GEN ROSSO: “Tour progetto Italia per”

Gen rosso Italia per

Lo spettacolo “Campus – the musical” nasca da un’idea originale di Chiara Lubich e si ispira a fatti realmente accaduti, tra i quali l’attacco terroristico alla stazione di Madrid. Arriva sulle scene dopo anni di ricerca contenutistica e artistica.

Le tematiche proposte dal musical toccano le grandi sfide del terzo millennio come il dialogo interculturale, i terrorismi di ogni tipologia, l’ingiustizia sociale e la non equa distribuzione delle ricchezze, i problemi ambientali quali, ad esempio, la deforestazione, la mancata integrazione tra razze e culture diverse. I contenuti del musical intendono offrire, più che risposte, delle proposte di riflessione e di percorsi inediti.

Il progetto, ideato per l’Italia, intende contribuire al comune intento portato avanti da istituzioni, enti pubblici e privati, associazioni e aggregazioni di ogni tipo per rimuovere le cause che favoriscono l’odio tra le diverse etnie, le religioni, le culture. Pertanto sul nostro territorio, ormai in ogni punto del Paese, “ITALIA per”diventa:

Italia per il dialogo, l’integrazione, la pacifica convivenza, la legalità, etc.

Campus - the musicalTuttavia, se la mission di riferimento può avere un carattere generale e valevole per tutta la realtà italiana, è noto che ogni regione, addirittura ogni città, può avere delle problematiche specifiche, delle accentuazioni disuguali, un sentire i problemi in maniera diversificata. Pertanto in una data località il Progetto “ITALIA per” si declina, ad esempio, in progetto Italia per l’accoglienza, oppure per il lavoro, oppure per la legalità, etc. Già in alcune città sono stati attivati dei progetti che vanno in questa direzione e che intendono proporre spazi di riflessione.

A Firenze l’associazione UNITI SENZA BARRIERE, nata nel contesto di persone disabili, ha realizzato presso il Mandela Forum un progetto finalizzato al superamento sia delle barriere fisiche e materiali, che delle barriere mentali, culturali e razziali.

A San Severo, il progetto è stato ideato dall’Associazione “SUNUTERRA” appositamente costituita in partenariato con tante altre associazioni e aggregazioni della società civile ed ecclesiale. L’associazione intende favorire l’integrazione di un folto numero di braccianti, in gran parte africani, presenti nel tristemente noto Gran Ghetto di Rignano sul Gargano.

Il progetto è partito a dicembre 2016 con Campus – the musical alla presenza di varie rappresentanze culturali presenti sul territorio in centri di accoglienza o di lavoro. Un inizio di tour privilegiato e diretto in primis a persone di etnie diverse partito dallo studio/teatro del Gen Rosso a Loppiano (FI).

Tappa 1: Il progetto culturale “ITALIA per” presentato presso l’Istituto Universitario Sophia a Loppiano (FI). L’evento avvenuto nel pomeriggio di venerdì 20 gennaio 2017 alla presenza di giornalisti e operatori dei media. 

Tappa 2: Il progetto artistico partito il mattino del 21 gennaio 2017 nell’Auditorium della Cittadella Internazionale di Loppiano con il coinvolgimento dei giovani delle scuole superiori del territorio limitrofo del Valdarno fiorentino e aretino.

Il tour Italia “ITALIA per” Campus – the musical il progetto prevede il suo svolgimento nel biennio 2017-2018. Rappresentanti di enti ed associazioni, comitati locali e aggregazioni di ogni tipo, in diverse località italiane ne hanno già chiesto la realizzazione del progetto in loco. Saranno esaminate con attenzione eventuali ulteriori richieste.

Il progetto si articola in:

– Un evento / convegno di apertura e presentazione del progetto unito ad una conferenza stampa.

– Lo svolgimento di 5 workshop: danza 1, danza 2, teatro, canto e percussioni presso scuole, università e associazioni giovanili.

– Rappresentazioni del musical integrato in alcune scene dai partecipanti dei workshop. Lo spettacolo serale sarà diretto al grande pubblico e il matinée agli studenti.

L’intera documentazione sarà a disposizione di studenti e docenti di ogni disciplina; inoltre costituirà un patrimonio culturale e artistico quale modello di riferimento per eventi e progetti analoghi. 

Il management del Gen Rosso è a disposizione per supportare i richiedenti e gli organizzatori del progetto in tutte le sue fasi.

Per maggiori informazioni:

Gen Rosso International Performing Arts Group

 Località Loppiano 50063 Figline e Incisa Valdarno (FI) 

Tel.+39 055 833 52 09 Fax +39 055 833 60 13  

franco.gallelli@genrosso.com    www.genrosso.com
cell. +39 3806592166

Il calendario del Tour italiano:
04 marzo Catanzaro – Teatro Politeama
11 marzo San Severo (Foggia) – Palazzetto dello Sport
18 marzo Firenze – Mandela Forum
05 maggio Pinerolo (Torino) – Palaghiaccio
17 maggio Fermo (Ancona) – Teatro dell’Aquila
06 luglio Monopoli (Bari) – Palazzetto dello Sport
15 dicembre Treviglio (Bergamo) – Palazzetto dello Sport




Metodo: “Sei tappe per un obiettivo”, un modo efficace di vivere nella propria comunità

SEI PER UNO è un metodo utile per vivere le attività in modo efficace assieme ai gruppi di ragazzi e con la propria comunità.

Rinforza in quanti vi partecipano la capacità di diventare cittadini attivi.

