Associazione “Insieme per il bene comune” – Vibo Valentia

L’Associazione intende promuovere e diffondere, ad ogni livello ed in ogni campo della vita sociale, una cultura della Pace e dell’Unità tra le persone e tra i popoli, con particolare attenzione al mondo giovanile e nell’ottica di uno sviluppo integrale della persona umana.

Essa si ispira allo spirito del Movimento del Focolari e desidera contribuire alla diffusione, in ogni ambito della società, dell’idea del mondo unito, promuovendo, tra quanti vorranno condividerne l’azione, lo spirito della fraternità universale proclamata nell’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Tale scopo potrà essere perseguito attraverso ogni operazione o iniziativa che sia direttamente o indirettamente strumentale al suo raggiungimento.

Nell’ambito delle suddette finalità l’Associazione, a titolo esemplificativo, si propone quanto segue:

a) suscitare una mentalità della solidarietà come elemento determinante dello sviluppo integrale dell’uomo, promuovendo in tal senso opere, azioni e iniziative in ogni campo della vita sociale;

b) favorire anche a livello locale, un dialogo ed una maggiore conoscenza reciproca tra i popoli, razze ed etnie, che porti alla stima dell’altrui cultura come della propria e alla diffusione di una cultura planetaria che goda dell’apporto delle singole culture;

c) educare alla pace e alla non violenza, valorizzando il pensiero ed i messaggi di quanti nel mondo hanno favorito e favoriscono la pace e l’unità tra gli uomini;

d) assicurare con iniziative ricreative, ecologiche e sportive, la riscoperta dell’importanza che anche lo sport e l’ambiente rivestono nello sviluppo pacifico delle persone e dei popoli; promuovere, organizzare e gestire iniziative ed attività sportive, musicali e teatrali sia avvalendosi di strutture dell’Associazione stessa, ovvero messe a disposizione da enti pubblici o privati;

e) promuovere e diffondere l’economia civile e di comunione in tutte le sue implicazioni, organizzando a tal fine corsi, workshops, mostre, convegni, tavole rotonde, forum, seminari, studi, cineforum, corsi di formazione, premi e borse di studio, viaggi e visite culturali;

f) promuovere e diffondere gli ideali di una politica di comunione e per l’unità;

g) promuovere le scienze e le arti, operando per mettere in rilievo i valori morali e spirituali che uniscono le culture e garantendo la ricchezza delle loro diversità, nonché il progresso del sapere in ogni disciplina, per contribuire a migliorare la vita umana e l’ambiente naturale e sociale;

h) sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo le finalità generali e le iniziative dell’Associazione attraverso i mezzi di comunicazione di massa e attraverso manifestazioni di vario genere, pubblicazioni e notiziari.

L’Associazione può svolgere tali compiti anche in collaborazione con altri enti aventi finalità analoghe.

L’Associazione potrà compiere ogni atto, azione o negozio direttamente o indirettamente strumentale al perseguimento degli scopi istituzionali, nelle forme e nei limiti stabiliti dalla legge.”  

Viale Matteotti pal. Ubi Carime – Vibo Valentia 

c.f. 96045370796  – viboinsieme@gmail.com  infoline 392 9863470




I molti volti di una storia – Progetto “Sempre persona”

“Un amore che nulla chiede e tutto dà” è il segreto di Alfonso che insieme a tanti ridona speranza dentro e fuori le sbarre del carcere di Rebibbia a Roma.

Video: I molti volti di una storia

Testo del video:

Rosalba Ciocca, madre di Patrizio: Alfonso è stato grande, ha sostenuto mio figlio in carcere.. se non era per Alfonso che gli faceva capire che non serve andare a rubare…! Sono angeli intorno a te!

Patrizio Ciocca, aiuto pizzeria: Lui un giorno viene a trovarmi a Rebibbia, alla Casa Circondariale… Gli chiedevo come stava pure mio figlio, perché io non potevo vederlo tutti i giorni… Ormai si era instaurato un rapporto di famiglia…, ormai è come se fosse mio padre… Uguale! (musica) Purtroppo la vita è così… un momento stai bene, un momento stai giù… poi ristai bene…, la vita è così… Il rapporto prima era mio e suo, poi è diventato mio, mio padre, mia madre, perché pure mio padre e mia madre vogliono bene ad Alfonso, capito? Poi adesso siamo in tanti, siamo in tanti. E quello è il bello!

Alfonso Di Nicola, focolarino, iniziatore progetto “Sempre Persona”: Circa 20 anni fa un mio amico mi ha dato tre indirizzi di detenuti… Io ho scritto a queste tre persone e di queste tre mi ha risposto una sola: Giorgio. Io gli ho chiesto se voleva essere mio amico. Lui mi ha detto: “Magari! Sono proprio felice. A te ti manda Dio”. Poi mi ha chiesto un favore: “Potresti andare a trovare mia mamma? Vai a trovarla e le dai un bacio da parte mia”. Questa signora si è messa a piangere… “Io sto morendo, sto proprio male… Vedo che lei vuole bene a mio figlio, lo affido a lei”. Ho incontrato Giorgio, che è stato molto molto contento… Poi mi ha detto: “Potresti farmi un favore? Qui c’è un mio amico che vuole parlare con te. Se avessi un minuto da regalare…”.  Si aggiungevano sempre persone nuove. E poi qualcuno mi ha voluto aiutare, adesso per esempio ci sono più di 30 persone. E tanti sono ex detenuti. Le famiglie che noi seguiamo sono più di 200.

Anna Del Villano, vicedirettrice Casa Circondariale Rebibbia (Roma): Con l’associazione “Sempre Persona” si è creato un rapporto per cui noi operatori possiamo segnalare a lui dei detenuti le cui famiglie hanno dei problemi e si crea quindi una circolarità che mi sembra molto importante. Questo anche nell’accompagnamento all’uscita, perché su questo aspetto c’è sicuramente una difficoltà per carenza di risorse. E di volontariato in carcere ce n’è tanto, ma molto che lavora all’interno. Sul territorio è sicuramente un’esigenza che serviva e a cui questo progetto dà una risposta importante.

Alessandra D’Orazio: Sono 9 anni che lo conosco… C’è sempre stato… E per me è importante. Un messaggio tutti i giorni “buona giornata Alfonso” “buona giornata Alfonso”… E io a lui ci tengo tanto… E’ che mi emoziono… eh lo so!… perché è un papà per me, ecco!

Alfonso Di Nicola: Non riuscirei (…) a voler bene a queste persone se io durante il giorno non mi fermo un po’, così, e cerco di trovare, da Dio, la forza di riuscire ad amare… così che il mio cuore tocca il loro cuore, si avvicina al loro cuore…

Franco Lippera: (…) Sono andato a fare una rapina a mano armata… Perché io sono un professionista; se faccio una cosa so già quello che devo fare… Dentro di me c’è la convinzione mentale che il miracolo è successo, perché se ti sparano 14 botte [colpi – n.d.r.] addosso non ti puoi pigliare [non puoi prenderne – n.d.r.+ due, una a un piede e una a un fianco… E’ così che Dio si esprime, mica [non – n.d.r.+ si fa capire da te… Va beh, ho perso la famiglia, ho perso tutto, non mi frega niente: ho trovato Alfonso, che è un amico vero! Io quando vieni te sono contento. Perché? perché tramite te la gente non si muore di fame. Ma, tu lo fai perché dentro di te…, capito? E’… un favore che fai a Dio!

Massimo Mallini, finanziaria Renault, volontario progetto “Sempre Persona”: In questo luogo ci sono una molteplicità di sentimenti… c’è la gioia di poter dire, anche una volta che sono usciti, che sono ridiventati delle persone luminose, vere. Le loro storie, le loro speranze, i loro successi, i loro insuccessi, poi alla fine fanno una storia, una gran bella storia!

Marco Beraldi, meccanico motociclismo: Già il pensiero, cioè già il sapere che comunque hai un punto fermo nella tua vita qua dentro, e mi auguro anche fuori, al quale far fede, nel senso: sai che comunque è una persona sulla quale puoi sempre contare, sai che è un’amicizia vera! Mi preme continuare a coltivarla anche quando queste sbarre se ne andranno… mi auguro presto. Io quando uscirò da qui, in una maniera o nell’altra, io devo fare agli altri quello che loro stanno facendo a me!

Don Roberto Guernieri, cappellano Casa Circondariale Rebibbia (Roma): Una delle più grosse sconfitte a cui possiamo assistere è quella dell’impotenza…Questa cosa ci tormenta, tormenta in modo tale da poter intervenire là come possiamo…Il fatto di essere dentro, in mezzo a queste storie, a queste situazioni, ci permette di accendere un po’ il fuoco della speranza…

Roberto Mirco, cuoco: Pensavo che la mia vita fosse finita, che finiva per strada, perché l’indifferenza della gente e il giudizio della gente ti fa morire piano piano…, però lui mi ha ridato la speranza, mi ha ridato la forza, il senso di nuovo alla vita… e questo senso è aiutare gli altri. Forse anche perché ho fatto un po’ del male in passato… ho fatto del male a tanta gente, ho fatto soffrire… Però poi volevo ricominciare… Ma dopo il carcere le porte non si sono più aperte… Molte persone mi sputavano pure addosso…Grazie a Dio e grazie a Alfonso, grazie a lui, sono riuscito ad abbracciare papa Francesco… Non me lo sarei mai immaginato… Questa è tutta la forza della misericordia di Dio che ti porta… Son felice. Mi sento amato…

Alfonso di Nicola: Da quando ho iniziato a voler bene a questi fratelli, per me la mia vita è cambiata, sento che ho la pienezza. E questo lo auguro, vorrei augurarlo a tanta gente! Un amore che nulla chiede e tutto dà. E basta! E’ essenziale essere vicino alle persone, poi si fa quello che si può per togliere qualche spina.Io spero che diventiamo migliaia e migliaia di persone che tolgono le spine a questi Cristi abbandonati.

Fonte: dal sito http://collegamentoch.focolare.org

Progetto “SEMPRE PERSONA“. Avvio ed approvazione (dicembre 2007) da parte del Consiglio Direttivo Associazione “ AZIONE PER FAMIGLIE NUOVE ONLUS “ di un nuovo progetto intitolato: “ SEMPRE PERSONA “.

