Università Popolare Mariana 2022/2023: “Signore, insegnaci a pregare”- 15 aprile

Di seguito il calendario delle lezioni che si terranno in modalità in presenza e in streaming dell’Università Popolare Mariana per il 2022-23.

L’Università Popolare Mariana è stata fondata e inaugurata da Chiara Lubich il 15 ottobre 1980 a Rocca di Papa (Roma).

Essa si articola in corsi pluriennali affidati a diverse équipes di docenti. Per il carattere popolare di questa università, i testi delle lezioni sono il più possibile semplici, universali ed accessibili a tutti. Ogni anno di studio si conclude con colloqui finali vissuti come momenti di comunione nella linea della spiritualità dell’unità. Infatti, anche nell’insegnare e nell’apprendere, tutti cercano di tenere viva fra loro la presenza di Gesù (cf Mt 18,20 ), perché sia Lui ad informare con la sua sapienza il pensiero di ciascuno.

15 APRILE 2023
La preghiera nel carisma del Movimento dei Focolari
Fabio Ciardi (Italia) Mpm

La LEZIONE si svolgerà dalle 16.00 alle 18.30 presso il Centro Internazionale del Movimento dei Focolari, Via Frascati, 306 – Rocca di Papa
Si potrà seguire in streaming su live.focolare.org/upm

Calendario Lezioni precedenti – Corso 2022/2023
Modera: Rawan Naber (Giordania)
19 NOVEMBRE 2022
La preghiera: bisogno dell’essere umano di ogni tempo
Renata Simon (Germania) / Francisco Canzani (Uruguay)
Kasia Wasiutynska (Polonia) / Vania Cheng (Hong-Kong)
Sonia Vargas (Bolivia)
14 GENNAIO 2023
La Serittura: una scuola di preghiera
Franz 5edlmeier (Germania)
Stefan Tobler (Svizzera)
11 FEBBRAIO 2023
La preghiera di Gesù
Maria Magnolfi (Italia)
Sherin H. Salama (Egitto)
Kathrin Reusser (Svizzera – Argentina)
18 MARZO 2023
Il patrimonio della Chiesa sulla preghiera
José Damián Gaitán (Spagna) / Antonio Bacelar (Portogallo)
Thibaut Ndoreraho (Burundi) / Lesley Ellison (Regno Unito)

 




A Pompei, un convegno a vent’anni dalla Rosarium Virginis Mariae

CONVEGNO COMPLETO SU YOUTUBE

VIDEO INTERVENTO DI MARGARET KARRAM

TESTO DELL’NTERVENTO

Contemplare Gesù con gli occhi di Maria

A distanza di vent’anni dal 16 ottobre 2002 quando San Giovanni Paolo II firmò, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, la Lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” dedicata al Santo Rosario, si è tenuto oggi pomeriggio, 19 ottobre, nella Sala Marianna De Fusco del Santuario di Pompei, un convegno dal titolo “Contemplare Gesù con gli occhi di Maria”. All’incontro, organizzato nell’ambito delle celebrazioni per
l’Anno longhiano, iniziato lo scorso 1° ottobre per ricordare l’arrivo del Beato Bartolo Longo a Pompei, avvenuto nel mese del Rosario del 1872, centocinquant’anni fa, hanno preso parte l’Arcivescovo della Città mariana, Monsignor Tommaso Caputo; l’Arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, Monsignor Domenico Sorrentino; la Dottoressa Margaret Karram, Presidente dell’Opera di Maria, il Movimento dei Focolari.
Non poteva che essere Pompei ad ospitare il convegno commemorativo. Vent’anni fa, infatti, Papa Wojtyla volle, accanto a sé, mentre apponeva la sua firma al testo del magistero, proprio il Quadro della Madonna di Pompei, “accompagnato” a Roma da circa 1500 pompeiani, guidati da Monsignor Sorrentino che, allora, era Arcivescovo Prelato di Pompei.
«Il fuoco ardente che brucia, nascosto in quella corona che scorriamo tra le dita – ha spiegato Monsignor Caputo introducendo il Convegno – è la ragione stessa del nostro Santuario ed è la ragione che ha portato tutti noi ad essere qui, stasera, nel 20° anniversario della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”». «Centocinquant’anni fa – ha proseguito il Prelato – il giovane avvocato giungeva, per motivi professionali, nella Valle che egli stesso definì “desolata”, abitata da alcune centinaia di contadini costretti a convivere con la malaria e con le ruberie di briganti. In quell’ottobre del 1872, Bartolo Longo ascoltò un’ispirazione interiore, che non finiremo mai di ripetere: “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”. Egli, sospinto dallo Spirito Santo, interiorizzò quelle parole e scoprì la volontà di Dio su di lui. Non lasciò più Pompei. Da quel momento e per tutta la sua lunga vita, nella costante fedeltà all’ispirazione iniziale, egli divenne strumento di un progetto di Dio, mediato da Maria; un progetto ogni giorno più sorprendente e degno di stupore. E quale progetto! “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”. Senza il Rosario non ci sarebbe stato l’arrivo a Pompei, il 13 novembre 1875, dell’Icona che tutti veneriamo e non ci sarebbero state altre pietre miliari, come l’inizio della costruzione del Santuario, l’8 maggio 1876, o l’inaugurazione della prima delle numerose opere di carità, l’Orfanotrofio femminile, l’8 maggio 1887. Senza il Rosario non sarebbe sorta la nuova Città di Pompei, costituita Comune nel 1928».
«Nel Rosario c’è la salvezza», ha affermato Monsignor Sorrentino nella sua relazione, che ha “accompagnato” i presenti in un autentico “viaggio” nella Lettera apostolica di Papa Wojtyla, illuminandone alcuni aspetti particolari. «In questo momento segnato dalla guerra in Ucraina – ha proseguito – comprendiamo che la nostra umanità è uscita bella dalle mani di Dio ed è stata deturpata dal peccato originale e da quel primo episodio di violenza fratricida tra Caino e Abele. È stata poi una sequenza infinita di episodi di violenza. E lo è ancora oggi. Abbiamo bisogno di salvezza, che in ebraico è Yehoshu’a, per noi è Gesù». «Nella frase di Maria a Bartolo Longo, “Chi propaga il Rosario è salvo!” – ha sottolineato – la Madonna gli riconsegna Dio per ridonarlo all’umanità. (…). Nella “Rosarium Virginis Mariae”, Giovanni Paolo II, come il Papa del Rosario Leone XIII, diede al Rosario due missioni: la famiglia e la pace. La famiglia non intesa solo come legame coniugale, ma come unione generale del mondo. E la pace cosmica, sociale, universale».
Il terzo intervento è stato affidato a Margaret Karram, dal 2021 terza Presidente del Movimento dei Focolari dopo la Serva di Dio e Fondatrice, Chiara Lubich, e Maria Voce. La relatrice, in prima linea nella promozione del dialogo tra le religioni e tra i popoli, ha parlato del Rosario come “preghiera di pace”: «Ciò che mi ha colpito di più oggi della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, a vent’anni dalla sua pubblicazione, è la sua straordinaria attualità ed in particolare, l’accorato appello a pregare il Rosario per chiedere alla Vergine il dono della pace. E non potrebbe essere diverso, in questi mesi in cui stiamo vivendo “in diretta” il dolorosissimo conflitto tra Russia e Ucraina alle porte dell’Europa, ma non solo, se pensiamo anche ad altri Paesi più o meno raccontati dai media come Yemen, Siria, Libia, Afganistan, e altri». Nello scorrere delle giornate, in cui ogni persona è sempre così carica di “cose da fare”, è sempre più necessario recuperare la dimensione della spiritualità. «Vi confido – ha continuato Karram – che recentemente ho sentito più forte che mai il richiamo a ricercare il rapporto con Dio, a dar tempo alla preghiera. Mi sono accorta che a scandire le mie giornate era un’agenda fitta di appuntamenti e, dovendo scegliere a cosa dare precedenza, ho sentito dentro il richiamo all’essenziale, a radicarmi in Dio: Colui per il quale ho scelto di vivere. Solo così, ne ero certa, avrei potuto dare il mio contributo per indirizzare la mia vita e quella del Movimento dei Focolari sempre più verso il Vangelo, radice di tutto. È nata da qui l’esigenza di proporre a tutto il Movimento dei Focolari per i prossimi mesi, di approfondire la vita interiore e la preghiera, perché singoli e comunità intere possano riscoprirla e viverla come vero colloquio e sincero dialogo con Dio». Quel 16 ottobre 2002, era in piazza San Pietro anche Chiara Lubich, alla quale, con una lettera, il Santo Padre affidò il Santo Rosario perché il Movimento lo promuovesse nel mondo.
Al termine del convegno, i partecipanti hanno raggiunto il Santuario, dove insieme hanno recitato il Santo Rosario, guidato dal Rettore, monsignor Pasquale Mocerino. La giornata si è conclusa con la concelebrazione della Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Sorrentino.
__________________________________________________________________________
Testo e immagini dalla pagina Facebook:https://www.facebook.com/santuariopompei

Fonte: https://www.santuario.it




Insieme a Ficuzza per “Custodire il Creato”

PALERMO. Insieme accomunati dall’amore per la natura: in tanti, appartenenti a varie religioni, credi, filosofie esistenzialistiche, amici con figli, si sono riuniti dinanzi alla Real Casina Borbonica nella Riserva Naturale Orientata Bosco di Ficuzza (Palermo), per una giornata con pranzo a sacco.
A organizzare l’iniziativa: i Giovani per un Mondo Unito, i Giovani del Gruppo di Preghiera “Chiara Luce Badano”, la Comunità di Belmonte Mezzagno, Palermo e Trapani del Movimento dei Focolari, Thalassia Giaccone (animatrice “Laudato sì” – Commissione Internazionale EcoOne e EcoPlan), Salvo Santangelo (ingegnere agronomo e naturopata), con la partecipazione di Andrea Cozzolino (acquilonista) e Delizia Alessandra (danza-terapeuta).

Il sole ci ha baciati, l’ombra degli alberi ci ha custoditi. Accolti e istruiti sulla giornata, ci siamo presto uniti in una lunga danza ristoratrice per l’anima – racconta chi ha partecipato -. Con le mani unite, ci siam guardati tutti negli occhi, sorridendo per la gioia sincera d’esserci, gli uni per gli altri, gli uni con gli altri. Uniti, pur nella diversità, nel rispetto dell’identità di ciascuno, come una sola famiglia, in cordata verso il cielo“.

Ognuno degli organizzatori, con straordinaria naturalezza e senso di responsabilità, ha ricordato ai presenti come l’esistenza di ciascuno sia legata a quella degli altri, e come la vita non è tempo che passa ma tempo di incontro. Ognuno di loro, si è fatto dono per gli altri, per come desiderava anche Stefano Spera, un giovane ragazzo, menzionato all’evento: prima di morire aveva creato un gruppo di preghiera (fattosi col tempo, più numeroso), lasciando il prezioso testamento di “vivere la vita come dono per gli altri”.

E idealmente con Stefano, sono stati percorsi chilometri e chilometri, giovani e meno giovani, lungo la Riserva naturale del Bosco di Ficuzza, dove la diversità biologica e geologica si è creata in milioni di anni. “Camminando, ci siamo ascoltati, conosciuti ognuno col proprio compagno di turno, ci siam fermati nelle soste per riflettere e cantare, ci siamo collegati con Atene, ci siamo scambiati dei braccialetti intrecciati che potessero darci il senso delle rete fra noi. Abbiam pregato per le donne iraniane e in varie lingue per testimoniare che “si può vivere da fratelli” pur essendo di religioni differenti, avendo cura della “casa comune” che è il creato, che abbiamo sotto i piedi, attorno a noi, alzando gli occhi, osservando e annusando la natura, ascoltando i suoi suoni, sentendoci parte di essa, comprendendo come anche la natura si nutra di noi, come noi di lei. Come esista, ossia, una relazione di scambio continuo, attraverso il respiro“.

Presi dal tran-tran, dimentichiamo, infatti, che gli alberi, le foglie, i fiori, ci ascoltano, ci annusano, si nutrono, forse, anche delle nostre gioie, e dolori, e mutano, insieme a noi. “Quando espiriamo – ha ricordato, infatti, la dott.ssa Thalassia – l’aria che esce dalla nostra bocca è ricca di tanti elementi, tra cui gli atomi di carbonio che fluttuano nell’aria. Non si vedono, eppure, questi atomi potrebbero viaggiare per tanto tempo, e divenire parte integrante anche degli alberi”.

Cosa significa? Che una piccola parte di noi viene cioè ceduta in dono alle foglie degli alberi e ritornerà a chi mangerà poi i frutti dell’albero. Siamo, dunque, tutti collegati, interconnessi. Nella natura troviamo, dunque, tanta umanità. Ciò diventa ancor più emblematico quando ci si trova dinanzi ad un albero secolare, come quello visto a fine percorso naturalistico: un’immensa quercia che, con la sua resilienza e connessione col suo ambiente, ci ha fatto sentire come dinanzi ad un “santuario”: ciò ha ridimensionato l’io di tanti, per allargare la coscienza di tutti, facendoci sentire piccoli e fratelli, “facenti parte di un’unica famiglia umana, fatta di vegetali, animali e uomini”.

