Focolare Meeting Point: fare casa

A Roma, a pochi passi da piazza Venezia, da due anni opera un centro dei Focolari aperto a tutti

Di Aurelio Molè

Nel centro storico di Roma, a pochi passi dalla Colonna traiana, da piazza Venezia, dalla Torre delle milizie, c’è una piccola chiesa non visibile da via Nazionale. Un luogo non di passaggio. Ci si accede da un piccolo slargo che si apre lungo la stretta via del Carmine.  Al civico 4 si erge la chiesa di Santa Maria del Carmine. Nel 1605 tutto ebbe inizio con la consacrazione della terra e l’inizio dei lavori, nel 1624 a spese del cardinale Odoardo Farnese, in un luogo dove si trovavano dei fienili. La gestazione fu lunga e lenta fino alla facciata in travertino del 1750. Incendi, saccheggi, lavori di restauro, anche le opere d’arte sono attraversate da prove e sofferenze, si sono susseguiti fino a pochi anni fa. Nel corso del restauro dell’affresco della Madonna del Carmine ne venne alla luce un altro, ottocentesco, raffigurante la Madonna del Carmine con il Bambino ed Angeli. La Madonna ha gli occhi socchiusi, sembra osservare chiunque da qualsiasi angolazione, come una madre che attende, accoglie, ospita. La chiesa, dal maggio del 2022, è diventata il Focolare Point, un punto di accoglienza per tutti, dalle più alte personalità religiose e civili a comuni cittadini e semplici studenti. La mission è “fare casa” a tutti quelli che vi passano sia per caso, sia per attività le più varie.

All’inaugurazione del centro “Santa Maria del Carmine Focolare Meeting Point”, il cardinale Angelo De Donatis, già vicario generale per la diocesi di Roma, disse che: «Vorremmo che chiunque si trovi a passare da qui trovi sempre una casa dove incontrarsi e fare famiglia» e «trovi la testimonianza viva del carisma dell’unità che la anima e possa accoglierlo come propulsore di fraternità». E Margaret Karram, presidente dei Focolari, aggiunse che nel Centro vede «la possibilità di offrire un percorso di formazione alla cultura dell’unità e al dialogo per lo sviluppo della fraternità dei popoli.

La caratteristica del Focolare Point è che opera in modo trasversale, accogliendo chiunque passi: visitatori occasionali, gruppi interessati, personalità di ogni sfera, religiosa, politica, laica, sociale e studenti universitari, seminaristi, giovani sacerdoti, religiose, religiosi di varie nazioni, a Roma per motivi di studio.

Giovanna Perucca, una focolarina che per 30 anni ha vissuto tra Algeria, Egitto e Tunisia, sin dall’inizio è in prima linea, con un gruppo di volontari, al Focolare Point nell’accoglienza «dove ognuno – ci spiega – trova la loro casa, un luogo caldo, ospitale, con una taverna, una sala per conferenze, dei salottini e la chiesa che si presta per concerti ed eventi». In effetti si respira un’aria semplice di famiglia, si può passare anche solo per prendere un caffè, scambiare due parole, iniziare una conoscenza. «Cerco di accogliere tutti, anche offrendo un pranzo, una pasta asciutta e un contorno, per far sentire le persone a loro agio. Non pensavo di riuscire, invece, mettendosi nell’amore e accogliendo tutti senza distinzione, passano tante persone, sia chi è di passaggio a Roma, sia chi ha avuto il nostro indirizzo, sia persone del quartiere».

A due anni dall’apertura, le attività si sono molto moltiplicate e differenziate: un Festival della spiritualità promosso da Edizioni Città Nuova e dalla comunità romana dei Focolari dal titolo Riannodare le relazioni, con la presentazione di libri e la partecipazione degli autori; concerti di musica classica del pianista Paolo Vergari o da lui organizzati; uno spazio di riflessione sui carismi con Luigino Bruni; un ciclo per conoscere i grandi artisti della storia dell’arte con Mario Dal Bello; la storia di Valter di Cera, un ex brigatista rosso e il suo incontro con Graziella De Luca, una delle prime focolarine. E poi è diventato un luogo di incontri, ogni mese un gruppo di sacerdoti e laici che appartiene ad un’associazione mariana si riunisce al Focolare Point per pregare; Carlo Cefaloni con Pax Christi e altre associazioni ha organizzato vari incontri sulla pace, sul disarmo e in vista delle prossime elezioni europee; non è mancata la presenza di gruppi di altre religioni, incontri di dialogo interreligioso, ecumenico; persino un gruppo della Finlandia; non sono mancate riunioni della Confraternita della Chiesa del Carmine e di gruppi di religiosi.

Una menzione a parte sono gli appuntamenti del giovedì in taverna con i giovani. Si tratta in gran parte di studenti fuori sede che sono a Roma per motivi di studio. Ognuno porta qualcosa da mangiare. Si cucina insieme e a cena si parla degli argomenti che ognuno propone: la situazione in Siria, in Libano, l’argomento della propria tesi, i loro sogni, temi religiosi e non.

Il nome giovedì deriva dalla contrazione della frase “giovani e dialogo”, i due ingredienti della serata. «C’è un giro variabile di giovani, un giovedì erano presenti di 15 diversi Paesi – spiega Agostino Spolti, uno dei promotori – che non sono solo legati ai Focolari, ma alle varie amicizie. È uno spazio dove i giovani non devono chiedere il permesso per portare i loro amici e invitare chi vogliono. È un’esperienza di accoglienza, di far casa, di ascolto, di creare un clima di famiglia, tra culture, generazioni e vocazioni diverse». Invitano anche degli ospiti a parlare, ma non sono delle conferenze, ma degli spazi di dialogo.

Un’altra caratteristica del Focolare Point è che all’interno vive una comunità di sacerdoti legati ai Focolari pienamente inseriti nell’accoglienza e nelle varie attività. I quattro sacerdoti sono tutti studenti delle varie università pontificie presenti a Roma e provengono da Germania, Congo e due dal Brasile, tra cui Christian Da Silva, che sarà ordinato sacerdote il prossimo 24 giugno. La loro mission, oltre la celebrazione della Messa quotidiana, è quella, come tutti, di fare casa. «Fa piacere incontrare dei sacerdoti giovani – chiosa Christian Da Silva – in particolare con gli studenti perché fanno una vita di studio, a volte di solitudine, e qui trovano dei momenti di comunione. Con 30 di loro abbiamo conosciuto Loppiano, la cittadella dei Focolari vicino Firenze. La nostra è una esperienza di servizio alla chiesa di Roma e passano anche suore, giovani studenti delle università pontificie, laici di passaggio. Non sono grandi numeri ma sono rapporti di qualità»

Si punta insomma su rapporti interpersonali e una comunità ospitale, inclusiva, dialogante. E, come diceva Jesús Morán, co-presidente dei Focolari in suo intervento del 2023 sulla missione, «Gesù in mezzo a noi rende ospitali le nostre comunità di vita, perché è Lui che apre uno spazio personale, umano-divino, dove ognuno può trovare posto e casa».

Tra i prossimi appuntamenti del Focolare Point ricordiamo dei seminari per approfondire la storia di Chiara Lubich, don Foresi e Igino Giordani e una veglia di preghiera per il prossimo Giubileo.

Inaugurazione Focolare Meeting Point – 7 maggio 2022




“Progetto carceri” in Italia

La presenza di Città Nuova tra i detenuti: progetto carceri

Negli ultimi anni la rivista Città Nuova ha promosso una “rete carceri”, un gruppo spontaneo di persone attive in vario modo in quest’ambito, che si ritrova via zoom con una certa periodicità. Si condividono esperienze, difficoltà, progetti, prospettive. Per non sen- tirsi soli nel prendersi cura di quest’umanità ferita. Dagli adulti ai più giovani. Nei prossimi mesi partirà infatti anche un progetto per gli istituti penali minorili con la rivista bimestrale fatta dai ragazzi per i ragazzi Teens.

La rivista Città Nuova raggiunge numerosi istituti penitenziari in tutta Italia e accompagna diversi progetti, grazie alla generosità di tanti lettori. Così, tenuti da volontari, sono nati gruppi di lettura che offrono ai carcerati la possibilità di dialogare, riflettere, raccontarsi; oppure utilizzare la rivista per imparare l’italiano; o ancora per fare da ponte con istituzioni, studenti e cittadini grazie ad eventi aperti alla città, legati a concorsi letterari e artistici.

 

Da circa due anni, poi, alla rivista si è aggiunto un libro speciale: Liberi di cadere, liberi di volare, di Fernando Muraca. Sono tante le carceri italiane cui è stato possibile fare questo dono e gli istituti dove l’autore è stato chiamato per incontrare i detenuti. Momenti intensi in cui tanti hanno ritrovato sé stessi e il senso della propria vita.

 

 

 

Cartina dalla Rivista Città Nuova

Per maggior informazioni:

Aurora Nicosia anicosia@cittanuova.it

Vedi: https://www.cittanuova.it

 




#Edc: cambio di testimone nella Segreteria Edc Italia

Passaggio generazionale nella Segreteria dell’Edc Italia: intervista ai nuovi responsabili, tutti protagonisti della “Costituente Giovani EdC” di qualche anno fa

A fine 2023 la Segreteria dell’ EdC Italiana ha rinnovato la sua composizione: dopo 5 anni Ornella Seca -responsabile- e Fabio Magrini -segretario- hanno passato il testimone alla gestione collegiale di Luca Guandalini, Maria Gaglione e Stefania Nardelli. I tre nuovi responsabili valuteranno nei prossimi mesi se e come integrare la segreteria. Questo avvicendamento è anche un significativo passaggio generazionale per l’ EdC Italiana. Per conoscerli meglio poniamo loro alcune domande.

Luca, cominciamo con te, di cosa ti occupi e da quanto tempo segui Economia di Comunione?

Luca Guandalini 02 400 rid«Attualmente sono consulente e formatore libero professionista in management e sostenibilità. Il primo contatto vero con l’EdC è stato attraverso l’imprenditore Pietro Comper che, a partire dal giorno della mia discussione di laurea, ha iniziato a coinvolgermi negli interventi che faceva nelle scuole. Da questo coinvolgimento e dalla riscoperta dell’EdC vissuta è nato poi un progetto per far conoscere in modo un po’ più strutturato ai ragazzi delle superiori l’esistenza di un’economia diversa, che è possibile perché già praticata e che dipende da ognuno di noi nelle scelte di ogni giorno. Da qui il coinvolgimento è poi aumentato quando ho cambiato lavoro e sono diventato libero professionista: cominciando a seguire alcune aziende sui modi di organizzare il lavoro o su aspetti di sostenibilità, ma sempre aiutando a conciliare obiettivi di “performance” economica con obiettivi di senso. Preziosa è stata, per esempio, l’esperienza di collaborazione con AIPEC al progetto europeo BEST(Boosting Environmental and Social Activities), per cercare di veicolare alcuni contenuti di EdC in una formazione per imprese ai primi passi per migliorare la propria sostenibilità. Dalla diffusione di quel progetto nelle scuole, arrivò poi la richiesta di aiutare la segreteria EdC seguendo l’aspetto della cultura “dal basso” ed eccomi qui.»

Maria, da qualche anno lavori nel comitato organizzatore di EoF, ultimamente poi sei stata nominata amministratrice delegata di EdiC SpA s.b., la società che gestisce il Polo Lionello, quale il tuo contributo alla EdC Italiana?

