L’ambasciatore del Baskin, il BASKet INclusivo

Federico Vescovini, noto imprenditore del settore metalmeccanico e la sua esperienza con un modo nuovo di praticare lo sport

In principio fu Cremona. Correva l’anno 2001. Antonio Bodini è un ingegnere di professione, padre di cinque figli, tra cui Marianna, una ragazza disabile nata prematura. L’invenzione è semplice come l’uovo di Colombo, ma è una rivoluzione copernicana, l’uomo e la donna e non il gioco sono al centro di ogni attività sportiva.

La persona sia essa normodotata, talentuosa o con limitazioni di qualsiasi genere e neofita, nella condizione in cui si trova può essere messa in grado di giocare in modo competitivo a baskin insieme agli altri. Il campo è lo stesso, le regole cambiano, si adattano e s’immedesimano con le persone per permettere a chiunque una reale partecipazione competitiva al gioco. È come se l’uomo vitruviano, simbolo dell’arte rinascimentale, fosse stato disegnato al centro di un pallone da basket.

Nelle nuove regole, nate dalla sperimentazione e dai suggerimenti dei ragazzi, si aggiungono, ai due canestri tradizionali, ulteriori quattro canestri a metà campo e i ruoli dei giocatori, che compongono una squadra di uomini o donne che siano, riflettono le abilità al gioco in funzione di esperienza, capacità atletica e presenza di limitazioni fisiche o cognitive. Il regolamento funziona e tutti possono o meglio debbono dare il proprio contributo alla squadra per la vittoria.

Si chiama Baskin proprio perché è BASKet INclusivo e possono giocare uomini, donne, disabili, normodotati, anziani e bambini. La partecipazione è aperta a chiunque. L’idea ad Antonio Bodini nasce in casa, si sviluppa con Fausto Cappellini, professore di educazione fisica e si afferma ai massimi livelli mondiali in termini di applicazione concreta di inclusività e democraticità.

Federico Vescovini

Federico Vescovini è un affermato imprenditore di Sbe Varvit SpA un’azienda leader mondiale nella produzione di giunti meccanici di fissaggio di alta qualità che sono di fondamentale importanza per molti settori industriali. Decisivi sono gli incontri. A Udine, dove vive, conosce un professore di educazione fisica che l’anno seguente subisce un grave incidente che lo costringe in carrozzina. Il professore gli scrive una mail per fargli una proposta. La mail viene cestinata e poi recuperata.

L’imprenditore, infine, incontra il professore. «Mi introduce al Baskin – spiega Federico Vescovini -, il primo sport inclusivo e competitivo allo stesso tempo capace di mettere insieme tutti nella stessa squadra. Comprendo subito che è uno sport candidato a contribuire in modo fondamentale a quel mondo di fraternità che sa includere e valorizzare le differenze, quel mondo unito, che ho in cuore e che sognava Chiara Lubich».

Fatti e non parole, così si ama il prossimo. Federico Vescovini non perde tempo, finanzia la start up Zio Pino Baskin. A distanza di un anno ci sono già due squadre a Udine. Dopo quattro anni, le squadre salgono a 12 nella Regione Friuli-Venezia-Giulia.

Quest’anno la grande soddisfazione. La Zio Pino Baskin di Udine vince il campionato italiano e Antonio Bodini diventa Ufficiale al Merito della Repubblica.

L’ambasciatore del Baskin, così ama definirsi Federico Vescovini perché il suo lavoro lo porta in molti Paesi e, dovunque si trovi promuove in Slovenia, Croazia, Serbia, Albania, Egitto, il basket inclusivo, superando non pochi ostacoli e pregiudizi.

E ora una nuova iniziativa: il sogno di portare gli sport inclusivi al comitato dei Giochi del Mediterraneo del 2026 a Taranto. «Inserire oltre alle competizioni per normodotati e per diversamente abili anche gli atleti appartenenti agli sport inclusivi come il Baskin. Sarebbe la prima volta in una manifestazione internazionale e sono convinto che i valori universali insiti in questi sport rappresentino un segnale importante di fraternità per il Mediterraneo».

Due discorsi lo hanno ispirato. Il primo è di Papa Francesco a Marsiglia, del settembre del 2023. Citò l’esempio del “sindaco santo” Giorgio La Pira che vide il Mediterraneo non solo come un luogo di conflitti, ma come una opportunità per «l’inizio e il fondamento della pace tra tutte le nazioni del mondo». Tutte le grandi visioni, profezie, non si fermano all’esistente. Partono dal reale, ma sognano di «allargare le frontiere del cuore, superando barriere etniche e culturali». Il Mediterraneo può diventare un mare che unisce.

È anche il sogno di Margaret Karram, presidente dei Focolari, nata e cresciuta ad Haifa in Israele che, nel settembre del 2023, disse che «un Mediterraneo della fraternità dimostra come le differenze ci facciano progredire e ci permettano di superare le frontiere (…) È un’utopia? Il passato ci insegna che non lo è. Lo conferma anche lo storico inglese David Abulafia che ha spiegato che per la maggior parte dei secoli passati, anzi dei millenni, la caratteristica del Mediterraneo è stata “integrativa”».

Integrazione e inclusività sono tipiche del Baskin che oggi è presente in 18 regioni Italiane con 182 Associazioni Sportive Dilettantistiche con oltre 6300 tesserati di cui circa 3400 atleti con disabilità. La crescita della disciplina è stata accompagnata inizialmente dall’Associazione Baskin fino ad arrivare a strutturarsi nel 2019 nell’Ente di promozione paralimpico EISI.

Fu il Presidente Mattarella venuto a conoscenza di questo sport inclusivo e approfondendo le difficoltà incontrate per riuscire a classificarlo idoneo ad entrare a tutti gli effetti parte di una federazione sportiva che fondò nel 2019 la EISI, l’ente nazionale degli sport inclusivi, la prima federazione sportiva del suo genere a livello mondiale. La fondazione di questa nuova federazione ha favorito l’ideazione e sviluppo di altri sport inclusivi quali il calcetto, le bocce ed altri ancora.

Baskin in Slovenia

Anche a livello internazionale, proprio per il suo approccio universale ed inclusivo, il Baskin si è rapidamente diffuso e oggi conta più di 20.000 atleti in tutta Europa. Oltre all’Italia, il Baskin viene regolarmente praticato in Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Lussemburgo, Belgio, Inghilterra, Slovenia, Croazia, Serbia, Albania, Grecia e Senegal.

Il Baskin sarà presente nella piazza sant’Antonio di Trieste fino al 5 luglio per le Settimane Sociali dei cattolici in Italia come buona pratica di impegno civile, di dedizione al bene comune, di partecipazione e di testimonianza dei valori repubblicani.

«È il sogno – conclude Federico Vescovini – di attivare processi tentando di costruire “dal basso” un mondo migliore, che valorizza le diversità per una società che viva nella quotidianità concrete azioni di inclusione e di pace».

Aurelio Molè

https://www.ziopinobaskinudine.it

https://www.baskin.it




Premiazione Concorso nazionale per le scuole: per sperare e costruire

Vedi anche: https://www.focolare.org/2024/05/22/concorso-nazionale-per-le-scuole-per-sperare-e-costruire/




AMU: Azione Per Un Mondo Unito ETS

Da oltre 30 anni contribuiamo al raggiungimento del più alto grado possibile di reciprocità tra persone, comunità e popoli; rafforzandone le capacità per liberare il proprio potenziale di sviluppo.

Insieme alle comunità protagoniste del proprio sviluppo

Impegnarsi per arrivare al Mondo Unito è un’utopia? È la domanda che i fondatori dell’AMU si sono posti ben oltre trent’anni fa, in un mondo del tutto diverso da quello nel quale viviamo oggi. Ora come allora, il sogno dell’unità era l’obiettivo a cui tendere per superare le ingiustizie e gli squilibri che affliggono popoli e nazioni diverse tra loro – come pure classi o strati sociali all’interno delle medesime – generando marginalità ed esclusione. Quelle che oggi Papa Francesco chiama le periferie.
Da ciò l’ideale della fraternità universale che si fa esperienza per abbracciare ogni essere umano e farci riscoprire membri dell’unica grande famiglia umana, al di là di tutte le appartenenze, convinzioni, status.

Come lavoriamo

Vediamo ogni persona come custode di enormi potenzialità e talenti, e nello stesso tempo come portatrice di bisogni da soddisfare per poter essere pienamente realizzata e contribuire così allo sviluppo umano e sociale della propria comunità.
Per noi lo sviluppo umano è un percorso di crescita integrale, che si compie quando tutte le dimensioni della persona trovano realizzazione: quella fisica, psicologica, sociale e spirituale. La dimensione del dono reciproco è la chiave di questo processo di sviluppo, nel quale ognuno possa ricevere ciò di cui ha bisogno e allo stesso tempo donare a sua volta ciò di cui dispone: non benefattori e beneficiari, ma tante sorelle e fratelli inseriti in questo “circuito di fraternità universale”.

Crediamo, in sintesi, in uno sviluppo di comunione fra le persone e i popoli

AMU – Azione per un Mondo Unito ETS
Via Piave n°15, 00046 Grottaferrata (RM)
Codice Fiscale 97043050588
Tel. +39 06 945 407 301

info@amu-it.eu




AFN: Azione per Famiglie Nuove Onlus

Dal 1998 promuoviamo i valori della famiglia, della solidarietà e di uno sviluppo umano sostenibile attraverso oltre 70 progetti. Siamo presenti sul territorio italiano con 6 sedi territoriali e nel mondo operiamo in 40 Paesi.

Forniamo un aiuto concreto intere comunità, ai bambini dei nostri sostegni a distanza ed allle famiglie in Italia, che affianchiamo con percorsi di formazione e sensibilizzazione alla genitorialità adottiva.

I nostri interventi sono diretti allo sviluppo dell’infanzia e dell’adolescenza in diversi contesti, sempre tenendo presente l’importanza della famiglia e della comunità di origine. Crediamo che in questo modo si possa realizzare quella crescita completa e inclusiva nella società

Azione per Famiglie Nuove Onlus

Via Isonzo 64 Grottaferrata (Roma)

codice fiscale 920 1212 0587

Per maggior informazioni: www.afnonlus.org




Focolare Meeting Point: fare casa

A Roma, a pochi passi da piazza Venezia, da due anni opera un centro dei Focolari aperto a tutti

Di Aurelio Molè

Nel centro storico di Roma, a pochi passi dalla Colonna traiana, da piazza Venezia, dalla Torre delle milizie, c’è una piccola chiesa non visibile da via Nazionale. Un luogo non di passaggio. Ci si accede da un piccolo slargo che si apre lungo la stretta via del Carmine.  Al civico 4 si erge la chiesa di Santa Maria del Carmine. Nel 1605 tutto ebbe inizio con la consacrazione della terra e l’inizio dei lavori, nel 1624 a spese del cardinale Odoardo Farnese, in un luogo dove si trovavano dei fienili. La gestazione fu lunga e lenta fino alla facciata in travertino del 1750. Incendi, saccheggi, lavori di restauro, anche le opere d’arte sono attraversate da prove e sofferenze, si sono susseguiti fino a pochi anni fa. Nel corso del restauro dell’affresco della Madonna del Carmine ne venne alla luce un altro, ottocentesco, raffigurante la Madonna del Carmine con il Bambino ed Angeli. La Madonna ha gli occhi socchiusi, sembra osservare chiunque da qualsiasi angolazione, come una madre che attende, accoglie, ospita. La chiesa, dal maggio del 2022, è diventata il Focolare Point, un punto di accoglienza per tutti, dalle più alte personalità religiose e civili a comuni cittadini e semplici studenti. La mission è “fare casa” a tutti quelli che vi passano sia per caso, sia per attività le più varie.