La giornata si è conclusa con un patto di responsabilità per “prenderci cura del creato” con una prima azione concreta: donare un euro per acquistare una piantina d’albero, col proposito di rincontrarci la prossima volta per la “piantumazione” di tutti gli alberelli acquistati, in uno dei tanti territori violentati dagli incendi di questa estate. Ognuno di noi, è tornato alle proprie abitazioni, grato di tali esperienze benefiche, di “conversione ecologica”, col monito – che giriamo ad ognuno di voi lettori – “d’essere delle gocce d’acqua che al passaggio di un raggio di luce (Dio), generano un arcobaleno!”.

Patrizia Carollo

Fonte: https://www.ilmediterraneo24.it/in-sicilia/sicilia/insieme-a-ficuzza-per-custodire-il-creato-e-quel-patto-per-lambiente/#




Presentazione a Genova del libro: “Le Ragioni del Dialogo”

Sabato 24/09/2022 presso la “ Sala parrocchiale”  della Chiesa di S. Francesco  a Genova Pegli è stato presentato il  nuovo volume:

 “ LE RAGIONI DEL DIALOGO”   ( Possiamo dirci cristiani se escludiamo dal nostro orizzonte chi non lo è)

  di Armando Siciliano editore, Messina- Civitanova Marche, 2022

Questo lavoro realizzato in maniera condivisa da Renato Algeri, Roberto Catalano, padre Andrea Mandonico, che è stato presentato a Genova- Pegli, e che ha registrato una numerosa partecipazione di pubblico (più di settanta persone), nonostante si svolgesse in una piovosa  giornata , è il frutto di un’idea scaturita due anni e mezzo fa, quando si manifestarono in Italia, come nel resto del mondo, i primi segni della pandemia da Coronavirus ( Covid). L’idea che mi venne in quel momento riguardava il fatto che questo nuovo, inaspettato, evento pur nella sua drammaticità, come si è avuto modo di constatare nei due anni successivi, potesse favorire la comprensione che era veramente giunto il momento di porre le basi per un tipo di convivenza nuova, in cui si capisse e si facesse propria una consapevolezza diversa. La consapevolezza di come molte sicurezze, sulle quali è stata costruita la nostra civiltà, non fossero poi tali e di come  il nuovo evento facesse emergere un generale senso di fragilità. E, a partire da questa presa d’atto, di come fosse importante cercare di costruire, anche attraverso la maggiore conoscenza e accettazione delle diversità presenti nel nostro mondo, rapporti più amichevoli e fraterni.  Dunque, partendo da queste considerazioni concludevo, credo insieme con non pochi altri, che la pandemia fosse, non solo, come di fatto era, un evento drammatico a livello mondiale, ma anche  “ un’occasione”  per sviluppare una nuova visione dei rapporti umani.

Questa idea è stata condivisa da Roberto Catalano, che si occupa da molti anni, sia a livello di approfondimento teorico che di costruzione  di relazioni concrete, di dialogo interreligioso; come, anche, da padre Andrea Mandonico, religioso dello SMA ( Società delle Missioni Africane), che da anni si è occupato della figura e dell’opera di Charles de Foucauld, sul quale ha realizzato uno scritto pubblicato alcuni mesi fa, e della cui causa di canonizzazione è stato il vice-postulatore (la canonizzazione è avvenuta  per mano di papa Francesco nel maggio scorso in P.zza S. Pietro).

La presentazione è stata organizzata dal CUP ( Centro Universitario del Ponente – genovese) e dal Serra Club, con il sostegno attivo del Movimento dei Focolari di Genova.

Erano presenti due degli autori, Padre Andrea Mandonico e Renato Algeri, mentre il terzo, Roberto Catalano, ha realizzato un collegamento online. Ha moderato l’avvocato Paolo Aiachini, del Serra Club di Ge-Pegli, affiancato dalla prof.ssa Angela Delfino, responsabile della commissione cultura del CUP, e Laura Della Casa, presidente del circolo Serra Club di Ge-Pegli. Era presente il parroco di S. Francesco, don Pietro Cattaneo, che ha aperto il convegno con un contributo personale ricco di spunti desunti dalla lettura del nuovo libro

Al termine degli interventi degli autori, si sono avuti altri contributi, portati da esponenti di altre fedi: Salah Husein per l’Islam, Maria Valeggi ( Savitri, nome induista) per l’Induismo, Mauro Anastasi, per la comunità buddista del Sokka Gokai. Ognuno di loro ha colto degli spunti positivi dal ns. libro, ed ha confermato l’attenzione e l’importanza del dialogo, come un momento che possa davvero contribuire a una migliore e costruttiva convivenza, anche nel contatto quotidiano – nel lavoro, nel vicinato, o anche nel tempo libero –  con chi vive una spiritualità ed ha un retroterra culturale diversi dai nostri. In ogni intervento è stato  sottolineato come sia importante conoscere meglio ciò che sta alla base delle diverse fedi, quindi come questo libro possa offrire un contributo di conoscenza e approfondimento in questo senso.  Hanno, poi, portato un contributo una esponente del movimento dei Focolari, Daniele Bignone, ed una della Comunità di S. Egidio, presentando esperienze in cui si è mostrato come sia stato e sia possibile portare avanti un incontro amichevole e costruttivo con persone di fedi differenti.

Per quanto riguarda la presentazione, padre Andrea Mandonico, Roberto Catalano ed io abbiamo sintetizzato, ognuno per la propria parte del lavoro realizzato,  alcuni aspetti di fondo.

Personalmente,  ho fatto riferimento allo storico incontro delle religioni, per la pace nel mondo, ad Assisi, voluto dal papa S. Giovanni Paolo II nell’ottobre 1986, al quale- ho ricordato- ebbi la fortuna di partecipare.  UN incontro che rimarcava come , dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica avesse scelto la via del dialogo, dell’accettazione e comprensione delle diversità. Ho sottolineato come mi sono soffermato sulla Dottrina Sociale della Chiesa, dedicando un approfondimento ad alcune encicliche sociali (Populorum progressio – Centesimus annus) successive al Concilio; ultima delle quali, ma non certo per importanza la “Fratelli tutti” ( 2020) di papa Francesco. Ho, quindi, richiamato le pagine in cui presento sinteticamente il “Personalismo”, espressione rilevante del pensiero filosofico cristiano del ‘900 e quelle sulle testimonianze di dialogo da parte del mondo cattolico: una con non credenti l’altra con la cultura

Roberto Catalano ha evidenziato, nel suo intervento, come  ha curato, l’ esposizione di fonti e principi delle due principali fedi presenti nel continente asiatico, Induismo e Buddismo.  Anche nella sua esposizione grande rilievo è stato dato al Concilio Vaticano II. Ha, infatti, chiarito come con il documento “Notra Aetate”   sui rapporti con le altre religioni, le assise conciliari  hanno avviato una stagione, di cui ora possiamo sempre più cogliere i frutti, in cui si è passati,  dalla concezione “ extra ecclesia nulla salus” (al di fuori della Chiesa non c’è alcuna salvezza), ad una in cui  si riconosce – pur senza negare l’autenticità del patrimonio della fede cristiana – che, in ogni altra fede religiosa, vi sono “semi di verità” e che Dio è un Padre misericordioso per ogni uomo, a qualunque fede, cultura, etnia, sesso, appartenga.

Ha, poi, documentato come si sia realizzato, a partire dal secolo XX, un mutamento che ha  definito “ assiale”; il passaggio da una tendenza “ centrifuga”, in cui ognuna delle grandi fedi aveva sviluppato la propria identità differenziandosi dalle altre, ad una epoca nuova in cui è emersa una tendenza opposta “ centripeta”, di avvicinamento, in cui si rimarcassero più gli aspetti che avvicinano di quelli che distinguono le fedi presenti al mondo, pur senza “ rinnegare” la propria tradizione ed il proprio patrimonio

Nel suo intervento p. Andrea Mandonico, ha posto in rilievo la figura  e l’opera di San Charles de Foucauld, cui è stato dedicato l’ultimo capitolo del volume, proprio come esempio di una “ fraternità universale” ( riprendendo una definizione che del nuovo santo aveva già dato papa Paolo VI, nella “Populorum progressio” – 1967-  e che è stata riproposta da papa Francesco nella “Fratelli tutti” ). Dall’esempio di “fratel Charles”, che operò, all’inizio del ‘900, nel deserto algerino tra il popolo dei Tuareg di fede musulmana, ponendosi come amico senza pretese di proselitismo, ha ricordato come sono nate nel mondo numerose fraternità che si ispirano al suo carisma. Ha, inoltre, posto in evidenza quale fu il “ metodo” da lui adottato. Un metodo che si basava  sul dialogo fondato sul presupposto della conoscenza, condizione essenziale per  creare amicizia e dell’ essere buoni, soprattutto con i più poveri.

Il convegno si è concluso con alcune domande poste dal pubblico presente.

  A cura di Renato  Algeri 

PER LA GALLERIA FOTOGRAFICA – Clicca Qui


Video 1a Parte: dai Saluti e Presentazioni sino agli interventi degli autori del Libro:

Video 2a Parte: interventi dei Rappresentanti delle Religioni e dei Movimenti Ecclesiali + dialogo finale:

Fonte: https://focolareliguria.altervista.org/presentato-a-genova-pegli-il-libro-le-ragioni-del-dialogo/




Leadership di comunione

A scuola per esercitarsi in una leadership di comunione

Seconda tappa di un percorso formativo innovativo per diventare animatori di comunità

di Aurelio Molè

La nuova vita nasce da una trasformazione. La metamorfosi del bruco che diventa farfalla può diventare una metafora anche della vita in evoluzione delle comunità locali dei Focolari in Italia. Nella crisalide avviene un vero e proprio processo di ristrutturazione che porta alla nascita di una farfalla che spiccherà il volo.

Una scuola di formazione, svoltasi in data 1-2 ottobre, sulla leadership di comunione per gli animatori delle comunità dei Focolari in Italia, con circa 800 partecipanti riuniti in 30 gruppi in presenza ed alcuni via Zoom, sono stati come l’involucro, la crisalide, per maturare e avviare nuovi processi per proseguire nel cammino di rinnovamento per portare con creatività e slancio la radicalità del Vangelo.

Crisalide deriva da khrysós “oro”, per l’aspetto dorato dell’involucro. E sappiamo che l’oro è forgiato nel crogiolo. L’incubatore di una comunità cresce in uno scambio di idee, relazioni, incontri, vita quotidiana, contatti, che devono “accarezzare il conflitto”, con la possibilità di confrontarsi, scontrarsi, in un dialogo autentico, con parresia, toccando il cuore delle proprie passioni, sentimenti, pensieri con verità per far scaturire una nuova creatura, una nuova attenzione a se stessi, ai bisogni dell’altro, del territorio per cercare, camminando insieme, delle risposte possibili non misurabili in risultati quantitativi, ma qualitativi perché fecondati da un amore reciproco generativo.

Per far decollare nuove o antiche comunità occorrono dei leader di comunione. Non dei leader d’antica data tutto decisionismo, personalità, carattere, ma degli animatori che per possedere uno stile comunionale ne devono in primo luogo aver fatto l’esperienza per poterlo trasmettere ad altri ed essere in grado di metterlo in pratica. Si spiega così l’impostazione della scuola di leadership di comunione metodologicamente impostata per fare in modo di sperimentare il camminare insieme, ognuno con i propri talenti e passioni, per una comune missione da raggiungere. È stata innanzitutto una esperienza con la caratteristica della leggerezza dove l’umorismo non è inteso come grassa superficialità ma «una medicina – come ha detto Papa Francesco – che fa «relativizzare le cose e ti dà una grande gioia». Permette di abbassare le difese, di rilassarsi per essere più veri, di sentirsi non giudicati, di catturare e mantenere più a lungo l’attenzione, di lavorare insieme con simpatia sapendo che tutti abbiamo dei pregi e dei limiti, ma ci compensiamo solo in cordata, con la forza del gruppo, come in una squadra di calcio, dove ci si sostiene e aiuta a vicenda. È il gruppo che farà la differenza, non il singolo eroe da thriller hollywoodiano.

La figura del leader, anche nella società, sta mutando verso un nuovo tipo di uomo e donna capace di relazioni. Nel corso di un precedente appuntamento formativo, Jesús Morán, co-presidente dei Focolari, aveva definito i leader di comunione come persone, decise, convinte, energiche, ma capaci «di privilegiare il “noi” al di sopra del puro “io”. Coscienti, quindi, che la forza proviene dalla corporatività e non dalla atomizzazione. Persone che suscitano consenso, che invertono la tendenza della competitività snervante e trovano spazio per tutti, anche per i più deboli, soprattutto per loro. Con questo tipo di leadership, i talenti di tutti vengano a galla e non sono sepolti dalla invidia. Il leader di comunione privilegia l’ascolto al parlare, il lasciare fare al fare, il tempo allo spazio, la mitezza alla violenza, il servizio al guadagno, l’amore all’egoismo, l’accordo all’imposizione, la sapienza all’ideologia».