«In questo momento per me è come “unire i puntini” della storia, personale e lavorativa, Maria Gaglione Polo 400 riddegli ultimi 5 anni. Credo che l’Economy of Francesco (maggio 2019) sia una continuazione della profezia carismatica dell’Economia di Comunione, pur con le dovute differenze e specificità. Per cui il mio contributo all’EdC oggi si realizza prima di tutto cercando di occuparmi bene dell’EoF e custodendo il legame fra le due realtà. Inoltre, se la “casa di EoF” è il mondo intero perché i giovani sono ovunque e la “patria ideale” è Assisi perché Francesco è il modello a cui guardare, il Polo rappresenta la base operativa e, insieme ad Assisi, un luogo dello spirito – cioè delle ispirazioni, dell’ascolto, dell’incontro – per chi è stato chiamato a dare concretezza e ad assicurare sussidiarietà a questa vivace e giovane comunità di economisti e imprenditori impegnati in un processo di riflessione, impegno e azione attorno alle sfide di oggi, necessarie per una economia giusta, fraterna, sostenibile. Se poi facciamo un passetto indietro, l’inizio della mia storia con l’EdC è coincisa quasi da subito con il mio impegno al Polo: ero a Firenze per una supplenza a scuola e mi proposero di entrare nel CdA di EdiC spa.. Una fiducia immensa e un grande spazio di generosità che in punta di piedi e con lo zaino leggero accolsi, occupandomi in particolare della comunicazione e della formazione. Fino ad oggi e al nuovo incarico di Amministratore Delegato, che mi permette di continuare a sostenere e sviluppare il progetto dell’Economia di Comunione, attraverso la gestione e la promozione del Polo Lionello quale contesto valoriale, relazione e produttivo di riferimento.»

Stefania, tu lavori in AMU e negli anni passati ti sei occupata nella Segreteria EdC delle Povertà e del Terzo Settore che aderisce alla EdC. Immagino abbiate già lavorato al programma nazionale di quest’anno….

Stefania Nardelli 400 rid«Quando Ornella e Fabio ci hanno chiesto cosa avremmo fatto se loro fossero improvvisamente “partiti per la Thailandia”, dopo i primi attimi di sgomento, ci siamo detti che avremmo probabilmente chiamato subito tutti a raccolta, come si fa in una famiglia quando succede un fatto importante e bisogna discuterne. Dato che la nostra casa, la casa della famiglia EdC è il Polo Lionello, facendo coincidere le date con l’Assemblea dei soci della E.diC. Spa s.b., nelle date dal 24-26 maggio 2024, chiamiamo tutti a raccolta per una nuova edizione della Convention Edc Italia. Sarà una tre giorni di esperienze, buone pratiche, workshop e approfondimenti per rafforzare la comunione e accorciare le distanze. Il programma di quest’anno consiste quindi nel preparare insieme questo momento che sia di condivisione di quanto si sta portando avanti nell’EdC Italia ma anche di dialogo e confronto. Dato che esistevano già due tavoli di lavoro spontaneamente aperti su alcune tematiche, abbiamo proposto loro di diventare Circoli di Comunione, i circoli promossi nel 2022 dalla Commissione Internazionale EdC, in modo da allargare il confronto ad altri eventuali interessati sul territorio nazionale e aiutare a rilanciare la comunione nell’EdC.

Si tratta del Circolo del Terzo settore italiano dell’EdC che vuole raccogliere le associazioni e cooperative che si riconoscono nell’Economia di Comunione; il Circolo del Mondo della Finanza vicina all’EdC nato sulla spinta motivazionale di una partecipante ad Economy of Francesco e, alla luce anche di un lavoro di ascolto delle varie regioni da parte della Segreteria EdC fatto nell’anno precedente, abbiamo proposto la nascita di un terzo circolo dal titolo “Come trasmettiamo i valori dell’EdC ai collaboratori aziendali?”. Al momento i nuovi Circoli di Comunione effetivamente costituiti sono 2, ma non escludiamo la nascita di altri. Riportare il focus all’essenziale della Comunione ci sembrava il miglior modo per portare avanti, in cordata, l’Economia di Comunione

Fonte: edc-online.org




“Portico della pace” a Bologna

Il Portico della Pace nasce da una proposta della Papa Giovanni 23° nell’autunno del 2015 che ha portato alla prima marcia della Pace del primo gennaio 2016.

E’ una rete informale di espressioni varie dell’associazionismo che nella attiva e aperta società civile di Bologna trova un humus molto fertile. Portico perché da sempre i portici sono un simbolo di Bologna, ne caratterizzano l’identità, e sono segno di un luogo accogliente dove trovare riparo e potersi incontrare. Non un portico qualsiasi ma un Portico della Pace, cioè un luogo dove sognare insieme la pace e lavorare perché diventi realtà.

In diversi della comunità locale del Movimento dei Focolari abbiamo partecipato a quel primo evento e da allora siamo in cammino insieme: APG23, LMC (Laici Missionari Comboniani), Percorsi di Pace, AVOC, OFS, Pax Christi…

Dopo la marcia del 1° gennaio fu la volta del 2 giugno per la “festa della repubblica che ripudia la guerra”. Dal 2016 siamo rimasti fedeli al “pendolo” che da capodanno va al 2 giugno con una partecipazione numerosa e un coinvolgimento crescente delle autorità civili e religiose.

Con l’avvento della pandemia sono state sospese le manifestazioni di piazza ma è stato possibile continuare sul web: anche se piccolo è comunque un gesto che fa opinione, un contributo ad una causa che ci sta tanto a cuore.

Oggi il Portico della Pace continua a essere un punto di incontro fra amici: camminare insieme e lavorare gomito a gomito ci ha permesso di scoprire le tante realtà associative e le persone che le animano con impegno e entusiasmo (ultimo esempio l’azione per la Rotta Balcanica).

Attraverso questa esperienza ci siamo aperti come comunità alla città con tutta la sua ricchezza di espressioni multiculturali e religiose, di volontariato e di impegno sociale e politico. Guardare insieme alla comunità cittadina ci permette anche di cogliere le difficoltà e le opportunità per essere così più attenti e presenti, parte attiva di un percorso che, con luci e ombre, cerca di stare al passo con la storia.

Come Movimento dei Focolari Italia ci sembra che partecipare al Portico e alle sue iniziative è un “uscire fuori”, un aprirsi agli altri “spendendo” il grande dono del carisma che abbiamo ricevuto e di cui la società civile ha grande bisogno (e anche tanta stima): costruire ponti, relazioni di solidarietà e amicizia, unità fra culture e generazioni diverse. Non è l’unica occasione per farlo, ma è certamente una grande opportunità per “abitare” il fermento dell’umanità, o come dice Chiara Lubich, per «perdersi nella folla, per informarla del divino, come si inzuppa un frusto di pane nel vino».

Giulio Boschi

https://www.facebook.com/?locale=it_IT

porticodellapace@gmail.com




Educazione all’affettività e al rispetto delle differenze

Sull’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze nelle scuole c’è una proposta del Tavolo sulle misure contro la dispersione scolastica e le povertà educative, coordinato da Silvio Minnetti e promosso dalla rivista Città Nuova e dal Movimento politico per l’unità Italia, presieduto da Argia Albanese. Insieme ad una quindicina di organizzazioni (Adi, Aimc, Andis, Anp, Cidi, Diesse, Edu, Fism, Ius Sophia, Mce, Rete insegnanti Italia, Uciim, Movimento studenti di Azione cattolica, Giovani di Forza Italia, Giovani del Pd, Forum delle Associazioni familiari) il tavolo ha presentato una bozza di punti condivisi dalle diverse associazioni professionali della scuola, dagli studenti e dalle famiglie.

Il testo è stato elaborato a partire da tre proposte di legge. La prima, del 30 giugno scorso, con prima firmataria Laura Ravetto (Lega), è sulle pari opportunità femminili ed è già all’esame del ministro Valditara. La seconda proposta, del 23 marzo 2023, ha come prima firmataria Irene Manzi (Pd) ed è sull’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze nelle attività didattiche delle scuole. La terza proposta, prima per ordine di presentazione (19 ottobre 2022), ha come prima firmataria Stefania Ascari (M5S), e chiede l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e nei corsi di studio universitari

A partire dalle tre proposte di legge, lo scorso 9 novembre il Tavolo sulla dispersione scolastica e le povertà educative ha chiesto all’omonimo Intergruppo parlamentare e alle tre onorevoli che hanno avanzato le proposte di legge, di lavorare insieme per arrivare all’approvazione di un documento condiviso. Erano presenti, oltre a Manzi, Ascari e Ravetto, anche la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, Rosaria Tassinari di Forza Italia, Francesca Ghirra di Alleanza Verdi Sinistra, Valentina Grippo di Azione, Giovanna Miele della Lega, Sara Ferrari del Pd.

Serve uno sforzo da parte di tutti i partiti, al di là delle ideologie, per il bene prioritario delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi.

Educazione all’affettività e al rispetto delle differenze

Documento condiviso dal Tavolo contro la dispersione scolastica e le povertà educative

Per fronteggiare in modo adeguato le situazioni di povertà educativa che coinvolgono in diverse forme un’ampia platea di giovani in età evolutiva (collocabili nella fascia di età compresa tra i 12 e i 18 anni) e che riguardano in modo particolare la sfera dell’educazione socio-affettiva e relazionale e alla parità di genere, tutte le realtà associative e le rappresentanze coinvolte nel presente Tavolo parlamentare sostengono in modo convinto e condiviso i seguenti punti:

  • Non introdurre una specifica disciplina scolastica (Educazione alla sessualità o affettività), ma sollecitare interventi specifici di educazione socio-affettiva, sessuale e relazionale nell’alveo delle discipline curricolari e in particolare dell’Educazione civica, evidenziandone il valore formativo.
  • Prevedere l’integrazione di obiettivi specifici di apprendimento e traguardi di competenzelegate all’educazione socio-affettiva, relazionale ed emotiva nell’ambito delle vigenti Linee guida e nelle Indicazioni nazionali per il curricolo, in modo da rendere chiaro, prescrittivo, omogeneo e monitorabile l’intervento delle scuole su tutto il territorio nazionale.
  • Coordinare gli interventi educativi in materia nei vari cicli di Istruzione, garantendone la necessaria continuità.
  • Definire le Linee guida per l’educazione affettiva, sessuale e socio-relazionale nell’ambito di uno specifico tavolo di consultazione con mondo della scuola e famiglie tramite le rispettive associazioni rappresentative, nel rispetto dell’Autonomia scolastica e del ruolo specifico delle famiglie stesse in un’ottica di coinvolgimento degli attori del processo e di creazione di alleanze educative strategiche.
  • Adottare sapientemente come prospettiva-cardine delle Linee guida, scevra da ideologismi controproducenti e divisivi, il tema dell’educazione al RISPETTO per sé stessi e per l’altro, in un’ottica di riconoscimento e accettazione del sé e delle diversità.
  • Il compito educativo spetta in modo primario alla famiglia, come istituto a ciò deputato secondo il dettato costituzionale (artt. 30 e 31). Aiutare e supportare le famiglie attraverso eventi di formazione ad esse rivolti, più capillarmente proposti a livello territoriale.
  • Tale compito è condiviso con altre agenzie educative come la scuola, nel cui ambito esso è primariamente in carico agli insegnanti e al personale scolastico, ossia alle figure impegnate in prima linea nella relazione con gli alunni. Per tale ragione, piuttosto che delegare l’educazione all’affettività ad esperti esterni o relegarla ad iniziative formative estemporanee, occorre agire in modo prioritario sulla Formazione in ingresso e sull’Aggiornamento professionale in itinere del personale docente ed educativo, perché sia realmente accertato il possesso di specifiche competenze di carattere psico-pedagogico.
  • Garantire all’educazione socio-affettiva, relazionale e sessuale i caratteri dell’inclusività e della centralità della dimensione dell’ascolto dei bambini e dei giovani, con un’attenzione particolare alle situazioni di maggiore fragilità e di rischio emarginazione.
  • Definire in modo chiaro il ruolo delle altre agenzie educative presenti sul territorio(associazioni, enti, Servizi sociali, professionisti) incentivando i Patti di Comunità.