Il progetto prevede l’aiuto alle famiglie di detenuti ed ex detenuti del carcere romano di Rebibbia, in grave difficoltà economica, l’accompagnamento nel reinserimento familiare, la mediazione per la riconciliazione con i familiari, il mantenimento di un rapporto attivo tra i detenuti e la propria famiglia, specialmente la coppia.
Attualmente circa 30 volontari (tra ex detenuti e animatori di Nuovi Orizzonti) sono impegnati nel progetto per seguire oltre 170 famiglie (numero che aumenta costantemente), portando loro sostegno morale, aiuti alimentari e altri generi. In carcere si ha un primo contatto con i detenuti, spesso ci parlano delle loro famiglie molto povere che hanno bisogno di beni di prima necessità e quasi tutte con bambini, a volte molto piccoli, spesso neonati. Queste famiglie sono a Roma e nei paesi vicini.
Lo spirito che anima questa iniziativa è quello di essere famiglia per loro, sostenendo ed aiutando.
Referente e Responsabile: Alfonso Di Nicola. tel. 3284871912 – 3806371027

dinicola.alfonso@tiscali.it  
info@progettosemprepersona.it
www.facebook.com/progettosemprepersona/
Azione per Famiglie Nuove- onlus: sede legale in Via Isonzo, 64-00046 Grottaferrata (RM) tel. 06.9411565 – 06.97608300 – fax 06.9411614 famiglienuove@focolare.org www.famiglienuove.org
Nuovi Orizzonti: www.nuoviorizzonti.org 

 



Bando Premio Chiara Lubich per la fraternità 2020/2021

PREMESSA

Il 4 Dicembre 2008 nasce a Rocca di Papa (Roma) l’Associazione “Città per la Fraternità”.

L’Associazione vuole essere un’esperienza di dialogo e confronto ed una rete tra Comuni ed altri Enti Locali che intendono promuovere, nell’ambito del più vasto e complesso lavoro di tipo politico-amministrativo, un laboratorio permanente di esperienze positive da mettere in rete e moltiplicare, dove vengano in rilievo la pace, i diritti umani, la giustizia sociale e specialmente la fraternità universale.

Vi possono aderire Comuni italiani di ogni dimensione. In qualità di membri onorari, possono richiedere l’iscrizione anche Comuni e municipalità di ogni parte del mondo. Altresì possono richiedere l’iscrizione anche altri Enti Locali quali Province e Regioni.

L’Associazione Città per la Fraternità vuole essere innanzitutto un punto di riferimento, autonomo ed indipendente, una “rete”; non una semplice organizzazione, ma luogo agile e flessibile di idee, verifica e progettazione comune.

L’Associazione vuole favorire la conoscenza reciproca, lo scambio di informazioni e lo sviluppo della collaborazione tra quanti intendono lavorare per la fraternità.

L’Associazione vuole essere anche luogo d’unità, dove l’insieme delle città per la fraternità possa definire un programma di attività e un’agenda comune, attivare e alimentare processi, non solo realizzare eventi.

L’articolo 4 dello Statuto dell’Associazione riferisce l’istituzione del Premio internazionale “Chiara Lubich per la fraternità”. Il Premio verrà selezionato da una giura composta dal Comitato dei Garanti, organo dell’Associazione, e da eventuali altri esperti individuati annualmente dal Presidente dell’Associazione, e consegnata in data e luogo da destinarsi, nel corso della Giornata Nazionale.

 

REGOLAMENTO DEL PREMIO

Art. 1

Il premio

Il Premio, consistente in una originale scultura artistica raffigurante un simbolo di fraternità, è assegnato ad un Ente Locale (o a più amministrazioni che presentino un progetto unico, individuandone, comunque, uno capofila), valutando l’attuazione di un progetto che, lungo il suo ciclo di vita, rappresenti la declinazione di uno o più aspetti del principio della fraternità applicato alle politiche pubbliche, realizzato in sinergia tra Amministrazione Comunale, Comunità locale e società civile organizzata (associazioni, gruppi, comitati, ecc.) con ricadute in tali realtà.

Il progetto può essere presentato con:

  1. a) elaborati di testo
  2. b) elaborati ipertestuali e/o multimediali
  3. c) elaborati audiovisivi

Riconoscimenti Speciali o Menzioni D’onore

La giuria potrà attribuire uno o più riconoscimenti speciali e/o menzioni d’onore ad altri progetti che si siano particolarmente distinti come esperienze di fraternità universale nella comunità cittadina.

Art. 2

Partecipanti e caratteristiche

Al concorso possono partecipare Enti Locali (Province, Regioni, Comunità Montane, ecc.) italiani e di qualunque altra parte del mondo e dimensione.

Sono ammesse anche candidature provenienti da Enti Locali, Organismi o persone singole che segnalassero Amm.ni territoriali.

Progetti e iniziative possono concorrere se:

  • Istituiscono e/o diffondono, nel territorio principalmente locale, ma anche nazionale e internazionale, pratiche di fraternità universale secondo le diverse accezioni di tale principio ed in particolare, in questa edizione, nel settore sanitario e socio-assistenziale.
  • Stimolano i cittadini a impegnarsi per il bene comune e a partecipare alla vita della comunità civile.
  • Favoriscono la crescita di una cultura della cittadinanza attiva e inclusiva.

In quest’anno segnato dalla Pandemia, il progetto deve essere rappresentativo di questa particolare situazione dove sia centrale il principio della fraternità universale.

Le segnalazioni possono arrivare da Amministrazioni pubbliche, ma anche da Soggetti sociali, economici, culturali, ed ancora da cittadini singoli o associati sia via mail associazionecittafraternita@gmail.com; info@cittaperlafraternita.org sia via WhatsApp ai numeri 3404182127; 3474573988 entro e non oltre il 27 febbraio 2021

Art. 3

La giuria

Tra le segnalazioni pervenute, la giuria, composta dai membri del Comitato dei Garanti dell’Associazione, e da eventuali altri esperti individuati annualmente dal Presidente dell’Associazione, sceglierà il miglior progetto.

La decisione della giuria è inappellabile e insindacabile dai partecipanti, che ne accetteranno senza condizioni i contenuti.

Ai vincitori sarà data comunicazione ufficiale via posta e/o posta elettronica, con anticipazione per via telefonica.

Art. 4

Proclamazione dei vincitori e premiazione

I vincitori saranno proclamati in un evento streaming, presumibilmente nel mese di marzo 2021.

Art. 5

Modifiche al regolamento

La presidenza dell’Associazione si riserva il diritto di integrare il presente regolamento.

Per ogni informazione, contattare la segreteria organizzativa ai numeri: 3474573988; 3404182127 o per e-mail: associazionecittafraternita@gmail.com info@cittaperlafraternita.org

 




A Trieste, un grido che non cade invano.

Storie di accoglienza nel quotidiano. Il racconto di chi la vive in prima persona.

“Insieme a Caritas e all’I.C.S. – Consorzio Italiano di Solidarietà – ci occupiamo soprattutto di famiglie di migranti e profughi con i loro bambini, ospiti presso una struttura di prima accoglienza in città e alcune strutture sul Carso triestino. Da tre anni, ogni settimana, con continuità, abbiamo attivato delle azioni concrete: un gruppetto di noi insegna italiano alle mamme in modo da far loro completare i corsi di studio per aiutarle ad affrontare meglio la quotidianità; altri  giocano con i bambini e li seguono nei compiti. Sono passate dal centro ormai tante famiglie e con quasi tutte è rimasto un rapporto, anche dopo il loro trasferimento in altre case.

In collaborazione, poi, con AFN – Associazione Famiglie Nuove, abbiamo avviato un progetto, autofinanziato da alcune persone della comunità, per aiutare in particolare una famiglia di nazionalità curda in difficoltà che, dopo due anni di sostegno, ora ha raggiunto la sua autonomia, permettendo loro di abitare in un appartamento in affitto grazie al lavoro che ha finalmente adesso il padre. Con altri piccoli progetti stiamo sostenendo le esigenze di altre famiglie, facendo in modo che le mamme possano seguire dei corsi di specializzazione per un possibile lavoro e i bambini possano integrarsi nelle varie attività con i loro compagni, per esempio nelle attività sportive. Li seguiamo nelle visite e cure mediche, nella ricerca della casa, abbiamo trovato alcuni lavoretti per le mamme, abbiamo potuto iscrivere un papà alla scuola guida e oggi lavora guidando i camion presso una ditta del porto. Con l’aiuto di alcune famiglie abbiamo potuto far partecipare ad una “vacanza famiglie” anche  una mamma vedova africana con due bambini, che ne aveva necessità. Cerchiamo di vivere con loro momenti di vita quotidiana come i compleanni, le gite ai parchi la domenica, una gita in barca,  il capodanno, il carnevale ma anche momenti di preghiera come in occasione del Ramadam con chi è di religione musulmana.

Domenica 25 novembre 2018 abbiamo voluto rispondere concretamente all’appello di Papa Francesco che ha indetto la giornata mondiale dei poveri:  “Questo povero grida e il Signore lo ascolta” e invitava così ogni cristiano e le varie comunità ad ascoltare questo grido e a cercare di offrire risposte con gesti concreti. Aggiungeva: “Affinché questo grido non cada invano”. Abbiamo pensato di organizzare così  un pranzo – denominato “Festa dell’Amicizia” – all’insegna della condivisione con persone in difficoltà: rifugiati, profughi, disoccupati, poveri della nostra città. Si è riusciti a coinvolgere anche la nostra comunità dei focolari chiedendo un aiuto concreto sia per il pranzo che per l’aiuto in sala e anche agli amici stessi che sono stati invitati è stato richiesto, per chi poteva e disponeva di una cucina,  di contribuire con un pugno di cibo tipico dei loro paesi di provenienza. Eravamo un’ottantina: dal Camerun, Nigeria, Egitto, Tunisia, Russia, Pakistan, Kurdistan, Kossovo. Con nostra sorpresa, per la Caritas stiamo diventando un punto di riferimento, un “progetto” che va oltre l’assistenzialismo. Ci chiamano per condividere programmi, progetti e, in alcune occasioni anche per cercare soluzioni. Ci sembra siano rimasti coinvolti da questo nostro modo di fare accoglienza che, conclusa la fase di emergenza,  punta alla reciprocità.

Sentiamo che, in mezzo a questo caos, dove ciascuno magari non trova un punto di riferimento valoriale, quale quello dell’accogliere gli ultimi, non possiamo fermarci ma dobbiamo continuare a dare speranza”.

