Famiglie Nuove ITALIA – Progetto “Amicizia tra famiglie dell’Italia e del Medio Oriente”

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Chi è Famiglie Nuove 

Il Movimento Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei Focolari (fondato da Chiara Lubich) è nato nel1967. E’ composto da famiglie che si propongono di vivere la spiritualità dei Focolari (spiritualità dell’unità) edi irradiare nel mondo della famiglia i valori che promuovono la fratellanza universale.

Svolge attività formative per la famiglia e di accompagnamento per i fidanzati; giovani coppie, e si impegna per la promozione di una cultura della famiglia e di adeguate politiche familiari, attraverso convegni e pubblicazioni e collaborando con diverse agenzie educative.

Il suo stile di vita è radicato nel Vangelo vissuto nella vita di coppia, nella crescita dei figli, nel mettersi in dialogo costruttivo con altre famiglie e, insieme, con le diverse realtà culturali, civili ed ecclesiali del territorio.

Per ulteriori informazioni: www.famiglienuove.org o scrivere a famiglienuoveitalia@gmail.com

Titolo del progetto: “Amicizia tra famiglie dell’Italia e del Medio Oriente”
Responsabili: Rosalba e Andrea Ponta – Italia, Grace Korkmaz e Claude Mailhac – Libano Periodo: 1 luglio 2018 – 30 giugno 2019

Data di ideazione e presentazione: aprile 2018

Breve descrizione del progetto. Dal 2017 le comunità dei Focolari dell’Italia e del Medio Oriente hanno intrapreso un percorso di condivisione con lo scopo di instaurare rapporti fraterni e dare testimonianza “controcorrente” che il mondo unito è possibile anche “a distanza” e in contesti particolarmente drammatici.

La “scusa” per avviare il progetto è la realizzazione di un sostegno economico per tre famiglie (due irachene, una siriana) al momento rifugiate in Libano, con un contributo di 1.000 Euro al mese per 12 mesi.

In realtà non si tratta solamente della ricerca fondi per un sostegno economico, ma di una proposta più ampia di amicizia “concreta” attraverso l’adozione reciproca tra famiglie del Medio Oriente e famiglie Italiane, con scambi culturali e di esperienze di vita maturate in ambiti così diversi e apparentemente lontani tra loro.

Per approfondimenti:
Scheda Allegato 1: un flash sul Libano
Scheda Allegato 2: conosciamo le famiglie incluse nel progetto

Dettagli del progetto

L’aiuto economico (1.000 Euro mensili) sarà impiegato per il pagamento degli affitti delle abitazione a Beirutdove risiedono attualmente le tre famiglie.

La comunità del Movimento dei Focolari libanese ha finora fatto di tutto per aiutare queste ed altre famiglie che si sono alternate in questi anni in Libano (delle quali parecchie sono partite per paesi occidentali appena avuta la possibilità), ma in questo momento la situazione economica è peggiorata e diventata difficile per tutti gli abitanti e attualmente la comunità non riesce più a procurare la somma necessaria per i tre affitti.

I versamenti saranno fatti mensilmente da FN Italia direttamente su un conto corrente gestito dai responsabili dei Focolari in Libano. In questo modo si assicura che l’aiuto economico vada direttamente allepersone interessate senza alcuna intermediazione.

Il progetto avrà una durata di 12 mesi, con una verifica intermedia al 6° mese e una finale per decidere uneventuale rinnovo e/o l’estensione ad altre famiglie.

Nell’arco della durata del progetto si prevedono almeno due momenti di scambio con le famiglie del Libano per avere un feedback sul progetto e per approfondire la reciproca conoscenza. Le modalità di scambio (email, skype, ecc.) saranno definite successivamente in base alla situazione dei rispettivi paesi.

Contatti. Per richiedere ulteriori informazioni e/o per suggerimenti, idee o disponibilità si prega di scrivere al seguente indirizzo email: famiglienuoveitalia@gmail.com

Cuneo, 19 giugno 2018

 

Scheda 1. Un flash sul Libano

Con l’inizio della guerra in Siria e l’arrivo di quasi due milioni di rifugiati siriani in Libano (che conta solo 4 milioni di cittadini) l’economia del paese è entrata in una crisi molto grave, a partire da una situazione comunque non facile e da una ripresa mai realmente completata dopo la fine della guerra civile nel 1990.

La vita in Libano è molto costosa. Solo per dare un’idea: l’affitto di un appartamento, semplice e nonammobiliato, nei quartieri popolari, si aggira in media sui 300 dollari americani al mese.

La ricarica mensile di base di un cellulare costa almeno 10 dollari, senza l’accesso a internet.