Leggi tutto su Città Nuova 

Vedi anche il Comunicato Stampa Mppu Città Nuova




Grottaferrata (Roma), “Quando l’arte adotta la solidarietà”

Riceviamo e pubblichiamo.

Continuano le iniziative dell’Amministrazione del Comune di Grottaferrata in collaborazione con AFN sul tema dei diritti dei bambini più fragili.

Di Giovanna Pieroni

Bambini che soffrono la fame, non hanno un luogo sicuro dove giocare, e sono deprivati dei diritti fondamentali, come quelli della salute e dell’istruzione. Ma anche bambini che in un’altra parte di mondo, forse hanno tutto, ma sono deprivati di sogni, e intossicati da apatia e indifferenza che, spesso purtroppo assistiamo impotenti trasformarsi in  sentimenti di odio e violenza.

A Grottaferrata, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la volontà dell’Amministrazione comunale, in particolare dell’Assessore alle Politiche Sociali Francesca Maria Passini, è stata quella di non trascurare nessuno di loro, sensibilizzare la cittadinanza su questi temi di rilevanza sociale, creare, valore e coesione, e dare un sostegno reale a chi è in difficoltà.

Lo strumento del sostegno a distanza è risultato molto efficace in quanto consente di  approfondire la conoscenza di realtà culturalmente, socialmente e geograficamente diverse, metterle in comunicazione, valorizzando e potenziando sentimenti e capacità di cooperazione, dialogo, reciprocità. Sentimenti che in un’epoca definita di “passioni tristi”, ne abbiamo tutti bisogno!

La serie di iniziative culturali ha visto coinvolti gli Istituti scolastici del Comune, a cui è stato proposto di conoscere di più la realtà difficile di bambini svantaggiati  e il progetto in Thailandia di Azione Famiglie Nuove, attraverso un videoreportage. Gli alunni hanno quindi lavorato realizzando delle creazioni artistiche sul tema dei diritti umani e il 20 novembre,  giorno della ricorrenza, sono tornati a casa con uno zainetto colorato e un piccolo “passaporto dei diritti del Bambino”, donati dal Comune. Uno stimolo a “mettersi in viaggio” idealmente verso i loro coetanei in condizioni di disagio sociale, conoscere meglio quelle realtà.

Un’altra iniziativa comunale ha previsto il coinvolgimento degli artisti del territorio che hanno aderito con entusiasmo all’invito di donare una loro opera per sostenere i bambini della Thailandia: 46 quelle raccolte tra cui anche alcune di particolare prestigio. Tutti gli elaborati compresi quelli delle scuole, sono stati esposti e proposti ad un’asta di beneficienza, dal titolo “Quando l’arte adotta la solidarietà”, che si è svolta il 19 novembre 2023 in Biblioteca comunale.

Oltre all’Assessore Passini, che ha presentato l’iniziativa, era presente il Sindaco Mirko di Bernardo che ha inaugurato la panchina blu dedicata ai diritti dell’infanzia nel giardino antistante la biblioteca; e ha sottolineato che l’idea della politica, è proprio questa: fare qualcosa per gli altri, porsi al servizio della Città. Il valore alla base di tutto questo, è quello della fraternità, che la trasforma  in una comunità.

L’asta, che ha visto il contributo importante dell’associazione Anteas e Elysium Chorus APS, si è svolta in questo clima: i banditori si sono alternati nel chiamare le opere che, dato il numero consistente, sono state necessariamente proposte in slot di quattro unità; e questo è stato di stimolo per i numerosi partecipanti presenti in sala, ad associarsi e collaborare acquistando in gruppo quadri, aventi un prezzo base molto accessibile, e sostenere insieme i bambini della Thailandia. Alcuni artisti in questo clima di stima e fiducia reciproca, non solo hanno presentato la propria realizzazione, ma hanno desiderato condividere l’intimo frutto di un’esperienza interiore da cui è scaturita, percependo che poteva essere compresa e apprezzata al meglio.

Per l’Assessore Passini, “guardare lontano, fino alla Thailandia, ci ricorda quanto sia nostro dovere, a livello individuale ma anche di Amministrazione comunale, non fermarci al nostro ristretto ambito, perché le realtà che hanno necessità di sostegno sono moltissime. La Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia vale per tutti i bambini del mondo: il diritto alla vita, all’istruzione, alla salute, alla protezione dagli abusi sono internazionali e non possiamo dimenticare chi è distante da noi”.

La serie di iniziative si erano avviate con un primo evento svolto il 29 ottobre 2023 dal titolo “Pronti, infanzia e via…!”, realizzato  in collaborazione dall’Amministrazione Comunale con Azione Famiglie Nuove, che ha presentato i programmi nutrizionali, alimentari, sanitari a favore di bambini svantaggiati. Sviluppandosi in centri, doposcuola  e scuole consentono non solo di aiutare il singolo bambino, ma le famiglie e le comunità che gli sono intorno e che gli daranno realmente la possibilità di riscattare la propria condizione  e realizzare il proprio futuro. In particolare in quella occasione è stato approfondito il contesto, le attività e finalità del progetto Thailandia, anche attraverso la viva voce di coordinatore del progetto, in collegamento live con i partecipanti: “Tanti bambini scappano dalla guerra in Myanmar, la guerra più lunga e dimenticata al mondo. Arrivano in Thailandia con la speranza di mettere fine alle sofferenze, ma non è facile ricominciare una vita; provengono da famiglie disastrate, e da gruppi etnici diversi, emarginati non possono andare a scuola; ma grazie al progetto possono tornare a sognare; a sorridere”.

Ed in fondo questo l’obiettivo della serie di iniziative promosse dall’Amministrazione comunale e in particolare dall’assessore Francesca Maria Passini, che ringraziamo sentitamente per la passione e l’impegno profusi: fare qualcosa di concreto per rispondere alle necessità di tanti bambini veramente bisognosi di tutto e  riportare il sorriso nei loro occhi, accendere un sogno nel loro cuore. E mentre facciamo qualcosa per loro e con loro, assistiamo al miracolo di vedere sbocciare anche il nostro!

Sì… perché la solidarietà porta una gioia contagiosa che ha un gusto particolare perché la vita acquista un significato più autentico  e questa è la nostra esperienza e anche quello che vorremmo comunicare alle nuove generazioni.

E non è finita qui… E’ infatti in programma una ulteriore iniziativa a cui diamo vi diamo appuntamento e che potrà portare ulteriore sostegno per i bambini del progetto Thailandia. Il concerto natalizio a cura di Elysium Chorus APS il 21 dicembre 2023. Siamo tutti invitati a partecipare!




Progetto: “Prendersi cura dell’Italia”. Carta degli impegni

Il progetto “Prendersi cura dell’Italia” è stato sollecitato dall’urgenza di rispondere alle ferite della società causate, a più livelli, dall’attuale pandemia.

In Italia esiste un tessuto sociale molto attivo. Anche nell’ambito del Movimento dei Focolari, i suoi membri hanno intrapreso varie iniziative, spesso in collaborazione con altre persone e associazioni/istituzioni.

Papa Francesco, nell’enciclica “Fratelli tutti”, afferma: “Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un “noi” che abita la Casa comune (da “Fratelli tutti” – par. 17).

Da qui, l’obiettivo concreto del Progetto “Prendersi cura dell’Italia”: partendo dalle numerose azioni già in atto, vorremmo contribuire a costituire questo “noi” e diffondere  una cultura nuova, la cultura della cura.

La “Carta degli impegni” vuole essere uno strumento per l’applicazione di questo Progetto:guardare insieme alla complessità dei problemi e cercare di lenire le tante ferite che attraversano il nostro Paese, senza esimerci di rivolgere lo sguardo al mondo intero. Questa “Carta” enuncia, a titolo esemplificativo, alcune azioni che potranno essere prese di mira ma vuole rimanere un documento aperto a tutte quelle che si renderanno necessarie.

Il luogo privilegiato in cui poter declinare le più varie azioni attuative del Progetto, sono le numerose comunità locali sparse in tutto il Paese che potranno renderlo così più solidale.

L’auspicio è che ciascuno possa sperimentare gli effetti del “prendersi cura” gli uni degli altri!

Carta degli Impegni

Per maggior informazioni verso.impegnocivico@gmail.com




“Economia disarmata”: gruppo di riflessione e azione

Gruppo di riflessione e azione su disarmo, riconversione e cammino della pace   promosso dal Movimento dei Focolari Zona Italia

Dopo la prima assemblea generale del Movimento dei Focolari in Italia, tenutasi a Castel Gandolfo dal 23 al 25 ottobre 2015, si è costituito un gruppo di lavoro per dare attuazione alla direttiva di seguire l’impegno per la costruzione della pace a partire dalle scelte nel campo della finanza e dell’industria del nostro Paese.

Il gruppo, che si è autodefinito, perciò, con il nome di “Economia Disarmata

  • Esercita un’attività di riflessione a servizio di azioni coerenti e consapevoli
  • Promuove direttamente e sostiene le attività di formazione e di impegno che si intende intraprendere in tal senso in Italia
  • Esprime posizioni nel dibattitto pubblico in concorso e condivisione con i responsabili nazionali del Movimento dei Focolari.

L’impegno per la pace è coessenziale al carisma dell’unità del Movimento nato storicamente con Chiara Lubich, sotto il bombardamento della città di Trento, e che ha come cofondatore Igino Giordani, che si definiva “deputato di pace” e perciò segno di contraddizione. Un tratto mantenuto ben saldo nel servizio svolto da Città Nuova con riferimento ai ricorrenti scenari di guerra.

Il primo compito da affrontare è quello dell’educazione integrale capace di alimentare una coscienza in grado di ribellarsi sempre verso la menzogna e la violenza.

Come osserviamo abitualmente, la consapevolezza dell’ingiustizia può produrre, invece, solo un’indignazione temporanea perché prevale l’accettazione della sconfitta, l’inutilità dell’azione secondo giustizia.

La diffusione più efficace del messaggio con i social media o la presenza agognata sui maggiori mezzi di informazione non risolvono la questione principale di trovare un soggetto umano capace di prendere posizione, anche da solo se necessita. Ce ne accorgiamo con molti dei nostri compagni di viaggio, anche e soprattutto credenti, che, pur bravi e sensibili, hanno interiorizzato una sconfitta profonda, fino a percepire l’impossibilità di poter fare qualcosa per cambiare il mondo.

Esiste una frattura molto profonda nel vissuto personale conseguente alla fine di ogni mito rivoluzionario. Il campo educativo, non solo per giovani, va quindi pensato a partire da questo stato di cose trovando il modo efficace per andare alle radici della coscienza con percorsi di interiorizzazione della vicenda di Milani, Mazzolari, La Pira, Giordani, Capitini, ecc.

