Corso di formazione alla sinodalità 2024/2025

Aperte le iscrizioni al corso di formazione alla sinodalità 2024-202

Terza edizione del Corso di formazione teologica pastorale Per una Chiesa sinodale promosso dal Centro di alta formazione Evengelii Gaudium dell’Istituto Universitario Sophia in collaborazione con la Segreteria Generale del Sinodo.

Il corso è rivolto a presbiteri, diaconi, religiosi, consacrate, operatori pastorali, laici e laiche impegnati nella costruzione di una Chiesa sinodale. Attraverso una serie di lezioni frontali e lavori di gruppo all’interno di un contesto interculturale e interdisciplinare il corso intende offrire strumenti pastorali e teologici per la sinodalità

La prima lezione si terrà lunedì 4 novembre 2024 dalle 18.00 alle 20.00 (CET).

Il corso è strutturato nei seguenti 4 moduli di 21 ore ciascuno:

  1. Percorsi aperti dalla XVI Assemblea Ordinaria del Sinodo – Novembre/ Dicembre 2024
  2. Nuove prassi in una Chiesa sinodale e missionaria – Gennaio/Febbraio 2025
  3. Iniziazione cristiana e trasmissione della fede in uno stile sinodale – Marzo/Aprile 2025
  4. Laboratori di sinodalità (in presenza e via web) – Maggio 2025

È possibile partecipare al corso completo oppure a moduli singoli.

Gli studenti potranno acquisire 3 ECTS per modulo (con obbligo di altre ore di studio ed elaborato finale); gli uditori riceveranno un certificato di partecipazione.

Il corso si terrà on line su piattaforma zoom (in diretta e in differita) con traduzioni in inglese, spagnolo e portoghese.

La partecipazione ha i seguenti costi:
€ 160 per studenti – € 40 euro/modulo
€ 100 per uditori – € 25 euro/modulo

Le iscrizioni sono aperte dal 17 giugno 2024; per informazioni: www.sophiauniversity.org/it/centro-evangelii-gaudium-2/

Scarica il programma.
Link per le iscrizioni: per studenti: bit.ly/3VsgbrM; per uditori: bit.ly/3VOc5dN

 




Preti (sempre) di corsa

Sacerdoti podisti: la “chiesa in uscita” nel mondo dello sport

di Pasquale Castrilli

13 maggio 2022. Al Sandro Pertini Park di Grosseto va in scena il XVIII Campionato Europeo Master Non Stadia (EMACNS). Tra i 1219 atleti partecipanti ci sono anche don Franco Torresani e padre Vincenzo Puccio, due preti runners che masticano pane e atletica da quando erano ragazzini e hanno una carriera podistica costellata di tante soddisfazioni.

Entrambi i sacerdoti disputano la gara 10km. Puccio conclude con il terzo posto di categoria in 33’41’’, Torresani con il secondo posto di categoria in 35’47’’. Il tempo sembra non passare per questi due “don” non più giovanissimi (classe 1962 per Torresani, 1974 per Puccio) che uniscono l’Italia dal Trentino alla Sicilia e che si difendono ancora egregiamente nelle rispettive categorie.

Tempi cronometrici di spessore a Grosseto, palcoscenico unico per i due capitani dei pretisempredicorsa, il gruppo di religiosi podisti che coniugano impegno sportivo e testimonianza.

Il progetto

Pretisempredicorsa nasce cinque anni fa da una scoperta: sono tanti i sacerdoti in Italia e nel mondo che corrono. La maggior parte come amatori altri, come i due citati, veri e propri talenti riconosciuti e apprezzati a livello nazionale. La scintilla ispiratrice è la partecipazione nel 2017 e 2018 alla Supermaratona dell’Etna, una gara di 43km con 2900 metri di dislivello che si corre sulle pendici dell’Etna ogni anno il secondo sabato di giugno. In quei due anni partecipò una singolare staffetta intitolata alla Evangelii Gaudium, l’esortazione apostolica di papa Francesco del 2013, composta da tre sacerdoti e arrivata al traguardo al primo posto nel 2018. Un libretto consegna alla storia questa partecipazione raccontando i retroscena della gara, la preparazione, la vita dei sacerdoti protagonisti di una giornata straordinaria (Evangelii Gaudium. La staffetta dei sacerdoti runners sulle pendici dell’Etna, Missionari OMI editrice 2019).

Raccogliendo materiali, fotografie e classifiche, negli anni della pandemia viene pubblicato un secondo libro (Preti (sempre) di corsa, Missionari OMI editrice 2020). Questa volta si tratta di 15 interviste a sacerdoti runners che raccontano la propria fede e la passione per lo sport e la corsa a piedi in particolare Tra questi anche un vescovo, mons. Jean Paul Vesco, domenicano francese, attuale vescovo di Algeri capace di correre in età giovanile la maratona di New York sotto le tre ore.

Chi sono i preti runners

Ci sono varie maniere di vivere e interpretare la corsa a piedi. Anche tra i pretisempredicorsa c’è chi predilige le gare brevi, molti amano le lunghe distanze, qualcuno corre i trail e le gare in montagna.

Don Piergiorgio Tomasi, salesiano veneto, ha corso per più di 30 edizioni la 100km del Passatore che ogni anno unisce Firenze a Faenza a fine maggio. Don Pino Fazio, parroco in Calabria, partecipa a gare di endurance come 6ore o le 8 ore. Don Marco Carletto è tra gli organizzatori della messa della maratoneta che si celebra da alcuni anni alla vigilia della maratona di Venezia. Don Carlo, parroco a Fasano (Br), corre le 10km mentre don Ravaglia, parroco a Russi (Ra), conta partecipazioni a varie maratone.

Padre Zweli (a destra) durante una maratona in Sudafrica nel 2024

All’estero ci sono padre Zweli Mhlotswa, missionario OMI, che ha corso varie edizioni della Comrades Marathon, padre Sante Ronchi che ha partecipato a gare trail sulle Ande nel Sud del Venezuela. Don Marco ha vissuto una felicissima stagione missionaria e podistica a Nueva Helvetia in Uruguay e padre Rock Frechette, passionista di origine statunitense, ha raccolto numerosi fondi per la martoriata situazione dell’isola di Haiti.

Un progetto solidale

E la solidarietà è perfettamente inserita nella vita dei pretisempredicorsa. L’attività sportiva crea naturalmente vicinanza, amicizia e interesse per gli altri. Padre Gabriele a Livorno organizza pellegrinaggi di corsa sul lungomare e al santuario della Madonna di Montenero in collaborazione con l’AVIS e altre associazioni locali. Nel tempo ha raccolto fondi per l’ospedale pediatrico di Betlemme.

In anni recenti sono stati consegnati materiali sportivi nel quartiere Camp Luka di Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo e a Palo Gordo nella periferia di San Cristobal in Venezuela. Palloni, scarpe da running in buone condizioni, birilli, magliette ed altro per avviare al gioco e allo sport bambini e ragazzi dei Paesi del Sud del mondo.

Il sito dei sacerdoti runners pretisempredicorsa.it riporta notizie, articoli, partecipazione a gare, foto e segnalazioni varie. Altri sacerdoti si sono aggiunti negli anni alla community dei sacerdoti corridori. Per ciascuno di loro nel sito c’è una scheda di presentazione. La rubrica ‘Correre con lo Spirito’ su podisti.net, sito molto conosciuto dai corridori nostrani, da cinque anni racconta di questi sacerdoti che trovano nella corsa a piedi un luogo di dialogo con il Creatore, con il Creato e con i suoi abitanti. Una chiesa che esce per incontrare e condividere. Anche nel mondo dello sport.

Per rimanere in contatto, richiedere i libri o contattare l’autore: pax1902@gmail.com  www.pretisempredicorsa.itwww.pasqualecastrilli.it




Genfest in diverse città italiane

Dal 26 al 30 luglio centinaia di giovani a Lamezia da tutto il Sud Italia per il Genfest. Negli stessi giorni, i giovani dell’Italia settentrionale e del centro si ritroveranno a Loppiano, in Toscana.

Lamezia Terme si prepara ad accogliere centinaia di giovani da tutto il Sud Italia e dalla Sardegna dal 26 al 30 luglio. Nella città della Piana, al centro della Calabria, si svolgerà il Genfest, uno dei grandi eventi che hanno accompagnato la nascita del Movimento dei Focolari e la sua parte giovanile. Le regioni del Sud Italia e la Sardegna, in una simbolica staffetta subito dopo l’evento brasiliano, ripropongono la stessa iniziativa a livello locale attraverso un percorso immersivo e pratico di conoscenza della cultura della pace, della fraternità e della solidarietà. Per l’edizione di quest’anno, per l’Italia meridionale e le isole,  è stata scelta la diocesi di Lamezia Terme dove centinaia di giovani avranno la possibilità di raccontarsi, conoscere i testimoni, vivere esperienze nelle realtà del terzo settore, del volontariato, dell’impegno civico.

https://www.focolaritalia.it/events/genfest-lamezia-terme/

PRENOTAZIONI GENFEST LAMEZIA

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Progetto di volontariato MilONGa-Genfest TOSCANA
Dal 13 al 19 Luglio il volontariato in gruppi si svolgerà in varie associazioni e organizzazioni dislocate sul territorio toscano , nelle città di : Firenze, Grosseto, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia e Prato.
Il 19 Luglio i partecipanti partiranno dalle varie città per riunirsi tutti insieme a Loppiano, Incisa Valdarno (FI).
Il 20 e 21 Luglio a Loppiano, saranno organizzati workshop in ambiti di interesse collegandoci col Brasile, fino al pomeriggio di domenica 21 Luglio.
Info : giovanitoscanafocolari@gmail.com

Scopri i progetti nelle singole città!

Genfest MilOnga Toscana ASSOCIAZIONI

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GENFEST ROMA

 

PER INFO: genfestroma2024@gmail.com

Per rimanere aggiornati sulle ultime novità, è possibile visitare il sito del genfest internazionale: www.genfest.org

L’Evento Centrale, che corrisponde alla seconda fase del Genfest, sarà trasmesso in streaming in più di 120 paesi e riunirà migliaia di giovani di tutto il mondo che aderiscono all’esperienza della fraternità universale.

