Gen Verde. Chiamati per nome: il nostro augurio di Pasqua

Con l’uscita del nuovo video lyrics di Chiamati per nome, vi arrivi il nostro augurio di Pasqua: la vogliamo vivere come un invito a lasciarci trasformare dall’amore di chi ha dato la vita per noi e riversarlo su tutti, vicini e lontani. In questo tempo ricco di sfide e di opportunità, insieme possiamo ancora testimoniare la speranza.
Buona Pasqua!
Gen Verde




Con gli auguri di poter vivere ed essere quel popolo di Pasqua . . .

Con gli auguri di poter vivere ed essere quel popolo di Pasqua che testimonia l’amore del Padre per tutti.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

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Cari fratelli e sorelle,
siamo entrati nella Settimana Santa. Per la seconda volta la viviamo nel contesto della pandemia. L’anno scorso eravamo più scioccati, quest’anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante.
In questa situazione storica e sociale, Dio cosa fa? Prende la croce. Gesù prende la croce, cioè si fa carico del male che tale realtà comporta, male fisico, psicologico e soprattutto male spirituale, perché il Maligno approfitta delle crisi per seminare sfiducia, disperazione e zizzania.
E noi? Che cosa dobbiamo fare? Ce lo mostra la Vergine Maria, la Madre di Gesù che è anche la sua prima discepola. Lei ha seguito il suo Figlio. Ha preso su di sé la propria parte di sofferenza, di buio, di smarrimento e ha percorso la strada della passione custodendo accesa nel cuore la lampada della fede. Con la grazia di Dio, anche noi possiamo fare questo cammino. E, lungo la via crucis quotidiana, incontriamo i volti di tanti fratelli e sorelle in difficoltà: non passiamo oltre, lasciamo che il cuore si muova a compassione e avviciniamoci. Sul momento, come il Cireneo, potremo pensare: “Perché proprio io?”. Ma poi scopriremo il dono che, senza nostro merito, ci è toccato. […]
Ci aiuti la Madonna, che sempre ci precede sul sentiero della fede”.

(PAPA FRANCESCO – ANGELUS Domenica delle Palme, 28 marzo 2021)

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Signore, dammi tutti i soli…
Ho sentito nel mio cuore la passione che invade il tuo per tutto l’abbandono in cui nuota il mondo intero.
Amo ogni essere ammalato e solo: anche le piante sofferenti mi fanno pena… anche gli animali soli.
Chi consola il loro pianto?
Chi compiange la loro morte lenta?
E chi stringe al proprio cuore il cuore disperato?
Dammi, mio Dio, d’esse nel mondo il sacramento tangibile del tuo Amore, del tuo essere Amore: d’essere le braccia tue che stringono a sé e consumano in amore tutta la solitudine del mondo.

(CHIARA LUBICH – Meditazioni, Città Nuova 1959 – pp 19)




Made in Loppiano è vicino a chi è nel bisogno …

La pandemia ci ha portato a stare fisicamente più lontani gli uni dagli altri. Ma è anche vero che ha suscitato in noi nuove risorse! Ha risvegliato la fantasia che ci spinge a trovare nuovi modi di stare più vicini a chi sembra lontano.

Loppiano, con il suo progetto Mascare, ha voluto supportare una delle iniziative solidali di AMU, Esperanza Ecuador. L’iniziativa punta all’organizzazione ed empowerment delle comunità in Equador attraverso vari tipi di formazione sia degli adulti che dei bambini. Il progetto favorisce non soltanto lo sviluppo delle strutture tecniche e lavorative delle comunità, ma gli permette anche di crescere in termini di qualità dei rapporti, di autostima, di autogestione.

Come contribuisce Loppiano a tutto questo?

Donando 1€ per ogni 1000 mascherine chirurgiche vendute. Il nostro apporto finora è stato importante ma non basta. Ci piace credere che le cose grandi sono fatte da tante piccole cose…quindi andiamo avanti!

Se vuoi contribuire anche tu, scegli di acquistare le tue mascherine chirurgiche su www.madeinloppiano.com




Aprile 2021

“Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore” (Gv 10,11).

Le immagini della cultura biblica, scandita dai tempi lenti della vita nomade e pastorale, sembrano lontane dalle nostre esigenze quotidiane di efficienza e competitività. Eppure anche noi sentiamo a volte il bisogno di una pausa, di un luogo dove riposare, di un incontro con qualcuno che ci accolga così come siamo.

Gesù si presenta come colui che più di chiunque altro è pronto ad accoglierci, ad offrirci ristoro, anzi a dare la vita per ognuno di noi.

Nel lungo brano del vangelo di Giovanni da cui è tratta questa Parola di vita, Egli ci assicura di essere la presenza di Dio nella storia di ogni persona, come promesso ad Israele per bocca dei profeti (1).

Gesù è il pastore, la guida che conosce ed ama le sue pecore, cioè il suo popolo affaticato e a volte smarrito. Non è un estraneo che ignora le necessità del gregge, né un ladro, che viene per rubare, o un brigante che uccide e disperde e neanche un mercenario, che agisce solo per interesse.

“Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”.

Il gregge che Gesù sente suo sono certamente i suoi discepoli, tutti coloro che hanno già ricevuto il dono del battesimo, ma non solo. Egli conosce ogni creatura umana, la chiama per nome e di ognuno si prende cura con tenerezza.

Egli è il vero pastore, che non solo ci guida verso la vita, non solo viene a cercarci ogni volta che ci smarriamo (2), ma ha già dato la vita per compiere la volontà del Padre, che è la pienezza della comunione personale con Lui e la riconquista della fraternità tra noi, ferita mortalmente dal peccato.

Ognuno di noi può cercare di riconoscere la voce di Dio; sentire la sua parola rivolta proprio a sè e seguirla con fiducia. Soprattutto, possiamo avere la certezza di essere amati, compresi e perdonati incondizionatamente da chi ci assicura:

“Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”.

Quando sperimentiamo, almeno un po’, questa presenza silenziosa ma potente nella nostra vita, si accende nel cuore il desiderio di condividerla, di far crescere la nostra capacità di cura e di accoglienza verso gli altri. Sull’esempio di Gesù, possiamo cercare di conoscere meglio le persone di famiglia, il collega di lavoro o il vicino di casa, per lasciarci scomodare dalle esigenze di chi abbiamo accanto.

Possiamo sviluppare la fantasia dell’amore, coinvolgendo gli altri e lasciandoci coinvolgere. Nel nostro piccolo, possiamo contribuire alla costruzione di comunità fraterne e aperte; capaci di accompagnare con pazienza e coraggio il cammino di tanti.

Meditando questa stessa frase del Vangelo, Chiara Lubich ha scritto: «Gesù dirà apertamente di sé: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri Amici” (Gv 15,13). Ed egli vive fino in fondo la sua offerta. Il suo amore è un amore oblativo e cioè un amore fatto di effettiva disponibilità a offrire, a donare la propria vita. […] Dio domanda anche a noi […] atti d’amore che abbiano (almeno nell’intenzione e nella decisione) la misura del suo amore. […]. Solo un amore così è un amore cristiano: non un qualche amore, non una patina d’amore, ma un amore così grande da mettere in gioco la vita. (…) Facendo così, la nostra vita di cristiani farà un salto di qualità, un grande salto di qualità. E vedremo allora raccogliersi attorno a Gesù, attirati dalla sua voce, uomini e donne da ogni angolo della terra» (3).