Paola




Ucraina: accordo con Caritas-Spes per l’assistenza alla popolazione

I contributi raccolti dal Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari attraverso le ONLUS Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione per Famiglie Nuove (AFN), andranno a sostenere le attività di assistenza alla popolazione realizzate da Caritas-Spes Ucraina.

Non si fermano le azioni di guerra in Ucraina e tra la popolazione ci sono migliaia di sfollati in fuga e moltissimi che cercano di sopravvivere tra rifugi e ricoveri di emergenza, dove si può ricevere un primo sostegno. Con i contributi raccolti attraverso l’appello lanciato dal Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari, AMU e AFN stanno sostenendo anzitutto le azioni della Caritas-Spes Ucraina, che sta fornendo prima assistenza a migliaia di persone costrette ad abbandonare le proprie case per fuggire verso il confine o per rifugiarsi nei ricoveri sotterranei allestiti all’impronta dove possibile.

L’impegno di Caritas-Spes è quello di offrire un rifugio sicuro, cibo, medicinali e prodotti di igiene, oltre ad un supporto psicologico a circa 500 madri con bambini sfollate e ospitate nei propri centri. Più di 2500 persone stanno inoltre ricevendo aiuti attraverso le Caritas parrocchiali e 14 mense che rimangono attive nelle zone di Kiev, Lutsk, Berdiansk, Kamenets-Podolsky, Zhytomyr, Charkiv, Leopoli, Odessa, Vinnitsa, e in varie città della Regione della Transcarpazia.

 (leggi tutto l’articolo)

Per sostenere l’azione in Ucraina e l’assistenza alle famiglie sconvolte dalla guerra è possibile donare online sui siti:
AMU: www.amu-it.eu/dona-online-3/
AFN: www.afnonlus.org/dona/

oppure attraverso bonifico sui seguenti conti correnti:

Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU)
IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica
Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN)
IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica
Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Causale: Emergenza Ucraina

Foto: © Caritas-Spes Ucraina




Progetto Mondo Unito – United World Project

Siamo i Giovani per un Mondo Unito, viviamo in 180 Paesi dei cinque continenti e siamo di culture, religioni e nazionalità diverse. Ci unisce la scelta di vivere per la fraternità universale.
Vogliamo che essa diventi il nuovo cardine della politica, dell’economia, del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente, dello sport, della comunicazione, della scienza, dell’arte.

Ci impegniamo a vivere la regola d’oro:

“Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te; non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te”.

Essa è cuore di tante civiltà e tradizioni, perché il cambiamento comincia da ciascuno in prima persona. L’idealità che ci anima suscita svariate azioni a livello locale e mondiale: i “frammenti di fraternità ”.

A livello mondiale, interveniamo tempestivamente per assistere vittime di terremoti, alluvioni, carestie, guerre. A livello locale, attiviamo micro realizzazioni di tutti i generi
per costruire la fraternità nella nostra città, quartiere, università. C’è un fermento d’iniziative nei cinque continenti: opere a favore di bambini di strada, senzatetto, anziani abbandonati, carcerati, immigrati, secondo le necessità più urgenti del posto.

Sosteniamo la costituzione dello United World Watch che possa dare rilievo all’idea della fraternità anche attraverso studi, ricerche, e azioni di sensibilizzazione. Aperto alla più ampia collaborazione, dovrà monitorare e far conoscere, in tutto il mondo, le esperienze di fraternità messe in atto da singoli, gruppi e istituzioni.

Chiediamo il riconoscimento a livello istituzionale e internazionale della Settimana Mondo Unito, operativa dal 1996: sono sette giorni in cui si concentrano le più varie iniziative per incidere sull’opinione pubblica dei nostri Paesi, e testimoniare insieme che costruire un mondo unito è possibile. È una proposta alle città, alle istituzioni, a tutti, per promuovere la fraternità e la pace ad ogni livello.

http://www.unitedworldproject.org

http://www.milongaproject.org

 

 

 



Associazione Città Fraterna – Genova

Città Fraterna è una Associazione Onlus, con sede Operativa a Genova Sestri Ponente e iscritta all’ Albo Regionale Ligure delle associazioni di Volontariato. Si occupa di raccogliere e distribuire generi alimentari a favore di persone disoccupate o in difficoltà economica.

DEPLIANT CITTA FRATERNA – GENOVA

PER SAPERNE DI PIU’

ASSOCIAZIONE CITTA’ FRATERNA

 




Focolare Meeting Point: fare casa

A Roma, a pochi passi da piazza Venezia, da due anni opera un centro dei Focolari aperto a tutti

Di Aurelio Molè

Nel centro storico di Roma, a pochi passi dalla Colonna traiana, da piazza Venezia, dalla Torre delle milizie, c’è una piccola chiesa non visibile da via Nazionale. Un luogo non di passaggio. Ci si accede da un piccolo slargo che si apre lungo la stretta via del Carmine.  Al civico 4 si erge la chiesa di Santa Maria del Carmine. Nel 1605 tutto ebbe inizio con la consacrazione della terra e l’inizio dei lavori, nel 1624 a spese del cardinale Odoardo Farnese, in un luogo dove si trovavano dei fienili. La gestazione fu lunga e lenta fino alla facciata in travertino del 1750. Incendi, saccheggi, lavori di restauro, anche le opere d’arte sono attraversate da prove e sofferenze, si sono susseguiti fino a pochi anni fa. Nel corso del restauro dell’affresco della Madonna del Carmine ne venne alla luce un altro, ottocentesco, raffigurante la Madonna del Carmine con il Bambino ed Angeli. La Madonna ha gli occhi socchiusi, sembra osservare chiunque da qualsiasi angolazione, come una madre che attende, accoglie, ospita. La chiesa, dal maggio del 2022, è diventata il Focolare Point, un punto di accoglienza per tutti, dalle più alte personalità religiose e civili a comuni cittadini e semplici studenti. La mission è “fare casa” a tutti quelli che vi passano sia per caso, sia per attività le più varie.

All’inaugurazione del centro “Santa Maria del Carmine Focolare Meeting Point”, il cardinale Angelo De Donatis, già vicario generale per la diocesi di Roma, disse che: «Vorremmo che chiunque si trovi a passare da qui trovi sempre una casa dove incontrarsi e fare famiglia» e «trovi la testimonianza viva del carisma dell’unità che la anima e possa accoglierlo come propulsore di fraternità». E Margaret Karram, presidente dei Focolari, aggiunse che nel Centro vede «la possibilità di offrire un percorso di formazione alla cultura dell’unità e al dialogo per lo sviluppo della fraternità dei popoli.

La caratteristica del Focolare Point è che opera in modo trasversale, accogliendo chiunque passi: visitatori occasionali, gruppi interessati, personalità di ogni sfera, religiosa, politica, laica, sociale e studenti universitari, seminaristi, giovani sacerdoti, religiose, religiosi di varie nazioni, a Roma per motivi di studio.

Giovanna Perucca, una focolarina che per 30 anni ha vissuto tra Algeria, Egitto e Tunisia, sin dall’inizio è in prima linea, con un gruppo di volontari, al Focolare Point nell’accoglienza «dove ognuno – ci spiega – trova la loro casa, un luogo caldo, ospitale, con una taverna, una sala per conferenze, dei salottini e la chiesa che si presta per concerti ed eventi». In effetti si respira un’aria semplice di famiglia, si può passare anche solo per prendere un caffè, scambiare due parole, iniziare una conoscenza. «Cerco di accogliere tutti, anche offrendo un pranzo, una pasta asciutta e un contorno, per far sentire le persone a loro agio. Non pensavo di riuscire, invece, mettendosi nell’amore e accogliendo tutti senza distinzione, passano tante persone, sia chi è di passaggio a Roma, sia chi ha avuto il nostro indirizzo, sia persone del quartiere».

A due anni dall’apertura, le attività si sono molto moltiplicate e differenziate: un Festival della spiritualità promosso da Edizioni Città Nuova e dalla comunità romana dei Focolari dal titolo Riannodare le relazioni, con la presentazione di libri e la partecipazione degli autori; concerti di musica classica del pianista Paolo Vergari o da lui organizzati; uno spazio di riflessione sui carismi con Luigino Bruni; un ciclo per conoscere i grandi artisti della storia dell’arte con Mario Dal Bello; la storia di Valter di Cera, un ex brigatista rosso e il suo incontro con Graziella De Luca, una delle prime focolarine. E poi è diventato un luogo di incontri, ogni mese un gruppo di sacerdoti e laici che appartiene ad un’associazione mariana si riunisce al Focolare Point per pregare; Carlo Cefaloni con Pax Christi e altre associazioni ha organizzato vari incontri sulla pace, sul disarmo e in vista delle prossime elezioni europee; non è mancata la presenza di gruppi di altre religioni, incontri di dialogo interreligioso, ecumenico; persino un gruppo della Finlandia; non sono mancate riunioni della Confraternita della Chiesa del Carmine e di gruppi di religiosi.

Una menzione a parte sono gli appuntamenti del giovedì in taverna con i giovani. Si tratta in gran parte di studenti fuori sede che sono a Roma per motivi di studio. Ognuno porta qualcosa da mangiare. Si cucina insieme e a cena si parla degli argomenti che ognuno propone: la situazione in Siria, in Libano, l’argomento della propria tesi, i loro sogni, temi religiosi e non.

Il nome giovedì deriva dalla contrazione della frase “giovani e dialogo”, i due ingredienti della serata. «C’è un giro variabile di giovani, un giovedì erano presenti di 15 diversi Paesi – spiega Agostino Spolti, uno dei promotori – che non sono solo legati ai Focolari, ma alle varie amicizie. È uno spazio dove i giovani non devono chiedere il permesso per portare i loro amici e invitare chi vogliono. È un’esperienza di accoglienza, di far casa, di ascolto, di creare un clima di famiglia, tra culture, generazioni e vocazioni diverse». Invitano anche degli ospiti a parlare, ma non sono delle conferenze, ma degli spazi di dialogo.