La due giorni si è snodata con scioltezza con un metodo che prevedeva sei brevi video introduttivi di Jonathan Michelon e Giampietro Parolin, esperti di leadership e di processi decisionali, su argomenti come i vari personaggi-tipo delle nostre comunità, dall’organizzatore al criticone, passando per l’assenteista, proseguendo col definire che la vita, le relazioni, i contatti personali vengono da una malattia tipica dei Focolari, “l’incontrite”. Sintomi curabili solo con la conoscenza dei protagonisti delle comunità locali, delle loro passioni, bisogni e talenti. Altro video paragonava le passioni e i talenti della comunità ad un cocktail, da mescolare e miscelare bene, come una bevanda piena di spirito, questa volta Santo, che deve guidare la comunità. Essendo i nostri docenti veneti non appaiono casuali le metafore alcoliche. Poco dopo, infatti, paragonano la leadership ad un buon vino bianco spumeggiante. Che sia pubblicità occulta del Prosecco?

Il discorso, però, è serio e non fa una piega. La leadership come un buon vino ha bisogno di un calice che la renda aperta e trasparente, ha bisogno di una buona fermentazione, di idee che abbiano il tempo di nascere, maturare, crescere in una vigna, l’humus, su cui si sviluppa la vita comunitaria.

Le idee devono quindi essere raccolte, catalogate per poter intraprendere successivamente un processo in cui si prendono insieme le decisioni secondo le regole del gioco che si sono autonomamente scelte in modo chiaro per tutti. L’importante è non essere autoreferenziali, ma realizzare progetti che rispondano ai reali bisogni delle persone e del territorio. Alcune iniziative si esauriscono nella comunità locale, altre debordano nello stesso alveo con altre città, o confluiscono in ambito nazionale. L’importanza è calcolare bene le proprie forze, i passi che si possono compiere, altrimenti costruiamo torri che non si possono completare.  È meglio portare a termine un piccolo progetto dove si crea entusiasmo, parola che deriva dal greco: en dentro thèos dio. Il dio dentro.

Nella scuola non si sono seguite lezioni frontali, con filmati, Power point, ma subito dopo i brevi video, si è passati alla condivisione, allo scambio di idee, alla ricerca delle parole chiave da mettere in luce basandosi su delle domande stimolo. Anche perché un leader di comunione sa ascoltare, è al servizio, mette in risalto le ispirazioni degli altri, valorizza i talenti, le differenze e li sa armonizzare, sa cogliere i bisogni e gestire gli inevitabili conflitti. Finché c’è conflitto c’è vita e c’è speranza. Senza conflitti è una comunità già morta. Le comunità locali così possono avviare un discernimento comunitario, dal basso, in piccolo cercando di evidenziare, basandosi sulla cultura della fiducia e non del sospetto come si può agire su un territorio, qual è il grido a cui dare una risposta, con amore, creatività, audacia.

Incoraggianti alcune impressioni dei partecipanti che hanno molto gradito i contenuti e il metodo di lavoro. «Nelle nostre comunità di Treviso, Venezia e Belluno a volte il “riscaldare”, che apparentemente potrebbe creare maggiore disordine, consente in realtà di “aggiustare” i rapporti fra noi». Dall’Abruzzo scrivono: «C’è aria di nuova libertà rispetto al periodo precedente; come azione pensiamo di fare una mappatura dei bisogni della città e raccogliere le disponibilità delle persone; inserire in ogni attività della comunità l’aspetto umoristico, così da creare anche le condizioni adatte per andare anche in profondità». In Friuli-Venezia-Giulia: «è stata molto apprezzata la novità dei video seguiti dalle domande che serviranno da stimolo per tutto l’anno. Ci siamo detti che sarebbe importante trasmettere questo patrimonio a tutti i membri delle comunità locali, per farli partecipare direttamente a questa fase evolutiva dei Focolari». «In fondo è semplice – dicono a Roma – occorre un cambio di prospettiva: cercare l’altro e lavorare sulle connessioni».

Domande nei gruppi

Per approfondire

AA.VV.,Chiamati a essere comunità: una guida per vivere una spiritualità di comunione,  Città Nuova, Roma, 2021

La presente guida può essere utilizzata nelle comunità, nei gruppi della Parola di Vita, in gruppi nella parrocchia . . .  L’accento sarà sull’imparare come mettere in pratica il Vangelo nello spirito di comunione, a casa, al lavoro, tra gli amici e nella comunità. Ciascuno dei 12 punti della spiritualità dell’unità, come per esempio “Dio è Amore” o “La volontà di Dio”, è visto nella prospettiva della comunione. Per ogni punto sono poi presentate esperienze di Vangelo vissute da persone di ogni età e vocazione nel loro impegno di vivere una spiritualità di comunione. Trovi il libro qui: https://www.cittanuova.it/libri/9788831165914/chiamati-a-essere-comunita/

Luigino Bruni – La comunità fragile – Città Nuova
Un testo ispirato che aiuta a leggere l’esperienza comunitaria nelle sue ombre, nelle sue luci, nelle prospettive che abbiamo davanti.

Sguardi sulla comunità
Elena Granata – Placemaker, gli inventori dei luoghi che abiteremo – Einaudi
Johnny Dotti – Chiara Nogarotto – Generare luoghi di vita – Paoline

Leadership
Barbara Sgarzi – Vino, donne e leadership – Sole24ore

Decisioni
Olivier Sibony – Stai per commettere un terribile errore! Come evitare le trappole del pensiero – Raffaello Cortina
David Perkins – La saggezza di Re Artù, la tavola rotonda come metafora per creare organizzazioni intelligenti – Etas

Marianella Sclavi – Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte – Bruno Mondadori https://www.youtube.com/watch?v=MrlGCKHpRLk

Leadership nella Chiesa:  https://youtu.be/VnbeyU7xKqc

Modelli decisionali e di presa di decisione nella Chiesa: https://youtu.be/ziSlaR8C9Bs




Santuario di Pompei. Al via l’Anno Giubilare Longhiano

A partire da ottobre, attraverso numerosi eventi e celebrazioni, la comunità pompeiana rivivrà le tappe del miracolo che l’avvocato santo ha compiuto in questa terra.

Ritornare all’esperienza di Bartolo Longo a distanza di centocinquanta anni. Questo il leit motiv degli innumerevoli eventi che il Santuario di Pompei ha organizzato in occasione dell’Anno Giubilare Longhiano che avrà inizio il 1° ottobre 2022 e terminerà il 31 ottobre 2023.

L’Arcivescovo di Pompei, Mons. Tommaso Caputo, nella Lettera scritta per l’occasione, invita a «riscoprire lo spirito di quel tempo, risvegliare l’entusiasmo sopito, ritrovare il gusto di investire sulla speranza».

Ogni mese di questo speciale Anno sarà contrassegnato da celebrazioni, eventi e manifestazioni che ricorderanno le tappe salienti dell’opera mirabile che Bartolo Longo ha compiuto tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, trasformando una terra desolata e deserta in una fiorente città, al centro della quale ha fondato, insieme alla consorte, la Contessa Marianna De Fusco, il Santuario mariano, diventato in pochissimo tempo uno dei più conosciuti al mondo e visitato, ogni anno, da milioni di pellegrini e devoti della Madonna del Rosario.

Dunque, questo mese di ottobre, primo dell’Anno Longhiano, sarà ricco di appuntamenti. Anche i temi del consueto “Buongiorno a Maria” saranno ispirati a quella locuzione interiore “Chi propaga il Rosario è salvo!”, sentita dal Beato in Località Arpaia nell’ottobre del 1872, che s’incise in maniera talmente profonda nella sua anima, da prendere forma e sostanza in opere e parole che travalicarono i confini della valle pompeiana. Dal 1° ottobre, alle 6.30, ci si ritroverà in Basilica, dal lunedì al sabato, per affidare il nuovo giorno che inizia alla Madonna.

Assieme alla diretta del “Buongiorno a Maria”, riprenderanno su Tv2000 anche le dirette delle sante Messe dal Santuario.

Sarà il Cardinale coreano Lazzaro You Heung-sik, Prefetto del Dicastero per il Clero, a presiedere la Supplica, domenica 2 ottobre. Il rito, trasmesso in diretta da Tv2000 e Canale 21, inizierà alle 10.30 con la santa Messa e terminerà alle 12, con la recita della preghiera composta da Bartolo Longo nel 1883.

Il 5 ci sarà la Festa del Beato, con la partecipazione delle scuole; mentre il 7, Festa della Madonna del Rosario, Radio Maria, in collaborazione con l’Associazione World Family of Radio Maria onlus, trasmetterà, per il secondo anno consecutivo, il santo Rosario e la Messa dal Santuario.

E ancora, il 19 ottobre, un incontro dedicato al XX anniversario dalla pubblicazione della “Rosarium Virginis Mariae”, la Lettera di San Giovanni Paolo II sulla preghiera del Rosario. Interverranno Monsignor Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi; Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, al quale, insieme al Santuario di Pompei, Papa Wojtyla affidò la promozione della preghiera del Rosario; e Angelo Scelzo, direttore de “Il Rosario e la Nuova Pompei” e già vicedirettore della Sala Stampa vaticana.

Il 26 ottobre, in Santuario, si terrà un concerto del Coro“Mysterium Vocis” e dell’Orchestra “Artemus”. Il 29 ottobre, in Località Arpaia, dove il Beato ascoltò l’ispirazione interiore che cambierà la sua esistenza, “Chi propaga il Rosario è salvo!”, si svolgerà una celebrazione commemorativa dinanzi alla stele che ricorda l’evento

Fonte: https://www.santuario.it

Vedi anche: https://www.agensir.it/territori/2022/09/28/anno-longhiano-mons-caputo-pompei-guarda-al-mondo-per-veicolare-un-messaggio-di-pace/

 




Papa Francesco firma il “patto” con i giovani: “una nuova economia non è utopia”

Il 24 settembre 2022 papa Francesco si è recato ad Assisi per incontrare i giovani economisti, imprenditori e changemakers di Economy of Francesco giunti da oltre 100 Paesi del mondo per la terza edizione dell’evento, la prima in presenza.

Pace, cura, servizio, tutela, amicizia, alleanza, riconoscimento, dignità, condivisione, felicità. Sono queste le dieci parole dell’economia della vita che i giovani economisti, imprenditori, changemakers hanno deciso di incarnare nella realtà, su invito di papa Francesco.

Non un’utopia, “perché la stiamo già costruendo”, conclude il “Patto” firmato il 24 settembre scorso nel teatro Lirick di Assisi dalla quattordicenne Lilly Ralyn Satidtanasarn, a nome di tutti i partecipanti di The Economy of Francesco (EoF), e dallo stesso papa Francesco. Un’adolescente thailandese e il vescovo di Roma sono i custodi di questa “giara del futuro”. Un’anfora di carta e inchiostro in cui i ragazzi e le ragazze hanno raccolto i loro impegni personali, nati e maturati in tre anni di sessioni di lavoro online.

“Insieme al testo del Patto, li affideremo alla terra come radici dell’economia di domani, nel roseto della Porziuncola, da dove i figli di Francesco partirono per il mondo”, ha detto Lourdes, uno dei tre conduttori che si sono alternati sul palco, su cui c’era una trentina di coetanei, tra cui gli otto testimoni. Sognatori con i piedi, però, ben piantati per terra, capaci di rivoluzionare il mondo con “l’amore, con l’ingegno e con le mani”.

Come Facundo Pascutto, argentino di Lomas de Zamora, enorme città-satellite di Buenos Aires che, insieme alla facoltà di Scienze sociali, trasforma associazioni di quartiere, sindacati, università, cooperative, mense comunitarie, unità penitenziarie e imprese in “piccole Assisi”, cioè spazi di incontro tra i differenti attori sociali.

O Henry Totin, del Benin, che, con l’associazione Javev, ha reso una pianta infestante – il giacinto d’acqua o togblé – una risorsa economica per i contadini della valle di Ouémé. O ancora Maryam, attivista per i diritti delle donne, fuggita all’Afghanistan dei taleban proprio grazie alla rete di contatti attivata da The Economy of Francesco.

È impossibile sintetizzare il caleidoscopio di storie e storia su cui si fondano i dodici punti del Patto. Alcune nuovissime, come “la Fattoria di Francesco”, inventata da Mateusz Ciasnocha, contadino della Polonia del Nord, che proprio nel corso del processo innescato dal Papa ha trovato il modo di coniugare agricoltura e giustizia. “Come? Rispettando i campi e quanti li lavorano. Ora abbiamo creato una nuova impresa in Nigeria per sostenere la produzione famigliare di cinque villaggi della zona di Ibadan”, ha raccontato. Altre, invece, sono antiche. La Comunità di pace di San José de Apartadó ha venticinque anni. “È stata fondata il 23 marzo 1997 quando nessuno parlava di economia circolare e coltivazioni sostenibili. Non ne sapevamo molto nemmeno noi. È avvenuto tutto per ‘chiripa’”.

Leggi tutto su focolare.org

QUI AMPIA RASSEGNA STAMPA




Laboratori di Economia Etica: un video per celebrare i laboratori del precedente anno scolastico e inaugurare il nuovo anno in apertura

La proposta formativa della rete Economia di Comunione Trento, dopo la positiva esperienza del passato anno scolastico, riprenderà anche nell’anno scolastico 2022/2023.