All’inaugurazione del centro “Santa Maria del Carmine Focolare Meeting Point”, il cardinale Angelo De Donatis, già vicario generale per la diocesi di Roma, disse che: «Vorremmo che chiunque si trovi a passare da qui trovi sempre una casa dove incontrarsi e fare famiglia» e «trovi la testimonianza viva del carisma dell’unità che la anima e possa accoglierlo come propulsore di fraternità». E Margaret Karram, presidente dei Focolari, aggiunse che nel Centro vede «la possibilità di offrire un percorso di formazione alla cultura dell’unità e al dialogo per lo sviluppo della fraternità dei popoli.

La caratteristica del Focolare Point è che opera in modo trasversale, accogliendo chiunque passi: visitatori occasionali, gruppi interessati, personalità di ogni sfera, religiosa, politica, laica, sociale e studenti universitari, seminaristi, giovani sacerdoti, religiose, religiosi di varie nazioni, a Roma per motivi di studio.

Giovanna Perucca, una focolarina che per 30 anni ha vissuto tra Algeria, Egitto e Tunisia, sin dall’inizio è in prima linea, con un gruppo di volontari, al Focolare Point nell’accoglienza «dove ognuno – ci spiega – trova la loro casa, un luogo caldo, ospitale, con una taverna, una sala per conferenze, dei salottini e la chiesa che si presta per concerti ed eventi». In effetti si respira un’aria semplice di famiglia, si può passare anche solo per prendere un caffè, scambiare due parole, iniziare una conoscenza. «Cerco di accogliere tutti, anche offrendo un pranzo, una pasta asciutta e un contorno, per far sentire le persone a loro agio. Non pensavo di riuscire, invece, mettendosi nell’amore e accogliendo tutti senza distinzione, passano tante persone, sia chi è di passaggio a Roma, sia chi ha avuto il nostro indirizzo, sia persone del quartiere».

A due anni dall’apertura, le attività si sono molto moltiplicate e differenziate: un Festival della spiritualità promosso da Edizioni Città Nuova e dalla comunità romana dei Focolari dal titolo Riannodare le relazioni, con la presentazione di libri e la partecipazione degli autori; concerti di musica classica del pianista Paolo Vergari o da lui organizzati; uno spazio di riflessione sui carismi con Luigino Bruni; un ciclo per conoscere i grandi artisti della storia dell’arte con Mario Dal Bello; la storia di Valter di Cera, un ex brigatista rosso e il suo incontro con Graziella De Luca, una delle prime focolarine. E poi è diventato un luogo di incontri, ogni mese un gruppo di sacerdoti e laici che appartiene ad un’associazione mariana si riunisce al Focolare Point per pregare; Carlo Cefaloni con Pax Christi e altre associazioni ha organizzato vari incontri sulla pace, sul disarmo e in vista delle prossime elezioni europee; non è mancata la presenza di gruppi di altre religioni, incontri di dialogo interreligioso, ecumenico; persino un gruppo della Finlandia; non sono mancate riunioni della Confraternita della Chiesa del Carmine e di gruppi di religiosi.

Una menzione a parte sono gli appuntamenti del giovedì in taverna con i giovani. Si tratta in gran parte di studenti fuori sede che sono a Roma per motivi di studio. Ognuno porta qualcosa da mangiare. Si cucina insieme e a cena si parla degli argomenti che ognuno propone: la situazione in Siria, in Libano, l’argomento della propria tesi, i loro sogni, temi religiosi e non.

Il nome giovedì deriva dalla contrazione della frase “giovani e dialogo”, i due ingredienti della serata. «C’è un giro variabile di giovani, un giovedì erano presenti di 15 diversi Paesi – spiega Agostino Spolti, uno dei promotori – che non sono solo legati ai Focolari, ma alle varie amicizie. È uno spazio dove i giovani non devono chiedere il permesso per portare i loro amici e invitare chi vogliono. È un’esperienza di accoglienza, di far casa, di ascolto, di creare un clima di famiglia, tra culture, generazioni e vocazioni diverse». Invitano anche degli ospiti a parlare, ma non sono delle conferenze, ma degli spazi di dialogo.

Un’altra caratteristica del Focolare Point è che all’interno vive una comunità di sacerdoti legati ai Focolari pienamente inseriti nell’accoglienza e nelle varie attività. I quattro sacerdoti sono tutti studenti delle varie università pontificie presenti a Roma e provengono da Germania, Congo e due dal Brasile, tra cui Christian Da Silva, che sarà ordinato sacerdote il prossimo 24 giugno. La loro mission, oltre la celebrazione della Messa quotidiana, è quella, come tutti, di fare casa. «Fa piacere incontrare dei sacerdoti giovani – chiosa Christian Da Silva – in particolare con gli studenti perché fanno una vita di studio, a volte di solitudine, e qui trovano dei momenti di comunione. Con 30 di loro abbiamo conosciuto Loppiano, la cittadella dei Focolari vicino Firenze. La nostra è una esperienza di servizio alla chiesa di Roma e passano anche suore, giovani studenti delle università pontificie, laici di passaggio. Non sono grandi numeri ma sono rapporti di qualità»

Si punta insomma su rapporti interpersonali e una comunità ospitale, inclusiva, dialogante. E, come diceva Jesús Morán, co-presidente dei Focolari in suo intervento del 2023 sulla missione, «Gesù in mezzo a noi rende ospitali le nostre comunità di vita, perché è Lui che apre uno spazio personale, umano-divino, dove ognuno può trovare posto e casa».

Tra i prossimi appuntamenti del Focolare Point ricordiamo dei seminari per approfondire la storia di Chiara Lubich, don Foresi e Igino Giordani e una veglia di preghiera per il prossimo Giubileo.

Inaugurazione Focolare Meeting Point – 7 maggio 2022




Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito APS

La nostra associazione di promozione sociale, promossa da persone facenti parte del Movimento dei Focolari, è nata a Roma nel 1991 e si impegna da sempre nella promozione di progetti solidali, innovativi e di integrazione sociale, oltre che nella formazione ambientale e di sviluppo della cultura civica ed etica.

Con l’entrata in vigore della riforma del Terzo Settore, abbiamo aggiornato il nostro Statuto per perseguire finalità di interesse generale. Operiamo a livello non solo nazionale ma anche internazionale, con raccolte fondi con cui interveniamo in Italia, Africa, India, Sud America e altre regioni del mondo, ottenendo risultati significativi.

In Italia collaboriamo con istituzioni e altre organizzazioni del terzo settore per sensibilizzare la comunità e affrontare problemi attuali attraverso raccolte fondi, seminari, conferenze, workshop e progetti di solidarietà.

La nostra missione è quella di aiutare le persone più fragili attraverso azioni filantropiche e di supporto reciproco, creando reti di solidarietà per affrontare le sfide del presente

Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito APS

Via C. Spinola, 18 – ROMA C.F. 96165390582

nuoveviemondounito@gmail.com

Per maggior informazioni, vai al sito:

https://nuoveviemondounito.it




“Progetto carceri” in Italia

La presenza di Città Nuova tra i detenuti: progetto carceri

Negli ultimi anni la rivista Città Nuova ha promosso una “rete carceri”, un gruppo spontaneo di persone attive in vario modo in quest’ambito, che si ritrova via zoom con una certa periodicità. Si condividono esperienze, difficoltà, progetti, prospettive. Per non sen- tirsi soli nel prendersi cura di quest’umanità ferita. Dagli adulti ai più giovani. Nei prossimi mesi partirà infatti anche un progetto per gli istituti penali minorili con la rivista bimestrale fatta dai ragazzi per i ragazzi Teens.

La rivista Città Nuova raggiunge numerosi istituti penitenziari in tutta Italia e accompagna diversi progetti, grazie alla generosità di tanti lettori. Così, tenuti da volontari, sono nati gruppi di lettura che offrono ai carcerati la possibilità di dialogare, riflettere, raccontarsi; oppure utilizzare la rivista per imparare l’italiano; o ancora per fare da ponte con istituzioni, studenti e cittadini grazie ad eventi aperti alla città, legati a concorsi letterari e artistici.

 

Da circa due anni, poi, alla rivista si è aggiunto un libro speciale: Liberi di cadere, liberi di volare, di Fernando Muraca. Sono tante le carceri italiane cui è stato possibile fare questo dono e gli istituti dove l’autore è stato chiamato per incontrare i detenuti. Momenti intensi in cui tanti hanno ritrovato sé stessi e il senso della propria vita.

 

 

 

Cartina dalla Rivista Città Nuova

Per maggior informazioni:

Aurora Nicosia anicosia@cittanuova.it

Vedi: https://www.cittanuova.it

 




Genfest Italia 2024, insieme per prendersi cura

Gli appuntamenti e le iniziative in Italia dei giovani dei Focolari

di Aurelio Molè

Alcuni dei momenti più belli della nostra vita li abbiamo vissuti nei Genfest. Ognuno può sfogliare il proprio personale album di ricordi. Nel mio, uno dei miei momenti clou, ma non solo, è stato il Genfest del 1990. Il muro di Berlino, sembrava fino ad allora una barriera impossibile da rimuovere, eppure si sgretolò in pochi minuti nel novembre del 1989. Un mondo più unito si faceva storia concreta. Le frontiere si aprirono e, per la prima volta, era possibile incontrare centinaia di giovani dell’Est Europa. Dalla ex Yugoslavia fino alla Lituania. Dei popoli e dei giovani bellissimi, ancora incontaminati dal consumismo Occidentale, con cui era possibile sperimentare una unità di cuori palpabile. Nel 1990 San Giovanni Paolo II al Palaeur di Roma disse che il mondo unito «è la grande attesa degli uomini d’oggi, la speranza e, nello stesso tempo, la grande sfida del futuro» perché «è la via della pace». Parole quanto mai attuali in un mondo che vive una terza guerra mondiale a pezzi.

Il Genfest, deriva da gen “generazione nuova”, il settore giovanile dei Focolari, e da fest, festival. Nasce nel 1973 a Loppiano, una piccola cittadella dei Focolari vicino Firenze, quando non erano ancora state ideate le Giornate mondiali della gioventù e si ripete ogni sei anni radunando centinaia di migliaia di giovani dai cinque continenti per condividere attraverso esperienze, canti, coreografie, interventi la propria passione per la fraternità universale. L’ultima edizione si è svolta nel 2018 nelle Filippine, la prossima sarà in Brasile dal 12 al 24 luglio 2024 dal titolo “Insieme per prendersi cura” per costruire un mondo di fraternità al di là delle differenze culturali, etniche e religiose prendendosi cura del pianeta e delle persone, soprattutto le più vulnerabili. Si snoderà in tre fasi: volontariato, un evento centrale e la creazione di comunity per continuare a costruire un mondo più unito nel proprio territorio.

