Iniziano le vacanze, che fare?

Tratto dalla rivista Città Nuova n.7 / Luglio 2016

Iniziano le vacanze, che fare?
di Ezio Aceti

Mi ricordo quando, alla fine della scuola, nei mesi di luglio e agosto, molta gente si preparava a partire per le vacanze. Era come un rito, un desiderio che si stava realizzando e, indipendentemente dal luogo dove si andava, l’importante era rompere con la routine del lavoro o della scuola, per vivere momenti di riposo e di socializzazione con altri.

Ma oggi tutto è cambiato. Il mondo è cambiato e i tempi si sono accorciati, e soprattutto non c’è più l’esodo di massa verso le zone di villeggiatura. Per non parlare poi degli enormi problemi che viviamo in quanto il mondo è divenuto piccolo e i telegiornali sono lì a informarci dei continui problemi che si vivono. Però, forse, c’è una caratteristica comune che è rimasta e che rappresenta il verso motivo delle vacanze: la vacanza è in sostanza un tempo per sé, per gli altri e soprattutto per la cura dei legami. Siamo persone e come tali possiamo essere felici se rispettiamo la nostra natura umana sociale.

Mi sembra che possiamo vivere bene la vacanza se rispettiamo la nostra identità di esseri umani.
Suggerirei: un periodo di riposo in un luogo (non importa se vicino o lontano) ove la mente e il corpo siano in movimento salutare spezzando la routine del lavoro o della scuola, o facendo semplicemente le attività in un modo rilassato; l’esercizio della socialità (verso sé e verso gli altri) volta al positivo, al bene, a nutrire la mente e la volontà di immagini o esercizi positivi ove venga rinforzato il legame con sé e con gli altri (esperienze di volontariato, l’impegno per gli oratori o per i nostri figli, viaggi di istruzione culturale per ampliare la conoscenza, o l’assistenza di un parente anziano, insomma a tutto quanto ci possa riconciliare con il senso di appartenenza alla gente e alla gente più bisognosa); infine, l’esercizio di ascolto della propria interiorità, mediante esperienze dove, un po’ isolati, riprendiamo in mano l’essenza della nostra vita, ricaricando le pile di valori essenziali per vivere. Penso a esperienze di fraternità in alcuni monasteri o di condivisione con altre famiglie dove la socialità venga formata anche con periodi di escursioni alternati a momenti formativi spirituali. Penso anche a esperienze di deserto con Dio, insomma a tutto quanto riguarda l’afflato dello Spirito in noi. L’importante è che alla fine della vacanza possiamo ricongiungerci con la bellezza e l’armonia che alberga in ciascuno, perché in fondo la vacanza è il nutrire il bambino che c’è in noi.

E infine, non dimentichiamoci di portare un buon libro o di visitare una bella città per nutrire di bene il nostro pensiero. In questo modo il bello,
il buono e il bene saranno il nostro riposo. Buona vacanza a tutti.




“Viviamo insieme il Vangelo”, video con la presentazione del progetto

Un progetto nuovo attento alla dimensione comunitaria ed esperienziale della vita cristiana. Un itinerario di quattro quaderni attivi e quattro guide per educatori.
A COMPLETAMENTO: Sussidio per la formazione e l’accompagnamento delle famiglie dei catecumeni che si preparano ai Sacramenti.

Viviamo insieme il Vangelo-depliant

Itinerario per l’iniziazione alla fede cristiana schede anno 1

CHE COS’È? Il primo quaderno dell’itinerario catecumenale per preparare i ragazzi a ricevere i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. Il primo quaderno proposto per l’inizio del cammino di catechesi è pensato per avvicinare i bambini di 7 o 8 anni alla storia della salvezza e permette loro sia di leggerla in una prospettiva storica sia con lo sguardo rivolto all’attualità del messaggio di Gesù. Un percorso alla scoperta della fede che procede attraverso delle schede illustrate, organizzate in quattro momenti: lettura e commento del Vangelo, un’attività-gioco, delle parole da proporre e vivere insieme delle esperienze di vita raccontate attraverso colorate strisce a fumetti A ogni tappa dell’itinerario corrisponde una scheda che, per venire incontro alle esigenze spesso differenti dei percorsi catechetici di ciascuna diocesi, potrà essere staccata dal quaderno, inserita in un qualsiasi raccoglitore ad anelli e rimodulata in un nuovo percorso. Per i primi due cicli del catechismo in preparazione al sacramento della Prima Comunione.

COLLANA: FORMAZIONE CRISTIANA E LITURGIA Testi di approfondimento e strumenti per la catechesi, per la preghiera e funzioni liturgiche, che accompagnano il credente nella vita personale e comunitaria.