Il programma del festival, la cui prima edizione risale a più di cinquant’anni fa e che quest’anno si svolgerà per la prima volta in America Latina, prevede tanta musica, coreografie, condivisioni di esperienze, buone pratiche e percorsi tematici. Una delle particolarità di questa seconda fase sarà la Band del Genfest, protagonista dell’animazione musicale del programma.

Un altro highlight sarà la presenza del gruppo internazionale Gen Verde, che parteciperà a tutte le fasi del festival.

Il Genfest vuole sensibilizzare e coinvolgere il maggior numero possibile di giovani nella costruzione di un nuovo paradigma culturale fondato sulla fraternità e sulla cura dell’ambiente, con un’attenzione particolare alle persone in condizione di vulnerabilità sociale. Oltre alle esperienze individuali e collettive realizzate dai giovani stessi, il Genfest ospiterà anche alcuni specialisti, chiamati “spark changers”, le cui conoscenze saranno di aiuto e ispirazione per la costruzione di questa nuova cultura.

Tra gli specialisti che hanno confermato la propria presenza vi sono l’economista, saggista e giornalista italiano Luigino Bruni (direttore scientifico di The Economy of Francesco); il coordinatore generale del Progetto Living Peace per l’educazione alla pace Carlos Palma, dell’Uruguay; la co-curatrice del Padiglione delle Filippine alla Biennale di Venezia 2023, Choie Funk; la consigliera e consulente indigena dell’AMIT (Associação das Mulheres Indígenas Tukano) Myrian Vasques, del Brasile; e il cantante, rapper e attivista brasiliano Jander Manauara.

https://www.unitedworldproject.org/workshop/seconda-fase-del-genfest-un-programma-intenso-e-una-diretta-streaming-in-piu-di-120-paesi/

https://www.unitedworldproject.org/workshop/il-tronco-e-i-suoi-rami-i-genfest-nel-mondo/




L’ambasciatore del Baskin, il BASKet INclusivo

Federico Vescovini, noto imprenditore del settore metalmeccanico e la sua esperienza con un modo nuovo di praticare lo sport

In principio fu Cremona. Correva l’anno 2001. Antonio Bodini è un ingegnere di professione, padre di cinque figli, tra cui Marianna, una ragazza disabile nata prematura. L’invenzione è semplice come l’uovo di Colombo, ma è una rivoluzione copernicana, l’uomo e la donna e non il gioco sono al centro di ogni attività sportiva.

La persona sia essa normodotata, talentuosa o con limitazioni di qualsiasi genere e neofita, nella condizione in cui si trova può essere messa in grado di giocare in modo competitivo a baskin insieme agli altri. Il campo è lo stesso, le regole cambiano, si adattano e s’immedesimano con le persone per permettere a chiunque una reale partecipazione competitiva al gioco. È come se l’uomo vitruviano, simbolo dell’arte rinascimentale, fosse stato disegnato al centro di un pallone da basket.

Nelle nuove regole, nate dalla sperimentazione e dai suggerimenti dei ragazzi, si aggiungono, ai due canestri tradizionali, ulteriori quattro canestri a metà campo e i ruoli dei giocatori, che compongono una squadra di uomini o donne che siano, riflettono le abilità al gioco in funzione di esperienza, capacità atletica e presenza di limitazioni fisiche o cognitive. Il regolamento funziona e tutti possono o meglio debbono dare il proprio contributo alla squadra per la vittoria.

Si chiama Baskin proprio perché è BASKet INclusivo e possono giocare uomini, donne, disabili, normodotati, anziani e bambini. La partecipazione è aperta a chiunque. L’idea ad Antonio Bodini nasce in casa, si sviluppa con Fausto Cappellini, professore di educazione fisica e si afferma ai massimi livelli mondiali in termini di applicazione concreta di inclusività e democraticità.

Federico Vescovini

Federico Vescovini è un affermato imprenditore di Sbe Varvit SpA un’azienda leader mondiale nella produzione di giunti meccanici di fissaggio di alta qualità che sono di fondamentale importanza per molti settori industriali. Decisivi sono gli incontri. A Udine, dove vive, conosce un professore di educazione fisica che l’anno seguente subisce un grave incidente che lo costringe in carrozzina. Il professore gli scrive una mail per fargli una proposta. La mail viene cestinata e poi recuperata.

L’imprenditore, infine, incontra il professore. «Mi introduce al Baskin – spiega Federico Vescovini -, il primo sport inclusivo e competitivo allo stesso tempo capace di mettere insieme tutti nella stessa squadra. Comprendo subito che è uno sport candidato a contribuire in modo fondamentale a quel mondo di fraternità che sa includere e valorizzare le differenze, quel mondo unito, che ho in cuore e che sognava Chiara Lubich».

Fatti e non parole, così si ama il prossimo. Federico Vescovini non perde tempo, finanzia la start up Zio Pino Baskin. A distanza di un anno ci sono già due squadre a Udine. Dopo quattro anni, le squadre salgono a 12 nella Regione Friuli-Venezia-Giulia.

Quest’anno la grande soddisfazione. La Zio Pino Baskin di Udine vince il campionato italiano e Antonio Bodini diventa Ufficiale al Merito della Repubblica.

L’ambasciatore del Baskin, così ama definirsi Federico Vescovini perché il suo lavoro lo porta in molti Paesi e, dovunque si trovi promuove in Slovenia, Croazia, Serbia, Albania, Egitto, il basket inclusivo, superando non pochi ostacoli e pregiudizi.

E ora una nuova iniziativa: il sogno di portare gli sport inclusivi al comitato dei Giochi del Mediterraneo del 2026 a Taranto. «Inserire oltre alle competizioni per normodotati e per diversamente abili anche gli atleti appartenenti agli sport inclusivi come il Baskin. Sarebbe la prima volta in una manifestazione internazionale e sono convinto che i valori universali insiti in questi sport rappresentino un segnale importante di fraternità per il Mediterraneo».

Due discorsi lo hanno ispirato. Il primo è di Papa Francesco a Marsiglia, del settembre del 2023. Citò l’esempio del “sindaco santo” Giorgio La Pira che vide il Mediterraneo non solo come un luogo di conflitti, ma come una opportunità per «l’inizio e il fondamento della pace tra tutte le nazioni del mondo». Tutte le grandi visioni, profezie, non si fermano all’esistente. Partono dal reale, ma sognano di «allargare le frontiere del cuore, superando barriere etniche e culturali». Il Mediterraneo può diventare un mare che unisce.

È anche il sogno di Margaret Karram, presidente dei Focolari, nata e cresciuta ad Haifa in Israele che, nel settembre del 2023, disse che «un Mediterraneo della fraternità dimostra come le differenze ci facciano progredire e ci permettano di superare le frontiere (…) È un’utopia? Il passato ci insegna che non lo è. Lo conferma anche lo storico inglese David Abulafia che ha spiegato che per la maggior parte dei secoli passati, anzi dei millenni, la caratteristica del Mediterraneo è stata “integrativa”».

Integrazione e inclusività sono tipiche del Baskin che oggi è presente in 18 regioni Italiane con 182 Associazioni Sportive Dilettantistiche con oltre 6300 tesserati di cui circa 3400 atleti con disabilità. La crescita della disciplina è stata accompagnata inizialmente dall’Associazione Baskin fino ad arrivare a strutturarsi nel 2019 nell’Ente di promozione paralimpico EISI.

Fu il Presidente Mattarella venuto a conoscenza di questo sport inclusivo e approfondendo le difficoltà incontrate per riuscire a classificarlo idoneo ad entrare a tutti gli effetti parte di una federazione sportiva che fondò nel 2019 la EISI, l’ente nazionale degli sport inclusivi, la prima federazione sportiva del suo genere a livello mondiale. La fondazione di questa nuova federazione ha favorito l’ideazione e sviluppo di altri sport inclusivi quali il calcetto, le bocce ed altri ancora.

Baskin in Slovenia

Anche a livello internazionale, proprio per il suo approccio universale ed inclusivo, il Baskin si è rapidamente diffuso e oggi conta più di 20.000 atleti in tutta Europa. Oltre all’Italia, il Baskin viene regolarmente praticato in Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Lussemburgo, Belgio, Inghilterra, Slovenia, Croazia, Serbia, Albania, Grecia e Senegal.

Il Baskin sarà presente nella piazza sant’Antonio di Trieste fino al 5 luglio per le Settimane Sociali dei cattolici in Italia come buona pratica di impegno civile, di dedizione al bene comune, di partecipazione e di testimonianza dei valori repubblicani.

«È il sogno – conclude Federico Vescovini – di attivare processi tentando di costruire “dal basso” un mondo migliore, che valorizza le diversità per una società che viva nella quotidianità concrete azioni di inclusione e di pace».

Aurelio Molè

https://www.ziopinobaskinudine.it

https://www.baskin.it




Luglio 2024

«Il Signore è il mio pastore non manco di nulla» (Sal 23[22],1).

Il Salmo 23 è uno dei salmi più conosciuti e amati. Si tratta di un cantico di fiducia e al contempo ha un carattere di gioiosa professione di fede. Colui che prega lo fa come appartenente al popolo d’Israele, al quale il Signore ha promesso per mezzo dei profeti di essere il loro Pastore.

L’autore proclama la propria personale felicità di sapersi protetto nel Tempio (1), luogo di asilo e di grazia ma vuole, in egual modo, con la sua esperienza, incoraggiare altri alla fiducia nella presenza del Signore.

«Il Signore è il mio pastore non manco di nulla».

L’immagine del pastore e del gregge è molto cara a tutta la letteratura biblica. Per comprenderla bene dobbiamo andare col pensiero nei deserti aridi e rocciosi del Medio Oriente.