In Brasile, ad Aparecida, sono attesi seimila giovani e una diretta streaming in 120 Paesi, ma non tutti potranno partecipare. In Italia sarà possibile vivere una sorta di staffetta. Si comincia dalla Toscana. Dal 12 al 21 luglio si vive dapprima con le mani in pasta in una settimana di volontariato locale diffuso in città della Toscana come Firenze, Prato, Massa, Pistoia, Grosseto, Lucca e Pisa. In collaborazione con associazioni, parrocchie, case di accoglienza e nella cornice più ampia del Progetto Milonga “Embrace Humanity che da anni si occupa di volontariato internazionale.  Lo sguardo sarà rivolto a persone migranti che mettono a rischio la propria vita in cerca di speranza; a chi è costretto a vivere nella disumanità di una guerra; a chi è povero e affamato; a chi è escluso e emarginato dalla vita sociale o, discriminato per la sua appartenenza etnica, per l’identità di genere, perché persona con disabilità mentale o fisica; di chi è prigioniero di una dipendenza, di chi è anziano e solo. Non si tratta solo di azioni ma anche di formazione ai fenomeni e temi e di condivisione nella fase finale che avverrà a Loppiano dal 19 al 21 luglio. Tre giorni vissuti insieme con persone provenienti da varie regioni d’Italia e qualche Paese europeo. Sono previsti collegamenti in diretta con il Genfest internazionale del Brasile e la creazione di community per aree tematiche per formare dei gruppi in base agli interessi che potranno continuare le loro azioni sul territorio perché il Genfest non è solo un evento, ma un processo generativo che si spera continuo nel tempo.

«In Toscana – commenta Nadia Xodo, una delle organizzatrici – abbiamo notato un risveglio nelle comunità, un coinvolgimento con l’organizzazione di cene solidali, nell’ ospitare i giovani presenti nelle loro città, e una nuova coscienza nel prendere cura del proprio territorio».

Il modello è “Una città non basta” proposto da Chiara Lubich in cui invita a prendere le misure della città per cercare i poveri, gli abbandonati, gli orfani, i carcerati per non lasciare nessuno solo e dare sempre «una parola, un sorriso, il vostro tempo, i vostri beni» e condividere ogni cosa «momenti di gioia e di vittoria, di dolore e di fallimento, perché la luce non si spenga». «Ma “una città non basta”: sì, con Dio, una città è troppo poco. Egli è colui che ha fatto le stelle, che guida i destini dei secoli e con Lui si può mirare più lontano, alla patria di tutti, al mondo. Ogni nostro respiro sia per questo, per questo ogni nostro gesto, per questo il riposo e il cammino. Alla fine, facciamo in modo di non doverci pentire di aver amato troppo poco».

Dopo la Toscana, la Calabria che prenderà il testimone per tutto il Sud Italia coinvolgendo la Sicilia, la Campania, la Basilicata, la Puglia, la Sardegna e persone dalla Palestina, dall’Egitto per gettare ponti di fraternità sulle sponde del Mediterraneo. Tre gruppi sono al lavoro da tutte le regioni per il programma dal 26 al 30 luglio per un percorso immersivo e pratico di conoscenza della cultura della pace, della fraternità e della solidarietà. Le tre fasi del Genfest del Brasile saranno declinate anche il Calabria. La mattina del 27 luglio apertura a Lamezia terme (CZ) per andare in profondità su quello che è il primo “ambiente” dove viviamo, e cioè noi stessi, la nostra identità, chi siamo, verso dove andiamo e come prendersi cura di sé. Sono previsti anche collegamenti con il Genfest internazionale del Brasile e con gruppi di giovani in Ungheria e Giordania. Il pomeriggio si continua con la vita, con l’amore concreto, «con i muscoli», l’ascolto, la vicinanza: incontri con comunità di recupero, accoglienza di persone ai margini della società, di minori stranieri non accompagnati e ambiente con la pulizia delle spiagge, visite ad azienda agricole controcorrente che rifiutano di pagare il pizzo. Al tramonto è tempo di festa con una cena e una serata artistica nella piazza di Curinga (CZ) in collaborazione con la Proloco del Comune. La mattina del 28 luglio ci si sposta a Isola di Capo Rizzuto (KR) per approfondire con esperti il tema “Mediterraneo. Un caleidoscopio di crisi, sfide, opportunità”.  Sulla spiaggia di Cutro, nel pomeriggio, si ricorderà la tragedia del naufragio dei migranti con una Messa, l’incontro di alcuni protagonisti del tragico evento e un flash mob. Senza tralasciare la conoscenza delle bellezze culturali e naturali di Isola di Capo Rizzuto. La giornata conclusiva del 29 luglio sarà il giorno della creazione di community per continuare ad agire nel proprio territorio in base ai propri interessi, di tirare le conclusioni e di chiudere il Genfest con una grande festa sul lungomare di Lamezia terme aperto a tutti con cantanti, esperienze, testimoni, interventi.

«I protagonisti e gli ideatori sono i giovani – chiosa Gabriella Zoncapè, tra le organizzatrici –, ma gli adulti dei Focolari sono di supporto per la parte logistica. Si è avviato un processo di comunione, partecipazione, fraternità non solo all’interno dei Focolari, ma con associazioni, movimenti ecclesiali, scuole, comuni, diocesi». Il Genfest è già iniziato!

Per iscrizioni al Genfest in Calabria: link

Instagram: Genfest_ Calabria2024

Email: genfest.italia@gmail.com

Iscrizioni al Genfest Toscana a questo link

Info: giovanifocolaritoscana@gmail.com

LIBRO DEL GENFEST

SITO WEB GENFEST INTERNAZIONALE 




Formato famiglia a Loppiano: “Un fantastico weekend”!

Il weekend era molto atteso, l’argomento interessante e molto coinvolgente, il relatore conosciuto e molto stimato per la sua competenza. E’ cosi che 47 famiglie (139 persone, di cui 46 bambini) si sono ritrovate a Loppiano dal 23 al 24 marzo 2024 con il dott. Ezio Aceti, psicologo dell’età evolutiva, per affrontare il tema dell’educazione 0-12 anni e preadolescenza.

Le famiglie provenivamo da varie città di Italia, e tra queste un nutrito numero di giovani Famiglie Nuove di Torino che ha invitato altre famiglie amiche. Un breve saluto iniziale ed il lancio del dado dell’amore hanno aperto i “lavori” e invitato i presenti a porsi in atteggiamento di “amare tutti”, invito ripreso da Ezio Aceti quale garanzia perché quei due giorni fossero un tempo sereno e proficuo per tutti, e questa proposta ha creato da subito un clima di ascolto reciproco profondo.

Il sabato ci si è concentrati sull’ “Educare in un mondo che cambia” e sull’educazione nella fascia 0-12 anni; con una relazione di Ezio Aceti, confronto in gruppi, e poi un ricco dialogo in plenaria. La domenica mattina Ezio Aceti ha trattato un altro tema “caldo” per i presenti: “Adolescenti oggi: fragilità e risorse” e poi tante domande e riflessioni insieme sull’essere genitori oggi di un adolescente. Ezio Aceti si è dato disponibile anche per colloqui personali che hanno sottolineato il “sentirsi in famiglia”, dato a tanti la possibilità di confrontarsi sullo specifico della loro esperienza e ricevere preziosi consigli personalizzati.

Anche bambini e ragazzi hanno seguito attività specifiche per loro: i ragazzi oltre i 6 anni sabato hanno trascorso il pomeriggio con Gabriel, ballerino e attore, che attraverso alcuni esercizi corporei ha fatto prendere ai ragazzi consapevolezza degli spazi  intorno a sé, oppure abbinare una musica a un animale: un vero divertimento è stato immaginarsi pesci che nuotano nelle profondità del mare attraversando un lungo tubo di stoffa.

Anche la domenica mattina per i ragazzi è stata ricca di spunti e scoperte: hanno fatto un percorso naturalistico-sensoriale nella natura di Loppiano accompagnati da un guida professionista, e scoperto  rumori, odori, vita del bosco, della campagna e percezione di sé a contatto con la natura. Tutti entusiasti! I più piccoli (0-5 anni) hanno svolto attività varie di gioco a seconda dell’età in modo da regalare ai genitori uno spazio tutto per loro, in tranquillità. Il sabato sera è stata offerta a tutti la possibilità di partecipare allo spettacolo organizzato per la Cittadella dagli artisti dell’AIR (Artisti in Rete) con un piacevole viaggio tra canzoni, danze e interpretazioni.

Il prossimo week end Formato Famiglia sarà il 20-21 aprile prossimi e il tema sarà: “Aspetti della disabilità in famiglia: figli, anziani… nuove prospettive”.

Il team Formato famiglia di marzo:

Enrico, Daniela, Ezio, Vanilla, Claudio, Federica, Gianni, Vanna, Paolo, Barbara, Santina e Pier Luigi

 




Ragusa, nasce “CO-GOVERNANCE – Laboratorio civico di sussidiarietà politica”

Il principio della fraternità approda nella politica cittadina. Iniziative di “sussidiarietà orizzontale” per una nuova collaborazione tra cittadini e istituzioni

Un patto di solidarietà e di sussidiarietà tra cittadini e istituzioni. È nata a Ragusa una nuova esperienza associativa, di cittadinanza attiva: Il suo nome è “CO-GOVERNANCE Laboratorio civico di sussidiarietà politica”.

 La nuova associazione è stata costituita il 12 marzo. Undici i promotori: presidente è Alfio Di Pietro, vicepresidente è Mariuccia Guastella, segretaria Patrizia Colucci. Giovanni Ottaviano sarà il tesoriere, Suzen Maria Battaglia è consigliera. Gli altri fondatori sono: Giuseppe Avveduto, Rolando Genovese, Valentina Gulino, Lina Tolaro, Giovannella Licitra, Giovanni Gulino.

CO-GOVERNANCE – Laboratorio civico di sussidiarietà politica” si presenterà ufficialmente alla città il prossimo 6 aprile, alle 9, con un seminario che sarà ospitato nell’aula del consiglio comunale di Ragusa.

Tema del seminario: “Oltre la Politica ideologica: la sfida della partecipazione propositiva”.

Relatori sono Antonio Maria Baggio, politologo, direttore del Centro di ricerca di politica e diritti umani dell’Istituto universitario Sophia di Loppiano (Firenze) e Giampietro Parolin, economista e docente di Strategie aziendali nello stesso Istituto Universitario, autori entrambi di numerosi scritti, articoli e pubblicazioni in tema di politica, di cultura politica e di politica economica.

Sono previsti alcuni interventi programmati di esponenti dei gruppi consiliari di maggioranza, di minoranza e della società civile, nonché un tempo di dialogo e di confronto fra tutti.

 “Il nome dell’Associazione – spiega il presidente Alfio Di Pietro – ne esprime all’evidenza il fine: avviare con le istituzioni comunali, i suoi organi elettivi, di governo e di amministrazione attiva, nonché con il mondo politico nella sua varietà e pluralità, un rapporto di collaborazione che manifesti e certifichi la possibilità nella vita pubblica della città di fare “sistema” e di farne un luogo generativo di comunità, di coesione e di sviluppo, di futuro”.

Il Consiglio direttivo dell’associazione

“Il Laboratorio – prosegue – intende farlo laicamente, senza alcuna colorazione o caratterizzazione partitica, democraticamente, favorendo e rendendo praticabile tra cittadini e istituzioni un confronto stabile, libero da pregiudizi, dando modo, nel contempo, agli attori politici, singolarmente e nel loro insieme, di intrattenere relazioni vere di amicizia attraverso cui ciascuno possa riscoprire la propria originale vocazione politica e le ragioni migliori del proprio impegno e ritrovare la capacità di parlarsi fra diversi senza tentare di coprire le divergenze e i possibili conflitti, ma chiarendole e precisandole nel loro significato costruttivo”.

Quale la ragione che anima il Laboratorio? “È venuto il momento ed è questo – chiarisce Alfio Di Pietro – di comprendere che il governo urbano è un compito complesso e le decisioni dell’oggi determinano il futuro delle nuove generazioni; per questo pensiamo che la città possa e debba divenire uno spazio di sperimentazione per trasformare paure, fratture sociali, conflitti, emarginazione, in opportunità generative di risposte e di crescita. La domanda di fondo è questa: che tipo di mondo e, dunque, che tipo di città desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che in essa stanno crescendo?”