Città Nuova Editrice  




Campo di lavoro

 

Per ragazzi e ragazze dai 10 ai 17 anni

Prenotazioni entro il 20 luglio 2016

Volantino Campo di lavoro




Esercizi spirituali per giovani sacerdoti e diaconi

… siano una cosa sola (Gv 17, 21)
Esercizi spirituali per giovani sacerdoti e diaconi
sulla vita della beata Chiara Luce Badano
21-25 novembre 2016
Presso la Casa di Ospitalità Fatebenefratelli di Varazze (SV)
Gli esercizi avranno uno stile di comunione: agli interventi dei relatori ed ai momenti di silenzio si alterneranno spazi di condivisione tra i presenti. Incontreremo persone che hanno vissuto con Chiara e trascorreremo una giornata nella “sua” Sassello.

Arrivo nel pomeriggio di lunedì 21 novembre; alle 18.30 vespri e presentazione del corso.
Conclusione a Sassello alle 15 di venerdì 25 novembre.

Sistemazione in camera singola con bagno. Quota: €250 tutto compreso.
Contatti:
d. Tommaso Danovaro, 3479142205, tdanovaro@gmail.com
d. Andrea Della Monica, 3405005114, andrea.dellam@gmail.com
d. Alessandro Martini, 3486538661, donale.martini@gmail.com
d. Gianfranco Manera, 3383133914, madongianfranco@libero.it
Info ed iscrizioni: http://esercizichiaraluce.blogspot.it/
Modulo per le iscrizioni online: iscrizioni
Evento Facebook: Pagina facebook




KICK OFF 3 – Cantiere estivo ragazzi

Kick off 3 – Cantiere estivo Ragazzi per l’Unità (RpU), dall’11 al 17 luglio 2016 presso il Centro Mariapoli di Trecastagni (CT)

Cantiere estivo per ragazzi/e dai 13 ai 17 anni: un’esperienza di donazione, di lavoro (Coloriamo la città) e momenti di svago, turismo, giochi, sport , approfondimenti, vita insieme.

Parteciperanno ragazzi/e provenienti dalla Sicilia e dalla Lombardia.

La quota è di 200,00 euro (comprensiva di gite in pullman, spostamenti, ecc).

Vi aspettiamo numerosi!!!

informazioni ct




Toni Salmaso – Divenire

toni toni2

 




La Bottega di Ciro

“La fine delle cose sono spesso l’inizio di nuove cose ; l’arte ha questo ruolo di usare l’immaginazione e l’abilità per creare cose che toccano il cuore e lo riempiono di meraviglia e gioia… ancora una volta””

Scopri di più




Famigliedicuore

PROGETTO  (per maggiori informazioni )
L’adozione nasce dall’incontro tra il desiderio naturale di una coppia di diventare genitori e il diritto inalienabile di ogni bambino di crescere in una famiglia. L’adozione e’ accoglienza, e’ scambio di piccoli gesti quotidiani, e’ desiderio di dare, e’ amore che riempie il vuoto dell’abbandono, e’ ricamo dorato che ricuce gli strappi, che compone le singole diversità in una ricchezza comune. Tutto questo vuol dire famigliedicuore.

Esiste una profonda e reciproca connessione tra famiglia e societa’ ed e’ per questo che l’adozione non è e non puo’ essere solo un fatto privato. La famiglia adottiva svolge un ruolo sociale rilevante perche’, radicata nei valori della gratuita’ e dell’accoglienza, offre una risposta unica e insostituibile alla “ferita” dei minori in stato di abbandono e contribuisce alla costruzione di una societa’ piu’ attenta alle fragilita’, ai bisogni dei “più piccoli”.

Famigliedicuore si diventa, poco a poco; con la formazione, lo scambio, la condivisione, con l’aiuto di tanti. Per tutto questo e’ nato il progetto famigliedicuore; per sostenere le famiglie adottive e affidatarie sine die, per coinvolgere la societa’ di cui le famiglie sono parte, per divulgare la cultura dell’adozione.

Il progetto famigliedicuore per…fare cultura.
La riduzione delle nascite nel nostro territorio, come nell’intero Paese,
si accompagna al calo dell’accoglienza adottiva. Tanti sono i fattori: sociali, legali ed
economici che influiscono sulle scelte delle famiglie.

Come PROMUOVERE la CULTURA dell’ADOZIONE?
mass media, social, web per sensibilizzare la comunita’,
incentivare la cultura dell’accoglienza e incoraggiare gli aspiranti genitori adottivi
seminari e incontri informativi e formativi per la scuola e le altre agenzie educative
convegni di approfondimento per tutta la cittadinanza

Fare sostegno.Famiglie di cuore si diventa. La famiglia adottiva e’ chiamata a un amore sopraffino, speciale, un amore che ripara le crepe e lenisce le ferite, un amore che s’impara
con l’educazione, le conoscenze, l’esercizio.

Come SOSTENERE le FAMIGLIE ADOTTIVE?
seminari formativi periodici su tematiche specifiche
tenuti da professionisti esperti del cammino adottivo
consulenze specialistiche per genitori e figli
per favorire il progetto di crescita della famiglia

Fare rete.La famiglia adottiva trova forza e sostegno nel rapporto con le altre
famiglie, nella condivisione delle gioie e delle sospensioni, nel confronto
reciproco dei percorsi e delle prassi educative.