Le azioni e le scelte quotidiane possono rinnovare davvero il sistema economico? L’economia può innescare un circolo virtuoso tale da generare benefici comuni riducendo allo stesso tempo gli effetti indesiderati sulla vita di ognuno di noi? Parte da questi interrogativi la proposta formativa della rete Economica di Comunione Trento dedicata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della Provincia.

Giunto alla terza edizione, il progetto Economia Etica, co-finanziato dalla Fondazione Caritro, ha portato lo scorso anno scolastico nelle scuole superiori, in aggiunta al percorso base già sperimentato, la novità di tre diverse proposte di workshop effettuati rigorosamente in presenza. I workshop, fortemente voluti dai formatori proponenti, permettono infatti di recuperare quella dimensione di interattività e di apprendimento attraverso l’esperienza diretta sempre apprezzata dagli studenti per il livello di coinvolgimento che consente.

I tre workshop, proposti in altrettante diverse scuole partner di progetto, hanno cercato di esplorare e approfondire con i ragazzi temi di grande importanza, attualità e innovazione nella ricerca di un modo di fare economia più orientato al bene comune, sia delle persone che del pianeta.

I tre workshop hanno riguardato i seguenti argomenti:

  1. I) Social Business: unire creazione di valore economico e creazione di valore sociale. Progettazione a gruppi di un social business, presentando poi la propria idea/progetto ad una commissione di esperti. Affrontato dai ragazzi del Liceo Scientifico G. Galilei;
  2. II) Fiducia e cooperazione: attraverso interazioni basate sulla teoria dei giochi (alla base dell’economia comportamentale), i ragazzi sperimentano ruolo ed effetti di fiducia e cooperazione nelle interazioni di mercato. Affrontato dai ragazzi del Liceo A. Rosmini di Trento;

III) Organizzazione vegetale: come comunicano tra loro le piante, come sono organizzate e cosa ha da insegnare il mondo vegetale alle organizzazioni umane? Affrontato dai ragazzi dell’Istituto Agrario di S.Michele all’Adige, Fondazione E.Mach.

Nel corso dei workshop sono stati intervistati i ragazzi partecipanti per creare un video liberamente visibile sul canale YouTube di Formazione EdC Trento e che viene proposto nella speranza di fornire spunti utili per una diffusione del dibattito e della trattazione di tali temi

Il video è disponibile al seguente link: https://youtu.be/HTdAK4NGFuE

Il gruppo EdC Trento vuole così far conoscere le attività del passato anno scolastico e inaugurare la riapertura delle attività e del percorso in questo nuovo in avvio, augurando a tutti un buon ritorno a scuola!

Economia di Comunione

L’Economia di Comunione (EdC), fondata da Chiara Lubich nel maggio 1991 a San Paolo (Brasile), coinvolge imprenditori, lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, cittadini, studiosi, operatori economici, tutti impegnati ai vari livelli a promuovere una prassi ed una cultura economica improntata alla comunione, alla gratuità ed alla reciprocità, proponendo e vivendo uno stile di vita alternativo a quello dominante (per maggiori info consultare il sito: https://www.edc-online.org/it/ ).

Per informazioni

Formazione EdC Trento: formazione.edc@gmail.com

 




Dentro l’Italia, un mondo

Giovani e ragazzi 2022: tante iniziative per vivere e crescere insieme

Un’estate … vivace! Si trovano vie sbarrate perché la pandemia ci rincorre ancora? Se ne cercano altre. Si smembrano schemi e incasellamenti? Perfetto: è tempo di nuove autenticità; è tempo di promuovere e  creare novità.

Giovani e ragazzi, infatti, non sono rimasti fermi in questi caldi mesi estivi 2022. Molte le iniziative a loro offerte, o meglio, da loro stessi ideate e sviluppate: ecco una piccola/grande, coraggiosa Italia!

‘Puoi scriverne qualcosa?’ Mi è stato chiesto qualche giorno fa. ‘Certo!’ Perciò mi sono arrivati contributi, immagini, racconti su cui lavorare. Che scoperta! L’elenco delle attività e degli eventi locali o internazionali, era incredibilmente vario e … lunghissimo: più di trenta iniziative nei luoghi più disparati da nord a sud della penisola di cui alcune progettate in modo contemporaneo o in parziale collegamento on line.

Ma ecco qualcosa in più: di che iniziative parliamo?

Weekend, settimane formative e piccoli ‘congressi’ per andare in profondità. Esperienze intense e costruttive ma comprensive di relax e gioco. Momenti specifici a seconda della fascia di età oppure dove i più grandi si sono messi alla prova come tutor dei più piccoli. Condivisioni tra giovani provenienti da varie esperienze di impegno come nel Movimento Gen o nel Movimento Diocesano o da nessun impegno particolarmente legato ad un’area. Esperienze di formazione con Eduxedu e Clartè.

‘Campus’ o ‘cantieri’ con attività le più varie ma tutte all’insegna del ‘DARE TO CARE’ e della responsabilità civile e sociale. Esperienze di collaborazione e conoscenza tra Movimenti e Associazioni come ad esempio ‘Nuovi Orizzonti’, ‘Libera’, ‘Via Lucis’, ‘Non Dalla Guerra’. Contatti internazionali e scoperta delle culture dentro e fuori del territorio di appartenenza. Attività socialmente utili e collaborazione con le comunità nelle località in cui si sono svolte le iniziative. Tra l’altro molto efficaci alcuni titoli dati agli eventi della fascia giovani: Che sapore ha la vita?, Tuffo GENiale, Io sono l’altro, E!State liberi!, Varco,

Sì, una varietà caleidoscopica ma, a guardar bene, vi si riconoscono perfettamente tanti tratti comuni.

Le relazioni, innanzitutto: vere, genuine, intense e soprattutto no borders.

Le presenze: quelle che possono stringere davvero le mani, dare davvero una pacca sulla spalla, guardare negli occhi, cercare l’altro, stare ‘accanto’, vicino, insieme.

L’immensità delle piccole cose: semplici e quotidiane. Grandi.

L’inventiva: guardare il mondo con il futuro nel cuore. Evitare modelli consunti.

La semplicità del vivere: stare insieme, fare insieme. E, soprattutto, conoscersi davvero e crescere insieme.

E … non finisce qui!

Scorrendo messaggi e ascoltando racconti mi sono appassionata a raccogliere le mille modalità applicative che hanno realizzato questa ‘ripresa’.

Che cosa ho trovato? Per esempio …

Serate per scoprire il cielo stellato e itinerari notturni, scoperta della natura attraverso i cinque sensi, cura dei vigneti, ripristino di sentieri e mille azioni ecologiche per mettere il creato al primo posto.

Attività e laboratori sulla pace e la legalità e interventi ‘spiccioli’ ma importanti come tinteggiare le strutture di un parco pubblico per vivere appieno la nostra umanità e la cittadinanza attiva.

La Messa? Sì, ma ‘itinerante’: con le azioni del cammino e dei gesti per viverne appieno il significato profondo

Non potevano mancare i murales per lasciare messaggi di speranza.

E poi laboratori creativi come scultura del legno, decoupage, teatro, body percussion, per attivare estro e inventiva.

Grande reciprocità, inclusione e prossimità con chi soffre come anziani o rifugiati. Intrecci con le persone del territorio o di altre culture e religioni per esercitarsi sul serio con la ‘Regola d’Oro’.

Comunione di ciò che si è e si vive. Ma anche di ciò che si possiede, pur essendo solo ragazzi, per sostenere coetanei che vivono in contesti difficili.

E, naturalmente, amicizia e fantasia a grandi manciate per scoprire che la vita è addirittura ‘colorata’.  Ma anche sviluppo della consapevolezza di ‘chi sono’ e ‘perché mi impegno’ per esempio con l’Ideale dell’unità o per la fraternità e la pace …

Ah, dimenticavo un ingrediente fondamentale e ‘trasversale’ a tutto: allegre ore giocose e tante, tante risate! .

Qualche voce colta … ‘live’:

  • Bellissima esperienza!! Tutto da rifare … almeno una volta!
  • Sono felice delle nuove amicizie fatte, di aver rafforzato quelle già esistenti e di aver riso moltissimo.
  • Sono riuscito a vivere questa esperienza al massimo grazie al fatto che non ho portato il telefono.
  • È stato bellissimo partecipare alla creazione del programma e fare da ‘assistente’ ai più piccoli.
  • Ci siamo divertiti sperimentando l’amore reciproco.
  • Abbiamo creato giornate fantastiche.
  • una boccata d’aria fresca una ricarica per ritornare nel quotidiano attraverso la scoperta del fare qualcosa per e con gli altri.
  • Questa intensa e entusiasmante settimana ha rappresentato per me un momento di crescita interiore.

Andreina Altoè

VEDI ALCUNI ARTICOLI DELLE SINGOLE ATTIVITA’:

https://www.focolaritalia.it/2022/09/05/io-sono-laltro-udine-summer-campus-2022/

https://www.focolaritalia.it/2022/09/05/che-sapore-ha-la-tua-vita/

https://www.focolaritalia.it/2022/07/29/aspettando-lamore-io-costruisco-lamore/

 




“Io sono l’altro”. Udine Summer Campus 2022

Io sono l’altro, canzone di Nicolò Fabi, è stata la colonna sonora della seconda edizione del Summer Campus di Udine che ha coinvolto 25 giovani provenienti da diverse Regioni italiane, riuniti dal 24 al 31 luglio, con l’intento di entrare in contatto con alcune realtà considerate marginali dalla nostra società.

In particolare, è stata l’Omelia di Papa Francesco pronunciata a Lampedusa a dare il via a quest’esperienza, invitando noi giovani ad aprire i nostri cuori, preparandoci alla settimana di intense attività, spingendoci ad andare oltre l’indifferenza.

Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. È la qualità più bella di un buon rivoluzionario. (Che Guevara)

Ogni mattina, motivati anche da una pillola meditativa come questa di Che Guevara, divisi in gruppi, ci siamo recati in diverse strutture per metterci al servizio dell’altro. Innanzitutto, il Centro solidarietà Giovani di Ribis (UD), che accoglie persone tossicodipendenti e sottoposti a misure alternative al carcere, la mensa della Caritas e l’Emporio della Solidarietà, Hattivalab, cooperativa sociale che offre servizi nell’area delle disabilità e dei minori con disturbi evolutivi specifici e, infine, il centro di accoglienza e di promozione culturale Ernesto Balducci che ospita rifugiati di varie nazioni.

Chi ha prestato servizio presso l’emporio della Caritas e al Centro Solidarietà Giovani, sente che queste attività hanno permesso di dare un aiuto concreto mettendo da parte i pregiudizi e lasciando spazio alle persone. “Con una maggiore consapevolezza riguardo i privilegi di cui godiamo e le situazioni di marginalità che ci stanno attorno e con la convinzione che la dignità umana è uguale per tutti indipendentemente dagli errori che ognuno può aver fatto nella vita.”

E’ stata molto apprezzata la testimonianza degli educatori del centro Hattivalab che con cura hanno trasmesso l’importanza del loro ruolo all’interno dell’associazione: “L’obiettivo comune non era lavorare al posto degli ospiti, bensì insegnare loro come diventare autonomi, sfruttando le proprie capacità di mantenersi.”

Infine, operando al Centro Balducci “Abbiamo ri-imparato a fermarci per dare spazio al racconto della vita dell’altro, ad apprezzare il coraggio di chi ci ha fatto partecipi delle loro storie. Nonostante non parlassimo la stessa lingua, i giochi e la musica ci hanno permesso di ridere e stare assieme. In particolare, ci siamo sentiti accolti quando le famiglie hanno deciso di condividere con noi le proprie bevande e cibi tipici: ci è sembrato un loro modo bellissimo di “raccontare” un aspetto importante della loro cultura.”

Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnali a pescare e lo nutrirai per tutta la vita. (Proverbio cinese)

Nei pomeriggi, invece, si sono svolti numerosi e intensi momenti di formazione, di condivisione e d’ascolto. ogni riflessione pomeridiana voleva essere un incentivo a vivere con più consapevolezza e profondità quanto sperimentato nelle attività mattutine. In generale, però, ogni approfondimento ci ha portati a conoscere realtà marginali che ci circondano quotidianamente senza che noi ce ne rendiamo conto, ad esempio il primo soccorso offerto dall’Associazione Linea d’Ombra a Trieste, che con silenzio e dedizione si prende cura degli ultimi che arrivano nel capoluogo giuliano. Sempre seguendo il tema della marginalità, interessante e profondo è stato l’intervento di Fausta Favotti, assistente sociale, che ci ha portato “Ai margini della libertà”, titolo scelto per questo pomeriggio. Fausta,  avvicinandoci alla realtà delle carceri e ad ulteriori misure alternative alla reclusione a noi poco note, soffermandosi in particolare sulla messa alla prova, che consente alle persone che commettono un reato non di particolare gravità, di evitare lo sconto della pena in carcere, svolgendo lavori di pubblica utilità e di volontariato. Successivamente, anche Antoine e Marie Habonimana, giunti in Italia dal Burundi in seguito alla guerra civile tra le etnie hutu e tutsi, ha hanno condiviso con noi sia i difficili momenti vissuti nel loro Paese, sia quelli riscontrati qui in Italia legati al complesso processo di integrazione.