Letizia Magri

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1 – Cf. Ez 34,24-31.
2 – Cf. Lc 15,3-7; Mt 18, 12-14.
3 – C. Lubich, Parola di Vita aprile 1997, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 576-577.

ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’

AUDIO:

 




“Viaggiando il Paradiso di Chiara”. Video dei 4 appuntamenti

19 Marzo 2021 – Video del 4° appuntamento 


Mostra dei quadri dipinti da Michel Pochet a illustrazione del Paradiso di Chiara Lubich.

In occasione del Centenario della nascita di Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari si è pensato di dedicarle una mostra di opere di Michel Pochet intitolata “Viaggiando il Paradiso di Chiara”.

A causa dell’emergenza sanitaria la mostra sarà inaugurata il 28 aprile 2021 a Napoli e terminerà il 12 Maggio 2021. Per meglio gustare il contenuto delle opere abbiamo pensato a degli appuntamenti via Zoom durante il quale Michel Vandeleene, Teologo, illustra alcune tele, e Tatiana Falsini, critica d’arte offre una sua chiave di lettura. Presente l’autore Michel Pochet.

Sul nostro canale YouTube Focolaritalia trovate anche il video del primo appuntamento.

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Percorso vocazionale: “Find my way”. Video dei tre appuntamenti

Movimento dei Focolari Italia – tre serate alla ricerca del nostro posto del mondo

FIND MY WAY – per giovani dai 18 ai 30 anni

Primo appuntamento su: “Desiderio e dono” con Nicolò Terminio

VIDEO PRIMA SERATA

Secondo appuntamento su: “Ricerca ed ascolto” con la partecipazione di Inaki Guerrero Ostolaza (psicologo e psicoterapeuta)

VIDEO SECONDA SERATA

Secondo appuntamento su: “Percorsi di vita” con la partecipazione di Chiara D’Urbano (psicologa e psicoterapeuta)




#DareToCare-Vaccino: accesso globale alla fratellanza

 

In questo momento storico eccezionale in cui viviamo una inimmaginata crisi pandemica che minaccia la vita delle persone e la tenuta sociale delle comunità e Paesi, si rende necessaria una strategia lungimirante ed ugualmente eccezionale, che consideri la comunità mondiale come un’unica realtà.

La vita umana è il bene primario da cui derivano gli altri beni, profitto compreso, ed è per questo che il vaccino (ed ogni altro presidio sanitario) che rappresenta una soluzione efficace a questa pandemia diviene un bene comune globale.

Ed ora che il vaccino per sconfiggere la SARS-CoV-2 è realtà, frutto di una collaborazione e cooperazione tra pubblico e privato, non possiamo attuare strategie miopi, nazionaliste ed in particolare dirette alla principale salvaguardia di diritti di natura privatistica. Le conseguenze su scala mondiale sono evidenti ed evitabili:

  • anche un solo Paese non immunizzato può determinare il blocco mondiale dei traffici, dei commerci, dello spostamento delle persone (ne abbiamo avuto un esempio con la Cina all’inizio della pandemia) con danni ingenti in tutti i settori.
  • Il ritardo nell’immunizzazione globale di popolazione permetterà lo sviluppo di varianti del virus non trattabili con le attuali cure, cioè il vaccino, perché il virus continuerà a circolare e mutare e che incideranno anche sulla salute dei cittadini dei Paesi già “vaccinati” e sulla tanto amata sicurezza nazionale.

Serve pertanto e con urgenza una produzione del vaccino adeguata e sostenibile in tutto il mondo, un prezzo equo e accessibile a tutti i Paesi, compresi quelli a minor reddito, una distribuzione simultanea e coordinata per ridurre nel più breve tempo possibile la circolazione del virus, evitando sacche di resistenza e varianti del virus più mortali e resistenti alle cure.

Siamo tutti sulla stessa barca e nessuno si salva da solo! Solo insieme ce la possiamo fare guardando agli avvenimenti e alle soluzioni dalla prospettiva della Fraternità.

Gli strumenti esistono sono già attuabili e sono già stati sperimentati:

  • Non dimentichiamo che il primo a farlo è stato il dott.Sabin che del suo vaccino contro la polio non ne ha fatto un business, ma un bene comune, rinunciando al brevetto e rendendolo disponibile a tutti, a prezzi accessibili, e a diffusione mondiale.
  • Gli stessi accordi TRIPS (accordi di gestione e protezione dei diritti di proprietà intellettuale) dell’Organizzazione Mondiale del Commercio permettono in periodo di eccezionalità e quindi di pandemia la sospensione del brevetto, con possibilità degli Stati di produrre direttamente i farmaci salva vita, oltre all’accesso alle tecnologie complesse, coperte anch’esse da brevetto, che sono di supporto  ed indispensabili alla produzione del vaccino (mRna e capsula lipidica). Non si tratta di disconoscere le garanzie della proprietà intellettuale, ma di riconoscere che la logica del profitto deve cedere il passo alla tutela del bene pubblico globale.
  • La realizzazione del progetto Covax, il fondo che dovrebbe prevedere 2 miliardi di dosi di vaccino per 92 Paesi a medio e basso Reddito, garantendo più equità nella distribuzione e approvvigionamento del vaccino.

Chiediamo a Lei Presidente Draghi di agire non solo in rappresentanza ed interesse dell’Italia, ma con lo sguardo e la consapevolezza che la nostra azione può realizzare un bene maggiore all’interno dei nostri confini ed anche oltre gli stessi.

Pertanto chiediamo:

  • all’Organizzazione mondiale del Commercio la sospensione del brevetto, del diritto di proprietà intellettuale come previsto dalla normativa interna e come già richiesto da altri Paesi come India e Sudafrica. E rilanciamo questa richiesta dopo la recentissima bocciatura di qualche giorno fa del WTO, purtroppo grazie al parere sfavorevole dei Paesi Europei e dell’Italia. Chiediamo che venga in qualche modo riproposta.
  • alle Istituzioni dell’Unione Europea la modifica della legislazione europea affinché vengano garantiti trasparenza in tema di finanziamenti pubblici alla ricerca  (che sono stati cospicui alle aziende farmaceutiche nel 2020 ed essenziali per la produzione in tempi davvero brevi del vaccino ma nessuno ne conosce l’ammontare), costi reali ed efficacia (tossicità) dei vaccini, nonché la possibilità della concessione di licenze obbligatorie in casi eccezionali come la pandemia definendo chiaramente in via normativa gli standard di qualità adeguati della produzione conseguente.
  • all’Organizzazione Mondiale della sanitàl’implementazione di COVAX, fondo attualmente non sufficiente a coprire il fabbisogno di gran parte dei Paesi a medio e basso reddito.