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Per maggiori informazioni:




Percorso di educazione alla pace: “Living peace”

Vedi 2018 Living Peace Guida ITA

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2018 Living Peace Guida ITA




Non esiste un amore più grande

Arriva in porto la produzione di uno spettacolo musicale/teatrale dedicato alla storia di Alberto Michelotti, Carlo Grisolia (A&C) e del loro gruppo di amici con le loro passioni (sport, musica, amicizie) che si ritrova al “Muretto”, una piazzetta della periferia di Genova, sul finire degli anni 70.

E’ la storia di ragazzi che si impegnano in un contesto di fatica e di condivisione: il porto, luogo di confine, luogo di passaggio e di incontro, soprattutto fra giovani, perché quelli che sbarcano sono principalmente giovani; ragazzi che sanno dare attenzione all’altro, spendere per questo il proprio tempo, facilitare l’incontro con il nuovo e con il diverso (che i giovani, a differenza degli adulti, non temono).

L’amicizia è la “philadelphia” che fa scoprire l’altro profondamente, perfettamente, ontologicamente uguale a sé, che sostanzia e rende reale l’appartenenza, la solidarietà, la pace, il dialogo, l’apertura.

E’ la decisione di dare la vita per i propri amici che fa essere davvero solidali, aperti, rispettosi, propositivi. E’ questo l’”amore più grande”.

Lo spettacolo, in una prima “short version” debutta a novembre 2016 in due teatri romani (vedi manifesto qui sotto) il 17 al “Tor Bella Monaca”, il 21 e 22 al “Vascello”.

Video registrato da TV 2000

Ad esso e collegato un interessante ed articolato progetto educativo e sociale che verrà successivamente proposto, in collaborazione con il M.I.U.R. Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione e la Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione, agli istituti Secondari grazie anche al sostegno di Fondazione Migrantes, Caritas Italiana, Comitato Alberto&Carlo, Movimento dei Focolari, Fondazione Ente dello Spettacolo, Liceo Bertolucci Parma, Diocesi di Genova.

Una squadra di professionisti (autore/compositore, regista, scenografo, direttore musicale, coreografo, tecnici luce e suono) sono i veri e propri “coach” di un giovane cast di artisti provenienti da varie Regioni di istituti Superiori ed Università italiane. Particolarmente significativa la presenza tra loro di un giovane nigeriano ‘richiedente asilo’. Anzitutto questi sono i primi invitati a rivivere e sperimentare quanto la storia di Alberto & Carlo contiene.

non esiste un amore più grande




I molti volti di una storia – Progetto “Sempre persona”

“Un amore che nulla chiede e tutto dà” è il segreto di Alfonso che insieme a tanti ridona speranza dentro e fuori le sbarre del carcere di Rebibbia a Roma.

Video: I molti volti di una storia

Testo del video:

Rosalba Ciocca, madre di Patrizio: Alfonso è stato grande, ha sostenuto mio figlio in carcere.. se non era per Alfonso che gli faceva capire che non serve andare a rubare…! Sono angeli intorno a te!

Patrizio Ciocca, aiuto pizzeria: Lui un giorno viene a trovarmi a Rebibbia, alla Casa Circondariale… Gli chiedevo come stava pure mio figlio, perché io non potevo vederlo tutti i giorni… Ormai si era instaurato un rapporto di famiglia…, ormai è come se fosse mio padre… Uguale! (musica) Purtroppo la vita è così… un momento stai bene, un momento stai giù… poi ristai bene…, la vita è così… Il rapporto prima era mio e suo, poi è diventato mio, mio padre, mia madre, perché pure mio padre e mia madre vogliono bene ad Alfonso, capito? Poi adesso siamo in tanti, siamo in tanti. E quello è il bello!

Alfonso Di Nicola, focolarino, iniziatore progetto “Sempre Persona”: Circa 20 anni fa un mio amico mi ha dato tre indirizzi di detenuti… Io ho scritto a queste tre persone e di queste tre mi ha risposto una sola: Giorgio. Io gli ho chiesto se voleva essere mio amico. Lui mi ha detto: “Magari! Sono proprio felice. A te ti manda Dio”. Poi mi ha chiesto un favore: “Potresti andare a trovare mia mamma? Vai a trovarla e le dai un bacio da parte mia”. Questa signora si è messa a piangere… “Io sto morendo, sto proprio male… Vedo che lei vuole bene a mio figlio, lo affido a lei”. Ho incontrato Giorgio, che è stato molto molto contento… Poi mi ha detto: “Potresti farmi un favore? Qui c’è un mio amico che vuole parlare con te. Se avessi un minuto da regalare…”.  Si aggiungevano sempre persone nuove. E poi qualcuno mi ha voluto aiutare, adesso per esempio ci sono più di 30 persone. E tanti sono ex detenuti. Le famiglie che noi seguiamo sono più di 200.

Anna Del Villano, vicedirettrice Casa Circondariale Rebibbia (Roma): Con l’associazione “Sempre Persona” si è creato un rapporto per cui noi operatori possiamo segnalare a lui dei detenuti le cui famiglie hanno dei problemi e si crea quindi una circolarità che mi sembra molto importante. Questo anche nell’accompagnamento all’uscita, perché su questo aspetto c’è sicuramente una difficoltà per carenza di risorse. E di volontariato in carcere ce n’è tanto, ma molto che lavora all’interno. Sul territorio è sicuramente un’esigenza che serviva e a cui questo progetto dà una risposta importante.

Alessandra D’Orazio: Sono 9 anni che lo conosco… C’è sempre stato… E per me è importante. Un messaggio tutti i giorni “buona giornata Alfonso” “buona giornata Alfonso”… E io a lui ci tengo tanto… E’ che mi emoziono… eh lo so!… perché è un papà per me, ecco!

