Aspettando l’amore…. IO ‘costruisco’ l’amore

Un gruppo di adolescenti di Milano si è ritrovato nella cittadella di Loppiano dal 17 al 24 luglio per un cantiere estivo. Così ci ha scritto l’equipe di adulti che li ha accompagnati, che ha fatto con loro questa vitale esperienza e raccolto le loro impressioni.
Prendendo spunto da una canzone i ragazzi stessi hanno voluto mettere al centro del loro Cantiere la parola SERVIZIO.
“Il nostro atteggiamento non deve essere quello di chi attende, ma vogliamo essere protagonisti della nostra vita. . .  come? ‘Costruendo’ l’amore con azioni concrete perché, come continua la canzone: …se c’è amore in questa vita, non ci sarà alcun ostacolo che non possa essere superato!”.
E così giorno per giorno a servizio fra noi, della cittadella di Loppiano e di quanto ci veniva proposto, abbiamo potuto costruire rapporti veri, lasciare un segno nella cittadella e dentro il cuore di ciascuno di noi!
Sono stati giorni intensi: il lavoro per portare avanti il progetto del percorso verde LAUDATO SI, l’accoglienza di una comunità di disabili, la visita alle due case con focolarini anziani  di cui i ragazzi dicevano che “nonostante l’anzianità e la malattia in questi focolarini vedevamo persone felici e pienamente realizzate”, l’entusiasmante workshop e concerto del Genrosso….
Parlando di SERVIZIO tutto ha preso questo colore: non solo nei servizi concreti, ma anche nell’affrontare temi come l’economia, la politica, il nostro rapporto con noi stessi e con quanto ci circonda. Fermarsi nella natura ed ‘ascoltare’ anche il silenzio, è stato un modo per ritrovare quella parte di noi che normalmente immersi nelle nostre città non curiamo! Piccoli e grandi servizi ma che hanno portato tutti a vedere realizzati progetti e sogni. 
Un ragazzo, diceva che vedere posizionare sul percorso verde, un tavolo costruito da loro, è stato fonte di grande gioia e soddisfazione. Un altro era emozionato nel vedere che le persone utilizzavano la scaletta costruita da loro.
Dopo la visita alla comunità di Nuovi Orizzonti di Montevarchi una ragazza diceva “queste sono le prediche che vorrei sentire a messa, se ci raccontassero queste esperienze, andrei a messa tutti i giorni”, e un altro “ascoltare Marco mi ha fatto capire che anche se si tocca il fondo più fondo, si può sempre ricominciare”.
 I ragazzi ne sono usciti, diremmo, trasformati e folgorati, attaccati alla sedia per un’ora che è volata. Ognuno in questa settimana si è speso veramente senza limite, constatando che l’amare e il servire limiti non ne hanno e ci rendono pienamente felici. Non sono mancati momenti di svago in piscina, di gioco notturno tra i boschi  e di condivisione a cena nei diversi focolari della cittadella che ci hanno allargato il cuore sul mondo intero, senza dimenticare
la serata ‘disco’!

Al termine di questo cantiere, ciascuno di noi ha scritto un motto, un proposito che ogni giorno ci accompagnerà fino al nostro prossimo appuntamento di settembre…eccone alcuni e il ringraziamento scritto a tutta la cittadella.

  • Fate prima le cose che vi fanno bene e poi quelle che vi piacciono.
  • Mettiti in gioco, sii coraggioso, buttati e prova in tutti i modi ad amare gli altri anche quando ti sembra difficile o non ne hai voglia, sii portatore di gioia nel cuore delle persone.
  • L’amore non ha niente che vedere con ciò che ti aspetti di ottenere; solo con ciò che ti aspetti di dare, cioè tutto.
  • Ascolta il prossimo come ascolti la musica, con le cuffiette, orecchie solo per lui e fa che la sua “musica” ti arrivi al cuore.

“Vogliamo ringraziare tutti voi per  l’ospitalità e per la disponibilità che ci avete donato grazie a voi siamo riusciti a dare il meglio di noi nelle attività di ogni giorno anche nei semplici momenti di convivialità come una merenda di metà mattina. In questo cantiere siamo riusciti ad entrare in contatto con la natura ,esperienza straordinaria per noi ragazzi di città. Grazie per ogni sorriso che ci avete donato che ci ha aiutato a vivere con gioia le nostre giornate e a superare i piccoli ostacoli che potevamo incontrare sulla nostra strada. Ci ha molto colpito la semplicità e la spontaneità della vostra presenza anche nei piccoli gesti che ci ha donato degli esempi di vita da ammirare e da seguire. Torneremo a Milano portando con noi la gioia e l’amore che ci avete trasmesso.” Ed ora… al SERVIZIO SEMPRE, certi che, come ha scritto una ragazza “Piccole opportunità sono spesso l’inizio di grandi imprese”
Buona estate a tutti!

L’equipe Cantiere Loppiano 2022



Concluso il convegno di Cadine: al lavoro, in rete

Il cammino sinodale prende carne e ossa, assume nomi, volti, luoghi: quando il convegno-laboratorio di Cadine – Verso uno stile sinodale: sinodalità perché? – entra nel vivo, e i motori sono scaldati, fiocca la condivisione di esperienze. Sia in plenaria che nei gruppi di lavoro emerge e si condivide la vita che c’è.

In alcuni casi si tratta di anni di paziente tessitura, in altri si muovono i primi passi, ma comune è la sensazione che gli inviti e le riflessioni condivise nei giorni precedenti, in particolare con gli interventi del Segretario Generale della CEI, Stefano Russo sulla realtà della Chiesa italiana, e del teologo Piero Coda sul “discernimento comunitario” siano cascati su un terreno ricettivo. Su menti e cuori che quotidianamente si confrontano con la fatica di costruire rapporti veri, di unità profonda, nelle realtà ecclesiali e sociali in cui operano.

Si passa così al setaccio l’Italia, da nord a sud e isole: con le esperienze di lavoro nei Sinodi diocesani, come in quello recentemente concluso di Matera-Irsina, o quello di qualche anno fa di Bolzano-Bressanone, o quello attualmente in corso della Diocesi di Como. Filo comune si potrebbe dire da una parte “la fatica e soprattutto il lasciarci toccare da una chiesa che ha stili e cammini differenti”, dall’altra l’impegno ad un “ascolto profondo e totale degli altri”, perché “l’esperienza sinodale è soprattutto un’esperienza di unità, non sempre raggiunta, ma certamente ricercata, spesso faticosa e non esente da sofferenza, ma preziosa”.

Un altro percorso condiviso è stato quello di Piemonte e Valle d’Aosta, dove da un gruppetto di 15 “appassionati” per la Chiesa, partecipanti a un corso di formazione nel 2018 è nato un effetto domino che ha coinvolto 450 persone, in una serie di appuntamenti formativi dal titolo “Passione per la Chiesa, speranza per l’Umanità”.

Altre esperienze hanno toccato l’impegno personale o di gruppo, come la collaborazione in un oratorio di Imola; l’incontro con alcune famiglie della Chiesa evangelica presenti nel proprio condominio che ha portato a pregare insieme durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; di un medico di base che accoglie tra i pazienti persone di ogni cultura e religione; una vacanza estiva con ricadute “vocazionali”, sorta grazie ad una casa canonica messa a disposizione in Val Formazza; la collaborazione e la stima tra movimenti in una stessa diocesi; il dialogo interreligioso con un gruppo di Milano e con Religioni per la Pace a Varese; l’approfondimento della Fratelli tutti.

Sono solo alcuni flash della miriade che potrebbe essere raccontata, per dire quanto impegno c’è già, e quanto desiderio che tutto sia sempre più collegato e in rete, per rispondere meglio ai bisogni che incontriamo.

“Un convegno di questo tipo può aiutarci a formare una nuova “generazione sinodale” – ha commentato uno dei partecipanti; “una bellissima opportunità di unità, di dialogo e soprattutto di formazione che per un giovane come me è fondamentale”, ha scritto un altro. Ma concretamente, a sipario calato, e a zoom spento, come andare avanti?

Un suggerimento arriva da Gianfranco De Luca, vescovo di Termoli-Larino, presente per tutta la durata del convegno, di persona, a Cadine, proprio per sottolineare l’impegno anche dei Vescovi a questa conversione sinodale, definita un’avventura “in cui papa Francesco ci ha coinvolti con una strattonatura”. Per mons. De Luca si tratta di fare “esercizio di una spiritualità sinodale”, per la quale “di solito mancano gli strumenti, mentre è qualcosa che abbiamo imparato dalla prima ora nell’incontro con Chiara Lubich: ascoltare, saper perdere, far spazio all’altro, e così far venir fuori il dono di Gesù. E’ questo che possiamo donare alla Chiesa, testimoniandolo come vita nostra”, perché “il carisma dell’unità è un carisma di popolo a servizio della Chiesa”.

Nella mattinata conclusiva del 27 agosto gli interventi di don Vincenzo Di Pilato e don Sergio Pellegrini hanno provato a tracciare alcune piste. Un filo rosso ha condotto all’incontro di questi giorni, a partire dai primi passi, alcuni anni fa, di quella che sarebbe poi diventata una rete ecclesiale di persone che vivono la spiritualità dell’unità in Italia.

Due parole chiave riassumono questi giorni: “gioiosa consapevolezza” del servizio che si svolge e della chiamata ad animare responsabilmente il cammino sinodale lì dove siamo; necessità di “formazione”, e la possibilità di usare più e meglio alcuni strumenti esistenti, come la rivista Ekklesia, il Centro Evangelii Gaudium (CEG), le scuole per operatori pastorali

In chiusura, i delegati dei Focolari in Italia, recentemente nominati, Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, hanno invitato ciascuno dei partecipanti a farsi promotori di questo cammino nei loro territori, senza attendere input o direttive dall’alto. E coscienti che questi percorsi si intrecciano con altri, come ad esempio adesso con l’accoglienza dei profughi afghani per la quale anche i Focolari in Italia si stanno attivando, insieme a parrocchie, strutture ecclesiali e gli altri movimenti.