Un’altra caratteristica del Focolare Point è che all’interno vive una comunità di sacerdoti legati ai Focolari pienamente inseriti nell’accoglienza e nelle varie attività. I quattro sacerdoti sono tutti studenti delle varie università pontificie presenti a Roma e provengono da Germania, Congo e due dal Brasile, tra cui Christian Da Silva, che sarà ordinato sacerdote il prossimo 24 giugno. La loro mission, oltre la celebrazione della Messa quotidiana, è quella, come tutti, di fare casa. «Fa piacere incontrare dei sacerdoti giovani – chiosa Christian Da Silva – in particolare con gli studenti perché fanno una vita di studio, a volte di solitudine, e qui trovano dei momenti di comunione. Con 30 di loro abbiamo conosciuto Loppiano, la cittadella dei Focolari vicino Firenze. La nostra è una esperienza di servizio alla chiesa di Roma e passano anche suore, giovani studenti delle università pontificie, laici di passaggio. Non sono grandi numeri ma sono rapporti di qualità»

Si punta insomma su rapporti interpersonali e una comunità ospitale, inclusiva, dialogante. E, come diceva Jesús Morán, co-presidente dei Focolari in suo intervento del 2023 sulla missione, «Gesù in mezzo a noi rende ospitali le nostre comunità di vita, perché è Lui che apre uno spazio personale, umano-divino, dove ognuno può trovare posto e casa».

Tra i prossimi appuntamenti del Focolare Point ricordiamo dei seminari per approfondire la storia di Chiara Lubich, don Foresi e Igino Giordani e una veglia di preghiera per il prossimo Giubileo.

Inaugurazione Focolare Meeting Point – 7 maggio 2022




A Cosenza un progetto per l’accoglienza delle mamme Ucraine

Riceviamo e pubblichiamo.

Immaginando il mio futuro qui… di Anita Leonetti

Il progetto di accoglienza per le mamme ucraine a Cosenza è realizzato da AFN in collaborazione con le Suore Minime della Passione di N.S.G.C che hanno messo a disposizione la casa dove ad oggi risiedono le donne ospiti con i loro figli. Il progetto prevede, oltre alla prima accoglienza, anche un supporto nelle pratiche burocratiche e sanitarie, un accompagnamento all’istruzione e all’apprendimento della lingua italiana e un supporto psicologico. Le attività vengono portate avanti da un’equipe multidisciplinare che, negli ultimi sei mesi, ha accompagnato le donne e i bambini nei loro percorsi di autonomia, in collaborazione con una rete di volontari, associazioni e realtà territoriali che sostengono il progetto. Ad oggi nella casa famiglia vivono 3 mamme con 4 bambini. Eugenia è una di queste.

 “Mi chiamo Yevheniia, Eugenia in italiano ed ho due figli: Artom di 10 anni ed Elisa di 9 anni. Vengo da Odessa, che si trova nella parte meridionale; lì facevo diversi lavori, anche il muratore”.

 Quando sei arrivata in Italia e come?

Appena è scoppiata la guerra,  insieme ai miei figli abbiamo lasciato la casa e tutta la nostra vita per metterci in salvo. In Italia, e precisamente a Cosenza, erano presenti dei parenti ed allora ho deciso di arrivare fin qui. Per un paio di settimane siamo stati ospiti a casa loro, ma poi non è stato più possibile per tanti motivi, tra questi, anche la precarietà economica, io non lavoravo ed i miei bambini avevano delle necessità. Tramite una rete di connazionali sono entrata in contatto con Angela, che poi ho scoperto essere la mediatrice del progetto che ci ha accolti. Ho chiesto aiuto e lei e la stessa sera, era il 30 aprile, è venuta a prenderci per accompagnarci in questo posto che oggi considero come la mia seconda casa. Qui ho trovato le suore, Mariella, la referente di AFN, e Maria Pia, l’operatrice che non solo ci hanno accolti ma ci hanno aiutato e supportato in tutto. Sin dai primi giorni insieme a Maria Pia ho iniziato a conoscere la città, siamo andate a scuola per l’iscrizione dei bambini, ho trovato piccoli lavoretti ed ho iniziato a vivere serenamente.

Raccontaci brevemente la tua esperienza in casa famiglia

La mia esperienza qui è molto positiva. La casa è accogliente, io ho una stanza grande con il bagno in camera, c’è un soggiorno, una cucina ed un ampio cortile. Le operatrici sono bravissime, sempre disponibili, non mi hanno fatto mancare nulla, io devo ringraziare loro se oggi lavoro e posso provvedere alle esigenze dei bambini. Ho ricevuto tanto, dagli indumenti, ai beni primari. Durante i mesi estivi, siamo stati ospitati sempre in una casa delle suore a Paola, una località di mare, dove abbiamo trascorso una settimana, un’esperienza bellissima! In casa famiglia oltre a me, c’erano altre 5 mamme con 9 bambini. A volte, ci sono stati momenti di difficoltà dovuti alla convivenza e allo stress, ma grazie al lavoro con le operatrici e con la psicologa, li abbiamo superati. Al momento la mia vita e quella dei miei figli è molto impegnata: io lavoro tutte le mattine e spesso anche i pomeriggi, i miei bambini vanno a scuola e poi sono affidati alle cure dell’operatrice, Maria Pia, che è molto cara, disponibile, è con lei che ho imparato tante cose.

Perché è stato importante ricevere un supporto in questo momento difficile?

Avere delle persone che si sono prese cura di noi è stato indispensabile per superare i momenti di paura e di incertezze. Maria Pia ed Angela, la mediatrice, sono state presenti in tutto: nella parte documentale, infatti ho il permesso di soggiorno,  il medico di base, ho fatto i vaccini ed anche le visite specialistiche necessarie; e anche nella vita di tutti i giorni, non mi è mancato nulla. Mi sono sentita capita accolta aiutata e supportata. Mi fido di loro, anche della dott.ssa Venuto, la psicologa che ha fatto gli incontri settimanali con tutte noi. Oggi mi ritengo fortunata, nonostante quello che abbiamo vissuto, molte ragazze che conosco sono dovute rientrare in Ucraina perché non hanno trovato persone che le hanno aiutate e non ce l’hanno fatta, mentre io sto immaginando il mio futuro qui a Cosenza. Mi aiuterà l’equipe della casa famiglia a trovare una casetta, cosi come hanno fatto con un’altra mamma che oggi vive in una piccola casa nel centro storico, Maria Pia va da lei due volte a settimana per assicurarsi che abbia tutto. Voglio che i miei figli crescano in un ambiente sicuro, senza guerra.

Maria Pia, l’operatrice della casa famiglia che lavora a stretto contatto con le mamme e i bambini, ci racconta:

Lavoro da diversi anni come educatrice nella casa famiglia per minori gestita dalle suore minime; quando è partito questo progetto con AFN è stata subito una nuova sfida per me  e ho accettato subito spinta dalla sensibilità verso chi, ha dovuto lasciare la propria vita e la propria terra a causa della guerra. Per me è stata un’esperienza bella arricchente, ci sono stati momenti difficili, ma che abbiamo gestito con l’aiuto della mediatrice. Le mamme accolte sono donne forti che credono nel loro ruolo, anche dopo ore di lavoro rientrano a casa e si occupano con amore dei figli; sono donne che hanno avuto il coraggio di lasciare la loro vita con l’ottimismo di iniziarne una nuova. Gratificante è stata anche la rete di volontari che si è creata, è bello constatare che ci sono persone piene di sensibilità vero chi ne ha bisogno.

Visita il sito AFN Onlus

Leggi la rivista Spazio Famiglia

 

 

 




Come un’unica famiglia, al di là del mare

L’impegno di Lorenza, un’infermiera in pensione e della comunità del Trentino a sostegno dei progetti di AFN in Libano e Siria non si arresta nonostante la pandemia. L’ultima recente iniziativa è la raccolta dei fiori di Sambuco.

«Nel nostro territorio, a Rovereto, ci sono persone di provenienza araba. Vivendo vicino a queste famiglie mi sono resa conto delle difficoltà che incontrano ogni giorno, non avendo padronanza della lingua italiana. Le affianco, ad esempio, nella prenotazione di un esame specialistico, nel leggere i referti online, nell’iscrizione dei figli a scuola, nel custodire i bambini quando c’è la necessità se nonne e zie sono rimaste nei Paesi d’origine… Le varie persone con cui sono in contatto sono contente di poter aiutare chi ha bisogno e così condividiamo le necessità di tutti. Una famiglia siriana arrivata in città attraverso i corridoi umanitari ad esempio cercava uno stenditoio e una borsa carrello per la spesa. Ho scritto queste richieste sul gruppo Whats’App e già la sera ho potuto consegnare tali cose, con sorpresa degli amici. Sto facendo questa esperienza, che Dio interviene nella vita di ognuno, dando una risposta attraverso la vicinanza dei fratelli.

Con amici del Trentino seguivamo le vicende del popolo siriano sul sito di AFN e quello di  AMU. Ci chiedevamo cosa potevamo fare per aiutare concretamente in questa situazione veramente drammatica. Da qualche anno organizziamo delle cene per fare qualcosa di concreto per quel popolo così provato, cene che non solo permettevano di raccogliere denaro per i progetti ma erano anche un’occasione per stare insieme e coinvolgere persone cristiane e  musulmane. Ricordo alcune signore arabe che hanno dato un contributo, preparando vassoi con i dolci tipici del loro paese. Ho cominciato a dialogare con loro e  farmi vicina alla sofferenza di questa comunità di siriani musulmani.

Ultimamente sul sito di AFN è stata pubblicata una lettera di Robert Chilaud (referente progetto in Siria)  venuto a Trento qualche mese fa e con cui avevamo fatto in precedenza un incontro attraverso la modalità on line.

Quando ho letto la lettera di Robert che raccontava della situazione attuale in Siria e che umilmente chiedeva aiuto, mi ha colpito quando diceva che la gente sta perdendo speranza, forza, ma, lui faceva un esempio di un momento dove la Provvidenza aveva risollevato e ridato coraggio a una persona.

Non abbiamo potuto più fare le cene in questi due anni però anche l’estate scorsa un bel gruppo di famiglie si è ritrovato in Valle di Non per il quarto anno consecutivo per l’operazione “Succo di mela solidale” grazie al supporto del Consorzio Melinda che ha donato le mele per la produzione di ottimi succhi, venduti poi per sostenere i progetti in Siria. Ora era urgente pensare a qualcos’altro.

Così ci è venuto in mente  di realizzare e proporre ai conoscenti lo sciroppo di sambuco, una bevanda rinfrescante molto apprezzata in Trentino durante l’estate. Una ditta locale venendo a sapere  che l’iniziativa era per un’opera di solidarietà, ha pensato di fare questo lavoro gratuitamente. Noi paghiamo le bottiglie e ci attrezziamo per la raccolta dei fiori di questa pianta che nasce spontanea lungo il fiume Adige e nelle campagne.