In Libano l’acqua pubblica non è potabile e perciò quella da bere si deve comprare. Le famiglie devono quindi pagare due “bollette” per l’acqua: una per la casa e un’altra per bere. L’elettricità non è assicurata da parte dello stato se non per un massimo di 12 ore al giorno. Tutte le case hanno quindi un abbonamento a un generatore privato di quartiere che copre il servizio per le restanti 12 ore. Questo servizio è inoltre spesso controllato da organizzazioni malavitose che fanno affari sulla pelle della gente, obbligata anche in questo caso ad avere una doppia bolletta per l’energia elettrica.

La crisi economica ha accentuato il rifiuto di molti libanesi verso le persone di altri paesi arabi che sono arrivati in Libano come rifugiati. I libanesi hanno goduto e godono ancora di una libertà maggiore nel loro paese, e di un livello di istruzione più alto rispetto agli altri paesi del Medio Oriente. Questo ha fatto crescere in loro un senso di superiorità nei confronti dei popoli degli altri paesi arabi. Con l’arrivo dei rifugiati e la situazione politica e militare che diventava sempre più pericolosa, gli investimenti in Libano sono molto diminuiti e la situazione economica è peggiorata. Con queste difficoltà, il mercato del lavoro è entrato in crisi e le aziende libanesi hanno cominciato a licenziare i libanesi e ad offrire il lavoro a siriani e iracheni, che si accontentano di metà stipendio a parità di qualifica. Già lo stipendio di partenza era basso ma ora si è ridotto provocando anche la crescita della disoccupazione tra i libanesi, pur senza risolvere i problemi dei rifugiati.

Si può comprendere quindi meglio perché la diffidenza e l’insofferenza verso i rifugiati sono andate crescendo. Oggi in Libano per poter assicurare il mantenimento dignitoso di una famiglia di 4 persone occorrono almeno 1.200 dollari al mese.

L’assicurazione sanitaria per i libanesi è privata. Ai profughi siriani viene assicurata una qualche assistenza sanitaria solo se sono ufficialmente iscritti come rifugiati nelle liste delle Nazione Unite. Quindi ci sono molti profughi che non hanno alcuna copertura sanitaria. I servizi offerti sono comunque il minimo indispensabile, ma le attese sono in ogni caso molto lunghe.

L’educazione dei bambini in età scolare è assicurata gratuitamente dallo stato libanese, ma la qualità rimane piuttosto scarsa, così come quella della maggior parte delle scuole statali in Libano. Pertanto i libanesi fanno poco affidamento sulla scuola pubblica e anche le famiglie più umili cercano di mandare i loro figli ad una qualsiasi scuola privata per assicurare loro un livello di istruzione adeguato che consenta l’accesso a studi superiori.

 

Questa situazione complessiva ha fatto aumentare sempre di più negli ultimi anni il numero delle famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà. Non ci sono dati ufficiali, ma alcune valutazioni delle Nazioni Unite stimano che oggi almeno il 30% della popolazione libanese sia scesa sotto questa soglia.

 

Scheda 2. Conosciamo le famiglie del progetto

Familia K., irachena.
Composta di 6 persone:
La coppia: E.e N..
I figli: M. (17 anni), Q. (14 anni) e H.(5 anni).
Con loro abita la madre di E., anziana e ammalata.
Vengono da Mosul, regione invasa e devastata dalle milizie ISIS e in seguito all’invasione la famiglia hadovuto scappare e si è rifugiata nella regione di Erbil (Kurdistan Iracheno). E. lavorava come piastrellista (edilizia civile). Ha provato a immigrare in Svezia e ottenere lo status di rifugiato, affrontando le avventure delle imbarcazioni di fortuna e delle vie nascoste di fuga, ma senza successo. È stato rimandato indietro, perdendo così i soldi investiti nel tentativo.
La guerra e le milizie sono arrivate nella regione periferica di Erbil, dove si trovava la famiglia e ancora una volta, temendo per la loro incolumità, la famiglia riunita (dopo il primo tentativo di E.) è riuscita a scappare e trovare rifugio in Libano dal settembre 2016.
La famiglia ha fatto domanda di accoglienza in Europa o in Australia, ma fino adesso non ci sono novità per le richieste presentate all’ UNHCR.
Nel frattempo, E. ha trovato lavoro come manovale in una ditta di prodotti alimentari e di igiene, con una paga giornaliera che non basta per coprire l’affitto. N. cerca lavoro part- time perché deve badare alla suocera malata e alla piccola di 5 anni che non è ancora ammessa alla scuola.
La comunità dei Focolari in Libano fino ad oggi è riuscita a sostenere le spese non coperte dallo stipendio di E. La coppia è attiva in un gruppo di Famiglie Nuove, dove trova sostegno fraterno e morale e a sua volta è una vera testimonianza di famiglia impegnata a vivere il vangelo. M. e Q. sono Gen3.
In attesa della possibile accoglienza in un Paese che possa ospitarli con più sicurezza, la famiglia ha bisognodi sostegno economico per l’affitto, che è costoso in Libano. Altre spese sono sostenute con l’aiuto della comunità libanese, che non riesce a mantenere questo impegno.
La famiglia ha perso le speranze di rientrare a Mosul, dove non hanno più casa né lavoro e né futuro per i figli.
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Familia J., irachena.
Composta da 5 persone:
La coppia: W. e Wa.
I figli: S. (9 anni), Sa. (8 anni) e M. (5 anni).