Si continua, quindi, con più consapevolezza, e – come ha ricordato papa Francesco all’Azione Cattolica – sempre sotto la guida dello Spirito, perché “la sinodalità non è guardarsi allo specchio. Non è guardare la diocesi o la conferenza episcopale. Non è questo. È camminare insieme dietro al Signore e verso la gente, sotto la guida dello Spirito Santo”.

Maria Chiara De Lorenzo

VEDI ANCHE:

https://www.focolaritalia.it/2021/08/25/percorsi-sinodali-per-litalia/

https://www.focolaritalia.it/2021/08/25/la-parola-allo-spirito-santo/

https://www.focolaritalia.it/2021/08/23/verso-uno-stile-sinodale/

Video intervento Piero Coda




“Stoc do” – “Sto qua” in terra Libera

Dal 2017 XFARM Agricoltura Prossima ospita nelle terre confiscate alla mafia a San Vito dei Normanni (Puglia- Italia) i campi di impegno e formazione promossi da Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Tra i partecipanti di quest’anno alcuni giovani del Movimento dei Focolari

Li vedi maneggiare la terra rossa di Puglia, nel sud dell’Italia, li osservi mentre la impastano con la paglia, li guardi mentre plasmano questa materia per creare qualcosa di ecologicamente sostenibile. E pensi che quanto stanno facendo abbia anche la forza della metafora.

Hanno tra i 13 e 17 anni, si sono dati appuntamento a San Vito dei Normanni, nel brindisino, per dare il loro contributo alla rinascita di un bene confiscato ai clan. Per lo più sono figli di questa terra baciata dal sole e, in questo periodo, invasa dai turisti. Ma sono arrivati anche dal Piemonte e dalla Lombardia dove magari c’è ancora chi pensa che le mafie siano affare di quelli del sud dell’Italia. Loro no, sono scesi fin qui nell’alto Salento per spendere in maniera diversa alcuni giorni della loro vacanza e per dare un contributo al cambiamento. Sono una ventina in tutto, con l’energia la leggerezza e la voglia di divertirsi tipici della loro età, vivono da protagonisti quattro giorni pensati per loro da Libera e dal Movimento dei Focolari.

Per qualche ora al giorno lavorano nei campi delle cooperative sociali che hanno avuto in gestione 50 ettari di uliveti e altre strutture sottratte ai boss. E nel loro impegno genuino leggi in controluce la voglia di sporcarsi le mani, di rimboccarsi le maniche, di essere attivi portatori di novità anche in una terra segnata dall’arroganza delle mafie. “Questa è terra nostra, restituita alla collettività”, sembrano dire mentre lavorano argille, sabbia e limi per costruire strutture in legno pensate per una società in cui tutto può essere circolare. A far loro da guida, i giovani del laboratorio urbano Ex Fadda e del progetto XFarm, un manipolo di appassionati di economia civile, di cittadinanza attiva, e di buone pratiche in agricoltura che dopo varie esperienze in giro per il mondo si sono ritrovati qui, nella terra in cui un tempo spadroneggiava la Sacra Corona Unita, per sperimentare un nuovo modello di convivenza, per provare a realizzare il sogno di comunità coinvolte attivamente nei processi rigenerativi.

Gianni Bianco

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Corso online per Formatori: “La dignità della persona, per contrastare e prevenire ogni tipo di abuso”

 

«Lo scandalo di pochi è la conseguenza della mediocrità di molti». Giovedì 7 luglio il Centro Evangelii Gaudium di Loppiano (Firenze) proporrà un corso online sulla necessità di contrastare e prevenire ogni tipo di abuso. Uno spazio per riflettere come popolo di Dio su una delle piaghe che affliggono il corpo sociale ed ecclesiale.

L’iniziativa promossa dal Centro Evangelii Gaudium è stata avviata un anno fa con riferimento in particolare ai formatori. Viste le notevoli richieste provenienti da più parti si è arrivati ora ad una seconda tappa.

Tutti i soggetti del popolo di Dio potrebbero essere interessati anche se ci si rivolge, principalmente – ma non unicamente –, a quanti sono coinvolti nella formazione permanente dei presbiteri e dei diaconi, dei religiosi e delle consacrate, come anche dei fedeli laici.

Significative le tematiche proposte e qualificati i relatori coinvolti dal responsabile del corso, prof. don Alessandro Clemenzia, e dal moderatore prof. Stefano Lassi: suor Tosca Ferrante, padre Amedeo Cencini, don Gottfried Ugolini, don Marco Baleani, prof. Vincenzo Corrado.

L’obiettivo? Offrire uno spazio per riflettere come popolo di Dio su una delle piaghe che affliggono il corpo sociale ed ecclesiale: abusi di potere, di coscienza, di autorità che lasciano aperte ferite dilanianti quanto le violenze sessuali. Come non ricordare l‘appello di papa Francesco nell’Udienza generale del 6 ottobre 2021:

«Sorelle e fratelli. Ieri la Conferenza episcopale e la Conferenza dei religiosi e delle religiose francesi hanno ricevuto il rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa, incaricata di valutare l’ampiezza del fenomeno delle aggressioni e delle violenze sessuali compiute sui minori dal 1950 in poi. Ne risultano, purtroppo, numeri considerevoli.

Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza e il mio dolore per i traumi che hanno subito e la mia vergogna, la nostra vergogna, la mia vergogna, per la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterle al centro delle sue preoccupazioni, assicurando loro la mia preghiera. E prego e preghiamo insieme tutti: “A te Signore la gloria, a noi la vergogna”: questo è il momento della vergogna. Incoraggio i vescovi e voi, cari fratelli che siete venuti qui a condividere questo momento, incoraggio i vescovi e i superiori religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano. Esprimo ai sacerdoti di Francia vicinanza e paterno sostegno davanti a questa prova, che è dura ma è salutare, e invito i cattolici francesi ad assumere le loro responsabilità per garantire che la Chiesa sia una casa sicura per tutti. Grazie»[1].

Concluso facendo riferimento al discorso di Francesco ai Membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori del 29 aprile 2022. Vi ha affermato infatti che se non ci dovessero essere progressi nella trasparenza e nella responsabilizzazione «i fedeli continuerebbero a perdere fiducia nei loro pastori, rendendo sempre più difficile l’annuncio e la testimonianza del Vangelo».

L’azione di Francesco si pone in continuità con l’azione dei precedessori[2]; ha istituito la Pontificia Commissione per la tutela dei minori (22 marzo 2014) e per evitare che ci si fermasse alla condanna, ha invitato a stare dalla parte delle vittime e a sollecitato più volte a promuovere una cultura della dignità della persona, coinvolgendo l’intera comunità ecclesiale chiamata a conversione e a maggiore trasparenza.

don Emilio Rocchi

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[1]Cf. M. Uwineza, Una teologia della memoria in tempi di abusi sessuali commessi dal clero, in “La Civiltà Cattolica” 2021 IV 169-179 | 4112 (16 ott/6 nov 2021). Si offre una riflessione sull’appello del 6 ottobre 2021.

[2]Cf. A. Cencini, È cambiato qualcosa? La Chiesa dopo gli scandali sessuali, Dehoniane, Bologna 2015.

CEG.2022_invito

https://www.sophiauniversity.org/it/centro-evangelii-gaudium/




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Loppiano – Italia: al lavoro insieme

Nuove generazioni, luoghi del vivere, sostenibilità: le tre tematiche affrontate dai Consigli del Movimento dei Focolari in Italia e a Loppiano dal 10 al 12 giugno. Ampio spazio al benessere e alla tutela dei minori e al percorso sinodale.

Comincia dal Centro Internazionale studenti Giorgio La Pira l’appuntamento del Consiglio del Movimento dei Focolari in Italia e Albania riunito insieme a quello della cittadella di Loppiano dal 10 al 12 Giugno 2022. Il Centro La Pira, un seme profetico di dialogo nato negli anni ’70 per volontà del cardinal Benelli e da subito supportato con dedizione e impegno dai Focolari a Firenze. Oggi il Centro svolge un’azione di supporto con azioni sociali, progetti ed attività formative che vanno dall’insegnamento dell’italiano, alla formazione alla cittadinanza, alla consulenza legale, all’ospitalità e vede passare oltre mille studenti l’anno. Tra questi, anche chi arriva grazie ai corridoi universitari per i rifugiati, come Jaaz, dell’Afghanistan. Per lui il Centro La Pira è casa. Finite le presentazioni, la ricca carrellata di iniziative pre e post pandemia e un po’ di dialogo, arriva il momento di salutarsi. Marco Salvatori, primo oboe del maggio musicale Fiorentino, e presidente della Fondazione Centro Internazionale studenti Giorgio La Pira, ci lascia per dare il là al concerto. E il gruppo del Consiglio, sulle note del dialogo interreligioso – caratteristica preminente del Centro – , prosegue per le colline di Incisa, direzione Loppiano.

E’ questa, infatti, la sede scelta per i lavori: Loppiano, cittadella internazionale sì, ma italiana! Obiettivo del lavoro comune: rinnovare collaborazione e sinergie alla luce di tre piste principali: l’impegno con le nuove generazioni; la vita delle comunità locali e la testimonianza della vita evangelica; la sostenibilità di risorse umane e strutture. Tre tematiche trasversali affrontate insieme nella giornata di sabato 11, con momenti in plenaria, di gruppo e laboratori. Le possibilità di potenziarsi sono molteplici (e basta scorrerne solo alcune per rendersene conto: le attività estive dei giovani in varie regioni italiane e le proposte della cittadella, le attività di Sophia, Economy of Francesco che ha la sua sede centrale proprio al Polo Lionello…) ma occorre uno sguardo “sostenibile”, che tenga conto di risorse non infinite, di scelte da fare insieme, di priorità.

Si concentra sulla Tutela e il benessere dei minori il pomeriggio dei Consigli, con la presenza di Orazio Moscatello, avvocato italiano e Viviana Colonnetti, psicologa argentina due membri della Cobetu, la Commissione Centrale istituita dal Movimento dei Focolari per la Promozione del Benessere e la Tutela dei Minori.  I due esperti hanno illustrato il percorso che ha portato alla pubblicazione dell’inchiesta indipendente della GCPS Consulting e le prime misure adottate dai Focolari in risposta a tale indagine. Due ore serrate, su un argomento di vivo interesse per tutti – erano video collegati anche i referenti della tutela dei minori delle varie regioni italiane – e che continuerà, per la coscienza condivisa della necessità di essere costantemente formati e vigilanti su un tema così delicato. Sarà previsto entro un anno un momento di formazione a riguardo per tutti gli appartenenti al Movimento dei Focolari nelle varie regioni italiane.

