Grazie Dino! La Tua Romamor

Ciao Dino, ciao Presidente dei nostri cuori, avremmo voluto che questo giorno non arrivasse mai!

Perché tu per noi eri invincibile e non potevamo pensare che un giorno saremmo stati senza di te, senza la nostra guida.

Invincibile però lo sarai per sempre, per noi e per tutte le persone che ti hanno conosciuto, come sappiamo allo stesso modo che non staremo mai senza di te perché tu non ci abbandonerai mai, continuerai a seguirci, a darci forza, a metterci sulla giusta strada e anche a rimproverarci da lassù… sì, non sappiamo come, ma siamo sicuri che riuscirai a fare anche quello!

I tuoi rimproveri da papà e la tua spinta a migliorarci sempre sono state le armi perfette che ci hanno portato dove siamo, che hanno portato la nostra Romamor a crescere forte, nonostante le difficoltà e le nostre diversità. Anzi sei stato capace di tirare fuori il meglio di ognuno di noi e di farci dimenticare i problemi che ognuno di noi portava con sé personalmente, e trasformare i nostri pensieri in tempo ed energia da spendere per gli altri, come facevi tu.

C’è una frase che dice “Mi piace la speranza perchè è un sentimento testardo.” Come te. La tua testardaggine, la tua passione, sono state il nostro motore.

Unire un gruppo di decine di volontari ognuno con le proprie idee e le proprie motivazioni non era così semplice, ma tu ci sei riuscito. E te ne saremo grati per sempre. Hai messo la tua vita al servizio degli altri senza chiedere nulla in cambio.

Eravamo la tua seconda famiglia e la tua vera famiglia ne era felice, nonostante il tempo pieno che donavi a noi: sapeva quanto questo ti riempiva il cuore e ti hanno condiviso con noi in questi anni con felicità.

Hai lavorato per le persone ma soprattutto con le persone di ogni credo, razza, religione, non discriminando mai nessuno, creando quello spirito di unione e di comunità su cui tu eri il numero uno. Quello che dicevi era che la cosa più bella, più importante per te era andare a dormire ogni sera sapendo che avevi potuto aiutare qualcuno.

Ognuno di noi ricordandoti ha pensato a delle frasi:

“Lo sguardo dell’uomo spazia fino all’orizzonte, lo sguardo dell’uomo che ha fede tocca l’infinito, grazie per averci insegnato a guardare più in là”
“Sei stato il bene e l’aiuto per i bisognosi fatto persona”
“In nome dell’altro hai vissuto la tua seconda giovinezza e semplicemente l’hai trasmessa” “Eri un angelo, avevi un cuore grande soprattutto per gli ultimi”
“Al monastero di Bose c’è un’immagine che rappresenta un monaco giovane che porta sulle spalle un anziano . . .  porta avanti i sogni di un anziano, un giovane che è capace di prendere su di sé i sogni degli anziani e li porta avanti per farli fruttificare!”

Ti promettiamo che Romamor farà questo per te, sotto la tua supervisione.
Il tuo amore ci accompagnerà ancora su questa terra per sempre, ne siamo certi e grati. Continua a stringerci forte ed abbracciarci da lassù come facevi qui!
Riposa in Pace Presidente Dino!
La Tua Romamor

https://www.romamor.org

RomAmor: essere famiglia con i più bisognosi




Raccolta fondi emergenza incendi in Sardegna

Il Movimento dei Focolari in Sardegna sostiene e promuove la raccolta fondi della Diocesi di Alghero-Bosa a cui appartengono la gran parte dei Comuni interessati dal grave incendio. È urgente infatti che gli aiuti arrivino quanto prima sul territorio. Si vuole così sostenere la Chiesa locale nell’accogliere e sostenere le necessità dei propri fratelli.

Come si legge sul sito della Diocesi: “Emergenza incendi Montiferru: fondo di solidarietà attivato dalla Diocesi di Alghero-Bosa. Migliaia di sfollati e oltre ventimila ettari di territorio sono andati perduti nell’incendio che ha devastato il Montiferru, colpendo gravemente le comunità di Santu Lussurgiu, Cuglieri, Tresnuraghes, Sennariolo e Scano di Montiferro. Tante le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni per mettersi in salvo dall’avanzare delle fiamme che, in alcuni casi, hanno completamente distrutto i sacrifici di tutta una vita. Stessa situazione per le aziende agricole e per gli allevamenti di bestiame, inceneriti dal fuoco. Da subito si è messa in moto la macchina degli aiuti volontari che ha contribuito, nell’emergenza, ad offrire sicurezza soprattutto alle persone che si trovavano in situazione di estrema necessità. L’intera Diocesi di Alghero-Bosa, addolorata per quanto accaduto, intende offrire un mezzo per poter aiutare quanti in questo momento stanno soffrendo, predisponendo un apposito “Fondo” per raccogliere le offerte da destinare alla causa. Il fondo, denominato “Emergenza Incendi Montiferru”, partirà con un contributo di € 50.000 della Diocesi, predisposto dal Vescovo Mauro Maria Morfino.

Per contribuire:

http://www.diocesialghero-bosa.it/emergenza-incendi-montiferru-fondo-di-solidarieta-attivato-dalla-diocesi/

IBAN  IT 57 D 01015 84890 000070770491

Causale: Emergenza incendi Montiferru

 




Agosto 2021

 

“Chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli” (Mt 18,4).

Chi è il più grande, il più potente, il vincente nella società, nella Chiesa, nella politica, sul mercato?

Questa domanda attraversa le relazioni, orienta le scelte, determina le strategie. È la logica dominante, a cui ricorriamo anche inavvertitamente, magari nel desiderio di assicurare risultati positivi ed efficienti a chi è intorno a noi.

Qui il Vangelo di Matteo ci presenta i discepoli di Gesù che, dopo aver accolto l’annuncio del regno dei cieli, vogliono conoscere i requisiti per essere protagonisti nel nuovo popolo di Dio: «Chi è il più grande?».

Per tutta risposta Gesù fa uno dei suoi imprevedibili gesti: pone un bambino al centro della piccola folla. E accompagna questo gesto con parole inequivocabili:

“Chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli”.

Alla mentalità competitiva e autosufficiente, Gesù contrappone l’elemento più debole della società, quello che non ha ruoli da vantare e difendere; colui che è in tutto dipendente e si affida spontaneamente all’aiuto di altri. Non si tratta però di accettare un ruolo passivo, di rinunciare ad essere propositivi e responsabili, ma piuttosto di compiere un atto di volontà e di libertà. Gesù, infatti, richiede di farci piccoli, richiede intenzione ed impegno ad operare una decisa inversione di rotta.

“Chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli”.