Alfonso Di Nicola: Non riuscirei (…) a voler bene a queste persone se io durante il giorno non mi fermo un po’, così, e cerco di trovare, da Dio, la forza di riuscire ad amare… così che il mio cuore tocca il loro cuore, si avvicina al loro cuore…

Franco Lippera: (…) Sono andato a fare una rapina a mano armata… Perché io sono un professionista; se faccio una cosa so già quello che devo fare… Dentro di me c’è la convinzione mentale che il miracolo è successo, perché se ti sparano 14 botte [colpi – n.d.r.] addosso non ti puoi pigliare [non puoi prenderne – n.d.r.+ due, una a un piede e una a un fianco… E’ così che Dio si esprime, mica [non – n.d.r.+ si fa capire da te… Va beh, ho perso la famiglia, ho perso tutto, non mi frega niente: ho trovato Alfonso, che è un amico vero! Io quando vieni te sono contento. Perché? perché tramite te la gente non si muore di fame. Ma, tu lo fai perché dentro di te…, capito? E’… un favore che fai a Dio!

Massimo Mallini, finanziaria Renault, volontario progetto “Sempre Persona”: In questo luogo ci sono una molteplicità di sentimenti… c’è la gioia di poter dire, anche una volta che sono usciti, che sono ridiventati delle persone luminose, vere. Le loro storie, le loro speranze, i loro successi, i loro insuccessi, poi alla fine fanno una storia, una gran bella storia!

Marco Beraldi, meccanico motociclismo: Già il pensiero, cioè già il sapere che comunque hai un punto fermo nella tua vita qua dentro, e mi auguro anche fuori, al quale far fede, nel senso: sai che comunque è una persona sulla quale puoi sempre contare, sai che è un’amicizia vera! Mi preme continuare a coltivarla anche quando queste sbarre se ne andranno… mi auguro presto. Io quando uscirò da qui, in una maniera o nell’altra, io devo fare agli altri quello che loro stanno facendo a me!

Don Roberto Guernieri, cappellano Casa Circondariale Rebibbia (Roma): Una delle più grosse sconfitte a cui possiamo assistere è quella dell’impotenza…Questa cosa ci tormenta, tormenta in modo tale da poter intervenire là come possiamo…Il fatto di essere dentro, in mezzo a queste storie, a queste situazioni, ci permette di accendere un po’ il fuoco della speranza…

Roberto Mirco, cuoco: Pensavo che la mia vita fosse finita, che finiva per strada, perché l’indifferenza della gente e il giudizio della gente ti fa morire piano piano…, però lui mi ha ridato la speranza, mi ha ridato la forza, il senso di nuovo alla vita… e questo senso è aiutare gli altri. Forse anche perché ho fatto un po’ del male in passato… ho fatto del male a tanta gente, ho fatto soffrire… Però poi volevo ricominciare… Ma dopo il carcere le porte non si sono più aperte… Molte persone mi sputavano pure addosso…Grazie a Dio e grazie a Alfonso, grazie a lui, sono riuscito ad abbracciare papa Francesco… Non me lo sarei mai immaginato… Questa è tutta la forza della misericordia di Dio che ti porta… Son felice. Mi sento amato…

Alfonso di Nicola: Da quando ho iniziato a voler bene a questi fratelli, per me la mia vita è cambiata, sento che ho la pienezza. E questo lo auguro, vorrei augurarlo a tanta gente! Un amore che nulla chiede e tutto dà. E basta! E’ essenziale essere vicino alle persone, poi si fa quello che si può per togliere qualche spina.Io spero che diventiamo migliaia e migliaia di persone che tolgono le spine a questi Cristi abbandonati.

Fonte: dal sito http://collegamentoch.focolare.org

Progetto “SEMPRE PERSONA“. Avvio ed approvazione (dicembre 2007) da parte del Consiglio Direttivo Associazione “ AZIONE PER FAMIGLIE NUOVE ONLUS “ di un nuovo progetto intitolato: “ SEMPRE PERSONA “.

Il progetto prevede l’aiuto alle famiglie di detenuti ed ex detenuti del carcere romano di Rebibbia, in grave difficoltà economica, l’accompagnamento nel reinserimento familiare, la mediazione per la riconciliazione con i familiari, il mantenimento di un rapporto attivo tra i detenuti e la propria famiglia, specialmente la coppia.
Attualmente circa 30 volontari (tra ex detenuti e animatori di Nuovi Orizzonti) sono impegnati nel progetto per seguire oltre 170 famiglie (numero che aumenta costantemente), portando loro sostegno morale, aiuti alimentari e altri generi. In carcere si ha un primo contatto con i detenuti, spesso ci parlano delle loro famiglie molto povere che hanno bisogno di beni di prima necessità e quasi tutte con bambini, a volte molto piccoli, spesso neonati. Queste famiglie sono a Roma e nei paesi vicini.
Lo spirito che anima questa iniziativa è quello di essere famiglia per loro, sostenendo ed aiutando.
Referente e Responsabile: Alfonso Di Nicola. tel. 3284871912 – 3806371027

dinicola.alfonso@tiscali.it  
info@progettosemprepersona.it
www.facebook.com/progettosemprepersona/
Azione per Famiglie Nuove- onlus: sede legale in Via Isonzo, 64-00046 Grottaferrata (RM) tel. 06.9411565 – 06.97608300 – fax 06.9411614 famiglienuove@focolare.org www.famiglienuove.org
Nuovi Orizzonti: www.nuoviorizzonti.org 

 



Associazione Città Fraterna – Genova

Città Fraterna è una Associazione Onlus, con sede Operativa a Genova Sestri Ponente e iscritta all’ Albo Regionale Ligure delle associazioni di Volontariato. Si occupa di raccogliere e distribuire generi alimentari a favore di persone disoccupate o in difficoltà economica.