Egregio Presidente,

Coltiviamo un sogno, che non è utopia né fantasia, ma poggia su una ragionevolezza adeguata alla condizione umana di questo tempo e che possiamo realizzare insieme a tanta parte della società civile della cittadinanza nazionale, europea e mondiale; questa pandemia può diventare un’opportunità nella consapevolezza che nessuno può affrontare la vita in modo isolato (e si legga in questo ogni aspetto – economia, cultura, formazione, innovazione, salute, felicità, benessere) ed è importante sognare insieme.

Movimento dei Focolari Italia

FIRMA LA PETIZIONE: http://bit.ly/PETVACC

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Ripudio della guerra e riconversione economica: verso le Settimane Sociali

RIVEDI SU YOUTUBE  

Mercoledì 17 Febbraio 2021

Incontro on line promosso dal Movimento dei Focolari Italia
Un invito al dialogo verso le settimane sociali dei cattolici italiani 2021
Il nostro Paese rientra tra i primi 10 esportatori dei sistemi d’arma a livello mondiale e contende il primato internazionale relativamente alle armi cosiddette leggere.
Si tratta di una scelta strategica condivisa politicamente in maniera trasversale negli ultimi decenni.
L’adesione al programma dei caccia bombardieri JSF35, programmati anche per essere armati con ordigni nucleari, e la vendita di navi da guerra al governo egiziano e saudita, rappresentano, ad esempio, il risultato di politiche industriali che vedono in prima linea grandi società controllate dal capitale pubblico (Finmeccanica Leonardo e Fincantieri) e relativo indotto.

L’attenzione generata dall’opposizione alla produzione in Italia, da parte di una azienda controllata da una multinazionale estera, di bombe destinate ai Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen, ha fatto emergere l’elusione sistematica della legge 185/90 che vieta l’invio e il transito di armi verso Stati in guerra e/o che violano i diritti umani.  Una normativa, è bene ricordare, nata per applicare il principio costituzionale del ripudio della guerra e approvata grazie alla testimonianza dei lavoratori obiettori alla produzione bellica e all’impegno della società civile con il contributo decisivo dell’associazionismo cattolico.

Il tempo di pandemia ci impone di liberarci da logiche recessive e di corto respiro nella consapevolezza che “tutto è connesso”. La scelta dell’ecologia integrale è incompatibile con la logica di Caino (“a me che importa?”) che papa Francesco ci ha invitato a ripudiare nel 2014, a 100 anni del primo conflitto mondiale.

Come credenti e come cittadini ci sentiamo impegnati a cogliere l’occasione della Next Generation Eu per investire, in maniera lungimirante, nei settori strategici orientati all’ambiente e al “lavoro libero, creativo e solidale” e riscattare l’Italia da ogni ricatto occupazionale.

Carlo Cefaloni e Cinzia Guaita, Movimento dei Focolari Italia
Gianni Alioti, The Weapon Watch, Osservatorio sulle armi nei porti europei e del Mediterraneo

Marco Tarquinio, direttore Avvenire
Marco Piccolo, Fondazione Finanza etica
Gaetano Quadrelli, Commissione Regionale PSL Piemonte/Valle D’Aosta
Sr. Francesca Fiorese Ufficio PSL Padova
Stefano Biondi, Ufficio PSL Pisa
Oliviero Bettinelli, Ufficio PSL Roma
+ Giovanni Ricchiuti, Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti
Presidente di Pax Christi – Italia
Alessio Lanfaloni, Villaggio Peace and business, The Economy of Francesco
don Bruno Bignami, direttore Ufficio nazionale PSL

«Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? È possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!».
Papa Francesco davanti al Sacrario Militare di Redipuglia (13 settembre 2014)

Transizione ecologica e politica delle armi, tutto è connesso

Il programma di transizione ecologica del governo Draghi e la missione delle grandi società pubbliche. Da Leonardo a Fincantieri. Incontro pubblico sul web il 17 febbraio 2021 verso le settimane sociali di Taranto

Transizione ecologica, Recovery plan e Green new deal.  Sono questi i giorni decisivi in cui il governo guidato da Mario Draghi deciderà come utilizzare i 209 miliardi di euro che arriveranno dall’Unione europea. Non sono una vincita alla lotteria che ciascun stato può spendere come vuole. Esistono dei vincoli ben precisi, finalità da rispettare, che verranno controllate con precisione, passo dopo passo, prima di erogare le rate di una massa di denaro che in parte (127, 4 miliardi di euro) non sarà concesso a fondo perduto ma andrà restituito, seppure a tassi molto bassi e nel lungo periodo, caricando di un ulteriore onere le future generazioni di italiani che partono già con circa 2.600 miliardi di debito pubblico.

In questi anni ci siamo mossi come una macchina col freno a mano tirato, non abbiamo potuto, ad esempio, investire in maniera adeguata su settori emergenti, mettere in sicurezza il territorio, fare le bonifiche necessarie e spendere il necessario sulla sanità e molto altro ancora perché parte delle entrate statali se ne sono andate per pagare gli interessi sul debito pubblico: 707 miliardi tra il 2010 e il 2019, 727 miliardi nel decennio 2000-2009. Nello scenario ipotizzato per il prossimo decennio ( 2020-2029) da Unicredit, prima dell’insorgenza della crisi pandemica,  si prevedeva una oscillazione tra 563 e oltre mille miliardi di euro.

Il debito buono

Dall’alto della sua competenza economico e finanziaria, maturata in incarichi di grande responsabilità e prestigio (a livello istituzionale e della finanza privata), Mario Draghi ha dettato, nel marzo 2020, in un intervento pubblico sul Financial Times, una nuova linea di condotta, seguita dall’Unione europea, che distingue il debito buono (che fa ripartire l’economia) da quello cattivo (che porta al dissesto).

La nuova direttiva è stata tracciata poco dopo la dichiarazione dello stato di pandemia, cioè, come ha precisato Draghi, davanti ad «una tragedia di proporzioni potenzialmente bibliche»,alle conseguenze di una inevitabile recessione che può disegnare le stesse condizioni che, nel ventennio novecentesco, hanno provocato un conflitto mondiale.

Tanto per rendersi conto del problema, nel redigere il Piano nazionale di ripresa e resilienza ( Pnrr), Roberto Gualtieri, ministro dell’economia del secondo governo Conte, aveva dichiarato di voler usare prima le risorse a fondo perduto e dopo quelle a debito.  Adesso che l’ex governatore della Bce si trova al vertice dell’azione di governo, con una vasta maggioranza parlamentare trasversale richiesta dal Quirinale, ha costituito un vero e proprio ministero al Recovery plan che ha definito della “transizione ecologica”. Il Next Generation Eu, infatti, considera la svolta ambientale, assieme a quella digitale, la chiave di volta per una vera e duratura ripartenza dell’economia.