“Il principio di fraternità – prosegue – è la matrice del Laboratorio. Nella sua declinazione politica esso trova traduzione nei principi costituzionali di “solidarietà” (art. 2 della Costituzione) e di “sussidiarietà orizzontale” (articolo 118, comma 4, della Costituzione). L’esperimento che ci proponiamo di realizzare non parte da zero: è stato avviato già un anno fa in prossimità delle elezioni amministrative e – nelle sue varie tappe – ha vissuto vari momenti di dialogo. In questi mesi, si è puntata l’attenzione su alcune iniziative e “buone prassi” della civica amministrazione, già in atto, che lasciano ben sperare”.

 Info e contatti:  Alfio Di Pietro338 157 7238    dipietroalf@tiscali.it

 Francesca Cabibbo

 




#Edc: cambio di testimone nella Segreteria Edc Italia

Passaggio generazionale nella Segreteria dell’Edc Italia: intervista ai nuovi responsabili, tutti protagonisti della “Costituente Giovani EdC” di qualche anno fa

A fine 2023 la Segreteria dell’ EdC Italiana ha rinnovato la sua composizione: dopo 5 anni Ornella Seca -responsabile- e Fabio Magrini -segretario- hanno passato il testimone alla gestione collegiale di Luca Guandalini, Maria Gaglione e Stefania Nardelli. I tre nuovi responsabili valuteranno nei prossimi mesi se e come integrare la segreteria. Questo avvicendamento è anche un significativo passaggio generazionale per l’ EdC Italiana. Per conoscerli meglio poniamo loro alcune domande.

Luca, cominciamo con te, di cosa ti occupi e da quanto tempo segui Economia di Comunione?

Luca Guandalini 02 400 rid«Attualmente sono consulente e formatore libero professionista in management e sostenibilità. Il primo contatto vero con l’EdC è stato attraverso l’imprenditore Pietro Comper che, a partire dal giorno della mia discussione di laurea, ha iniziato a coinvolgermi negli interventi che faceva nelle scuole. Da questo coinvolgimento e dalla riscoperta dell’EdC vissuta è nato poi un progetto per far conoscere in modo un po’ più strutturato ai ragazzi delle superiori l’esistenza di un’economia diversa, che è possibile perché già praticata e che dipende da ognuno di noi nelle scelte di ogni giorno. Da qui il coinvolgimento è poi aumentato quando ho cambiato lavoro e sono diventato libero professionista: cominciando a seguire alcune aziende sui modi di organizzare il lavoro o su aspetti di sostenibilità, ma sempre aiutando a conciliare obiettivi di “performance” economica con obiettivi di senso. Preziosa è stata, per esempio, l’esperienza di collaborazione con AIPEC al progetto europeo BEST(Boosting Environmental and Social Activities), per cercare di veicolare alcuni contenuti di EdC in una formazione per imprese ai primi passi per migliorare la propria sostenibilità. Dalla diffusione di quel progetto nelle scuole, arrivò poi la richiesta di aiutare la segreteria EdC seguendo l’aspetto della cultura “dal basso” ed eccomi qui.»

Maria, da qualche anno lavori nel comitato organizzatore di EoF, ultimamente poi sei stata nominata amministratrice delegata di EdiC SpA s.b., la società che gestisce il Polo Lionello, quale il tuo contributo alla EdC Italiana?

«In questo momento per me è come “unire i puntini” della storia, personale e lavorativa, Maria Gaglione Polo 400 riddegli ultimi 5 anni. Credo che l’Economy of Francesco (maggio 2019) sia una continuazione della profezia carismatica dell’Economia di Comunione, pur con le dovute differenze e specificità. Per cui il mio contributo all’EdC oggi si realizza prima di tutto cercando di occuparmi bene dell’EoF e custodendo il legame fra le due realtà. Inoltre, se la “casa di EoF” è il mondo intero perché i giovani sono ovunque e la “patria ideale” è Assisi perché Francesco è il modello a cui guardare, il Polo rappresenta la base operativa e, insieme ad Assisi, un luogo dello spirito – cioè delle ispirazioni, dell’ascolto, dell’incontro – per chi è stato chiamato a dare concretezza e ad assicurare sussidiarietà a questa vivace e giovane comunità di economisti e imprenditori impegnati in un processo di riflessione, impegno e azione attorno alle sfide di oggi, necessarie per una economia giusta, fraterna, sostenibile. Se poi facciamo un passetto indietro, l’inizio della mia storia con l’EdC è coincisa quasi da subito con il mio impegno al Polo: ero a Firenze per una supplenza a scuola e mi proposero di entrare nel CdA di EdiC spa.. Una fiducia immensa e un grande spazio di generosità che in punta di piedi e con lo zaino leggero accolsi, occupandomi in particolare della comunicazione e della formazione. Fino ad oggi e al nuovo incarico di Amministratore Delegato, che mi permette di continuare a sostenere e sviluppare il progetto dell’Economia di Comunione, attraverso la gestione e la promozione del Polo Lionello quale contesto valoriale, relazione e produttivo di riferimento.»

Stefania, tu lavori in AMU e negli anni passati ti sei occupata nella Segreteria EdC delle Povertà e del Terzo Settore che aderisce alla EdC. Immagino abbiate già lavorato al programma nazionale di quest’anno….

Stefania Nardelli 400 rid«Quando Ornella e Fabio ci hanno chiesto cosa avremmo fatto se loro fossero improvvisamente “partiti per la Thailandia”, dopo i primi attimi di sgomento, ci siamo detti che avremmo probabilmente chiamato subito tutti a raccolta, come si fa in una famiglia quando succede un fatto importante e bisogna discuterne. Dato che la nostra casa, la casa della famiglia EdC è il Polo Lionello, facendo coincidere le date con l’Assemblea dei soci della E.diC. Spa s.b., nelle date dal 24-26 maggio 2024, chiamiamo tutti a raccolta per una nuova edizione della Convention Edc Italia. Sarà una tre giorni di esperienze, buone pratiche, workshop e approfondimenti per rafforzare la comunione e accorciare le distanze. Il programma di quest’anno consiste quindi nel preparare insieme questo momento che sia di condivisione di quanto si sta portando avanti nell’EdC Italia ma anche di dialogo e confronto. Dato che esistevano già due tavoli di lavoro spontaneamente aperti su alcune tematiche, abbiamo proposto loro di diventare Circoli di Comunione, i circoli promossi nel 2022 dalla Commissione Internazionale EdC, in modo da allargare il confronto ad altri eventuali interessati sul territorio nazionale e aiutare a rilanciare la comunione nell’EdC.

Si tratta del Circolo del Terzo settore italiano dell’EdC che vuole raccogliere le associazioni e cooperative che si riconoscono nell’Economia di Comunione; il Circolo del Mondo della Finanza vicina all’EdC nato sulla spinta motivazionale di una partecipante ad Economy of Francesco e, alla luce anche di un lavoro di ascolto delle varie regioni da parte della Segreteria EdC fatto nell’anno precedente, abbiamo proposto la nascita di un terzo circolo dal titolo “Come trasmettiamo i valori dell’EdC ai collaboratori aziendali?”. Al momento i nuovi Circoli di Comunione effetivamente costituiti sono 2, ma non escludiamo la nascita di altri. Riportare il focus all’essenziale della Comunione ci sembrava il miglior modo per portare avanti, in cordata, l’Economia di Comunione

Fonte: edc-online.org




Progetto: “Greenclusive”

Giovani – Inclusivo – Formazione – Sostenibilità – Locale – Globale

PREMESSA

Il progetto vuole sostenere il percorso del “pathway verde” e l’ impegno delle nuove generazioni per l’ambito ecologico promuovendo la sostenibilità ambientale con un approccio che fa protagonisti alle minoranze sociali.

METODOLOGIA

Prevede un approccio sequenziale learn, act , share con fasi di formazione, azione e condivisione.

  • green trainings – formazione “verde”
  • local green activities – cantieri
  • communication and dissemination – united world week, ecc

TARGET




Corso per una cittadinanza attiva 2024

Le “Scuole di partecipazione” del Movimento politico per l’unità intendono essere un luogo di dialogo, di studio, di sperimentazione, aperto a tutti i giovani che vogliono vivere il presente della propria città in modo attivo, responsabile e generoso.

Il corso è aperto ai giovani dai 18 ai 35 anni.

Modulo di iscrizione: https://forms.gle/apZrpXnRQzyMPLpu6




“Contaminazioni”: un dialogo tra generazioni

“Contaminazioni” è un congresso che ha avuto luogo a Roma tra il 5 e il 6 gennaio 2024. Questo momento di confronto è stato ideato da giovani e adulti, legati al Movimento dei Focolari, proprio per parlare, attraverso le generazioni, di temi importanti quali l’impatto nella società che ognuno può avere con la propria professione. La capacità di fare comunità è poi tornata più volte come concetto, diventando un legame nei discorsi degli esperti, negli interventi in sala e nei gruppi di dialogo, a fronte dei piccoli e grandi conflitti nel mondo.

Benedetta Ferrone, una giovane che ha partecipato all’incontro e che ha contribuito ad organizzarlo, racconta: «Le stelle brillano solo se c’è il buio che fa da sfondo. Credo che non ci sia metafora più azzeccata per descrivere quello che questi due giorni mi hanno lasciato: una maggiore consapevolezza nelle ferite della società che può accendere la speranza, da cui deriva il coraggio del cambiamento per generare vita. Come quella che è nata da questa contaminazione intergenerazionale e interdisciplinare».

Qual è stato il risultato di questo lungo e approfondito confronto? Sessanta partecipanti, per la maggioranza giovani, i cui feedback alla fine dell’evento sono stati positivi in termini di voler fare di più nel proprio ambito, dall’arte alla scienza e cultura, dall’economia passando per politica e comunicazione… Il segreto di questo voler fare di meglio è stato proprio il dialogo con chi già si impegna ad essere cittadino attivo e propositivo nella propria società.

Immagine dal sito cittanuova.it

Tante infatti le storie di valore condivise dagli ospiti, a partire da illustri testimonianze come quelle di Pasquale Ferrara, direttore generale per gli affari politici e di sicurezza presso la Farnesina, che ha parlato dell’importanza del fare comunità di fronte ai conflitti, e Leonardo Becchetti, insegnante di economia presso l’Università di Tor Vergata, che ha spiegato come non sia l’economia di guerra a portare ad un vero guadagno per i soggetti coinvolti, che invece si raggiunge in modo sano, con la cooperazione.

Ancora, don Luca Margaria e Valentina Gaudiano, filosofa e docente di Filosofia della conoscenza e Antropologia filosofica presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, che ha definito con precisione cosa siano comunità e singolarità. Come entrambe vadano tutelate nella loro interezza, nessuna a scapito dell’altra. Solo in questo modo, dopo averle attuate nella realtà, si possono portare in modo prolifico anche nella realtà virtuale, nelle piazze dei social media, per viverle positivamente.

Lucia Fronza Crepaz, che è stata deputata della Repubblica italiana, ha parlato di instaurare un linguaggio comune tra piccole e grandi comunità e di andare incontro a chi è chiuso nel proprio piccolo, anche se connesso con il mondo, con un atto di gratuità descritto poi dal medico-geriatra e bioeticista clinico Valter Giantin come qualcosa di profondo valore. Nella società di oggi, estremamente monetizzata, fare rete e creare legami, che di necessità sarebbero fragili se costruiti sui soldi anziché sul dono.