L’incontro con Andrea Mosca “Micro-credito maxi-aiuto?” ha invece ci ha consentito di confrontarci con una nuova idea di economia, il micro-credito, che ha riscosso un discreto successo in alcuni villaggi africani, grazie a progetti sostenuti e finanziati dall’associazione AMU. Attraverso le parole di Andrea, abbiamo conosciuto una realtà diversa da quella quotidiana, rendendoci più coscienti dei benefici economici e materiali di cui godiamo.

A concludere i pomeriggi di formazione è stata Silvia Cotula, operatrice della Caritas, che ci ha invitato a meditare sui pregiudizi e gli stereotipi espliciti ed  impliciti che ci circondano e che ci limitano nell’approcciarci all’altro.

Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. (Mahatma Gandhi)

Questa settimana non è stata assolutamente un’esperienza di volontariato perché si è rivelata  un’occasione per ogni ragazzo di uscire dalla propria “bolla”, mettendosi in gioco e valorizzando le proprie qualità e capacità per offrirle a chi ci sta attorno.

La bolla da cui abbiamo tentato di uscire è quella dell’indifferenza che ci porta a considerare l’altro, il diverso, ombra del nostro mondo e non si può pensare che egli non abbia influenza su di noi e viceversa. La nostra è stata una palestra di rapporti veri nella reciprocità. Ci impegniamo, ora, a portare i frutti positivi di questa esperienza anche nella nostra quotidianità.

Inoltre, la partecipazione della comunità di Udine ha reso l’esperienza ancora più arricchente. Il sostegno di famiglie, volontari e focolarini ci ha fatti sentire accompagnati e motivati a metterci in gioco. Siamo grati di aver condiviso questa settimana con loro, consapevoli che senza il loro aiuto, il loro tempo e le loro energie spese per la riuscita del Campus, nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile.




Che sapore ha la tua vita?

Il titolo di questi tre giorni ci ha guidati – un gruppetto di giovani venuti da varie regioni d’Italia – in questa ricerca e scoperta del valore e del sapore che la vita di ciascuno ha nella sua unicità, nella sua bellezza e nel suo percorso.

La cornice di Assisi ha fatto da sfondo a questi giorni di fine agosto accogliendoci con il fascino suo tipico e facilitando l’interiorità, la riflessione e la condivisione. Semplicità, conoscenza, relazioni, scambi, preghiera, passeggiate… e tanto altro! E’ proprio quel ‘tanto altro’ che non è facile descrivere: la gioia di ritrovarsi in presenza dopo mesi di difficoltà e paure, la voglia di andare in profondità in un mondo che spesso vive di superficialità e banalità, il desiderio di indirizzare la propria vita verso un senso vero, la ricchezza di esperienze diverse (oltre a quelli che fanno un cammino con i giovani del Movimento dei Focolari, c’era chi vive la realtà scout, chi veniva da un’esperienza di discernimento nell’ambito francescano, ecc…) in un intreccio di carismi e di vita!

Cosa ti aspetti da questi giorni? La domanda dell’inizio per cominciare a conoscersi. Ecco alcune risposte:

– Affidare le redini della mia ricerca a Dio
– Capire dove posso amare di più
– Capire/scoprire quelli che mi rende felice
– Passare giorni di pace; uscire dalla timidezza; cercare di capire il progetto di Dio per me
– Lasciarmi stupire da Dio
– … Che questi giorni siano l’inizio di qualcosa.
Tre giorni all’insegna dell’ascolto: di sé; dell’altro; di Dio. Passi fatti insieme, sia spiritualmente che fisicamente: una bellissima camminata dalla Porziuncola a San Damiano e ad Assisi ad alcuni posti significativi della storia di Francesco e Chiara… ad ognuno di questi posti abbiamo abbinato una tappa-approfondimento sui desideri, sulle passioni, sui talenti, sulle domande.

Un fuori programma sorprendente è stata la partecipazione il sabato sera alla veglia di adorazione organizzata proprio vicino a noi dai giovani della Via Lucis; momento ricco di profondità e testimonianze, che ci ha fatto conoscere amici davvero in gamba e ci ha mostrato la vitalità (a volte sconosciuta) della Chiesa!

I luoghi che ci hanno accolto sono stati importanti: dalla casa ‘a misura d’uomo’ in autogestione dove ci hanno accolto le suore francescane missionarie di Gesù Bambino, alla Basilica della Porziuncola (una vera calamita!!!!), al focolare di Assisi dove siamo stati accolti come in famiglia per una serata di canzoni e giochi e per il momento conclusivo.

Siamo ripartiti per le nostre città con nell’animo il desiderio di accogliere le sfide senza pigrizia, continuando ad ‘ascoltare’ e soprattutto andare avanti insieme. Qui sotto le parole frutto della condivisione finale che riassumono tutte le sfumature di questi tre giorni passati insieme:

 




Nuova raccolta fondi per l’accoglienza di profughi e migranti

Quando scatta l’emergenza pensiamo a qualcosa di improvviso, grave, pressante, ma che finisce presto. Purtroppo non è così.

Le emergenze iniziano e il più delle volte continuano: un terremoto, un’alluvione, una carestia, un colpo di stato, una guerra, una persecuzione religiosa o verso una minoranza etnica…

Chi fugge dalla sua situazione di emergenza si mette in viaggio verso orizzonti sconosciuti e decide di fidarsi di altri uomini e donne che per giustizia, per solidarietà, per condivisione e senso di fratellanza saranno pronti ad aiutarlo.

Io credo nella fraternità universale.

Chi cerca un rifugio lontano da casa proclama la sua fede nell’umanità.

Da sempre il Movimento dei Focolari e la sua espressione sociale Umanità Nuova sono accanto a uomini e donne che non chiedono niente ma hanno bisogno di tutto. Sostieni i nostri progetti a favore di migranti e profughi che giungono in Italia. L’emergenza non ha mai fine.

DONA ORA:
IBAN: IT28K 05018 01600 00001 70778 27 intestato all’Associazione Arcobaleno di Milano che collabora come punto di raccolta degli aiuti.

Per la detrazione fiscale scrivi nella causale del versamento: “Erogazione liberale per accoglienza migranti”. Aggiungi il nominativo completo cui intestare la ricevuta e l’indirizzo email a cui inviarla.

Ringraziamo tutti coloro che hanno generosamente contribuito alla campagna Emergenza Afghanistan fra il 30 agosto 2021 e il 15 luglio 2022. Sono stati raccolti e impiegati 51.487,00 euro, per l’accoglienza di 45 cittadini afghani nell’arco di un anno.

Riapriamo la raccolta per portare avanti il nostro impegno verso altre situazioni critiche, emerse nel frattempo in varie aree del mondo.  Contiamo ancora sulla grande generosità di quanti sostengono i nostri progetti a favore dei migranti.

Per ulteriori informazioni scrivere a: reteimmigrazione@gmail.com




Famiglia di Famiglie in vacanza

Una vacanza di famiglie provenienti dall’Umbria insieme agli amici di Puglia, Calabria, Lazio e della cittadella di Loppiano. Valle Aurina 9/16 luglio 2022.

Ed eccoci qua, dopo una bella dormita ci svegliamo con nel cuore tanta gratitudine e negli occhi l’infinita Bellezza che la montagna e le nostre famiglie ci hanno lasciato contemplare e afferrare. Una settimana in Valle Aurina, ospiti di uno straordinario Markus e la sua famiglia presso l’Hotel Markus.

Eravamo in 108 tra famiglie: tanti bambini e adolescenti, giovani genitori, genitori più maturi e nonni, tre focolarini di cui uno sacerdote (Roberto) che ci ha offerto la possibilità mai scontata di celebrare ogni giorno insieme l’Eucaristia e ci ha donato dei preziosi spunti per riflettere insieme sulla nostra via di santità nel quotidiano. Giuliano, un altro focolarino, con umiltà e spontaneità si è donato senza riserve per i nostri ragazzi e per ciascuno di noi, senza mai tirarsi indietro, anzi, anticipando con atti d’amore le necessità di ciascuno; Antonio che ci ha invece commosso con la sua condivisione appassionata e profonda.

Non sono mancate le difficoltà infatti purtroppo alcuni di noi non sono potuti venire per via del Covid, ma nemmeno questo ha fermato il progetto che Dio aveva in serbo per noi dopo due anni di lontananza e di stop forzato. Le famiglie finalmente si sono ritrovate e anche chi non è potuto partire era in qualche modo presente con noi.

La montagna è sempre un luogo speciale e privilegiato: l’animo si placa ristorato da un’aria più salutare, dal naturale silenzio che “risuona” non solo esternamente ma anche interiormente, il cuore si dilata aiutato dagli spazi incontaminati e da un verde così intenso (in Valle Aurina è straordinariamente vero) che richiama ininterrottamente alla speranza, gli occhi si nutrono di bellezza e lo sguardo che non può che volgersi verso l’alto, puntando alla vetta dove la fatica del cammino è rimpiazzata mirabilmente dalla sensazione unica di una profonda vicinanza e unione con Colui che di questa meraviglia ha fatto la nostra casa.

FAMIGLIA di FAMIGLIE in cui ognuno può trovare il suo spazio vitale, in cui ognuno si sente a casa e i figli tuoi sono anche i miei, dove non ci sono confini all’amore e alla possibilità di donarsi, dove ti ritrovi una domenica pomeriggio a condividere il cammino con una coppia di Trento che si fa due ore di viaggio solo per abbracciarti, dove nel camminare si condividono gioie, fatiche, dubbi, angosce, ferite e si scopre che nel cuore dell’altro c’è spazio per me, per te e che il tuo dolore diventa anche il mio.

Non sei più solo, sai che nel cuore della notte se bussi alla porta dell’altro perché hai bisogno di un conforto o un aiuto non è un problema come non lo è quando un bambino ti sveglia col suo pianto o ti capita in camera perché ha avuto un incubo o ha male al pancino… dove ciascuno cerca di fare il suo pezzetto con dedizione e passione, a volte sbagliando, a volte zoppicando, ma quando si è insieme ciò che manca all’altro lo metto io e viceversa, dove la disabilità non fa paura ma ci rende tutti più ricchi perché disinnesca i nostri pregiudizi e ci fa guardare alle nostre fragilità come risorse per costruire un mondo migliore, più umano e dove chi resta indietro non è mai solo ma sempre atteso e incoraggiato.

Ci sarebbero ancora tante cose da dire ma di tutte le parole ne resta solo una che riassume tutto: GRAZIE!

________________________________________________________________________

Altri gruppi di famiglie in vacanza.

Vacanza Geniale dei 102 toscani in val di Zoldo.

_______________________________________________________________________

Mariapoli-vacanza dal 16 al 23 luglio a Passo Campolongo, nelle Dolomiti bellunesi.

Il tema della settimana era “Prendersi cura di …”, coniugato ogni giorno con un aspetto diverso: prendersi cura di me, delle persone che incontro, delle persone con cui vivo, delle persone che sono in cordata con me, per arrivare negli ultimi giorni a prendersi cura del creato e della società.

Gli spunti di riflessione quotidiana su questi temi che ci accompagnavano durante le passeggiate davano vita, dopo la messa della sera, a momenti di condivisione e comunione delle esperienze vissute durante la giornata.

 




Aspettando l’amore…. IO ‘costruisco’ l’amore

Un gruppo di adolescenti di Milano si è ritrovato nella cittadella di Loppiano dal 17 al 24 luglio per un cantiere estivo. Così ci ha scritto l’equipe di adulti che li ha accompagnati, che ha fatto con loro questa vitale esperienza e raccolto le loro impressioni.
Prendendo spunto da una canzone i ragazzi stessi hanno voluto mettere al centro del loro Cantiere la parola SERVIZIO.
“Il nostro atteggiamento non deve essere quello di chi attende, ma vogliamo essere protagonisti della nostra vita. . .  come? ‘Costruendo’ l’amore con azioni concrete perché, come continua la canzone: …se c’è amore in questa vita, non ci sarà alcun ostacolo che non possa essere superato!”.
E così giorno per giorno a servizio fra noi, della cittadella di Loppiano e di quanto ci veniva proposto, abbiamo potuto costruire rapporti veri, lasciare un segno nella cittadella e dentro il cuore di ciascuno di noi!
Sono stati giorni intensi: il lavoro per portare avanti il progetto del percorso verde LAUDATO SI, l’accoglienza di una comunità di disabili, la visita alle due case con focolarini anziani  di cui i ragazzi dicevano che “nonostante l’anzianità e la malattia in questi focolarini vedevamo persone felici e pienamente realizzate”, l’entusiasmante workshop e concerto del Genrosso….
Parlando di SERVIZIO tutto ha preso questo colore: non solo nei servizi concreti, ma anche nell’affrontare temi come l’economia, la politica, il nostro rapporto con noi stessi e con quanto ci circonda. Fermarsi nella natura ed ‘ascoltare’ anche il silenzio, è stato un modo per ritrovare quella parte di noi che normalmente immersi nelle nostre città non curiamo! Piccoli e grandi servizi ma che hanno portato tutti a vedere realizzati progetti e sogni. 
Un ragazzo, diceva che vedere posizionare sul percorso verde, un tavolo costruito da loro, è stato fonte di grande gioia e soddisfazione. Un altro era emozionato nel vedere che le persone utilizzavano la scaletta costruita da loro.
Dopo la visita alla comunità di Nuovi Orizzonti di Montevarchi una ragazza diceva “queste sono le prediche che vorrei sentire a messa, se ci raccontassero queste esperienze, andrei a messa tutti i giorni”, e un altro “ascoltare Marco mi ha fatto capire che anche se si tocca il fondo più fondo, si può sempre ricominciare”.
 I ragazzi ne sono usciti, diremmo, trasformati e folgorati, attaccati alla sedia per un’ora che è volata. Ognuno in questa settimana si è speso veramente senza limite, constatando che l’amare e il servire limiti non ne hanno e ci rendono pienamente felici. Non sono mancati momenti di svago in piscina, di gioco notturno tra i boschi  e di condivisione a cena nei diversi focolari della cittadella che ci hanno allargato il cuore sul mondo intero, senza dimenticare
la serata ‘disco’!