In Francia è accidentato il percorso già avviato del ministero della “transizione ecologica e solidale” a causa dello scontro di idee tra i diversi titolari del dicastero e il presidente Macron. In Italia l’incarico del ministero non è stato affidato ad un esponente del vasto mondo ambientalista, neanche ai realisti che parlano di “sviluppo sostenibile”, ma a Roberto Cingolani,uno scienziato che proviene dall’incarico di responsabile per l’innovazione tecnologica della Leonardo Spa. L’ex Fimeccanica, rientra tra le  grandi controllate dallo Stato che sono tenute a perseguire una finalità di politica economica e industriale e non solo a distribuire dividendi tra gli azionisti.

Il governo, come hanno ripetuto due economisti autorevoli come Fabrizio Barca e Enrico Giovannini (ora neo ministro dei Trasporti e infrastrutture), è tenuto a dare alle aziende pubbliche «un mandato esplicito a realizzare innovazione e sostenibilità».

LEGGI TUTTO L’ARTICOLO SU CITTA’ NUOVA




Vaccini: accesso globale alla fraternità. Diretta del 16 marzo

VACCINI: ACCESSO GLOBALE ALLA FRATERNITÀ

– MARIA BERNADETTA ALOI – medico oncologo Cagliari

PRESENTAZIONE DELLA MOZIONE AL G20
PROMOSSA DAL MOVIMENTO DEI FOCOLARI

– NICOLETTA DENTICO – Coordinatrice di Healt innovation e Global Healt
– DAVIDE BILARDI – Ricercatore a Oxford in Global Healt
– ON. ELISABETTA GUALMINI – Europarlamentare PD
– ON. TULLIO PATASSINI – Deputato Lega

– SILVIO MINNETTI E MARIO BRUNO Mppu Italia e Internazionale

Coordina CARLO CEFALONI  Città Nuova




Nessuna illusione, solo condivisione. Il Gen Verde si racconta ad un anno dalla pandemia

Sospendere un tour appena iniziato, trovare un modo per ritornare in Italia dalla Spagna con i camion e con tutti gli strumenti, capire come affrontare la quarantena una volta rientrate a casa e come proseguire con il lavoro. Proviamo a rimandare indietro la pellicola, come se fosse un film, e vedremo che un anno fa erano queste le sfide che viveva il Gen Verde.

Tra dolore, incertezze, paure e sospensioni, a condire tutto c’è sempre stata una grande speranza, e non è mai mancata la fede in Dio Amore: “Nella giornata di oggi esattamente un anno fa – ricorda Annalisa – partivamo da Barcellona a bordo di una nave. Una soluzione trovata in 24 ore per tornare a Loppiano dove viviamo. Come dimenticare quegli sguardi tra di noi che dicevano stanchezza, apprensione, incredulità; e poi attimo dopo attimo messaggi di amici che non stavano bene, le nostre famiglie in giro per il mondo senza le necessarie cure sanitarie per fronteggiare la pandemia, insomma tutto sembrava crollare e i programmi fatti da mesi o anni crollavano velocemente”. 

La storia del Gen Verde è la storia di tanti di noi, di tutti coloro che hanno dovuto fermarsi dinanzi ad una pandemia mai vissuta prima provando a ricominciare in ogni momento, magari dopo aver combattuto il Covid-19 o non aver potuto nemmeno dare l’ultimo saluto ad un proprio caro: “Pensando ai tanti amici che ci scrivevano – racconta Marita – e alcuni che ci dicevano di sentirsi molto soli, tutto ha ritrovato un senso… stare a casa, è stata l’occasione per incontrare virtualmente persone di tutto il mondo, giovani e adulti, lanciare a tutti un seme di speranza nonostante le infinite sfide tecnologiche”.

Nessuna illusione, ma certamente una condivisione: “Con un cellullare o un tablet – spiega Sally – ci siamo avvicinate a chi era ammalato o a chi faceva fatica a respirare o abbiamo incoraggiato alcuni dei giovani isolati in casa per mesi senza possibilità di incontrare amici e parenti”.

Si snoda così un anno diverso dal solito – senza i tanti e tanti concerti dal vivo – ma ricco di incontri e appuntamenti che di giorno in giorno hanno arricchito il calendario del Gen Verde: “Possiamo dire – sostiene Mileni – che il mondo è venuto a casa nostra e che ci siamo messe in gioco con i nostri talenti, ma anche raccontando le nostre storie… ad esempio ci siamo cimentate nel creare vari tutorial: io per insegnare a suonare con la chitarra uno dei nostri brani più amati mentre Raiveth, insieme alle altre, hanno insegnato alcuni passi di una coreografia. Per non parlare delle canzoni nuove che sono nate e che sono in cantiere”.

Un anno, dunque, per reinventarsi o per dar spazio alla creatività come nel caso di Alessandra che nel pieno della prima ondata di pandemia ha composto un monologo che ben sintetizza lo stato d’animo vissuto da tanti italiani in quel periodo e che, purtroppo, è ancora più attuale che mai.

Insomma, un anno difficile, ma anche sorprendente: “Non avremmo mai immaginato prima – racconta Colomba – di fare un concerto di Natale in diretta su Youtube, con traduzioni simultanee in più lingue, che ad oggi ha ricevuto quasi 70mila visualizzazioni… per noi è stata un’occasione speciale per testimoniare che la fraternità universale è possibile anche in piena pandemia”.

E dopo un anno? I concerti in giro per il mondo sono ancora sospesi e rimandati a nuove date e il Gen Verde ancora non sa quando potrà ritornare su un palcoscenico, tuttavia questo resta un tempo prezioso per mettersi in discussione, formarsi e creare qualcosa di nuovo: “Vi possiamo svelare – racconta Adriana – che stiamo lavorando per il lancio del nostro nuovo sito, così come abbiamo messo a fuoco la nostra posizione su nuovi e vecchi social… insomma, per la comunicazione questo è un tempo quasi profetico”.

E poi la pandemia non è terminata e in alcuni Paesi l’arrivo del vaccino sembra pura utopia: “Ci sembra fondamentale – spiega Nancy – restare accanto alle persone più fragili e che più soffrono in questo momento: che sia una canzone, o un messaggio o una telefonata… tutte noi del Gen Verde vogliamo prenderci cura di quanti ci stanno accanto senza badare ai chilometri che ci separano. Quest’anno appena passato abbiamo imparato il vero significato della parola prossimità, ovvero esser vicini a qualcuno non solo con le braccia, ma anche col cuore e con la mente”. Una sfida più attuale che mai che non lascia spazio a nessuna illusione, ma chiede un’ampia condivisione.

Tiziana Nicastro




L’amore di Dio ci ha conquistati

L. e L. sono due ragazzi giovani. Lei viene dall’Asia, e Lui è italiano. Il 20/02/2021 sono venuti con una 30 di persone amiche nel Santuario della Madonna di Castelmonte (Udine – Italia) perché nella cappella del Borgo, dove avvengono le celebrazioni private, si sono consacrati a Dio con voti privati. Gli abbiamo chiesto:

  • Nel mondo d’oggi non è frequente incontrarsi con persone che si dedicano in modo totalitario a Dio. Oggi voi lo fate. Perché e cosa significa per voi?

L. Prima di tutto è importante dire che Dio mi ha chiamata ed io ho risposto. Dopo tanto cercare, ho fatto questo passo con Lui. Poi ho sentito subito dentro di me la felicità per questa scelta fatta con LUI.