La domenica i lavori continuano distinti, e si cercano di aprire alcune prospettive: l’esito del percorso sinodale che ha visto impegnate nelle comunità dei Focolari migliaia di persone per alcuni mesi – desiderio comune è il voler continuare a camminare insieme, dialogando nel territorio, guardando e rispondendo ai suoi bisogni, e sempre di più insieme ad altri; i sogni dei giovani, lanciati in un percorso di ricerca della vocazione civile, insieme a molte altre entusiasmanti sfide. Appuntamento per tutti, ciascuno nella propria diocesi, e per chi può, in piazza San Pietro il 25 giugno, per l’incontro mondiale delle Famiglie. Famiglia, la parola ricorrente che ha legato i tre giorni e i 100 partecipanti e che rimane come punto fermo di questa nuova pagina.

Maria Chiara De Lorenzo




Fraternità ed Economia: una sfida possibile

RIVEDI L’EVENTO

Generare valore con l’Economia Civile e di Comunione

Un evento dal titolo provocatorio quello promosso dal COMUNE DI BRA e organizzato da AIPEC – Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione – che si è tenuto sabato 28 maggio a Bra, presso il Centro Polifunzionale G. Arpino.

Come si conciliano, soprattutto oggi, Fraternità ed Economia?

Foto dal sito www.aipec.it

Per scoprirlo siamo stati aiutati da Leonardo Becchetti, Professore Ordinario di Economia Politica Università Tor Vergata, Roma, fondatore di NEXT, Nuova Economia per tutti, direttore del FESTIVAL dell’ECONOMIA CIVILE di Firenze, che si svolgerà a Firenze dal 16 al 18 settembre 2022 e da Luigino Bruni, Economista e storico del pensiero economico, Ordinario di Economia Politica alla LUMSA ,promotore e cofondatore insieme a Stefano Zamagni della SEC, Scuola di Economia Civile, già coordinatore internazionale del progetto Economia di Comunione, responsabile scientifico di EoF, Economy of Francesco, che si svolgerà ad Assisi dal 22 al 24 settembre 2022.

Ma il focus dell’evento sono state soprattutto le “storie” di un gruppo di imprenditori AIPEC impegnati a vivere e portare “la cultura del dare” nella reciprocità nell’impresa, tra le imprese, nella comunità per rendere la fraternità in economia una sfida possibile.

A coordinare il tutto è stata chiamata Eugenia Scotti, giornalista, conduttrice ed autrice di TV2000.

Un’occasione per ricordare il 20° anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria a Bra, Marene e TorinoChiara Lubich Fondatrice del Movimento dei Focolari ed ispiratrice del progetto dell’Economia di Comunione.

SITO AIPEC

https://www.ideawebtv.it/2022/05/16/fraternita-ed-economia-una-sfida-possibile-a-bra-un-convegno-con-aipec/




Palermo: presentato il volume “Oltre il ‘900”.

Il 26 aprile 2022 si è tenuto a Palermo il convegno “Il ‘900 e il cambiamento d’epoca”, in occasione della prima presentazione nazionale del libro “Oltre il 900 – Chiara Lubich e la storia, la letteratura e la società del nostro tempo – Il contributo del carisma dell’unità di Chiara Lubich”.

Il volume è stato curato da Lucia Abignente e Donato Falmi ed è il risultato di due giornate di studio (18 e 19 febbraio 2021) che si sono svolte presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, dedicate alla figura della fondatrice del Movimento dei Focolari.

Al convegno, promosso dalla Facoltà teologica di Palermo e dalla comunità dei Focolari del capoluogo siciliano, hanno dato il loro contributo i relatori: il Prof. Fabio Ciardi, omi, teologo, il Prof. Pietro Cavaleri, psicologo e psicoterapeuta, la Prof.ssa Anna Pia Viola, teologa e filosofa. Ha moderato la dott.ssa Lilli Genco, giornalista. Presenti il Preside della Pontificia Facoltà teologica di Sicilia, il Prof. Rosario Pistone OP, la curatrice del libro Lucia Abignente e João Manuel Motta del Centro Chiara Lubich.

Fabio Ciardi, apprezzando il metodo seguito dai curatori del libro che ne facilita la lettura e l’approccio, ha messo in luce come la figura di Chiara Lubich sia stata centrale nella storia del ‘900, periodo nel quale i molti movimenti che nascevano nella chiesa erano guidati soprattutto da uomini. La sua azione è stata in favore non soltanto del “laico” nella Chiesa, ma della donna stessa. Senza rivendicazioni femministe ma soltanto con la sua presenza e la sua testimonianza Chiara ha mostrato il posto della donna nella Chiesa. La parabola di Chiara Lubich sarebbe incomprensibile al di fuori del suo contesto storico-ecclesiale e non è difficile rintracciare l’apporto che ella ha saputo dare a sua volta al grande “movimento” di pensiero e di prassi del XX secolo.

Pietro Cavaleri, ripercorrendo la traccia della lectio tenuta da Chiara Lubich a Malta in occasione dell’assegnazione del dottorato Honoris Causa in Psicologia, ha delineato il significato psicologico del paradigma relazionale che emerge dalla spiritualità dell’unità, soffermandosi in particolare sul concetto di reciprocità comunionale, comunione che è l’espressione massima della relazionalità umana. Non basta solo il riconoscimento dell’altro, ma è necessario fare l’esperienza del dono di sé all’altro, del riconoscimento pieno di lui e della sua differenza. Verso questa direzione, indicata da Chiara Lubich, già diversi filoni di ricerca si stanno orientando, confermando in tal modo quanto possa rivelarsi costruttivo il dialogo fra il sapere della fede e quello laico della psicologia.

Anna Pia Viola ha sottolineato il ruolo delle donne nella storia del ‘900, del loro rapporto con Dio attraverso la testimonianza di due importanti figure femminili come Simone Weil ed Virginia Woolf e come l’incontro di grandi personalità con la Parola abbia cambiato loro la vita. La Parola dunque non soltanto come segno grafico ma come evento creativo. Il carisma dell’Unità inizia dal contesto storico del ‘900 e dunque dalle bombe della Seconda guerra mondiale e la risposta di Chiara Lubich alla guerra è la risposta che poteva dare una donna. Ella non si è posta confini, è andata ‘oltre’.

Continua così il dialogo tra la città di Palermo e il carisma della fondatrice dei Focolari, che nel 1998 ne ricevette la cittadinanza onoraria, evento ricordato vent’anni dopo, nel 2018, dalla comunità e dalle istituzioni civili e religiose tramite una serie di iniziative che avevano costellato una settimana dedicata a riscoprire il contributo alla fraternità dei Focolari nella città. L’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, aveva augurato di procedere in questo cammino verso una meta «indicata profeticamente allora da Chiara Lubich: che Palermo possa divenire una città sul monte a cui guardare per la realizzazione del disegno di Dio sulla comunità degli uomini». Significativa quindi la scelta di presentare come prima nazionale questo ricco volume proprio nella città che esprime una profonda sintonia con i valori contenuti nel carisma di Chiara Lubich, città dell’accoglienza e dei diritti, con i valori della fraternità e della continua ricerca del dialogo.

Il volume, nato dal Convegno che ha concluso l’anno centenario della nascita di Chiara Lubich, porta avanti una riflessione che si andrà sempre più arricchendo e approfondendo, riflessione che continuerà nelle prossime presentazioni in programma in altre città d’Italia.

Patrizia Mazzola




Una scuola per generare comunità vive nell’amore

Oltre 1000 i partecipanti italiani alla proposta di formazione per i coordinatori delle comunità del Movimento dei Focolari nel mondo, per abbracciare i tanti dolori della nostra umanità ferita. 

Azioni sociali che risollevano la dignità umana ferita, la cura per l’ambiente nostra casa comune, il lavoro vissuto come servizio ai fratelli, la misericordia che si vive nelle nostre famiglie, la malattia offerta e la preghiera che accompagna e consola: sono alcune tra le molteplici sfumature delle esperienze condivise dalle comunità, all’insegna di una vita radicata nel Vangelo, che non nasconde le tante difficoltà e i limiti del cammino, ma che è alla ricerca di sempre nuovi slanci e ripartenze. La scuola internazionale del 7-10 aprile è stata uno di questi. Prossimo appuntamento per l’Italia: 1 e 2 ottobre.

Col titolo “Uscire per farsi prossimi: le comunità glocali sulle orme di Gesù abbandonato”,  il corso ha visto un collegamento mondiale quotidiano nella fascia oraria centrale (ore 12-14) per poter abbracciare tutti i fusi orari, mentre il resto del programma era gestito localmente, in gruppi più o meno numerosi, con uno scambio di esperienze ed esigenze, lavori di gruppo e approfondimenti. Rappresentanti delle comunità di intere regioni si sono trovati il 9 e 10 aprile in presenza in Piemonte (Centro Mariapoli di Bra), Lombardia (Centro Mariapoli di Frontignano), Campania (Torre Annunziata), Toscana (Loppiano), Sardegna (Torre Grande in provincia di Oristano), Puglia e molti altri in altre città oppure online: la gioia di ritrovarsi, per alcuni dopo tanto tempo, è stata il primo segno visibile di essere parte di un’unica famiglia di dimensioni mondiali, che dà testimonianza di una fruttuosa convivenza tra tutti, comprese le nuove generazioni.

Uno degli obiettivi della scuola era avviare una riflessione sulla funzione oggi di “luoghi” visibili come possono essere le comunità, di fronte alle sfide del dopo pandemia, dei cambiamenti climatici, di tante crisi che investono la chiesa, la famiglia, la società, e con la necessità di uscire dagli schemi che negli anni ciascuno possa essersi costruito. Il cammino sinodale della Chiesa tutta ci interroga e ci aiuta in questo discernimento.