Come FAVORIRE lo SCAMBIO RECIPROCO e le RELAZIONI?
gruppi di aiuto – mutuo – aiuto attività ludiche e laboratori per i ragazzi feste per le famiglie
diffusione delle esperienze e delle buone prassi
tavolo permanente con i partner per creare rete sul territorio

Per fare cultura, sostegno, rete e’ prevista l’apertura dello sportello famigliedicuore, ormai diffuso in diverse regioni dell’Italia.




Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira

NOSTRA META IL MONDO UNITO

Nel 1978, a pochi mesi dalla scomparsa del Professor Giorgio La Pira, l’Arcivescovo di Firenze, Card. Giovanni Benelli, costatava la solitudine, l’amaro disorientamento, le difficoltà concrete dei molti studenti esteri universitari presenti in città, particolarmente – come si diceva allora – di chi proveniva dai Paesi in via di sviluppo.
Volle dar vita ad un Centro Internazionale che dedicò significativamente a Giorgio La Pira – già Sindaco della città e grande uomo di pace – mettendo a disposizione alcuni bei locali nel centro storico.


Il Centro divenne subito luogo di accoglienza fraterna dei giovani internazionali e luogo d’incontro e di dialogo tra chi giungeva a Firenze da tante parti del mondo ed era diverso per abitudini, per cultura o per religione.

In questa Azione, si recuperava il percorso virtuoso dell’Umanesimo fiorentino, cercando di vivere l’Anima cristiana di Firenze, offrendo una piccola porta aperta su un’Europa pronta a dare, ma anche a ricevere, a imparare da tutti.

Per l’animazione e la gestione di un’opera così nuova, che avrebbe dovuto coinvolgere l’intera Diocesi con il Volontariato, il Cardinal Benelli chiese aiuto a Chiara Lubich e ai membri del Movimento dei Focolari, che risposero subito con entusiasmo.

Da allora il Centro è mutato ed è cresciuto, proponendo svariate attività formative e culturali, svolgendo un servizio sociale molto apprezzato perché attento alla dignità della Persona, e davvero numerosi sono i suoi frequentatori.

Ma il sogno che lo anima resta sempre lo stesso: è il Sogno del Vangelo, l’Ideale della fraternità universale, il sogno della Pace… che ha di fronte a sé la Meta del Mondo Unito.

VEDI SITO




A&C Musical

La struttura narrativa di “A&C Musical. Non esiste un amore più grande”, formata da 4 atti che possono venir considerati a tutti gli effetti 4 microstorie dentro un’unica grande storia, consente ampie libertà di movimento per la realizzazione di un’anteprima sintetica.
Qualunque siano le scelte narrative, l’anteprima costituisce comunque un “saggio” delle potenzialità dell’intero musical e mette in campo, in un tempo relativamente breve, tutte le carte che costituiscono l’impatto e la persuasione dello spettacolo.

Pur essendo ben più articolata e complessa di un trailer cinematografico, l’anteprima ha le sue stesse qualità, prima fra tutte quella di far “ingolosire”, dicendo senza spiegare troppo, facendo intravedere senza mostrare tutto; in definitiva catturando l’attenzione e stimolando la curiosità verso un progetto con potenzialità che vanno oltre un semplice spettacolo.

L’anteprima infatti è, se così si può dire, funzionale ad un’attività di giro che comprenderà non soltanto la rappresentazione del musical, ma intende anche coinvolgere fattivamente le scuole attraverso una duplice attività di workshop nel mondo dello spettacolo e di animazione sui contenuti.

L’occasione, più volte indicata, per la rappresentazione dell’anteprima di “A&C Musical. Non esiste un amore più grande” è nel contesto della Giornata Nazionale della Scuola in programmazione nell’ottobre 2016 con data e luogo, ad oggi, da definire da parte del M.I.U.R

Vedi SCHEDA AC anteprima 2016

SCHEDA AC 2016 generale

SCHEDA AC 2016 scuole

SCHEDA AC 2016 sponsor

Rete Europea Risorse Umane




Rainbow Camp 2016

 

 

Un campo di lavoro è un’esperienza tipica nella vita di un giovane  perché è sempre un’occasione di vita un po’ speciale che crea rapporti nuovi e relazioni importanti che continuano nei mesi e negli anni. Un campo di lavoro è sempre un’esperienza su cui si costruisce vita.

Rainbow Camp, è il  nome dell’esperienza fatta a Venafro, in Molise da 104 ragazzi molisani, abruzzesi e marchigiani d’età tra i 13 e 18 anni dal 25 al 28 agosto 2016.

Una ventina di essi con qualche adulto costituiva il “cuore” che ha dato vita all’esperienza incontrandosi più volte durante l’estate, per costruire operativamente il campo ma soprattutto per iniziare la vita di relazione che sarà alla base di tutta l’esperienza, la “linfa” che garantirà la vita qualificante della settimana insieme di Venafro.