Al termine di questo cantiere, ciascuno di noi ha scritto un motto, un proposito che ogni giorno ci accompagnerà fino al nostro prossimo appuntamento di settembre…eccone alcuni e il ringraziamento scritto a tutta la cittadella.

  • Fate prima le cose che vi fanno bene e poi quelle che vi piacciono.
  • Mettiti in gioco, sii coraggioso, buttati e prova in tutti i modi ad amare gli altri anche quando ti sembra difficile o non ne hai voglia, sii portatore di gioia nel cuore delle persone.
  • L’amore non ha niente che vedere con ciò che ti aspetti di ottenere; solo con ciò che ti aspetti di dare, cioè tutto.
  • Ascolta il prossimo come ascolti la musica, con le cuffiette, orecchie solo per lui e fa che la sua “musica” ti arrivi al cuore.

“Vogliamo ringraziare tutti voi per  l’ospitalità e per la disponibilità che ci avete donato grazie a voi siamo riusciti a dare il meglio di noi nelle attività di ogni giorno anche nei semplici momenti di convivialità come una merenda di metà mattina. In questo cantiere siamo riusciti ad entrare in contatto con la natura ,esperienza straordinaria per noi ragazzi di città. Grazie per ogni sorriso che ci avete donato che ci ha aiutato a vivere con gioia le nostre giornate e a superare i piccoli ostacoli che potevamo incontrare sulla nostra strada. Ci ha molto colpito la semplicità e la spontaneità della vostra presenza anche nei piccoli gesti che ci ha donato degli esempi di vita da ammirare e da seguire. Torneremo a Milano portando con noi la gioia e l’amore che ci avete trasmesso.” Ed ora… al SERVIZIO SEMPRE, certi che, come ha scritto una ragazza “Piccole opportunità sono spesso l’inizio di grandi imprese”
Buona estate a tutti!

L’equipe Cantiere Loppiano 2022



Concluso il convegno di Cadine: al lavoro, in rete

Il cammino sinodale prende carne e ossa, assume nomi, volti, luoghi: quando il convegno-laboratorio di Cadine – Verso uno stile sinodale: sinodalità perché? – entra nel vivo, e i motori sono scaldati, fiocca la condivisione di esperienze. Sia in plenaria che nei gruppi di lavoro emerge e si condivide la vita che c’è.

In alcuni casi si tratta di anni di paziente tessitura, in altri si muovono i primi passi, ma comune è la sensazione che gli inviti e le riflessioni condivise nei giorni precedenti, in particolare con gli interventi del Segretario Generale della CEI, Stefano Russo sulla realtà della Chiesa italiana, e del teologo Piero Coda sul “discernimento comunitario” siano cascati su un terreno ricettivo. Su menti e cuori che quotidianamente si confrontano con la fatica di costruire rapporti veri, di unità profonda, nelle realtà ecclesiali e sociali in cui operano.

Si passa così al setaccio l’Italia, da nord a sud e isole: con le esperienze di lavoro nei Sinodi diocesani, come in quello recentemente concluso di Matera-Irsina, o quello di qualche anno fa di Bolzano-Bressanone, o quello attualmente in corso della Diocesi di Como. Filo comune si potrebbe dire da una parte “la fatica e soprattutto il lasciarci toccare da una chiesa che ha stili e cammini differenti”, dall’altra l’impegno ad un “ascolto profondo e totale degli altri”, perché “l’esperienza sinodale è soprattutto un’esperienza di unità, non sempre raggiunta, ma certamente ricercata, spesso faticosa e non esente da sofferenza, ma preziosa”.

Un altro percorso condiviso è stato quello di Piemonte e Valle d’Aosta, dove da un gruppetto di 15 “appassionati” per la Chiesa, partecipanti a un corso di formazione nel 2018 è nato un effetto domino che ha coinvolto 450 persone, in una serie di appuntamenti formativi dal titolo “Passione per la Chiesa, speranza per l’Umanità”.

Altre esperienze hanno toccato l’impegno personale o di gruppo, come la collaborazione in un oratorio di Imola; l’incontro con alcune famiglie della Chiesa evangelica presenti nel proprio condominio che ha portato a pregare insieme durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; di un medico di base che accoglie tra i pazienti persone di ogni cultura e religione; una vacanza estiva con ricadute “vocazionali”, sorta grazie ad una casa canonica messa a disposizione in Val Formazza; la collaborazione e la stima tra movimenti in una stessa diocesi; il dialogo interreligioso con un gruppo di Milano e con Religioni per la Pace a Varese; l’approfondimento della Fratelli tutti.

Sono solo alcuni flash della miriade che potrebbe essere raccontata, per dire quanto impegno c’è già, e quanto desiderio che tutto sia sempre più collegato e in rete, per rispondere meglio ai bisogni che incontriamo.

“Un convegno di questo tipo può aiutarci a formare una nuova “generazione sinodale” – ha commentato uno dei partecipanti; “una bellissima opportunità di unità, di dialogo e soprattutto di formazione che per un giovane come me è fondamentale”, ha scritto un altro. Ma concretamente, a sipario calato, e a zoom spento, come andare avanti?

Un suggerimento arriva da Gianfranco De Luca, vescovo di Termoli-Larino, presente per tutta la durata del convegno, di persona, a Cadine, proprio per sottolineare l’impegno anche dei Vescovi a questa conversione sinodale, definita un’avventura “in cui papa Francesco ci ha coinvolti con una strattonatura”. Per mons. De Luca si tratta di fare “esercizio di una spiritualità sinodale”, per la quale “di solito mancano gli strumenti, mentre è qualcosa che abbiamo imparato dalla prima ora nell’incontro con Chiara Lubich: ascoltare, saper perdere, far spazio all’altro, e così far venir fuori il dono di Gesù. E’ questo che possiamo donare alla Chiesa, testimoniandolo come vita nostra”, perché “il carisma dell’unità è un carisma di popolo a servizio della Chiesa”.

Nella mattinata conclusiva del 27 agosto gli interventi di don Vincenzo Di Pilato e don Sergio Pellegrini hanno provato a tracciare alcune piste. Un filo rosso ha condotto all’incontro di questi giorni, a partire dai primi passi, alcuni anni fa, di quella che sarebbe poi diventata una rete ecclesiale di persone che vivono la spiritualità dell’unità in Italia.

Due parole chiave riassumono questi giorni: “gioiosa consapevolezza” del servizio che si svolge e della chiamata ad animare responsabilmente il cammino sinodale lì dove siamo; necessità di “formazione”, e la possibilità di usare più e meglio alcuni strumenti esistenti, come la rivista Ekklesia, il Centro Evangelii Gaudium (CEG), le scuole per operatori pastorali

In chiusura, i delegati dei Focolari in Italia, recentemente nominati, Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, hanno invitato ciascuno dei partecipanti a farsi promotori di questo cammino nei loro territori, senza attendere input o direttive dall’alto. E coscienti che questi percorsi si intrecciano con altri, come ad esempio adesso con l’accoglienza dei profughi afghani per la quale anche i Focolari in Italia si stanno attivando, insieme a parrocchie, strutture ecclesiali e gli altri movimenti.

Si continua, quindi, con più consapevolezza, e – come ha ricordato papa Francesco all’Azione Cattolica – sempre sotto la guida dello Spirito, perché “la sinodalità non è guardarsi allo specchio. Non è guardare la diocesi o la conferenza episcopale. Non è questo. È camminare insieme dietro al Signore e verso la gente, sotto la guida dello Spirito Santo”.

Maria Chiara De Lorenzo

VEDI ANCHE:

https://www.focolaritalia.it/2021/08/25/percorsi-sinodali-per-litalia/

https://www.focolaritalia.it/2021/08/25/la-parola-allo-spirito-santo/

https://www.focolaritalia.it/2021/08/23/verso-uno-stile-sinodale/

Video intervento Piero Coda




“Stoc do” – “Sto qua” in terra Libera

Dal 2017 XFARM Agricoltura Prossima ospita nelle terre confiscate alla mafia a San Vito dei Normanni (Puglia- Italia) i campi di impegno e formazione promossi da Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Tra i partecipanti di quest’anno alcuni giovani del Movimento dei Focolari

Li vedi maneggiare la terra rossa di Puglia, nel sud dell’Italia, li osservi mentre la impastano con la paglia, li guardi mentre plasmano questa materia per creare qualcosa di ecologicamente sostenibile. E pensi che quanto stanno facendo abbia anche la forza della metafora.

Hanno tra i 13 e 17 anni, si sono dati appuntamento a San Vito dei Normanni, nel brindisino, per dare il loro contributo alla rinascita di un bene confiscato ai clan. Per lo più sono figli di questa terra baciata dal sole e, in questo periodo, invasa dai turisti. Ma sono arrivati anche dal Piemonte e dalla Lombardia dove magari c’è ancora chi pensa che le mafie siano affare di quelli del sud dell’Italia. Loro no, sono scesi fin qui nell’alto Salento per spendere in maniera diversa alcuni giorni della loro vacanza e per dare un contributo al cambiamento. Sono una ventina in tutto, con l’energia la leggerezza e la voglia di divertirsi tipici della loro età, vivono da protagonisti quattro giorni pensati per loro da Libera e dal Movimento dei Focolari.

Per qualche ora al giorno lavorano nei campi delle cooperative sociali che hanno avuto in gestione 50 ettari di uliveti e altre strutture sottratte ai boss. E nel loro impegno genuino leggi in controluce la voglia di sporcarsi le mani, di rimboccarsi le maniche, di essere attivi portatori di novità anche in una terra segnata dall’arroganza delle mafie. “Questa è terra nostra, restituita alla collettività”, sembrano dire mentre lavorano argille, sabbia e limi per costruire strutture in legno pensate per una società in cui tutto può essere circolare. A far loro da guida, i giovani del laboratorio urbano Ex Fadda e del progetto XFarm, un manipolo di appassionati di economia civile, di cittadinanza attiva, e di buone pratiche in agricoltura che dopo varie esperienze in giro per il mondo si sono ritrovati qui, nella terra in cui un tempo spadroneggiava la Sacra Corona Unita, per sperimentare un nuovo modello di convivenza, per provare a realizzare il sogno di comunità coinvolte attivamente nei processi rigenerativi.

Gianni Bianco

Leggi tutto su focolare.org




Corso online per Formatori: “La dignità della persona, per contrastare e prevenire ogni tipo di abuso”

 

«Lo scandalo di pochi è la conseguenza della mediocrità di molti». Giovedì 7 luglio il Centro Evangelii Gaudium di Loppiano (Firenze) proporrà un corso online sulla necessità di contrastare e prevenire ogni tipo di abuso. Uno spazio per riflettere come popolo di Dio su una delle piaghe che affliggono il corpo sociale ed ecclesiale.

L’iniziativa promossa dal Centro Evangelii Gaudium è stata avviata un anno fa con riferimento in particolare ai formatori. Viste le notevoli richieste provenienti da più parti si è arrivati ora ad una seconda tappa.

Tutti i soggetti del popolo di Dio potrebbero essere interessati anche se ci si rivolge, principalmente – ma non unicamente –, a quanti sono coinvolti nella formazione permanente dei presbiteri e dei diaconi, dei religiosi e delle consacrate, come anche dei fedeli laici.

Significative le tematiche proposte e qualificati i relatori coinvolti dal responsabile del corso, prof. don Alessandro Clemenzia, e dal moderatore prof. Stefano Lassi: suor Tosca Ferrante, padre Amedeo Cencini, don Gottfried Ugolini, don Marco Baleani, prof. Vincenzo Corrado.