“Se potessi dirvi due parole su cui fondare la vita delle vostre comunità locali – ha esordito Margaret Karram, presidente dei Focolari, in apertura dell’incontro –  vi direi: ‘testimonianza ed evangelizzazione’. Queste due azioni dovrebbero essere sempre più il nostro distintivo; dovrebbero essere le “fondamenta” su cui fondare una vera comunità; ciò che la distingue da un qualsiasi gruppo o aggregazione di persone”.  La comunità locale è anche lo spazio più adatto per vivere la cultura della prossimità, avvicinare le  persone che soffrono e individuare i loro bisogni reali, luogo di accoglienza di persone di altre culture dando un esempio vivo di fratellanza universale. Infatti, continua Margaret, “più nella comunità circola l’amore scambievole, più ciascuno sente crescere dentro di sé l’energia per fare scelte coraggiose e generose. Aumenta così la fantasia dell’amore e ci si inventa nuove modalità di aiuto, collaborazione”; “mantenere viva e costante questa qualità dell’amore non è sempre facile, è una sfida di ogni giorno, occorre saper sempre “ricominciare” per far propri, in profondità, i sentimenti di Gesù, il suo pensiero, la sua fede e fiducia, il suo sguardo d’amore verso ogni fratello”. 

 A Jesús Morán, copresidente del Movimento, il compito di introdurre al tema della leadership di comunione:  “Ben venga questo nuovo tipo di leadership. Ne abbiamo bisogno. Con le nostre categorie, diremmo che il mondo e le nostre comunità necessitano oggi di leader di comunione, e cioè, persone decise e  convinte, certamente, anche energiche, ma capaci di privilegiare il “noi” al di sopra del puro “io” […]”E descrivendo le caratteristiche di un  leader in questa nuova visione: “ è un facilitatore di Gesù in mezzo; è il primo ad amare, si prende a carico il dolore altrui […] cerca sempre la verità e per questo rompe al suo sorgere la dinamica maliziosa del chiacchiericcio […] sa farsi trovare, la disponibilità è quindi un tratto del suo carattere. L’umiltà lo muove, l’autocritica lo fa crescere“.

Per l’Italia – insieme a un gruppo dall’Albania – il programma proseguirà l’1 e 2 ottobre con un approfondimento proprio sul tema della leadership, che si vuole sempre più “dialogica” e “di comunione”. Lavorare su questo potrà aiutarci nella gestione dei conflitti e delle polarizzazioni, nella progettualità della comunità attraverso il discernimento comunitario, nel lavoro in sinergia. Ripartenza, dunque, dopo due giorni intensi che, a detta dei partecipanti, “hanno suscitato meraviglia nel vedere come il Vangelo ha Parole che sono uniche e rivoluzionarie, le sole capaci di ‘far rifiorire il deserto’”.




La nascita di Run4unity

La nascita di Run4unity raccontata da Agostino Spolti, uno dei protagonisti della prima ora che con Chiara Lubich ha avviato questa manifestazione che dal 2005 coinvolge ogni anno migliaia di ragazzi in tutto il mondo. Anche quest’anno si svolgerà il 8 maggio in diverse città di tutto il mondo ed anche in tante località italiane. Per maggior informazioni: https://www.focolaritalia.it/events/run4unity-2022-8-maggio/




“Gocce di spiritualità” al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo

A Castel Gandolfo, nei Castelli Romani, si riprendono i weekend di “Gocce di Spiritualità”, un’iniziativa per la conoscenza e approfondimento della spiritualità di comunione del movimento dei focolari, tramite week-end residenziali, con momenti di meditazione, esperienze di vita, scambio e conoscenza reciproca.

Per informazioni: infocmi@centromariapoli.org    Tel: 06 9359091    

WhatsApp: +39 331 9429 694




Sulla via della comunione

Dal 26 al 30 dicembre, nell’accogliente Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, si è svolto l’incontro internazionale per seminaristi, diaconi e sacerdoti giovani dal titolo Sulla via della comunione.

Una trentina i presenti, da diversi paesi d’Europa e anche dall’Africa e dal sud America (presenza possibile perché attualmente in formazione nei collegi romani e nella cittadella di Loppiano); collegati online, molti altri punti di ascolto, fra cui un gruppo di seminaristi della Romania con il loro vescovo.

Il tema, “La spiritualità dell’unità a servizio della sinodalità” ha portato i partecipanti nel cuore della chiesa e dell’esperienza spirituale del Movimento dei Focolari.

Nel cuore della chiesa: il tema del sinodo è approfondito con due interventi chiave Francisco Canzani In ascolto del presente, l’oggi della chiesa e della società, luci e ombre, e mons. Piero Coda sulla Formazione al discernimento comunitario, che preparano all’incontro con papa Francesco nell’udienza del mercoledì.

Una spiritualità al servizio della sinodalità: la dimensione personale e comunitaria della spiritualità dell’unità emerge come un dono per vivere una chiesa sinodale: la chiamata ad una santità comunitaria, che coinvolge l’intero popolo di Dio, e l’annuncio di Gesù crocifisso e abbandonato come chiave dell’unità fra Cielo e terra, fra gli uomini e le donne del nostro tempo.

Margaret Karram, la presidente dei focolari partecipa personalmente al convegno, assieme al copresidente Jesus Moran, in collegamento dalla Spagna; in un dialogo con i presenti emerge la bellezza del sacerdote “servo per amore”, per questo capace di “informare del divino” ogni relazione.

Da qui uno stile nel vivere il sacerdozio: di comunione perché radicato nell’amore al Crocifisso e testimone del Risorto vivo fra i suoi; mariano perché nutrito dalla Parola e impegnato a vivere un ministero di prossimità e servizio. Così emerge nell’esperienza di Silvano Cola, primo sacerdote diocesano focolarino, e risuona nella predicazione di mons. Lazzaro You Heung sik, prefetto della congregazione per il clero, che celebra la Messa per i partecipanti al congresso.

Uno stile mariano che illumina anche la vita di Chiara Lubich, incontrata attraverso la testimonianza delle focolarine che hanno vissuto con lei l’ultimo tratto della sua vita terrena. Nella sua cameretta, semplice e armoniosa, il testo dei quattro Vangeli, stampati a caratteri grandi: sapere che li aveva acquistati per rileggere la sua vita e verificare se aveva messo in pratica ogni parola del Vangelo, interpella profondamente ciascuno sulla sua personale scelta di Dio.

Un momento particolarmente atteso è quello della comunione pomeridiana a piccoli gruppi: il vissuto di ciascuno si intreccia con le sollecitazioni ricevute, nell’ascolto pieno si genera una profonda condivisione.

Ecco alcuni echi dei partecipanti:

Ringrazio per aver aggiunto un’esperienza alla mia vita e al mio cuore. Ringrazio soprattutto la figura di Gesù abbandonato, per poter vivere in maniera diversa, da un’ottica diversa le situazioni difficili e frustanti.

Sì, si può vivere nella comunione fraterna, profonda, dove l’unico nostro bene è Gesù, dove il sacerdozio non diventa clericalismo ma servizio di Lui nei fratelli.

Grazie a tutti voi per avermi accolto, amato e riportato al centro… Gesù tra noi, Gesù abbandonato anche alle nostre fragilità.

Sono stati i giorni pieni di grazia specialmente l’umiltà e la semplicità di Chiara mi hanno lasciato la bocca aperta, mi hanno disarmato (…). Ho incontrato Dio in voi, non tornerò indietro mai.

Emerge il desiderio di ritornare nei propri seminari e luoghi di ministero con un rinnovato impegno, assieme alla volontà di tener viva la rete dei rapporti e la formazione a questa spiritualità. Un’equipe è già al lavoro per proporre iniziative, per continuare a camminare “sulla via della comunione”.

Tommaso Danovaro




Un ponte per il Libano e Progetti AMU (Associazione Mondo Unito) AFN (Azione Famiglie Nuove)

Da una piccola idea di condivisione – inviare farmaci per i malati cronici – è nata una catena di solidarietà che ha coinvolto numerose associazioni in Italia e in Libano. Le testimonianze dei protagonisti.

Elisabetta Mei, docente, coordinatrice del progetto Un ponte per il Libano

“Conosco Danièle Richa dal 1999, quando la ospitai per un anno a Firenze. È diventata parte della mia famiglia e spesso, negli anni successivi, è venuta a trovarmi. La nostra è un’amicizia che mi ha permesso di conoscere le bellezze del popolo libanese, così come le sue contraddizioni. Ho sofferto con lei per le problematiche politiche ed economiche, e poi è arrivata la pandemia ad aggravare tutto. Un giorno le chiedo, come ad una sorella: “Se fosse possibile inviarti qualcosa, cosa desidereresti?”. Dopo una profonda riflessione risponde che la cosa più utile sono le medicine. I medicinali infatti scarseggiano, persino il paracetamolo, ma spedirli, al pari di qualsiasi altra cosa, è molto difficile; possono esserci delle complicazioni alla frontiera, non è sicuro che i pacchi raggiungano effettivamente i destinatari. Danièle mi manda una lista di medicinali e da lì comincia un passaparola: farmacie, medici, conoscenti. Siamo ormai pronti all’acquisto dei farmaci, quando il 4 agosto 2020 scoppia il deposito del porto di Beirut. Impossibile inviare i medicinali. Procediamo a piccole dosi, in valigia, secondo il limite consentito dalla legge per singoli viaggi. La rete si amplia, il lavoro diventa più organizzato e strutturato. Fino al luglio 2021 quando abbiamo organizzato un incontro on line tra chi stava aiutando in Italia e i referenti delle associazioni che fino a quel momento avevano ricevuto e distribuito le medicine in Libano. Viene spontanea l’idea di costruire un vero e proprio ponte tra Italia e Libano costituito da due reti, una italiana ed una libanese, connesse da un gruppo di raccordo costituito da persone di entrambe le reti. Adesso siamo in attesa del via libera per il decollo di un container con un grande carico”.