Il pastore guida il suo gregge che si lascia condurre docilmente, perché senza di lui si smarrirebbe e morirebbe. Le pecore devono imparare ad affidarsi a lui, ascoltando la sua voce. Egli è soprattutto il loro costante compagno di viaggio.

«Il Signore è il mio pastore non manco di nulla».

Questo salmo ci invita a rinforzare il nostro rapporto intimo con Dio facendo l’esperienza del suo amore. Qualcuno potrà domandarsi come mai l’autore arriva a dire che “non manca di nulla”?

La nostra esperienza quotidiana non è mai esente da problemi e da sfide, di salute, familiari, di lavoro, ecc. senza dimenticare le immani sofferenze che vivono oggi tantissimi fratelli e sorelle nostri a causa della guerra, delle conseguenze del cambiamento climatico, delle migrazioni, della violenza…

«Il Signore è il mio pastore non manco di nulla».

Forse la chiave di lettura sta nel versetto in cui si legge “perché tu sei con me” (Sal 23,4). Si tratta della certezza nell’amore di un Dio che ci accompagna sempre e ci fa vivere l’esistenza in modo diverso.

Scriveva Chiara Lubich: «Una cosa è sapere che possiamo ricorrere ad un Essere che esiste, che ha pietà di noi, che ha pagato per i nostri peccati, e un’altra è vivere e sentirci al centro delle predilezioni di Dio, col conseguente bando d’ogni paura che frena, d’ogni solitudine, d’ogni senso di orfanezza, d’ogni incertezza. […] La persona sa di essere amata e crede con tutto il suo essere a questo amore. Ad esso si abbandona fiduciosa ed esso vuol seguire. Le circostanze della vita, tristi o gioiose, risultano illuminate da un perché di amore che tutte le ha volute o permesse»(2).

«Il Signore è il mio pastore non manco di nulla».

Ma colui che ha portato a compimento questa bellissima profezia è Gesù che, nel Vangelo di Giovanni, non esita ad autodefinirsi il “buon Pastore”. Il rapporto con questo pastore è caratterizzato da una relazione personale ed intima “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me” (Gv 10,14-15).

Egli le conduce ai pascoli della sua Parola che è vita, in particolare la Parola che contiene il messaggio racchiuso nel “Comandamento nuovo”, che, se vissuto, rende “visibile” la presenza del Risorto nella comunità riunita nel suo nome, nel suo amore (3).

A cura di Augusto Parody Reyes e del team della Parola di Vita

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1 Cf. Sal 23,6
2 C. Lubich, L’essenziale di oggi, ScrSp/2, Città Nuova, Roma 19972, p. 148.
3 Cf. Mt, 18, 20.




Gorizia e Nova Gorica: “Vivere la pace Go25”

Da sempre tra i membri della nostra piccola comunità di Gorizia, appartenenti al Movimento dei Focolari, c’era il desiderio di poterci incontrare con la comunità slovena e condividere qualche momento insieme per rinsaldare il nostro legame di unica famiglia del Movimento, ma per diverse circostanze, prima fra tutte la difficoltà della lingua, non eravamo mai riusciti a progettare niente. Ma nel 2022 si è saputo che Gorizia sarebbe stata nel 2025 capitale della Cultura Europea assieme a Nova Gorica e questo l’abbiamo visto come segnale da cui partire.

Nel marzo del 2022 in occasione dei Santi Patroni della città Ilario e Taziano, il tema scelto per le celebrazioni fu “Gorizia porta aperta” a ricordo della visita che papa Giovanni Paolo II fece trent’anni prima alla nostra città.

Tra i diversi eventi proposti c’era una biciclettata che partendo da Gorizia andava a visitare le tre chiese di Nova Gorica proprio perché “se si vuol essere aperti prima bisogna conoscersi” e ci è stata chiesta una collaborazione per l’organizzazione di questa uscita.

Ci è sembrata una bella occasione per metterci a disposizione della Diocesi e poter così fare il ciak anche con la comunità slovena coinvolgendola nell’organizzazione.

Ci siamo così ritrovati tra gli aderenti delle comunità italiana e slovena ed è stato un momento molto forte perché si sentiva che era tanto atteso da entrambi e tanta la voglia di fare qualcosa insieme. La manifestazione è riuscita benissimo.

Nel programmare le iniziative in vista del 2025 abbiamo pensato che si poteva proporre nelle scuole sia italiane che slovene, il progetto vivere la pace sull’esempio dell’esperienza di Trento, per sensibilizzare i bambini e i ragazzi delle scuole proponendo una cultura nuova di fratellanza proprio in questo nostro territorio di confine. Questa poteva essere l’occasione per iniziare una collaborazione diretta con i nostri del Movimento dei Focolari che vivono in Slovenia.

Così ci siamo trovati per la stesura del progetto “Vivere la pace Go25” che abbiamo poi presentato a tutte le scuole dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado sia di Gorizia e di Nova Gorica.

Ovviamente ci sono delle differenze nel sistema scolastico tra le due proposte ma il progetto resta uguale: “Educare alla pace non si insegna in modo nozionistico, ma è un esercizio che si trasmette con l’esempio nella vita di tutti i giorni, in famiglia a scuola, sul lavoro. Valori come rispetto, fiducia, libertà, onestà, sincerità, dialogo, si possono realizzare e ci portano a vivere in pace perché la pace è possibile se comincia “da me”.

Abbiamo deciso di aderire insieme al Progetto Living Peace International che da anni promuove il Dado della Pace e altre metodologie, collegando le scuole in una rete globale.

Nell’anno scolastico 2023-2024 hanno aderito alla proposta ben 12 scuole di Gorizia: 6 asili, 3 elementari, 3 medie per un totale di 327 bambini-ragazzi.

A partire da novembre ci siamo incontrati diverse volte con le insegnanti che hanno aderito al progetto e abbiamo presentato il Dado della pace e del materiale da poter utilizzare, ma lasciando piena libertà di gestire come meglio credevano le loro iniziative.

Abbiamo creato una chat dove le insegnanti potevano aggiornare e inserire foto delle attività che stavano svolgendo creando così un bello scambio di idee. Insieme poi abbiamo progettato la festa finale con l’esposizione di tutti i lavori e attività che erano state svolte durante i mesi precedenti. Purtroppo per motivi burocratici non siamo riusciti ad organizzare l’evento insieme tra le scuole di Gorizia e Nova Gorica ma confidiamo nel prossimo anno.

Venerdì 24 maggio in una bellissima mattinata di sole, per nulla scontato, si è svolta presso l’oratorio del duomo di Gorizia la festa conclusiva del progetto “Vivere la pace Go-25” che ha visto la partecipazione di più di 300 bambini -ragazzi accompagnati dai loro insegnanti. Una festa di colori a iniziare dalle magliette diversificate per ogni scuola, alle bandiere appese e ai tanti cartelloni dei lavori svolti che facevano da cornice a tutto il campo. Era davvero uno spettacolo veder arrivare bambini dell’asilo in fila perfetta che si tenevano per mano e che riconoscevano il loro cartellone appeso o ti dicevano sorridenti che loro erano venuti per la festa della pace.

Proprio per conciliare le esigenze dei bambini piccoli il programma pensato è stato molto semplice ma tanto partecipato. Aiutati da due pagliacci speciali “Gibì e Doppiaw” tutte le scuole si sono presentate con un “urlo di battaglia” a cui è seguito un gruppo strumentale delle medie che ha suonato e cantato “l’Inno alla gioia”.

E’ stato poi presentato brevemente il progetto “Vivere la pace Go 25” spiegando che volevamo essere dei veri testimoni di una nuova cultura nella nostra città perché la pace parte da noi e dobbiamo tutti essere protagonisti e costruttori della pace e che per aiutarci abbiamo imparato ad utilizzare il “Dado della pace” (ne avevamo uno grande 50x50cm) con cui abbiamo già iniziato a fare tante esperienze concrete che erano riportate sui cartelloni appesi.

Altro momento significativo è stato quello della ricomposizione del grande mandala (200x200cm). Ogni classe aveva ricevuto in precedenza una parte (50x50cm) che i bambini-ragazzi potevano colorare ogni volta che facevano un atto di gentilezza.

A turno ogni classe è stata invitata ad incollare il proprio pezzo colorato sulla matrice grigia a significare che con il nostro modo di comportarci possiamo cambiare la nostra città da grigia e triste in una colorata e felice.

I bambini di una scuola elementare hanno presentato la storia del “Fiore della vita”, fiore che viene minacciato da un re prepotente ma che solo la cura di una bambina riuscirà a salvare. Si sono intervallati bangs, semplici coreografie e canzoni sia in italiano che sloveno.

Alla fine si è cantato Eveno Shalom in italiano, sloveno, inglese, ebraico e arabo. Prima dei saluti finali ogni classe ha ritirato un pezzo del grande mandala, ma non il proprio ma quello colorato e firmato dai bambini di un’altra classe.

Il progetto proseguirà anche il prossimo anno sia a Gorizia che a Nova Gorica e si auspica che al termine dell’anno scolastico si possa prevedere una festa tra bambini e ragazzi italiani e sloveni in un punto significativo del vecchio confine con l’installazione di un grande Dado della pace.

Antonella Gaggioli




Vivere ogni giorno ed in ogni occasione per la pace

Da tanto tempo ormai, da ogni dove, si parla di pace, di costruire la pace. Questo mi porta spesso a chiedermi se, nel mio piccolo, nella mia vita quotidiana, so portare la pace, sono strumento di pace. Con questo desiderio/impegno in cuore, vedo che se sono attenta, le occasioni di essere questo strumento, Dio me le fa vedere.

Due piccoli fatterelli.

In quest’ultimo periodo, ho viaggiato spesso in treno portandomi un libro da leggere, cosa che mi piace molto, ma anche perché ormai sui treni, quasi sempre le persone si isolano col loro smartphone o col pc”.

Durante un viaggio di diverse ore, di ritorno da Firenze, ero seduta accanto ad un giovanotto, col quale avevamo scambiato qualche parola. Nei 4 posti, del settore accanto, avevano preso posto tre signore le quali, volendo riempire le lunghe ore di viaggio, avevano iniziato una partita a carte.