La vita di un campo nasce da momenti “in profondità” che  caratterizzano tutta la giornata e la vita del gruppo. Si parte con Chiara: l’Arte di Amare e la regola d’Oro, poi quello che il Papa ha detto ai giovani durante il Giubileo,  quindi il racconto, il dono, di esperienze personali e di attività collettive dell’anno appena passato.  

Ogni mattina i gen, responsabili del campo, si vedevano per una “colazione spirituale” con piccole “perle” di Chiara che, dopo averle meditate, davano loro la spinta per vivere la giornata in modo giusto, nell’amore reciproco. La “colazione spirituale” era il momento magico e fondante, cui non è mai mancato nessuno, che contribuiva molto a rinforzare l’unità tra i gen. Ancora adesso sul gruppo WhatsApp degli animatori, per loro richiesta, continua ad arrivare la “colazione” ogni mattina attraverso scritti, audio e video di spiritualità.

Ogni giornata al campo aveva un’attività programmata con workshop interni al campo o con uscite, aperte alla vita della città. Si sceglieva liberamente l’attività, in base ai propri interessi ed alle attitudini ed ogni “uscita” era preparata da attività specifiche proposte nei workshop.

C’è stata la visita di un gruppo al centro di accoglienza “Isernia Solidale”, riferimento per  le famiglie indigenti della città con una festa con giochi, ban’s e palloncini sagomati per i bambini del centro.

Un gruppo è andato a far visita al centro di accoglienza per ragazzi profughi minorenni “Casa di Tom”. Presentazioni, conoscenza reciproca tra i ragazzi, giochi e danze tipiche per conoscersi; ne nasce subito un rapporto di coinvolgente amicizia che segna un po’ il cuore di tutti. Ci si lascia con un invito ai ragazzi a partecipare alla festa di fine campo del sabato sera. Anche la presenza dei ragazzi della “Casa di Tom” avrebbe contribuito a rendere speciale anche quel momento finale di festa.

Il gruppo del workshop sui temi dell’ambiente accoglie dal sindaco la proposta di ripulire il giardino della scuola; tagliano l’erba, sistemano le aiuole e infine piantano un ulivo con una targa-ricordo richiesta dal sindaco stesso, presente alla cerimonia. Sulla targa è scritta una frase di Chiara Lubich. Il venerdì, infine, una visita ai laboratori di ricerca del prestigioso Istituto Neurologico Mediterraneo.

Ma due momenti “interni” al campo lasciano un segno certamente importante in chi ha partecipato al campo: la visita di Ezio Aceti e, il Sabato, un pomeriggio di spiritualità.

Lo psicologo Ezio Aceti è popolarissimo tra i ragazzi:  parla loro di relazioni e del carattere delle scelte, risponde in modo pertinentissimo alle domande preparate dai ragazzi e resta a disposizione l’intera giornata anche per colloqui personali.

Un parroco arrivato in Abruzzo da pochi giorni vede per caso il volantino d’invito e si aggrega al Rainbow Camp con 18 ragazzi del suo paesino. Si coinvolge attivamente realizzando una cappellina in una piccola stanza dell’albergo, con l’esposizione del Santissimo 24 ore su 24, celebra la messa alla fine di ogni giornata ed è ogni giorno a disposizione per le confessioni. Prepara con i gen il momento “A tu per tu con Gesù” del sabato. Ora è felice dell’esperienza, desidera approfondire la nostra spiritualità e chiede di mantenersi in contatto col gruppo per continuare a fare qualcosa insieme.

C’è un momento importante, sabato pomeriggio, “A tu per tu con Gesù”; è stato chiesto ai ragazzi di vivere l’esperienza di “lasciarsi guardare” da Gesù Eucarestia presente in mezzo a loro in un ostensorio al centro di un grande cerchio formato da tutti i ragazzi seduti su un grande prato. È un momento molto solenne e raccolto in cui ogni ragazzo ha potuto “entrare in contatto” con Gesù, affidargli tutto ciò ciò che aveva nel cuore chiedendo anche ad altri di pregare per le sue intenzioni, attraverso biglietti anonimi fatti girare tra tutti.

C’erano due ragazzi di religione musulmana che hanno partecipato con grande entusiasmo a tutte le attività proposte e perfino alla messa finale. La loro presenza, importante e preziosa per aver conferito al campo un carattere interreligioso, ha prodotto effetti di apertura in molti dei presenti, ragazzi e adulti.

I “ritorni” sono tantissimi ed immediati. La solidarietà e la comunione dei beni, regole della vita del campo, hanno colpito l’albergatore che, facendo i conti ha voluto partecipare scontando tre quote dal saldo finale. La città ha guardato, ammirata ed attenta, ai ragazzi del campo ed alla loro vita e tutti i media locali se ne sono occupati (*)

Qui sotto, immediate ed eloquenti, alcune impressioni dei ragazzi:

Tommaso: Grazie per avermi fatto vivere questa esperienza che porterò sempre con me…è stato un campo fantastico e pieno di emozioni

Giulia: Un grazie particolare va a voi che date l’opportunità di vivere queste esperienze… Se prima avevo dubbi nel continuare questo cammino, ora ho solo certezze… 

Grazie a tutti siete una famiglia! Vi voglio bene e grazie perché mi accettate!