Una prima raccolta l’abbiamo fatta  con una ventina di persone la settimana scorsa nella nostra valle e altrettante  persone in una zona sopra Trento. La ditta ci aveva chiesto almeno 10 kg di fiori per la produzione ma io non avrei scommesso neanche un caffè che avremmo potuto raccogliere questa quantità perché la fioritura era indietro. Quando abbiamo pesato le borse di carta dove li abbiamo disposti, erano in tutto 32 kg! Tra due settimane sarà completa anche la fioritura nei boschi submontani ed allora faremo un’altra raccolta. Ognuno di noi si farà promotore della vendita dello sciroppo di sambuco tra i propri conoscenti dato che ancora al momento non possiamo fare banchetti e il ricavato sarà destinato all’ Emergenza in Siria».

Giovanna Pieroni

Leggi l’articolo completo sul sito di AFN ONLUS




“Economia disarmata”: gruppo di riflessione e azione

Gruppo di riflessione e azione su disarmo, riconversione e cammino della pace   promosso dal Movimento dei Focolari Zona Italia

Dopo la prima assemblea generale del Movimento dei Focolari in Italia, tenutasi a Castel Gandolfo dal 23 al 25 ottobre 2015, si è costituito un gruppo di lavoro per dare attuazione alla direttiva di seguire l’impegno per la costruzione della pace a partire dalle scelte nel campo della finanza e dell’industria del nostro Paese.

Il gruppo, che si è autodefinito, perciò, con il nome di “Economia Disarmata

  • Esercita un’attività di riflessione a servizio di azioni coerenti e consapevoli
  • Promuove direttamente e sostiene le attività di formazione e di impegno che si intende intraprendere in tal senso in Italia
  • Esprime posizioni nel dibattitto pubblico in concorso e condivisione con i responsabili nazionali del Movimento dei Focolari.

L’impegno per la pace è coessenziale al carisma dell’unità del Movimento nato storicamente con Chiara Lubich, sotto il bombardamento della città di Trento, e che ha come cofondatore Igino Giordani, che si definiva “deputato di pace” e perciò segno di contraddizione. Un tratto mantenuto ben saldo nel servizio svolto da Città Nuova con riferimento ai ricorrenti scenari di guerra.

Il primo compito da affrontare è quello dell’educazione integrale capace di alimentare una coscienza in grado di ribellarsi sempre verso la menzogna e la violenza.

Come osserviamo abitualmente, la consapevolezza dell’ingiustizia può produrre, invece, solo un’indignazione temporanea perché prevale l’accettazione della sconfitta, l’inutilità dell’azione secondo giustizia.

La diffusione più efficace del messaggio con i social media o la presenza agognata sui maggiori mezzi di informazione non risolvono la questione principale di trovare un soggetto umano capace di prendere posizione, anche da solo se necessita. Ce ne accorgiamo con molti dei nostri compagni di viaggio, anche e soprattutto credenti, che, pur bravi e sensibili, hanno interiorizzato una sconfitta profonda, fino a percepire l’impossibilità di poter fare qualcosa per cambiare il mondo.

Esiste una frattura molto profonda nel vissuto personale conseguente alla fine di ogni mito rivoluzionario. Il campo educativo, non solo per giovani, va quindi pensato a partire da questo stato di cose trovando il modo efficace per andare alle radici della coscienza con percorsi di interiorizzazione della vicenda di Milani, Mazzolari, La Pira, Giordani, Capitini, ecc.

Tra le tappe del percorso di questo gruppo di lavoro si segnala il sostegno all’iniziativa sulla politica di pace e disarmo promossa il 16 marzo 2016 presso la Camera dei deputati dai Giovani per un mondo unito e dalle scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità.  Il dialogo avviato con alcuni parlamentari e pezzi della società civile ha condotto i responsabili del Movimento dei Focolari in Italia a prendere esplicita posizione sulla violazione della legge 185/90 che vieta l’invio di armi nei Paesi in guerra.

Di Economia civile e disarmata si è parlato, in maniera sempre più approfondita, e creando sinergie, con l’istituto universitario Sophia , il Polo Lionello per l’economia di comunione e Banca Etica a Loppiano il 19 aprile 2016.

Sempre a Loppiano, l’11 maggio si è svolta un’intera giornata seminariale promossa da Made in the world (associazione di riflessione per l’impegno sindacale), dove è stata affrontato il nodo della politica industriale di Finmeccanica e il ruolo dei lavoratori nelle aziende di armi.

Per dare continuità all’impegno e all’esplicita presa di posizione del Movimento dei Focolari in Italia, si è stimolato un confronto aperto in sede parlamentare con un seminario promosso dal Movimento politico per l’unità il 5 luglio 2016 presso la Camera dei Deputati su “Guerre, scelte di pace e riconversione industriale”. L’incontro è stato promosso assieme a numerose associazioni e reti civili con la partecipazione, oltre di deputati senatori diversi parlamentari delle commissioni industria e difesa, di due relatori di prestigiosi centri di ricerca: l’istituto Archivio Disarmo, con il quale è già iniziato un rapporto di collaborazione, e l’istituto Affari internazionali.

Alla questione dell’Economia disarmata è stata dedicata una parte significativa del programma della scuola estiva promossa a Siracusa dal 2 al 12 agosto 2016 dai Giovani per un mondo unito.

Il Movimento dei Focolari ha aderito e invitato alla partecipazione della Marcia Perugia Assisi 2016 per la pace e la fraternità del 9 ottobre, facendo precedere tale gesto, che ha coinvolto come sempre un centinaio di migliaia di persone di diverse culture, da un convegno svoltosi il 5 ottobre presso il Centro La Pira di Firenze assieme a  diverse associazioni (Fondazione Balducci, Rete Disarmo, Fondazione don Milani, Dialogo interreligioso).

In questa occasione i presenti, hanno ricevuto l’invito a continuare nella strada intrapresa da Michele Gesualdi, uno dei ragazzi della scuola di Barbiana che resta l’esperienza feconda di formazione delle coscienze alla pace senza sconti e compromessi fino alla necessaria disobbedienza alle leggi ingiuste.

Nell’ottica di andare alle radici di una scelta di pace è stato avviato un percorso di confronto tra la scuola del pensiero del realismo politico che giustifica la guerra giusta (Niebuhr), il centro La Pira di Firenze e l’associazione italiana Thomas Merton.

In vista della settimana mondo unito a Firenze del maggio 2017 si vuole offrire, tra l’altro, una conoscenza sempre più diretta dell’esperienza di don Milani andando alle radici del ripudio della guerra espressa nella lettera ai cappellani militari.

Nel più lungo termine, si vuole proporre  a cominciare dall’estate 2017, nel pieno del triennio di rievocazione del primo conflitto mondiale, un percorso di approfondimento sui luoghi dove si è consumata “l’inutile strage” che, secondo una certa retorica, avrebbe forgiato l’unità nazionale, ma che, in effetti, rappresenta la rottura epocale, spesso rimossa, che continua a segnare la nostra epoca avvolta da quella che papa Francesco invita a riconoscere come una guerra mondiale a pezzi alimentata da un’insensata economia delle armi.

Vedi anche articolo su Città Nuova

Per aggiornamenti, contributi, promozione iniziative, scrivere  a

bankmob@focolare.org

economia.disarmata@gmail.com

Facebook

https://www.facebook.com/economiadisarmata/

Blog tematici

http://economiadisarmata1.blogspot.it/

http://guerragiusta.blogspot.it/

http://menzognagrandeguerra.blogspot.it/




On line il nuovo numero di “Casa Ismaele Magazine”

“Casa Ismaele Magazine” è un periodico a cura di Azione Famiglie Nuove.
La rivista semestrale racconta le storie e i sogni dei ragazzi ospitati, le attività e gli eventi organizzati, lo stile di operare e l’impegno dello staff e le reti sul territorio.

“Casa Ismaele” è un progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione, nuova denominazione per gli Sprar) che accoglie minori stranieri non accompagnati, situato nel comune di Rogliano (CS)  e gestito in modo sinergico da Azione Famiglie Nuove, la cooperativa FoCo e la cooperativa MiFa.

Al momento sono 15 i ragazzi tutti provenienti da paesi diversi. Il lavoro che si svolge insieme a loro fa tesoro delle parole di Papa Francesco: “I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dalla ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta che equamente dovrebbero essere divise tra tutti”. Un lavoro – scrive Mariella Rende nell’editoriale della rivista – non sempre facile, ma essenziale per contribuire in maniera piccola a far sì che tutti i minori possano avere gli stessi diritti, primo tra tutti quello di essere accolti”.

https://www.afnonlus.org/il-magazine-di-casa-ismaele/

 

https://www.afnonlus.org/il-magazine-di-casa-ismaele/




B&F Foundation – Progetto per un’economia civile e solidale

B&F sono le iniziali in inglese di “pani e pesci”, che vogliono simboleggiare le poche cose che ciascuno può mettere a disposizione per il bene comune.

Con il piccolo contributo di ciascuno (i pochi “pani e pesci”) e con un po’ di tempo si punta ad accumulare un capitale (Fondo di solidarietà) da destinare ai bisogni più urgenti del territorio siano essi connessi alla creazione di nuovi posti di lavoro, sia connessi ai più svariati casi di disagio sociale.

Creare quindi una comunità di persone che ha coscienza che il bene del nostro “vicino” porta sempre il nostro bene e che le emergenze sociali riguardano tutti indistintamente.
L’idea si basa sullo sviluppo di varie iniziative comuni (Gruppo d’Acquisto, Turismo Sociale, Riuso di beni, banca delle professionalità e del tempo …).

Di queste,  la principale è il Gruppo d’Acquisto. Un gruppo d’acquisto che punta alla qualità coniugata con l’economicità e, ove possibile, orientata sul biologico e sul locale.