DEPLIANT CITTA FRATERNA – GENOVA

PER SAPERNE DI PIU’

ASSOCIAZIONE CITTA’ FRATERNA

 




Città in azione

CONVEGNO INTERNAZIONALE
OnCity: reti di luci per abitare il pianeta
Laboratorio internazionale di cittadinanza per il bene comune

Atti del Convegno Internazionale Oncity-reti di luci per abitare il pianeta, che dal 1° al 3 Aprile 2016 ha riunito al Centro Congressi di Castel Gandolfo (Rm) 900 partecipanti provenienti da tutto il mondo: tre giorni di lavori, riflessione e confronto su alcuni grandi temi d’attualità legati alla vita nelle città.

Il convegno, organizzato dal Movimento Umanità Nuova, AMU e Movimento Giovani per un Mondo Unito, è un’iniziativa che si colloca nel quadro dello United World Project (UWP).

Progetto Officine di fraternità – Alessandra Picariello e Roberta Formisano, Movimento Giovani per un mondo unito Campania (Italia)

Roberta Formisano: Il progetto «Officine di Fraternità» è nato diverso tempo fa, con un duplice scopo: offrire ai giovani la possibilità di mettersi in gioco e di lavorare, e realizzare delle attività concrete in Campania, soprattutto nelle periferie e ferite presenti in diversi territori.

Con questi presupposti, il progetto è stato presentato e approvato nell’ambito dell’Avviso pubblico “Giovani per il sociale” del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile e Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il titolo del progetto non è a caso: la cultura della fraternità ha fatto da sfondo all’ideazione dei vari laboratori, portando con sé tutte le sfumature da essa derivanti (legalità, solidarietà, impegno civico e partecipazione attiva nelle problematiche sociali, sostegno alle fasce più deboli e disagiate, rispetto delle regole e dei diritti altrui…). Il progetto ha visto circa 25 giovani, esperti e tutor, per la formazione dei beneficiari, tra i 18 e i 35 anni; mentre più di 150 ragazzi tra i 14 e i 30 anni hanno partecipato attivamente come beneficiari del progetto. Il tutto in una cornice che ha visto il coinvolgimento di 8 realtà associative presenti e attive su tutto il territorio campano (Aps Focus Focolari, Associazione di volontariato Fare Comunità, Arcidiocesi di Benevento, Associazione SNC Libero Pensiero, Comitato Caserta Città di Pace, Cooperativa sociale NeWhope, Associazione Centro Vita onlus, Associazione Mondo Unito Giovani).

Ciascuna associazione ha presentato una o due “officine” per rispondere al meglio alle esigenze giovanili e sociali dei diversi territori.

11 officine di fraternità, 11 realtà diverse, 11 attività diverse ma un unico filo conduttore: la fraternità. Ognuna delle officine ha lavorato singolarmente ma c’è stato un momento di incontro tra tutti i 150 giovani coinvolti dal progetto.

Il momento cruciale, infatti, si è tenuto dal 1 al 4 maggio 2015 a Benevento, con “Forti senza Violenza” – il progetto portato avanti da anni dal gruppo internazionale Gen Rosso, sul tema della legalità, dell’amicizia e di una scelta giusta di unità. Si è trattato di una vera sfida: preparare da zero il musical “Streetlight” in soli tre giorni, e al contempo condividere la quotidianità con persone sconosciute.

È stato l’apice del progetto, il momento più ricco e formativo per tutti i ragazzi, dove hanno potuto sperimentare questa fratellanza universale non più solo con i giovani del proprio gruppo ma con tutti i 150 giovani delle officine e con ogni membro del Gen Rosso.

Alessandra Picariello: Non è stato sempre tutto facile, c’è stato molto lavoro da fare di organizzazione e soprattutto di coesioni tra queste realtà così diverse tra di loro, ma ne è valsa la pena.

Per chi tra noi gen è stato “protagonista” di quest’esperienza è stato un momento di crescita veramente importante. Questo progetto ci ha permesso, grazie all’aiuto degli adulti che ne hanno permesso la realizzazione, di creare qualcosa più grande di ogni nostra aspettativa. È stata davvero una scia di luce per le nostre città, siamo sicuramente riusciti a seminare tanti germogli di fraternità e molti di questi stanno già dando i primi frutti.

Le officine si sono concluse ma i rapporti creati non possono finire.

C’è anche chi sta continuando con le attività dell’officina, a Ponticelli ad esempio dopo la realizzazione di “Life Love Light”, ci si sta impegnando nella costruzione di un altro spettacolo; il percorso di quest’anno è incentrato sulla Pace, con tutte le sue sfaccettature perché non possiamo smettere di vivere la fraternità e quale mezzo migliore della musica per lanciare messaggi in luoghi purtroppo non sempre semplici.

Personalmente, quando ho raccontato ad amici e parenti quello che stavo vivendo molti mi hanno subito detto di stare attenta, che quelle zone sono pericolose ( le periferie di Napoli), che lì uccidono… lì come chissà di quale città lontana stavano parlando, ma in realtà quella è la MIA nonché la loro. Non mi sono mai fatta fermare da queste paure (che non ho mai avuto in realtà), quei ragazzi ci vivono ed io non posso andarci una o due volte a settimana?!

Con la mia famiglia abbiamo iniziato ad andare a messa lì ogni domenica per rafforzare quei rapporti creati durante l’anno e questo ci aiutato molto a conoscere meglio i ragazzi e le loro famiglie. Siamo stati invitati a pranzo da molti di loro; io sono andata a pranzo a casa di uno dei ragazzi, in una di quelle case popolari che mettono molta tristezza a vederle, ma entrando l’amore con cui sono stata accolta mi ha resa felicissima.