Anche questa famiglia viene da Mosul, regione invasa e devastata da milizie ISIS e in seguito all’invasione,hanno dovuto scappare e rifugiarsi in Libano nel novembre 2015. Anche loro sono in attesa di accoglienza in Europa o in Australia. Abitano attualmente in un monolocale .
W. non riesce a trovare lavoro nel suo mestiere di idraulico e fa dei piccoli lavori in una officina meccanica. Il guadagno non basta per mantenere la famiglia. Anche in questo caso, la comunità del Movimento in Libano fino ad oggi è riuscita a sostenere le spese familiari, sia per l’alloggio che per il vitto.

Nel 2016, i figli hanno potuto partecipare ad un programma del governo libanese denominato ALP (Activ Learning Program) per inserire i bambini nelle scuole pubbliche. Nell’anno 2017/2018, il programma è stato sospeso e la comunità del Movimento dei Focolari in Libano ha sostenuto la scolarità privata per loro. Questa vicinanza ha permesso alla famiglia di trovare un sostegno morale e affettivo. L’accompagnamento di queste famiglie viene fatto da una volontaria del Movimento che è assistente sociale e si occupa di fare il ponte tra le famiglie, la comunità civile e la comunità del Movimento.

Wa. in questo momento è incinta e ciò vuole anche dire un aumento delle spese. Loro desiderano tornare in Irak però il conflitto politico è ancora molto attivo nella regione e gli attentati sono frequenti e ciò non li incoraggia.
W. non ha molte possibilità di trovare un lavoro in Irak. Hanno sempre la speranza di partire per un’altroPaese.

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Famiglia S. – Siriana
Composta da 5 persone:
La coppia: G. e M.
I figli: A., 27 anni e M., 22 anni.

Loro vengono da Homs, regione devastata dall’inizio del conflitto in Siria. Sono fuggiti in Libano già nel 2012 quando A. doveva essere arruolato nel servizio militare. In quel periodo le milizie armate terrorizzavano la città, impedendo alla popolazione di andare al lavoro, minacciandola di morte. I negozi venivano saccheggiati e bruciati. La fabbrica dove lavorava G. è stata bruciata. M., che in quel periodo aveva 15 anni, è stato testimone della uccisione del suo vicino con uno sparo in testa e del sequestro e tortura di un’altra vicina. Trovandosi imprigionati nella loro casa, hanno cercato la fuga e sono riusciti a rifugiarsi in Libano. Non hanno avuto molte possibilità di accoglienza in altri paesi visto l’età dei figli (adesso maggiorenni).
G., ha subito 2 interventi chirurgici per via di un tumore al colon e non ha mai usufruito di un aiuto da parte delle Nazioni Unite. È stato invece accolto dal Movimento dei Focolari che gli ha procurato assistenza materiale e morale in questa situazione di bisogno.
I ragazzi non hanno potuto finire gli studi e fanno piccoli lavori in un paese pieno di rifugiati che non è in grado di assorbire tanta gente e perciò il lavoro è sempre di fortuna.
Come tante altre famiglie, anche loro si trovano in attesa di accoglienza in Europa o in Australia
Il loro rientro in Siria non è possibile, visto che la loro casa è stata bruciata e in seguito rasa al suolo e i ragazzi sono ambedue richiesti al servizio militare obbligatorio e indeterminato e non vogliono subire la stessa sorte dei loro amici morti in combattimento negli ultimi anni.

Famiglie Nuove Italia -Medio Oriente progetto amicizia

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1 commento

  1. Si può riattivare questo canale e il progetto?
    Saremmo interessati in Abruzzo e, nello specifico, a Pescara
    Grazie!
    Chiara Pescara

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