Tra le tappe del percorso di questo gruppo di lavoro si segnala il sostegno all’iniziativa sulla politica di pace e disarmo promossa il 16 marzo 2016 presso la Camera dei deputati dai Giovani per un mondo unito e dalle scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità.  Il dialogo avviato con alcuni parlamentari e pezzi della società civile ha condotto i responsabili del Movimento dei Focolari in Italia a prendere esplicita posizione sulla violazione della legge 185/90 che vieta l’invio di armi nei Paesi in guerra.

Di Economia civile e disarmata si è parlato, in maniera sempre più approfondita, e creando sinergie, con l’istituto universitario Sophia , il Polo Lionello per l’economia di comunione e Banca Etica a Loppiano il 19 aprile 2016.

Sempre a Loppiano, l’11 maggio si è svolta un’intera giornata seminariale promossa da Made in the world (associazione di riflessione per l’impegno sindacale), dove è stata affrontato il nodo della politica industriale di Finmeccanica e il ruolo dei lavoratori nelle aziende di armi.

Per dare continuità all’impegno e all’esplicita presa di posizione del Movimento dei Focolari in Italia, si è stimolato un confronto aperto in sede parlamentare con un seminario promosso dal Movimento politico per l’unità il 5 luglio 2016 presso la Camera dei Deputati su “Guerre, scelte di pace e riconversione industriale”. L’incontro è stato promosso assieme a numerose associazioni e reti civili con la partecipazione, oltre di deputati senatori diversi parlamentari delle commissioni industria e difesa, di due relatori di prestigiosi centri di ricerca: l’istituto Archivio Disarmo, con il quale è già iniziato un rapporto di collaborazione, e l’istituto Affari internazionali.

Alla questione dell’Economia disarmata è stata dedicata una parte significativa del programma della scuola estiva promossa a Siracusa dal 2 al 12 agosto 2016 dai Giovani per un mondo unito.

Il Movimento dei Focolari ha aderito e invitato alla partecipazione della Marcia Perugia Assisi 2016 per la pace e la fraternità del 9 ottobre, facendo precedere tale gesto, che ha coinvolto come sempre un centinaio di migliaia di persone di diverse culture, da un convegno svoltosi il 5 ottobre presso il Centro La Pira di Firenze assieme a  diverse associazioni (Fondazione Balducci, Rete Disarmo, Fondazione don Milani, Dialogo interreligioso).

In questa occasione i presenti, hanno ricevuto l’invito a continuare nella strada intrapresa da Michele Gesualdi, uno dei ragazzi della scuola di Barbiana che resta l’esperienza feconda di formazione delle coscienze alla pace senza sconti e compromessi fino alla necessaria disobbedienza alle leggi ingiuste.

Nell’ottica di andare alle radici di una scelta di pace è stato avviato un percorso di confronto tra la scuola del pensiero del realismo politico che giustifica la guerra giusta (Niebuhr), il centro La Pira di Firenze e l’associazione italiana Thomas Merton.

In vista della settimana mondo unito a Firenze del maggio 2017 si vuole offrire, tra l’altro, una conoscenza sempre più diretta dell’esperienza di don Milani andando alle radici del ripudio della guerra espressa nella lettera ai cappellani militari.

Nel più lungo termine, si vuole proporre  a cominciare dall’estate 2017, nel pieno del triennio di rievocazione del primo conflitto mondiale, un percorso di approfondimento sui luoghi dove si è consumata “l’inutile strage” che, secondo una certa retorica, avrebbe forgiato l’unità nazionale, ma che, in effetti, rappresenta la rottura epocale, spesso rimossa, che continua a segnare la nostra epoca avvolta da quella che papa Francesco invita a riconoscere come una guerra mondiale a pezzi alimentata da un’insensata economia delle armi.

Vedi anche articolo su Città Nuova

Per aggiornamenti, contributi, promozione iniziative, scrivere  a

bankmob@focolare.org

economia.disarmata@gmail.com

Facebook

https://www.facebook.com/economiadisarmata/

Blog tematici

http://economiadisarmata1.blogspot.it/

http://guerragiusta.blogspot.it/

http://menzognagrandeguerra.blogspot.it/




Focolari e migranti: Cooperativa “Una Città Non Basta”

Gianni Caucci, imprenditore appassionato di musica, dirigeva il coro della parrocchia quando ha deciso con i componenti di allargare i rapporti positivi che si erano creati tra loro alla comunità circostante. Nel tempo si sono avvicinati agli altri, venendo a conoscenza di tante situazioni diverse, anche di grandi difficoltà economiche, così hanno iniziato a raccogliere beni, cibo, soldi e tempo, per donarli a chi ne aveva bisogno.

Si è creata una rete che è diventata un’associazione di volontariato chiamata “Una città non basta Onlus”, allargatasi sempre di più fino a far nascere l’esigenza di rendere un “servizio” più concreto alla comunità e avere una soddisfazione personale, visto che bisognava dedicargli sempre più tempo e aumentavano le richieste di aiuto e sostegno.

Nasce quindi la Cooperativa “Una Città Non Basta impresa sociale”, in cui ora lavorano operatori come psicologi, assistenti sociali, operai, muratori e avvocati. Infatti, oltre alla necessità di figure professionali per gestire situazioni delicate, un aiuto importante arriva dall’ambito lavorativo, che dona agli assistiti dignità e libertà.

La Presidente, Maria Rosaria Calderone, si dedica interamente alla Cooperativa, che ha una sede a Marino, dove si coordinano tutte le attività ed è attivo il  PIS (Pronto intervento Sociale), servizio per senza fissa dimora nei Comuni di Marino e Ciampino, con accoglienza serale/notturna insieme ad un N. Verde per l’aiuto e l’assistenza  Sociale.  Altra sede sul territorio è a Velletri, un edificio che apparteneva al Don Orione, diventata casa per famiglie migranti da dieci anni. Inoltre “Una Città non Basta” ha dato impulso ad un ulteriore progetto, ristrutturando una casa che verrà adibita all’accoglienza di donne vittime di violenza, a seguito di un bando indetto dal comune di Roma, vinto dalla cooperativa che tuttavia è stata l’unica ad aderire.

L’accoglienza è verso tutti coloro che sono emarginati, come ex tossicodipendenti in buone condizioni fisiche e mentali che ancora non vengono ufficialmente accettati dalla società. La Cooperativa affianca e sostiene le persone, diventando molto importante per le vite che incontra. Una signora che si trovava in grandi difficoltà, racconta Gianni Caucci, gli disse che nessuno nell’ultimo periodo l’aveva cercata, neanche i suoi familiari, se non le persone della Cooperativa.

Una famiglia afgana numerosa è accolta a Marino. Tra i componenti un bambino a cui Gianni ha aggiustato la macchinina telecomandata, che è arrivato in Italia con la mamma e la sorella tramite i ponti aerei del 30 agosto 2021. Con tante altre persone accolte, stanno imparando la lingua grazie al lavoro di docenti volontari che si recano periodicamente al centro. Si cerca di capire quali siano i sogni, i desideri e le capacità di queste persone, in modo che possano un giorno uscire dai centri di accoglienza e rendersi indipendenti.

Non avendo scelto di venire in Italia, a volte mostrano difficoltà nell’accettare la loro situazione. Una ragazza accolta dalla cooperativa continua ad avere il desiderio di tornare nel paese di origine, forse perché ha lasciato degli affetti quando è partita, sebbene la situazione sia molto complicata.

Altro episodio di cui ci rende partecipi Gianni: un giorno Maria Rosaria è entrata in ufficio lamentando che i bambini accolti avevano bisogno di giubbotti. Dopo qualche remora presentata dalla contabile, che le mostrava i pochi fondi a disposizione, comunque comprarono queste giacche, per una spesa di circa trecento euro. Il caso ha voluto che tornate in sede, alla visualizzazione dell’estratto conto, avessero ricevuto una serie di bonifici di una somma più o meno corrispondente a quella spesa, fatti da persone che liberamente donano per sostenere i progetti.

Far funzionare la Cooperativa è un lavoro impegnativo, portato avanti con fatica e speranza per il futuro. Gianni Caucci racconta come si sia ispirato al pensiero di Chiara Lubich: rendere concreto l’amore. Dopo la sua morte si è sentito in dovere di agire: “Forse non sono la persona più adatta a esprimere il pensiero di Chiara a parole, ma sento il dovere di provare a metterlo in pratica, per quanto ho ricevuto nella vita”. Ha parlato della libertà di esprimersi, di donare ed essere ricambiati: “Anche un caffè può essere mezzo di felicità e relazione, oltre che un segno di parità, se è un dono”.

Sia Gianni Caucci che Maria Rosaria Calderone hanno insistito sul tema dell’integrazione, sotto una prospettiva capovolta: dobbiamo pensare non solo alle persone che vengono accolte ma anche a chi accoglie. Non si è sempre pronti al diverso, anzi se ne ha paura, è importante perciò creare dei ponti tra le comunità locali e le realtà di accoglienza, mettendo in relazione le persone nella quotidianità.

Lavorare nella cooperativa dà soddisfazione e gioia, proprio in virtù dei legami che si creano. I volontari insieme ai lavoratori sono sempre in fermento, impegnati e totalmente dediti alla loro attività. Gianni Caucci, persona molto gioviale, aperta e desiderosa di raccontarmi le vicende della Cooperativa, non nasconde che ci possano essere degli scontri perché si è di culture diverse, si vive in tanti e insieme. L’importante è confrontarsi per cercare di raggiungere un “sentire” comune. Così conclude, mentre beviamo un caffè.

Miriana Dante

SITO WEB UNA CITTA’ NON BASTA

SITO COOPERATIVA




Associazione Arcobaleno Milano

L’Associazione Arcobaleno
Nel cuore di Milano, l’Associazione Arcobaleno è un’iniziativa sociale nata 40 anni fa per opera di alcuni giovani del Movimento dei Focolari e divenuta un esempio riuscito dell’integrazione e dell’inclusione delle popolazioni straniere in Italia. L’obiettivo dell’associazione è quello di accogliere e promuovere l’inclu- sione sociale delle persone migranti. Le fondamenta dell’iniziativa partono da una frase di Chiara Lubich: «Amare la patria altrui come la propria». Alle origini, un torneo di calcio, il Mundialito, che nei primi anni ’80 radunava giocatori da oltre 24 nazionalità. A questo col tempo si è aggiunta la Scuola di Italiano, che è riuscita a cogliere fino a 1.500 studenti all’anno e che oggi costituisce l’attività principale dell’associazione. Oltre a questa ci sono i corsi di inglese, di informatica, il centro di ascolto per le donne, lo sportello di assistenza legale, e i servizi per le famiglie bisognose attraverso la Spesa Sospesa e il Banco Alimentare.

Contatti
E-mail arcobalenoass@libero.it Tel 02 89400383

 




Progetto Mazao

Giovedì 12 gennaio ore 11,30 atterriamo a Mombasa in Kenya, ad attenderci il nostro amico Joseph con un pulmino otto posti dove saliamo noi, Manuela e Gigi, Mirko e Betty e tutte le nostre valigie piene di ogni ben di Dio…..da quel momento inizia la nostra avventura in Africa destinazione Watamu.

Alloggiamo in una casa di amici italiani all’interno di un villaggio turistico nella costa a cento metri dalle rive dell’oceano indiano acqua cristallina e spiaggia bianca. Lo scopo principale di questo viaggio è visitare i villaggi e le persone che sono entrate a far parte del progetto Mazao e riguardo a questo vorremmo dirvi qualcosa.

Mazao è un’associazione no-profit nata da un gruppo di amici vicentini e non solo, che si impegna a dare dignità e aiuto a tante famiglie, con progetti di sostegno scolastico, di sviluppo agricolo e di alimentazione.