Ecco come Chiara Lubich ha approfondito le caratteristiche del bambino evangelico: «[…] il bambino si abbandona fiducioso al padre e alla madre: crede al loro amore. […] Il cristiano autentico, come il bambino, crede all’amore di Dio, si getta in braccio al Padre celeste, pone in lui una fiducia illimitata. […] I bambini dipendono in tutto dai genitori, […]. Anche noi, “bambini evangelici”, dipendiamo in tutto dal Padre: […] sa ciò di cui abbiamo bisogno, prima ancora che glielo chiediamo, e ce lo dona. Lo stesso regno di Dio non lo si conquista, lo si accoglie in dono dalle mani del Padre».

Chiara sottolinea ancora come il bambino si affida totalmente al padre e impara tutto da lui. Allo stesso modo: «Il “bambino evangelico” mette tutto nella misericordia di Dio e, dimentico del passato, inizia ogni giorno una vita nuova, disponibile ai suggerimenti dello Spirito, sempre creativo. Il bambino non sa imparare a parlare da solo, ha bisogno di chi gli insegni. Il discepolo di Gesù […] impara tutto dalla Parola di Dio fino a parlare e a vivere secondo il Vangelo».

Il bambino è portato ad imitare il proprio padre. «Così il “bambino evangelico” […] ama tutti perché il Padre “fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”; ama per primo perché lui ci ha amato quando eravamo ancora peccatori; ama gratuitamente, senza interesse perché così fa il Padre celeste» (1).

“Chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli”.

In Colombia, Vicente e la sua famiglia hanno attraversato la prova della pandemia, in un regime di quarantena molto stretta. Così scrive: «Quando è iniziato il coprifuoco, la vita quotidiana è cambiata di colpo. Mia moglie e i due figli più grandi dovevano preparare alcuni esami universitari; il più piccolo non riusciva ad abituarsi allo studio virtuale. Nessuno in casa aveva tempo per prendersi cura dell’altro. Guardando a questo caos sul punto di esplodere, ho capito che era un’opportunità per incarnare l’arte di amare nella nostra “nuova vita” del Vangelo vissuto. Mi sono messo a riordinare la cucina, preparare il cibo e organizzare i pasti. Non sono un cuoco esperto, né preciso nelle pulizie, ma ho capito che questo avrebbe aiutato a ridurre l’ansia quotidiana. Quello che era iniziato come un atto d’amore per un giorno, si è moltiplicato per vari mesi. Portati a termine i loro impegni, anche gli altri membri della famiglia si sono occupati delle pulizie, del riordino dei panni o della casa. Insieme abbiamo constatato che le parole del Vangelo sono vere e che l’amore creativo suggerisce come mettere tutto il resto in ordine».

Letizia Magri

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1 C. Lubich, Parola di Vita ottobre 2003, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma, 2017) pp. 700-703.

ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’

AUDIO:




«Metti amore…»

Non avrei mai immaginato di aver sposato uno sconosciuto. Mio marito, infatti, aveva rivelato un egocentrismo che lo allontanava dagli altri. In realtà celava un tremendo senso di inferiorità. Me n’ero accorta quando, per non ferirlo, non potevo gioire neanche dei successi dei nostri due figli.

E pensare che un tempo mi sentivo sostenuta da lui! Ora questo punto fermo era svanito ed io mi sentivo in crisi. Fu a questo punto che il messaggio di una ex compagna di scuo- la entrata in convento mi annunciò la sua decisione di lasciare la strada intrapresa.

Andai a trovarla e mentre lei mi parlava di solitudine, di idealità crollate, di invidie e gelosie in una comunità, la sua, che aveva alti scopi umanitari, mi sembrava di vedere me stessa riflessa in uno specchio. Ci incontrammo in più occasioni e una frase di Giovanni della Croce, da lei citata, divenne luce per ciò che dovevo fare per tentare di salvare la famiglia: «Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore». Mi impegnai. Non fu facile, ma oggi le cose sono cambiate, sia per me che per lei

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 4, luglio-agosto 2021)

 




Appello per la Terrasanta – curare e guarire i bambini

A Gaza occorrono le cure necessarie 

CONFERENZA STAMPA – GIOVEDI 29 LUGLIO 2001 – ore 12

Per fare la pace ripartiamo dai bambini e dalle bambine.

Una proposta per un’azione di rete che si aggiunge al numeroso coro composto da persone e forze della società civile internazionale che hanno a cuore il Medioriente pacificato, come luogo che contiene tutto il nostro mondo.

– Per leggere l’Appello e le adesioni clicca su:

https://centrointernazionalelapira.org/appello-per-la-terra-santa-curare-e-guarire-i-bambini/

– Per aderire all’Appello, scivere a: curareibambini@cislapira.it

– Per partecipare al webinar (streaming yotoube) CONFERENZA STAMPA clicca su:

Segreteria organizzativa:

Centro Internazionale Studenti G. La Pira

Via de’ Pescioni, 3 – Firenze

curareibambini@cislapira.it

Conferenza stampa pro-bambini e bambine Gaza




È morto ieri a Roma Dino Impagliazzo, esempio di amore verso gli ultimi

26 luglio 2021

È morto ieri a Roma Dino Impagliazzo, esempio di amore verso gli ultimi

I funerali domani 27 luglio alle 11 nella chiesa di Santa Maria in Trastevere a Roma. Sarà possibile seguire i funerali in diretta anche su YouTube

Insignito nel 2019 dell’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per la sua preziosa opera di distribuzione di pasti caldi e beni di prima necessità ai senzatetto presenti in alcune stazioni ferroviarie romane”, Dino era in realtà una persona schiva dai riflettori: il primo gruppo di persone che con lui ha iniziato l’attività di ristorazione per i poveri della città si chiamava “quelli del Quartiere”, per dare il più possibile un segno di accoglienza e prossimità e al tempo stesso rimanere “il più anonimi possibile”. Gruppo cresciuto nel tempo e diventato poi un’associazione di oltre 300 volontari che garantisce pasti per oltre 250 persone al giorno. Il suo nome è RomAmor, perché – così spiega lo stesso Dino – “Roma diventi una città dove le persone si vogliono bene. Roma è sempre stata una città al servizio, dobbiamo aiutare Roma perché diventi la città dell’ospitalità”. Ex dirigente INPS in pensione, a Roma era conosciuto come “lo Chef dei poveri”

Tutto ha inizio da un panino, dato per vivere concretamente la parola del Vangelo: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”, e poi diventano, 10, 20 panini, 150 pasti. Si comincia dalla Stazione Tuscolana, ma si va oltre. Oggi l’Associazione distribuisce anche vestiario, calzature, materiale per l’igiene personale; in alcuni casi si facilita il rapporto con gli enti pubblici e per le pratiche legate alla residenza, assistenza sanitaria, assistenza legale, avvio ad attività lavorativa, per le persone senza fissa dimora o in difficoltà. “Al cuore c’è la fratellanza universale; il cuore è il Vangelo dove Lui ci dice: “Qualsiasi cosa avete fatto al più piccolo, l’avete fatta a me”. E la preghiera di Gesù che alla fine dice “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”. E già dall’inizio del nostro impegno ci siamo detti che non dovevamo fare le cose da soli. Per me sono tutti fratelli, come sei fratello tu, sono fratelli pure i poveri per strada, senza nessuna discriminazione”, testimonia Dino.