Essendo però i posti riservati, ne avevano occupato uno non loro. Alla prima fermata, sono salite 4 persone, una delle quali, vedendo il suo posto occupato ha cominciato a inveire; una reazione forte, inaspettata, che ha lasciato tutti un po’ sgomenti.

Essendo liberi i due posti di fronte a me, gentilmente, ho chiesto al giovanotto che mi era accanto, se era contento di spostarsi, così le tre signore potevano rimanere vicine. Ha detto un sì immediato, anche perché si era creato un po’ di trambusto e di malumore nelle tre signore, perché avevano dovuto interrompere la loro partita.

Spostatesi ho detto loro: “Continuate pure a giocare, a cosa giocate?” “A burraco”. “Che bello”, ho detto. E loro: “Conosce questo gioco?”. “Sì”. “Allora giochi con noi…abbiamo diverse ore per farlo…”

Sono così trascorse un paio d’ore, tra una parola e l’altra, un po’ di condivisione, scusando da parte mia, anche il comportamento di quella signora, che forse si era comportata così, perché un po’ stanca. Ho visto che dopo un po’ la loro reazione di nervosismo, si era cambiata in serenità.

Quando per me è arrivata l’ora di scendere, mi hanno detto: “Peccato, speriamo di rivederci ancora e grazie, grazie davvero”!

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Sono di ritorno da Imperia, due ore di viaggio. Alla fermata successiva alla mia, sale una signorina con un enorme valigione. “La lasci pure qui accanto a noi – le dico – tanto ci sono dei posti liberi”.

A Savona sale una signora, nervosamente ci chiede di spostare la valigia, perché vuole sedersi proprio lì. Gentilmente le facciamo notare che più avanti ci sono dei posti liberi.“Non mi dovete dire voi dove mi devo sedere…” risponde e si immerge nel suo smartphone. Passa un’ora così, senza alzare lo sguardo, scura in volto.

Nel frattempo la signorina è scesa col suo valigione.

Mi addolora vedere quella signora così triste e chiedo a Gesù che, se vuole, mi aiuti a farle tornare il sorriso. Siamo quasi a Genova, quando mette in borsa il suo smartphone e tira fuori uno spray. “Che buon profumo – le dico. “E’ un disinfettante” mi risponde.

“E’ proprio buono – ripeto – non riesco più a sentire l’odore dei disinfettanti, ma questo è buono”. Comincia a parlare, mi dice che è stanca, ogni mattina parte alle 6 per raggiungere Savona. “Ora finalmente a casa riposerà!” le dico. “Proprio no, comincia il lavoro in casa, con il figlio…”.

Continua a raccontare, ma sorride, non sembra proprio la persona ‘arrabbiata’, salita sul treno un’ora prima. Ci salutiamo con una stretta di mano, augurandoci di viaggiare ancora insieme.                

Natalina




Educazione chiama politica, un patto per le giovani generazioni

A Bergantino i candidati sindaco stringono un patto di collaborazione a favore delle nuove generazioni. Qualunque sia l’esito del voto elettorali

È festa nella sala consigliare del Comune di Bergantino in provincia di Rovigo. È quando i due candidati sindaco stringono un vero e proprio Patto di reciproca collaborazione per i futuri progetti formativi a favore del mondo giovanile ed adulto. Passi da sviluppare dopo le elezioni, ma che oggi qui, in questa sala, assumono valore simbolico che va oltre il rito delle elezioni stesse. Chiunque vinca. Perché quel che conta è credere che un modo diverso di aver cura del bene comune e di far politica è possibile.

Commovente il momento delle firme su un documento che richiama alla collaborazione, all’unità di intenti nella consapevolezza che le nuove generazioni sono il bene più prezioso da valorizzare e da custodire, il vero tesoro dell’umanità.

Ad una settimana dal voto, in pieno clima di campagna elettorale con le sue diverse prospettive politiche, il 3 giugno 2024 a Bergantino è una giornata controcorrente per la firma di un Patto per l’educazione. Un obiettivo tenacemente voluto dai due candidati sindaco, Adriano Stefanoni e Gianni Fortuna. Un atto non solo simbolico ma di rottura nei confronti di certe sterili prassi consolidate dove gli schieramenti devono per forza opporsi su tutto, screditandosi a vicenda.

Leggi tutto su Città Nuova

 




Premiazione Concorso nazionale per le scuole: per sperare e costruire

Vedi anche: https://www.focolare.org/2024/05/22/concorso-nazionale-per-le-scuole-per-sperare-e-costruire/




Il ponte tibetano

Gettare il seme: non trattenerlo per sé, ma seminarlo con larghezza e fiducia. Di notte o di giorno: il regno cresce silenziosamente anche nel buio delle nostre notti (1).

Mi sento come se fossi su un ponte tibetano: due anni da quando sono arrivata al san Vitaliano, due anni alla pensione.

Guardo indietro o guardo avanti? Se guardo indietro vedo il percorso fatto fin qui: i primi passi incerti su un panorama tutto nuovo, contraddizioni e conferme, crisi e riprese.

Se guardo avanti intravedo un orizzonte di sollievo ed incertezza in cui il futuro tremola un po’ come l’aria nelle giornate torride dell’estate.

Il mio ponte oscilla sotto la spinta delle emozioni contrastanti, della tensione tra passato e futuro. Mi afferro alle corde del presente, di oggi, nuovo giorno che si affaccia dopo una notte quieta.

Chi mi tiene in equilibrio? Io ho paura dell’altezza ma il ponte è fatto di assi solide: passo dopo passo procedo tranquilla perché c’è una forte intesa con chi divide le ore di lavoro con me: è una sintonia di intenti, di modalità di reazione, un confronto costante che mi mette in discussione e mi fa crescere (ancora!).

Il mio cammino è fatto anche di momenti di sosta, per raccogliere le forze e ripartire, per ascoltare e condividere, è fatto di lacrime lasciate scorrere e dell’abbraccio di una OSS che mi sorprende come il sole che nonostante tutto sorge ancora.

Qualcosa in questi due anni è stato seminato, al termine del mio ponte, forse qualcuno raccoglierà.

Paola Garz

1 Letizia Magri e team Parola di Vita

 




AMU: Azione Per Un Mondo Unito ETS

Da oltre 30 anni contribuiamo al raggiungimento del più alto grado possibile di reciprocità tra persone, comunità e popoli; rafforzandone le capacità per liberare il proprio potenziale di sviluppo.

Insieme alle comunità protagoniste del proprio sviluppo

Impegnarsi per arrivare al Mondo Unito è un’utopia? È la domanda che i fondatori dell’AMU si sono posti ben oltre trent’anni fa, in un mondo del tutto diverso da quello nel quale viviamo oggi. Ora come allora, il sogno dell’unità era l’obiettivo a cui tendere per superare le ingiustizie e gli squilibri che affliggono popoli e nazioni diverse tra loro – come pure classi o strati sociali all’interno delle medesime – generando marginalità ed esclusione. Quelle che oggi Papa Francesco chiama le periferie.
Da ciò l’ideale della fraternità universale che si fa esperienza per abbracciare ogni essere umano e farci riscoprire membri dell’unica grande famiglia umana, al di là di tutte le appartenenze, convinzioni, status.

Come lavoriamo

Vediamo ogni persona come custode di enormi potenzialità e talenti, e nello stesso tempo come portatrice di bisogni da soddisfare per poter essere pienamente realizzata e contribuire così allo sviluppo umano e sociale della propria comunità.
Per noi lo sviluppo umano è un percorso di crescita integrale, che si compie quando tutte le dimensioni della persona trovano realizzazione: quella fisica, psicologica, sociale e spirituale. La dimensione del dono reciproco è la chiave di questo processo di sviluppo, nel quale ognuno possa ricevere ciò di cui ha bisogno e allo stesso tempo donare a sua volta ciò di cui dispone: non benefattori e beneficiari, ma tante sorelle e fratelli inseriti in questo “circuito di fraternità universale”.

Crediamo, in sintesi, in uno sviluppo di comunione fra le persone e i popoli

AMU – Azione per un Mondo Unito ETS
Via Piave n°15, 00046 Grottaferrata (RM)
Codice Fiscale 97043050588
Tel. +39 06 945 407 301

info@amu-it.eu




AFN: Azione per Famiglie Nuove Onlus

Dal 1998 promuoviamo i valori della famiglia, della solidarietà e di uno sviluppo umano sostenibile attraverso oltre 70 progetti. Siamo presenti sul territorio italiano con 6 sedi territoriali e nel mondo operiamo in 40 Paesi.

Forniamo un aiuto concreto intere comunità, ai bambini dei nostri sostegni a distanza ed allle famiglie in Italia, che affianchiamo con percorsi di formazione e sensibilizzazione alla genitorialità adottiva.

I nostri interventi sono diretti allo sviluppo dell’infanzia e dell’adolescenza in diversi contesti, sempre tenendo presente l’importanza della famiglia e della comunità di origine. Crediamo che in questo modo si possa realizzare quella crescita completa e inclusiva nella società

Azione per Famiglie Nuove Onlus

Via Isonzo 64 Grottaferrata (Roma)

codice fiscale 920 1212 0587

Per maggior informazioni: www.afnonlus.org




Daniele Ricci: esperienze in canzoni

“Vivere la Vita… inabissarti nell’amore… fare insieme la tua strada verso Lui”…

Quell'”a solo” è diventato un coro sonoro risuonato in tutta la Chiesa. La richiesta di un bis, con altre note, un coro ancora più “sentito”. Così si è conclusa l’ora di canti e esperienze di un cantautore per passione, Daniele Ricci,  per la seconda volta, ieri sera,  alla parrocchia di s. Marco a Roma. E’ il parroco che gliene ha fatto richiesta per “la forza di evangelizzazione” sperimentata da chi vi aveva partecipato.