Ci sarebbero tante storie da raccontare su ognuna delle persone che ho incontrato ma posso sicuramente testimoniare che una rete di fraternità tra tutti coinvolti dal progetto è stata creata e spero che continui.

Roberta Formisano e Alessandra Picariello

Video Officine di fraternità

Fonte: dal sito ufficiale del unitedworldproject




Facciamo casa insieme

Cos’è: un progetto pilota promosso dall’Associazione Una città non basta ONLUS, AMU Onlus e AFN Onlus per un percorso di accoglienza e accompagnamento volto a favorire l’integrazione di rifugiati o richiedenti la protezione internazionale all’interno delle comunità territoriali del Lazio. Nel corso del 2016 due nuclei familiari di richiedenti asilo, provenienti dall’Egitto e dall’Iran, hanno dato la loro disponibilità ad entrare a far parte di questo percorso. Il primo nucleo familiare, composto da quattro persone, è stato accolto presso il comune di Castel Gandolfo (RM) mentre il secondo nucleo familiare, una giovane coppia di sposi, è stato accolto presso Marino (RM).

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Scheda progetto: facciamo-casa-insieme

 




Comitato Umanità Nuova Genova

comitatoumanitanuovagedescrizione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leggi di più ComitatoUmanitaNuovaGenova

http://www.comitatoumanitanuova.org

 




Progetto Cibo Bene Comune

L’associazione Il Samaritano di Porto Sant’Elpidio presenta a Tipicità 2016

il progetto CIBO BENE COMUNE – Intervista di Laura Meda

al Presidente Antimo Panetta




Associazione Solidarietà (RE)

LA NOSTRA STORIA
Solidarietà è una Associazione di Volontariato nata all’inizio degli anni ’90.

Il nostro sito

Alcuni amici, casualmente coinvolti in una azione umanitaria, lavorando insieme scoprono la bellezza del donarsi, del vivere per gli altri e fanno di questa iniziale esperienza un trampolino di lancio per diffondere e sviluppare la cultura del dare: una rete viva in cui il dare ed il ricevere possano creare ricchezze e reciprocità di rapporti, diversamente non possibili.

Oggi l’associazione conta oltre 300 soci sparsi soprattutto nelle province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza.

COSA ABBIAMO FATTO

1991-93 – In Africa: realizzato una falegnameria a Nairobi
Mosca: aiuti alimentari;
O’Higgins in Argentina inviato un carico di attrezzature agricole.
1994 – Nella ex Jugoslavia, durante la guerra, oltre ai numerosi aiuti umanitari inviati, abbiamo contributo alla realizzazione dell’asilo “Raggio di Sole” a Krizevci in Croazia ed allo sviluppo di alcune piccole aziende: un laboratorio dentistico, un negozio per parrucchiera, un oleificio, un allevamento di polli, un laboratorio per la coltivazione dei funghi.
1996 – In Albania abbiamo realizzato: un ambulatorio pediatrico, una centro grafico che stampa la rivista “Mosaik” rivolta a giovani albanesi.
1999 – Per i profughi Kosovari: inviato due pulmini, tuttora utilizzati per attività assistenziali e ricreative.

SUL NOSTRO TERRITORIO

In seguito alle azioni e agli interventi mirati, è maturato in tanti il desiderio di dare continuità alla vita dell’associazione attraverso la realizzazioni di progetti e iniziative aventi carattere di continuità, anche a livello locale.

Interpretando il bisogno di molte associazioni e il desiderio di alcune istituzioni abbiamo attivato alcuni progetti:

Azione Solidale
Convenzione con la Protezione Civile
Adozioni a distanza
Progetto intercultura
Azione Solidale
Nasce nel 1999 con l’obiettivo di recuperare e raccogliere le eccedenze (prossimità alla scadenza, difetti di confezionamento o imballaggio, ecc.) delle produzioni industriali per veicolarle gratuitamente nel circuito delle associazioni, presenti sul territorio, che agiscono a favore delle varie forme di povertà. Ad oggi:

Associazioni beneficate: circa 200
Settori: comunità per tossicodipendenti, malati di Aids, alcolisti, malati di mente, assistenza anziani, adozioni e affidi, extracomunitari, Caritas parrocchiali, aiuto alla vita nascente, ecc. per un totale di oltre 10.000 persone.
Per la gestione di tale progetto si utilizzano ampi magazzini (600 mq) per lo stoccaggio delle merci ricevute, localizzati a Calerno (RE) a 300 metri dalla Via Emilia, con annesse due celle frigorifere per la conservazione di prodotti freschi, da 0 a 4° e dei prodotti surgelati.

Protezione civile
L’esperienza di Azione Solidale ha suscitato un vivo interesse nella Pubblica Amministrazione.
Fra le collaborazioni in atto, la più significativa è la convenzione, stipulata nel 2004 con la Protezione Civile delle amministrazioni provinciali di Parma, Piacenza, Reggio Emilia coordinate dalla Regione Emilia Romagna.
Azione Solidale predispone le scorte alimentari – attraverso la preparazione di particolari kit – destinati al pronto intervento della colonna mobile della Protezione Civile.

Adozioni a distanza
Attualmente sono più di 90 le adozioni a distanza attivate, quale naturale continuazione del lavoro svolto in questi anni; interessano i bambini dell’asilo “Raggio di Sole” a Krizevci (Croazia), dell’asilo Fantasy di Belgrado (Serbia) e del Bairro do Carmo nelle vicinanze di San Paolo (Brasile).