L. Anche per me è proprio così: è una risposta ad una… richiesta. Non proprio una richiesta, ma un “sentire” che Dio ti chiama ed ho avvertivo che la mia era una risposta fatta con coerenza. Perché oggi faccio i voti? Sono arrivato a questo momento dopo alcuni anni di cammino spirituale. Mi sono sentito chiamare quando avevo vent’anni ed oggi voglio essere coerente e gli rispondo con il mio sì.

  • Se vi consacrate a Dio, pur in forma privata, certamente in qualche modo, Dio lo avete incontrato nella vostra vita. Cosa vi è successo prima di giungere a questo passo?

L. Nella mia esperienza posso dire che non è stato facile. Però, ho visto che Dio mi ha aiutata tanto. Mella mia famiglia non hanno accettato subito questa scelta, poi mi hanno lasciata libera di fare la mia formazione cristiana nel Movimento dei Focolari. Ad un certo punto ho sentito più forte in me l’amore di Dio che mi ha chiesto di andare avanti per questa strada e portare l’unità di Gesù in tutto il mondo. Sono molto contenta di averlo fatto. Ci sono tante difficoltà, ma Dio mi ama tantissimo e anch’io lo amo, in modo speciale quando guardo alle difficoltà, vedendo in quelle il volto di Gesù crocifisso e abbandonato, e mi dico: Questo è il mio Sposo! Questo sguardo mi cambia le cose e vedo tutto nel positivo, perché, anche se negativo, Dio ti fa vedere le cose con amore, che invece, con la mia mentalità spesso non capisco. Però, quando credo in Dio-Amore e sono pronta ad abbracciare il mio Sposo Gesù Abbandonato, allora vado avanti per questa strada, accorgendomi che l’amore di Dio è sempre positivo, anche quando ci sono le sofferenze.

L. La mia risposta a Dio è incominciata in un momento molto particolare in cui ho dovuto superarmi. Fu un momento di una semplicità assurda. Però, Dio ti chiama proprio in quei momenti. Ero in vacanza con i miei genitori, e un giorno, come sempre, stavano andando a messa e mi hanno detto: vieni anche tu con noi. La messa era in una casa di riposo, un luogo che non mi piace per niente. Volevo restare perché avevo bisogno di studiare. Li ho visti uscire ed io, dentro di me, mi sono posto questo interrogativo: perché non vado a messa? Per il luogo che non mi piace, oppure perché lì c’è un amico che mi sta aspettando e io non mi faccio vedere? Sono partito subito e ho sentito che in quella messa Dio mi chiamava. Quindi, ho sempre legato la mia chiamata ad un atto d’amore che ho fatto a Lui, andando con i miei genitori in quel luogo, dove poi mi sono intrattenuto con le signore che erano lì. Per me è stata questa la chiave della mia storia. Ho incontrato Dio nel momento in cui mi sono messo a buttarmi fuori e ad amare gli altri per primo. Così nel dire il mio ‘si’ ogni giorno sento che Dio c’è. Per me quel momento è stata come una felice scoperta.

  • La vostra scelta è mirata e specifica, perché tra tante possibilità avete scelto di consacrarvi nell’Opera di Maria che è l’Associazione laicale del Movimento dei Focolari. Perché, tra le tante possibilità, vi siete orientati su questa scelta?

L. Penso che questo sia dovuto alla voce di Dio. Infatti, prima di conoscere questo Movimento ero sempre con dei sacerdoti e con delle suore e lavoravo insieme con loro. Ho pensato, infatti, che la mia strada era quella di farmi suora. Allora, sono andata dai miei genitori e ho detto loro che voglio diventare suora. Mio padre si è molto arrabbiato, è diventato pallido, faceva fatica a respirare perché soffriva di asma e in quel momento stava male. Ho preso paura e vedendo mio padre così, ho pianto e sono andata nella mia stanza davanti all’immagine di Gesù e Gli ho detto: Dio, dimmi che cosa devo fare? Io vorrei seguirti. E dentro di me una voce mi diceva: la tua strada non è quella di farti suora, ma quella di rimanere nella società e seguirmi su questa via come consacrata in mezzo al mondo. Sinceramente, in quel momento non ho avuto chiaro quello che dovevo fare. Lavoravo già come infermiera e, quindi, ho capito che per intanto dovevo stare con i malati ed andare avanti così. In seguito ho incontrato il Movimento dei Focolari e ho conosciuto le focolarine e i focolarini. Così quella voce che mi aveva già parlato, mi ha fatto conoscere questa via e pian piano mi sono avvicinata a questa realtà. Ho provato una felicità grandissima e quando l’ho detto a mio padre, non ha avuto quella reazione che mi aspettavo. Vedendomi invece contenta, mi ha lasciata libera. Perciò, Dio stava aiutando anche la mia famiglia e ho sentito in modo ancor più forte che la mia strada era quella del focolare. Il mio ‘sì’ è andato in questa direzione.

L. Io invece sono nato in una famiglia che già faceva parte del Movimento dei Focolari perché i miei genitori sono dei coniugi consacrati. Quando ho sentito questa chiamata di Dio, mi sono rivolto a Lui e Gli ho detto: Tu devi farmi capire bene qual è la mia strada! Io infatti vedevo che tutte le strade erano giuste: pensavo di sposarmi, di avere tanti figli… poi sentivo anche un’attrattiva per il sacerdozio e mi dicevo: perché no se Dio mi chiama? Sentivo anche l’orientamento per la vita di focolare… Allora ho detto a Dio: Guarda! Io mi sento chiamato da Te e sono pronto a darti tuta la mia vita, ma devi essere specifico con me. Ti chiedo di farmi capire qual è la mia strada. E fu sempre in quell’estate, quando durante la celebrazione della messa ho sentito forte la sua chiamata. Per le circostanze che stavo vivendo in quel momento, e inoltre, per l’esperienza che stavo facendo con altri ragazzi che in quel periodo stavano facendo un discernimento per vedere l’opportunità di diventare consacrati laici, mi sono rivolto a Gesù e Gli ho detto: Va bene. Credo proprio che mi stai suggerendo questo. Quindi mi sono incamminato per questa strada e ora posso dire: Ho trovato.

  • La vostra vita di consacrazione non è un “separarsi” dal mondo, ma “essere aperti” al mondo e alla gente. Questo perché? Pensate di cambiare il mondo, oppure vedete la possibilità di poterlo migliorare?

L. Io voglio soltanto agire secondo il desiderio di Gesù: Che tutti siano uno. Io la penso così! Cioè, voglio portare l’unità dove c’è bisogno. Sono passata per tanti posti e ovunque ci sono tante difficoltà. Però, se io porto Gesù fra di loro, quelle difficoltà si potrebbero sciogliere e subentra la gioia e la pace. In questo mondo a volte manca questa pace. Secondo me, amare le persone, non solo il prossimo, ma qualunque persona nel mondo intero dove io andrò, è importante. È questo che conta: portare Gesù fra loro, facendo delle cose concrete. Nel mondo d’oggi quando tu parli esplicitamente di Gesù, non si viene accettati. Ma quando tu fai le cose con quel amore concreto che ti viene da Gesù, le persone cambiano e cambia anche il mondo. Certo, io non posso cambiare il mondo, ma Dio sì che lo può fare. È importante che io faccia la mia parte ed amare tutte le persone e basta. Poi Dio farà la sua parte. Ecco così.