L’obiettivo? Offrire uno spazio per riflettere come popolo di Dio su una delle piaghe che affliggono il corpo sociale ed ecclesiale: abusi di potere, di coscienza, di autorità che lasciano aperte ferite dilanianti quanto le violenze sessuali. Come non ricordare l‘appello di papa Francesco nell’Udienza generale del 6 ottobre 2021:

«Sorelle e fratelli. Ieri la Conferenza episcopale e la Conferenza dei religiosi e delle religiose francesi hanno ricevuto il rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa, incaricata di valutare l’ampiezza del fenomeno delle aggressioni e delle violenze sessuali compiute sui minori dal 1950 in poi. Ne risultano, purtroppo, numeri considerevoli.

Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza e il mio dolore per i traumi che hanno subito e la mia vergogna, la nostra vergogna, la mia vergogna, per la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterle al centro delle sue preoccupazioni, assicurando loro la mia preghiera. E prego e preghiamo insieme tutti: “A te Signore la gloria, a noi la vergogna”: questo è il momento della vergogna. Incoraggio i vescovi e voi, cari fratelli che siete venuti qui a condividere questo momento, incoraggio i vescovi e i superiori religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano. Esprimo ai sacerdoti di Francia vicinanza e paterno sostegno davanti a questa prova, che è dura ma è salutare, e invito i cattolici francesi ad assumere le loro responsabilità per garantire che la Chiesa sia una casa sicura per tutti. Grazie»[1].

Concluso facendo riferimento al discorso di Francesco ai Membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori del 29 aprile 2022. Vi ha affermato infatti che se non ci dovessero essere progressi nella trasparenza e nella responsabilizzazione «i fedeli continuerebbero a perdere fiducia nei loro pastori, rendendo sempre più difficile l’annuncio e la testimonianza del Vangelo».

L’azione di Francesco si pone in continuità con l’azione dei precedessori[2]; ha istituito la Pontificia Commissione per la tutela dei minori (22 marzo 2014) e per evitare che ci si fermasse alla condanna, ha invitato a stare dalla parte delle vittime e a sollecitato più volte a promuovere una cultura della dignità della persona, coinvolgendo l’intera comunità ecclesiale chiamata a conversione e a maggiore trasparenza.

don Emilio Rocchi

Leggi tutto su Città Nuova online

[1]Cf. M. Uwineza, Una teologia della memoria in tempi di abusi sessuali commessi dal clero, in “La Civiltà Cattolica” 2021 IV 169-179 | 4112 (16 ott/6 nov 2021). Si offre una riflessione sull’appello del 6 ottobre 2021.

[2]Cf. A. Cencini, È cambiato qualcosa? La Chiesa dopo gli scandali sessuali, Dehoniane, Bologna 2015.

CEG.2022_invito

https://www.sophiauniversity.org/it/centro-evangelii-gaudium/




Congressi / Campus / Cantieri / Corsi di formazione / Estate 2022

Tutti gli Eventi

 

 




Loppiano – Italia: al lavoro insieme

Nuove generazioni, luoghi del vivere, sostenibilità: le tre tematiche affrontate dai Consigli del Movimento dei Focolari in Italia e a Loppiano dal 10 al 12 giugno. Ampio spazio al benessere e alla tutela dei minori e al percorso sinodale.

Comincia dal Centro Internazionale studenti Giorgio La Pira l’appuntamento del Consiglio del Movimento dei Focolari in Italia e Albania riunito insieme a quello della cittadella di Loppiano dal 10 al 12 Giugno 2022. Il Centro La Pira, un seme profetico di dialogo nato negli anni ’70 per volontà del cardinal Benelli e da subito supportato con dedizione e impegno dai Focolari a Firenze. Oggi il Centro svolge un’azione di supporto con azioni sociali, progetti ed attività formative che vanno dall’insegnamento dell’italiano, alla formazione alla cittadinanza, alla consulenza legale, all’ospitalità e vede passare oltre mille studenti l’anno. Tra questi, anche chi arriva grazie ai corridoi universitari per i rifugiati, come Jaaz, dell’Afghanistan. Per lui il Centro La Pira è casa. Finite le presentazioni, la ricca carrellata di iniziative pre e post pandemia e un po’ di dialogo, arriva il momento di salutarsi. Marco Salvatori, primo oboe del maggio musicale Fiorentino, e presidente della Fondazione Centro Internazionale studenti Giorgio La Pira, ci lascia per dare il là al concerto. E il gruppo del Consiglio, sulle note del dialogo interreligioso – caratteristica preminente del Centro – , prosegue per le colline di Incisa, direzione Loppiano.

E’ questa, infatti, la sede scelta per i lavori: Loppiano, cittadella internazionale sì, ma italiana! Obiettivo del lavoro comune: rinnovare collaborazione e sinergie alla luce di tre piste principali: l’impegno con le nuove generazioni; la vita delle comunità locali e la testimonianza della vita evangelica; la sostenibilità di risorse umane e strutture. Tre tematiche trasversali affrontate insieme nella giornata di sabato 11, con momenti in plenaria, di gruppo e laboratori. Le possibilità di potenziarsi sono molteplici (e basta scorrerne solo alcune per rendersene conto: le attività estive dei giovani in varie regioni italiane e le proposte della cittadella, le attività di Sophia, Economy of Francesco che ha la sua sede centrale proprio al Polo Lionello…) ma occorre uno sguardo “sostenibile”, che tenga conto di risorse non infinite, di scelte da fare insieme, di priorità.

Si concentra sulla Tutela e il benessere dei minori il pomeriggio dei Consigli, con la presenza di Orazio Moscatello, avvocato italiano e Viviana Colonnetti, psicologa argentina due membri della Cobetu, la Commissione Centrale istituita dal Movimento dei Focolari per la Promozione del Benessere e la Tutela dei Minori.  I due esperti hanno illustrato il percorso che ha portato alla pubblicazione dell’inchiesta indipendente della GCPS Consulting e le prime misure adottate dai Focolari in risposta a tale indagine. Due ore serrate, su un argomento di vivo interesse per tutti – erano video collegati anche i referenti della tutela dei minori delle varie regioni italiane – e che continuerà, per la coscienza condivisa della necessità di essere costantemente formati e vigilanti su un tema così delicato. Sarà previsto entro un anno un momento di formazione a riguardo per tutti gli appartenenti al Movimento dei Focolari nelle varie regioni italiane.

La domenica i lavori continuano distinti, e si cercano di aprire alcune prospettive: l’esito del percorso sinodale che ha visto impegnate nelle comunità dei Focolari migliaia di persone per alcuni mesi – desiderio comune è il voler continuare a camminare insieme, dialogando nel territorio, guardando e rispondendo ai suoi bisogni, e sempre di più insieme ad altri; i sogni dei giovani, lanciati in un percorso di ricerca della vocazione civile, insieme a molte altre entusiasmanti sfide. Appuntamento per tutti, ciascuno nella propria diocesi, e per chi può, in piazza San Pietro il 25 giugno, per l’incontro mondiale delle Famiglie. Famiglia, la parola ricorrente che ha legato i tre giorni e i 100 partecipanti e che rimane come punto fermo di questa nuova pagina.

Maria Chiara De Lorenzo




Conclusa la Mariapoli a Mascalucia (Ct)

 Alla Mariapoli di Mascalucia (Catania), convegno estivo del movimento dei Focolari, erano presenti 150 persone che hanno vissuto momenti di riflessione, di svago e di fraternità

“Dall’IO al NOI, Verso la fraternità universale”: questo il tema della Mariapoli vacanze che si è svolta dal 2 al 5 giugno a Mascalucia, presso la sala dell’Istituto dei Padri Passionisti.
Vi hanno partecipato circa 150 persone, provenienti da varie città della Sicilia orientale: tra questi tantissimi i giovani. Sono stati giorni vissuti in un clima di gioia, nello spirito evangelico e nella fraternità. Il “ciak” è stato dato con il video messaggio del vescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti, che ha auspicato un passaggio «dall’individualismo esasperato, in cui l’IO sembra essere al centro di tutto, ad un vero NOI. Siamo già, in qualche modo, uniti l’uno all’altro, ma bisogna scoprire questa unione, volere questa unione. Auguro a tutti voi di trovare vie concrete, quotidiane, semplici, di vita comune attraverso cui riscoprire l’“essere uno”». Anche l’arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna ha fatto arrivare un messaggio di saluto e di sostegno.
Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari ha scritto ai partecipanti: «La Spiritualità dell’Unità – – ha spiegato – ci conduce a scoprire l’immenso amore di Dio per ciascuno di noi, per ogni prossimo e per tutto il creato, con le sue bellezze e le sue ferite».
All’organizzazione della Mariapoli ha collaborato anche il Santuario della Madonna di Valverde. Padre Nei Simon, degli Agostiniani Scalzi, parroco del santuario, ha ripercorso così i giorni vissuti: «La preparazione della Mariapoli è stata un continuo “buttarsi”, fidandoci della Provvidenza, nelle tante incertezze di questi ultimi mesi… Ma il risultato è stato una vera “Città di Maria”, con la presenza di un folto gruppo di giovani e bambini (circa un terzo dei partecipanti avevano meno di 21 anni!). Ringraziamo Dio per averci chiamato a vivere questa esperienza di unità».
«Essere sempre famiglia» è stato il filo conduttore dei giorni che hanno preceduto la Mariapoli, una delle prime che si sono svolte in Italia dopo la pandemia. Il programma, leggero e giovane, si è snodato attraverso vari momenti: pochi nella sala convegni e tanti a contatto con la natura, con le passeggiate ai piedi del vulcano, con giochi per tutti che hanno facilitato le relazioni e la nascita di nuovi rapporti autentici e profondi, il senso di condivisione e di comunione.
I momenti di riflessione, molto partecipati, sono stati scanditi da alcune relazioni ed esperienze. Una delle riflessioni proposte ha trattato il tema del “rispetto del Creato” e del pianeta, casa comune di tutti noi. Partendo dall’enciclica “Laudato si’” è stata sottolineata la centralità dell’uomo che in quanto fulcro della creazione deve rispettare ed avere cura di sé stesso, dei fratelli e di tutto quello che Dio ha messo a disposizione. L’ambiente si rispetta se l’uomo riconosce che tutto è in DONO.
La Mariapoli ha dato a tutti slancio rinnovato nel vivere il vangelo in pienezza.
Il Movimento dei Focolari è presente in Sicilia fin dagli anni 50. Graziella De Luca, una delle prime compagne della fondatrice Chiara Lubich, arrivò a Siracusa nel giorno dell’Epifania 1950. Provengono dalla Sicilia alcuni focolarini che furono tra i primi collaboratori di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Tra questi anche Giuseppe Maria Zanghì, sacerdote e teologo, Angelino Rodante, a lungo responsabile in Brasile, Nuzzo Maria Grimaldi, che ha operato a Loppiano, Sergio Infantino, Agata Tranchina e altri. A Siracusa, sorse il terzo focolare, dopo quelli di Trento e di Roma.
Oggi il Movimento dei Focolari, presente in moltissime città, è composto da una numerosa comunità che vede la presenza di giovani, bambini, ragazzi, famiglie, sacerdoti, religiose e religiosi.

Info
Loredana De Francesco: 3737165495
Salvo Licari: 3481432053
Aldo Urrata: 3296234733
mail: focfcatania@gmail.com, focctm@iol.it




Fraternità ed Economia: una sfida possibile

RIVEDI L’EVENTO

Generare valore con l’Economia Civile e di Comunione

Un evento dal titolo provocatorio quello promosso dal COMUNE DI BRA e organizzato da AIPEC – Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione – che si è tenuto sabato 28 maggio a Bra, presso il Centro Polifunzionale G. Arpino.

Come si conciliano, soprattutto oggi, Fraternità ed Economia?

Foto dal sito www.aipec.it

Per scoprirlo siamo stati aiutati da Leonardo Becchetti, Professore Ordinario di Economia Politica Università Tor Vergata, Roma, fondatore di NEXT, Nuova Economia per tutti, direttore del FESTIVAL dell’ECONOMIA CIVILE di Firenze, che si svolgerà a Firenze dal 16 al 18 settembre 2022 e da Luigino Bruni, Economista e storico del pensiero economico, Ordinario di Economia Politica alla LUMSA ,promotore e cofondatore insieme a Stefano Zamagni della SEC, Scuola di Economia Civile, già coordinatore internazionale del progetto Economia di Comunione, responsabile scientifico di EoF, Economy of Francesco, che si svolgerà ad Assisi dal 22 al 24 settembre 2022.

Ma il focus dell’evento sono state soprattutto le “storie” di un gruppo di imprenditori AIPEC impegnati a vivere e portare “la cultura del dare” nella reciprocità nell’impresa, tra le imprese, nella comunità per rendere la fraternità in economia una sfida possibile.

A coordinare il tutto è stata chiamata Eugenia Scotti, giornalista, conduttrice ed autrice di TV2000.

Un’occasione per ricordare il 20° anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria a Bra, Marene e TorinoChiara Lubich Fondatrice del Movimento dei Focolari ed ispiratrice del progetto dell’Economia di Comunione.

SITO AIPEC

https://www.ideawebtv.it/2022/05/16/fraternita-ed-economia-una-sfida-possibile-a-bra-un-convegno-con-aipec/




A Catania il cantiere “Hombre Mundo” dei Ragazzi per l’Unità

A Catania 60 ragazzi di varie città siciliane si sono incontrati per vivere un’esperienza di fraternità e donazione. L’iniziativa è stata promossa dal Movimento dei Focolari.