Il progetto sull’intercultura
“Culture: i luoghi dell’incontro” si è realizzato con il contributo del Centro di servizi per il volontariato “Dar voce” di Reggio Emilia. Nel 2005 l’associazione “Solidarietà” ha proposto il progetto con il vivo desiderio di offrire e condividere con altre associazioni del territorio, la pluriennale esperienza d’incontri con popoli e culture diverse.

Le associazioni coinvolte sono: Casa della della cultura islamica, Evangelici Emilia Romagna, Rescue Mission 2000 (evangelici) e Associazione Studenti non comunitari (Asnocre). Insieme abbiamo percorso un cammino di dialogo, di confronto e di solidarietà per cui uomini e donne di cultura e religione diverse: cristiani, evangelici e musulmani, testimoniano gli uni agli altri i propri valori umani e spirituali. Reciprocamente ci sosteniamo nel viverli e nel trovare soluzioni ai problemi che il contesto in cui viviamo ci pone, desideriano poter contribuire all’edificazione di una società più giusta e fraterna.

A tal fine realizziamo attività di conoscenza e formazione (seminari e incontri), unite a giornate di confronto con altre esperienze di vita interculturale (es: con la Comunità di Bose, con la cittadella di Loppiano, con il Centro La Pira) per consolidare quanto appreso in questi anni, vivendo l’unità nella distinzione e la fratellanza nelle diversità, vissute come ricchezze. E’ desiderio comune poter realizzare un centro interculturale permanente sul nostro territorio.




Famigliedicuore

PROGETTO  (per maggiori informazioni )
L’adozione nasce dall’incontro tra il desiderio naturale di una coppia di diventare genitori e il diritto inalienabile di ogni bambino di crescere in una famiglia. L’adozione e’ accoglienza, e’ scambio di piccoli gesti quotidiani, e’ desiderio di dare, e’ amore che riempie il vuoto dell’abbandono, e’ ricamo dorato che ricuce gli strappi, che compone le singole diversità in una ricchezza comune. Tutto questo vuol dire famigliedicuore.

Esiste una profonda e reciproca connessione tra famiglia e societa’ ed e’ per questo che l’adozione non è e non puo’ essere solo un fatto privato. La famiglia adottiva svolge un ruolo sociale rilevante perche’, radicata nei valori della gratuita’ e dell’accoglienza, offre una risposta unica e insostituibile alla “ferita” dei minori in stato di abbandono e contribuisce alla costruzione di una societa’ piu’ attenta alle fragilita’, ai bisogni dei “più piccoli”.

Famigliedicuore si diventa, poco a poco; con la formazione, lo scambio, la condivisione, con l’aiuto di tanti. Per tutto questo e’ nato il progetto famigliedicuore; per sostenere le famiglie adottive e affidatarie sine die, per coinvolgere la societa’ di cui le famiglie sono parte, per divulgare la cultura dell’adozione.

Il progetto famigliedicuore per…fare cultura.
La riduzione delle nascite nel nostro territorio, come nell’intero Paese,
si accompagna al calo dell’accoglienza adottiva. Tanti sono i fattori: sociali, legali ed
economici che influiscono sulle scelte delle famiglie.

Come PROMUOVERE la CULTURA dell’ADOZIONE?
mass media, social, web per sensibilizzare la comunita’,
incentivare la cultura dell’accoglienza e incoraggiare gli aspiranti genitori adottivi
seminari e incontri informativi e formativi per la scuola e le altre agenzie educative
convegni di approfondimento per tutta la cittadinanza

Fare sostegno.Famiglie di cuore si diventa. La famiglia adottiva e’ chiamata a un amore sopraffino, speciale, un amore che ripara le crepe e lenisce le ferite, un amore che s’impara
con l’educazione, le conoscenze, l’esercizio.

Come SOSTENERE le FAMIGLIE ADOTTIVE?
seminari formativi periodici su tematiche specifiche
tenuti da professionisti esperti del cammino adottivo
consulenze specialistiche per genitori e figli
per favorire il progetto di crescita della famiglia

Fare rete.La famiglia adottiva trova forza e sostegno nel rapporto con le altre
famiglie, nella condivisione delle gioie e delle sospensioni, nel confronto
reciproco dei percorsi e delle prassi educative.

Come FAVORIRE lo SCAMBIO RECIPROCO e le RELAZIONI?
gruppi di aiuto – mutuo – aiuto attività ludiche e laboratori per i ragazzi feste per le famiglie
diffusione delle esperienze e delle buone prassi
tavolo permanente con i partner per creare rete sul territorio

Per fare cultura, sostegno, rete e’ prevista l’apertura dello sportello famigliedicuore, ormai diffuso in diverse regioni dell’Italia.




Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira

NOSTRA META IL MONDO UNITO

Nel 1978, a pochi mesi dalla scomparsa del Professor Giorgio La Pira, l’Arcivescovo di Firenze, Card. Giovanni Benelli, costatava la solitudine, l’amaro disorientamento, le difficoltà concrete dei molti studenti esteri universitari presenti in città, particolarmente – come si diceva allora – di chi proveniva dai Paesi in via di sviluppo.
Volle dar vita ad un Centro Internazionale che dedicò significativamente a Giorgio La Pira – già Sindaco della città e grande uomo di pace – mettendo a disposizione alcuni bei locali nel centro storico.


Il Centro divenne subito luogo di accoglienza fraterna dei giovani internazionali e luogo d’incontro e di dialogo tra chi giungeva a Firenze da tante parti del mondo ed era diverso per abitudini, per cultura o per religione.

In questa Azione, si recuperava il percorso virtuoso dell’Umanesimo fiorentino, cercando di vivere l’Anima cristiana di Firenze, offrendo una piccola porta aperta su un’Europa pronta a dare, ma anche a ricevere, a imparare da tutti.