Al cuore della serata un’esperienza forte: … giovane ingegnere, cerca x mesi lavoro… poi l’offerta di una grande industria… proprio quel lavoro che faceva al caso suo…  ma scopre… è una fabbrica di armi…!!! Caso di coscienza… lotta…

Lui stesso narra: “Di cavilli cerebrali e anche morali per accettare questo lavoro me ne venivano in mente a bizzeffe. Di questa mia angoscia ne parlavo con gli amici che condividevano con me la vita del Vangelo. Mi ascoltavano con amore, ma non mi davano soluzioni, perché la decisione, dicevano, spettava a me solo. Era lo sfondo silenzioso che mi permetteva di sentire chiara la voce della coscienza: tanti lo faranno, ma io no!

E’ stampata nel mio cuore un’immagine, di me che sto in macchina e scendo dai Castelli dove sono andato a vendere enciclopedie. Ho il sole dietro di me che illumina le macchine che procedono in senso inverso. Ed ecco, il sole in faccia a un mio collega che sale su. E’ un collega che il lavoro l’ha trovato. Lui sì, io no.  La narrazione si trasforma in canto:

E mi ricordo lacrime che scendevano mentre guidavo.
Ancora una volta niente nelle mani…
con quelle lacrime usciva dal cuore mio un grazie a Dio
E più non era dolore,  ma gioia, la gioia di avere per me Lui.
E mi ricordo lacrime che zampillavano pure dal cuore:
c’era una gioia immensa dentro me.
E non avevo perduto niente certo, io,
ma avevo fatto un altissimo volo in Dio,
avevo tutto perché ero figlio Suo, ero figlio di Dio, ero io.
E mi ricordo,  ricordo gli alberi che s’inchinavano lungo la strada,
io mi ricordo il sole che illuminava…
E  non sapevo nemmeno che alla fine del viaggio
m’attendeva un inimmaginabile messaggio,

era l’amore di Dio che guidava i miei passi
io stavo con Lui, stavo con Lui.

“Torno a casa, e c’è una notizia. Mi hanno cercato da una scuola dove ho fatto domanda di supplenza. Non sono più senza lavoro! Avrei poi vinto un concorso per la motorizzazione delle Poste… e la storia continua. Dio non si fa battere in generosità!”

E’ stato questo il momento più toccante. Firmato da un applauso scrosciante.

LE CANZONI DI DANIELE RICCI SI TROVANO SUL SUO CANALE YOUTUBE




Congresso Essere sempre famiglia

Dal 10 al 12 maggio 2024 si è svolto al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo il Congresso del Movimento dei Focolari dal titolo: “Essere sempre famiglia.Oltre confini e categorie, verso l’inclusività”. Vi hanno partecipato circa ottocento persone da ogni parte dell’Italia e dall’Albania (come Movimento dei Focolari legata territorialmente all’Italia).

L’esigenza di un Congresso comune, tra le varie realtà, diramazioni del Movimento dei Focolari – di diverse vocazioni, intergenerazionale, con diverso impegno nel sociale ed ecclesiale ecc. . . – è nata durante un Consiglio del Movimento stesso in cui i vari membri hanno deciso di concentrare le forze – tralasciando alcuni altri appuntamenti specifici – per radunarsi su un argomento che fosse trasversale, che accomunasse tutti (cosa ci poteva essere di meglio della famiglia!) e che aiutasse a fare un’esperienza di unità con la “famiglia” completa.

Il Congresso nazionale di maggio si è ripetuto e se ne stanno riproponendo altri in alcune regioni italiane, quindi più a livello locale, per coinvolgere ancora più persone.

Oltre al Congresso Essere sempre famiglia, in questo anno 2024 verrà proposto un secondo appuntamento dal 8 al 10 novembre, sempre al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo in cui, nel solco del secondo anno del Cammino sinodale ed in vista del prossimo Giubileo 2025, le tematiche affrontate saranno più di carattere ecclesiale (a breve ulteriori e maggior informazioni).

Centro Mariapoli Castel Gandolfo

Ma com’è andato questo Congresso? Come si è vissuta la sua preparazione? Chiediamo a Sara Fornaro, giornalista di Città Nuova e facente parte della commissione preparatorio del congresso, di raccontarci qualcosa.

«Se oggi dovessi lasciare questa terra e mi si chiedesse una parola, come ultima che dice il nostro Ideale, vi direi – sicura d’esser capita nel senso più esatto –: “Siate una famiglia”». A novembre 2023 siamo partiti da questa frase di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, per preparare il Congresso.

In questo gruppo ci siamo ritrovati in 14, diversi per provenienza ed età, in rappresentanza delle varie realtà del Movimento: dalle famiglie ai volontari, dai consacrati ai gen, dai separati ai dialoghi. Io rappresentavo, insieme a Miriana, il Gruppo editoriale Città Nuova.

Abbiamo cominciato ad incontrarci via Zoom una volta a settimana, dalle 21 fino (spesso) a notte fonda (sì, abbiamo superato anche la mezzanotte!). Non ci conoscevamo e non c’era un responsabile. Avevamo una “commissione di supporto”, ma era l’unità tra noi a dover metter giù un programma formativo, ma incarnato nella realtà. Soprattutto i giovani avevano chiesto di trattare tematiche di stretta attualità. Chiedevano alla “famiglia di Chiara” di vivere l’unità con testa, mani e cuore, secondo la consegna che ci ha dato Papa Francesco qualche anno fa a Loppiano.

Non doveva essere un Congresso per famiglie, ma un Congresso sull’essere famiglia, secondo le parole di Chiara Lubich. Su alcune cose ci siamo trovati sin da subito tutti d’accordo: nessuno doveva sentirsi escluso, nel Movimento c’è posto per tutti.

Quando abbiamo messo su carta le tematiche proposte la lista sembrava infinita. Come scegliere? Ci siamo lasciati guidare dalla traccia che ci era stata data: Essere famiglia, a cui abbiamo aggiunto la parola “sempre”.

Dopo lunghi confronti, abbiamo immaginato un percorso lungo tre giornate, ognuna delle quali arricchita da momenti artistici. Anche i bambini sono stati protagonisti con giochi ed esperienze, grazie ad un gruppo di animatori davvero speciali.

Siamo partiti da “siate una famiglia” di Chiara: dalle relazioni nella società, nelle famiglie, tra religiosi, sui social, per arrivare al conflitto. In ogni rapporto ci sono conflitti, che possono rivelarsi una risorsa per costruire relazioni più vere e profonde. Si è dunque parlato del superamento del conflitto tra persone di fedi religiose e politiche diverse e in famiglia e delle difficoltà delle coppie. Il secondo giorno si è aperto con l’arte di amare di Chiara: amare tutti, amare sempre, amare per primi, amare il nemico, farsi uno con l’altro, che «significa far propri i loro pesi, i loro pensieri, condividere le loro sofferenze, le loro gioie».

I giovani avevano chiesto di parlare di identità di genere e orientamento sessuale. Con gli esperti intervenuti abbiamo pensato innanzi tutto di capire i termini, a partire dall’acronimo LGBT, perché per parlare di qualcosa, bisogna conoscerne il significato. C’era il desiderio di parlare di tutto, come si dovrebbe fare in famiglia, provando ad ascoltare con il cuore.

Nel pomeriggio il tema è stato articolato in parità di genere, alleanza uomo-donna, la

donna nella Chiesa. Come diceva l’ex presidente dei Focolari Maria Voce: «Il maschile e il femminile sono due modi umani di essere persona. Ad ognuno dei due non manca nulla per essere persona, sono due persone piene, ognuna contiene l’altra, ma sono diverse. Per questo effettivamente l’uomo contiene la donna in sé, ce l’ha dentro, e la donna contiene l’uomo. Due esseri diversi, ma pieni… Insieme fanno qualcosa in più. Sono generativi».

Il terzo giorno c’è stato l’incontro con Silvia e Ray del Centro internazionale del Movimento dei Focolari, il video del Papa che ricordava che nella Chiesa – e potremmo dire nel nostro Movimento – «c’è posto per tutti, tutti, tutti», e un ricco dialogo con i partecipanti.

La cosa più bella di questo congresso, per me, è stata la condivisione con gli amici di viaggio, con i quali – nonostante le diversità – abbiamo avviato un dialogo intenso e costruttivo, col desiderio di dare un contributo, speriamo fruttuoso, al Movimento.

Per gli approfondimenti degli argomenti trattati, vedere il Dossier Essere famiglia edito da Città Nuova ed altri articoli apparsi (e che appariranno) sulla rivista cartacea e sul sito web

ad esempio https://www.cittanuova.it/amore-orientamento-sessuale

https://www.cittanuova.it/amore-tra-sfida-opportunità

https://www.cittanuova.it/educazione-alla-genitorialità

https://www.cittanuova.it/al-cuor-non-si-comanda

https://www.cittanuova.it/relazioni-abusanti




Focolare Meeting Point: fare casa

A Roma, a pochi passi da piazza Venezia, da due anni opera un centro dei Focolari aperto a tutti

Di Aurelio Molè

Nel centro storico di Roma, a pochi passi dalla Colonna traiana, da piazza Venezia, dalla Torre delle milizie, c’è una piccola chiesa non visibile da via Nazionale. Un luogo non di passaggio. Ci si accede da un piccolo slargo che si apre lungo la stretta via del Carmine.  Al civico 4 si erge la chiesa di Santa Maria del Carmine. Nel 1605 tutto ebbe inizio con la consacrazione della terra e l’inizio dei lavori, nel 1624 a spese del cardinale Odoardo Farnese, in un luogo dove si trovavano dei fienili. La gestazione fu lunga e lenta fino alla facciata in travertino del 1750. Incendi, saccheggi, lavori di restauro, anche le opere d’arte sono attraversate da prove e sofferenze, si sono susseguiti fino a pochi anni fa. Nel corso del restauro dell’affresco della Madonna del Carmine ne venne alla luce un altro, ottocentesco, raffigurante la Madonna del Carmine con il Bambino ed Angeli. La Madonna ha gli occhi socchiusi, sembra osservare chiunque da qualsiasi angolazione, come una madre che attende, accoglie, ospita. La chiesa, dal maggio del 2022, è diventata il Focolare Point, un punto di accoglienza per tutti, dalle più alte personalità religiose e civili a comuni cittadini e semplici studenti. La mission è “fare casa” a tutti quelli che vi passano sia per caso, sia per attività le più varie.