Di fatto come un gruppo d’acquisto qualunque. Ma c’è di più, si stabilisce un patto “solidale” tra produttore/venditore e compratore o tra intermediario e compratore che, per effetto delle quantità acquistate, tiene bassi i prezzi. I bassi prezzi d’origine consentono un piccolo ricarico, unanimemente accettato,  che confluisce nel Fondo di solidarietà.
Sono stati fatti degli esperimenti e il tutto funziona, si sono coinvolte un centinaio di famiglie, sono state fatte alcune prove d’acquisto, è stato chiesto, a chi poteva e voleva,  di versare un qualcosa in più ad ogni acquisto (di fatto quello che si risparmia per effetto del “patto”) ed è già creato un piccolo accantonamento, che ancora non ci consente di poter sostenere ed aiutare eventuali necessità ma che ci ha convinto che il meccanismo è vincente.

Anche il riuso, la banca del tempo e delle professionalità, e altre iniziative allo studio saranno finalizzate all’incremento del Fondo con la stessa logica: raccogliere mediante svariate attività piccoli rivoli di denaro, insignificanti se presi singolarmente ma che possono assumere rilevanza se messi insieme.

Agli enti pubblici di qualsiasi genere verrà chiesto una compartecipazione al Fondo e di sostenere l’iniziativa.

Risorse private che si affiancano a quelle pubbliche, quindi, in un inedito mix che trova  nella “sussidiarietà” il suo principio ispiratore.

Maggiori informazioni http://www.bf-foundation.it/chi-siamo/

Articolo_Città_Nuova_Ott_2017




Progetto: “Prendersi cura dell’Italia”

DIRETTA SULLA PAGINA FACEBOOK DI CITTA’ NUOVA

https://www.facebook.com/cittanuova.it

Il Movimento dei Focolari promuove il progetto “Prendersi cura dell’Italia”. Ne parliamo, in diretta sulla pagina Facebook di Città Nuova, lunedì 22 febbraio alle 17.30 con Marilena D’Alfonso (Umanità Nuova), Silvio Minnetti (Movimento politico per l’unità), Michele Durante (Centro di cultura per lo sviluppo “Giuseppe Lazzati” di Taranto) e Marco Provenzale (Pathways #Daretocare).

Nell’ambito dei Lunedì di Città Nuova, il 22 febbraio alle 17.30, sulla pagina Facebook del Gruppo Editoriale, si parlerà del progetto “Prendersi cura dell’Italia” promosso dal Movimento dei Focolari.

Marilena D’Alfonso (Umanità Nuova) e Silvio Minnetti (presidente del Movimento politico per l’unità Italia) presenteranno la “Carta degli impegni” di questa iniziativa, in cui si evidenzia la necessità di «cambiare radicalmente il nostro stile di vita personale e collettivo, aiutando chi è in difficoltà e collaborando attivamente con le istituzioni pubbliche che devono perseguire il bene comune e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini».

Prendersi cura dell’Italia è un impegno civico che comprende la cura delle persone, dell’ambiente, del corpo sociale, delle istituzioni, della pace, facendosi carico delle ferite e delle fratture di diversa natura che lacerano i nostri contesti di vita. «Questi molteplici livelli interpellano cittadini e istituzioni, formazioni politiche e associazioni, organizzazioni della società civile ed organismi internazionali».

Alla diretta parteciperanno anche Michele Durante, del Centro di cultura per lo sviluppo “Giuseppe Lazzati” di Taranto, che presenterà un progetto di rinascita di questa martoriata cittadina pugliese, e Marco Provenzale, di #Daretocare. Un punto di ancoraggio del progetto Prendersi cura dell’Italia, infatti, «è il legame con il progetto “Pathways for a United World”, lanciato dai giovani dei Focolari per costruire un mondo più fraterno e sostenibile. Con l’iniziativa #daretocare ha preso avvio un percorso che mira ad animare la sfera pubblica, l’esercizio della cittadinanza e la vita politica attorno a cinque assi: ascolto e dialogo, uguaglianza ed equità, fraternità e bene comune, partecipazione e co-governance, cura del pianeta».

Per coloro che non potessero seguire la diretta, dal 23 febbraio sarà possibile rivedere la presentazione sul nostro quotidiano web.

 




“Fazenda da Esperança“ – Lamezia Terme (CZ)




Studenti siciliani per il Myanmar

È nata in Sicilia un’azione per sostenere le popolazioni dell’ex Birmania, molte delle quali in fuga per la guerra che dura ormai da troppo tempo. Giovani delle scuole siciliane hanno voluto e continuano a dare il loro contributo per essere vicini alla sofferenza di questa gente.

Così è partita l’iniziativa “una candela per il Myanmar”, perché in quel martoriato Paese non mancano solo cibo e generi di prima necessità. Chi ha abbandonato la città spesso oltre ai beni primari, medicine e cibo, ha bisogno anche delle candele perché non c’è nessuna forma di illuminazione. Nel Paese manca l’energia elettrica e qualunque fonte energetica che possa consentire di vivere le ore più buie.

Nell’Istituto Superiore Curcio di Ispica è arrivata la proposta di una delle azioni previste da Living Peace, il progetto che punta a costruire una nuova cultura di pace, l’unica che possa rispettare e rispondere alle domande più vere e profonde di tutti e di ciascuno, nell’impervio cammino verso la fraternità universale. I progetti di Educazione alla Pace avviati in alcune scuole siciliane, che vedono come capofila il Liceo Galileo Galilei di Catania, sono approdati anche a Ispica e Rosolini.

A Ispica i ragazzi hanno avviato l’iniziativa “Una candela per il Myanmar” mettendo in vendita delle penne, del valore di un euro che riportano la scritta dedicata proprio all’azione di solidarietà internazionale. Ma l’azione non si ferma. Nei laboratori di scienza i ragazzi apprendono anche l’antica arte della realizzazione del “sapone di casa”, a base di olio di oliva, soda caustica e acqua che sono stati venduti destinando il ricavato proprio ai primi soccorsi per le popolazioni del Myanmar. All’iniziativa hanno preso parte anche alcuni gen 3, i ragazzi del Movimento dei Focolari. «I ragazzi si sono riuniti per preparare il sapone – spiega Carmela Muni – un’esperienza di condivisione che ha coinvolto anche gli adulti. In tutti c’è la gioia di donare». «L’iniziativa è nata dalla scuola – spiega Massimo Micieli, docente di Scienze all’Istituto Curcio – grazie alla sinergia con il Liceo Galilei di Catania ma si è allargata sempre di più. Abbiamo venduto il sapone davanti alla porta delle chiese. Tanti hanno voluto aderire e tanti ci hanno donato dell’olio per permetterci di produrre altro sapone: una catena virtuosa, l’amore che circola e che si intreccia producendo sinergie positive».

Questi oggetti stanno diventando pian piano il simbolo di una gara di generosità che si sta diffondendo anche a Catania e in altre città della Sicilia.

Melina Morana




Facciamo casa insieme

Cos’è: un progetto pilota promosso dall’Associazione Una città non basta ONLUS, AMU Onlus e AFN Onlus per un percorso di accoglienza e accompagnamento volto a favorire l’integrazione di rifugiati o richiedenti la protezione internazionale all’interno delle comunità territoriali del Lazio. Nel corso del 2016 due nuclei familiari di richiedenti asilo, provenienti dall’Egitto e dall’Iran, hanno dato la loro disponibilità ad entrare a far parte di questo percorso. Il primo nucleo familiare, composto da quattro persone, è stato accolto presso il comune di Castel Gandolfo (RM) mentre il secondo nucleo familiare, una giovane coppia di sposi, è stato accolto presso Marino (RM).

facciamo-casa-insieme

Scheda progetto: facciamo-casa-insieme

 




Cooperativa Loppiano I

Il 9 Maggio 1973 viene costituita la Cooperativa Loppiano Prima , che nasce per offrire una testimonianza di Vangelo vissuto attraverso un’esperienza di lavoro concreto.
Senza alcuna sicurezza di lavoro e di casa, i primi pionieri trasferiti dal bergamasco , cominciarono a ristrutturare alcuni casolari e, con sacrifici e duro lavoro, iniziarono la costruzione della cittadella e la coltivazione dei terreni circostanti.

Si trattava d’incarnare nel lavoro concreto di ogni giorno la spiritualità del Movimento e di mantenere il rispetto nei confronti della natura e di conseguenza per l’uomo. Di conseguenza, in questi anni non sono mai stati usati prodotti di sintesi su tutte le coltivazioni, facendo tesoro invece dei processi fisici, conseguendo l’ottenimento della certificazione biologica su tutti i terreni.

Vedi la Presentazione completa

www.loppianoprima.it

Vendita online Fattoria

www.agriturismoloppiano.com

www.facebook.com/fattorialoppiano/

 



Focolari e migranti: Cooperativa “Una Città Non Basta”

Gianni Caucci, imprenditore appassionato di musica, dirigeva il coro della parrocchia quando ha deciso con i componenti di allargare i rapporti positivi che si erano creati tra loro alla comunità circostante. Nel tempo si sono avvicinati agli altri, venendo a conoscenza di tante situazioni diverse, anche di grandi difficoltà economiche, così hanno iniziato a raccogliere beni, cibo, soldi e tempo, per donarli a chi ne aveva bisogno.

Si è creata una rete che è diventata un’associazione di volontariato chiamata “Una città non basta Onlus”, allargatasi sempre di più fino a far nascere l’esigenza di rendere un “servizio” più concreto alla comunità e avere una soddisfazione personale, visto che bisognava dedicargli sempre più tempo e aumentavano le richieste di aiuto e sostegno.

Nasce quindi la Cooperativa “Una Città Non Basta impresa sociale”, in cui ora lavorano operatori come psicologi, assistenti sociali, operai, muratori e avvocati. Infatti, oltre alla necessità di figure professionali per gestire situazioni delicate, un aiuto importante arriva dall’ambito lavorativo, che dona agli assistiti dignità e libertà.

La Presidente, Maria Rosaria Calderone, si dedica interamente alla Cooperativa, che ha una sede a Marino, dove si coordinano tutte le attività ed è attivo il  PIS (Pronto intervento Sociale), servizio per senza fissa dimora nei Comuni di Marino e Ciampino, con accoglienza serale/notturna insieme ad un N. Verde per l’aiuto e l’assistenza  Sociale.  Altra sede sul territorio è a Velletri, un edificio che apparteneva al Don Orione, diventata casa per famiglie migranti da dieci anni. Inoltre “Una Città non Basta” ha dato impulso ad un ulteriore progetto, ristrutturando una casa che verrà adibita all’accoglienza di donne vittime di violenza, a seguito di un bando indetto dal comune di Roma, vinto dalla cooperativa che tuttavia è stata l’unica ad aderire.

