Vivere ogni giorno ed in ogni occasione per la pace

Foto di Ryan McGuire da Pixabay
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Da tanto tempo ormai, da ogni dove, si parla di pace, di costruire la pace. Questo mi porta spesso a chiedermi se, nel mio piccolo, nella mia vita quotidiana, so portare la pace, sono strumento di pace. Con questo desiderio/impegno in cuore, vedo che se sono attenta, le occasioni di essere questo strumento, Dio me le fa vedere.

Due piccoli fatterelli.

In quest’ultimo periodo, ho viaggiato spesso in treno portandomi un libro da leggere, cosa che mi piace molto, ma anche perché ormai sui treni, quasi sempre le persone si isolano col loro smartphone o col pc”.

Durante un viaggio di diverse ore, di ritorno da Firenze, ero seduta accanto ad un giovanotto, col quale avevamo scambiato qualche parola. Nei 4 posti, del settore accanto, avevano preso posto tre signore le quali, volendo riempire le lunghe ore di viaggio, avevano iniziato una partita a carte.

Essendo però i posti riservati, ne avevano occupato uno non loro. Alla prima fermata, sono salite 4 persone, una delle quali, vedendo il suo posto occupato ha cominciato a inveire; una reazione forte, inaspettata, che ha lasciato tutti un po’ sgomenti.

Essendo liberi i due posti di fronte a me, gentilmente, ho chiesto al giovanotto che mi era accanto, se era contento di spostarsi, così le tre signore potevano rimanere vicine. Ha detto un sì immediato, anche perché si era creato un po’ di trambusto e di malumore nelle tre signore, perché avevano dovuto interrompere la loro partita.

Spostatesi ho detto loro: “Continuate pure a giocare, a cosa giocate?” “A burraco”. “Che bello”, ho detto. E loro: “Conosce questo gioco?”. “Sì”. “Allora giochi con noi…abbiamo diverse ore per farlo…”

Sono così trascorse un paio d’ore, tra una parola e l’altra, un po’ di condivisione, scusando da parte mia, anche il comportamento di quella signora, che forse si era comportata così, perché un po’ stanca. Ho visto che dopo un po’ la loro reazione di nervosismo, si era cambiata in serenità.

Quando per me è arrivata l’ora di scendere, mi hanno detto: “Peccato, speriamo di rivederci ancora e grazie, grazie davvero”!

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Sono di ritorno da Imperia, due ore di viaggio. Alla fermata successiva alla mia, sale una signorina con un enorme valigione. “La lasci pure qui accanto a noi – le dico – tanto ci sono dei posti liberi”.

A Savona sale una signora, nervosamente ci chiede di spostare la valigia, perché vuole sedersi proprio lì. Gentilmente le facciamo notare che più avanti ci sono dei posti liberi.“Non mi dovete dire voi dove mi devo sedere…” risponde e si immerge nel suo smartphone. Passa un’ora così, senza alzare lo sguardo, scura in volto.

Nel frattempo la signorina è scesa col suo valigione.

Mi addolora vedere quella signora così triste e chiedo a Gesù che, se vuole, mi aiuti a farle tornare il sorriso. Siamo quasi a Genova, quando mette in borsa il suo smartphone e tira fuori uno spray. “Che buon profumo – le dico. “E’ un disinfettante” mi risponde.

“E’ proprio buono – ripeto – non riesco più a sentire l’odore dei disinfettanti, ma questo è buono”. Comincia a parlare, mi dice che è stanca, ogni mattina parte alle 6 per raggiungere Savona. “Ora finalmente a casa riposerà!” le dico. “Proprio no, comincia il lavoro in casa, con il figlio…”.

Continua a raccontare, ma sorride, non sembra proprio la persona ‘arrabbiata’, salita sul treno un’ora prima. Ci salutiamo con una stretta di mano, augurandoci di viaggiare ancora insieme.                

Natalina

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1 commento

  1. Il salmo che parla del santo viaggio prevede anche compagni a prima vista molto scomodi. Grazie continuiamolo insieme.

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