L’investimento più importante da parte di Mazao è stato quello della costruzione di una scuola con la cucina e il refettorio annessi, in modo che i bambini che la frequentano,oltre all’istruzione possano mangiare un pasto completo almeno una volta al giorno.

In tutto questo siamo aiutati da Joseph e Merci una coppia del posto, sensibile alla situazione di povertà delle persone di cui vengono a conoscenza,che si occupa di mantenere le relazioni tra noi e loro. Qualche giorno dopo il nostro arrivo ci raggiunge Nicola del focolare di Bari, ospite per qualche settimana alla Cittadella Piero, che da un paio di mesi, essendo un tecnico agrario, si è reso disponibile li a Watamu per incentivare i progetti agricoli e non solo.

Ora saremo felici di condividere qualche esperienza fatta in quei giorni e le persone legate a essa.

Il giorno dopo il nostro arrivo ci aspettano Mugandi, sua moglie e i loro sette figli; fino ad un paio d’anni fa vivevano in una capanna molto povera e essenziale, lontani dal centro, in una terra che genera solamente sassi, quindi non adatta nemmeno per un piccolo orto.

Mugandi lavora in un villaggio turistico ma la pandemia ha chiuso le porte a qualsiasi possibilità di guadagno. Ecco allora che Mazao inizia a prendersi cura della loro situazione garantendo cibo, sostegno scolastico e una nuova casa.

Al nostro arrivo è stato bello vedere la rinascita di questa famiglia, ora Mugandi è tornato al suo lavoro riuscendo a procurare il cibo per tutti mentre continuano per i figli i sostegni scolastici. Altra famiglia speciale è quella di Jey….da beach boys (ragazzo della spiaggia) prima della pandemia, in seguito con Mary sua moglie, hanno avuto tre figli e successivamente adottati quattro di sua sorella e due di suo fratello morti a breve distanza.

Attualmente la sua famiglia è composta da nove figli e tre adulti compresa la sua mamma. In questi ultimi mesi Jey si è ammalato gravemente, ma con l’aiuto di Dio e della provvidenza che si è fatta carico delle spese mediche, pian piano sta tornando in salute.

Loro possiedono un grande appezzamento di terra e in questo momento lo stiamo accompagnando nella coltivazione acquistando i semi, i tubi per l’irrigazione ecc. cosi che possa continuare a mantenere la sua grande famiglia!

Anche alcuni dei loro figli rientrano nei sostegni scolastici. Lo scopo di Mazao è quello di fare in modo che nel tempo, queste persone possano sostenersi e provvedere al mantenimento delle loro famiglie.

Qualche giorno dopo il nostro arrivo Joseph e Merci hanno organizzato una grande festa con tutti i bambini che rientrano nel progetto di sostegno scolastico e le loro famiglie. Ci hanno accolto nel villaggio con i loro balli e hanno preparato, in un gran pentolone, un cibo tipico africano a base di riso e carne di capra; nel pomeriggio Mirko con le sue danze, ha coinvolto tutti, bambini e adulti e alla fine la giornata si è conclusa con la premiazione degli alunni per i risultati scolastici raggiunti e la consegna a ciascuno di materiale scolastico che avevamo portato in valigia Nei loro visi solo tanta gioia….come le serate dove abbiamo proiettato il Re Leone in due villaggi: ci ha commosso pensare che era la prima volta che i bambini vedevano un film!

Questi episodi sono solo una parte dei dieci giorni vissuti, restano nel nostro cuore i loro sguardi sereni nonostante la povertà, la loro pazienza e sopportazione nelle situazioni difficili. Da parte nostra tanta riconoscenza, per la natura meravigliosa, il cielo stellato e le lunghe passeggiate in riva al mare. I pranzi, le cene e le condivisioni profonde tra noi sette, unito a tutto il resto, hanno fatto si che questo viaggio rimanga per noi indimenticabile!

Arrivati a casa l’impegno con Mazao va avanti, la rete di persone sensibili e motivate continua a crescere con l’impegno nelle varie attività come bancarelle, vendita di panettoni, uova di Pasqua, concerti ecc, lo scopo è quello di raccogliere fondi per continuare ad aiutare tanti fratelli molto, ma molto meno fortunati di noi.

Cristina e Maurizio, Nicola , Gigi e Manu, Mirko e Betty

http://mazaoproject.org




Camminare insieme? Non è facile…ma ce n’è proprio bisogno!

Sull’incontro di Retinopera a Bologna

Le parole del titolo riprendono quelle pronunciate dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in apertura ed in chiusura del convegno Retinopera 2002-2022: lavorare e camminare. Cattolici nell’economia, nel lavoro e nel sociale: orizzonti per il terzo millennio. L’evento, organizzato il 27 novembre 2022, si è svolto a Bologna, nella splendida sede di Coldiretti Emilia-Romagna a Palazzo Merendoni. Oltre ai rappresentanti delle associazioni cattoliche affiliate a Retinopera (sono 24, tra cui anche il Movimento dei Focolari), hanno partecipato numerosi relatori e decine di uditori, riempiendo l’aula nonostante l’evento fosse di domenica mattina.

Tante le sfide toccate, così come le contraddizioni emerse sull’Italia di questi anni. Siamo notoriamente un paese “familistico”, ma con poche politiche che sostengano la famiglia stessa. Siamo tra i più ricchi al mondo per corpi intermedi (basti pensare che il Centro Servizi per il Volontariato serve 80.000 enti e che ci sono circa 10 milioni di volontari), ma il rischio di individualismo è concreto anche nel mondo delle associazioni. E che dire poi dell’ambiente? La crisi climatica è ormai conclamata eppure si consumano 19 ettari di suolo al giorno in Italia, la cifra più alta degli ultimi 10 anni. Come se non bastasse, abbiamo 5,5 milioni in povertà assoluta secondo l’Istat, nonché 15 milioni a rischio povertà. In questo quadro drammatico, poi, i migranti fanno quotidianamente da emblema delle ingiustizie del nostro tempo, spinti verso di noi anche da un continuo aumento di popolazione a cui fa da contraltare il nostro “inverno demografico”.

Che fare allora? C’è accordo unanime sul fatto che ognuno sia responsabile di qualcosa, e ce n’è altrettanto su alcune metafore usate: quella del camminare (senza correre né stare fermi, quindi) ma anche quella del buon samaritano (con attenzione però a rendere più visibile cioè che facciamo!).

È ancora il card. Zuppi a ricordare i nostri limiti ma anche la nostra forza: ci accorgiamo molto di noi e poco degli altri…ma proprio questo dà valore al mettersi assieme, a patto che sia sempre una “comunione delle differenze” come è negli intenti di Retinopera.

Gabriele Manella




A Cosenza un progetto per l’accoglienza delle mamme Ucraine

Riceviamo e pubblichiamo.

Immaginando il mio futuro qui… di Anita Leonetti

Il progetto di accoglienza per le mamme ucraine a Cosenza è realizzato da AFN in collaborazione con le Suore Minime della Passione di N.S.G.C che hanno messo a disposizione la casa dove ad oggi risiedono le donne ospiti con i loro figli. Il progetto prevede, oltre alla prima accoglienza, anche un supporto nelle pratiche burocratiche e sanitarie, un accompagnamento all’istruzione e all’apprendimento della lingua italiana e un supporto psicologico. Le attività vengono portate avanti da un’equipe multidisciplinare che, negli ultimi sei mesi, ha accompagnato le donne e i bambini nei loro percorsi di autonomia, in collaborazione con una rete di volontari, associazioni e realtà territoriali che sostengono il progetto. Ad oggi nella casa famiglia vivono 3 mamme con 4 bambini. Eugenia è una di queste.

 “Mi chiamo Yevheniia, Eugenia in italiano ed ho due figli: Artom di 10 anni ed Elisa di 9 anni. Vengo da Odessa, che si trova nella parte meridionale; lì facevo diversi lavori, anche il muratore”.

 Quando sei arrivata in Italia e come?

Appena è scoppiata la guerra,  insieme ai miei figli abbiamo lasciato la casa e tutta la nostra vita per metterci in salvo. In Italia, e precisamente a Cosenza, erano presenti dei parenti ed allora ho deciso di arrivare fin qui. Per un paio di settimane siamo stati ospiti a casa loro, ma poi non è stato più possibile per tanti motivi, tra questi, anche la precarietà economica, io non lavoravo ed i miei bambini avevano delle necessità. Tramite una rete di connazionali sono entrata in contatto con Angela, che poi ho scoperto essere la mediatrice del progetto che ci ha accolti. Ho chiesto aiuto e lei e la stessa sera, era il 30 aprile, è venuta a prenderci per accompagnarci in questo posto che oggi considero come la mia seconda casa. Qui ho trovato le suore, Mariella, la referente di AFN, e Maria Pia, l’operatrice che non solo ci hanno accolti ma ci hanno aiutato e supportato in tutto. Sin dai primi giorni insieme a Maria Pia ho iniziato a conoscere la città, siamo andate a scuola per l’iscrizione dei bambini, ho trovato piccoli lavoretti ed ho iniziato a vivere serenamente.

Raccontaci brevemente la tua esperienza in casa famiglia

La mia esperienza qui è molto positiva. La casa è accogliente, io ho una stanza grande con il bagno in camera, c’è un soggiorno, una cucina ed un ampio cortile. Le operatrici sono bravissime, sempre disponibili, non mi hanno fatto mancare nulla, io devo ringraziare loro se oggi lavoro e posso provvedere alle esigenze dei bambini. Ho ricevuto tanto, dagli indumenti, ai beni primari. Durante i mesi estivi, siamo stati ospitati sempre in una casa delle suore a Paola, una località di mare, dove abbiamo trascorso una settimana, un’esperienza bellissima! In casa famiglia oltre a me, c’erano altre 5 mamme con 9 bambini. A volte, ci sono stati momenti di difficoltà dovuti alla convivenza e allo stress, ma grazie al lavoro con le operatrici e con la psicologa, li abbiamo superati. Al momento la mia vita e quella dei miei figli è molto impegnata: io lavoro tutte le mattine e spesso anche i pomeriggi, i miei bambini vanno a scuola e poi sono affidati alle cure dell’operatrice, Maria Pia, che è molto cara, disponibile, è con lei che ho imparato tante cose.

Perché è stato importante ricevere un supporto in questo momento difficile?

Avere delle persone che si sono prese cura di noi è stato indispensabile per superare i momenti di paura e di incertezze. Maria Pia ed Angela, la mediatrice, sono state presenti in tutto: nella parte documentale, infatti ho il permesso di soggiorno,  il medico di base, ho fatto i vaccini ed anche le visite specialistiche necessarie; e anche nella vita di tutti i giorni, non mi è mancato nulla. Mi sono sentita capita accolta aiutata e supportata. Mi fido di loro, anche della dott.ssa Venuto, la psicologa che ha fatto gli incontri settimanali con tutte noi. Oggi mi ritengo fortunata, nonostante quello che abbiamo vissuto, molte ragazze che conosco sono dovute rientrare in Ucraina perché non hanno trovato persone che le hanno aiutate e non ce l’hanno fatta, mentre io sto immaginando il mio futuro qui a Cosenza. Mi aiuterà l’equipe della casa famiglia a trovare una casetta, cosi come hanno fatto con un’altra mamma che oggi vive in una piccola casa nel centro storico, Maria Pia va da lei due volte a settimana per assicurarsi che abbia tutto. Voglio che i miei figli crescano in un ambiente sicuro, senza guerra.

