Vescovi per un cammino sinodale

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Esperienze e buone pratiche – Loppiano, 17-19 aprile 2023

Il cordiale benvenuto è stato dato lunedì sera 17 aprile dal rettore dell’Istituto universitario Sophia di Loppiano, prof. Declan O’Byrne, ai 17 vescovi che hanno accolto l’invito del “Centro Evangelii Gaudium”. L’appuntamento (17-19 aprile) aveva per titolo “Vescovi per un cammino sinodale. Esperienze e buone pratiche”. I vescovi partecipanti – tra cui il card. Gualtiero Bassetti, già presidente della Conferenza episcopale italiana – provenivano significativamente da diocesi del Sud, Centro e Nord Italia.

Momento centrale è stato l’intervento del card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo, collegato in videoconferenza. Egli ha sottolineato «l’importanza di guardare alla Chiesa delle origini, tratteggiata negli Atti, una Chiesa sinodale dove si condivideva ogni cosa, sotto la guida degli apostoli». Ha richiamato l’attenzione sul «paradigma della sinodalità che si esprime in queste parole: “È parso bene allo Spirito Santo e a noi…” (At 15,28). È auspicabile che tutti noi, popolo di Dio, le pronunciassimo». E ancora: «Il protagonista di questo processo sinodale è lo Spirito Santo, che non è una prerogativa di alcuni, nemmeno solo dei vescovi, ma di tutti noi battezzati. Sebbene il ministero del vescovo sia essenziale per la riuscita di una Chiesa sinodale, è altrettanto vero che siamo chiamati a compiere una “conversione”, che non tocchi tanto la natura, quanto l’esercizio del ministero episcopale. È importante ispirarsi a una leadership condivisa, che porti a una obbedienza più dialogata».

Ne è seguito un dialogo molto ricco. I vescovi hanno individuato alcune questioni e criticità: dal maggiore coinvolgimento dei giovani alla necessità di trovare un linguaggio comprensibile; dallo svolgimento e dalle tematiche del prossimo Sinodo di ottobre all’importanza di un approccio pastorale (che parte dalla vita, non da una morale disincarnata), alla missione che non è “fare prediche”, bensì prima di tutto “testimonianza”.

I lavori sono stati aperti da don Alessandro Clemenzia, docente di Ecclesiologia e Vice-Preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (Firenze).

«Il clima, nell’attuale frangente storico, – ha affermato – è riscaldato anche da numerose voci critiche, alimentate soprattutto dalle nuove generazioni (sia di laici impegnati che di preti); voci che, o parlano a-priori dell’inutilità di un cammino sinodale, o che vedono quest’ultimo come una delle tante attività ecclesiali già esistenti; o impaurite in vista di un fine ancora ignoto». Inoltre: «Alcuni punti appaiono molto deboli e complicano ulteriormente la situazione: si parla spesso, infatti, di “sinodalità” e di “riforma” della Chiesa, ma non è ancora chiaro cosa si intenda con entrambi i lemmi, sia presi singolarmente, sia insieme».

Il contributo della teologia alla sinodalità è stato oggetto dell’intervento di mons. Roberto Repole, arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa. « La sinodalità non è certo un’invenzione della Chiesa del nostro tempo. Essa caratterizza la vita ecclesiale, quale sua dimensione costitutiva. Alla riflessione teologica spetta di richiamare il fondamento, al fine di evitare che la sinodalità si riduca a mera dimensione socio logica ed organizzativa. A tal fine, la teologia è chiamata ad offrire il suo contributo critico per evidenziare quanto della cultura contemporanea costituisce uno stimolo a riscoprire la sinodalità nella Chiesa, quanto può comprometterne invece il valore evangelico e quali aspetti, dentro l’attuale contesto ecclesiale, domandano di essere ormai precisati».