All’inaugurazione del centro “Santa Maria del Carmine Focolare Meeting Point”, il cardinale Angelo De Donatis, già vicario generale per la diocesi di Roma, disse che: «Vorremmo che chiunque si trovi a passare da qui trovi sempre una casa dove incontrarsi e fare famiglia» e «trovi la testimonianza viva del carisma dell’unità che la anima e possa accoglierlo come propulsore di fraternità». E Margaret Karram, presidente dei Focolari, aggiunse che nel Centro vede «la possibilità di offrire un percorso di formazione alla cultura dell’unità e al dialogo per lo sviluppo della fraternità dei popoli.

La caratteristica del Focolare Point è che opera in modo trasversale, accogliendo chiunque passi: visitatori occasionali, gruppi interessati, personalità di ogni sfera, religiosa, politica, laica, sociale e studenti universitari, seminaristi, giovani sacerdoti, religiose, religiosi di varie nazioni, a Roma per motivi di studio.

Giovanna Perucca, una focolarina che per 30 anni ha vissuto tra Algeria, Egitto e Tunisia, sin dall’inizio è in prima linea, con un gruppo di volontari, al Focolare Point nell’accoglienza «dove ognuno – ci spiega – trova la loro casa, un luogo caldo, ospitale, con una taverna, una sala per conferenze, dei salottini e la chiesa che si presta per concerti ed eventi». In effetti si respira un’aria semplice di famiglia, si può passare anche solo per prendere un caffè, scambiare due parole, iniziare una conoscenza. «Cerco di accogliere tutti, anche offrendo un pranzo, una pasta asciutta e un contorno, per far sentire le persone a loro agio. Non pensavo di riuscire, invece, mettendosi nell’amore e accogliendo tutti senza distinzione, passano tante persone, sia chi è di passaggio a Roma, sia chi ha avuto il nostro indirizzo, sia persone del quartiere».

A due anni dall’apertura, le attività si sono molto moltiplicate e differenziate: un Festival della spiritualità promosso da Edizioni Città Nuova e dalla comunità romana dei Focolari dal titolo Riannodare le relazioni, con la presentazione di libri e la partecipazione degli autori; concerti di musica classica del pianista Paolo Vergari o da lui organizzati; uno spazio di riflessione sui carismi con Luigino Bruni; un ciclo per conoscere i grandi artisti della storia dell’arte con Mario Dal Bello; la storia di Valter di Cera, un ex brigatista rosso e il suo incontro con Graziella De Luca, una delle prime focolarine. E poi è diventato un luogo di incontri, ogni mese un gruppo di sacerdoti e laici che appartiene ad un’associazione mariana si riunisce al Focolare Point per pregare; Carlo Cefaloni con Pax Christi e altre associazioni ha organizzato vari incontri sulla pace, sul disarmo e in vista delle prossime elezioni europee; non è mancata la presenza di gruppi di altre religioni, incontri di dialogo interreligioso, ecumenico; persino un gruppo della Finlandia; non sono mancate riunioni della Confraternita della Chiesa del Carmine e di gruppi di religiosi.

Una menzione a parte sono gli appuntamenti del giovedì in taverna con i giovani. Si tratta in gran parte di studenti fuori sede che sono a Roma per motivi di studio. Ognuno porta qualcosa da mangiare. Si cucina insieme e a cena si parla degli argomenti che ognuno propone: la situazione in Siria, in Libano, l’argomento della propria tesi, i loro sogni, temi religiosi e non.

Il nome giovedì deriva dalla contrazione della frase “giovani e dialogo”, i due ingredienti della serata. «C’è un giro variabile di giovani, un giovedì erano presenti di 15 diversi Paesi – spiega Agostino Spolti, uno dei promotori – che non sono solo legati ai Focolari, ma alle varie amicizie. È uno spazio dove i giovani non devono chiedere il permesso per portare i loro amici e invitare chi vogliono. È un’esperienza di accoglienza, di far casa, di ascolto, di creare un clima di famiglia, tra culture, generazioni e vocazioni diverse». Invitano anche degli ospiti a parlare, ma non sono delle conferenze, ma degli spazi di dialogo.

Un’altra caratteristica del Focolare Point è che all’interno vive una comunità di sacerdoti legati ai Focolari pienamente inseriti nell’accoglienza e nelle varie attività. I quattro sacerdoti sono tutti studenti delle varie università pontificie presenti a Roma e provengono da Germania, Congo e due dal Brasile, tra cui Christian Da Silva, che sarà ordinato sacerdote il prossimo 24 giugno. La loro mission, oltre la celebrazione della Messa quotidiana, è quella, come tutti, di fare casa. «Fa piacere incontrare dei sacerdoti giovani – chiosa Christian Da Silva – in particolare con gli studenti perché fanno una vita di studio, a volte di solitudine, e qui trovano dei momenti di comunione. Con 30 di loro abbiamo conosciuto Loppiano, la cittadella dei Focolari vicino Firenze. La nostra è una esperienza di servizio alla chiesa di Roma e passano anche suore, giovani studenti delle università pontificie, laici di passaggio. Non sono grandi numeri ma sono rapporti di qualità»

Si punta insomma su rapporti interpersonali e una comunità ospitale, inclusiva, dialogante. E, come diceva Jesús Morán, co-presidente dei Focolari in suo intervento del 2023 sulla missione, «Gesù in mezzo a noi rende ospitali le nostre comunità di vita, perché è Lui che apre uno spazio personale, umano-divino, dove ognuno può trovare posto e casa».

Tra i prossimi appuntamenti del Focolare Point ricordiamo dei seminari per approfondire la storia di Chiara Lubich, don Foresi e Igino Giordani e una veglia di preghiera per il prossimo Giubileo.

Inaugurazione Focolare Meeting Point – 7 maggio 2022




Giugno 2024

«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce» (Mc 4, 26-27).

Il regno di Dio è il cuore del messaggio di Gesù, di cui il vangelo di Marco vuole dare la buona notizia. Qui viene annunciato attraverso una breve parabola, con l’immagine del seme che una volta gettato nella terra sprigiona la sua forza vitale e porta frutto.

Ma cosa è il regno di Dio per noi, oggi? Cosa ha in comune con la nostra storia, personale e collettiva, costantemente sospesa tra aspettative e delusioni? Se esso è già stato seminato, perché non ne vediamo i frutti di pace, di sicurezza, di felicità?

«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce».

Questa Parola ci comunica la fiducia totale di Gesù stesso nel disegno che Dio ha sull’umanità: «[…] Per Gesù che è venuto sulla terra, per la sua vittoria, questo Regno è già presente nel mondo, ed il suo compimento, che metterà fine alla storia, è già assicurato. La Chiesa è la comunità di coloro che credono in questo Regno, ed è il suo inizio»(1).

A tutti quelli che la accolgono, affida il compito di preparare il terreno per accogliere il dono di Dio e custodire la speranza nel suo amore. «[…] Non c’è infatti nessuno sforzo umano, nessun tentativo ascetico, nessuno studio o ricerca intellettuale, che ti possano far entrare nel regno di Dio. È Dio stesso che ti viene incontro, che si rivela con la sua luce o ti tocca con la sua grazia. E non c’è nessun merito che tu possa vantare o su cui tu ti possa appoggiare per aver diritto ad un tale dono di Dio. Il regno ti viene offerto gratuitamente»(2).

«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce».

Gettare il seme: non trattenerlo per sé, ma seminarlo con larghezza e fiducia. “Di notte o di giorno”: il regno cresce silenziosamente, anche nel buio delle nostre notti. Possiamo anche chiedere ogni giorno: “Venga il tuo Regno”. Il seme non richiede un lavoro continuo, di controllo, da parte del contadino, quanto piuttosto la capacità di attendere, con pazienza, che la natura faccia il suo corso.

Questa Parola di vita ci apre alla fiducia nella forza dell’amore, che porta frutto a suo tempo. Ci insegna l’arte di accompagnare con pazienza ciò che può crescere da solo, senza l’ansia dei risultati; ci rende liberi di accogliere l’altro nel momento presente, valorizzando le sue potenzialità nel rispetto dei suoi tempi.

«[…] Un mese prima del matrimonio, nostro figlio ci telefona allarmato per dirci che la sua ragazza ha ripreso a fare uso di droga. Chiede consiglio su cosa fare. Non è facile rispondere. Potremmo approfittare della situazione per convincerlo a lasciarla, ma non ci sembra la strada giusta. Così gli suggeriamo di guardare bene nel suo cuore […] Segue un lungo silenzio, poi: “Credo che posso amare un po’ di più”. Dopo il matrimonio riescono a trovare un ottimo centro di recupero con supporto ambulatoriale esterno. Trascorrono 14 lunghi mesi, nei quali lei riesce a mantenere l’impegno “niente più droghe”. È una strada lunga per tutti, ma l’amore evangelico che cerchiamo di avere tra noi due – anche tra le lacrime – ci dà la forza di amare nostro figlio in questa delicata situazione. Un amore che forse aiuta anche lui a capire come amare sua moglie»(3).

A cura di Letizia Magri e del team della Parola di Vita

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1 C. Lubich Parola di Vita agosto 1983, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi, (Opere di Chiara Lubich 5), Città Nuova, Roma 2017, p. 268.
2 C. Lubich Parola di Vita ottobre 1979, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi, (Opere di Chiara Lubich 5), Città Nuova, Roma 2017, p. 152
3 S. Pellegrini, G. Salerno, M. Caporale (a cura di), Famiglie in azione. Un mosaico di vita, Città Nuova, Roma 2022, p. 74.




Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito APS

La nostra associazione di promozione sociale, promossa da persone facenti parte del Movimento dei Focolari, è nata a Roma nel 1991 e si impegna da sempre nella promozione di progetti solidali, innovativi e di integrazione sociale, oltre che nella formazione ambientale e di sviluppo della cultura civica ed etica.

Con l’entrata in vigore della riforma del Terzo Settore, abbiamo aggiornato il nostro Statuto per perseguire finalità di interesse generale. Operiamo a livello non solo nazionale ma anche internazionale, con raccolte fondi con cui interveniamo in Italia, Africa, India, Sud America e altre regioni del mondo, ottenendo risultati significativi.

In Italia collaboriamo con istituzioni e altre organizzazioni del terzo settore per sensibilizzare la comunità e affrontare problemi attuali attraverso raccolte fondi, seminari, conferenze, workshop e progetti di solidarietà.

La nostra missione è quella di aiutare le persone più fragili attraverso azioni filantropiche e di supporto reciproco, creando reti di solidarietà per affrontare le sfide del presente

Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito APS

Via C. Spinola, 18 – ROMA C.F. 96165390582

nuoveviemondounito@gmail.com

Per maggior informazioni, vai al sito:

https://nuoveviemondounito.it




Giornata per l’Europa 2024 a Roma

Il mio impegno di cittadino europeo nelle sfide della società

 “E’ il momento dell’unità. Ci salveremo solo insieme”! (Davide Sassoli)

Quanto cittadini e comunità italiane sono protagonisti della democrazia Europea? Un segnale non certo positivo il continuo calo dell’afflusso alle consultazioni elettorali europee. Ora siamo davanti ad un bivio: questo protagonismo diventa cruciale. E’ quanto è emerso dall’indirizzo di saluto dei rappresentanti delle istituzioni europee, il dott. Fabrizio Spada, il dott. Vito Borrelli e dalla relazione del giornalista Claudio Sardo, intervenuti all’evento promosso per la Giornata dell’Europa 2024 a Roma il 10 maggio dal comitato romano della rete europea “Insieme per l’Europa”.

Sullo sfondo dell’inquietante panorama internazionale, Sardo ha posto in luce con forza questa responsabilità. Non ha taciuto di fronte a quella che ha definito “crudele volontà di potenza”, “violazione del diritto internazionale”, manifestate dai conflitti in corso a est e a sud dell’Europa. Ed ha ricordato che, dopo “aver conosciuto l’abisso” e “toccato con mano la volontà di potenza, la follia razzista e la smania distruttrice nel secondo conflitto mondiale, “è da una promessa di pace scambiata tra i popoli, che è fiorita l’Europa”. Un’Europa che “è più dell’Unione Europea, più dell’Euro, è una civiltà, un grande patrimonio etico e sociale”. Di qui l’urgenza di una “democrazia che sia strettamente connessa al grado di giustizia e di libertà, fattori che dipendono anche dalla coscienza dei cittadini, dal modo di vivere della comunità, dai valori di solidarietà che insieme – comunità e cittadini – esprimono”, divenendo “artefici del proprio futuro”.

E sono proprio i giovani che, davanti a un pubblico vivamente partecipe, hanno testimoniato questo impegno fattivo. Come Giulia Cavalea che si è presentata quale “Ambasciatrice dell’Unione Europea” nelle scuole medie. Un’iniziativa lanciata in nome di Antonio Megalizzi, giovane giornalista appassionato di Europa, vittima dell’attentato a Strasburgo del 2018. Un sogno il suo portato avanti da giovani grazie a una fondazione che porta il suo nome, “nata per rispondere con amore all’odio terrorista”.

Quanto fondamentale sia la formazione europea delle giovani generazioni è stata testimoniata anche da un’insegnante, Paola Aloi e da due giovani del liceo Augusto di Roma. Citiamo solo la partecipazione al Festival del Mediterraneo (Marsiglia, settembre scorso), in dialogo con coetanei di culture, lingue, religioni diverse. Un viaggio che, a detta dei giovani, ha lasciato un ricordo profondo che ha inciso nella loro vita. Un’esperienza eloquente di fronte ad un Mediterraneo che richiama il dramma degli immigrati su cui il relatore ha avuto parole forti: “L’accoglienza e la solidarietà – aveva ribadito –  sono sentimenti europei, mentre alzare i muri e respingere senza umanità costituiscono uno snaturamento di noi stessi”.

Un’apertura che si direbbe connaturale ai giovani che più di tutti percepiscono quanto “i popoli sono ormai continentali”, come aveva detto Sardo in conclusione, auspicando “che prosperi la vocazione e il carisma di unità in nuove forme creative”.  Lo ha testimoniato un’altra giovane, Fabiola Marotti che ha assunto il ruolo di “ambasciatrice del Mondo Unito”, iniziativa nata dalla ong New Humanity del Movimento dei Focolari, aprendo un ampio panorama dell’alleanza dei giovani con l’Unione Europea. Citiamo solo il progetto interamente finanziato dalle istituzioni europee: il “Corpo europeo di Solidarietà e Servizio Civile in Europa.

Fabiola aveva citato un passaggio di David Sassoli da lei intervistato tre anni fa: “i progetti politici vivono anche di spiritualità”.

L’evento di Roma ha avuto una profonda nota di spiritualità nella seconda parte che ha visto il pubblico trasferirsi nella storica chiesa contigua, dedicata a S. Maria in Campitelli. Qui è venuto in luce il volto ecumenico di Insieme per l’Europa, reso visibile lì davanti all’altare dai rappresentanti delle Chiese ortodosse, anglicana, cattolica, luterana, riformata, metodista, battista, evangeliche indipendenti e Esercito della Salvezza.

A detta di molti, si è sperimentato fraternità, comunione illuminate dalla riflessione affidata al teologo ortodosso Vladimir Laiba sul mistero dell’essere costituiti “molti in un solo Corpo” dal comune battesimo. Nella preghiera, per voce dei laici è stato invocato l’aiuto dell’Alto per attuare obiettivi comuni: vita, famiglia, creato, fratellanza, solidarietà con i poveri e gli emarginati, l’unità tra le Chiese, le radici cristiane dell’Europa, la giustizia. E la pace.

Emozionante, sullo sfondo di quanto si sta vivendo in Terra Santa, il Padre nostro in ebraico, eseguito dalla cantante lirica Lisa Daniele, e poco prima, il brano al pianoforte che esprimeva una preghiera araba, suonato da Mirna Okzan, giovane siriana. Particolarmente toccante lo scambio tra i presenti di un piccolo pane, un significativo gesto di pace che manifestava l’unità. Quell’unità che deve abbracciare tutta l’Europa perché, come ha ancora detto Sardo, è “l’unica possibilità per consentire alla nostra civiltà di reggere l’urto e la velocità delle trasformazioni”.

Carla Cotignoli

https://www.focolaritalia.it/events/giornata-delleuropa-a-roma-il-10-maggio-2024/




Emergenza inondazioni in Brasile

Le forti piogge che stanno sferzando il sud del Brasile dai primi giorni di maggio 2024 hanno causato pesanti inondazioni e frane in 425 comuni dello stato di Rio Grande do Sul, colpendo direttamente 1,5 milioni di persone e, per il momento, causando 108 morti e quasi 130 dispersi. Secondo l’ultimo bilancio ufficiale, 232.675 persone sono ancora sfollate dalle loro case, di cui 65.573 sono accolte in rifugi.

Foto: ©Ricardo Stuckert

La situazione più preoccupante è nell’area metropolitana di Porto Alegre, dove intere città e quartieri sono sott’acqua da venerdì 2 maggio, con problemi di approvvigionamento idrico e interruzioni di corrente. Secondo le previsioni meteorologiche, nei prossimi giorni sono attese forti piogge che aggraveranno ulteriormente la situazione di questo disastro naturale

Il Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari ha avviato una raccolta fondi straordinaria in sostegno della popolazione dello Stato di Rio Grande del Sud, Brasile, attraverso  Azione per un Mondo Unito ETS (AMU) e Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN).

I contributi versati verranno gestiti congiuntamente da AMU e AFN in coordinamento con il Movimento dei Focolare in Brasile per far arrivare alle popolazioni colpite dalle forti inondazioni aiuti di prima necessità per l’alimentazione, le cure mediche, la casa.

SI PUO’ DONARE ONLINE:

AMU: https://www.amu-it.eu/campagne/emergenza-inondazioni-in-brasile/
AFN: https://afnonlus.org/#donaora

O anche attraverso bonifico sui seguenti conti correnti:

Azione per un Mondo Unito ETS (AMU)
IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica
Codice SWIFT/BIC: ETICIT22XXX

Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN)
IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica
Codice SWIFT/BIC: ETICIT22XXX

CausaleEmergenza inondazioni in Brasile

Per tali donazioni sono previsti benefici fiscali in molti Paesi dell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo, secondo le diverse normative locali.
I contribuenti italiani potranno ottenere deduzioni e detrazioni dal reddito, secondo la normativa prevista per le Onlus.

FONTE: https://www.focolare.org/2024/05/11/emergenza-inondazioni-in-brasile/

ARTICOLO CITTA’ NUOVA




“Progetto carceri” in Italia

La presenza di Città Nuova tra i detenuti: progetto carceri

Negli ultimi anni la rivista Città Nuova ha promosso una “rete carceri”, un gruppo spontaneo di persone attive in vario modo in quest’ambito, che si ritrova via zoom con una certa periodicità. Si condividono esperienze, difficoltà, progetti, prospettive. Per non sen- tirsi soli nel prendersi cura di quest’umanità ferita. Dagli adulti ai più giovani. Nei prossimi mesi partirà infatti anche un progetto per gli istituti penali minorili con la rivista bimestrale fatta dai ragazzi per i ragazzi Teens.

La rivista Città Nuova raggiunge numerosi istituti penitenziari in tutta Italia e accompagna diversi progetti, grazie alla generosità di tanti lettori. Così, tenuti da volontari, sono nati gruppi di lettura che offrono ai carcerati la possibilità di dialogare, riflettere, raccontarsi; oppure utilizzare la rivista per imparare l’italiano; o ancora per fare da ponte con istituzioni, studenti e cittadini grazie ad eventi aperti alla città, legati a concorsi letterari e artistici.