Dal 23 al 25 aprile si è svolto a Catania il “Cantiere Hombre Mundo”,  “cantiere operativo” dei Ragazzi per l’unità della Sicilia, movimento giovanile aderente al Movimento dei Focolari. I “Ragazzi per l’unità” hanno come obiettivo la costruzione di un mondo unito, di pace e di amore, al di là delle barriere dei popoli.

Circa 60 giovani, dai 13 ai 17 anni, provenienti da diverse città, hanno dato vita (per la prima volta in presenza dopo due anni di assenza) ad una serie di attività: approfondimenti, solidarietà, musica, passeggiate, sport, laboratori e festa: un appuntamento rivolto ai loro coetanei e tre giorni vissuti insieme all’insegna della Regola d’Oro: «Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te».

«Il Cantiere Hombre Mundo si è svolto nel cuore di Catania, nell’”Istituto Pio IX” (via Montevergine) – racconta Chiara Cartaregia – I giovani hanno dato vita a giochi di squadra, partite con la palla, workshop musicali, momenti di incontro e di condivisione: tutto per creare nuovi rapporti e scoprire che “la Rete d’amore ti intrappola e non ti lascia più”  e che “dare è ricevere e insieme si è più forti”.

Il Cantiere Hombre Mundo ha preso il via con il gioco “La dinamica delle forme”: ognuno ha ricevuto una forma di cartoncino colorato (nuvola, fiore, farfalla, sole, goccia d’acqua, stella) e una lista di domande originali che durante vari turni i ragazzi si sono posti a vicenda. Poi un video, che ha collegato idealmente i ragazzi ai loro coetanei in tutto il mondo, con una raccolta di esperienze vissute durante la pandemia ed un momento di incontro con un’esperta psicologa sull’uso dei nuovi media. La prima giornata si è conclusa con una passeggiata “Catania by Night” e gelato nel fantastico centro storico della città etnea.

Nella seconda giornata il motto era “ORA tocca a noi!” ed è stata contrassegnata da varie attività solidali: plogging nel centro storico, cucina “cotto e donato” (preparazione della cena per i senzatetto di una casa di accoglienza), realizzazione del fondale della sala “INSIEME PR LA PACE”, animazione per bambini, ragazzi e mamme dell’Istituto San Giuseppe. Altro momento saliente, l’incontro una famiglia di focolarini siciliani, Paolo, Eloisa ed i loro figli. A fine giornata, una festa-spettacolo con sketch, monologhi ed esibizioni musicali, preparati dagli stessi ragazzi.

Nell’ultima giornata, i ragazzi hanno avuto alcuni approfondimenti sull’arte di amare, l’autoconsapevolezza e il dialogo. Una ragazza ha commentato: «In questi giorni, un semplice gioco di conoscenza ci ha fatto conoscere nuove persone molto simpatiche. Ci siamo conosciuti sempre di più e abbiamo creato un gruppo fantastico. Quando è arrivato il momento di salutarci, mi sono commossa insieme agli altri. Ci rincontreremo e sarà una gioia». Una mamma ha commentato: «Queste esperienze, oltre ad essere momenti di divertimento, sono anche e soprattutto di crescita perché stando insieme si confrontano e si migliorano».

«Sono stati tre giorni importanti per i ragazzi – spiega Betty Lussu – felici di ritrovarsi dopo la pandemia e di vivere un’esperienza di donazione e di amore»

 

 




Palermo: presentato il volume “Oltre il ‘900”.

Il 26 aprile 2022 si è tenuto a Palermo il convegno “Il ‘900 e il cambiamento d’epoca”, in occasione della prima presentazione nazionale del libro “Oltre il 900 – Chiara Lubich e la storia, la letteratura e la società del nostro tempo – Il contributo del carisma dell’unità di Chiara Lubich”.

Il volume è stato curato da Lucia Abignente e Donato Falmi ed è il risultato di due giornate di studio (18 e 19 febbraio 2021) che si sono svolte presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, dedicate alla figura della fondatrice del Movimento dei Focolari.

Al convegno, promosso dalla Facoltà teologica di Palermo e dalla comunità dei Focolari del capoluogo siciliano, hanno dato il loro contributo i relatori: il Prof. Fabio Ciardi, omi, teologo, il Prof. Pietro Cavaleri, psicologo e psicoterapeuta, la Prof.ssa Anna Pia Viola, teologa e filosofa. Ha moderato la dott.ssa Lilli Genco, giornalista. Presenti il Preside della Pontificia Facoltà teologica di Sicilia, il Prof. Rosario Pistone OP, la curatrice del libro Lucia Abignente e João Manuel Motta del Centro Chiara Lubich.

Fabio Ciardi, apprezzando il metodo seguito dai curatori del libro che ne facilita la lettura e l’approccio, ha messo in luce come la figura di Chiara Lubich sia stata centrale nella storia del ‘900, periodo nel quale i molti movimenti che nascevano nella chiesa erano guidati soprattutto da uomini. La sua azione è stata in favore non soltanto del “laico” nella Chiesa, ma della donna stessa. Senza rivendicazioni femministe ma soltanto con la sua presenza e la sua testimonianza Chiara ha mostrato il posto della donna nella Chiesa. La parabola di Chiara Lubich sarebbe incomprensibile al di fuori del suo contesto storico-ecclesiale e non è difficile rintracciare l’apporto che ella ha saputo dare a sua volta al grande “movimento” di pensiero e di prassi del XX secolo.

Pietro Cavaleri, ripercorrendo la traccia della lectio tenuta da Chiara Lubich a Malta in occasione dell’assegnazione del dottorato Honoris Causa in Psicologia, ha delineato il significato psicologico del paradigma relazionale che emerge dalla spiritualità dell’unità, soffermandosi in particolare sul concetto di reciprocità comunionale, comunione che è l’espressione massima della relazionalità umana. Non basta solo il riconoscimento dell’altro, ma è necessario fare l’esperienza del dono di sé all’altro, del riconoscimento pieno di lui e della sua differenza. Verso questa direzione, indicata da Chiara Lubich, già diversi filoni di ricerca si stanno orientando, confermando in tal modo quanto possa rivelarsi costruttivo il dialogo fra il sapere della fede e quello laico della psicologia.

Anna Pia Viola ha sottolineato il ruolo delle donne nella storia del ‘900, del loro rapporto con Dio attraverso la testimonianza di due importanti figure femminili come Simone Weil ed Virginia Woolf e come l’incontro di grandi personalità con la Parola abbia cambiato loro la vita. La Parola dunque non soltanto come segno grafico ma come evento creativo. Il carisma dell’Unità inizia dal contesto storico del ‘900 e dunque dalle bombe della Seconda guerra mondiale e la risposta di Chiara Lubich alla guerra è la risposta che poteva dare una donna. Ella non si è posta confini, è andata ‘oltre’.

Continua così il dialogo tra la città di Palermo e il carisma della fondatrice dei Focolari, che nel 1998 ne ricevette la cittadinanza onoraria, evento ricordato vent’anni dopo, nel 2018, dalla comunità e dalle istituzioni civili e religiose tramite una serie di iniziative che avevano costellato una settimana dedicata a riscoprire il contributo alla fraternità dei Focolari nella città. L’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, aveva augurato di procedere in questo cammino verso una meta «indicata profeticamente allora da Chiara Lubich: che Palermo possa divenire una città sul monte a cui guardare per la realizzazione del disegno di Dio sulla comunità degli uomini». Significativa quindi la scelta di presentare come prima nazionale questo ricco volume proprio nella città che esprime una profonda sintonia con i valori contenuti nel carisma di Chiara Lubich, città dell’accoglienza e dei diritti, con i valori della fraternità e della continua ricerca del dialogo.

Il volume, nato dal Convegno che ha concluso l’anno centenario della nascita di Chiara Lubich, porta avanti una riflessione che si andrà sempre più arricchendo e approfondendo, riflessione che continuerà nelle prossime presentazioni in programma in altre città d’Italia.

Patrizia Mazzola




Una scuola per generare comunità vive nell’amore

Oltre 1000 i partecipanti italiani alla proposta di formazione per i coordinatori delle comunità del Movimento dei Focolari nel mondo, per abbracciare i tanti dolori della nostra umanità ferita. 

Azioni sociali che risollevano la dignità umana ferita, la cura per l’ambiente nostra casa comune, il lavoro vissuto come servizio ai fratelli, la misericordia che si vive nelle nostre famiglie, la malattia offerta e la preghiera che accompagna e consola: sono alcune tra le molteplici sfumature delle esperienze condivise dalle comunità, all’insegna di una vita radicata nel Vangelo, che non nasconde le tante difficoltà e i limiti del cammino, ma che è alla ricerca di sempre nuovi slanci e ripartenze. La scuola internazionale del 7-10 aprile è stata uno di questi. Prossimo appuntamento per l’Italia: 1 e 2 ottobre.

Col titolo “Uscire per farsi prossimi: le comunità glocali sulle orme di Gesù abbandonato”,  il corso ha visto un collegamento mondiale quotidiano nella fascia oraria centrale (ore 12-14) per poter abbracciare tutti i fusi orari, mentre il resto del programma era gestito localmente, in gruppi più o meno numerosi, con uno scambio di esperienze ed esigenze, lavori di gruppo e approfondimenti. Rappresentanti delle comunità di intere regioni si sono trovati il 9 e 10 aprile in presenza in Piemonte (Centro Mariapoli di Bra), Lombardia (Centro Mariapoli di Frontignano), Campania (Torre Annunziata), Toscana (Loppiano), Sardegna (Torre Grande in provincia di Oristano), Puglia e molti altri in altre città oppure online: la gioia di ritrovarsi, per alcuni dopo tanto tempo, è stata il primo segno visibile di essere parte di un’unica famiglia di dimensioni mondiali, che dà testimonianza di una fruttuosa convivenza tra tutti, comprese le nuove generazioni.

Uno degli obiettivi della scuola era avviare una riflessione sulla funzione oggi di “luoghi” visibili come possono essere le comunità, di fronte alle sfide del dopo pandemia, dei cambiamenti climatici, di tante crisi che investono la chiesa, la famiglia, la società, e con la necessità di uscire dagli schemi che negli anni ciascuno possa essersi costruito. Il cammino sinodale della Chiesa tutta ci interroga e ci aiuta in questo discernimento.

“Se potessi dirvi due parole su cui fondare la vita delle vostre comunità locali – ha esordito Margaret Karram, presidente dei Focolari, in apertura dell’incontro –  vi direi: ‘testimonianza ed evangelizzazione’. Queste due azioni dovrebbero essere sempre più il nostro distintivo; dovrebbero essere le “fondamenta” su cui fondare una vera comunità; ciò che la distingue da un qualsiasi gruppo o aggregazione di persone”.  La comunità locale è anche lo spazio più adatto per vivere la cultura della prossimità, avvicinare le  persone che soffrono e individuare i loro bisogni reali, luogo di accoglienza di persone di altre culture dando un esempio vivo di fratellanza universale. Infatti, continua Margaret, “più nella comunità circola l’amore scambievole, più ciascuno sente crescere dentro di sé l’energia per fare scelte coraggiose e generose. Aumenta così la fantasia dell’amore e ci si inventa nuove modalità di aiuto, collaborazione”; “mantenere viva e costante questa qualità dell’amore non è sempre facile, è una sfida di ogni giorno, occorre saper sempre “ricominciare” per far propri, in profondità, i sentimenti di Gesù, il suo pensiero, la sua fede e fiducia, il suo sguardo d’amore verso ogni fratello”. 

 A Jesús Morán, copresidente del Movimento, il compito di introdurre al tema della leadership di comunione:  “Ben venga questo nuovo tipo di leadership. Ne abbiamo bisogno. Con le nostre categorie, diremmo che il mondo e le nostre comunità necessitano oggi di leader di comunione, e cioè, persone decise e  convinte, certamente, anche energiche, ma capaci di privilegiare il “noi” al di sopra del puro “io” […]”E descrivendo le caratteristiche di un  leader in questa nuova visione: “ è un facilitatore di Gesù in mezzo; è il primo ad amare, si prende a carico il dolore altrui […] cerca sempre la verità e per questo rompe al suo sorgere la dinamica maliziosa del chiacchiericcio […] sa farsi trovare, la disponibilità è quindi un tratto del suo carattere. L’umiltà lo muove, l’autocritica lo fa crescere“.

Per l’Italia – insieme a un gruppo dall’Albania – il programma proseguirà l’1 e 2 ottobre con un approfondimento proprio sul tema della leadership, che si vuole sempre più “dialogica” e “di comunione”. Lavorare su questo potrà aiutarci nella gestione dei conflitti e delle polarizzazioni, nella progettualità della comunità attraverso il discernimento comunitario, nel lavoro in sinergia. Ripartenza, dunque, dopo due giorni intensi che, a detta dei partecipanti, “hanno suscitato meraviglia nel vedere come il Vangelo ha Parole che sono uniche e rivoluzionarie, le sole capaci di ‘far rifiorire il deserto’”.