Alessandra: Anche io voglio ringraziarvi moltissimo.
All’inizio non ero così entusiasta di partire, ma appena arrivata ho lasciato dietro di me tutte le preoccupazioni e i dolori di questo periodo, ne sono uscita ricaricata e rinnovata e anche se salutarsi è stato doloroso, mi sentivo pronta e carica per ricominciare ogni giorno anche se non sono più con voi fisicamente perché vi sento vicini più che mai!
Grazie di cuore a ognuno di voi

Ettore: Grazie a tutti voi! Iniziare insieme le giornate è stato fondamentale per dire che eravamo uniti nel obbiettivo di voler bene a tutti… Per poi ricevere il centuplo: vedere quali potenzialità hanno questi ragazzi nell’Amore! Unici! Devo ancora riflettere su ciò… Per assimilare ancora meglio … E poi siete tutti speciali! Non conoscevo nessuno di voi! Grazie per le bellissime amicizie che sicuramente andranno ad approfondirsi ancora di più

Alice: È il primo campo che mi impegno a vivere in vesti diverse. È stato fantastico dare l’esempio! Lo rifarei altre mille volte. Grazie a voi per l’opportunità e per la fiducia, e grazie ai miei “colleghi” per l’unità costruita e vissuta!

Alessandro: …grazie a voi ho scoperto che anche quando pensi di non aver niente da dare agli altri non è vero. Ognuno di noi ha tanto dentro e grazie a persone come voi che si riesce a tirarlo fuori. Penso di parlare a nome di tutti dicendo che questo campo sia stata una delle esperienze più belle (lo sono tutte ma questa ci ha messo su un gradino più alto). Grazie di tutto

Luca: Io penso che questo campo non debba essere fine a se stesso e che gli ideali vadano portati anche fuori, ma soprattutto so che nel giro di un anno molte persone si perderanno se non ci rivediamo regolarmente… Secondo me è importante stare con questi ragazzi
Anzi credo che loro stessi abbiano bisogno di avere persone che li accompagnino per modo di dire nella vita di tutti i giorni
Giulia: È bello l’amore che si respira quando stiamo tutti insieme, grazie.

Alessandra: questo campo è stato per me un’ importantissima esperienza e sono contenta di aver avuto la possibilitá di averne fatto parte. Non dimenticherò mai i momenti che ho passato anche nel mettermi a disposizione per offrire il mio supporto. Non sono certa di aver raggiunto il massimo, ma spero di avere un’altra occasione per migliorarmi e non smettere mai di donare il mio aiuto a chi ne ha bisogno, grazie a tutti!
Cecilia: Ho vissuto un’esperienza indimenticabile in cui ognuno di voi mi ha lasciato qualcosa,sia in squadra nei momenti di gioco che nei momenti riflessivi… una traccia che rimarrà… La cosa più bella che ho conosciuto un sacco di persone che mi hanno fatto vivere in questi giorni i colori dell’arcobaleno e la cosa che ho capito è che per diventare felici per godere dell’arcobaleno devi sopportare la pioggia… voglio bene

Dopo il campo, un gen continua tutte le mattine a prendere la messa prima di cominciare la giornata ed al  gruppo WhatsApp degli animatori, su loro richiesta, continua ad arrivare la “colazione” ogni mattina attraverso scritti, audio e video.

(*) Vedi https://www.youtube.com/watch?v=n5HbxtwKBgU al min 3,40 

ed anche https://www.youtube.com/watch?v=bVEcCoIzEtw   al min 5,30.

  

Campo-rpu-2016_




Concerto a favore dell’Ospedale pediatrico

concerto




Chiara Lubich: dialogare, come?

Rieti, 4 giugno 1996
L’esperienza del Movimento dei Focolari nel campo del dialogo interreligioso. Tratto dall’intervento di Chiara Lubich in occasione della consegna del premio “Civiltà dell’Amore”.

Dialogare, come?

dal sito del Centro Chiara Lubich




Sincronie

Il seminario civile si terrà a Montecatini- Monsummano dal 6 al 9 sett. 2016. Sono invitati ragazzi dai 17 ai 30 anni interessati alle tematiche trattate, ad un dialogo partecipativo, sia con le relazioni mattutine, sia attraverso il “fare ” pomeridiano, sia negli spazi e momenti comuni con i “ballerini” della scuola Dancelab, che in parallelo svolgerà il suo campus di danza.

