Pisa, un progetto di fraternità

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Dall’unificazione di due parrocchie si avvia un processo per rigenerare il territorio

di Aurelio Molè

«Il tutto è più delle parti». Lo dice Aristotele, trova conferma nel motto della Gestalt, la teoria della forma degli anni ’20, riecheggia nel teologo Romano Guardini, lo ripete Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium che aggiunge: «Bisogna sempre allargare lo sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti noi».

È anche l’esperienza di Stefano e Luisa Biondi, pisani e focolarini doc, (non c’è contraddizione ndr) che sanno legare mente e cuore e affrontare ogni sfida come occasione di gettare ponti, fare comunità, costruire unità. Il fatto è semplice. Il sostanziale calo di sacerdoti, l’innalzamento dell’età media, ha come conseguenza la creazione di unità pastorali, l’accorpamento di più parrocchie sotto un unico parroco. Apriti cielo! Soprattutto quando l’unificazione è avvenuta tra San Martino e San Marco. La prima è citata dal 1067, già sede dei canonici agostiniani, conserva ancora un “Crocifisso” su tavola di Enrico di Tedice (XIII sec.). Una parrocchia antica, in centro storico, sulla riva sinistra dell’Arno, con un ceto culturale e sociale medio alto, cosa ha da spartire con San Marco? Di antica data anch’essa, menzionata nel 1153, ma attualmente situata in una periferia esistenziale concentrazione di disagi sociali ed economici. Uno stridore evidente.

L’unificazione ha un sapore amaro e i parrocchiani anziani di San Marco non le mandano a dire. Ostacolano il processo con lamentele, chiacchiere e azioni: articoli sui giornali e proteste con il vescovo. La riconciliazione parte, si sviluppa e termina solo con il cambiamento delle relazioni umane. Un gruppo di laici tesse con pazienza mettendosi in dialogo e in ascolto. Vale più ascoltare che parlare: d’altronde ci sarà un motivo per cui abbiamo due orecchie e una sola bocca. Nasce un consiglio pastorale formato da persone di entrambe le parrocchie. «Ci è sembrato – commentano Stefano e Luisa – subito evidente che, al di là della motivazione pratica che ha portato all’unificazione di queste due realtà, Dio avesse un disegno più grande».

Il tutto più della somma delle parti è fortemente voluto dal parroco che lo rende concreto attraverso la realizzazione di un progetto di fraternità. In azione crollano le barriere, ci si conosce, si vive per gli altri. Le idee non possono diventare ideologie perché bisogna guardare “fuori” alle povertà del territorio.

Vengono censiti i beni materiali, i talenti delle persone e le diverse realtà associative che hanno sede nel territorio. Dall’inventario emergono immobili in grave stato di abbandono e un appartamento, da sistemare, ma adatto all’accoglienza.

Come regola si sono proposti di far tutto “non per ma con”, in modo che i destinatari siano protagonisti e artefici insieme a tutti.

Il 24 febbraio del 2022 deflagra la guerra in Ucraina con la sua scia di disperazione e grida di dolore che risuonano anche a Pisa. “Con occhi strabici” per non dimenticar nessuno guardando sia le povertà locali, sia quelle internazionali. Padre Volodymir, il parroco greco cattolico di rito bizantino di Pisa è travolto dagli eventi, dall’onda emotiva dei profughi che si rivolgono a lui. Un fiume in piena non arginabile.

Per ristrutturare l’appartamento occorrono molte risorse. Le promesse di una fondazione, i contributi previsti della prefettura si volatilizzano. «Si sono chiuse molte porte mentre altre impensabili si sono aperte». Una donazione inaspettata copre i costi di ristrutturazione e di arredo, tecnici e imprese lavorano al solo prezzo dei costi dei materiali, una nota ditta di arredamento realizza progetto e arredamento completo.

Il 13 dicembre 2022 arriva la prima famiglia ucraina: genitori, due bambini, di cui una autistica, e un altro in arrivo. Il 18 dicembre 2022 e l’11 gennaio 2023 è la volta di due mamme rispettivamente con due figli e i due mariti al fronte. Si respira il loro dolore: ferite nell’animo e frastornate per gli eventi. Passata la gioia dell’accoglienza è sorta l’ansia dei tanti problemi da affrontare: la gravidanza di una mamma, l’inserimento scolastico, la necessità di trovare lavoro per gli adulti. Istanze affrontate in cordata, nel gruppo, in rete e risolte con la generosità di medici, volontari, un pensionato, vedovo da molti anni, a cui il progetto di unificazione delle due parrocchie ha dato nuova vitalità, opportunità e relazioni di fraternità. E poi religiose, parroci che hanno valorizzato i talenti di ognuno e contribuito al risveglio della sensibilità spirituale.

Fare rete, avviare processi, conoscersi ha messo in evidenza la presenza delle realtà associative presenti sul territorio delle due parrocchie per un progetto di rinascita umana e civile, per “rigenerare” il quartiere mettendo al centro i temi del benessere e della salute, la convivenza pacifica e fraterna, l’accesso e la fruizione di servizi utili.

Si è costituito un Tavolo per la Promozione Umana e l’Accoglienza e la rigenerazione del Territorio dell’Unità Pastorale San Marco e San Martino che ha questi obiettivi a medio termine: scrivere subito e sottoscrivere un documento condiviso, un “Patto di fraternità” tra tutte le realtà coinvolte con la prospettiva di costituire, poi, una Cooperativa di Comunità che riunisca tutti i soggetti per la realizzazione di vari progetti integrati tra loro come ad esempio utilizzare per l’accoglienza l’ex Casa della Pace di San Martino; la realizzazione di un Centro di ascolto e mediazione del disagio sociale e sanitario, un Gruppo di acquisto solidale, un centro per il riuso di abiti/mobili/elettrodomestici in San Marco; un laboratorio di sartoria nell’ex Asilo Gianfaldoni; una sala multimediale per attività giovanili e per la famiglia nell’oratorio di San Marco.

Il pensiero che anima tutti sono i quattro cardini di Papa Francesco: il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte.

«Stiamo provando – conclude Stefano Biondi – ad immaginare la promozione umana del quartiere. Dalla concretezza delle azioni, poi, si comprenderà meglio anche l’annuncio cristiano. Cerchiamo di ricostruire il tessuto sociale, fatto di rapporti nuovi, dove le persone si possano di nuovo aprire alla vita».

Scriveva Italo Calvino: «Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

Elenco dei soggetti coinvolti:

Unità Pastorale San Martino-San Marco

Fondazione Opera Giuseppe Toniolo

Gruppo Amici di Toniolo

San Vincenzo

San Martino

San Marco

Acli

Cisl

Cif

Associazione Centro d’Ascolto San Marco per abbandono e disagio scolastico

Confcooperative Grazia Ambrosino

Coop Radio Incontro

Coop Spes

Coop Impegno e Futuro

Scout Pisa 3

Padre Volodymyr per gli Ucraini

Movimento dei Focolari

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