L’accoglienza è verso tutti coloro che sono emarginati, come ex tossicodipendenti in buone condizioni fisiche e mentali che ancora non vengono ufficialmente accettati dalla società. La Cooperativa affianca e sostiene le persone, diventando molto importante per le vite che incontra. Una signora che si trovava in grandi difficoltà, racconta Gianni Caucci, gli disse che nessuno nell’ultimo periodo l’aveva cercata, neanche i suoi familiari, se non le persone della Cooperativa.

Una famiglia afgana numerosa è accolta a Marino. Tra i componenti un bambino a cui Gianni ha aggiustato la macchinina telecomandata, che è arrivato in Italia con la mamma e la sorella tramite i ponti aerei del 30 agosto 2021. Con tante altre persone accolte, stanno imparando la lingua grazie al lavoro di docenti volontari che si recano periodicamente al centro. Si cerca di capire quali siano i sogni, i desideri e le capacità di queste persone, in modo che possano un giorno uscire dai centri di accoglienza e rendersi indipendenti.

Non avendo scelto di venire in Italia, a volte mostrano difficoltà nell’accettare la loro situazione. Una ragazza accolta dalla cooperativa continua ad avere il desiderio di tornare nel paese di origine, forse perché ha lasciato degli affetti quando è partita, sebbene la situazione sia molto complicata.

Altro episodio di cui ci rende partecipi Gianni: un giorno Maria Rosaria è entrata in ufficio lamentando che i bambini accolti avevano bisogno di giubbotti. Dopo qualche remora presentata dalla contabile, che le mostrava i pochi fondi a disposizione, comunque comprarono queste giacche, per una spesa di circa trecento euro. Il caso ha voluto che tornate in sede, alla visualizzazione dell’estratto conto, avessero ricevuto una serie di bonifici di una somma più o meno corrispondente a quella spesa, fatti da persone che liberamente donano per sostenere i progetti.

Far funzionare la Cooperativa è un lavoro impegnativo, portato avanti con fatica e speranza per il futuro. Gianni Caucci racconta come si sia ispirato al pensiero di Chiara Lubich: rendere concreto l’amore. Dopo la sua morte si è sentito in dovere di agire: “Forse non sono la persona più adatta a esprimere il pensiero di Chiara a parole, ma sento il dovere di provare a metterlo in pratica, per quanto ho ricevuto nella vita”. Ha parlato della libertà di esprimersi, di donare ed essere ricambiati: “Anche un caffè può essere mezzo di felicità e relazione, oltre che un segno di parità, se è un dono”.

Sia Gianni Caucci che Maria Rosaria Calderone hanno insistito sul tema dell’integrazione, sotto una prospettiva capovolta: dobbiamo pensare non solo alle persone che vengono accolte ma anche a chi accoglie. Non si è sempre pronti al diverso, anzi se ne ha paura, è importante perciò creare dei ponti tra le comunità locali e le realtà di accoglienza, mettendo in relazione le persone nella quotidianità.

Lavorare nella cooperativa dà soddisfazione e gioia, proprio in virtù dei legami che si creano. I volontari insieme ai lavoratori sono sempre in fermento, impegnati e totalmente dediti alla loro attività. Gianni Caucci, persona molto gioviale, aperta e desiderosa di raccontarmi le vicende della Cooperativa, non nasconde che ci possano essere degli scontri perché si è di culture diverse, si vive in tanti e insieme. L’importante è confrontarsi per cercare di raggiungere un “sentire” comune. Così conclude, mentre beviamo un caffè.

Miriana Dante

SITO WEB UNA CITTA’ NON BASTA

SITO COOPERATIVA




Focolari e migranti: l’esperienza della comunità di Trieste

“Il nostro obiettivo è far trovare loro l’affetto. Tanti mi dicono: ‘Sei come la mia mamma’, io rispondo che potrei essere anche la nonna! Diamo il calore della famiglia a chi ha vissuto la sofferenza, non c’è nulla di più ammirevole”. Così racconta Giovanna Luglio che con altre amiche, dal settembre del 2015, sostengono i migranti nella zona del triestino. Sono un gruppo di circa 6 persona della comunità dei Focolari di Trieste, che hanno deciso di unirsi alla causa dopo la sollecitazione di papa Francesco ad aprire non solo i cuori, ma anche le strutture. Tante le donazioni che arrivano alla comunità per chi viene accolto. Tra i nuovi progetti: collaborare con una struttura della Caritas per le ragazze madri.

La loro esperienza inizia grazie alla Caritas di Trieste, che affida loro un servizio presso la “Casa di Accoglienza Teresiano”. Qui vengono ospitati circa un’ottantina di profughi provenienti dal Pakistan, Afghanistan, Egitto, Camerun, Nigeria, Kosovo, Croazia, Romania…

Alcune persone, come quelle di etnia rom, in genere si fermano per poco tempo, ma vengono aiutate al pari degli altri. La struttura ha un piano in cui risiedevano solo famiglie. È qui che il gruppo inizia a dare il proprio contributo un giorno ogni settimana, stando con i bambini nel doposcuola, tenendo corsi di italiano per i genitori e attività ricreative.

Nel marzo del 2020 la casa viene chiusa per il Covid a tutti gli esterni, tranne che agli operatori della Caritas. Le famiglie vengono dislocate in altre strutture e la casa viene poi adibita solo all’accoglienza di profughi uomini. “Il nostro impegno però è continuato,- spiega Giovanna – ritrovandoci all’aperto, spesso al giardino pubblico di Trieste. Molti rapporti si sono mantenuti, alcuni anche evoluti in amicizia e reciprocità. Ora sono le famiglie, integrate nel tessuto sociale di Trieste, a chiamarci”.

Giovanna racconta di una donna di 34 anni originaria del Kosovo, con 5 figli: “L’abbiamo accompagnata in ospedale quando doveva partorire. È stata una delle prime famiglie che abbiamo conosciuto”. Questa ragazza era un’adolescente durante la guerra nei Balcani. Ha vissuto episodi spiacevoli, il padre ha subito persecuzioni così sono fuggiti in Italia. Lei, confidandosi con le sue nuove amiche, ha raccontato di aver scoperto che in classe dei figli ci fossero bambini di origine serba. Era rigida nei confronti di quelle famiglie, ma poi con il tempo le ha conosciute e si è trovata bene. Non ha avuto più remore verso di loro. Questo episodio fa riflettere su quanto sia possibile una convivenza pacifica. Ci sono però situazioni in cui il processo di integrazione fa difficoltà. A volte i giovani vogliono ritornare nel loro paese d’origine, altre volte le famiglie partono per l’estero senza preavviso. Un episodio spiacevole è avvenuto quando la comunità, dopo aver deciso di sostenere un nucleo famigliare attraverso l’Associazione Famiglie Nuove, ha trovato l’appartamento per la famiglia solo al quinto tentativo perché i proprietari, vedendo che erano di colore, si tiravano indietro”.

Tanti gli episodi che Giovanna e le amiche rivivono con gioia, molti più di quelli negativi. Ad esempio i doni che consegnano ai bambini durante la festa di San Nicolò, o le torte del Teresiano per i compleanni. Ancora il primo maggio, dedicato a delle gite. Altro momento di aggregazione è la giornata dei poveri, istituita da papa Francesco e rinominata dalla comunità “festa dell’amicizia” o “castagnata”, perché cade in pieno autunno. “Abbiamo sempre organizzato un pranzo di 80 persone circa… Riscuote molta partecipazione, è un momento di unità e vicinanza”, spiega Giovanna con un sorriso.

Miriana Dante

 




RomAmoR – Tra i senza tetto nelle stazioni di Roma

Ognuno di noi è chiamato ogni giorno a vivere la bellezza dell’incontro e a volte si sceglie di incontrare l’altro che è più emarginato, che non viene visto, ma che fa parte del nostro  piccolo grande mondo.
L’esperienza è nata così, dall’incontro di Dino Impagliazzo, il fondatore della nostra Associazione, con i senza fissa dimora della stazione Tuscolana: dal suo desiderio di prendersi cura di loro, di andare incontro all’altro, di amarlo incondizionatamente e accettarlo così com’è.

Nasce la prima squadra tra i fornelli delle piccole case romane: chi preparava il sugo, chi la pasta, chi ordinava qualche panino ai banchi dei mercati rionali.

Ma la bellezza delle piccole cose cattura ogni essere umano: l’amore genera altro amore… Così, piano piano, questa famiglia diventa sempre più grande, aumentano sempre di più le persone pronte a dedicare il loro tempo rendendo sempre più concreto il sogno di Dino. E’ così che siamo diventati un’associazione. Abbiamo trovato un luogo dove poter cucinare per grandi numeri e, con l’aiuto di sempre più numerosi volontari, siamo riusciti a portare pasti caldi sia alla stazione Tuscolana che alla stazione Ostiense.

Dietro ad un pasto caldo ed una coperta, nella gioia della condivisone, nel desiderio del donarsi senza volere nulla in cambio , semplicemente assaporando la bellezza dell’incontro, si intrecciano volti, storie, lacrime e sorrisi. Pakistan, Marocco, Polonia, Italia, Romania, Afganistan, Tunisia, tutto il mondo si incontra in una stazione della capitale: anche tu sei lì e, scegliendo di donare il tuo tempo all’altro, quel mondo diventa anche un po’ tuo. Ti rendi conto allora che quella diversità non è un limite, ma la possibilità di tornare arricchito, con negli occhi il sorriso di chi hai incontrato.

Per saperne di più www.romamor-onlus.com

ARTICOLO CON VIDEO SU ROMATODAY

Interviste all’associazione RomAmoR mandate in onda durante la trasmissione “Siamo Noi” del 6 gennaio 2015, emittente TV2000




Conclusa la campagna di solidarietà per il Libano

Dall’ 11 dicembre al 15 gennaio 2022  si è svolta la Campagna “Sosteniamo le famiglie del Libano con una cassetta della Salute”, promossa da  Movimento Famiglie Nuove, Focolari Italia e AFN onlus.

Tante gocce formano il mare. Questa celebre frase di Madre Teresa è stata il senso di questa esperienza che ha visto la partecipazione generosa di tanti, anche a partire da piccole donazioni,  che ha consentito di raccogliere la somma di euro 12.460,00.