Sul depliant ci sono le istruzioni per iscriversi: i posti sono limitati e saranno accettati i primi iscritti. Sarebbe auspicabile la partecipazione a tutto il seminario e non solo a giornate singole.

vedi depliant Sincronie

vedi anche: Seminario Danza 2016




Rassegnarsi? No, grazie

Rassegnarsi? No, grazie

Come un’insegnante nel quartiere degradato di una grande città prova a non arrendersi allo squallore, al disordine e all’illegalità

Ogni mattina mi capita di vivere un’avventura sempre nuova e sempre sconcertante.

Esco di casa ed una breve passeggiata nel traffico mattutino mi porta alla metropolitana; respiro l’aria intrigante di una delle più grandi città d’Italia. Grande in tanti sensi: per la sua storia, per la sua gente, per le sue potenzialità, per le sue ricchezze di ogni genere, per il suo calore, per la sua sofferenze, per la sua dignità.

Entro in metropolitana fra volti sconosciuti ma non estranei; immagino storie, intrecci, fatiche… Poche fermate; esco dal tunnel, risalgo in superficie e… mi ritrovo – come Harry Potter! – in un altro mondo.

Il grigio di edifici scrostati ed imbrattati al limite dello squallore, marciapiedi sconnessi, cassonetti arrugginiti, rifiuti di ogni tipo disseminati lungo la strada: materassi, pezzi di elettrodomestici, mobili squartati, vetri rotti… tra le crepe dell’asfalto qualche timido ciuffo d’erba si affanna a dare un segno di speranza.

Un’altra passeggiatina e mi ritrovo a scuola; l’edificio non ha niente da invidiare al resto del rione: già entrarci richiede un grande atto di coraggio. Il coraggio di entrare nel ‘brutto’, nel ‘non accogliente’, nel ‘disordine’.

La scuola è praticamente sfornita di tutto, dell’essenziale, del necessario. Le classi, spoglie e disordinate, si affacciano su un corridoio che i colleghi chiamano significativamente il ‘miglio verde’, dall’appellativo del tragitto che nelle carceri americane porta dalle celle alla sedia elettrica.

Non disponiamo di un’aula docenti dove custodire in modo sicuro i documenti e i materiali (la scuola nei momenti notturni è spesso visitata…), lavorare serenamente, ricevere i genitori. Una stanza sufficientemente ampia c’è… ma è da anni diventata un deposito polveroso, pieno di scatole, libri vecchi, materiale dimenticato o inutilizzabile, anche ingombrante; risistemarla sarebbe un’impresa non da poco: tempo oltre quello del servizio, energia, materiali da comprare. Il personale ausiliario non è disponibile; tra i colleghi inizia la polemica: «Non tocca a noi», «Facciamo già abbastanza per uno stipendio inadeguato», «Non se ne parla proprio»…

Senza discutere troppo, ci accordiamo con un gruppetto di colleghi disponibili e motivate e diamo inizio ai lavori: scope,  stracci, buona lena e gioia di stare insieme per qualcosa di positivo. In due mattinate il magazzino diventa un’ariosa stanza con scaffali ordinati e sedie pulite (anche se non ce n’è una uguale all’altra!!!). L’ambiente aiuta e vuole esprimere l’impegno a rendere bello il nostro lavorare insieme per questi ragazzi che, anche se inconsciamente, hanno sete di bellezza e armonia.

Ma non è solo una questione di estetica o un capriccio; ci sono carenze ben più profonde che ci sfidano ogni giorno: la mancanza di strumenti didattici e tecnologici di base che potrebbero in qualche misura venire incontro alle esigenze di 110 ragazzini che vivono qui sei ore di ogni loro giornata. Hanno tutti facce e sguardi vivi, intelligenti… 110 paia di occhi dietro ai quali spesso si nascondono casi familiari e situazioni border line: genitori in carcere, altri latitanti, parenti morti in lotte fra clan, madri-ragazzine, famiglie ricombinate…

Sul rione incombe una cappa pesante, più pesante del cemento sporco che fa da sipario alle viuzze percorse da motorini sfreccianti, alle botteghe anguste, alle piazzette ed alle edicole dove si traffica, si spaccia, si decide.

E questa è l’amarezza più profonda che provo ogni mattina quando entro in questo mondo che, pur lontanissimo da quello in cui vivo, sento ogni giorno di più ‘mio’.

L’amarezza di constatare come il destino dei ragazzi che tutti i giorni mi vengono incontro sembri già deciso, segnato. La loro vivacità (a volte la loro sfrontatezza), la loro intelligenza, la loro voglia di vivere merita qualcosa di più che pomeriggi trascorsi davanti ai videogiochi o in giro per le strade ad imparare dai più grandi i trucchi e gli espedienti meno nobili per tirare a campare.

Le loro ambizioni (loro non lo sanno…) possono elevarsi molto oltre il raggiungimento del presunto prestigio di un boss o le unghie laccate per sembrare più grandi.

Ci si sente impotenti, sognatori senza speranza.

Un rione dove la miseria non è economica: è umana.

Un rione che sembra dimenticato da Dio e dagli uomini.

Un rione che non conosce spazi aggregativi, attività sociali, spiragli di futuro.