L. Mi viene da dire che anche per me è importante essere nel mondo un altro Gesù, o un’altra Maria che cammina nell’oggi, in questa società. Qui siamo nella sua casa e, inoltre, il movimento dei Focolari si chiama Opera di Maria. Dio, certo, ha una pedagogia divina nei nostri confronti, non ci “violenta” mai. Allora, perché io non devo fare come Gesù e Maria ci insegnano. Quando vado da uno e gli dico: devi credere! È così! Questa è la verità! Non è giusto fare così. Quando, invece, gli dono quello che sento dentro, amo il prossimo, allora sì. Poi magari, sarà l’altro a chiedermi perché fai così. Perché effettivamente, l’unità voluta da Gesù, la fa Dio, non la facciamo noi. Quindi è Dio che smuove le coscienze, che smuove i cuori. A noi spetta di essere quello strumento che in qualche modo agita un po’ le acque di quella persona. Ma sicuramente il passo lo deve fare l’altro, se aiutato. A noi, quindi, essere strumenti di Dio.

Intervista di Mariano Steffan




Assemblea generale dei Focolari 2021

Margaret Karram e Jesús Morán, rispettivamente neoeletta presidente e copresidente dei Focolari, saranno ricevuti in udienza dal Santo Padre con alcuni membri dell’Assemblea generale. La maggior parte dei partecipanti sarà collegata per via telematica.

6 febbraio 2021 Papa Francesco udienza privata i partecipanti all’Assemblea generale dei Focolari.

La presidente uscente, Maria Voce, ha presentato al Santo Padre la neoeletta Margaret Karram. La nuova presidente ha rivolto un indirizzo di saluto al Papa.

Il Santo Padre ha rivolto il proprio discorso ai presenti e ai partecipanti all’Assemblea collegati in streaming.

Papa-Francesco_20210206_focolari

ASSEMBLEA GENERALE – DIARIO QUOTIDIANO

COLLEGAMENTO CH SPECIALE SULL’ASSEMBLEA GENERALE

Trascrizione CH Speciale Assemblea 2021

Intervento Card Farrell al Collegamento CH

vedi articoli

https://www.focolare.org/news/2021/02/06/trasformare-la-sofferenza-in-fonte-di-speranza/

https://www.cittanuova.it/fondatrice-crisi-coerenza-le-indicazioni-del-papa-ai-focolari/?ms=002&se=004

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2021-02/papa-francesco-udienza-movimento-focolari-assemblea-opera-maria.html

INTERVISTA A Margaret Karram da parte di Aurora Nicosia

 




Vocazione civile e cultura del dialogo

Punti di vista n. 64

In questi ultimi mesi abbiamo visto fiorire un percorso concreto che ha messo in relazione centinaia di giovani – e relative domande aperte sul proprio posto nel mondo e la propria vocazione civile – con professionisti ed esperti di varie discipline che credono nel valore del dialogo. Un lungo lavoro di preparazione che ha permesso un confronto intergenerazionale per offrire un terreno di incontro a partire da alcune domande: “Come trovare il senso nel proprio studio e nel proprio lavoro? Possiamo sentirci realizzati in ciò che facciamo quotidianamente? E se scoprissimo di poter mettere le mani in pasta andando oltre il nostro ambito di interesse?” “From now on” è stato pensato dai giovani e per i giovani. Quattro tappe – le prossime il 10 aprile e il 6 maggio – in cui si va dalla politica all’arte, dalla comunicazione allo sport, dal diritto alla sociologia, all’educazione, l’architettura, l’economia, l’ecologia, la medicina, la psicologia. Ma col comune denominatore che ci fa credere che il futuro – e il presente – si costruisce insieme.

Rosalba Poli e Andrea Goller

Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

Fonte: Rivista Città Nuova n. 3/2021 pag. 55

FROM NOW ON – PRIMI DUE APPUNTAMENTI SU YOUTUBE




Marzo 2021

“Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri” (Sal 25 [24],4).

Questo salmo ci presenta un uomo che si sente circondato da pericoli e minacce. Ha bisogno di trovare la strada giusta, che lo porti finalmente al sicuro. A chi chiedere aiuto?

Nella coscienza della propria fragilità, finalmente alza gli occhi e grida al Signore, al Dio di Israele, che mai ha abbandonato il suo popolo, ma anzi lo ha guidato attraverso il lungo viaggio nel deserto fino alla Terra promessa.

L’esperienza del camminare fa rinascere nel viandante la speranza, è l’occasione privilegiata di una nuova intimità con Dio, di abbandono fiducioso al Suo amore fedele, nonostante la propria infedeltà. Nel linguaggio della Bibbia, camminare con Dio è anche una lezione di vita, è imparare a riconoscere il suo disegno di salvezza.

“Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”.

Spesso, dopo aver percorso le strade della nostra presunta autosufficienza, ci troviamo disorientati, confusi, più consapevoli dei nostri limiti e delle nostre mancanze. Vorremmo ritrovare la bussola della vita, e con essa il percorso verso la meta.

Questo Salmo ci dà un grande aiuto; ci spinge all’esperienza nuova o rinnovata dell’incontro personale con Dio, alla fiducia nella sua amicizia. Ci dà il coraggio di essere docili ai suoi insegnamenti, che ci invitano costantemente ad uscire da noi stessi per seguirlo sulla via dell’amore, che Egli stesso percorre per primo per incontrarci.

Può essere una preghiera che ci accompagna durante la giornata e fa di ogni momento, gioioso o doloroso, una tappa del nostro cammino.

“Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”.

In Svizzera, Hedy, sposata e madre di quattro figli, da tempo cerca di vivere la Parola, ora è gravemente ammalata; sa che sta per arrivare alla meta del suo cammino sulla terra.

La sua cara amica Kati racconta: «Durante ogni visita, anche con il personale di cura, Hedy è sempre rivolta verso l’altro, si interessa a lui, sebbene per lei ora sia diventato molto difficoltoso il parlare. Ringrazia tutti di essere lì e dona la sua esperienza. Lei è solo Amore, un vivo Sì alla volontà di Dio! Attira tante persone: amici, parenti, sacerdoti. Tutti sono profondamente colpiti dalla sua attenzione verso tutti i visitatori e dalla sua forza, frutto della fede nell’amore di Dio».