Maria Pia, l’operatrice della casa famiglia che lavora a stretto contatto con le mamme e i bambini, ci racconta:

Lavoro da diversi anni come educatrice nella casa famiglia per minori gestita dalle suore minime; quando è partito questo progetto con AFN è stata subito una nuova sfida per me  e ho accettato subito spinta dalla sensibilità verso chi, ha dovuto lasciare la propria vita e la propria terra a causa della guerra. Per me è stata un’esperienza bella arricchente, ci sono stati momenti difficili, ma che abbiamo gestito con l’aiuto della mediatrice. Le mamme accolte sono donne forti che credono nel loro ruolo, anche dopo ore di lavoro rientrano a casa e si occupano con amore dei figli; sono donne che hanno avuto il coraggio di lasciare la loro vita con l’ottimismo di iniziarne una nuova. Gratificante è stata anche la rete di volontari che si è creata, è bello constatare che ci sono persone piene di sensibilità vero chi ne ha bisogno.

Visita il sito AFN Onlus

Leggi la rivista Spazio Famiglia

 

 

 




Un Ponte per il Libano: in arrivo a Beirut la seconda spedizione di farmaci

Il 1 aprile sono partiti con destinazione Beirut 12 pancali di farmaci essenziali e materiale per le medicazioni: 2,5 tonnellate in tutto. Il primo carico era arrivato alla vigilia di Natale con latte in polvere e medicinali, in risposta all’appello  del vicario apostolico di Beirut dei Latini mons. Cesar Essayan. Il Paese, infatti, in seguito a una grave crisi economica e sociale, è ancora in condizioni difficili e la popolazione è molto provata. 

Proprio nei giorni scorsi (23-24 marzo) il vicario apostolico è stato in visita in Italia al Centro internazionale dei Focolari e alla cittadella di Loppiano, dove ha incontrato i rappresentanti della rete italiana del progetto “Un ponte per il Libano”, iniziativa promossa dal Movimento dei Focolari in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II. 

All’arrivo dei farmaci un gruppo di volontari ha lavorato incessantemente per farli arrivare alle famiglie precedentemente censite: «Una maratona inaudita che non avevo mai vissuto in 21 anni di missione sociale e di lavoro con le medicine», aveva detto Elie Harouni, medico oncologo di Beirut fondatore l’Avventura della Carità, una rete tra medici, in prima linea nel ponte Italia-Libano, al momento della distribuzione dei medicinali tanto attesi e finalmente giunti a Beirut. I voli previsti – con il supporto dell’Aeronautica Militare – sono 4 in un anno e quello partito il 1° aprile è il primo del 2022. 

Come contribuire
Per sostenere il progetto “Un ponte per il Libano”, attraverso una donazione:

ASS.NE NUOVE VIE PER UN MONDO UNITO APS
Via Carlo Spinola 18 – 00154 Roma
Mail: nuoveviemondounito@gmail.com
IBAN: IT42X0501803200000017108218
Causale: Erogazione liberale progetto Un ponte per il Libano

Leggi anche:




22 aprile 2022: ritorna la maratona #OnePeopleOnePlanet

Festival dell’Educazione alla Sostenibilità

I BAMBINI E I RAGAZZI SULLA STRADA DELL’AGENDA 2030

Torna anche quest’anno, il 22 aprile, la Maratona multimediale #OnePeopleOnePlanet. Earth Day Italia insieme al Movimento dei Focolari ed insieme alle centinaia di organizzazioni che ogni anno partecipano al Villaggio per la Terra, vogliono lanciare al mondo il forte messaggio di speranza di una sola famiglia umana nell’unica casa comune per promuovere la solidarietà universale. Scienza, Economia, Ambiente, Clima, Cultura, Sport, Arte, Scuola: collegamenti ed interconnessioni con diversi Paesi nel mondo, investigando e collegando tra loro fenomeni sanitari e climatici, fattori sociali, economici ed ambientali, tra i popoli.

Come ogni anno la Maratona #OnePeopleOnePlanet con la proposta di contenuti di alto valore culturale e di forte impatto mediatico, vuole dar voce ai ragazzi ed ai bambini con il Festival dell’Educazione alla Sostenibilità in occasione del 52° Earth Day. Il Festival nasce nel 2017 con l’obiettivo di aumentare la conoscenza e l’impatto positivo che l’Agenda 2030 ha e può avere nella nostra vita quotidiana, personale e collettiva:

  • favorendo in questa grande sfida per il futuro del Pianeta il coinvolgimento attivo del mondo dell’educazione formale e informale, e l’incontro con tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura;
  • evidenziando l’interdipendenza dei problemi e delle soluzioni e creando appuntamenti ed eventi che danno spazio e voce a sensibilità ed esperienze differenti;
  • promuovendo nuovi stili di vita rispettosi dell’ambiente e di tutte le popolazioni del mondo, il pieno rispetto dei diritti umani, l’uguaglianza tra i popoli e le persone, una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale, l’innovazione sostenibile e la lotta alla povertà.

Il Festival è realizzato in collaborazione con il MIUR, al fine di dedicare le celebrazioni della Giornata Mondiale della Terra ai temi dell’educazione, e si inserisce anche tra i progetti del Patto Educativo Globale, promosso da Papa Francesco.

I principali eventi del Festival hanno accolto ogni anno milioni di studenti durante i giorni del Villaggio per la Terra a Roma. Anche quest’anno le scuole, dopo il grande successo e le esperienze significative degli scorsi anni, potranno partecipare alla maratona televisiva #OnePeopleOneplanet del 22 Aprile 2022.

Saranno 12 ore interamente dedicate alla Terra e agli obiettivi dell’Agenda 2030: la Maratona si aprirà con il Festival della Sostenibilità e per l’intera la mattinata si susseguiranno spazi dedicati alle storie dei ragazzi di tutto il mondo e al loro impegno per il Pianeta; ci saranno ospiti in studio, artisti, scuole collegate, laboratori didattici e apprendimenti scientifici.

 #OnePeopleOnePlanet: la partecipazione delle Scuole!

Le scuole avranno l’occasione di prendere parte attiva a questa iniziativa di dialogo e confronto ed essere protagonisti della Giornata Mondiale della Terra in queste due modalità:

  • Partecipazione alla maratona multimediale, direttamente dalla propria classe o in DAD, visibile da ogni device (lim, tablet, pc, smartphone ecc.), iscrivendosi attraverso il modulo di partecipazione al Festival che trovate su: www.earthdayitalia.org
  • Partecipazione al Contest #IOCITENGO. Il Contest #IOCITENGO cerca progetti, lavori artistici e reportage che testimoniano una meritevole opera di consapevolezza e partecipazione attiva dei bambini e dei giovani alla soluzione delle sfide globali intraprese con l’Agenda 2030 dalle nazioni del mondo. Gli studenti che hanno realizzato un progetto in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile possono partecipare al Contest scaricando il Regolamento e compilando Modulo di Adesione. Le scuole che parteciperanno al Contest diventeranno “Ambasciatori per la Terra”.

Per maggiori informazioni scrivere a: scuole@earthdayitalia.org

Info sul sito

Marina Placido

 




Ucraina: situazione degli aiuti da parte dell’AMU e AFN – Video

5 marzo 2022
Aggiornamento sulla situazione degli aiuti in Ucraina con interventi di:
Francesco Tortorella – Referente dei progetti di Cooperazione internazionale dell’AMU Giovanna Pieroni – Addetta Stampa di AFN

La raccolta fondi continua . . .

Il Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari ha avviato una raccolta fondi straordinaria in sostegno della popolazione ucraina, attraverso le ONLUS Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione per Famiglie Nuove (AFN).

È possibile donare online sui siti: AMU: www.amu-it.eu/dona-online-3/

AFN: www.afnonlus.org/dona/

oppure attraverso bonifico sui seguenti conti correnti:

Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU) IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN) IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Causale: Emergenza Ucraina

Ucraina: al via la raccolta fondi in sostegno alla popolazione




Ucraina: accordo con Caritas-Spes per l’assistenza alla popolazione

I contributi raccolti dal Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari attraverso le ONLUS Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione per Famiglie Nuove (AFN), andranno a sostenere le attività di assistenza alla popolazione realizzate da Caritas-Spes Ucraina.

Non si fermano le azioni di guerra in Ucraina e tra la popolazione ci sono migliaia di sfollati in fuga e moltissimi che cercano di sopravvivere tra rifugi e ricoveri di emergenza, dove si può ricevere un primo sostegno. Con i contributi raccolti attraverso l’appello lanciato dal Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari, AMU e AFN stanno sostenendo anzitutto le azioni della Caritas-Spes Ucraina, che sta fornendo prima assistenza a migliaia di persone costrette ad abbandonare le proprie case per fuggire verso il confine o per rifugiarsi nei ricoveri sotterranei allestiti all’impronta dove possibile.

L’impegno di Caritas-Spes è quello di offrire un rifugio sicuro, cibo, medicinali e prodotti di igiene, oltre ad un supporto psicologico a circa 500 madri con bambini sfollate e ospitate nei propri centri. Più di 2500 persone stanno inoltre ricevendo aiuti attraverso le Caritas parrocchiali e 14 mense che rimangono attive nelle zone di Kiev, Lutsk, Berdiansk, Kamenets-Podolsky, Zhytomyr, Charkiv, Leopoli, Odessa, Vinnitsa, e in varie città della Regione della Transcarpazia.

 (leggi tutto l’articolo)

Per sostenere l’azione in Ucraina e l’assistenza alle famiglie sconvolte dalla guerra è possibile donare online sui siti:
AMU: www.amu-it.eu/dona-online-3/
AFN: www.afnonlus.org/dona/

oppure attraverso bonifico sui seguenti conti correnti:

Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU)
IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica
Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN)
IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica
Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A

Causale: Emergenza Ucraina

Foto: © Caritas-Spes Ucraina




Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari

Azione Cattolica, Acli, Movimento dei Focolari, Comunità Papa Giovanni XXIII, Pax Christi. Importante appuntamento a Roma sul tema:“Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari” svoltosi sabato 26 febbraio 2022.

RIVEDI LO STREAMING:

«Quali sono oggi gli ostacoli che nella nostra società impediscono la presa di consapevolezza della reale minaccia dell’apocalisse nucleare denunciata da Papa Francesco? Quali percorsi e azioni credibili possiamo condividere per poter incidere sulle scelte strategiche di contrasto alla guerra da parte del nostro Paese?»

Sabato 26 febbraio 2022 saremo a Roma per cercare di dare una risposta condivisa a queste domande.

Ci ritroveremo, quindi, per riflettere sulle radici della pace alla luce della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa, e per rinnovare l’impegno per scelte concrete di pace. Ci troveremo alla Domus Mariae, in va Aurelia 481, dalle ore 10 alle ore 13, per confrontarci assieme alle oltre 40 Associazioni cattoliche che la scorsa primavera hanno firmato il documento in cui si chiede al Governo italiano di aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari.

L’iniziativa si collega idealmente con lo storico evento che in contemporanea vedrà riuniti a Firenze vescovi e sindaci del Mediterraneo nel segno della profezia di pace di Giorgio La Pira, che invitava “a trasformare le armi distruttive in strumenti edificatori di pace e di civiltà” e ad “abbattere i muri per costruire ponti”.

L’incontro di Roma e l’appuntamento di Firenze assumono ancora più significato alla luce di quanto stiamo vivendo in questi giorni con angoscianti scenari di guerra che minacciano il cuore dell’Europa. Tale situazione interpella fortemente la coscienza di ognuno nell’essere autentico costruttore e artigiano di pace.