Per l’animazione e la gestione di un’opera così nuova, che avrebbe dovuto coinvolgere l’intera Diocesi con il Volontariato, il Cardinal Benelli chiese aiuto a Chiara Lubich e ai membri del Movimento dei Focolari, che risposero subito con entusiasmo.

Da allora il Centro è mutato ed è cresciuto, proponendo svariate attività formative e culturali, svolgendo un servizio sociale molto apprezzato perché attento alla dignità della Persona, e davvero numerosi sono i suoi frequentatori.

Ma il sogno che lo anima resta sempre lo stesso: è il Sogno del Vangelo, l’Ideale della fraternità universale, il sogno della Pace… che ha di fronte a sé la Meta del Mondo Unito.

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A&C Musical

La struttura narrativa di “A&C Musical. Non esiste un amore più grande”, formata da 4 atti che possono venir considerati a tutti gli effetti 4 microstorie dentro un’unica grande storia, consente ampie libertà di movimento per la realizzazione di un’anteprima sintetica.
Qualunque siano le scelte narrative, l’anteprima costituisce comunque un “saggio” delle potenzialità dell’intero musical e mette in campo, in un tempo relativamente breve, tutte le carte che costituiscono l’impatto e la persuasione dello spettacolo.

Pur essendo ben più articolata e complessa di un trailer cinematografico, l’anteprima ha le sue stesse qualità, prima fra tutte quella di far “ingolosire”, dicendo senza spiegare troppo, facendo intravedere senza mostrare tutto; in definitiva catturando l’attenzione e stimolando la curiosità verso un progetto con potenzialità che vanno oltre un semplice spettacolo.

L’anteprima infatti è, se così si può dire, funzionale ad un’attività di giro che comprenderà non soltanto la rappresentazione del musical, ma intende anche coinvolgere fattivamente le scuole attraverso una duplice attività di workshop nel mondo dello spettacolo e di animazione sui contenuti.

L’occasione, più volte indicata, per la rappresentazione dell’anteprima di “A&C Musical. Non esiste un amore più grande” è nel contesto della Giornata Nazionale della Scuola in programmazione nell’ottobre 2016 con data e luogo, ad oggi, da definire da parte del M.I.U.R

Vedi SCHEDA AC anteprima 2016

SCHEDA AC 2016 generale

SCHEDA AC 2016 scuole

SCHEDA AC 2016 sponsor

Rete Europea Risorse Umane




Centro Mediterraneo Giorgio La Pira

Broschure: Centro Mediterraneo G. La Pira

Presentazione del Centro Mediterraneo di Studi e Formazione Giorgio La Pira

inaugurato sabato 25 giugno a Pozzallo (RG)

http://www.centromediterraneolapira.org/it

http://www.coopfoco.org/chi-siamo/chiaramonte-gulfi/

 




Progetto Ballarò

 

Tentare nuove strade

A Ballarò, un quartiere svantaggiato di Palermo, una serie di iniziative, nate spontaneamente danno vita ad un progetto che crea coesione sociale

Poco più di un anno fa si è organizzata una giornata ecologica con i giovani e gli adulti del Movimento dei Focolari in una piazza di Ballarò, territorio svantaggiato a livello economico e sociale nella città di Palermo.

Una giornata bellissima sia per il lavorare insieme in un posto così trascurato, che per l’aver creato un rapporto immediato con le persone del posto, i bambini, le mamme i papà che si sono messi con noi a lavorare per ripulire e rendere più dignitoso e vivibile l’ambiente circostante.

Nasce da lì l’idea di dare continuità a quanto vissuto quel giorno. Perché’ non fare in un angolo della piazza una festa di Natale con le famiglie del posto che abbiamo conosciuto?

La festa ha visto canti, giochi, persino Babbo Natale che ha portato doni, dolci! Conclusione: un albero di Natale piantato in una grande aiuola ripulita.

Quel momento ha segnato la nascita di altre iniziative che hanno come punto centrale la parrocchia di S. Nicolò, nei locali della bellissima chiesa medievale adiacente il mercato popolare. Infatti il parroco, contento dell’iniziativa, ci ha invitati a fare qualcosa per un gruppo di 20 bambini che frequentano il catechismo, al quale poi se sono aggiunti altri.

Da gennaio a maggio abbiamo fatto un laboratorio sul teatro dei burattini. I bambini divisi in gruppi, hanno preparato delle semplici storie che descrivevano un gesto d’amore concreto nei riguardi del prossimo, una vecchietta infreddolita e senza cibo, un compagno di scuola in difficoltà nello studio, una mamma che aveva bisogno di aiuto in casa. Partendo dalla costruzione dei burattini si è poi passati all’apprendimento della tecnica per farli muovere e infine alla rappresentazione teatrale.

Il percorso si è concluso con una rappresentazione. Un momento di festa gioiosa, accolto dallo stupore dei genitori di fronte a ciò che i loro bambini erano stati capaci di realizzare.

Durante i mesi si è creato un rapporto di amicizia, fiducia e stima sia con i bambini che con i genitori.

Non sono mancate le sfide, i momenti difficili dovuti a volte al disadattamento comportamentale di qualcuno, ma insieme ce l’abbiamo fatta, e il contributo di ciascuno degli animatori è stato prezioso. L’equipe iniziale era composta da tre persone, adesso siamo in otto ed altri ancora chiedono di poter partecipare e dare il loro contributo. Anche alcune mamme del quartiere si fermano per aiutare.