Dino Impagliazzo nasce nel 1930 nell’arcipelago della Maddalena, e dopo gli studi a Civitavecchia si trasferisce a Roma. Qui cresce la sua famiglia, con la moglie Fernanda e i quattro figli, Marco – attuale presidente della Comunità di Sant’Egidio -, Giovanni, Paolo e Chiara. Alla famiglia va in particolare l’affetto e la vicinanza di tutto il Movimento dei Focolari, del quale Dino era membro, testimone fedele della spiritualità dell’unità. In tanti, e in tutto il mondo, lo ricordano con affetto e gratitudine, come testimoniano i numerosi messaggi arrivati in queste ore: “Ricordo la sua instancabile energia da quindicenne nel dedicarsi fattivamente ai fratelli ed il suo “essere” fatto di amore concreto che ci stimolava ad imitarlo”; “Neanche il Covid ti ha fermato, hai cercato in tutti i modi di far si’ che potessimo continuare il nostro impegno di volontari “guidandoci” da casa. Il tuo entusiasmo era contagioso. Non ti dimenticheremo mai!”; “Arrivederci grande Dino!”.

I funerali saranno celebrati martedì 27 luglio alle ore 11 nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere.

Per approfondire:

Città Nuova: https://www.cittanuova.it/morto-dino-impagliazzo-chef-grande-amico-dei-poveri/?ms=003&fbclid=IwAR0ucDAY-JzeF25n30HsFbXyJJRrSBwUesT94gk8CbMw8mgvoQqkn9G_wqo

Bel tempo si spera: https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=5vKQICsxD4o

Collegamento CH:

https://collegamentoch.focolare.org/2018/02/23/romamor-essere-famiglia-con-i-piu-bisognosi/

© Sito del Quirinale

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Il Movimento dei Focolari Italia condivide il contenuto della lettera presentata dal Tavolo asilo – immigrazione al presidente Draghi

Il Movimento dei Focolari condivide il contenuto della lettera presentata dal Tavolo asilo – immigrazione al presidente Draghi e si associa a tutte le richieste rivolte al Governo in vista della votazione alla camera per il rifinanziamento delle missioni militari dell’Italia, previsto per il prossimo 15 luglio.

Siamo spinti dalla ‘passione per l’umanità’ e non accettiamo di vedere quotidianamente le stragi dei morti nel Mediterraneo senza esprimere il nostro pensiero per invitare le istituzioni e i nostri rappresentanti politici ad una politica libera da egoismi personali e sociali.

Dall’inizio del 2021 sono morte almeno 720 persone lungo la rotta del Mediterraneo centrale e 13.000 migranti sono stati riportati nei centri di detenzione libici. 7.135 persone sono morte nel Mediterraneo dalla firma dell’accordo tra Italia e Libia.

Vogliamo porre fine alle stragi in mare, sappiamo di far parte di un Paese capace di accogliere, proteggere e curare.

Per questo condividiamo il testo della lettera presentata e firmata dal Tavolo asilo – immigrazione, in cui si esprimono numerose organizzazioni di cui riportiamo il testo.

 

Egregio presidente Draghi,

la cronaca di queste settimane in più occasioni ha dato conto di stragi e tragedie che continuano a consumarsi sotto i nostri occhi nel Mediterraneo, sulle coste italiane e su quelle libiche. Dal 2017, anno della firma da parte del nostro Governo del Memorandum con la Libia, oltre alla strage di innocenti in mare, assistiamo all’ intervento della cosiddetta Guardia costiera libica, finanziata con risorse italiane e della UE, che ha operato respingimenti riconducendo più di 60mila persone nei centri di detenzione governativi e soprattutto, fatto ancor più grave, in quelli gestiti dalle milizie paramilitari.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi è intervenuto più volte, anche di recente durante la visita nel nostro Paese, per sottolineare la necessità di interrompere queste operazioni perché la Libia non può essere annoverata tra i ‘Paesi sicuri’, mancando le condizioni per il rispetto dei diritti umani e del diritto d’asilo. Non è accettabile che si parli di ‘salvataggi dei naufraghi’, quando nelle sedi istituzionali europee e nazionali è ben noto che essere riportati in Libia significa essere condannati a violenze, torture e abusi di ogni tipo. L’unica alternativa possibile alle morti in mare non può essere finanziare missioni il cui fine è quello di ricondurre i naufraghi in luoghi dove vengono detenuti e le loro vite sono messe a rischio.

Il nostro Paese in passato aveva deciso di mettere in campo una operazione molto importante di ricerca e salvataggio, Mare Nostrum, che oggi sembra essere solo un lontano ricordo. I successivi interventi, oltre a cancellare le operazioni di soccorso che avevano messo in salvo decine di migliaia di vite umane, hanno compromesso i salvataggi, per l’assenza di un coordinamento delle operazioni di soccorso e i ripetuti fermi amministrativi imposti alle navi delle ONG. Oggi il Mediterraneo è un deserto che ogni giorno seppellisce, sotto le sue acque, vite umane della cui sorte i Governi sono responsabili. Sono più di 7mila i morti accertati dal 2017 ai nostri giorni. In queste ore il Governo da lei presieduto ha inviato al Parlamento la delibera che rinnova le missioni militari e tra queste anche quella che riguarda la Libia.

Se si vuole realmente promuovere il processo di pace in quel Paese e sottrarre la principale arma di ricatto alle milizie e alle bande che continuano a controllare il territorio libico e le sue coste, è necessario metter fine a ogni sostegno alla cosiddetta Guardia costiera libica ed evacuare velocemente le persone rinchiuse nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali verso Paesi dove i loro diritti, in particolare il diritto a richiedere asilo, siano garantiti.

Devono altresì cessare i finanziamenti ai centri di detenzione per i migranti, prevedendo al loro posto strutture di prima accoglienza che abbiano standard minimi e garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali delle persone che vi sono accolte, a partire dalla libertà di movimento, con uno status di soggiorno legale, anche temporaneo, in Libia, in modo da evitare che i migranti siano esposti a costanti abusi.

Pensiamo, inoltre, che sia necessario promuovere un’azione politica con la Ue per un intervento di ricerca e soccorso e in particolare riteniamo urgente che l’Italia, in quanto Stato costiero, torni a coordinare le attività di SAR nel Mediterraneo e supporti attivamente il lavoro a oggi svolto dalle ONG.

Chiediamo, infine, una riforma delle politiche europee d’asilo che vada nella direzione di una ripartizione equa tra gli Stati, salvaguardando la dignità delle persone che arrivano alle nostre frontiere, nel rispetto dei princìpi della nostra Costituzione (art. 10) e della legislazione europea e internazionale.