La testimonianza della dottoressa Anna Spatola, imbarcatasi per salvare i migranti nel Mediterraneo, o di Letizia Selleri, una donna che ha deciso di lasciare una vita normale e mediamente confortevole per dedicarsi alle periferie torinesi, sono state altrettanto decisive nel volere lasciare agli ospiti questo desiderio di attivarsi, anche nel proprio piccolo, per dare un apporto positivo alla società. Di mettere, usando una metafora, la propria piccola goccia nel mare giusto, e che questo porterà la gioia unica di aver fatto la cosa più giusta che in quel momento si è stati in grado di fare.

Fonte: sito di Città Nuova 

leggi anche Weekend Contaminazioni – riflessione di Benedetta Ferrone




IV edizione Concorso nazionale “Chiara Lubich, cittadina del mondo”.

Il Centro Chiara Lubich e New Humanity indicono la quarta edizione del concorso nazionale “Una città non basta. Chiara Lubich, cittadina del mondo”, indirizzato agli studenti delle istituzioni scolastiche primarie e secondarie di primo e di secondo grado, compresi quanti frequentano Istituti italiani all’Estero.

Gli studenti che intendono partecipare dovranno trasmettere i lavori entro il 22 aprile 2024.

Il concorso, giunto alla sua quarta edizione, continua ad offrire alle comunità scolastiche, sollecitate sempre da nuove sfide educative, un’opportunità di riflessione e approfondimento nell’ambito dei valori delle relazioni, dell’accoglienza nelle diversità, e dello sviluppo delle nuove tecnologie anche nell’ambito dello studio. In questo contesto si intende sottolineare il valore del messaggio di Chiara Lubich (Trento 1920 – Rocca di Papa 2008), considerata una delle personalità spirituali e di pensiero più significative del Novecento, voce anticipatrice di molte delle tematiche che oggi si impongono all’attenzione mondiale, come promotrice instancabile di una cultura dell’unità e della fraternità tra i popoli.

“Premio Unesco per la pace 1996”, è stata insignita di 16 dottorati h.c. nelle più varie discipline e di diverse onorificenze (v. https://www.focolare.org/chiara-lubich/chi-e-chiara/riconoscimenti/), tra cui non poche cittadinanze onorarie, a livello nazionale e internazionale.

Tutte le info sul sito del Ministero dell’Istruzione

Nota Concorso nazionale Chiara Lubich prot. n. 59 del 10-01-2024




Cantiere Ragazzi per l’Unità a Palermo: “Siamo fatti per amare”

Dal 27 al 31 dicembre 2023 a Palermo nei locali dell’ istituto salesiano Gesù Adolescente, si è tenuta una nuova edizione del cantiere dedicato ai Ragazzi per l’ Unità. Ragazzi/e dai 14 ai 17 anni provenienti da tutta la Sicilia accompagnati dai loro animatori con entusiasmo si sono incontrati per vivere questi quattro giorni  insieme.

“ Siamo fatti per amare” il titolo dato a quest’ evento, un titolo che porta in se la risposta ad uno dei più grandi perché, perché sono nato? per amare. Amarsi per amare, amare per vivere in pienezza.

Le ore dei giorni vissuti insieme sono state scandite da un programma intenso. Le due mattine, di giorno 28 e 29, sono iniziate con due motti, la prima mattina “ amare tutti” mentre la seconda “ fa agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” in seguito al motto iniziale sono stati trattati due temi  approfonditi da esperte, mentre il motto del 30, ultima mattina di cantiere è stato “ fare di ogni ostacolo una pedana di lancio” ed in seguito è stata data a ciascuno una matita con tale scritta per indicare che ciascuno continuerà a scrivere la propria storia nella propria città e quotidianità ma i rapporti di amicizia  intessuti durante i giorni vissuti insieme continueranno ad esserci nonostante le distanze.

Nel corso della prima mattina il tema è stato “ il rapporto con gli altri e con se stessi”, un’ opportunità per i ragazzi/e ma anche per gli aduti presenti di riflettere sul rapporto con se stessi, con gli altri, con l’ ambiente che ci circonda perché siamo in constante relazione ma è importante capire come ci relazioniamo e che impatto hanno tali relazioni in noi stessi e nei contesti che abitiamo.

Il tema della seconda mattina invece è stato “ cittadini consapevoli”, con il supporto di  esperte, i presenti sono stati chiamati in causa nell’ analizzare il proprio modo di comunicare, perché le parole sono importanti ed hanno un notevole impatto sia sul mittente che sul destinatario, dopo tale riflessione il focus si è spostato sul convertire parole e azioni che richiamano alla guerra con parole e azioni che richiamano alla pace, un’ occasione per mettere in discussione il proprio modo di agire ed interagire. Mattine in cammino con il cuore e la mente, pomeriggi in cammino per la città. Lo stupore e l’ ascolto sono stati protagonisti dei due pomeriggi.

Il pomeriggio del 28 dicembre i partecipanti al cantiere hanno svolto una caccia al tesoro per alcune vie di Palermo, lo stupore è stato protagonista sia nei giovani palermitani che hanno avuto la possibilità di guardare la propria città con occhi nuovi, scorgendo tra le diverse vie dettagli di norma ignorati per la frenesia della routine, sia nei non autoctoni che hanno avuto la possibilità di sorprendersi di una bellezza inedita, tra colori, profumi, arte e le mille luci natalizie che hanno dato un tocco di magia.

Il secondo pomeriggio è stato dedicato al conoscere alcune realtà della città impegnate nella cittadinanza attiva, tra le quali il Centro Padre Nostro, la Missione Speranza e Carità e la Casa di tutte le genti, un’ occasione per conoscere storie, luoghi e persone che vivono Palermo all’ insegna della reciprocità.

Come consuetudine in questo genere di eventi l’ ultima sera si è tenuto un talent arricchito da diverse esibizioni nel quale erano presenti alcune persone  della comunità del Movimento dei Focolari di Palermo.

Riguardo a tale esperienza un ragazzo dice “ mi sono divertito molto tra alti e bassi, è stata, sicuramente un’ esperienza unica per maturare e arricchire la mente e il modo di pensare” un altro invece scrive “ ogni anno apprezzo sempre di più queste esperienze perché incontro persone che fanno uscire la parte più bella e spontanea di me”, mentre un altro ancora racconta “ questo cantiere mi ha portato tanta gioia e serenità, sono stati giorni bellissimi e ricchi di amore”.

Molti sono i commenti  fatti dai ragazzi/e  per descrivere i giorni vissuti insieme ed in ciascuno emerge gioia, gratitudine e serenità, un commento fatto da uno degli adulti può  essere definito una sintesi “ in questo cantiere […] abbiamo vissuto l’ amore soprannaturale, cioè umano e divino insieme, è quello che il mondo attorno a noi cerca”.

“Siamo fatti per amare” un titolo che si è sviluppato e divenuto concreto nei giorni vissuti insieme nel corso di tale esperienza, una consapevolezza che va oltre i quattro giorni vissuti insieme  per concretizzarsi nei rapporti che ciascuno vive nella propria quotidianità. Ogni esperienza inizia e finisce ma il vissuto resta e si trasforma cammin facendo. Un “a presto” immerso nella bellezza semplice dell’ esserci ha chiuso il sipario di questo cantiere e riaperto quello della quotidianità di ciascuno in cui la parola “insieme” ha assunto un posto di rilievo.

Melina Morana




XIª edizione del Premio Chiara Lubich per la Fraternità 2024

Al concorso possono partecipare Enti Locali (Province, Regioni, Comunità Montane, ecc.) italiani e di qualunque altra parte del mondo e dimensione.

Sono ammesse anche candidature provenienti da Enti Locali, Organismi o persone singole che segnalassero altre Amm.ni territoriali.

Progetti e iniziative possono concorrere se:

  • Istituiscono e/o diffondono, nel territorio principalmente locale, ma anche nazionale e internazionale, pratiche di fraternità universale secondo le diverse accezioni di tale principio specie esperienze di dialogo e di partnership tra Amministrazioni;
  • Stimolano i cittadini a impegnarsi per il bene comune e a partecipare alla vita della comunità civile;
  • Favoriscono la crescita di una cultura della cittadinanza attiva e inclusiva.

Le segnalazioni possono arrivare da Amministrazioni pubbliche, ma anche da Soggetti sociali, economici, culturali, e ancora da cittadini singoli o associati sia via mail associazionecittafraternita@gmail.cominfo@cittaperlafraternita.org sia via WhatsApp ai numeri 3404182127; 3477769897 entro e non oltre il 15 febbraio 2024

Leggi tutto su Città per la fraternità




“Portico della pace” a Bologna

Il Portico della Pace nasce da una proposta della Papa Giovanni 23° nell’autunno del 2015 che ha portato alla prima marcia della Pace del primo gennaio 2016.

E’ una rete informale di espressioni varie dell’associazionismo che nella attiva e aperta società civile di Bologna trova un humus molto fertile. Portico perché da sempre i portici sono un simbolo di Bologna, ne caratterizzano l’identità, e sono segno di un luogo accogliente dove trovare riparo e potersi incontrare. Non un portico qualsiasi ma un Portico della Pace, cioè un luogo dove sognare insieme la pace e lavorare perché diventi realtà.

In diversi della comunità locale del Movimento dei Focolari abbiamo partecipato a quel primo evento e da allora siamo in cammino insieme: APG23, LMC (Laici Missionari Comboniani), Percorsi di Pace, AVOC, OFS, Pax Christi…

Dopo la marcia del 1° gennaio fu la volta del 2 giugno per la “festa della repubblica che ripudia la guerra”. Dal 2016 siamo rimasti fedeli al “pendolo” che da capodanno va al 2 giugno con una partecipazione numerosa e un coinvolgimento crescente delle autorità civili e religiose.

Con l’avvento della pandemia sono state sospese le manifestazioni di piazza ma è stato possibile continuare sul web: anche se piccolo è comunque un gesto che fa opinione, un contributo ad una causa che ci sta tanto a cuore.

Oggi il Portico della Pace continua a essere un punto di incontro fra amici: camminare insieme e lavorare gomito a gomito ci ha permesso di scoprire le tante realtà associative e le persone che le animano con impegno e entusiasmo (ultimo esempio l’azione per la Rotta Balcanica).

Attraverso questa esperienza ci siamo aperti come comunità alla città con tutta la sua ricchezza di espressioni multiculturali e religiose, di volontariato e di impegno sociale e politico. Guardare insieme alla comunità cittadina ci permette anche di cogliere le difficoltà e le opportunità per essere così più attenti e presenti, parte attiva di un percorso che, con luci e ombre, cerca di stare al passo con la storia.

Come Movimento dei Focolari Italia ci sembra che partecipare al Portico e alle sue iniziative è un “uscire fuori”, un aprirsi agli altri “spendendo” il grande dono del carisma che abbiamo ricevuto e di cui la società civile ha grande bisogno (e anche tanta stima): costruire ponti, relazioni di solidarietà e amicizia, unità fra culture e generazioni diverse. Non è l’unica occasione per farlo, ma è certamente una grande opportunità per “abitare” il fermento dell’umanità, o come dice Chiara Lubich, per «perdersi nella folla, per informarla del divino, come si inzuppa un frusto di pane nel vino».

Giulio Boschi

https://www.facebook.com/?locale=it_IT

porticodellapace@gmail.com




Up2Me: dipende da me

Un progetto educativo integrale per la formazione alla relazione con gli altri

Emozioni, affettività, sessualità, conoscenza di sé, fisiologia umana, mass media, gender, rapporto uomo-donna, lgtb+: l’educazione dei figli è un impegno arduo. I genitori, spesso, non sono preparati. I figli rischiano di vivere in balia degli umori della società dei consumi che nutre interesse per loro solo in quanto target commerciali.

