Nella vecchiaia non abbandonarmi

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Nella vecchiaia non abbandonarmi (cfr. Sal 71,9). Messaggio di Papa Francesco per la IV Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani [28 luglio 2024].

E’ la prima volta che mi capita di vedere una persona con i polsi assicurati da fascette di stoffa alle sponde del letto. Sei così agitato che ti strappi tutto. Lo accetto come una forzatura necessaria per darti il tempo di assimilare un po’ le terapie, ma siamo tutti a disagio.

Passa qualche ora e torno nella tua stanza, sei più tranquillo; è un impulso istintivo, ti slaccio le fascette e metto la mia mano sotto la tua. E’ un’impressione forse, ma colgo il movimento impercettibile della tua mano che si chiude sulla mia. E’ come fosse passata una corrente elettrica tra noi.

Colpito da due ictus ripeti continuamente la stessa sillaba. Questo martellio entra nel cervello e ci esaurisce nella sopportazione. Il tuo equilibrio è così delicato che oscilli dall’agitazione al sonno profondo, questione di due gocce. E’ bellissimo però quando arriva uno dei tuoi cinque figli.

Cambi completamente, ti plachi, le carezze ti distendono, come fossi tornato un bambino. Hai 95 anni e sei attaccata alla vita con un filo, così consumata dagli anni e dalla demenza. E’ commovente la premura dei tuoi figli. Lo sanno benissimo che stai per andare eppure è difficile non trattenerti ancora. Occorre fare il passo insieme.

Sei obbligata a letto da mesi per un tumore ma dopo le prime settimane la tua situazione si è stabilizzata. A volte passo velocemente nella tua stanza, le cure sono sempre quelle, e se dormi mi giustifico che è meglio lasciarti riposare. Se però decido di entrare e di sostare quasi sempre apri gli occhi e mi dici: dottoressa! Quando vedo lei sto meglio..per favore, mi svegli sempre, io non vorrei, non me lo merito, ma sempre mi prendi la mano e me la baci.

Paola Garzi

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