Osvaldo Garcia, Responsabile Ufficio Progetti e Sviluppo Sociale del Vicariato Apostolico di Beirut

“La pesante carenza di medicinali, aggravata sempre di più dalla crisi politica, economica e finanziaria del nostro Paese, ha costretto molte persone, affette da malattie croniche, ad abbandonare le cure. Dalla condivisione di questo dolore con alcuni di loro è nata la prima scintilla. Potrei dire, è nato tutto. Alcuni amici dall’Italia avevano iniziato a sostenerci con piccole quantità di farmaci, approfittando di qualche volo per il Libano. Poi grazie ad un incontro on line con questi amici italiani, a luglio, è nata l’idea di costruire una vera e propria rete di solidarietà. Sono in gioco sia le associazioni che qui a Beirut si occupano di sostegno a pazienti cronici (Aventure de la Charité (ADLC), LIBan-AMItié/Libami, Epsilon, Barbara Nassar for Cancer Patient Support, IRAP, Vicariat Apostolique-Social Service), sia gruppi di volontari che hanno iniziato a censire nei quartieri i bisogni dei pazienti fragili e più poveri, assumendo la responsabilità della ricognizione dei bisogni e della distribuzione dei farmaci raccolti. Abbiamo creato allora un gruppo permanente whatsapp, una rete con l’Italia, chiamata “Un ponte per il Libano” ed una in Libano, la rete “Fraternité” nella quale, abbattendo differenze confessionali e sociali, abbiamo iniziato a mettere in comunione sia bisogni, sempre crescenti, che risorse. Oggi i gruppi sono otto ed altri se ne vanno aggiungendo”

Luigi Triggiano, medico di famiglia, già coordinatore del progetto della Regione Toscana di sviluppo delle cure primarie in Libano.

“Il grido di dolore dei nostri amici libanesi e la risposta solidale che stavano costruendo sui loro territori ci hanno fortemente motivato nel tentativo di dare una risposta efficiente ed appropriata ai loro bisogni. La rete costituita inizialmente da tre regioni, si è arricchita ulteriormente dopo l’appello del Vicario Apostólico di Beirut Mons. Cesar Essayan per la richiesta di farmaci e latte. Oggi sono 12 le regioni coinvolte con una rete crescente di volontari (singoli cittadini, medici, farmacisti, banchi del farmaco ecc..). L’appello ha generato e intensificato i rapporti tra la fondazione Giovanni Paolo II e il Movimento dei Focolari, alla cui operatività si è aggiunta la disponibilità solidale dell’UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) per il trasporto aereo e di altre agenzie. Tre sono le aspettative che accompagnano il progetto, operativo lato Focolari attraverso l’APS “Nuove vie per un Mondo Unito”: la prima è che la solidarietà di tanti cittadini italiani possa permettere l’invio di maggiori quantitativi di latte in polvere e medicinali per garantire la continuità delle cure e recare così un po’ di sollievo e speranza. La seconda è che, con l’aiuto solidale di tanti fratelli, le risposte, seppur piccole, alle ferite profonde che affliggono il popolo libanese facciano crescere una coscienza civica e comunitaria solidale, che concorra ad una rinascita politica, economica e sociale del Paese. Infine, che la solidarietà diffusa e consapevole che si sviluppa dal basso tra i cittadini di paesi diversi, costituisca un esempio ed una spinta per i vari governi, a partire dalla Unione Europea, a rivedere responsabilmente le regole della cooperazione e quelle economiche che caratterizzano le relazioni tra i popoli ed i governi”.

Soggetto accreditato dal Movimento dei Focolari Italia :

ASS.NE NUOVE VIE PER UN MONDO UNITO APS
Via Carlo Spinola 18 – 00154 Roma, tel 06/5110354
IBAN : IT42X0501803200000017108218
Causale : donazione progetto Un ponte per il Libano
Se si desidera la ricevuta, per la detrazione fiscale, nel bonifico indicare il proprio Codice Fiscale ed inviare la richiesta all’email: nuoveviemondounito@gmail.com

Vedi articolo su Città Nuova: https://www.cittanuova.it/dallitalia-un-ponte-libano/?ms=001&se=013

Vedi articolo su Loppiano.it: https://www.loppiano.it/2021/12/03/un-ponte-di-farmaci-per-il-libano/

Articolo AGENSIR del 15 dicembre 2021


 

ll progetto Un ponte per il Libano, nato in maniera spontanea e diventato operativo attraverso una rete di cittadini attivi, si aggiunge a quanto il Movimento dei Focolari sta operando in Libano attraverso AMU e AFN.

Nel 2020/2021, in seguito allo scoppio della bomba nel porto di Beirut, grazie alla generosità di tanti, AMU (Associazione Azione Per Un Mondo Unito – Onlus) e AFN (Associazione Azione Per Famiglie Nuove Onlus) hanno potuto aiutare 68 famiglie a rientrare nelle proprie abitazioni e luoghi di lavoro sinistrati dall’esplosione e sostenere le famiglie del centro per bambini audiolesi IRAP. Al seguente indirizzo potete trovare informazioni, immagini, aggiornamenti e le esperienze di chi ha partecipato a questo primo intervento concluso: https://www.amu-it.eu/progetti-int/emergenza-libano/

Attualmente è in corso un secondo intervento a sostegno di:

  • 900 famiglie che ricevono ogni due mesi una cassa di prodotti alimentari ed una cassa di prodotti per l’igiene personale, per un anno intero;
  • 250 alunni di una scuola rurale gratuita, alla periferia di Beirut, che ricevono un kit di materiale didattico per l’anno scolastico.Al seguente indirizzo potete trovare informazioni, immagini, aggiornamenti ed esperienze periodicamente aggiornate, su questo secondo intervento in corso: https://www.amu-it.eu/progetti-int/emergenza-libano-2022/ Per questi interventi sono stati raccolti e stanziati circa 400.000 euro.

 

Mentre la situazione economica e politica in Libano è sempre più difficile e secondo le Nazioni Unite almeno tre quarti della popolazione libanese vive sotto la soglia di povertà, Nicole Helou (referente del progetto Sostegno a Distanza di AFN in Libano) e Maricris Devrel (sua collaboratrice), durante un collegamento in diretta con il Libano nell’ambito di un evento on line organizzato l’11 dicembre 2021 da Focolari Italia, il Movimento Famiglie Nuove e Azione Famiglie Nuove, raccontano la realtà di questo momento e le necessità della popolazione.

Manca la corrente, i medicinali non si trovano, i trasporti sono molto costosi e tanti bambini non vanno a scuola per questo motivo. Un pieno di benzina corrisponde a più della metà di uno stipendio. Poi l’altra metà va per il generatore. Noi a volte ci chiediamo come fa la gente a vivere!”

Il progetto SAD Libano di AFN comprende varie realtà: la “Maison Notre Dame” una casa che da 30 anni accoglie i bisogni del quartiere Ain nella periferia di Beirut; l’ asilo nido “Petit Jardin” per i più piccoli, il Club dei giovani; il Centro Medico sociale e l’Atelier “Ayadina” dove si svolgono anche corsi di formazione per le giovani donne di cucito e ricamo. Si sostengono numerose famiglie, alcune delle quali sono veramente molto povere. C’è chi non può mandare i figli a scuola perché il pulmino è costoso. Chi  non riesce a trovare la cura per suo marito che è molto malato. Chi ha contratto il Covid e presenta conseguenze importanti. Chi ancora  ha cercato di fuggire clandestinamente con la sua famiglia. “Quello che cerchiamo di fare e abbiamo fatto sempre sin dall’inizio è essere per il quartiere un punto di riferimento.  – Afferma Maricris – Appena bussano alla porta di Ayadina per chiedere aiuto, apriamo sempre la porta non solo dell’Atelier ma anche quella  del cuore per accogliere tutti quelli che sono in necessità”.

Siamo alle porte dell’inverno e per una famiglia poter riscaldarsi, è quasi impossibile poiché il costo della nafta è aumentato tantissimo, continua a raccontare Maricris.  “Molte persone hanno cominciato ad abbattere alberi per riscaldarsi con la legna. Certo la cosa principale è dare da mangiare! Ma c’è tanta solidarietà tra famiglie. Alcune di loro hanno cominciato a coltivare qualcosa, altre aiutano chi è nel bisogno. Grazie agli aiuti che ci arrivano da AFN riusciamo a sovvenire a questi bisogni principali. Altre ong danno pacchi alimentari comprensivi di alimenti base, come la pasta, il riso, i ceci, le lenticchie che sono diventati carissimi. Noi vorremmo offrire alle famiglie soprattutto alimenti freschi come frutta, verdura, perché le vitamine sono necessarie, e poi latte, olio, pane, il timo e awarma (un concentrato di carne a lunga durata che si usa per condire per quanti non riescono più a comprare la carne). Abbiamo chiamato questo pacco: la cassetta della salute”.

Durante l’evento in collegamento con il Libano, si lancia l’iniziativa invitando tutte le persone desiderose di partecipare a sostenere 80 famiglie libanesi attraverso la donazione di una cassetta della salute dal costo di 44 euro. “L’idea è di aiutare più famiglie possibili in questo periodo dell’inverno che sta cominciando. La sfida è dare ai bambini e alle loro famiglie un’alimentazione più bilanciata”.  – Afferma  Giovanni Lucchese che con la moglie Miriam hanno coordinato e presentato l’evento. “Possiamo offrire un contributo anche minimo di 5 euro o in vista del Natale riuscire a metterci insieme e regalare una cassetta della salute a più famiglie. –  Continua Miriam – Siamo piccoli ma siamo tanti! E dunque anche il piccolo contributo è importante”.
L’azione rimarrà aperta per tutte le festività natalizie. Fino al 6 gennaio abbiamo la possibilità di donare per questa causa. Passaparola!

Giovanna Pieroni

DONA ORA attraverso il sito Clicca qui

Causale: Progetto SAD Libano Pacco Salute
zione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN)
IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561
Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A
presso Banca Etica – filiale 1 di Roma – Agenzia n. 04

Vedi presentazione Progetto: https://youtu.be/L6HMdDfx3LI




#EoF2021: il 2 ottobre ad Assisi

Global Event EoF 2021: incontri e workshop in oltre 30 città nel mondo e in collegamento streaming.