La Campagna era stata lanciata lo scorso 11 dicembre 2021 durante il collegamento on line con il progetto AFN in Libano quando nel dialogo con la referente Nicole Helou e la sua collaboratrice Maricris Devrel erano emerse le condizioni molto difficili della popolazione libanese a causa della crisi economica e le numerose necessità delle famiglie, bisognose di tutto, in primis generi alimentari. L’iniziativa ha puntato a sostenere le famiglie libanesi fornendo loro alimenti freschi ricchi di nutrienti per una alimentazione bilanciata quale presupposto per salvaguardare un buono stato di salute. Durante il periodo natalizio, numerose sono state le persone che “hanno aggiunto” ai regali sotto l’albero la cassetta della Salute per le famiglie libanesi cogliendo del Natale una dimensione autentica ed universale. “In tanti hanno aderito al progetto e sentito la spinta a dare a chi è nel bisogno – ci scrivono.- Nonostante il periodo di incertezza e di crisi, le famiglie non si sono lasciate scoraggiare e hanno risposto ai bisogni di questo territorio martoriato”.

Si sono svolte anche iniziative creative a sostegno della Campagna, come l’incontro svoltosi nella sala comunale della città di Parma, dove persone di diversa nazionalità si sono radunate con l’obiettivo di trascorrere una serata all’insegna dello storytelling in inglese che ponesse il focus su messaggi positivi e che ispirassero la costruzione della fratellanza universale e la realizzazione di buone prassi.

“Per me partecipare a questa iniziativa, ci scrive una famiglia, è significato sentirsi più fratelli  con coloro che vivono questo momento di crisi in Libano. In un momento in cui soffriamo per il sussistere di distanze fisiche per la pandemia,  mi ha consentito di sentirmi vicina a questa parte di umanità e dilatare il cuore”.

Giovanna Pieroni

Leggi l’articolo “Un ponte per il Libano”




Progetto accoglienza Afghanistan: un grazie ai sostenitori

profughi. La risposta non si è fatta attendere e  in pochi giorni sono stati raccolti oltre 40.000 euro a cui si aggiungono alcune migliaia di euro che AMU sta raccogliendo per sostenere un progetto specifico nei pressi di Roma. Alla data odierna abbiamo in carico 16 persone, tra cui una giovane donna al settimo mese di gravidanza: il suo bambino nascerà qui e troverà una grande e calorosa comunità pronto ad accoglierlo.

Con queste poche righe desideriamo dire GRAZIE a tutti i sostenitori di questa iniziativa. Senza il vostro contributo fattivo non avremmo potuto sostenere chi è fuggito da guerra e persecuzione e qui non ha più nulla.

Grazie grazie grazie e auguri per il Santo Natale e per questo nuovo anno.

Per informazioni e aggiornamenti sul progetto potete scrivere a umanitanuova.italia@gmail.com

I contributi possono essere versati su un apposito C/C del Movimento dei Focolari con la causale ACCOGLIENZA AFGHANISTAN:

CONTO CORRENTE su BANCA ETICA intestato a P.A.M.O.M:
IBAN IT13K0501803200000016932816
CAUSALE versamenti: ACCOGLIENZA AFGHANISTAN

ALTRI ARTICOLI APPARSI SUL NOSTRO SITO:

https://www.focolaritalia.it/2021/09/06/focolari-al-lavoro-per-accogliere-i-profughi-afghani/

https://www.focolaritalia.it/2021/08/31/afghanistan-guerra-e-diritti-umani-sostegno-ai-profughi/




Cultura del dare: due città per un progetto comune

Montopoli in Val d’Arno e Torella dei Lombardi. Due paesi distanti, uno in provincia di Pisa, l’altro in Provincia di Avellino, ma uniti in un progetto comune.

Tutto è cominciato 20 anni fa quando Raffaele di Lorenzo ha inviato una lettera ai suoi concittadini spronando l’avvio del sostegno a distanza tramite Azione Famiglie Nuove di 50 bambini della favela di Recife (Brasile). Un luogo allora assolutamente malsano e disagiato, dove i minori vivevano in uno stato di degrado, senza servizi e la garanzia della tutela dei loro diritti.

“Siamo partiti con circa 300 famiglie poi abbiamo coinvolto istituzioni e associazioni, – afferma Raffaele Di Lorenzo. – Non neghiamo che con il tempo, abbiamo avuto difficoltà a mantenere l’impegno preso, così ci siamo inventati lotterie, cene e iniziative per diffondere la cultura del dare. In poche persone non è possibile sorreggere questi progetti, si deve chiedere aiuto e sensibilizzare chiunque. Per i bambini nostro futuro, non possiamo fermarci.”

In tutti questi anni, Raffaele insieme alla Associazione Culturale Capannese (ASCA) di cui è Presidente e i comuni di Montopoli e di Torella non si sono mai fermati, sono andati avanti nonostante le sfide e le difficoltà per mantenere l’impegno nella cooperazione e questi bambini sono ormai giovani con un futuro, anche grazie al loro contributo.  Oggi la favela è la comunità dell’Isola di Santa Terezinha dove la popolazione usufruisce di illuminazione, strade, fognature, un centro medico ed centro educativo dell’AACA.  (clicca qui per conoscere IL PROGETTO SAD)

In segno di riconoscimento per questa collaborazione l’Associazione Azione Famiglie Nuove, sabato 20 novembre ha conferito una pergamena di ringraziamento ed elogio all’amministrazione comunale di Montopoli in Val d’ Arno e Torella dei Lombardi. L’evento a cui anche la stampa locale ha dato visibilità (clicca qui) si è inserito nell’ambito della 16ma edizione del Premio Letterario Renato Fucini , tenutasi presso il Cinema Teatro Nuovo Don Terreni a Montopoli in Val d’Arno. Gli elaborati artistici (poesie e racconti) sono stati raccolti in un’antologia che può essere acquistata sempre a sostegno dei bambini dell’Isola di Santa Terezinha.

La “cultura del dare” in antitesi con la “cultura dell’avere” e dello scarto fondandosi sulla realtà della comunione, non è assistenzialismo, ma si apre all’altro nel rispetto della sua dignità e lo considera capace di dare a sua volta, all’insegna della reciprocità. Ne è vitale testimonianza la diretta con i bambini e lo staff del progetto dell’ Isola Santa Terezinha in Brasile. Uno dei momenti più toccanti della serata, durante la quale Lenira (segretaria) Jose Claudio (coordinatore) e Maria Jose (Presidente) dell’AACA, partner locale di Azione Famiglie Nuove, hanno espresso  la loro riconoscenza e il sincero legame di fratellanza costruito nel tempo. D’altra parte il coro di chi ha preso parte all’iniziativa in questi anni comunica una pari gratitudine per l’arricchimento scaturito con questa esperienza di valore.

“La nostra collaborazione è nata come un semplice lavoro, come ne capitano molti. Ci era stato chiesto di realizzare degli Attestati di partecipazione per il Concorso Letterario.– Racconta Manuela titolare dell’azienda del Rag. Marinai & C. S.A.S. – Da lì, anno dopo anno evento dopo evento, è cresciuto il rapporto di stima e amicizia con i membri dell’Associazione portandoci a contribuire con convinzione alle attività per aiutare, nel nostro piccolo, agli alti scopi che l’Associazione stessa si pone”.

“Bisogna essere proattivi e non dire va tutto male e poi non fare niente per cambiare. Quando si fa qualcosa col cuore avrà sempre un ritorno positivo”.  – Afferma Francesca Frediani della Fattoria Varramista di Castelbosco (Montopoli) che collabora nell’offrire oggetti Premio come confezioni di vino della loro produzione e nel diffondere biglietti della lotteria.

Anche la Pescheria L’Era Glaciale e l’Alimentari Nencioni aderiscono al progetto, in particolare contribuiscono alla cena annuale che viene fatta sulla piazza principale di Capanne, a cui di solito partecipano centinaia di persone: “Noi offriamo gratuitamente la materia prima e siamo anche felicissimi di servire a tavola. Si può toccare con mano che le offerte vanno direttamente a buon fine, come testimoniano i numerosi contatti diretti con i bambini sostenuti”.

L’entusiasmo è contagioso. Chiunque si lascia coinvolgere diventa protagonista in questa azione collettiva. “La mia decisione di aderire non è tardata nemmeno un attimo, – afferma il Luogotenente Pio D’Addio in servizio presso la Stazione Carabinieri San Romano che aderisce al progetto sin dal 2000. – Ho sempre dato il mio modesto apporto per la bontà dell’operazione, la serietà delle persone con dati di fatto concreti, che chiunque può andare a verificare”.

Per Giacomo Martelli, presidente ACLI Regione Toscana, questa azione è un esempio di raccolta fondi in cui per grandissima parte sono devoluti in beneficenza. Viene ridistribuito benessere partendo dal basso: “L’impressione è che l’associazionismo di questo tipo sia un bene prezioso per la nostra società, per la nostra regione e per le comunità locali”.

Questo impegno di lungo periodo da parte dell’amministrazione comunale di Montopoli in val d’Arno per i bambini e le bambine del progetto di AFN in Brasile va al di là dei sindaci e coinvolge un’intera comunità:  “Questa iniziativa che ci coinvolge ormai da vent’anni non fa altro che rafforzare il nostro spirito di appartenenza e la nostra voglia di fare del bene, con sempre maggior impegno e dedizione. Per Montopoli e i montopolesi, la solidarietà non conosce confini. – Dichiara il sindaco, Giovanni Capecchi – Anche se dal Brasile ci dividono migliaia e migliaia di chilometri, non possiamo rinunciare alla chiamata di questi giovani alla ricerca di un futuro migliore in un ambiente complicato… La solidarietà tra cittadini e cittadine ha reso ancor più coesa la nostra comunità, continuamente impegnata nel non lasciare indietro nessuno”.

Un’esperienza davvero toccante assistere ai miracoli della trasformazione sulle persone e sulle comunità che compie la cultura del dare. “Vedere un paese intero coinvolto in un’esperienza di solidarietà così seriamente, afferma  Rosa Romano (Ufficio Sostegno a distanza AFN ), che insieme al Vicepresidente Francesco Mandalari e Lucy Pastana (AFN Firenze) erano presenti all’evento in rappresentanza dell’Associazione Azione Famiglie Nuove, ci fa capire quanto sia importante continuare ad operare quotidianamente con “umanità”, avendo sempre davanti il nostro obiettivo: la fraternità”.

Giovanna Pieroni