L’educazione, poi, al mondo emotivo è ancora più complicata. I genitori sono cresciuti con modelli di apprendimento e relazionali più cognitivi e razionali. I figli, nativi digitali, dopo l’avvento dei Social, sono esposti alle correnti emotive più ingannevoli.

Eppure, l’educazione al mondo emotivo: emozioni, sentimenti, sessualità resta lo strumento più importante per far diventare i nostri figli veri uomini e vere donne capaci di conquistare la propria libertà diventando padroni di se stessi.

Il dominio del cuore è la vera arte del vivere. I due ostacoli, “acconsenti a ciò che senti” o la sua negazione “vivi negando quello che senti”, sono due argini al cui interno è possibile costruire il fiume della conoscenza di sé che è il primo passo per l’autoconsapevolezza, per poter fare scelte mature e responsabili, a qualsiasi età.

Del resto, i casi dei femminicidi lo dimostrano, si può essere emotivamente immaturi a qualsiasi età. È un affare che riguarda tutti, ogni generazione. Un cuore a briglie sciolte senza una corretta gestione delle emozioni genera sfracelli, dipendenze di vario tipo e violenze tanto efferate quanto incomprensibili.

C’è una frase idiomatica nella lingua inglese che recita: «It’s up to you». Vuol dire dipende da te. Si usa nelle semplici scelte della vita quotidiana e nelle faccende più complesse.

Da 10 anni nei Focolari è nato il percorso educativo Up2Me, che vuol dire “dipende da me”. Vuol dire, una volta, acquisiti alcuni strumenti educativi sta a me navigare tra le onde delle emozioni, governare la nave e approdare in un porto sicuro. È rivolto ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, ai genitori che sono seguiti con dei tutor, degli insegnanti, con un percorso, un metodo e un approccio interattivo, multidisciplinare e scientifico.

Tre mila ragazzi in 25 nazioni di quattro continenti hanno effettuato il percorso che dura diversi mesi ed è calibrato per fasce d’età: bambini (4-8 anni), ragazzi (fino a 17 anni), giovani dai 18 in su. I genitori sono accompagnati in gruppi separati e i tutor sono formati con scuole dedicate. La formazione procede utilizzando giochi di ruolo, materiali multimediali, attività di gruppo, interventi di esperti per fare in modo di avviare il processo di saper compiere scelte consapevoli e saper vivere relazioni positive.

«Up2Me – spiegano Paolo e Barbara Rovea dell’equipe internazionale di Up2Me – si conferma uno strumento, insieme ad altri scaturiti dal carisma dell’unità dei Focolari, per aprirsi ad alcune delle più urgenti e delicate sfide oggi presenti nel mondo intero: aiutare, cioè, ragazzi, giovani e famiglie a fare scelte di vita coerenti con la visione cristiana dell’uomo, in relazione armonica con sé stessi, con tutte le persone e con il creato».

Numerose le esperienze anche in Italia, dal Nord al Sud. Impossibile citarle tutte. Ci concentriamo sulla fascia d’età dell’adolescenza.

Vicino Napoli, a Pomigliano D’Arco, un gruppo di ragazzi dagli 11 ai 14 anni, da maggio a luglio ha approfondito le sei dimensioni della persona (sociale, intellettuale, spirituale, emozionale, fisico-corporale, storico-ambientale), la conoscenza delle emozioni, il corpo che cambia, il rapporto con i coetanei, la sessualità e la fertilità, i rischi dell’ambiente digitale, le amicizie in rete, il progetto di vita.

«L’approccio è induttivo – spiegano i tutor Luigi Fornaro e Nunzia Di Prisco – informa e suscita domande sulle loro esperienze. Molte attività di gruppo rendono attiva la partecipazione dei ragazzi. I genitori ci hanno più volte ringraziato e hanno espresso la loro stima per quanto facciamo. E il parroco che ci ospitava ci ha chiesto di ripetere l’esperienza con i ragazzi della sua parrocchia perché ha trovato validi il metodo e i temi affrontati».

«Per noi – concludono – è stata un’occasione straordinaria per conoscere la ricchezza e la profondità del mondo giovanile attuale che, se stimolato in maniera adeguata, diventa portatore di riflessioni sul bisogno di relazioni autentiche».

Giulia e Luca Adriani di Milano, nonostante le loro professioni e i ritmi familiari molto intensi, hanno deciso di accompagnare i ragazzi come tutor di ragazzi dai 14 ai 17 anni. «Avvertiamo – spiegano Giulia e Luca – che il presente è investire su queste tematiche per aiutare, formare, educare i ragazzi a prendere consapevolezza di chi sono, a capire come funzionano dal punto di vista biologico, psico-affettivo, perché anche l’apprendimento della sessualità passa via Social media. Ognuno di questi ragazzi ci ha dato tanto, sono delle perle preziose e vanno opportunamente stimolati e motivati».

A Milano il percorso di Up2me si è snodato in sette incontri senza “ricette preconfezionate”, ma lasciando emergere il loro vissuto e «attraverso puntuali didattiche si è cercato di guidare i ragazzi ad essere consapevoli nelle proprie scelte e nella conoscenza di se stessi come persona. Hanno vissuto ogni momento con molta serietà. È stato molto importante la presenza dei medici e di una psicologa che sono stati a disposizione dei ragazzi per meglio chiarire alcune criticità e dubbi, instaurando un dialogo fruttuoso».

Positive le impressioni dei ragazzi. Il percorso ha dato loro consapevolezza e sicurezza. Eccone alcune. «Lo consiglierei a qualunque adolescente, qualunque sia le scelte che compirà, ogni ragazzo deve avere gli strumenti per capire cosa vuole». «Up2me mi è servito a crescere, a conoscermi di più come persona, soprattutto in modo più profondo. Mi ha aiutata ad avere più coscienza del mondo che ci circonda, dei rischi e pericoli della vita». «Non è un corso che ti vuole insegnare qualcosa, ma ti aiuta a compiere una crescita a 360°».

Dal 2015 Giampaolo e Irene Filisetti operano come tutor in Toscana al progetto Up2Me seguendo decine di gruppi di adolescenti, dai 12 ai 17 anni, in molte città: da Firenze a Pisa, da Arezzo a Empoli. «Up2Me – commentano – ci appassiona. È sfidante: periodicamente dobbiamo aggiornare i materiali e documentarci perché i ragazzi cambiano continuamente e quello che due anni fa era quasi uno scandalo, per i ragazzi di oggi è la normalità. È gratificante: i ragazzi ci dicono che cambia la loro prospettiva sulla vita, che nel confrontarsi trovano un modo di relazionarsi più profondo con i coetanei».

Il lavoro di tutor è una opportunità di crescita anche per la relazione di coppia, che deve informarsi, confrontarsi, riflettere, valutare, decidere insieme. «Questo ci porta ogni volta a guardare alla nostra storia e anche a scoprire la storia dell’altro, a chiederci che genitori stiamo diventando. Ci porta ad uscire dall’immagine ideale dei figli, a chiederci quali sono le loro reali potenzialità, attitudini e sogni e come possiamo aiutarli a diventare le persone che possono essere. Anche in questo percorso non ci sono docenti e discenti, perché ognuno è esperto dei propri figli; ci sono piuttosto tante domande, tanta condivisione di esperienze, punti di vista e non manca mai la condivisione di buone pratiche e la conclusione che un lavoro prezioso che spesso ci dimentichiamo di fare è quello su noi stessi per essere agli occhi dei figli testimoni che diventare grandi e realizzati è bello e ne vale la pena».

 Up2Me si conferma un ottimo percorso per la formazione e la prevenzione dei nostri figli anche da situazioni a rischio come: bullismo, cyberbullismo, sexting e stalking.

Aurelio Molè

Vai al sito di Up2Me

 




1943 – 2023: 80 anni del Movimento dei Focolari

Siamo continuamente sorpresi dal rapido concatenarsi di eventi inquietanti a dimensione globale. Guerra alle porte d’Europa e in Medio Oriente che ci lasciano con il fiato sospeso. Senza dimenticare la pandemia, l’incombente disastro ecologico, la denatalità crescente, la crisi paventata come fine del cristianesimo. Ai timori per l’avanzare inarrestabile e incontrollabile dell’Intelligenza Artificiale…. Sembra spegnersi la speranza.

Ma non è tutto…  Da più parti, non ultimo Papa Francesco, ci raggiunge l’appello a saper intravvedere in questa notte, le prime luci dell’alba. “Più buia è la notte, più luminose sono le stelle. Più profondo è il dolore, più vicino è Dio”. Parole di Fedor Dostoevskij, che riecheggiano nei social. Utopia?

“Luce e donazione di sé a Dio”, ben più che due parole: segnano  una storia che ha inizio proprio in un tempo di smarrimento generale, di odio, di guerra, tempo di tenebra, quale è stato il secondo conflitto mondiale. Una ricorrenza ci offre l’occasione per rileggere questa storia anche solo per titoli, per scoprirne l’ insospettata attualità.

Chiara Lubich. Foto © CSC Audiovisivi

Il 7 dicembre 2023 richiama il 7 dicembre 1943. Una giovane, poco più che ventenne, all’alba, in una cappella a Trento, pronuncia in segreto il suo sì a Dio per sempre. E’ sola. Una lacrima per i ponti che crollano. Gioia: “ho sposato Dio, da lui mi attendo cose grandi!” Il suo nome: Chiara Lubich. In quale contesto?

1943-2023. Due epoche che ora appaiono drammaticamente vicine e si richiamano reciprocamente. La parola bombardamenti che avevamo archiviato nella storia passata, ora riappare in tutto il suo drammatico potenziale distruttivo. Quelle grida di dolore disperato, quell’odio, quell’orrore a cui assistiamo ogni giorno, ci aprono gli occhi, ci spalancano una comprensione nuova, ben più realistica, di quanto “quella giovane e le coetanee che l’hanno seguita avevano vissuto a Trento. I quadri si sovrappongono.

2 settembre 1943 – Shock.  La città, sino ad allora risparmiata dal conflitto è colta di sorpresa: in pieno giorno  90 bombardieri anglo americani in tre minuti sganciano  200 tonnellate di bombe. Poi l’occupazione tedesca, l’annessione al Terzo Reich.  I bombardamenti cesseranno solo il 4 maggio 1945.Tra i più devastanti quello del 13.5.1944.  In una lettera del 7 giugno, Chiara confiderà: “Ho avuto anch’io la mia casa sinistrata e inabitabile, ho dormito sotto le stelle, ho sofferto e pianto. Ho visto tanti morti nelle condizioni più miserabili… ho fatto chilometri a piedi”. Si aggiunge il distacco dalla sua famiglia che sfolla in montagna, dall’amatissimo fratello che entra tra le file partigiane comuniste, poi arrestato, torturato, condannato a morte a cui poi riuscirà a sfuggire.

 “Più buia è la notte, più luminose si vedono le stelle…”. E’ proprio l’intensità di quel soffrire sulla sua pelle quell’orrore, quel buio così cupo di ieri come di oggi che rivela la forza dirompente che si è sprigionata dalla luce che la investe e le fa dire: “Tutto crolla, ma non Dio. Ora so chi è Dio,  Dio è Amore! E’ immersione in quell’Amore che trasforma cuore, mente, anima. In Lui ritrova il Padre che in quel non senso della guerra, dà senso alla sua piccola storia e alla grande storia dell’umanità.