Grande attesa per il videomessaggio di Papa Francesco per l’appuntamento internazionale The Economy of Francesco che si terrà il prossimo 2 ottobre ad Assisi, in diretta streaming con i giovani collegati dai 5 continenti. Ad oggi sono oltre 30 le città in tutto il mondo che ospiteranno contemporaneamente un evento EoF. Iniziative che culmineranno nell’incontro online globale dalla città di san Francesco sul canale YouTube di EoF. È il secondo appuntamento per imprenditori, economisti e changemakers ideato per condividere percorsi nuovi in attesa di incontrare Papa Francesco ad Assisi nell’autunno del 2022.




Tommaso Sorgi è stato un uomo che ha incontrato l’Amore di Dio passando per l’Amore per il prossimo

Tommaso Sorgi è stato un uomo che ha incontrato l’Amore di Dio passando per l’Amore per il prossimo. E’ questa una delle riflessioni, tra le tante impresse nella memoria di chi lo ha conosciuto, che hanno segnato gli eventi per la celebrazione del centenario della nascita di Tommaso Sorgi.

A Teramo il 18 e 19 settembre 2021 è stata dedicata una due giorni alla celebrazione del Centenario della nascita di Tommaso Sorgi (nato il 12 ottobre 1921), evento promosso dall’Associazione Culturale” Il Raggio”, in collaborazione con il Comune di Teramo che ha inserito la manifestazione nell’ambito del programma “Teramo natura indomita”.

L’evento si è sviluppato in tre momenti, ben integrati tra loro:

– sabato 18 settembre l’inaugurazione di un’interessante mostra fotografica (aperta fino al 25 settembre 2021 dalle 17,00 alle 20,00) con immagini e foto della vita di Tommaso Sorgi nei vari ambiti della famiglia, della sua formazione, dell’impegno nel campo sociale ed ecclesiale

– domenica 19 settembre, nella mattinata, la presentazione del libro di autori vari dal titolo Tommaso Sorgi, Sulle orme di un uomo che ha segnato il suo tempo

nel pomeriggio dello stesso giorno un convegno organizzato presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Teramo, di cui Tommaso è annoverato tra i fondatori, e dove ha insegnato Sociologia dal 1966 al 1990.

Personaggio ecclettico, coerente, indomito ma umile, capace di realizzare tante opere sociali per la sua Teramo e, nel suo impegno in Parlamento, di essere firmatario di proposte di legge innovative per il periodo, anticipando i temi di riforme che vedranno la luce solo negli anni seguenti, come ad esempio quella per gli ospedali psichiatrici.

La presentazione del libro su Tommaso Sorgi di fronte ad una platea attenta che ha riempito la sala polifunzionale della Provincia di Teramo, ha avuto un’approfondita relazione da parte di Flavio Felice, professore ordinario di Storia delle Dottrine Politiche all’Università del Molise. “E’ un uomo che ha dato tanto alla cultura teramana, italiana ed internazionale, ha esordito Felice, evidenziando che Sorgi non è “solo” teramano. Il “prossimo” da amare per Sorgi, ha sottolineato Felice, soprattutto dopo l’incontro con il carisma dell’unità di Chiara Lubich, è diventato da un’entità astratta una persona concreta, vicina. Diversi i punti trattati su Tommaso Sorgi: dalla politica come impegno dell’anima, alla teoria sociologica del personalismo metodologico al rapporto, per Sorgi, tra religione e società alla luce del carisma dell’unità, alla persona umana artefice del sociale.

Sono seguiti brevi interventi di alcuni degli autori del volume, con riflessioni a margine della relazione introduttiva: Antonio Lo Presti, Giulia Paola Di Nicola, Attilio Danese, Pietro Cocco, Gianguido D’Alberto, Marcello Mazzoni, Claudio Appicciafuoco, Roberto Ricci, Sandro Melarangelo artista e membro del Partito Comunista perciò “avversario politico” per antonomasia, che, raccontando con emozione la fine della guerra a Teramo, ha avuto per Tommaso espressioni di grande stima.

E’ seguito il saluto di Donna Kempt, focolarina, delegata da Margaret Karram, presidente dell’Opera di Maria, a rappresentarla in occasione dell’evento.

Dopo una visita al bellissimo Duomo di Teramo, con la guida attenta del parroco don Adamo Varanesi, nel pomeriggio il convegno all’Università ha concluso il trittico di eventi nel cuore dell’istituzione formativa della città di Teramo, nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza una platea varia per provenienze sociali e culturale.

E’ toccato a Gino Mecca, curatore del libro, aprire il convegno. “In ogni ambito in cui Tommaso Sorgi è stato impegnato, ha esordito il giornalista teramano, ha lasciato delle tracce importanti: come cristiano, politico e cattedratico. L’elemento unificante delle iniziative realizzate per ricordare Tommaso Sorgi è stato il tempo che ciascuno è chiamato ad attraversare e durante il quale ciascuno costruisce la sua storia. Tommaso Sorgi”, ha sottolineato Gino Mecca, “ha vissuto il suo tempo dall’inizio alla fine, guardando sia Cielo che Terra, due dimensioni mai disgiunte. La sua memoria ci interpella e chiede gesti di amore concreti”. Toccanti gli interventi del Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto per il quale ci sono persone che possono essere ricordate, e altre che devono essere ricordate e tra queste c’è Tommaso Sorgi, come aveva già espresso con vigore durante la conferenza stampa ai giornalisti, il 10 settembre “in un momento storico nel quale mancano i punti fermi, solidi, stabili, che consentono di abbracciare tutti gli aspetti del vivere civile e del vivere sociale (…). Di Tommaso Sorgi (…) l’aspetto fondamentale (…)aver mantenuto la coerenza dell’essere, dei comportamenti, del vivere quotidiano,(…) in ogni aspetto del suo agire”

Anche per Diego Di Bonaventura, Presidente della Provincia di Teramo, Tommaso Sorgi è un esempio di politico da seguire…”Uno che ha vissuto la politica come atto d’amore; che ha lavorato concretamente per l’altro” ed a cui si è ispirato per le sue candidature e prassi politica.

Il vescovo di Teramo-Atri, Mons. Lorenzo Leuzzi, ha invitato il Movimento dei Focolari a fare un passo in avanti: il mondo ha bisogno di un cristianesimo protagonista, individuando (cfr.Paolo VI) nella politica la forma più alta di carità. Dobbiamo rispondere alle domande della società di oggi a partire dall’esperienza di essere battezzati.

Moderati da Maria Chiara Ferro, docente di Lingua e Letteratura Russa all’Università Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara, i relatori hanno tracciato alcuni aspetti del profilo umano, cristiano, sociale e politico di Tommaso Sorgi. Pietro Cocco, con lo sguardo acuto dell’esperto cronista ha letto la storia del nostro Tommaso sin dalla sua fanciullezza, dalla vocazione ad entrare in seminario a quella di impegnarsi nella vita politica e sociale. Marcello Mazzoni, medico teramano, ha portato in evidenza l’impegno concreto e controcorrente di Sorgi nel settore medico durante i quattro anni in cui è stato presidente della più grande istituzione medica della città abruzzese, con forti innovazioni soprattutto nell’ospedale psichiatrico, segno della forte attenzione per i più deboli.

Iole Teresa Mucciconi, giurista, ha tratteggiato le principali attività di Sorgi nei 19 anni di impegno politico parlamentare, dalla commissione istruzione a quella della sanità, nelle quali ha speso il suo impegno per quanti sono più nel bisogno e per la sua terra. Teresa Serra, docente di filosofia politica e collega di Sorgi per alcuni anni all’università di Teramo, ha colto nella coerenza e nella capacità di saper dialogare con tutti le più grandi virtù di Tommaso, anche nel periodo degli anni settanta in cui la contestazione infervorava gli animi di studenti e docenti. Sorgi ha lasciato un’eredità viva nella società sui temi della democrazia partecipativa. “E’ stata una di quelle persone, ha concluso nel suo intervento la Serra, che è ho avuto il privilegio di conoscere”.

Alberto Lo Presti, docente di dottrine politiche alla LUMSA, nonché collaboratore di Sorgi al Centro Igino Giordani e suo successore alla guida del centro, ha affermato come Tommaso, alla fine del suo percorso lavorativo non si è messo a riposo, come spesso avveniva all’epoca per i grandi uomini politici, ma, con passione e tenacia, ha invece portato avanti tante attività nell’ambito politico nazionale e internazionale, ed ha lavorato al percorso di beatificazione di Igino Giordani. “Sorgi, ha concluso Alberto Lo Presti, è la testimonianza di come si possa far politica attiva, ed ad alto livello, senza alcun attaccamento, pronto a lasciar tutto per “seguire la volontà di Dio”. In ultimo Vitek Vltr, in rappresentanza del Movimento dei Focolari, ha partecipato alla vasta platea come il lascito di Tommaso Sorgi sia immenso: il patto eletto-elettori ha generato, e genera tuttora, esperienze piccole e grandi in tutto il mondo, così come anche il suo contributo alla nascita dell’Economia di Comunione, di cui si presume abbia suggerito a Chiara Lubich il nome, quale espressione imprenditoriale e civile della cultura del dare vissuta da grandi e bambini del Movimento dei Focolari ed oltre. Il seme di Tommaso continua nella vita di tante persone impegnate nell’economia, nella politica, nel sociale.

Come segno evidente dell’impegno concreto per gli ultimi e i poveri, al termine del convegno l’associazione il Raggio, dalle mani del suo presidente Amedeo Lisciani, ha consegnato alla responsabile della Caritas cittadina Anna Di Eustachio, un primo assegno per contribuire alla costruzione della Cittadella della Carità, un luogo dove poter accogliere le persone con difficoltà, creare una nuova mensa ed ospitare coloro che sono più fragili.

A conclusione del convegno, a nome della famiglia Sorgi, la figlia Chiara ha raccontato come il centenario abbia permesso anche alle figlie di riscoprire l’uomo Tommaso, padre, politico, studioso, focolarino. Sorgi aveva la sua città nel cuore tanto da far stampare un timbro Ter-Amo, amore da triplicare e moltiplicare, segno dell’innata vocazione comunitaria della città di Teramo all’impegno sociale per i poveri e gli ultimi. Le celebrazioni per il centenario della sua nascita non potevano concludersi che con un atto concreto, d’amore per la città.