Un rione dove i ragazzi vengono a scuola per crudo obbligo, per paura dei carabinieri a casa.

Una mattina, entrando più tardi in classe, sono stata alla messa nella chiesa della zona. La celebrazione era accompagnata dalla musica ad alto volume che arrivava dalla strada: neo-melodici a tutto spiano, secondo i gusti del posto; a pochi metri dalla chiesa il ‘centro direzionale’ del quartiere: la materializzazione dell’illegalità, del disprezzo per il bene, dell’offesa ad ogni valore e ad ogni diritto.

Le parole del Vangelo del giorno risuonano forti come mai. «Gesù cominciò a dire: questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno…»..  Il cuore si fa piccolo… un velo di tristezza, una domanda: «Come fare? e se quel ‘segno’ potessi – con altri – essere anch’io? Ma come? Da dove cominciare?».

Con i colleghi siamo una bella squadra: non ci arrendiamo facilmente, anche se spesso ci ritroviamo con armi spuntate.

Con le assistenti sociali, i carabinieri del territorio c’è una collaborazione che può senz’altro crescere ma che è già un punto di forza.

Con le istituzioni… beh… il sindaco ed un paio di assessori sono passati di qui; hanno elogiato il nostro operato, hanno verificato difficoltà, carenze e pericoli; vedremo…

Ma in quel momento, davanti al tabernacolo, si riaffaccia un suggerimento importante: confidare nell’Onnipotente con quella fede che opera “miracoli”.

Ritrovo dentro una certezza:  davanti al Male che sembra dominare coscienze, rapporti, famiglie intere… solo il Bene può essere ‘la’ risposta, quel Bene ariete di luce e di speranza che sfonderà – prima o poi – il muro della malvagità, della violenza, dell’ingiustizia.

di Maria Silvia Dotta

 

 

 

 




Seminario Parlamentare: guerre, scelte di pace e riconversione industriale

 

Rivedi il Seminario Parlamentare:  http://www.flars.net/livemppu

Martedì 5 luglio 2016

In collaborazione con Centro Nazionale per il Volontariato, Centro internazionale Giorgio La Pira di Firenze, Comunità di S. Egidio, Tavola della Pace, Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, Rete Pace, Sbilanciamoci, Giovani per un Mondo Unito, Umanità Nuova, Scuole di partecipazione Mppu, Città Nuova, Legambiente, Avvenire

SEMINARIO PARLAMENTARE

 GUERRE, SCELTE DI PACE E RICONVERSIONE INDUSTRIALE

 Martedì 5 luglio 2016    Ore 14,30

Sala della Regina  Montecitorio

Saluti introduttivi

On. E. Patriarca, S. Fassina, A. Palmieri, M. Santerini

Relazioni

Prof.  Maurizio Simoncelli, Istituto di ricerche Archivio Disarmo

Prof. Jean-Pierre Darnis, Istituto Affari Internazionali

Dialogo con i partecipanti

 On. Francesco Saverio Garofani, Presidente Commissione Difesa

On. Giulio Marcon, Commissione Bilancio

Sen. Roberto Cotti Commissione Difesa

On. Giorgio Zanin, Commissione Difesa

Leopoldo Nascia, Sbilanciamoci

Massimo Toschi, Consigliere per la pace, Presidenza Regione Toscana

Rosalba Poli e Andrea Goller, Movimento dei Focolari Italia

Mauro Garofalo, Comunità di S. Egidio

Giovani per un Mondo Unito

Dialogo

Parlamentari Commissioni Industria, Difesa, Esteri e associazioni

 Modera Carlo Cefaloni, Città Nuova

 




Un nuovo impulso per l’Italia

Si conclude un appuntamento che ha segnato una tappa importante per le e i volontari e per tutto il Movimento dei Focolari nel nostro Paese.

Il terzo e ultimo giorno del congresso delle e dei volontari si apre con la sospensione degli esiti del terremoto che alle 7.40 sconvolge ancora una volta l’Italia centrale. Tanti dei presenti erano arrivati qui lasciandosi alle spalle le paure delle scosse dei giorni precedenti e ripartono con in cuore la trepidazione per quanto sta accadendo nelle proprie città, nelle proprie case, in famiglia.

Quanto si vive nella mattinata al Centro Mariapoli è un nuovo impulso per l’Italia: si vedono le circa duemila persone presenti, motivate più che mai, pronte a dare un forte contributo al Paese per mettere in moto e in rete tutte le energie positive orientate al bene comune.

screenshot-2016-10-30-18-10-25I due pomeriggi precedenti, dedicati a 150 gruppi di lavoro, suddivisi in 38 ambiti, caratterizzati dalla gioia di stare insieme, di conoscersi e condividere il proprio vissuto e le tante buone pratiche in atto, hanno fruttato infatti proposte concrete che vengono presentate alla sala, anche se, necessariamente, in maniera sintetica. Dicono di processi che si sono avviati a livello nazionale e di rapporti che si sono infittiti fra persone impegnate negli stessi ambiti, ma finora non ancora sufficientemente collegate.