La sua fede è adamantina: “Abbiamo creduto all’Amore che tutto vince, proprio nei disagi della guerra, sotto i bombardamenti, anche vicino alla morte”. E’ consapevole partecipazione alla vita stessa di un Dio.  Fede che la accompagnerà tutta la vita e che apre un orizzonte che tocca cielo e terra, quell’immortalità iscritta nel più profondo del nostro essere che oggi riaffiora come  un miraggio  affidato  alla pur temuta Intelligenza Artificiale. “No, non è questa la vita vera – scrive.  “No a nulla dobbiamo attaccarci perché tutto muore solo Dio che è amore deve accendere in noi una Fiamma che durerà questa vita e tutta l’Eternità”. Fiamma che contagerà, si diffonderà, si mostrerà allora come in questi 80 anni, la carta vincente che dilegua l’odio… risposta, allora come oggi, all’urgenza di ricomporre la fraternità nel mondo dilacerato, sino a quell’Uno chiesto da Gesù al Padre.

Le parole del Vangelo diventano vita della loro vita, forza di contestazione al modo di pensare e di agire corrente, terreno di sperimentazione delle promesse: “date e vi sarà dato”, “chiedete e otterrete” … della promessa di quella sua costante tangibile presenza in mezzo a noi, se uniti nel suo nome nell’amore.

Quella storia in questi 80 anni di fronte ai ripetuti momenti in cui pare che  “tutto vada alla rovina” è segnata in Chiara e in chi l’ha seguita da un sempre nuovo ritorno alla “connessione con l’Eterno” che sempre più appare come “il Tutto concreto”, “la Vita del Tutto”, “l’Amore che muove il sol e le altre stelle” (Dante). Mentre senza, “per le vie cammina la nullità che passa”, già echeggiato da grandi filosofi e poeti se Nietzsche lucidamente parla di morte di Dio e dell’“eterno precipitare, vagare attraverso un infinito nulla” dell’uomo. E se T.S. Eliot, traccia l’identikit di “uomini vuoti, descrive detriti che dicono decomposizione, fa udire il grido di chi disperatamente invoca acqua in una terra arsa senza vita.

Chiara Lubich – Foto © CSC Audiovisivi

 “Più profondo è il dolore, più vicino è Dio”.  In Lui la forza della resurrezione che scaturisce proprio, allora e sempre, da una morte infamante, da un corpo straziato che culmina nel grido lancinante di abbandono lanciato da un Uomo Dio, catalizzatore della violenza e dell’odio, dell’anti-vita, dell’anti-essere che feriscono l’umanità dai secoli passati, al presente e a venire. Questo grido risuona in Chiara come una chiamata forte e decisiva. Chiamata che troverà eco in mille toni in persone di ogni età, condizione, cultura, e direi fede, pur tra infedeltà, fragilità, limiti.  E che risuona oggi con particolare veemenza.

Il condividere il dramma del Dio abbandonato da Dio, quella luce di resurrezione che scaturisce da quell’amore estremo, dà occhi  e cuore nuovo. Mette in moto un amore generativo simile al mestiere del robdomante, come scrive il teologo gesuita Chistoph Teobald che sa trovare fonti d’acqua anche in luoghi aridi, fa sgorgare la sorgente viva nascosta in ciascuno.  Chiara lo descrive in un articolo pubblicato nel difficile dopoguerra, nel 1949 , ma ancor più vitale nel nostro oggi in cerca di speranza con un titolo significativo: Resurrezione di Roma.  Vede la chiave per una nuova cultura della Resurrezione nel “far rinascere Dio in noi, tenerlo vivo e traboccarlo sugli altri come fiotti di Vita e resuscitare i morti. E tenerlo vivo fra noi amandoci. Allora tutto si rivoluziona: politica ed arte, scuola e religione, vita privata e divertimento. Tutto”.

Carla Cotignoli

Vedi anche:

https://www.focolaritalia.it/2023/12/06/unavventura-lunga-80-anni/

https://www.focolare.org/2023/12/04/il-movimento-dei-focolari-celebra-80-anni/

https://www.focolare.org/2023/12/07/ludienza-del-papa-ai-membri-dei-focolari/

https://www.cittanuova.it/80-anni-dei-focolari-la-presidente-karram-dal-papa-il-movimento-e-in-festa/?ms=001&se=013

Card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita: omelia pronunciata nella Basilica di Santa Maria Maggiore (Roma) durante la Santa Messa di ringraziamento del 7 dicembre 2023, in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita del Movimento dei Focolari. https://www.focolare.org/2023/12/15/80-del-movimento-dei-focolari-il-carisma-come-dono/




Il Movimento dei Focolari celebra 80 anni

Il 7 dicembre prossimo Papa Francesco riceverà in udienza la Presidente Margaret Karram insieme ai responsabili dei Focolari nel mondo. Alle 18.00, seguirà una celebrazione eucaristica presso la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, presieduta da S.E. il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.

Il 7 dicembre 1943 segna la data di nascita ufficiale del Movimento dei Focolari, il giorno, cioè, in cui Chiara Lubich si è consacrata per sempre a Dio. Nasce 80 anni fa una piccola comunità che nella devastazione del secondo conflitto mondiale vuole ricomporre la pace e l’unità tra tutti e che ben presto si diffonderà nel mondo, inserendosi nella corrente dei Nuovi Carismi della Chiesa. Al cuore della spiritualità e dell’azione dei Focolari c’è il Vangelo ed in particolare la preghiera di Gesù: “Che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21).

Oggi il Movimento è presente in 182 Paesi, segno dell’universalità e dell’urgenza dell’unità e della fraternità in questi tempi così frammentati e tragici. Ne fanno parte anche Cristiani di varie Chiese, fedeli di numerose Religioni e persone senza un preciso riferimento religioso.

Il 7 dicembre prossimo Papa Francesco riceverà in udienza Margaret Karram, Presidente dei Focolari, Jesús Morán, Copresidente e il gruppo di responsabili del Movimento. “Essere ricevuti dal Santo Padre proprio il 7 dicembre 2023, ad ottant’anni esatti da quel primo “sì” a Dio di Chiara Lubich, è per noi un dono straordinario e sorprendente”, spiega la Presidente. “Vogliamo portare al Papa l’amore e l’affetto delle migliaia di persone che nel mondo vivono il Carisma dell’unità e rinnovare il nostro servizio alla Chiesa in questo cammino sinodale, in collaborazione con tanti altri che vogliono contribuire alla pace e all’amore per lenire le piaghe dell’umanità”.

Alle ore 18.00 dello stesso giorno, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, ci sarà una Santa Messa di ringraziamento per questi 80 anni di vita dei Focolari presieduta dal Card. Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, insieme a diversi altri Cardinali, vescovi e presbiteri.

“Questa giornata – spiega ancora Margaret Karram – sarà a conclusione di un pellegrinaggio che abbiamo voluto fare in alcuni luoghi sacri e significativi ad Assisi, Loreto e Roma per ringraziare, chiedere perdono e ripartire con coraggio e speranza. Anche le comunità dei Focolari nel mondo vivranno questa ricorrenza con gli stessi sentimenti ed obiettivi, per essere “testimoni di vicinanza con l’amore fraterno che supera ogni barriera e raggiunge ogni condizione umana” (1).

Modalità di accreditamento

I giornalisti e gli operatori media che intendono partecipare alla Santa Messa del 7 dicembre 2023 alle ore 18.00 presso la Basilica di Santa Maria Maggiore devono inviare richiesta, entro 48 ore dall’evento, attraverso il Sistema di accreditamento online della Sala Stampa della Santa Sede, all’indirizzo: press.vatican.va/accreditamenti

Stefania Tanesini

1 Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti all’Assemblea Generale del Movimento dei Focolari – 6 febbraio 2021




Un annuncio che cambia la vita – Sacerdoti a Loppiano

Da mesi, preti e diaconi che aderiscono al Movimento dei Focolari si stanno preparando al Congresso annuale; un evento che si svolge, alternativamente, a livello internazionale e nelle diverse nazioni. Nel 2024, ministri ordinati provenienti dalle regioni italiane si troveranno dal 15 al 19 gennaio a Loppiano, cittadella del Movimento dei Focolari.

In preparazione all’Congresso dei presbiteri e diaconi che aderiscono al Movimento dei Focolari è stato inviato un questionario con lo scopo di condividere la sfida di un rinnovato annuncio del Vangelo che la situazione attuale pone alle nostre diocesi e ai nostri presbitéri. Temi del confronto sono stati il ministero e il servizio che svolgiamo nella Chiesa e per la Chiesa.

Il ministero: «Come affrontiamo la fatica (e la gioia!) del ministero con le sue stanchezze, fatiche, gioie e prospettive? Cosa ci delude e cosa ci dà gioia? Come gli inviti di papa Francesco ci hanno cambiato? L’Ideale ci aiuta a realizzarli?».

Il servizio alla Chiesa: «Come vivere il ministero pastorale oggi, in questa chiesa, con questi cambiamenti, con le difficoltà nell’annuncio della fede, con il “vuoto” che si è aperto in questo periodo post-pandemico? Come vivere oggi la relazione col “mondo” rispetto al quale alcuni hanno l’impressione di sentirsi come alieni, altri avvertono come “nemico” della fede e della Chiesa, altri ancora come luogo in cui soffia lo Spirito?».

In tutto questo lavoro non potevano essere assenti coloro che non hanno più responsabilità dirette per motivi di età o salute: «Come vivere il nostro ministero nella condizione di “pensionati”, spesso senza una responsabilità pastorale?».

Dalle risposte e dalle proposte pervenute, si è giunti a definire luogo e data dell’incontro, il tema: “Un annuncio che cambia la vita”, e il metodo da seguire.

Il programma che si è delineato presterà attenzione, nelle mattinate, alle dimensioni umana e spirituale della formazione: preghiera comune, meditazione sulla Parola di Dio, relazione sulla realtà della missione oggi, con spazi per condividere la vita. I pomeriggi saranno dedicati alle dimensioni culturale e pastorale: cf. Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica postsinodale Pastores dabo vobis [25 marzo 1992].

L’aspetto missionario e la prospettiva comunitaria si evidenziano oggi come elementi indispensabili per offrire risposte adeguate al cambiamento d’epoca che incide così fortemente sul modo di vivere ed esercitare il ministero: cf. Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium [24 novembre 2013].

Da aggiungere che ci siamo impegnati a leggere personalmente o insieme la recente relazione finale del Sinodo, così da trarne indicazioni preziose.

Il programma appare particolarmente articolato e offrirà l’occasione di ripensare il ministero alla luce delle sfide che un mondo in continuo cambiamento pone all’annuncio del Vangelo: la cultura dell’incontro come antidoto alla cultura dello scarto. Si tratterà inoltre di imparare a valorizzare lo “stile sinodale”: la prossimità come risposta al dilagante edonismo individualistico. E si apriranno spazi per aiutarci a valorizzare i carismi e, in particolare, il carisma dell’unità sia nella vita che nella missione della Chiesa: fraternità e unità come correttivi all’indifferenza e alla guerra.

Con il dono dello Spirito Santo desideriamo riscoprirci artigiani, umili e creativi, della cultura dell’unità, esito “dall’alto” di uomini e donne che non rinunciano a vivere l’unica legge donataci dal Signore Gesù, il Comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri… da questo riconosceranno che siete miei discepoli…” (Gv 13, 34-35). Solo così si rinnova la speranza di vedere realizzata una delle promesse più sconvolgenti di Gesù: “Voi farete cose più grandi di me, perché io vado al Padre” (cf. Gv 14, 12).