Vedi anche:

https://www.cittanuova.it/tommaso-sorgi-uomo-segnato-suo-tempo/?ms=002&se=005

https://abruzzoweb.it/teramo-centenario-nascita-tommaso-sorgi-luomo-il-suo-mondo-il-suo-tempo-in-una-mostra/




Percorsi sinodali per l’Italia

Lo Spirito al centro e i tre binomi per un discernimento comunitario. Gli interventi del Segretario Generale della CEI, Stefano Russo e del teologo Piero Coda al convegno sulla sinodalità promosso dai Focolari

Più che un convegno potremmo definirlo un laboratorio. I lavori nei gruppi sono infatti importanti come le relazioni in plenaria, e gli strumenti per la collaborazione online sono ormai rodati dai 18 mesi di pandemia. Le stanze di lavoro in zoom si affiancano ai gruppi in presenza al Centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine, ma tutti insieme i 300 partecipanti hanno ascoltato le letture complementari offerte da due importanti esponenti della chiesa italiana: il Segretario Generale della CEI, Stefano Russo, che ha aperto i lavori ieri mattina, 24 agosto, e Piero Coda, teologo e membro della commissione teologica internazionale, che è intervenuto questa mattina, 25 agosto. La realtà della Chiesa italiana in cammino verso il Sinodo, e il “discernimento comunitario” alla luce del carisma dell’unità: l’istituzione e il carisma. Efficaci solo se insieme.

S.E.Mons. Stefan Russo-foto da chiesacattolica.it

Nel suo intervento mons. Russo ha ripercorso con i partecipanti le varie tappe del cammino delle Chiese in Italia, a partire dal Convegno ecclesiale di Firenze e all’intervento di Francesco che ha voluto spingere con forza la chiesa italiana ad un’uscita più concreta verso i bisogni reali della gente annunciando la gioia del Vangelo. Questo cammino di comprensione e attuazione è già in atto nel nostro Paese, e va ad inserirsi adesso in quello del Sinodo universale che rovescia le prospettive: si comincia dal basso. Come? Seguendo lo Spirito Santo. È questo il vero sconvolgimento, e mons. Russo lo riprende più volte, spiegando come la Chiesa italiana si trovi a passare dai piani decennali degli “orientamenti” che dovevano essere applicati a cascata nelle diocesi e nelle parrocchie, a modalità più snelle, e soprattutto al “rischio” di non programmare tutto. Di aprirsi alla creatività dello Spirito e all’ascolto del popolo di Dio. Una sintesi di queste idee è riflessa nella Carta d’Intenti (vedi articolo di Silvio Minnetti a riguardo) e Russo non ha mancato di sottolineare il riferimento all’urgenza «di una nuova stagione di solidarietà e carità, per venire incontro all’aumento prevedibile e drammatico delle povertà materiali e della solitudine spirituale; la forza dell’impegno civile attraverso i corpi intermedi della società che è stato il collante nel momento della crisi; e, non da ultimo, la pratica di una cittadinanza e di un servizio politico all’altezza della ripresa auspicata». Prossimo appuntamento, infatti, è proprio la Settimana sociale dei cattolici italiani a Taranto dal 21 al 24 ottobre prossimi.

Fatto il quadro del cammino che attende l’Italia, la riflessione oggi si è spostata sul come vivere queste tappe. L’intervento di Piero Coda sul discernimento comunitario non ha fatto sconti. Occorre una conversione personale e una vita cristiana autentica, facendo vivere il profilo mariano nella Chiesa, “un profilo generativo”. Il discernimento comunitario, infatti, precisa Coda, «non è una tecnica di gestione di un’organizzazione: si tratta di vivere per generare Cristo in mezzo a noi». Stando nel continuo ascolto dello Spirito, «di fronte al quale siamo sempre degli apprendisti», può cominciare il cammino insieme, «mettendo in moto l’attenzione pedagogica e la gradualità (=pazienza) che il cammino esige». Con questa premessa, Coda spiega poi tre binomi necessari perché si possa attuare questo discernimento, tre coppie di atteggiamenti: intenzione/umiltà; obbedienza/parresia; sentire nello Spirito/pensare sinodale.

Piero Coda – foto da sophiauniversity.org

Un approfondimento di alcuni di questi aspetti si può trovare nel documento “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”, redatto dalla commissione teologica internazionale, ma un cenno va fatto al nodo tra autorità e consenso, che viene al pettine nei processi di decision making e decision taking che vogliono essere sinodali. In questo la via maestra, afferma Coda, è «continuare a lasciarsi educare dallo Spirito», ad ogni livello, quale sia la responsabilità che si ricopra. E conclude citando papa Francesco a Loppiano, che a braccio, parlando della gestione dei conflitti, aggiunge: «Come avrebbe reagito Maria a questo? Questa è una vera scuola per andare avanti. Perché lei è la donna della fedeltà, la donna della creatività, la donna del coraggio, della parresia, la donna della pazienza, la donna del sopportare le cose. Guardate sempre questo, questa laica, prima discepola di Gesù, come ha reagito in tutti gli episodi conflittuali della vita del suo figlio. Vi aiuterà tanto».

Maria Chiara De Lorenzo

Fonte: Città Nuova

Video Intervento Piero Coda




La parola allo Spirito Santo

La parola allo Spirito Santo: è l’invito del Segretario Generale della CEI, Stefano Russo, per riassumere la disposizione d’anima e di mente con cui affrontare il cammino sinodale come Chiese in Italia.

S.E.Mons. Stefano Russo-foto da chiesacattolica.it

Mons. Stefano Russo è intervenuto il 24 agosto, con una lettura della realtà della Chiesa italiana, in apertura del convegno “Verso uno stile sinodale: sinodalità perché?”, promosso dal Movimento dei Focolari Italia, in modalità ibrida da Cadine (23 -27 agosto 2021).

Il Segretario Generale della CEI fa eco al ripetuto invito di papa Francesco a intraprendere un cammino di sinodalità per la Chiesa, a partire dal suo discorso al Convegno di Firenze, definito da mons. Russo “una vera e propria profezia per la Chiesa che è in Italia”. Russo esorta i partecipanti non solo ad andare a rileggerlo, ma anche a riascoltarlo e rivederlo su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=tcUmKMXB57k) per cogliere tutta la forza del suo discorso, “uno dei più lunghi pronunciati durante tutto il pontificato”, strettamente legato all’attuazione della Evangelii Gaudium.

È da lì che comincia il nostro cammino, e in cui si inserisce anche l’approfondimento del percorso ecclesiale avviato dai Focolari in Italia da alcuni anni. E dal 2015 ad oggi un po’ di strada si è percorsa. Intanto con il passaggio dai piani decennali stabiliti dagli “orientamenti”, a programmi più snelli a cadenza quinquennale. Ma il grande salto è nel progressivo abbandono della programmazione a tavolino verso un ascolto sempre più attento dei suggerimenti dello Spirito Santo, vera anima del cammino sinodale. Afferma Russo: “La sinodalità è un convenire – ci ricorda papa Francesco – un trovarsi, un fare momenti di incontro, ma non basta fare tutto ciò anche nel modo più organizzato possibile; non può bastare se non mettiamo al centro lo Spirito Santo e non lo invochiamo attraverso la preghiera. È solo lo Spirito Santo, ci ricorda il Papa, che può rendere significativo il nostro convenire. Questa dimensione non va mai data per scontata, altrimenti rischia di diventare un convenire sterile”.

Con Russo i partecipanti ripercorrono alcune tappe fondamentali in cui papa Francesco ritorna costantemente su questo punto: con i catechisti italiani il 30 gennaio, e con l’Azione Cattolica italiana il 30 aprile. Tra un evento e l’altro c’è stata la consegna al Papa da parte della presidenza CEI, il 26 febbraio, di una bozza di proposta per aprire il cammino sinodale italiano. Un cammino, spiega Russo “che vuole armonizzarsi con il percorso del Sinodo universale” e che “non vuole generare nuovi eventi, ma far sì che quei momenti forti già previsti dalle Chiese particolari, siano inseriti in modo chiaro nel cammino sinodale”. Il primo di questi momenti, ricorda Russo, sarà la Settimana sociale dei cattolici che sono in Italia (Taranto, 21-24 ottobre 2021) con al centro l’ecologia integrale.

Il Segretario Generale della CEI invita inoltre i partecipanti a conoscere quanto già reso pubblico circa il cammino della Chiesa in Italia, e in particolare quanto emerso dall’Assemblea Generale del 24-27 maggio: l’introduzione del card. Bassetti, l’introduzione alla Carta degli Intenti, la Carta degli Intenti, il comunicato finale. Documenti che possono apparire tecnici a molti, ma che dimostrano lo sforzo arduo di recepire, cioè tradurre in vita, la profezia di Francesco, a partire dalla dimensione dell’ascolto, del rovesciamento del percorso: dal basso verso l’alto, dalla periferia al centro. Si riuscirà in quest’impresa?

I trecento partecipanti al Convegno di Cadine se lo sono chiesti, organizzati in 26 gruppi di lavoro, con alcune tracce tematiche, e cercando di condividere soprattutto prassi ed esperienze. Ne avremo un assaggio nei prossimi giorni, con alcune voci dal territorio. E intanto, l’augurio del Segretario Generale per la prosecuzione dei lavori è che “lo Spirito Santo si renda presente e possa trovare i vostri cuori aperti affinché continui a indicarci il cammino”.

Maria Chiara De Lorenzo

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Contributi di un partecipante in presenza a Cadine (Carlos Garcia Andrade cmf.)

Carlos Andrade Sinodalità, quale portata?

Un viaggio attorno la sinodalità. IL dono da dare

Sinodo: entrare nel travaglio del momento presente Fonte: Città Nuova

Verso uno stile sinodale Fonte: Focolaritalia.it




Verso uno stile sinodale

Al via da oggi una settimana di riflessione dal titolo “Sinodalità: perché?” promossa dal Movimento dei Focolari per quanti operano a livello ecclesiale e desiderano mettere in moto percorsi di “sinodalità”. Dal 23 al 27 agosto quartier generale a Cadine (Trento) e centinaia di partecipanti collegati online.

