1943 – 2023: 80 anni del Movimento dei Focolari

Trento di notte - Immagine da: https://depositphotos.com/it 
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Siamo continuamente sorpresi dal rapido concatenarsi di eventi inquietanti a dimensione globale. Guerra alle porte d’Europa e in Medio Oriente che ci lasciano con il fiato sospeso. Senza dimenticare la pandemia, l’incombente disastro ecologico, la denatalità crescente, la crisi paventata come fine del cristianesimo. Ai timori per l’avanzare inarrestabile e incontrollabile dell’Intelligenza Artificiale…. Sembra spegnersi la speranza.

Ma non è tutto…  Da più parti, non ultimo Papa Francesco, ci raggiunge l’appello a saper intravvedere in questa notte, le prime luci dell’alba. “Più buia è la notte, più luminose sono le stelle. Più profondo è il dolore, più vicino è Dio”. Parole di Fedor Dostoevskij, che riecheggiano nei social. Utopia?

“Luce e donazione di sé a Dio”, ben più che due parole: segnano  una storia che ha inizio proprio in un tempo di smarrimento generale, di odio, di guerra, tempo di tenebra, quale è stato il secondo conflitto mondiale. Una ricorrenza ci offre l’occasione per rileggere questa storia anche solo per titoli, per scoprirne l’ insospettata attualità.

Chiara Lubich. Foto © CSC Audiovisivi

Il 7 dicembre 2023 richiama il 7 dicembre 1943. Una giovane, poco più che ventenne, all’alba, in una cappella a Trento, pronuncia in segreto il suo sì a Dio per sempre. E’ sola. Una lacrima per i ponti che crollano. Gioia: “ho sposato Dio, da lui mi attendo cose grandi!” Il suo nome: Chiara Lubich. In quale contesto?

1943-2023. Due epoche che ora appaiono drammaticamente vicine e si richiamano reciprocamente. La parola bombardamenti che avevamo archiviato nella storia passata, ora riappare in tutto il suo drammatico potenziale distruttivo. Quelle grida di dolore disperato, quell’odio, quell’orrore a cui assistiamo ogni giorno, ci aprono gli occhi, ci spalancano una comprensione nuova, ben più realistica, di quanto “quella giovane e le coetanee che l’hanno seguita avevano vissuto a Trento. I quadri si sovrappongono.

2 settembre 1943 – Shock.  La città, sino ad allora risparmiata dal conflitto è colta di sorpresa: in pieno giorno  90 bombardieri anglo americani in tre minuti sganciano  200 tonnellate di bombe. Poi l’occupazione tedesca, l’annessione al Terzo Reich.  I bombardamenti cesseranno solo il 4 maggio 1945.Tra i più devastanti quello del 13.5.1944.  In una lettera del 7 giugno, Chiara confiderà: “Ho avuto anch’io la mia casa sinistrata e inabitabile, ho dormito sotto le stelle, ho sofferto e pianto. Ho visto tanti morti nelle condizioni più miserabili… ho fatto chilometri a piedi”. Si aggiunge il distacco dalla sua famiglia che sfolla in montagna, dall’amatissimo fratello che entra tra le file partigiane comuniste, poi arrestato, torturato, condannato a morte a cui poi riuscirà a sfuggire.

 “Più buia è la notte, più luminose si vedono le stelle…”. E’ proprio l’intensità di quel soffrire sulla sua pelle quell’orrore, quel buio così cupo di ieri come di oggi che rivela la forza dirompente che si è sprigionata dalla luce che la investe e le fa dire: “Tutto crolla, ma non Dio. Ora so chi è Dio,  Dio è Amore! E’ immersione in quell’Amore che trasforma cuore, mente, anima. In Lui ritrova il Padre che in quel non senso della guerra, dà senso alla sua piccola storia e alla grande storia dell’umanità.

La sua fede è adamantina: “Abbiamo creduto all’Amore che tutto vince, proprio nei disagi della guerra, sotto i bombardamenti, anche vicino alla morte”. E’ consapevole partecipazione alla vita stessa di un Dio.  Fede che la accompagnerà tutta la vita e che apre un orizzonte che tocca cielo e terra, quell’immortalità iscritta nel più profondo del nostro essere che oggi riaffiora come  un miraggio  affidato  alla pur temuta Intelligenza Artificiale. “No, non è questa la vita vera – scrive.  “No a nulla dobbiamo attaccarci perché tutto muore solo Dio che è amore deve accendere in noi una Fiamma che durerà questa vita e tutta l’Eternità”. Fiamma che contagerà, si diffonderà, si mostrerà allora come in questi 80 anni, la carta vincente che dilegua l’odio… risposta, allora come oggi, all’urgenza di ricomporre la fraternità nel mondo dilacerato, sino a quell’Uno chiesto da Gesù al Padre.