Sul cammino sinodale in Italia si è incentrata la relazione di mons. Erio Castellucci, arcivescovo metropolita-abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, vicepresidente per l’Italia settentrionale della Conferenza Episcopale Italiana. «Alla fine del primo anno è stato delineato il nostro “sogno” di Chiesa. Nel secondo anno si è cercato di concretizzarlo. Ci sarà l’assemblea, dove si farà una raccolta dei cantieri in atto e proveremo a fare una lettura di carattere pratico per raggiungere quella Chiesa sognata». Quattro gli argomenti da approfondire: «Necessità di formazione, con l’iniziazione cristiana da ripensare a fondo. La corresponsabilità, che fatica a trovare una sua modalità operativa. La revisione di alcune strutture, che gravano sulla gestione e sul bilancio di una comunità cristiana. La presenza nella società è richiesta alla Chiesa in Italia, stante la crisi dell’associazionismo». Il dialogo che ne è seguito ha sottolineato alcuni aspetti. «La gente ha bisogno di spiritualità, di Dio, non di cose da fare». «Spesso si cade nelle formalità: titoli, abiti, strutture». «È importante avere tempo per stare con la gente, anche per evangelizzare». «Per questo occorre condividere le responsabilità anche con i laici».

Cosa può insegnare il cammino del “Global Compact on Education” al Sinodo? Mons. Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa e già segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica, ha raccontato l’esperienza di un “camminare insieme” che, sulla base delle sfide educative presenti in tutte le società, «ha progressivamente coinvolto responsabili dell’ebraismo e dell’Islam, poi di altre religioni fino all’invito rivolto ai Grandi della Terra di sottoscrivere un patto educativo globale».

Uno spunto spirituale è stato offerta da Lida Ciccarelli, membro della Commissione di spiritualità del Sinodo. «Camminare e ascoltare, due verbi decisivi per il percorso sinodale che lascia intravedere possibilità inedite, che traccia il nuovo che ci attende domani, ma che ora sta già germogliando (cf Is 43,19)». «Non sappiamo dove il cammino ci porterà, ma è Dio che cammina con noi e Lui farà cose nuove: a noi camminare insieme e riconoscerci fratelli perché figli di un unico Padre».

Nel dopocena di martedì 18 aprile, gli abitanti di Loppiano si sono presentati ai vescovi. «La serata con la cittadella ci ha fatto vivere la cultura dell’incontro, ma anche l’incontro di culture. È stata un’indicazione per uscire verso tutti, per far incontrare le culture». È un passaggio della sintesi presentata da don Vincenzo Di Pilato, docente di Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica Pugliese e coordinatore accademico del “Centro Evangelii Gaudium”. Ripercorrendo i lavori, ha sottolineato che «abbiamo vissuto un’attualizzazione essenziale della grazia che riceviamo dalla Parola e dall’Eucaristia. Lo Spirito Santo ha creato un’atmosfera di accoglienza reciproca e di ascolto, di apertura e di gratuità». Ha richiamato un passaggio della relazione di don Alessandro Clemenzia in cui l’etimologia del lemma «sinodalità», oltre a “camminare insieme”, veniva fatta risalire al significato di “varcare la stessa soglia, dimorare insieme, riunirsi”. «È quello che abbiamo cercato di fare insieme in questi giorni. Sinodalità è questo continuo varcare la soglia, la soglia dell’Altro/altro secondo quella dinamica esodale a cui ci invita papa Francesco dall’inizio del suo pontificato». Con una necessaria avvertenza: «Non si esce per “cadere nel vuoto” o entrare nella “genialità” dell’altro, ma per entrare nella Realtà dello Spirito di Cristo che soffia tra noi».

Il prossimo incontro per i vescovi italiani del “Centro Evangelii Gaudium” si terrà a Loppiano dal 5 al 7 febbraio 2024. Tale Centro sorge nel 2016 ad opera dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, quale risposta all’indicazione di papa Francesco al Convegno nazionale della Chiesa italiana a Firenze (novembre 2015): «In ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni».

cs_vescovi per un cammino sinodale_ loppiano 17-19 aprile2023

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1 commento

  1. “Spesso si cade nelle formalità: titoli, abiti, strutture”… la ricchezza di questo articolo è data dai nomi e dai titoli dei partecipanti. I contenuti sono belli ma mi permetto di aggiungere che manca ancora l’ascolto dei piccoli: la situazione per cui il bambino / il piccolo/ l’ultimo (come Daniele fu ascoltato al processo contro Susanna e come Gesù dai dottori nel Tempio) possa essere ritenuto voce ispirata da Dio. Preghiamo lo Spirito che apra i nostri cuori.

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