 

Da circa due anni, poi, alla rivista si è aggiunto un libro speciale: Liberi di cadere, liberi di volare, di Fernando Muraca. Sono tante le carceri italiane cui è stato possibile fare questo dono e gli istituti dove l’autore è stato chiamato per incontrare i detenuti. Momenti intensi in cui tanti hanno ritrovato sé stessi e il senso della propria vita.

 

 

 

Cartina dalla Rivista Città Nuova

Per maggior informazioni:

Aurora Nicosia anicosia@cittanuova.it

Vedi: https://www.cittanuova.it

 




“Volontariato e Servizio Civile in Europa”. Per l’Europa della solidarietà, della cittadinanza attiva e della pace

10 OBIETTIVI PER UN IMPEGNO COMUNE:

POTENZIARE IL VOLONTARIATO E IL SERVIZIO CIVILE IN EUROPA

L’appello della società civile alle forze politiche e ai candidati alle prossime elezioni europee per sostenere il Corpo Europeo di Solidarietà (CES) e operare nello spirito del Servizio Civile Universale

• Garantire il diritto di ogni europeo a partecipare ad attività di volontariato e/o di servizio civile in tutti i Paesi dell’Unione come “diritto di cittadinanza europea”, nella prospettiva di un unico Servizio Civile Europeo da realizzare senza disperdere le esperienze e le specificità dei Servizi Civili Nazionali già esistenti

• Favorire il reciproco riconoscimento tra gli Stati Membri dello status giuridico di volontario

Raddoppiare il budget del CES (da 1,030 ad almeno 2 mld) nel prossimo settennio di programmazione finanziaria, consentendo di ampliare significativamente l’attuale numero di 270mila partecipanti previsti fino al 2027

• proporre alla Commissione europea di predisporre un Libro Verde sui sistemi di volontariato e/o di servizio civile nazionale

• rendere sempre più accessibile l’esperienza del CES a giovani svantaggiati e lavorare in sinergia con le Agenzie giovani e il programma Erasmus +

• sostenere la raccomandazione del Parlamento Europeo per l’istituzione di un Corpo civile europeo di pace, valorizzando le esperienze già in atto in alcuni Stati membri, ( come ad es. le esperienze in corso in Ucraina e la sperimentazione avviata in Italia dal 2017 sui Corpi Civili di Pace).

Sono alcuni dei 10 punti dellAppello promosso da Movimento Europeo-Italia e New Humanity International NGO (Movimento dei Focolari), per la loro storica attenzione alla costruzione di un’Europa della solidarietà, della cittadinanza attiva e della pace, in collaborazione con la rete di Insieme per l’Europa, con 300 associazioni di diverse confessioni cristiane. Scaturisce dal convegno organizzato a Bruxelles il 24 ottobre 2023, nella sede del Parlamento Europeo, a cui sono intervenuti: Europarlamentari di diversi Gruppi politici, la Commissione e il Nunzio Apostolico presso l’Unione Europea. Hanno contribuito al dibattito le reti europee del volontariato, il Forum dei giovani, associazioni e testimonianze di Servizio Civile e del Corpo Europeo di Solidarietà. Tutti concordi nel ritenere il volontariato e il servizio civile un tratto rilevante dell’anima dell’Unione che pone la solidarietà come uno dei suoi principi fondamentali, in grado di dare sostanza alla visione del “Nuovo Umanesimo Europeo” indicato da Papa Francesco che considera i giovani protagonisti e in prima linea nella costruzione di una società migliore. Il volontariato è una “risorsa preziosa”, ha affermato il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella il 3 febbraio 2024 in occasione della cerimonia di apertura di Trento capitale europea del volontariato, “un pilastro anche della nostra civiltà europea”.

Per aderire all’appello:

movimentoeuropeo@gmail.combrussels@new-humanity.org

Leggi qui sotto l’appello:

Appello-ai-candidati-7-maggio-2024-Italiano

Comunicato Stampa 8 maggio 2024

https://www.instagram.com/p/C6rIKQ7oL29/

https://twitter.com/NewHumanityNGO/status/1787888555122987389

 




Primo Maggio di Loppiano 2024: il realismo dei giovani operatori di pace

Centinaia di giovani a Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – FI) nella giornata del 1° maggio, per scoprire le strade, i volti, le storie, le iniziative di chi, quotidianamente, lavora per diffondere la cultura della pace nel mondo dell’economia, della politica, dell’associazionismo, della ricerca, dell’arte.

La pioggia caduta durante l’intera giornata del 1° maggio, Festa dei Lavoratori, non ha ostacolato gli oltre 600 giovani e accompagnatori, che hanno raggiunto, da varie parti d’Italia, Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – FI), cittadella internazionale del Movimento dei Focolari, in occasione di “Paths Towards Peace” (Percorsi verso la pace), la 52esima edizione del Primo Maggio di Loppiano. A questi vanno aggiunti i 200 giovani coinvolti nell’organizzazione della giornata, di varie nazionalità, che, assieme, hanno dato vita ad un programma ricco, fatto di spazi di conoscenza, approfondimento e confronto, di laboratori artistici e di spettacolo.

A far da sfondo alla giornata, l’attuale contesto di crisi, con le circa 60 guerre che infiammano il mondo, dall’Europa all’Africa, dall’Asia all’America. «A volte, noi giovani ci sentiamo davvero impotenti – spiega Angela, del Mozambico, conduttrice della giornata assieme a Francesco, italiano –. Ma qui, oggi abbiamo avuto l’opportunità di fermarci, di riflettere, e di riflettere insieme, sui percorsi verso la pace che vogliamo percorrere e che ci chiamano a farlo partendo da noi stessi, dalle nostre città, dai contesti in cui viviamo».

Leggi tutto sul sito di Loppiano

Articolo di Paolo Loriga 

Leggi anche articolo su Città Nuova 

https://www.focolaritalia.it/events/1-maggio-loppiano-2024/

Foto ©Joaco Masera

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8xmille alla Chiesa cattolica

Quando firmi per l’ 8xmille.it alla Chiesa cattolica sostieni ogni giorno chi davvero ne ha bisogno: coloro che non hanno una casa, non hanno da mangiare o non hanno un’istruzione, ma anche semplicemente chi non ha una persona con cui parlare. Dare una mano agli altri è molto più semplice di quello che pensi, basta una firma: https://www.8xmille.it/cose-8xmille/

Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della Conferenza Episcopale Italiana, in occasione del lancio della campagna 8xmille volta a sottolineare l’importanza di firmare a favore della Chiesa cattolica.

Riteniamo importante che, insieme alla promozione del 5xmille, ricordare la possibilità di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica. La destinazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica e del 5xmille sono perfettamente compatibili (e non alternativi) e non comportano nessun aggravio fiscale per il contribuente. 

La collaborazione tra il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, le Diocesi e le aggregazioni laicali vuole essere, in questa direzione, un segno di aiuto reciproco per maturare, anche a livello economico, una responsabilità ecclesiale maggiore, consapevoli che proprio la trasparenza nell’uso dei bene e il loro saggio utilizzo pastorale è una irrinunciabile testimonianza evangelica.

Quest’anno sarà possibile firmare fino al 15 ottobre.

Dipende da noi scegliere sempre il bene, fatto di concretezza e di atti di amore come
sostenere la nostra Chiesa destinandole l’8xmille. Non costa nulla, ma può valere tanto per molte situazioni di emarginazione e fragilità. Senza questo gesto concreto le prime porte che rischierebbero di chiudersi sono quelle delle Caritas parrocchiali, dei centri di ascolto, dei doposcuola, dei dormitori, di quella miriade di attività solidali e di welfare che anche grazie all’8xmille sono alimentate e sostenute. Ma pensiamo pure al patrimonio artistico di cui le nostre comunità sono custodi e garanti, o alle nuove chiese che spesso, nelle periferie più degradate del nostro Paese, sono veri e propri polmoni di socialità e di cultura. Infine, da non trascurare l’apporto spirituale, morale e civile degli oltre 32.000 sacerdoti che annunciano il Vangelo, celebrano l’Eucaristia, educano i ragazzi, offrono assistenza spirituale e concreta alle famiglie in difficoltà, agli ammalati, agli anziani soli, ai poveri e agli emarginati. Senza l’8xmille tutti questi gesti d’amore verrebbero a mancare, rendendo la nostra vita e quella del nostro Paese più povera. Ricordiamoci di firmare e facciamoci noi stessi promotori di questo gesto concreto e semplice.

8×1000, il motore portante dei progetti di carità




Giubileo 2025: “Pellegrini di speranza”

“Pellegrini di speranza”, sarà un grande evento che coinvolgerà la Chiesa Cattolica durante tutto l’anno 2025.

Che cos’è il Giubileo? E’ soprattutto un’esperienza di Dio, della sua misericordia e tenerezza, sperimentate nel perdono e nella riconciliazione, e una testimonianza di pace e fraternità visibile e coinvolgente.

I segni del Giubileo. Ci sono atti concreti che distinguono il Giubileo da altri avvenimenti: il pellegrinaggio a Roma, il passaggio della porta santa, la visita alle tombe di Pietro e Paolo, la preghiera del Credo, la festa e l’incontro con il Papa.

Il Dicastero per l’Evangelizzazione, a cui il Santo Padre ha affidato l’organizzazione di tutto l’anno giubilare, ha creato un sito www.iubilaeum2025.va dove di possono trovare le descrizioni, la storia, i risvolti culturali, il calendario e altre informazioni utili sugli eventi del 2025, che coinvolgeranno diverse categorie di persone.

La Chiesa Cattolica e le varie Chiese celebreranno altri importanti eventi di portata ecumenica nell’anno 2025 come i 1.700 anni del Concilio di Nicea e la celebrazione della Pasqua nella stessa data per tutti.