Le parole del Vangelo diventano vita della loro vita, forza di contestazione al modo di pensare e di agire corrente, terreno di sperimentazione delle promesse: “date e vi sarà dato”, “chiedete e otterrete” … della promessa di quella sua costante tangibile presenza in mezzo a noi, se uniti nel suo nome nell’amore.

Quella storia in questi 80 anni di fronte ai ripetuti momenti in cui pare che  “tutto vada alla rovina” è segnata in Chiara e in chi l’ha seguita da un sempre nuovo ritorno alla “connessione con l’Eterno” che sempre più appare come “il Tutto concreto”, “la Vita del Tutto”, “l’Amore che muove il sol e le altre stelle” (Dante). Mentre senza, “per le vie cammina la nullità che passa”, già echeggiato da grandi filosofi e poeti se Nietzsche lucidamente parla di morte di Dio e dell’“eterno precipitare, vagare attraverso un infinito nulla” dell’uomo. E se T.S. Eliot, traccia l’identikit di “uomini vuoti, descrive detriti che dicono decomposizione, fa udire il grido di chi disperatamente invoca acqua in una terra arsa senza vita.

Chiara Lubich – Foto © CSC Audiovisivi

 “Più profondo è il dolore, più vicino è Dio”.  In Lui la forza della resurrezione che scaturisce proprio, allora e sempre, da una morte infamante, da un corpo straziato che culmina nel grido lancinante di abbandono lanciato da un Uomo Dio, catalizzatore della violenza e dell’odio, dell’anti-vita, dell’anti-essere che feriscono l’umanità dai secoli passati, al presente e a venire. Questo grido risuona in Chiara come una chiamata forte e decisiva. Chiamata che troverà eco in mille toni in persone di ogni età, condizione, cultura, e direi fede, pur tra infedeltà, fragilità, limiti.  E che risuona oggi con particolare veemenza.

Il condividere il dramma del Dio abbandonato da Dio, quella luce di resurrezione che scaturisce da quell’amore estremo, dà occhi  e cuore nuovo. Mette in moto un amore generativo simile al mestiere del robdomante, come scrive il teologo gesuita Chistoph Teobald che sa trovare fonti d’acqua anche in luoghi aridi, fa sgorgare la sorgente viva nascosta in ciascuno.  Chiara lo descrive in un articolo pubblicato nel difficile dopoguerra, nel 1949 , ma ancor più vitale nel nostro oggi in cerca di speranza con un titolo significativo: Resurrezione di Roma.  Vede la chiave per una nuova cultura della Resurrezione nel “far rinascere Dio in noi, tenerlo vivo e traboccarlo sugli altri come fiotti di Vita e resuscitare i morti. E tenerlo vivo fra noi amandoci. Allora tutto si rivoluziona: politica ed arte, scuola e religione, vita privata e divertimento. Tutto”.

Carla Cotignoli

Vedi anche:

https://www.focolaritalia.it/2023/12/06/unavventura-lunga-80-anni/

https://www.focolare.org/2023/12/04/il-movimento-dei-focolari-celebra-80-anni/

https://www.focolare.org/2023/12/07/ludienza-del-papa-ai-membri-dei-focolari/

https://www.cittanuova.it/80-anni-dei-focolari-la-presidente-karram-dal-papa-il-movimento-e-in-festa/?ms=001&se=013

Card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita: omelia pronunciata nella Basilica di Santa Maria Maggiore (Roma) durante la Santa Messa di ringraziamento del 7 dicembre 2023, in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita del Movimento dei Focolari. https://www.focolare.org/2023/12/15/80-del-movimento-dei-focolari-il-carisma-come-dono/

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1 commento

  1. Grazie con tutto il ❤️ Ho seguito Chiara da Gen e la seguo ancora nel ricordo di anni impegnativi all’interno della Sua Opera di Maria.

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