Centro Mariapoli Chiara Lubich – Cadine (TN)

“Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”, ha affermato Papa Francesco in occasione del 50° anniversario del Sinodo dei Vescovi il 17 ottobre 2015, ed è più volte tornato su questo tema fino ad indire il prossimo sinodo proprio su “Chiesa e sinodalità”. Francesco considera, infatti, vitale che la Chiesa non si comporti come “una società umana, un partito politico – maggioranza, minoranza – (…) una ditta”, ma che sia sempre in ascolto dello Spirito Santo, illuminata dalla preghiera e dall’Eucarestia, e dove sia vivo l’amore reciproco.

È in questa prospettiva che il Movimento dei Focolari in Italia è in cammino con la chiesa italiana per approfondire una riflessione e una condivisione di esperienze che mettano in luce quanto già esiste a livello delle varie realtà diocesane e provinciali e apra delle piste per crescere nella dimensione del cammino comunitario. L’introduzione dell’incontro di Cadine, la mattina del 24 agosto, è affidata infatti a mons. Stefano Russo, segretario generale della CEI, con una “Lettura della realtà della Chiesa italiana”.

Sono più di 300 i partecipanti provenienti da tutte le regioni e province autonome, 30 radunati in presenza al Centro Mariapoli di Cadine, e il resto online, collegati singolarmente o riuniti in piccoli gruppi.

La fondatrice dei Focolari ha sempre spronato i membri del Movimento a vivere per la Chiesa, e per attingere alle radici del carisma dell’unità sarà offerto l’ascolto di una conversazione di Chiara Lubich del 1966, intitolato proprio “La passione per la Chiesa.

La struttura del programma prevede due momenti comuni: al mattino un tema centrale, uno spunto di meditazione e l’introduzione ai lavori di gruppo (in presenza o online); al pomeriggio-sera, la conclusione.

Il 25 agosto è previsto l’intervento di mons. Piero Coda, teologo, sul “Discernimento comunitario nella luce del Carisma dell’Unità”; mentre la giornata del 26 agosto è dedicata ai “Percorsi concreti per un futuro sinodale” presentando interventi esperienziali di cammini in atto (della diocesi di Bolzano-Bressanone, Matera e del Piemonte). Nella giornata conclusiva, il 27 agosto, l’intervento di Gabriele Bardo e Cristiana Formosa, neodelegati del Movimento dei Focolari in Italia e Albania, con la condivisione delle piste di lavoro per il prossimo triennio.

Maria Chiara De Lorenzo

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Summer Campus 2021

Anche l’estate 2021 è stata caratterizzata dai Campus Estivi dei giovani del Movimento dei Focolari in diverse città dell’Italia.

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Pagina Facebook Giovani per un Mondo Unito – Italia

L’esperienza del Summer Campus di Prato. Il servizio su TV Prato




Come posso coniugare l’Ideale dell’Unità con la concretezza della vita e della cultura?

Da questa domanda, sintomo di una nuova esigenza, è partito il lavoro di un team intergenerazionale che sta dando nuova vita al progetto dell’Istituto Superiore di Cultura, nato nei primi anni 2000 e voluto dalla fondatrice del Movimento dei Focolari Chiara Lubich.  Un’esperienza fondata sul dialogo tra discipline diverse, illuminate dal metodo del Carisma dell’unità, volto a farle fiorire sotto una luce nuova, all’interno di un contesto fortemente intergenerazionale.

La stessa Lubich, nel suo discorso inaugurale, introduceva così quell’esperienza: “La Scuola che sta per iniziare ha un compito: insegnarvi la Sapienza.  Ma cos’è la Sapienza? […] Essa scruta la profondità di Dio e ne scorge la fulgida bellezza […]. Ma, scoperto e quasi assaporato Dio, con quella luce negli occhi può ora guardare il mondo, e vederci bene […] tutto giudicando secondo ragioni divine, quasi proiettando – ecco il compito della Scuola – su tutto la luce dell’infinito sguardo di Dio” (1).

Alcuni studenti e studentesse, oggi professionisti, che hanno avuto la possibilità di fare quella prima esperienza dal 2000 in poi, la descrivono come “un’esperienza di condivisone e di relazione ad un livello di profondità impressionante, che non ho più trovato nella vita. Si scendeva talmente nel profondo della mistica del Paradiso ’49 – attraverso la vita e lo studio – che si ribaltava completamente la prospettiva sulle singole discipline. Era una conversione quotidiana. Sono stati i giorni più vivi della mia prima giovinezza”; oppure: “Era un intreccio tra vita del Vangelo condivisa e studio delle varie discipline alla Luce del Paradiso del ’49. Strumenti e motivo di coraggio per fare la nostra parte lì dove operiamo”.

Oggi, a distanza di 20 anni da quella prima esperienza, grazie alla partnership dell’Istituto Universitario Sophia, parte la Summer School ISC Italia dal titolo “Sguardi interdisciplinari per una cultura dell’Unità”; Questa scuola rinasce, anche in Italia dopo diverse esperienze in altre parti del mondo (2), grazie ad una rinnovata sinergia tra l’esigenza delle generazioni più giovani di pensare in modo diverso, di fare propria una cultura nuova, e la risposta di adulti attenti e capaci di ascoltare.

Non solo lezioni, ma una vera e propria esperienza di vita evangelica: dieci giorni di dialogo e riflessioni a tu per tu tra docenti e giovani studenti delle varie discipline, immersi nella natura di Loppiano e accolti dalle strutture dell’Istituto Universitario Sophia, per confrontarsi su temi come politica, economia e giustizia, antropologia e teologia, matematica e nuove forme di tecnologia, comunicazione… Il tutto alla luce dell’esperienza fatta da Chiara Lubich e le sue compagne nell’estate del ’49.

Equipe organizzativa ISC Italia

Quando? 21-31 agosto 2021

Dove? Loppiano (FI)

PER I GIOVANI A PARTIRE DA 22 ANNI

Affrettati! Le iscrizioni sono aperte fino al 20 luglio!

Tutte le informazioni: https://sites.google.com/view/iscitalia/home?authuser=0

1 Chiara Lubich, Discorso inaugurale della Summer School Sophia “Per una cultura dell’unità”, Sophia, N°0/2008

2 https://www.focolare.org/news/2013/09/30/sudamerica-verso-la-escuela-de-verano-2014/




Il mondo? Una città. Dialogo sulle nostre città nella realtà post-pandemia

Registrazione del 25 e 26 giugno 2021

DIALOGO SULLE NOSTRE CITTA’ NELLA REALTA’ POST PANDEMIA
a partire dal libro:
UNA CITTA’ “TUTTA D’OR” Storia delle prime Mariapoli 1949-1959

Interventi di: LUCIA ABIGNENTE e GIOVANNI DELAMA
VERA ARAUJO
ALBERTO BARLOCCI
ILARIA PEDRINI
coordinato da PAOLA D’ANGELO




Oltre il 900. Relazione Andrea Riccardi

Il prof. Andrea Riccardi interviene al Convegno “Oltre il Novecento. Chiara Lubich in dialogo con il nostro tempo”: due giornate di studio (18 e 19 febbraio 2021) dedicate alla figura della fondatrice del Movimento dei Focolari presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Per gentile concessione ©Centro Chiara Lubich

Guarda video su YouTube:

https://www.focolaritalia.it/2021/02/12/convegno-oltre-il-900-chiara-lubich-in-dialogo-con-il-nostro-tempo/




Chiara Lubich: l’amicizia spirituale via alla cultura del dialogo

25 giugno 2021. Conversazione con Roberto Catalano.
Docente universitario, esperto del dialogo interreligioso.
Terzo appuntamento organizzato dalla Comunità del Movimento dei Focolari di Jesi nelle Marche.




“E’ una grande lezione per me”

Loppiano, dal workshop di teatro col Gen Verde al palco di “A Time for Change”

L’utilizzo dello spazio, l’ascolto delle proprie e delle altrui emozioni anche nel silenzio, la gestualità: tutto per capire cosa esprimiamo di noi e come lo facciamo. Benvenuti a teatro. O, per meglio dire, ad un workshop di teatro.

Siamo a Loppiano. Il Gen Verde continua a reinventarsi e a proporre i propri ideali. I tour sono ancora sospesi, così nasce l’idea di mettere sempre più a frutto le proprie competenze: Alessandra Pasquali, attrice e membro del Gen Verde, propone alle altre componenti di fare workshops di teatro con i giovani delle scuole di formazione. “Potrebbe essere un’occasione di crescita umana per chiunque desideri conoscere le proprie emozioni ed entrare a contatto con la propria interiorità”, dice Alessandra.

Inizia così l’avventura ed Alessandra rispolvera tutti quegli esercizi svolti negli anni di accademia a Roma. Alcuni diventano dei giochi educativi, altri l’occasione per fermarsi e provare ad ascoltarsi senza timore. Non manca poi la sua esperienza personale che dona a piene mani, senza paura, perché può essere un dono per i tanti giovani che le sono dinanzi.

Un primo workshop, e poi un altro e così via in un susseguirsi di originalità e conoscenza profonda. Lo testimoniano i feedback giunti al Gen Verde al termine di queste attività. Eccone uno: “Dopo questa lezione di teatro non sarò più lo stesso; mi ha insegnato l’importanza di scegliere, sempre, spronandomi ad avere coraggio e disponibilità. Il lavoro di gruppo ci stimola tanto anche perché incontreremo dei giovani con i quali bisogna sapersi rapportare”.

Si è creata una tale atmosfera di fiducia che una delle ragazze ha detto: “Ci possiamo esprimere perché è un posto sicuro”, tanto da far loro prendere il coraggio di chiederci: “Possiamo far parte del vostro Concerto del Primo Maggio (A Time for Change) per la Settimana Mondo Unito?”. Che felice sorpresa ricevere questa domanda! La scaletta era pronta, ma abbiamo stravolto tutto molto volentieri! Di nuovo sul palco con i più giovani dopo i workshop di danza, percussione e teatro: un’emozione unica. Una ragazza: “Ho imparato tanto ad avere fiducia in me stessa qui e anche nella vita”.

E così, dapprima si cerca di vivere il Vangelo, poi si prova a testimoniarlo attraverso l’arte: è la vita del Gen Verde che prende dentro tanti altri.  È un esercizio che richiede tanta voglia di ricominciare in ogni momento e che può valere per tutti. Buon allenamento!

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18 luglio 2021
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