Ad un’Italia che cambia, investita ancora dalla crisi economica, coinvolta fortemente nella gestione delle ondate migratorie, interpellata dal bisogno di legalità, di impegno civico, di inclusione sociale, di formazione per le nuove generazioni, i volontari riuniti in questi giorni intendono infatti portare il proprio contributo. Tanti lo fanno già, a dire il vero, ma qui sono nate nuove sinergie in grado di produrre un effetto moltiplicatore. Numerosi i gruppi whatsapp nati in questi giorni per continuare a tenersi collegati, le mailing list costituite, i contatti scambiati.

14639686_199178683825124_2256369244227630591_nCitiamo solo alcune tra le proposte emerse: sviluppare attività di tutoraggio e formazione dei giovani imprenditori; incentivare i Gruppi di acquisto solidale (GAS) e favorire una alimentazione sana km-zero, il riciclo e riuso, la coltura biologica, la filiera corta; intensificare la relazione tra produttore e consumatore costruendo una piattaforma.  Integrare le numerose esperienze in corso, dal nord al sud del Paese, di accoglienza ai migranti, dall’arrivo all’inserimento stabile nelle nostre città. Collaborare con le associazioni che promuovono la cultura della pace, scambiare le competenze sull’educazione alla legalità e riconoscersi tra figure professionali diverse operanti nel mondo della giustizia. Porre attenzione al creato, a stili sobri, ad un’agricoltura sostenibile, ad un’urbanistica che favorisca le relazioni tra cittadini. Interagire con le istituzioni nell’ambito della scuola e dell’università. Sviluppare banche del tempo e delle relazioni, piattaforme di comunicazione, mettere in atto modalità che facciano sentire la vicinanza alle famiglie nelle varie fasi del loro percorso di vita.

Gli ambiti riconducibili alla cittadinanza attiva e alla pubblica amministrazione hanno costituito vere e proprie reti nazionali e si sono intraviste nuove possibilità di esportare da una regione a un’altra buone prassi sperimentate sul piano civile, da implementare anche realizzando una “piazza virtuale”.

A base di tutto, poi, la capacità di dialogare, perché i percorsi nascano con una forte partecipazione, un grande coinvolgimento, e siano portati avanti il più insieme possibile, con la capacità di non escludere nessuno.

screenshot-2016-10-30-18-23-22E un congresso il cui titolo era “Condividere” non poteva che concludersi con la proposta di uno strumento di condivisione: una app, Fag8, per condividere oggetti, tempo, progetti. Chi è del Movimento sa come sin dagli inizi, per quanti venivano a far parte della comunità dei Focolari mettere in comune i propri beni e i propri bisogni era naturale. Questa abitudine, proseguita nel tempo, è sempre stata chiamata il “fagotto”. Da qui il nome della app, ieri fra piccoli gruppi e a livello locale, oggi a livello nazionale e non solo: fedeltà alle origini, creatività dell’oggi. Un oggi fortemente radicato nel carisma dell’unità e altrettanto decisamente orientato alla concretezza.

Esperienze:

fraternita-nelle-istituzioni

associazione-amici-del-tedesco

progetto-apriamoci

una-casa-per-chi-vive-in-auto

Slide foto congresso 2016 a cura di Enzo Parenza

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/Condividere

Twitter: https://twitter.com/CongressoC

Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=P_vmeQ7ox0g

Blog del congresso: https://condividereblog.wordpress.com




La vita live – Concerto Gen Verde – PC

Informazioni – gen-verde-a-castel-san-giovanni-il-23-giugno




Una canzone per dare e cantare Dio

Sito di Mimmo Iervolino  accedi da qui




Agli occhi dell’Islam

Locandina:  Gaeta




Stop, n’GO

Volantino: StopnGo_2016




Summer School di Economia Civile

http://www.amectaranto.it/bando-summer-school-di-economia-civile-2016-17/

bando-summer-school-di-economia-civile-2016-17/




Yes, we camp

A Tricarico (MT) dal 21 al 24 Luglio p.v., in una struttura (ostello) immersa nel verde. 4 giorni di escursioni, laboratori, workshop, musica e tante occasioni per conoscersi e divertirsi insieme nella semplicità , dando voce alla nostra creatività.

E’ una proposta dei Giovani per un Mondo Unito di Puglia e Basilicata per TUTTI i giovani, dai 16 ai 25 anni.

Pagina Facebook: Yes, we camp

Sito per informazioni: www.focolaripugliamatera.it

Volantino: Yes, we camp

 




Centro Mediterraneo Giorgio La Pira

Broschure: Centro Mediterraneo G. La Pira

Presentazione del Centro Mediterraneo di Studi e Formazione Giorgio La Pira

inaugurato sabato 25 giugno a Pozzallo (RG)

http://www.centromediterraneolapira.org/it

http://www.coopfoco.org/chi-siamo/chiaramonte-gulfi/