Papa Giovanni Paolo I sarà beato il 4 settembre

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Domenica alle 10 e 30 con una celebrazione presieduta da Papa Francesco sarà beato Albino Luciani. Ripercorriamo alcune tappe della sua storia.

Sulle Dolomiti, a Canale D’Agordo, a 976 metri sul livello del mare e a 45 chilometri da Belluno, nasce Albino Luciani il 17 ottobre 1912. Il padre, Giovanni Battista, ogni anno è costretto a emigrare all’estero, in Svizzera, Francia, Germania, Argentina, alla ricerca di un lavoro stagionale come operaio. Ha idee socialiste ed è attivo nel sindacato. Per il suo primogenito sceglie il nome di Albino in ricordo di un collega bergamasco morto sul lavoro in Germania a causa di una colata d’olio.

La madre, Bortola Tancon, è una donna di una fede profonda e educa il figlio a «mettere Dio al primo posto e a pregare». Dopo la Grande guerra, durante la quale patisce un anno di fame, Albino inizia la sua formazione scolastica e cristiana.

A 11 anni, nel giorno del suo compleanno, entra in seminario e il padre gli scrive: «Spero che quando tu sarai prete starai dalla parte dei poveri perché Cristo era dalla loro parte». Il giovane Albino, vivace e allegro, spicca per le sue qualità intellettuali sin dalla prima infanzia e prima del tempo stabilito dal diritto canonico, a 22 anni, diventa sacerdote.

Nonostante studiasse molto, per lui l’essenza del cristianesimo restò sempre quello che gli insegnò la mamma e che si riassume nei tre atti di fede, speranza e carità. A Belluno notano la sua ampia preparazione e sebbene avesse 25 anni diventa vicerettore del seminario e docente di teologia dogmatica per 17 anni. Studi che approfondisce ulteriormente durante la Seconda guerra mondiale alla Pontificia Università Gregoriana con un dottorato in teologia e una tesi su L’origine dell’anima umana secondo Antonio Rosmini.

Fino al 1958 è professore in seminario, studioso, predicatore, giornalista, animatore culturale e protagonista della vita pastorale e di governo della sua diocesi, quando viene nominato vescovo di Vittorio Veneto da Papa Giovanni XXIII. Sceglie il motto episcopale Humilitas, umiltà, tratto da quello di San Carlo Borromeo. A Venezia una ulteriore svolta. Nel 1969 Paolo VI lo nomina Patriarca e nel 1973 cardinale.

Si distingue per la sua attenzione ai poveri, ai lavoratori, ai giovani, ai sacerdoti e per la vicinanza alla gente comune. Dopo la morte di Paolo VI scrive alla sorella Antonia che non avverte il pericolo di poter essere il suo successore. Eppure, in sole 26 ore, è eletto quasi all’unanimità dai 111 cardinali votanti al Conclave.

In continuità con i suoi predecessori, Giovanni XXIII e Paolo VI, e le istanze del Concilio Vaticano II, vuole un ritorno alle radici del Vangelo, una rinnovata dimensione missionaria, la collegialità episcopale, il servizio nella povertà ecclesiale, la ricerca dell’unità dei cristiani, il dialogo interreligioso e con la cultura contemporanea, la giustizia e la pace. Per questo sceglie il nome di Giovanni Paolo I.

Dopo 34 giorni di Pontificato, il conteggio secondo il diritto canonico parte dal giorno dell’elezione, improvvisamente, a causa di un infarto al miocardio, torna alla casa del Padre. Era il 28 settembre 1978. Domenica 4 settembre sarà proclamato beato non perché pontefice, ma per le sue virtù non comuni, per la sua semplicità, nonostante la sua erudizione, perché la santità è imitabile, fatta di gesti quotidiani nel compimento dei propri doveri. Anche da Papa.

Aurelio Molè

 

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