Siamo certi della sua sensibilità per il rispetto dei diritti umani e delle vite delle persone che arrivano sulle nostre coste e sappiamo quanto le stia a cuore il futuro dell’Europa. Per questo ci rivolgiamo a Lei, non potendo più assistere inermi alla strage che ogni giorno si compie sotto i nostri occhi, né tanto meno pensiamo sia possibile continuare a sostenere con risorse pubbliche gruppi che usano la violenza, fino alla strage, per arricchirsi alle spalle di migliaia di innocenti. Uomini, donne, bambini, bambine e adolescenti, spesso soli, costretti a subire violenze inaudite e a vedere violati i loro diritti fondamentali di esseri umani.

Le chiediamo pertanto di fermare questa situazione disumana e di invertire la rotta, dando vita, con la revoca di ogni sostegno alle milizie libiche che gestiscono la cosiddetta Guardia costiera, a una nuova stagione dei diritti che potrebbe rappresentare una rinascita morale per la Ue, oggi sempre più chiusa nei suoi egoismi e succube di sentimenti di odio e di razzismo.

Certi dell’attenzione che dedicherà alle nostre ragioni, le inviamo i nostri migliori saluti.

A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, Cgil, Cies, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Conngi, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Medu, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Msf, Oxfam, Refugees Welcome Italia, Save The Children, Senza Confine, Simm




Comunità insieme, ricominciare dal noi

Una serie di webinar promossi dal Movimento Politico per l’Unità in Italia per avvicinare le posizioni di maggioranza e minoranza cercando punti comuni attraverso un dialogo argomentato.

Se l’Europa nel New Generation Fund ha messo a disposizione del nostro paese la somma più consistente, è per metterci nelle condizioni di sanare un divario territoriale che rallenta l’intero paese e la stessa Unione. Leggendo il PNRR non pare che questo indirizzo sia stato recepito pienamente. Secondo il Prof. Gianfranco Viesti (Economia UniBa) gli 82 mld per il sud sono un totale in cerca di addendi: L’allocazione di investimenti al sud dipenderà da un insieme di scelte politiche ancora da prendere; La realizzazione degli investimenti dipenderà dalla governance complessiva e dal rafforzamento delle capacità sopratutto degli enti locali. Ma ogni gli ente locale avrà le risorse umane e tecniche per poter affrontare questa sfida?

Stimolate da Carlo Cefaloni di Città Nuova, le esperienze degli invitati al Webinar “PNRR, le comunità insieme per ricominciare dal noi” hanno composto un momento dal quale è emersa un’Italia bella, di politici impegnati e persino “affaticati” nel lavorare alla costruzione del bene comune.

Rosanna Mazzia Sindaca di Roseto Capo Spulico (CS) e presidente dei Borghi autentici d’Italia ci ha fornito uno spaccato sulla bellissima terra calabrese e sui borghi, invitandoci a non guardarli solo dal drone, ma scendendo nelle strade per coglierne la straordinaria ricchezza, ma anche le difficoltà e i dolori dell’abbandono.

Giovanna Bruno, sindaca di Andria, ha espresso con decisione l’impegno suo e della comunità per invertire la rotta al fine di ridare nuove prospettive alla propria città, ma deve farlo con 290 dipendenti, mentre una città del nord di identiche dimensioni ne ha 600 (e questa criticità è emersa da tutti i sindaci).

Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti, è stato capace di raccogliere 500 sindaci intorno ad una proposta operativa che vorrebbe restituire il Sud all’Italia e l’Italia al Sud. Recovery Sud non è una rivendicazione, ma un patto tra sindaci di ogni colore politico che impegna, propone e raccoglie la sfida dell’oggi delle comunità locali, nella prospettiva del bene dell’Italia intera.

Beppe Notartomaso, sindaco di Campodipietra (CB) ha dimostrato che anche un sindaco di un piccolo centro, con un solo dipendente e un dirigente in uscita, può realizzare delle grandi progettualità per il Paese.
Marco Bussone, presidente dell’Unione dei comuni montani, ci ha dato la possibilità di non focalizzare esclusivamente “a Sud” la tematica, aprendola a tutte le comunità che sono rimaste indietro o rischiano di rimanervi, anche se a latitudini diverse.

La sottosegretaria alla transizione digitale Assuntela Messina e l’onorevole Patassini hanno saputo recepire gli stimoli e, pur non potendo dare risposte definitive, sono stati capaci di coglierne le diverse sfumature, rispondendo con sensibilità politica “vera”.
La Senatrice, rispondendo alle tante sollecitazioni, ci ha lanciato quasi un motto sul quale costruire un progetto per il “noi”: “equità e sostenibilità”. Un’architrave che vorremmo diventasse l’anima del PNRR (e di ogni azione politica in generale), e che speriamo che dai nostri due rappresentanti parlamentari, possa diffondersi a tanti altri colleghi.

L’onorevole Patassini, tra l’altro, ha sottolineato l’importanza della sussidiarietà: la vera novità politica manifestatasi nelle esperienze locali raccontate.
Certo non nascondiamo che la strada sia ancora tutta da percorrere e che tante criticità non sono state messe in luce. Ma speriamo, con questo appuntamento, di aver aperto tra periferia e centro un nuovo canale, attraverso cui si incrementi il dialogo e la reciprocità, per provare a sciogliere i tanti nodi che tengono legate tante nostre comunità e, con loro, la stessa Italia.

30/06/2021 La segreteria MPPU Puglia

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CANALE YOUTUBE MPPU ITALIA




Ddl Zan, un’opportunità di dialogo

Il disegno di legge Zan titolato “Disposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia” che come noto prende il nome dal firmatario (il deputato Alessandro Zan) è al centro del dibattito politico. Infatti si va al voto in aula il 13 luglio 2021, alle ore 16.30, dopo che nella Commissione giustizia al Senato non si è trovata la auspicata mediazione.

Ricordiamo che il Ddl Zan è stato approvato alla Camera il 4 novembre 2020 con larga maggioranza di voti.

Il Movimento politico per l’unità Italia, già un anno fa a luglio, ha intercettato che il Ddl Zan, non ancora balzato agli onori della cronaca, meritava di essere approfondito e di essere oggetto di un dialogo profondo.

Consapevoli che se un progetto di legge si può migliorare è quindi necessario discernere quei confini sottili che potrebbero rendere una legge troppo interpretabile dall’organo giudicante o addirittura inutile, abbiamo pertanto concordato che il migliore modo di intraprendere un dialogo fosse quello di ben informarsi.

Successivamente, attuando le parole del Presidente Mattarella a Trento, in occasione del centenario di Chiara Lubich, che ha definito quanti si ispirano al carisma dell’unità, estremisti del dialogo, abbiamo organizzato nell’arco di questo ultimo anno tre webinar e un laboratorio parlamentare dove abbiamo invitato esperti di diritto penale e costituzionale in dialogo con alcuni parlamentari e politici locali di vari schieramenti.

