toni Salmaso – Divenire

toni toni2

 




La Bottega di Ciro

“La fine delle cose sono spesso l’inizio di nuove cose ; l’arte ha questo ruolo di usare l’immaginazione e l’abilità per creare cose che toccano il cuore e lo riempiono di meraviglia e gioia… ancora una volta””

Scopri di più




A&C Musical

La struttura narrativa di “A&C Musical. Non esiste un amore più grande”, formata da 4 atti che possono venir considerati a tutti gli effetti 4 microstorie dentro un’unica grande storia, consente ampie libertà di movimento per la realizzazione di un’anteprima sintetica.
Qualunque siano le scelte narrative, l’anteprima costituisce comunque un “saggio” delle potenzialità dell’intero musical e mette in campo, in un tempo relativamente breve, tutte le carte che costituiscono l’impatto e la persuasione dello spettacolo.

Pur essendo ben più articolata e complessa di un trailer cinematografico, l’anteprima ha le sue stesse qualità, prima fra tutte quella di far “ingolosire”, dicendo senza spiegare troppo, facendo intravedere senza mostrare tutto; in definitiva catturando l’attenzione e stimolando la curiosità verso un progetto con potenzialità che vanno oltre un semplice spettacolo.

L’anteprima infatti è, se così si può dire, funzionale ad un’attività di giro che comprenderà non soltanto la rappresentazione del musical, ma intende anche coinvolgere fattivamente le scuole attraverso una duplice attività di workshop nel mondo dello spettacolo e di animazione sui contenuti.

L’occasione, più volte indicata, per la rappresentazione dell’anteprima di “A&C Musical. Non esiste un amore più grande” è nel contesto della Giornata Nazionale della Scuola in programmazione nell’ottobre 2016 con data e luogo, ad oggi, da definire da parte del M.I.U.R

Vedi SCHEDA AC anteprima 2016

SCHEDA AC 2016 generale

SCHEDA AC 2016 scuole

SCHEDA AC 2016 sponsor

Rete Europea Risorse Umane




Sincronie

Il seminario civile si terrà a Montecatini- Monsummano dal 6 al 9 sett. 2016. Sono invitati ragazzi dai 17 ai 30 anni interessati alle tematiche trattate, ad un dialogo partecipativo, sia con le relazioni mattutine, sia attraverso il “fare ” pomeridiano, sia negli spazi e momenti comuni con i “ballerini” della scuola Dancelab, che in parallelo svolgerà il suo campus di danza.

Sul depliant ci sono le istruzioni per iscriversi: i posti sono limitati e saranno accettati i primi iscritti. Sarebbe auspicabile la partecipazione a tutto il seminario e non solo a giornate singole.

vedi depliant Sincronie

vedi anche: Seminario Danza 2016




La vita live – Concerto Gen Verde – PC

Informazioni – gen-verde-a-castel-san-giovanni-il-23-giugno




Una canzone per dare e cantare Dio

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