Papa Francesco non si stanca di denunciare la follia della guerra e l’immoralità non solo dell’uso ma anche del semplice possesso delle armi nucleari, richiamando l’urgenza di essere ‘artigiani’ di pace. “Come è triste quando persone e popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano di farsi la guerra” (Angelus 20.02.2022).

 L’incontro di sabato 26 febbraio alla Domus Mariae a Roma vedrà il saluto iniziale del Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Giuseppe Notarstefano. Seguiranno gli interventi di mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura, Gravina, Acquaviva delle Fonti e presidente nazionale di Pax Christi; di Maria Bianco, del Coordinamento delle teologhe italiane; e di Maurizio Simoncelli dell’Archivio Disarmo di Roma.

Interverranno poi diversi responsabili di associazioni e realtà del mondo cattolico italiano, per rinnovare il proprio impegno per dire NO alla guerra e alle bombe nucleari. Un impegno che raccoglie l’appello di San Giovanni Paolo II il quale nel 1990 gridò: “Mai più la guerra, avventura senza ritorno!”. Un appello che ricordava a tutti l’accorato discorso di San Paolo VI all’ONU, il 4 ottobre 1965: “Non più la guerra, non più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell’intera umanità!”

Ed è preoccupante proprio l’assenza delle Nazioni Unite in questi giorni, sia nell’opera diplomatica per scongiurare un conflitto sia nella presenza sul terreno come forza di mediazione e di pace.

Al termine dell’incontro verrà rilanciato l’invito al Governo e al Parlamento italiano ad affrontare la questione dell’adesione al Trattato di proibizione delle armi nucleari come richiesto dalla società civile con la campagna “Italia ripensaci”. Si ribadirà inoltre che la guerra è sempre e comunque un fratricidio, un oltraggio a Dio e all’uomo, un’opzione che va tolta dalle agende della politica per fare spazio alla diplomazia e al confronto.

L’incontro, di cui alleghiamo il programma, sarà trasmesso anche in diretta streaming sul canale Youtube di Azione Cattolica Italiana.

Roma, 21 Febbraio 2022

Giuseppe Notarstefano

Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana

Emiliano Manfredonia

Presidente nazionale delle Acli

Giovanni Paolo Ramonda

Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo

Responsabili nazionali del Movimento Focolari Italia

Mons. Giovanni Ricchiuti

Presidente nazionale di Pax Christi

Info:

Per qualsiasi informazione in merito all’appuntamento di sabato 26 febbraio 2022 a Roma ci si può rivolgere alla referente organizzativa, Laila Simoncelli, della Comunità Papa Giovanni XXIII (lailaita@libero.it cell. 3313063098) o agli altri componenti della segreteria organizzativa:

Michele Tridente, Segretario Generale dell’Azione cattolica italiana m.tridente@azionecattolica.it

Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale delle Acli stefano.tassinari@acli.it

Carlo Cefaloni, del Movimento dei Focolari, componente la redazione della rivista “Città Nuova” carlo.cefaloni@gmail.com

Don Renato Sacco, componente il Consiglio nazionale di Pax Christi renatosacco1@gmail.com

Anselmo Palini, saggista, palini.anselmo@gmail.com

Comunicato stampa _26 febbraio 2022




Un ponte per il Libano: intervista a Elisabetta Mei

In Italia numerosi gruppi di persone, alcuni aderenti al Movimento dei Focolari, cooperano per raccogliere medicinali per malattie croniche e altri elementi di prima necessità in Libano. È un’iniziativa in continua evoluzione chiamata “Un ponte tra Italia e Libano”, che crea reciprocità e incontro tra persone lontane sia geograficamente che culturalmente. Tutto nasce dall’amicizia tra Elisabetta Mei e Danièle Richa, una donna Libanese.

Elisabetta Mei, docente, coordinatrice del progetto “Un ponte per il Libano”, la conosce nel ‘99 quando la ospita un anno a Firenze. Danièle diventa parte della sua famiglia. Oltre che conoscere la bellezza del popolo libanese, Elisabetta inizia a cogliere  le sue contraddizioni: “Prima il Libano era considerato la Svizzera del Medio Oriente, poi la situazione è peggiorata e ho sofferto con Danièle per le problematiche politiche, economiche…”, racconta.

Nel 2020 la pandemia arriva in una realtà già molto delicata. Un giorno, durante il lockdown, Elisabetta chiede a Danièle in videochiamata: “Se fosse possibile inviarti qualcosa, cosa desidereresti?”. La donna dopo una riflessione risponde che la cosa più utile sono le medicine. Attualmente infatti i medicinali scarseggiano, persino il paracetamolo. Spedire delle medicine al pari di qualsiasi altra cosa è molto difficile. Danièle comunque invia una lista di medicinali impossibili da procurarsi in Libano, principalmente per malattie croniche, destinati a persone umili o di ceto medio, molte costrette ad abbandonare le cure.

Elisabetta cerca di capire come raccogliere le medicine in Italia, chiamando farmacie, chiedendo a medici e amici. Capisce che diversi medicinali si possono acquistare, così con una sua amica italiana raccolgono dei fondi e nell’estate 2020 sono pronte a procurarsi le medicine. Per superare il problema della spedizione viene l’idea di intercettare persone che vanno a Beirut ed affidargli i pacchettini di medicinali, secondo le regole vigenti.

Grazie all’aiuto di Carlo Ambrosini, un amico di Viareggio che aveva rapporti con il Banco Farmaceutico, la rete di reperimento delle medicine diventa sempre più efficiente. L’incontro con Anna Ward, amica italiana volontaria del Movimento dei Focolari, sposata con un libanese ma che abitava provvisoriamente a Roma, è stato poi provvidenziale: la sua conoscenza della realtà italiana e libanese ha permesso di contattare tante persone che venivano e tornavano in Libano. Così si cominciano ad organizzare staffette in modo che le medicine arrivino a Roma da Anna, che ne cura l’impacchettamento e l’affidamento a persone che partono per il Libano.

La rete in Libano come quella in Italia si allarga e diventa necessario un coordinamento più ampio. A Beirut sia con associazioni che sostengono pazienti cronici, sia con gruppi di volontari, che censiscono nei quartieri i bisogni dei pazienti fragili e poveri, assumendosi la responsabilità della distribuzione dei farmaci raccolti. In Italia, dopo l’appello del Vicario Apostolico di Beirut Mons. Cesar Essayan per la richiesta di farmaci e latte, con l’aiuto del medico Luigi Triggiano di Arezzo, nascono e si intensificano i rapporti tra la fondazione Giovanni Paolo II e il Movimento dei Focolari, alla cui operatività si è aggiunta la disponibilità solidale dell’Aeronautica militare (dell’UNIFIL) per il possibile trasporto aereo. Una prima spedizione è partita il 16 dicembre 2021 con un carico di medicinali, seguita da un secondo invio il 23 dicembre 2021, contenente alcune tonnellate di latte in polvere per i bambini. L’Aeronautica militare ha garantito 4 voli nell’arco di un anno, il primo a inaugurare il 2022 dovrebbe avvenire entro febbraio. Il contributo dell’APS Nuove Vie Per Un Mondo Unito è stato importante perché l’associazione ha curato gli aspetti organizzativi e tecnici delle spedizioni, fornendo al gruppo una tutela legale e amministrativa.

Si cercano nuove collaborazioni (singoli cittadini, medici, farmacisti, banchi del farmaco ecc..) per la raccolta dei farmaci in altre regioni. Oggi sono dodici quelle coinvolte. Nel frattempo è cresciuta anche la lista dei farmaci richiesti, circa trecento principi attivi, che vengono stoccati a Loppiano con il latte, in attesa di essere spediti.

È un’esperienza comunitaria, ognuno potrebbe raccontare il proprio vissuto. Un’iniziativa di arricchimento reciproco, per i suoi protagonisti in Libano così come in Italia. Le persone dal Libano ringraziano per le medicine ma anche perché non ci si dimentica di loro. “Impossibile per me scordare che Danièle non possa avere delle medicine, così come non lo concepisco per una persona della mia famiglia”, riflette Elisabetta. Attorno a questa iniziativa si sono innescate una serie di azioni pro-Libano: in Campania i gen3 fanno dei gemellaggi o ci sono incontri tra le famiglie via zoom, camminate, giornate di informazione sul Libano. In Piemonte è in preparazione uno spettacolo in piazza sul tema. “Bello il filo diretto nelle regioni – dice Elisabetta – c’è una vitalità incredibile, l’Italia si sta attivando”. Alla mia affermazione, “avete creato una cosa molto grande”, risponde: “Non ci penso che sia grande, penso soprattutto che siamo insieme, c’è unità per lo stesso obiettivo e mi affido”.

Miriana Dante

Leggi gli altri articoli:

Conclusa la campagna di solidarietà per il Libano

Un “Ponte per il Libano”

DAL COLLEGAMENTO DEL 29/01/2022




Migranti: iniziative dei focolari in Veneto per i Balcani

Nella comunità locale di Treviso, due anni fa, un gruppo di persone del Movimento dei focolari vogliono rispondere ad alcune esigenze avvertite in modo particolarmente forte nel territorio. All’inizio, il gruppo nasce per coinvolgere i giovani: la prima azione è recarsi a Mestre, nella struttura denominata San Raffaele, dove è accolto un numero contenuto di immigrati, che hanno condiviso le loro esperienze di vita. Un pomeriggio di festa e conoscenza!

La motivazione del gruppo diventa poi sempre più forte nell’impegnarsi nel concreto, inizialmente con la comunità di Sant’Egidio, attraverso contributi per le famiglie povere e i senza tetto. Poi emerge in maniera preponderante il problema dei Balcani. “Noi da soli non avevamo le possibilità per spedire gli aiuti, perciò abbiamo pensato di unirci a qualcuno”, racconta Laura Rigo, un membro del gruppo. “Con Maurizio Tonet abbiamo sempre lavorato insieme, fa parte del Movimento politico per l’unità. Inizialmente mi sono rivolta a lui per capire come potevamo muoverci. Maurizio allora è venuto in contatto con un gruppo di Thiene, in provincia di Vicenza, e ci siamo uniti a loro”. La rete dei contatti si allarga e Il rapporto costruito con la comunità di S. Egidio permette loro di collaborare per una spedizione per i Balcani. Il gruppo si procura delle coperte e le dona, contribuendo al riempimento di un camion di materiale, portato poi al gruppo di Thiene, che ha iniziato a spedire.

Poi una nuova opportunità di fornire aiuto: due coniugi di Vicenza fanno conoscere un gruppo, “Energia e sorrisi”, che unisce lo sport della motocross con attività di beneficenza.  “Pensiamo di sostenerli economicamente nell’invio dei pacchi, – continua Laura – verso il campo di  Lipa. È molto difficile accedere ai campi in Bosnia, i loro tir sono sempre accompagnati dai soldati. Recentemente due associazioni ci hanno messo a disposizione grandi quantità di vestiario dai loro magazzini, per i migranti. Questi beni verranno poi inviati grazie a “Energia e sorrisi”.

Il campo profughi di Lipa si trova in Bosnia, vicino alla frontiera croata. In questi campi ai confini ci sono forme di tortura e umiliazione profonde, come quelle che hanno visto sui corpi dei migranti due coniugi di Trieste, che il gruppo di Treviso contatterà per definire come poter essere loro di aiuto.