Utili e interessanti gli approfondimenti sui contenuti del disegno di legge Zan che ci hanno aiutato a cogliere i rischi e le opportunità del nuovo impianto normativo anche in piena sintonia con gli esperti di comunione e diritto.

Tutti i partecipanti ai webinar organizzati da Mppu Italia, seppur anche di idee diverse, si sono ritrovati nel principio di eguaglianza riconosciuto dall’art. 3 della nostra carta Costituzionale; il punto dal quale continuare il dialogo proficuo per una legge migliore a tutela di tutti.

Per approfondire si veda il sito del MPPU e i numerosi articoli pubblicati da Città Nuova.

Angela Grassi

 




Come posso coniugare l’Ideale dell’Unità con la concretezza della vita e della cultura?

Da questa domanda, sintomo di una nuova esigenza, è partito il lavoro di un team intergenerazionale che sta dando nuova vita al progetto dell’Istituto Superiore di Cultura, nato nei primi anni 2000 e voluto dalla fondatrice del Movimento dei Focolari Chiara Lubich.  Un’esperienza fondata sul dialogo tra discipline diverse, illuminate dal metodo del Carisma dell’unità, volto a farle fiorire sotto una luce nuova, all’interno di un contesto fortemente intergenerazionale.

La stessa Lubich, nel suo discorso inaugurale, introduceva così quell’esperienza: “La Scuola che sta per iniziare ha un compito: insegnarvi la Sapienza.  Ma cos’è la Sapienza? […] Essa scruta la profondità di Dio e ne scorge la fulgida bellezza […]. Ma, scoperto e quasi assaporato Dio, con quella luce negli occhi può ora guardare il mondo, e vederci bene […] tutto giudicando secondo ragioni divine, quasi proiettando – ecco il compito della Scuola – su tutto la luce dell’infinito sguardo di Dio” (1).

Alcuni studenti e studentesse, oggi professionisti, che hanno avuto la possibilità di fare quella prima esperienza dal 2000 in poi, la descrivono come “un’esperienza di condivisone e di relazione ad un livello di profondità impressionante, che non ho più trovato nella vita. Si scendeva talmente nel profondo della mistica del Paradiso ’49 – attraverso la vita e lo studio – che si ribaltava completamente la prospettiva sulle singole discipline. Era una conversione quotidiana. Sono stati i giorni più vivi della mia prima giovinezza”; oppure: “Era un intreccio tra vita del Vangelo condivisa e studio delle varie discipline alla Luce del Paradiso del ’49. Strumenti e motivo di coraggio per fare la nostra parte lì dove operiamo”.

Oggi, a distanza di 20 anni da quella prima esperienza, grazie alla partnership dell’Istituto Universitario Sophia, parte la Summer School ISC Italia dal titolo “Sguardi interdisciplinari per una cultura dell’Unità”; Questa scuola rinasce, anche in Italia dopo diverse esperienze in altre parti del mondo (2), grazie ad una rinnovata sinergia tra l’esigenza delle generazioni più giovani di pensare in modo diverso, di fare propria una cultura nuova, e la risposta di adulti attenti e capaci di ascoltare.

Non solo lezioni, ma una vera e propria esperienza di vita evangelica: dieci giorni di dialogo e riflessioni a tu per tu tra docenti e giovani studenti delle varie discipline, immersi nella natura di Loppiano e accolti dalle strutture dell’Istituto Universitario Sophia, per confrontarsi su temi come politica, economia e giustizia, antropologia e teologia, matematica e nuove forme di tecnologia, comunicazione… Il tutto alla luce dell’esperienza fatta da Chiara Lubich e le sue compagne nell’estate del ’49.

Equipe organizzativa ISC Italia

Quando? 21-31 agosto 2021

Dove? Loppiano (FI)

PER I GIOVANI A PARTIRE DA 22 ANNI

Affrettati! Le iscrizioni sono aperte fino al 20 luglio!

Tutte le informazioni: https://sites.google.com/view/iscitalia/home?authuser=0

1 Chiara Lubich, Discorso inaugurale della Summer School Sophia “Per una cultura dell’unità”, Sophia, N°0/2008

2 https://www.focolare.org/news/2013/09/30/sudamerica-verso-la-escuela-de-verano-2014/




Una piazza intitolata a Chiara Lubich

Siamo ad Alcamo, popoloso centro del trapanese, situato ai piedi del monte Bonifato, che domina l’ampia e fertile valle fino al mare del golfo di Castellammare. Il toponimo, secondo alcune fonti, potrebbe derivare dal’arabo “menzil al-Qamah” (cioè “terra fertile”). Questa terra era una delle zone di produzione del vino e del famoso “marsala” ma anche di olio e frumento. Alcamo è una città ricca di potenzialità, ma anche non priva di sfide.

Una città dalla grande vivacità culturale, economica, religiosa, una città ricca di potenzialità, ma anche non priva di sfide, una città dai mille volti, ha dedicato uno spazio importante alla fondatrice del Movimento dei Focolari. Si tratta della grande piazza della zona industriale di contrada Sasi, cuore nevralgico della vita produttiva della zona, con numerose aziende che si sono insediate in quest’area dove il comune ha voluto insediare le attività produttive.

A scoprire la tarda toponomastica, con il nome di Chiara Lubich, è stato il sindaco Domenico Surdi insieme al consigliere comunale Gino Pitò. Si deve proprio a Pitò la proposta di intitolare la piazza. La sua proposta, da consigliere di minoranza, aveva fatto registrare l’adesione unanime di tutto il consiglio comunale.

“Ho avanzato la proposta alla scadenza dei dieci anni dalla morte di Chiara – ha detto Pitò – ma l’avvento della pandemia ci ha fatto rinviare. Oggi questo momento ha concluso questo percorso, ma ci apre anche ad altre prospettive. Chiara ha portato grandi novità nella società di oggi: il suo messaggio di unità e di dialogo, non solo all’interno della Chiesa, ma anche con le varie religioni e nei vari ambiti della società ,è più che mai attuale. Lei ha poi lanciato l’Economia di Comunione. Pensiamo di organizzare in autunno un convegno dedicato proprio a questo, per conoscere questa realtà, invitando anche le organizzazioni di categoria e le aziende che hanno aderito a questo progetto. Proprio per questo, la scelta di intitolare a lei questa piazza, cuore nevralgico della città produttiva, ha un significato altamente simbolico”.

Ne è convinto anche il sindaco di Alcamo, Domenico Surdi: “L’intitolazione a Chiara Lubich della zona artigianale – spiega –  si lega molto al tema dell’Economia di Comunione, una delle grandi novità portate da Chiara Lubich. Chiara ha molto da dire nel momento così difficile per la nostra economia, dopo la pandemia. Chiara è una donna, fondatrice e presidente di un movimento: questo si lega all’identità di Alcamo, città profondamente mariana”.