Tonino Gandolfo – Emilio Rocchi

FONTE CITTA’ NUOVA




Educazione all’affettività e al rispetto delle differenze

Sull’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze nelle scuole c’è una proposta del Tavolo sulle misure contro la dispersione scolastica e le povertà educative, coordinato da Silvio Minnetti e promosso dalla rivista Città Nuova e dal Movimento politico per l’unità Italia, presieduto da Argia Albanese. Insieme ad una quindicina di organizzazioni (Adi, Aimc, Andis, Anp, Cidi, Diesse, Edu, Fism, Ius Sophia, Mce, Rete insegnanti Italia, Uciim, Movimento studenti di Azione cattolica, Giovani di Forza Italia, Giovani del Pd, Forum delle Associazioni familiari) il tavolo ha presentato una bozza di punti condivisi dalle diverse associazioni professionali della scuola, dagli studenti e dalle famiglie.

Il testo è stato elaborato a partire da tre proposte di legge. La prima, del 30 giugno scorso, con prima firmataria Laura Ravetto (Lega), è sulle pari opportunità femminili ed è già all’esame del ministro Valditara. La seconda proposta, del 23 marzo 2023, ha come prima firmataria Irene Manzi (Pd) ed è sull’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze nelle attività didattiche delle scuole. La terza proposta, prima per ordine di presentazione (19 ottobre 2022), ha come prima firmataria Stefania Ascari (M5S), e chiede l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e nei corsi di studio universitari

A partire dalle tre proposte di legge, lo scorso 9 novembre il Tavolo sulla dispersione scolastica e le povertà educative ha chiesto all’omonimo Intergruppo parlamentare e alle tre onorevoli che hanno avanzato le proposte di legge, di lavorare insieme per arrivare all’approvazione di un documento condiviso. Erano presenti, oltre a Manzi, Ascari e Ravetto, anche la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, Rosaria Tassinari di Forza Italia, Francesca Ghirra di Alleanza Verdi Sinistra, Valentina Grippo di Azione, Giovanna Miele della Lega, Sara Ferrari del Pd.

Serve uno sforzo da parte di tutti i partiti, al di là delle ideologie, per il bene prioritario delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi.

Educazione all’affettività e al rispetto delle differenze

Documento condiviso dal Tavolo contro la dispersione scolastica e le povertà educative

Per fronteggiare in modo adeguato le situazioni di povertà educativa che coinvolgono in diverse forme un’ampia platea di giovani in età evolutiva (collocabili nella fascia di età compresa tra i 12 e i 18 anni) e che riguardano in modo particolare la sfera dell’educazione socio-affettiva e relazionale e alla parità di genere, tutte le realtà associative e le rappresentanze coinvolte nel presente Tavolo parlamentare sostengono in modo convinto e condiviso i seguenti punti:

  • Non introdurre una specifica disciplina scolastica (Educazione alla sessualità o affettività), ma sollecitare interventi specifici di educazione socio-affettiva, sessuale e relazionale nell’alveo delle discipline curricolari e in particolare dell’Educazione civica, evidenziandone il valore formativo.
  • Prevedere l’integrazione di obiettivi specifici di apprendimento e traguardi di competenzelegate all’educazione socio-affettiva, relazionale ed emotiva nell’ambito delle vigenti Linee guida e nelle Indicazioni nazionali per il curricolo, in modo da rendere chiaro, prescrittivo, omogeneo e monitorabile l’intervento delle scuole su tutto il territorio nazionale.
  • Coordinare gli interventi educativi in materia nei vari cicli di Istruzione, garantendone la necessaria continuità.
  • Definire le Linee guida per l’educazione affettiva, sessuale e socio-relazionale nell’ambito di uno specifico tavolo di consultazione con mondo della scuola e famiglie tramite le rispettive associazioni rappresentative, nel rispetto dell’Autonomia scolastica e del ruolo specifico delle famiglie stesse in un’ottica di coinvolgimento degli attori del processo e di creazione di alleanze educative strategiche.
  • Adottare sapientemente come prospettiva-cardine delle Linee guida, scevra da ideologismi controproducenti e divisivi, il tema dell’educazione al RISPETTO per sé stessi e per l’altro, in un’ottica di riconoscimento e accettazione del sé e delle diversità.
  • Il compito educativo spetta in modo primario alla famiglia, come istituto a ciò deputato secondo il dettato costituzionale (artt. 30 e 31). Aiutare e supportare le famiglie attraverso eventi di formazione ad esse rivolti, più capillarmente proposti a livello territoriale.
  • Tale compito è condiviso con altre agenzie educative come la scuola, nel cui ambito esso è primariamente in carico agli insegnanti e al personale scolastico, ossia alle figure impegnate in prima linea nella relazione con gli alunni. Per tale ragione, piuttosto che delegare l’educazione all’affettività ad esperti esterni o relegarla ad iniziative formative estemporanee, occorre agire in modo prioritario sulla Formazione in ingresso e sull’Aggiornamento professionale in itinere del personale docente ed educativo, perché sia realmente accertato il possesso di specifiche competenze di carattere psico-pedagogico.
  • Garantire all’educazione socio-affettiva, relazionale e sessuale i caratteri dell’inclusività e della centralità della dimensione dell’ascolto dei bambini e dei giovani, con un’attenzione particolare alle situazioni di maggiore fragilità e di rischio emarginazione.
  • Definire in modo chiaro il ruolo delle altre agenzie educative presenti sul territorio(associazioni, enti, Servizi sociali, professionisti) incentivando i Patti di Comunità.

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Vedi anche il Comunicato Stampa Mppu Città Nuova




Grottaferrata (Roma), “Quando l’arte adotta la solidarietà”

Riceviamo e pubblichiamo.

Continuano le iniziative dell’Amministrazione del Comune di Grottaferrata in collaborazione con AFN sul tema dei diritti dei bambini più fragili.

Di Giovanna Pieroni

Bambini che soffrono la fame, non hanno un luogo sicuro dove giocare, e sono deprivati dei diritti fondamentali, come quelli della salute e dell’istruzione. Ma anche bambini che in un’altra parte di mondo, forse hanno tutto, ma sono deprivati di sogni, e intossicati da apatia e indifferenza che, spesso purtroppo assistiamo impotenti trasformarsi in  sentimenti di odio e violenza.

A Grottaferrata, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la volontà dell’Amministrazione comunale, in particolare dell’Assessore alle Politiche Sociali Francesca Maria Passini, è stata quella di non trascurare nessuno di loro, sensibilizzare la cittadinanza su questi temi di rilevanza sociale, creare, valore e coesione, e dare un sostegno reale a chi è in difficoltà.

Lo strumento del sostegno a distanza è risultato molto efficace in quanto consente di  approfondire la conoscenza di realtà culturalmente, socialmente e geograficamente diverse, metterle in comunicazione, valorizzando e potenziando sentimenti e capacità di cooperazione, dialogo, reciprocità. Sentimenti che in un’epoca definita di “passioni tristi”, ne abbiamo tutti bisogno!

La serie di iniziative culturali ha visto coinvolti gli Istituti scolastici del Comune, a cui è stato proposto di conoscere di più la realtà difficile di bambini svantaggiati  e il progetto in Thailandia di Azione Famiglie Nuove, attraverso un videoreportage. Gli alunni hanno quindi lavorato realizzando delle creazioni artistiche sul tema dei diritti umani e il 20 novembre,  giorno della ricorrenza, sono tornati a casa con uno zainetto colorato e un piccolo “passaporto dei diritti del Bambino”, donati dal Comune. Uno stimolo a “mettersi in viaggio” idealmente verso i loro coetanei in condizioni di disagio sociale, conoscere meglio quelle realtà.

Un’altra iniziativa comunale ha previsto il coinvolgimento degli artisti del territorio che hanno aderito con entusiasmo all’invito di donare una loro opera per sostenere i bambini della Thailandia: 46 quelle raccolte tra cui anche alcune di particolare prestigio. Tutti gli elaborati compresi quelli delle scuole, sono stati esposti e proposti ad un’asta di beneficienza, dal titolo “Quando l’arte adotta la solidarietà”, che si è svolta il 19 novembre 2023 in Biblioteca comunale.

Oltre all’Assessore Passini, che ha presentato l’iniziativa, era presente il Sindaco Mirko di Bernardo che ha inaugurato la panchina blu dedicata ai diritti dell’infanzia nel giardino antistante la biblioteca; e ha sottolineato che l’idea della politica, è proprio questa: fare qualcosa per gli altri, porsi al servizio della Città. Il valore alla base di tutto questo, è quello della fraternità, che la trasforma  in una comunità.

L’asta, che ha visto il contributo importante dell’associazione Anteas e Elysium Chorus APS, si è svolta in questo clima: i banditori si sono alternati nel chiamare le opere che, dato il numero consistente, sono state necessariamente proposte in slot di quattro unità; e questo è stato di stimolo per i numerosi partecipanti presenti in sala, ad associarsi e collaborare acquistando in gruppo quadri, aventi un prezzo base molto accessibile, e sostenere insieme i bambini della Thailandia. Alcuni artisti in questo clima di stima e fiducia reciproca, non solo hanno presentato la propria realizzazione, ma hanno desiderato condividere l’intimo frutto di un’esperienza interiore da cui è scaturita, percependo che poteva essere compresa e apprezzata al meglio.

Per l’Assessore Passini, “guardare lontano, fino alla Thailandia, ci ricorda quanto sia nostro dovere, a livello individuale ma anche di Amministrazione comunale, non fermarci al nostro ristretto ambito, perché le realtà che hanno necessità di sostegno sono moltissime. La Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia vale per tutti i bambini del mondo: il diritto alla vita, all’istruzione, alla salute, alla protezione dagli abusi sono internazionali e non possiamo dimenticare chi è distante da noi”.

La serie di iniziative si erano avviate con un primo evento svolto il 29 ottobre 2023 dal titolo “Pronti, infanzia e via…!”, realizzato  in collaborazione dall’Amministrazione Comunale con Azione Famiglie Nuove, che ha presentato i programmi nutrizionali, alimentari, sanitari a favore di bambini svantaggiati. Sviluppandosi in centri, doposcuola  e scuole consentono non solo di aiutare il singolo bambino, ma le famiglie e le comunità che gli sono intorno e che gli daranno realmente la possibilità di riscattare la propria condizione  e realizzare il proprio futuro. In particolare in quella occasione è stato approfondito il contesto, le attività e finalità del progetto Thailandia, anche attraverso la viva voce di coordinatore del progetto, in collegamento live con i partecipanti: “Tanti bambini scappano dalla guerra in Myanmar, la guerra più lunga e dimenticata al mondo. Arrivano in Thailandia con la speranza di mettere fine alle sofferenze, ma non è facile ricominciare una vita; provengono da famiglie disastrate, e da gruppi etnici diversi, emarginati non possono andare a scuola; ma grazie al progetto possono tornare a sognare; a sorridere”.

Ed in fondo questo l’obiettivo della serie di iniziative promosse dall’Amministrazione comunale e in particolare dall’assessore Francesca Maria Passini, che ringraziamo sentitamente per la passione e l’impegno profusi: fare qualcosa di concreto per rispondere alle necessità di tanti bambini veramente bisognosi di tutto e  riportare il sorriso nei loro occhi, accendere un sogno nel loro cuore. E mentre facciamo qualcosa per loro e con loro, assistiamo al miracolo di vedere sbocciare anche il nostro!

Sì… perché la solidarietà porta una gioia contagiosa che ha un gusto particolare perché la vita acquista un significato più autentico  e questa è la nostra esperienza e anche quello che vorremmo comunicare alle nuove generazioni.

E non è finita qui… E’ infatti in programma una ulteriore iniziativa a cui diamo vi diamo appuntamento e che potrà portare ulteriore sostegno per i bambini del progetto Thailandia. Il concerto natalizio a cura di Elysium Chorus APS il 21 dicembre 2023. Siamo tutti invitati a partecipare!