Chiara Lubich ha parlato della vita come di un “santo viaggio”(1): «[…] Il “santo viaggio” è il simbolo del nostro itinerario verso Dio. […] Perché non fare dell’unica vita che abbiamo, un viaggio, un viaggio santo, perché Santo è Colui che ci attende. […] Anche chi non ha un preciso credo religioso può fare della sua vita un capolavoro, intraprendendo con rettitudine un cammino di sincero impegno morale. […] Se la vita è un “santo viaggio” lungo il tracciato della volontà di Dio, il nostro cammino domanda di progredire ogni giorno. […] E quando ci fermiamo? […] Dobbiamo abbandonare l’impresa, scoraggiati dai nostri sbagli? No, in questi momenti la parola d’ordine è “ricominciare” […] ponendo tutta la fiducia nella grazia di Dio più che nelle nostre capacità. […] E soprattutto camminiamo insieme, uniti nell’amore, aiutandoci gli uni gli altri. Il Santo sarà in mezzo a noi e Lui si farà nostra “Via”. Lui ci farà capire più chiaramente la volontà di Dio e ci darà il desiderio e la capacità di attuarla. Uniti tutto sarà più facile ed avremo la beatitudine promessa a chi intraprende il “santo viaggio”»(2).

Letizia Magri

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1 Cf. Sal 84(83),6: “Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (CEI 1974). 2 C. Lubich, Parola di Vita dicembre 2006, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 797-799.

ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA 

ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’

AUDIO:

 




Progetto: “Prendersi cura dell’Italia”

DIRETTA SULLA PAGINA FACEBOOK DI CITTA’ NUOVA

https://www.facebook.com/cittanuova.it

Il Movimento dei Focolari promuove il progetto “Prendersi cura dell’Italia”. Ne parliamo, in diretta sulla pagina Facebook di Città Nuova, lunedì 22 febbraio alle 17.30 con Marilena D’Alfonso (Umanità Nuova), Silvio Minnetti (Movimento politico per l’unità), Michele Durante (Centro di cultura per lo sviluppo “Giuseppe Lazzati” di Taranto) e Marco Provenzale (Pathways #Daretocare).

Nell’ambito dei Lunedì di Città Nuova, il 22 febbraio alle 17.30, sulla pagina Facebook del Gruppo Editoriale, si parlerà del progetto “Prendersi cura dell’Italia” promosso dal Movimento dei Focolari.

Marilena D’Alfonso (Umanità Nuova) e Silvio Minnetti (presidente del Movimento politico per l’unità Italia) presenteranno la “Carta degli impegni” di questa iniziativa, in cui si evidenzia la necessità di «cambiare radicalmente il nostro stile di vita personale e collettivo, aiutando chi è in difficoltà e collaborando attivamente con le istituzioni pubbliche che devono perseguire il bene comune e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini».

Prendersi cura dell’Italia è un impegno civico che comprende la cura delle persone, dell’ambiente, del corpo sociale, delle istituzioni, della pace, facendosi carico delle ferite e delle fratture di diversa natura che lacerano i nostri contesti di vita. «Questi molteplici livelli interpellano cittadini e istituzioni, formazioni politiche e associazioni, organizzazioni della società civile ed organismi internazionali».

Alla diretta parteciperanno anche Michele Durante, del Centro di cultura per lo sviluppo “Giuseppe Lazzati” di Taranto, che presenterà un progetto di rinascita di questa martoriata cittadina pugliese, e Marco Provenzale, di #Daretocare. Un punto di ancoraggio del progetto Prendersi cura dell’Italia, infatti, «è il legame con il progetto “Pathways for a United World”, lanciato dai giovani dei Focolari per costruire un mondo più fraterno e sostenibile. Con l’iniziativa #daretocare ha preso avvio un percorso che mira ad animare la sfera pubblica, l’esercizio della cittadinanza e la vita politica attorno a cinque assi: ascolto e dialogo, uguaglianza ed equità, fraternità e bene comune, partecipazione e co-governance, cura del pianeta».

Per coloro che non potessero seguire la diretta, dal 23 febbraio sarà possibile rivedere la presentazione sul nostro quotidiano web.

 




Dio vuole renderci felici nel partecipare ai suoi progetti

Coordino il personale in 5 case di riposo e provvedo ai loro turni sulle 24 ore giornaliere. E’ un periodo abbastanza intenso, sia per la situazione pandemica in generale, sia per alcune malattie stagionali. Stamattina, dopo l’ennesimo operatore in malattia a causa del richiamo del vaccino anti-Covid, sono andato in allarme: ho iniziato a studiare gli schemi di lavoro ipotizzando più cambiamenti, ma mi rendevo conto che stavo stravolgendo i turni di ogni lavoratore; iniziavo ad andare in ansia anche perché per ogni cambiamento dovevo avere la risposta da ciascuno … con il fine settimana alle porte!

Nel mentre, è arrivata in ufficio un’operatrice per ritirare un paio di sandali antinfortunistici: glieli ho fatti consegnare dalla segretaria ed io ho continuato il mio lavoro, dicendole che poi avrei parlato con l’operatrice, anche per un semplice saluto. Quando ho messo a fuoco meglio di chi fosse quest’operatrice, mi son ricordato che in questo momento lei lavora poco in una struttura, ma conosce benissimo un’altra casa di riposo dove aveva lavorato in precedenza e dove adesso avevo bisogno estremo di qualcuno che coprisse qualche turno.

Lei è mussulmana ed appena è entrata in ufficio ho gridato: “Allah è grande! Cercavo una risposta e me l’ha fatta trovare davanti a me!”, spiegandole un po’ il tutto. Così ho risolto il mio problema, non ho stravolto i turni degli altri lavoratori e lei era felice di poter lavorare un po’ di più, visto che in questo periodo le vengono chieste meno ore settimanali.

Mi piace pensare che sia Dio ad avermi tolto le cosiddette “castagne dal fuoco”, ad avermi donato “quasi” gratuitamente la soluzione ai miei problemi. … dico “quasi” perché, per fare tutto, credo che Dio ha bisogno anche del nostro piccolo aiuto: non perché Lui ne abbia bisogno, ma per renderci felici di partecipare ad un Suo progetto … Perciò, penso che quel “semplice saluto” non sia stato la causa della soluzione ai miei problemi, ma la mia partecipazione all’ennesimo miracolo che è la Vita!

Franco




GOCCE di spiritualità alla luce del Carisma dell’Unità

L’ anno 2021 è iniziato con la messa in onda su RAI1 della fiction su Chiara Lubich ‘L’amore vince tutto’: una luce che ha aiutato a dare colore, brillantezza e speranza per un nuovo periodo di ripresa!

Con grande gioia il film ha suscitato la voglia di saperne di più, il desiderio di approfondire la figura di Chiara, la conoscenza della sua esperienza e del Movimento da lei fondato.

Per offrire qualche “goccia” di questa spiritualità, il Centro Mariapoli di Trento, la Cittadella di Loppiano e il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, in sinergia, hanno pensato a due week-end di approfondimento dei punti della spiritualità.

Il programma sarà simile nei vari luoghi pur con date e caratteristiche diverse, ognuno completo in sé. Chi volesse partecipare a più di un corso potrà scegliere luoghi e periodi diversi.

I weekend saranno in modalità residenziale per poter vivere insieme un’esperienza.