Enza Lo Grasso, del Movimento dei Focolari di Sicilia ha presentato brevemente la realtà del Movimento dei Focolari e dell’esperienza carismatica di Chiara Lubich. Franco Migliore, del Movimento politico per l’unità, ha posto l’accento sull’impegno sociale del movimento e sull’economia di comunione. Era presente anche don Aldo Giordano, in rappresentanza del vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli. C’erano anche numerosi amministratori e consiglieri comunali, con il presidente del’assise cittadina, Baldo Mancuso.

Il caldo non ha fermato i tanti partecipanti all’evento, giunti da Palermo, da Trapani e da Agrigento. Un clima di festa ed un momento storico che ha saldato la città al suo passato. “Tanti alcamesi hanno conosciuto il Movimento dei Focolari negli anni 70 e 80 – spiega Pitò – nelle parrocchie si cantavano i canti del Gen Rosso e del Gen Verde. Nel 1997 abbiamo ospitato un concerto del Gen Rosso ad Alcamo. È venuto il momento di dare continuità e solidità a queste esperienze così belle. Noi ci crediamo!”

(foto concesse dal comune di Alcamo)

Servizio su Videosicilia




Vacanza insieme diffusa . . .

Siamo giunti all’inizio della nostra Vacanza Insieme: questa volta più che mai quello che ci unirà sarà il filo d’oro dell’amore che vogliamo vivere in ogni posto dove ci troviamo. Perché?

Come vi abbiamo anticipato, la Mariapoli si effettuerà in modo diverso, diffuso. Parecchi di noi non potranno essere a Falcade ma se lo desiderano potranno essere uniti ovunque si trovano: dal luogo di lavoro, dalle colline, dal mare.

Come Chiara Lubich ci diceva “La legge delle Mariapoli, che fioriscono ogni estate nel mondo, è una sola, una legge che vissuta basterebbe per giustificare una Mariapoli: il comandamento nuovo.” L’amore reciproco

Uniti da questa legge iniziamo a costruire la nostra Vacanza Insieme diffusa, possiamo seguire attraverso il Sito Web (https://www.focolaremilano.org/vacanzainsieme),
per approfondire la riflessione dello spunto (sul sito è possibile trovare ulteriore materiale).

La comunità del Movimento dei Focolari di Milano




Il mondo? Una città. Dialogo sulle nostre città nella realtà post-pandemia

Registrazione del 25 e 26 giugno 2021

DIALOGO SULLE NOSTRE CITTA’ NELLA REALTA’ POST PANDEMIA
a partire dal libro:
UNA CITTA’ “TUTTA D’OR” Storia delle prime Mariapoli 1949-1959

Interventi di: LUCIA ABIGNENTE e GIOVANNI DELAMA
VERA ARAUJO
ALBERTO BARLOCCI
ILARIA PEDRINI
coordinato da PAOLA D’ANGELO




Luglio 2021

“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata” (Mt 9,22).

Gesù è in cammino, circondato dalla folla: un padre disperato lo ha pregato perché vada a soccorrere la sua bambina che sta morendo. Mentre è in strada, avviene un altro incontro: tra la gente si fa largo una donna che soffre di perdite di sangue da tanti anni; una condizione fisica dalle conseguenze gravi, anche perché la costringe a limitare i rapporti familiari e sociali. La donna non chiama Gesù, non parla, ma gli si avvicina alle spalle e osa toccare la frangia del suo abito. Ha un’idea molto chiara: “Se solo toccherò il suo mantello, sarò guarita da questa sofferenza che mi tormenta”.

Ed ecco, Gesù si volta, la guarda e la rassicura: la sua fede le ha ottenuto la salvezza. Non solo la salute fisica, ma l’incontro con l’amore di Dio, attraverso lo sguardo di Gesù.

“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”.

Questo episodio del Vangelo di Matteo apre anche a noi una prospettiva inaspettata: Dio è sempre in cammino verso di noi, ma attende anche la nostra iniziativa per non perdere l’appuntamento con Lui; il nostro percorso di fede, benché accidentato e segnato da errori, fragilità e delusioni, ha un grande valore. Egli è il Signore della vera Vita, che vuole riversare su tutti noi, suoi figli e figlie, ricchi ai suoi occhi di una dignità che nessuna circostanza può sopprimere. Per questo, oggi Gesù dice anche a noi:

“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”.

Per vivere questa Parola, può aiutarci quanto Chiara Lubich ha scritto, meditando proprio questo passo evangelico: «Nella fede, l’uomo mostra chiaramente di non contare su se stesso ma di affidarsi a Chi è più forte di lui. […] Gesù chiama la donna guarita: “figlia”, per manifestarle quello che veramente desidera darle: non solo un dono per il suo corpo, ma la vita divina che la può rinnovare interamente. Gesù, infatti, opera i miracoli perché venga accolta la salvezza che egli porta, il perdono, quel dono del Padre che è egli stesso e che comunicandosi all’uomo lo trasforma. […] Come vivere, allora, questa Parola? Manifestando a Dio nelle gravi necessità tutta la nostra fiducia. Questo atteggiamento non ci scarica certo delle nostre responsabilità, non ci dispensa dal far tutta la nostra parte. […] ma la nostra fede può essere messa alla prova. Lo vediamo proprio in questa donna sofferente, che sa superare l’ostacolo della folla che si frappone tra lei e il Maestro. […] Dobbiamo avere fede, dunque, ma quella fede che non dubita di fronte alla prova. E, ancora, dobbiamo mostrare a Gesù che abbiamo compreso l’immenso dono che egli ci ha portato, il dono della vita divina. Ed essergli grati. E corrispondervi» (1).

“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”.

Questa certezza ci permette anche di portare salvezza, “toccando” con tenerezza chi è a sua volta nella sofferenza, nel bisogno, nel buio, nello smarrimento.

Così è stato per una mamma del Venezuela, che ha trovato il coraggio di perdonare: «Alla disperata ricerca di aiuto, ho partecipato a un incontro sul Vangelo, dove ho sentito commentare le frasi di Gesù: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”(2), “Amate i vostri nemici”(3). Come potevo, io, perdonare chi aveva ucciso mio figlio? Ma intanto un seme era entrato in me e finalmente ha prevalso la decisione di perdonare. Ora posso dirmi davvero “figlia di Dio”. Di recente sono stata chiamata a un confronto con l’uccisore di mio figlio, che era stato catturato. È stata dura, ma è intervenuta la grazia. Nel mio cuore non c’era odio né rancore, ma solo una grande pietà e l’intenzione di affidarlo alla misericordia di Dio».

Letizia Magri

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1 C. Lubich, Parola di Vita luglio 1997, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma, 2017) pp. 583-585.
2 Cf. Mt 5,9.
3 Cf. Lc 6,35.

ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’

AUDIO:




Movimento dei Focolari Italia: nominati i nuovi co-responsabili

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo succedono a Rosalba Poli e Andrea Goller alla guida dei Focolari in Italia. Un cammino che continua.

Cristiana Formosa e Gabriele Bardo sono i nuovi co-responsabili del Movimento dei Focolari per l’Italia e l’Albania. “Siamo profondamente riconoscenti a Rosalba Poli ed Andrea Goller che nei precedenti sei anni hanno intessuto preziose reti di collaborazione da sud a nord, da un mare all’altro d’Italia, fino all’Albania, tra quanti operano nei più vari ambiti per il bene comune del nostro Paese, condividendo, incoraggiando, alimentando e collegando ogni iniziativa piccola o grande volta a tale obiettivo”, dichiarano i neodelegati, esprimendo un sentire comune della famiglia dei Focolari. “Ci impegniamo dunque a proseguire in questo cammino con ognuno di voi, con la certezza che abbiamo tra le mani un grande patrimonio, l’Ideale dell’unità, che molto può dare non solo all’Italia, ma a tutta l’umanità, soprattutto nel complesso periodo che ci troviamo a vivere”.

Cristiana è nata a Brescia nel 1964 e ha conosciuto da ragazza il Movimento dei Focolari a Prato, dove tutt’ora risiede la sua famiglia e dove ha vissuto anni impegnati e pieni di vita con i giovani del Movimento, carichi di bei ricordi. Fisioterapista, ha lavorato nella sanità pubblica e privata nelle varie città dove si è trasferita per essere al servizio delle comunità dei Focolari di Torino, Genova, Palermo e Lamezia Terme. È stata nominata co- responsabile del Movimento dei Focolari in Italia nel giugno 2021.

Gabriele è nato a Genova nel 1972, laureato in fisica, ha lavorato nel campo dell’informatica e poi in quello dell’insegnamento. Dopo la scuola di formazione per i focolarini a Loppiano, è stato nei focolari di Catania, Catanzaro e infine a Lamezia Terme. È stato nominato co-responsabile del Movimento dei Focolari in Italia nel maggio 2021.

“Attraverso il sito Focolaritalia – scrivono Cristiana e Gabriele – che raggiunge quanti in Italia si sentono ingaggiati nell’obiettivo della fraternità universale, vogliamo inviare un caloroso saluto a tutti e dirvi che anche noi viviamo per questo, nel servizio che adesso ci viene chiesto”.

La redazione di Focolaritalia




Oltre il 900. Relazione Andrea Riccardi

Il prof. Andrea Riccardi interviene al Convegno “Oltre il Novecento. Chiara Lubich in dialogo con il nostro tempo”: due giornate di studio (18 e 19 febbraio 2021) dedicate alla figura della fondatrice del Movimento dei Focolari presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Per gentile concessione ©Centro Chiara Lubich

Guarda video su YouTube:

https://www.focolaritalia.it/2021/02/12/convegno-oltre-il-900-chiara-lubich-in-dialogo-con-il-nostro-tempo/




Chiara Lubich: l’amicizia spirituale via alla cultura del dialogo

25 giugno 2021. Conversazione con Roberto Catalano.
Docente universitario, esperto del dialogo interreligioso.
Terzo appuntamento organizzato dalla Comunità del Movimento dei Focolari di Jesi nelle Marche.




Up2MeProject

Nato nell’ambito del Movimento dei Focolari ad oggi Up2Me si è sviluppato in ventotto nazioni e risponde ad una richiesta ben chiara da parte di bambini e adolescenti che si trovano ad affrontare grandi temi (vita, salute, sessualità, stili di vita moderni, emozioni, scelte per il proprio futuro…) e non dispongono di strumenti adeguati.

I genitori spesso si sentono impreparati nel rispondere a queste richieste. Di conseguenza i social media diventano la fonte principale, non formando al valore della persona nella sua interezza. “Queste cose non le ho mai trovate su Internet” è stato lo “sbotto” di una ragazzina al termine di una sessione di Up2Me sulla conoscenza della bellezza e delicatezza del proprio corpo.

Up2Me intende rispondere a queste sfide e aiutare i genitori in questa fase di accompagnamento ai bambini e agli adolescenti in un percorso di formazione integrale.

Quali sono i temi principali affrontati?

Per i bambini: emozioni; corporeità; amicizia; vita e morte…

Per i preadolescenti e adolescenti: la bellezza e delicatezza del proprio corpo; la meraviglia della nascita della vita; rispetto della vita umana e del pianeta; igiene personale; aborto; contraccezione; tecniche di riproduzione assistita; dipendenze; pornografia; gender studies; stili di vita salubri (sport, alimentazione, riposo…); opportunità e problemi di internet; importanza dell’aspetto spirituale per l’essere umano; mass media; bullismo; amicizia; emozioni; innamoramento; il progetto di vita…

Per i genitori dei preadolescenti e adolescenti: educare in tempi di crisi; autorità e autorevolezza; comunicare bene; l’adolescenza, età di opportunità; come parlare coi figli di sessualità, dipendenze (sostanze, pornografia, smartphone…), stili di vita (alcol, fumo, alimentazione…), new media…

Il percorso formativo si rivolge anche a coloro che vogliono diventare “tutor Up2Me” attraverso la partecipazione ad una Scuola internazionale con formazione teorica e sperimentazione pratica.

Up2Me è coordinato a livello internazionale da un’equipe centrale collegata con vari team locali. È attivo un Comitato Scientifico internazionale multidisciplinare, con professori di psicologia, pedagogia, medicina, teologia e diritto.

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Il Ministro Speranza ai promotori della campagna “Un vaccino per tutti”: “Massima attenzione su questi temi”

Il Ministro Speranza ai promotori della campagna “Un vaccino per tutti”: «Gli stati stanno convergendo. Complessa, ma necessaria la procedura di trasferimento del know how ai Paesi più poveri».

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha incontrato nella mattina del 17 giugno 2021 una delegazione dei promotori della campagna internazionale “A Vaccine for All“, che sostiene l’accesso globale ai vaccini contro il Covid-19. A promuovere la campagna è una rete internazionale di oltre 40 organizzazioni di diversi Paesi, di varie culture e religioni.

La delegazione era composta da Mario Bruno, Presidente del Movimento politico per l’Unità (Mppu), Iole Mucciconi per Mppu Italia, da Yassine Lafram, Presidente dell’UCOII, e da Leonardo Becchetti, membro del Comitato esecutivo RETINOPERA, che hanno illustrato al Ministro della Salute l’iniziativa e in particolare il percorso sviluppato nel periodo 2020-2021 insieme ai giovani di diversi Paesi, riguardo la cittadinanza attiva e le politiche per l’unità, da cui è emersa l’esigenza della campagna “Un vaccino per tutti”, compresi i Paesi più poveri del mondo.