Tra le altre iniziative quella di raccogliere dei soldi devoluti a una scuola nel Libano, per i bambini. Ancora il gruppo ha collaborato nel 2020, nel periodo natalizio, a una raccolta di pacchi dono per i carcerati, promossa dalla parrocchia di S. Bartolomeo a Treviso. È stata un altro tipo di iniziativa nei confronti dei bisognosi che ha riscosso grande partecipazione, tra cui anche i ragazzi di un Istituto Salesiano a Castelfranco e il Centro della Famiglia a Treviso, che si occupa delle famiglie bisognose in situazioni di difficoltà, sostenendole sia psicologicamente sia economicamente. La parte più importante sono stati i biglietti personali inviati ad ogni carcerato, piccole lettere di speranza e vicinanza a cui loro hanno risposto commossi.

“Dopo Natale siamo rimasti in contatto con il cappellano del carcere – racconta Laura – procurandogli asciugamani e ciabatte per la doccia. Quest’anno ci ritroveremo a sostenere la parrocchia di S. Bartolomeo per rinviare i pacchi dono e i biglietti natalizi!”.

Oltre che al gruppo di Vicenza e Venezia, collaborano alle iniziative anche le comunità di Castelfranco e Conegliano. “La comunità è importante, ci si muove insieme. Ci spinge il desiderio di fare per le persone. Siamo fortunati: di quel tutto che abbiamo siamo anche debitori nei confronti degli altri”, conclude Laura Rigo.

Miriana Dante




Conclusa la campagna di solidarietà per il Libano

Dall’ 11 dicembre al 15 gennaio 2022  si è svolta la Campagna “Sosteniamo le famiglie del Libano con una cassetta della Salute”, promossa da  Movimento Famiglie Nuove, Focolari Italia e AFN onlus.

Tante gocce formano il mare. Questa celebre frase di Madre Teresa è stata il senso di questa esperienza che ha visto la partecipazione generosa di tanti, anche a partire da piccole donazioni,  che ha consentito di raccogliere la somma di euro 12.460,00.

La Campagna era stata lanciata lo scorso 11 dicembre 2021 durante il collegamento on line con il progetto AFN in Libano quando nel dialogo con la referente Nicole Helou e la sua collaboratrice Maricris Devrel erano emerse le condizioni molto difficili della popolazione libanese a causa della crisi economica e le numerose necessità delle famiglie, bisognose di tutto, in primis generi alimentari. L’iniziativa ha puntato a sostenere le famiglie libanesi fornendo loro alimenti freschi ricchi di nutrienti per una alimentazione bilanciata quale presupposto per salvaguardare un buono stato di salute. Durante il periodo natalizio, numerose sono state le persone che “hanno aggiunto” ai regali sotto l’albero la cassetta della Salute per le famiglie libanesi cogliendo del Natale una dimensione autentica ed universale. “In tanti hanno aderito al progetto e sentito la spinta a dare a chi è nel bisogno – ci scrivono.- Nonostante il periodo di incertezza e di crisi, le famiglie non si sono lasciate scoraggiare e hanno risposto ai bisogni di questo territorio martoriato”.

Si sono svolte anche iniziative creative a sostegno della Campagna, come l’incontro svoltosi nella sala comunale della città di Parma, dove persone di diversa nazionalità si sono radunate con l’obiettivo di trascorrere una serata all’insegna dello storytelling in inglese che ponesse il focus su messaggi positivi e che ispirassero la costruzione della fratellanza universale e la realizzazione di buone prassi.

“Per me partecipare a questa iniziativa, ci scrive una famiglia, è significato sentirsi più fratelli  con coloro che vivono questo momento di crisi in Libano. In un momento in cui soffriamo per il sussistere di distanze fisiche per la pandemia,  mi ha consentito di sentirmi vicina a questa parte di umanità e dilatare il cuore”.

Giovanna Pieroni

Leggi l’articolo “Un ponte per il Libano”




Studenti siciliani per il Myanmar

È nata in Sicilia un’azione per sostenere le popolazioni dell’ex Birmania, molte delle quali in fuga per la guerra che dura ormai da troppo tempo. Giovani delle scuole siciliane hanno voluto e continuano a dare il loro contributo per essere vicini alla sofferenza di questa gente.

Così è partita l’iniziativa “una candela per il Myanmar”, perché in quel martoriato Paese non mancano solo cibo e generi di prima necessità. Chi ha abbandonato la città spesso oltre ai beni primari, medicine e cibo, ha bisogno anche delle candele perché non c’è nessuna forma di illuminazione. Nel Paese manca l’energia elettrica e qualunque fonte energetica che possa consentire di vivere le ore più buie.

Nell’Istituto Superiore Curcio di Ispica è arrivata la proposta di una delle azioni previste da Living Peace, il progetto che punta a costruire una nuova cultura di pace, l’unica che possa rispettare e rispondere alle domande più vere e profonde di tutti e di ciascuno, nell’impervio cammino verso la fraternità universale. I progetti di Educazione alla Pace avviati in alcune scuole siciliane, che vedono come capofila il Liceo Galileo Galilei di Catania, sono approdati anche a Ispica e Rosolini.

A Ispica i ragazzi hanno avviato l’iniziativa “Una candela per il Myanmar” mettendo in vendita delle penne, del valore di un euro che riportano la scritta dedicata proprio all’azione di solidarietà internazionale. Ma l’azione non si ferma. Nei laboratori di scienza i ragazzi apprendono anche l’antica arte della realizzazione del “sapone di casa”, a base di olio di oliva, soda caustica e acqua che sono stati venduti destinando il ricavato proprio ai primi soccorsi per le popolazioni del Myanmar. All’iniziativa hanno preso parte anche alcuni gen 3, i ragazzi del Movimento dei Focolari. «I ragazzi si sono riuniti per preparare il sapone – spiega Carmela Muni – un’esperienza di condivisione che ha coinvolto anche gli adulti. In tutti c’è la gioia di donare». «L’iniziativa è nata dalla scuola – spiega Massimo Micieli, docente di Scienze all’Istituto Curcio – grazie alla sinergia con il Liceo Galilei di Catania ma si è allargata sempre di più. Abbiamo venduto il sapone davanti alla porta delle chiese. Tanti hanno voluto aderire e tanti ci hanno donato dell’olio per permetterci di produrre altro sapone: una catena virtuosa, l’amore che circola e che si intreccia producendo sinergie positive».

Questi oggetti stanno diventando pian piano il simbolo di una gara di generosità che si sta diffondendo anche a Catania e in altre città della Sicilia.

Melina Morana




Rotta balcanica: lanterne verdi a Pisa per i migranti

Un anno fa un numeroso gruppo della comunità focolarina di Pisa ha partecipato a un interessante incontro in modalità streaming promosso dal giornale Città Nuova sul dramma che migliaia di persone stavano vivendo ai confini dell’Europa, sulla rotta Balcanica: gelo, mancanza di tutto, ma soprattutto respingimenti anche violenti alle frontiere.

Potevamo come spesso succede rammaricarci e poi tornare alla nostra calda vita come niente fosse? Ci siamo accorti che attorno a noi in altri gruppi, associazioni, realtà pastorali sentivano la stessa urgenza. Ci siamo perciò più volte riuniti con le modalità permesse dalla pandemia, abbiamo creato il Coordinamento Provinciale per la Rotta Balcanica e cominciato a muoverci in due direzioni: la raccolta fondi e momenti di formazione/ informazione.

In quel momento serviva raccogliere soldi, che poi le organizzazioni a cui ci siamo affidati (Caritas e IpsiaAcli) avrebbero speso in loco per favorire anche l’economia locale: legna, indumenti, cibo… . Contemporaneamente abbiamo organizzato alcuni momenti formativi: con parlamentari europei, professori universitari, volontari, giornalisti per approfondire le questioni storiche e “strutturali” di ciò che stava e sta avvenendo.

In questi ultimi mesi ci siamo focalizzati su alcune azioni:

  • continuare la raccolta fondi per contribuire a Bijac, in Bosnia alla gestione di un “social corner”, luogo di accoglienza dentro il campo profughi dove le persone possono trovare amicizia, supporto psicologico, ma anche un tè caldo, oppure dove i bambini possono giocare, fare un po’ di compiti;
  • organizzare la possibilità per i giovani, con una adeguata preparazione, di andare “sul campo” nella prossima estate per dare un aiuto concreto ai volontari presenti;
  • portare nei consigli comunali della nostra Regione una mozione che abbiamo preparato, con relativa lettera di presentazione, per invitarli “ad intraprendere percorsi di conoscenza verso i Balcani, avviare possibili gemellaggi con le comunità di Bosnia Erzegovina, attivare percorsi di formazione ed educazione soprattutto nelle scuole e infine dare seguito a quanto disposto nel documento e trasmetterlo al Governo perché si faccia portavoce nei confronti degli altri Paesi europei per una nuova collaborazione sull’accoglienza dei profughi”;
  • Continuare localmente alla sensibilizzazione attraverso i nostri percorsi di formazione e informazione.

Mercoledì 5 gennaio abbiamo organizzato in un luogo di grande passaggio della città, una riuscitissima conferenza stampa che ha avuto eco anche su “Avvenire”, in cui illustrare e proporre l’iniziativa delle “lanterne verdi” in ogni casa, circolo, parrocchia, luogo di ritrovo; quelle lanterne verdi che al confine tra Polonia e Bielorussia sono diventate simbolo di accoglienza, solidarietà, fraternità.

Anche i Gen4 e le Gen4 hanno contribuito in un incontro del 6 gennaio a far vedere questa luce verde a tutti. Personalmente, la vigilia di Natale sono andata a “costruire” queste lanterne (barattoli di vetro rivestiti di carta velina verde!) con i ragazzi e le ragazze del campo Rom, vicino a Pisa. È stata un’esperienza per me molto bella e significativa che ha dato un valore ancora più forte al Natale.

Domenica 9 gennaio le abbiamo portate in una delle più grandi chiese di Pisa, dove anche la nostra comunità si è data appuntamento. Abbiamo presentato il coordinamento e le iniziative in programma, ma soprattutto ci sembra importante, con questi piccoli passi, contribuire a portare nella nostra città e nella nostra società quei valori di cui tutti abbiamo bisogno, perché, come ha scritto Papa  Francesco nella Fratelli tutti, “ Niente di questo mondo ci risulta indifferente”.

Rita Lucchi

 




On line il nuovo numero di “Casa Ismaele Magazine”

“Casa Ismaele Magazine” è un periodico a cura di Azione Famiglie Nuove.
La rivista semestrale racconta le storie e i sogni dei ragazzi ospitati, le attività e gli eventi organizzati, lo stile di operare e l’impegno dello staff e le reti sul territorio.

“Casa Ismaele” è un progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione, nuova denominazione per gli Sprar) che accoglie minori stranieri non accompagnati, situato nel comune di Rogliano (CS)  e gestito in modo sinergico da Azione Famiglie Nuove, la cooperativa FoCo e la cooperativa MiFa.

Al momento sono 15 i ragazzi tutti provenienti da paesi diversi. Il lavoro che si svolge insieme a loro fa tesoro delle parole di Papa Francesco: “I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dalla ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta che equamente dovrebbero essere divise tra tutti”. Un lavoro – scrive Mariella Rende nell’editoriale della rivista – non sempre facile, ma essenziale per contribuire in maniera piccola a far sì che tutti i minori possano avere gli stessi diritti, primo tra tutti quello di essere accolti”.

https://www.afnonlus.org/il-magazine-di-casa-ismaele/

 

https://www.afnonlus.org/il-magazine-di-casa-ismaele/