Per sapere le date e maggior informazioni, occorre telefonare ai singoli centri:

CENTRO MARIAPOLI CHIARA LUBICH – Trento tel. +39 0461 866170 www.centromariapolitrento.it     info@centromariapolitrento.it

CENTRO MARIAPOLI INTERNAZIONALE
– Castel Gandolfo (Roma) tel. +39 06 9359091 www.centromariapoli.org infocmi@centromariapoli.org

CITTADELLA DI LOPPIANO – Incisa Valdarno (FI)
tel. +39 055 9051102 https://www.loppiano.it    accoglienza@loppiano.it




La bicicletta che gira

Ho conosciuto Steven, un pachistano che da alcuni anni vive a Macerata, un po’ di tempo fa: aveva bisogno di un letto e qualcuno della nostra comunità era felice di darne via uno perché non sapeva cosa farsene, gli dava anche fastidio in casa!

Così gliel’ho portato ed era felicissimo! In quell’occasione, Steven mi chiese anche una bici, ma ne avevamo appena date via 2 ed in quel momento non sapevo di altre … Gli dissi di aspettare che con il tempo sarebbe venuta fuori.

Qualche giorno fa, mio fratello mi dice che in garage c’era ancora la mia vecchia bici e lui non sapeva cosa farne … Così, verificato che funzionasse abbastanza bene, ieri l’ho portata a Steven.

Per la “logica” della reciprocità (incarnata anche nell’associazione Reteviva), mi costava regalarla: sia per dare un valore al bene donato, sia perché la bici fosse stimolo ad ulteriori “scambi di reciprocità”. Così, gli ho chiesto se una volta ci veniva a parlare del suo paese: subito ha iniziato a parlarmene, ma soprattutto mi ha aggiornato che aveva fatto un po’ tardi all’appuntamento perché sta preparando la richiesta per il ricongiungimento familiare con sua moglie e i 3 figli.

A questa notizia, sono rimasto ancor più contento del dono perché non ho aiutato solo l’extracomunitario con la “classica” elemosina di ciò che mi avanza, ma seppur minimamente ho aiutato una famiglia che sarà il futuro di questa città, che sarà un “bene” per la nostra comunità. Così siamo felici in tre: Steven, io e la comunità di cui facciamo parte.

Franco




Le “incompiute”

Stamane mi opprimeva un pensiero: quante cose finirò per lasciare incompiute alla fine della vita, come quando a scuola avevo il terrore di consegnare un compito non finito!

Ciò che mi ha dato pace (forse ispirato da Dio) è stato ripassare con la mente certi capolavori incompiuti dell’arte universale, capaci però di trasmettere un messaggio forte di fede e di bellezza (pensavo alle ultime sculture di Michelangelo).

Sì, l’importante è che ogni attività che lascerò incompiuta sia perfetta in sé, ma di una perfezione data dall’amore

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 1, gennaio-febbraio 2021)




L’amico difficile

È un caro amico, ma dal carattere difficile. In qualsiasi situazione s’impone con il suo sapere e ogni volta sembra voler dimostrare che solo lui sa organizzare, dirigere, valutare. Lentamente, nella cerchia delle nostre amicizie, è rimasto isolato e in lui rabbia e giudizi negativi si sono acutizzati.

Siccome è molto abile nei lavori manuali (idraulica, elettricità, falegnameria), gli ho fatto un elenco dei bisogni nostri e lui è stato prontissimo a darci una mano. Dopo di noi un’altra famiglia si è rivolta a lui per delle porte da riparare…

In breve l’amico scorbutico è diventato una persona accettata e attesa. Con meraviglia ci siamo resi conto che l’unico modo per vincere quel suo difetto era di metterlo nella reale condizione di essere utile agli altri. Di mettersi in donazione, per dirla in termini cristiani.

Gli ho messo anche a disposizione il garage di casa, che è grande e luminoso, per fare scuola di pratica per i nostri figli adolescenti. Un successo, al punto che il garage non è più bastato

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 1, gennaio-febbraio 2021)




“Fratelli in Terra Santa”: intervista a Margaret Karram

Sulla via di Damasco – Fratelli in Terra Santa Puntata del 03/06/2017

In questa puntata la testimonianza di Margaret Karram, unica donna ad aver dato voce all’invocazione della pace, nello storico incontro in Vaticano tra Papa Francesco, Abu Mazen e Shimon Peres.

RaiPlay: accedi al video attraverso questo link




Dal caos un nuovo ordine

Sono amante dell’ordine e il caos che vedevo in casa mi teneva sempre in uno stato di giudizio e di malumore. Un giorno una frase di Chiara Lubich mi ha fatto riflettere: «Niente di più organizzato di ciò che l’amore ordina e nulla di più libero di ciò che l’amore unisce».

Dunque, il vero ordine comincia dall’amore e non dal giudizio o dal comando. Ho cominciato io a rimboccarmi le maniche, senza aspettare le grandi pulizie. In breve tempo anche i figli e mia moglie, sempre presa dai suoi impegni a scuola, sono diventati generatori di ordine, come se si fosse svegliato qualcosa anche in loro. Ma ci voleva uno che cominciasse

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 1, gennaio-febbraio 2021)

 




Concorrenza

Quando la nostra ditta si è trovata a collaborare con un’altra, ci siamo resi conto che saremmo entrati in dura concorrenza con una terza ditta. Da credente, desiderando essere costruttore positivo in quella situazione, ho deciso di parlare con il direttore della terza ditta per rassicurarlo sulle nostre intenzioni: non metterci in concorrenza, ma possibilmente operare in sinergia perché i nostri prodotti potessero essere un reale servizio agli utenti.

Da questo chiarimento è nata l’iniziativa di incontri periodici per aggiornarci a vicenda delle programmazioni. Il primo non è stato facile a causa del sospetto che pesava su tutti. Ma dopo alcune battute, anche con un mio intervento, l’aria si è distesa.

Negli incontri seguenti il tema non riguardava più la ditta e i programmi, ma come migliorare i rapporti con i dipendenti e con i fornitori. Dopo aver consultato uno specialista, abbiamo rilevato non solo un risultato migliore, ma una crescita, nelle rispettive ditte, di un clima più sereno e costruttivo

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 1, gennaio-febbraio 2021)




Col cuore si vince

Sono un tipo razionalista, forse anche troppo. Al lavoro si è presentata una situazione che metteva in evidenza errori fatti e anche una strana concorrenza fra i dipendenti. Avrei avuto subito i suggerimenti da dare, anche citando i regolamenti della ditta. Ma mi è venuta in mente una frase letta da qualche parte, forse uno slogan pubblicitario: «Col cuore si vince!».

Ho cominciato ad ascoltare “col cuore” ciascuno dei protagonisti e, lentamente, sono emersi elementi personali che spiegavano certi processi nell’agire.

Dopo qualche ora e una pausa caffè, abbiamo ripreso l’argomento. Avevo l’impressione che l’amichevole conversazione iniziata fosse la garanzia della riuscita. Un collega molto credente aveva accennato all’insistenza di papa Francesco sul discernimento per arrivare alla verità.

Pur non essendo credente, posso dire che quell’agire insieme mi ha spalancato un altro modo di procedere. Certamente ci vuole la testa, ma dopo aver usato il cuore.

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 1, gennaio-febbraio 2021)