“Un male comune globale può essere sconfitto solo con un bene comune globale, la vaccinazione per tutti”, ha affermato Mario Bruno. “Per questo l’internazionalismo dei vaccini è una priorità che abbiamo voluto specificare nella campagna mondiale – ha proseguito Bruno – che chiede ai governi non solo la sospensione dei brevetti e il coinvolgimento nella responsabilità sociale delle case farmaceutiche produttrici dei vaccini, ma anche il trasferimento di conoscenze, il ‘know how’, ai Paesi meno sviluppati, perché si possa arrivare al più presto all’obiettivo del vaccino per tutti”.

Yassine Lafram ha motivato l’adesione delle comunità islamiche al progetto che guarda alla salute come un diritto irrinunciabile per tutti gli uomini di ogni condizione, convinzione e religione.

Il professor Becchetti ha sottolineato che “non si tratta soltanto di sospendere i brevetti, ma di trasferire le conoscenze e la capacità tecnologica nei Paesi che non le possiedono. Questo è lo sforzo congiunto che va fatto”.

Il Ministro Roberto Speranza ha ribadito alla delegazione la massima attenzione su questi temi e ha evidenziato l’importanza di accompagnare le decisioni dei governi con iniziative che partano dalla base. “Gli Stati stanno convergendo verso la direzione auspicata anche da questa campagna, come è emerso recentemente nell’incontro dei Ministri della Salute nell’ambito del G7 e da quello con i ministri europei. Anche se rimane complessa la procedura di trasferimento delle conoscenze specialistiche per poter produrre i vaccini anche nei Paesi più fragili, è importante accompagnare l’azione politica dei governi con una iniziativa popolare che parta dalla base e punti a una diffusione globale”. Da qui l’incoraggiamento del Ministro ai promotori della campagna e l’impegno a ricercare insieme dei momenti di confronto nell’ambito degli incontri collaterali del G20, che avrà il suo culmine a Roma il 30 e 31 ottobre.

Al Ministro Speranza è stato illustrato anche il progetto “Prevenzione, vaccino e cura per i ‘ribeirinhos’ dell’Amazzonia”, che prevede la raccolta di donazioni per garantire il diritto alla salute e ai vaccini anche per le zone del mondo abitate da milioni di persone “invisibili” e dimenticate. Le donazioni saranno raccolte attraverso il sito internet www.avaccineforall.org.

CS – AVaccineForAll – Min.Salute 18.06.2021

ARTICOLO SU CITTA’ NUOVA




Ero di fretta…

Di fretta e con molte commissioni da sbrigare, per strada m’imbatto in un giovane dalle fattezze asiatiche che si guarda attorno disorientato. Non parla italiano, ma mi mostra un foglio con scritto un indirizzo.

Quella via è un po’ lontana, ma cedo all’impulso di accompagnarvelo. Nel viale in questione trovo case costruite di recente, mancanti dei numeri civici. Dove può essere il n. 4? La ricerca si rivela più laboriosa del previsto, ma… «se qualcuno ti chiede di fare un miglio, tu fanne due», avevo letto sul Vangelo proprio prima di uscire.

Dopo altri giri, ecco il sospirato 4, segnato con un pennarello su un pilastro. Solo che ad esso corrisponde un condominio di due isolati con tre portoni. Qual è l’interno giusto?

A questo punto, da una finestra dell’isolato di sinistra si affaccia sorridente una ragazza: «Signora, siamo noi che lo stavamo aspettando». L’orientale, finora impassibile, si illumina e cerca di esprimermi la sua gratitudine. Scappo via perché si è fatto veramente tardi… E alla fine riesco perfino a completare tutte le mie commissioni

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 3, maggio-giugno 2021)

 




Il “gioco della traduzione”

Una zia di mia moglie era ricoverata in ospedale. Nota per avere una lingua pungente, parlava e sparlava di tutti e di ogni cosa vedeva il negativo, col risultato che a frequentarla erano pochi tra parenti e amici.

Quando ci è stato possibile visitarla, mia moglie ed io ci siamo accordati per “tradurre in positivo” le sue prevedibili lagnanze e recriminazioni. Infatti niente le andava bene di quello che avevamo preparato per lei… e noi, divertiti per come tutto si svolgesse secondo le previsioni, stavamo al gioco per il quale, invece, “tutto andava bene”.

Non avevamo però previsto una cosa: la zia, disorientata dalla nostra imperturbabilità, ha esaminato meglio i nostri doni e, un po’ raddolcita, quasi si è scusata per la sua ingratitudine. Dopo di che ci ha chiesto notizie dei nostri figli, di come andavano a scuola… insomma, sembrava un’altra persona.

Appena tornati a casa, i bambini ci hanno accolti con la notizia che aveva telefonato la zia: voleva congratularsi con ciascuno per come andava a scuola. Il “gioco della traduzione” aveva funzionato

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 3, maggio-giugno 2021)

 




Il fratello alcolizzato

Dopo la morte dei genitori, per mio fratello alcolizzato si era pensato di comprare un appartamentino, mentre la casa paterna l’avremmo divisa tra gli altri fratelli. Io però non ero tranquilla.

E una notte insonne, mi chiesi se prenderlo con me avrebbe portato scompiglio nella mia famiglia di cinque persone. Ne parlai con mio marito e con i figli, che furono tutti d’accordo.

Questa decisione provocò stupore negli altri miei fratelli. Di qui la loro proposta di andare ad abitare nella casa paterna, così anche per il fratello non sarebbe stato traumatico un trasferimento. In breve, qualcosa di radicalmente nuovo è cominciato fra tutti

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 3, maggio-giugno 2021)

 




L’ombrello

Sapendo che dietro i poveri e gli emarginati è Cristo che chiede di essere amato, cerco di non perdere le occasioni per farlo. Per esempio, nel bar vicino casa avevo notato un povero, soprannominato Penna, bagnato fradicio, perché quel giorno pioveva.

Sapendo che aveva avuto la tbc, e superando una certa resistenza a farmi vedere in sua compagnia, l’ho invitato a casa, per cercagli qualcosa di asciutto. I miei ci sono rimasti. «Babbo, servirebbero dei vestiti…». All’inizio non era molto entusiasta, poi però ha procu- rato un paio di pantaloni, mentre io rimediavo una giacca.

Ma la pioggia non accennava a finire… Ed io, tornando alla carica: «Babbo, e se gli dessimo anche un ombrello?». Anche quello è arrivato. Felice il povero, ma più felice io, perché ci eravamo mossi insieme per aiutarlo. Ma la cosa non è finita lì.

Giorni dopo, Penna è tornato per restituirci l’ombrello. Veramente non era quello che gli avevamo dato, era più bello. Era successo che il nostro glielo avevano rubato e qualcuno gliene aveva regalato un altro. Aveva voluto così ricambiare

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VII, n. 3, maggio-giugno 2021)