Da settembre scorso abbiamo avviato un laboratorio artigianale con materiale riciclato. È venuta in rilievo la capacità creativa dei bambini che si sono impegnati con entusiasmo. Qualche giorno prima di Natale in una bancarella si è venduto quanto realizzato, il ricavato era destinato a comprare del cibo da portare ad alcune famiglie indigenti e ad anziani poveri del quartiere. Eravamo divisi in cinque gruppi composti dai bambini di Ballarò, alcune mamme del quartiere e alcuni adulti e ragazzi del Movimento che provengono da quartieri benestanti. Per questi ultimi tutto suonava come una scoperta, una novità, conoscere e confrontarsi con questi bambini più poveri ed una realtà sconosciuta ha creato un forte impatto.  Le famiglie che siamo andati a trovare erano povere ed alcune con situazioni estreme, case fatiscenti, a volte senza luce e acqua. Semplice e diretto è stato il colloquio e la conoscenza con queste persone, hanno raccontato le loro storie, condiviso i loro dolori, si coglieva la gioia e la commozione di sentirsi pensati.

Ognuno ha potuto donare qualcosa di sé, bambini ed adulti, in maniera concreta, semplice, gioiosa e creativa.

È maturata insieme, tra tutti, la coscienza di quanto sia importante aprirci agli altri, condividere quanto siamo ed abbiamo in un clima gioioso e semplice.

Giorno dopo giorno arrivano ora beni di vario tipo, vestiario, cibo, un papà e una mamma di questi bambini del quartiere, che abitano in una casa molto povera, si sono impegnati a distribuire questi beni di prima necessità ad altre famiglie che hanno bisogno. Da cosa nasce cosa e la generosità si fa strada.

Numerose sono ormai le persone coinvolte, chi dona oggetti, a volte anche antichi, soprammobili, lampadari, giochi, libri. Una gran quantità di beni è stata donata ad alcune di queste famiglie indigenti che poi lo hanno venduto nei mercatini ricavando qualcosa per le loro necessità.

In una situazione in cui il lavoro è difficile da trovare abbiamo scoperto che insieme si può pensare, improvvisare, non arrendersi, tentare nuove strade.

Il mettere in comune i beni ha suscitato generosità, idee nuove, entusiasmo nel vivere per gli altri.

Con i bambini si va avanti con l’esperienza della rappresentazione teatrale, episodi tratti dal Vangelo ed attualizzati alla realtà odierna vengono messi in scena anche attraverso esperienze di vita vissuta. L’entusiasmo dei bambini è grande e si trasmettono loro tanti valori.

Anche con i genitori ci sono alcuni momenti in cui si sta insieme: una festa, un incontro, una gita sono occasioni per crescere nell’amicizia e insieme avere cura dei piccoli.

E tutti noi che partecipiamo al progetto sperimentiamo la gioia di costruire insieme, come comunità, un pezzo di umanità nuova vivificata dalla forza dell’unità.

a cura di Antonella Silvestri




Fare sistema oltre l’accoglienza

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Vedi anche articolo su focolare.org del 12 luglio 2016

Sito del Progetto:

http://www.faresistemaoltrelaccoglienza.it

Pagina Facebook

https://www.facebook.com/faresistemaoltrelaccoglienza/

FARE SISTEMA OLTRE L’ACCOGLIENZA

 Sintesi attività realizzate:

  • Corso di formazione professionale per magazziniere per 16 giovani in difficoltà, sia italiani sia stranieri in provincia di Catania
  • Tirocini di formazione professionale in aziende agricole, artigiane, ristorazione per 18 giovani in difficoltà, sia italiani sia stranieri in provincia di Ragusa
  • Orientamento e ri-orientamento attitudinale per l’inserimento lavorativo, con avvio all’attività lavorativa e monitoraggio delle condizioni di lavoro
  • Due cicli di corso per tutor dell’orientamento lavorativo operatori di comunità sul tema dell’occupabilità dei giovani in difficoltà
  • Sostegno a giovani stranieri alla formazione come mediatori culturali
  • Sostegno all’accoglienza temporanea di giovani in difficoltà attraverso la creazione di una rete di

    famiglie a livello nazionale

  • Realizzazione di una Banca dati di aziende, famiglie e comunità in rete sul territorio nazionale

Per la comunicazione e promozione del progetto a livello nazionale sono stati realizzati: ✓ 1 sito http://www.faresistemaoltrelaccoglienza.it/
✓ 1 spot di presentazione del progetto (https://www.youtube.com/watch?v=P4Zs2837lJI) ✓ 1 video-documentario di 10’ (https://www.youtube.com/watch?v=SBVmLYU0Phc)

✓ 1 video su esperienze di tirocinio/inserimenti in azienda (https://www.youtube.com/watch?v=j9X5avwm_fU)

Risultati raggiunti:

34 ragazzi sono stati formati tramite corso e tirocinio
15 aziende nel territorio di Catania e Ragusa hanno accolto stage e tirocini formativi
5 aziende in Toscana, Veneto e Lombardia hanno dato disponibilità ad inserimento lavorativo 5 giovani hanno rinnovato il tirocinio presso la stessa azienda in cui avevano svolto formazione 2 giovani hanno attivato un tirocinio in Toscana e Lombardia
3 giovani hanno ottenuto un contratto di lavoro in Sicilia e Toscana
60 operatori di comunità hanno partecipato al corso per tutor dell’orientamento lavorativo
22 borse di studio sono state elargite per la partecipazione al corso di mediatore culturale

22 famiglie nel territorio nazionale aderiscono alla rete, avendo ospitato giovani stranieri per periodi di vacanze o prova lavoro




Due colibrì per i rifugiati

Articolo apparso su S.U.B information

Carla e Davide, due colibrì per i rifugiati

Nella foto Davide con alcuni degli amici

Video apparso nel collegamento CH del 20 giugno 2015

collegamentoch/2015/06/20/la-piccola-goccia-del-colibri