Essere pellegrini di pace e unità. Videointervista a Margaret Karram

La presidente del Movimento dei Focolari, Margaret Karram, risponde alle domande di Insieme sulla delicata situazione internazionale, sul Cammino sinodale, sull’attualità dell’eccomi di Maria e sulla Terra Santa.

Una visita che cade in un tempo di grandi tribolazioni. Il momento migliore per «affidare il mondo» alla Regina della pace e per lavorare ad una rinnovata unità. Un compito che richiede fatica, pazienza, ma dà gioia.

Margaret, in che modo l’unità potrebbe favorire i processi di pace, quelli interiori e quelli globali?

«L’unità è costruire rapporti veri, sinceri; prima di tutto è un dono di Dio. Affinché sia vera, non solo un’amicizia, per entrare in questo ascolto profondo, dobbiamo mettere delle premesse: un contributo importante lo abbiamo dalla nostra vita interiore e di preghiera. Se ognuno di noi non ha questa ricchezza spirituale dentro, non può costruire una unità vera.

Ci vuole l’amicizia per costruire l’unità, ma non basta. Ci vuole anche una vita interiore che arricchisca reciprocamente e ci faccia entrare nella vita dell’altro. San Paolo ci dice che il farsi uno con l’altro è portare i pesi dell’altra persona, i suoi dolori, le sue gioie. Fare questo richiede fatica e sacrificio, ma è proprio vero che ci dona gioia e pace. Penso sia quello di cui oggi il mondo abbia più bisogno.

Dobbiamo saper costruire un rapporto vero, un dialogo vero che ci porti ad accettare la diversità dell’altro, a non giudicare l’idea diversa, ma ad accogliere. È questo che ci fa costruire un dialogo sincero, vero, basato sì su un’amicizia, ma soprattutto su qualcosa di spirituale. Se lo viviamo, oggi, sono convinta che tanti rapporti cambieranno e potremo pensare a una fraternità diversa, a costruire la pace».

La Chiesa è in Cammino sinodale. Qual è il contributo del Movimento dei Focolari?

«Tanti membri del Movimento sparsi nel mondo sono inseriti nei contesti ecclesiali locali. Già lì diamo un contributo specifico essendo parte della Chiesa locale, ma anche come spirito e carisma dell’unità. In particolare, per vivere ed essere figli della Chiesa cattolica non basta solo vivere l’interno, costruire rapporti con i cattolici; noi possiamo contribuire ad aprirci all’unità con le altre Chiese, al dialogo con le altre religioni, a dialogare con le persone che hanno convinzioni diverse. Il nostro contributo è aprirci a tutte queste realtà perché la Chiesa includa tutti, tutto il popolo di Dio.

A livello internazionale come Movimento abbiamo lavorato tanto, raccogliendo le sensibilità e le esperienze di varie culture. Abbiamo raccolto tutto e l’abbiamo inviato al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita affinché arrivasse anche un nostro contributo specifico alla segreteria del Sinodo. Questo Cammino sinodale è molto importante».

Leggi tutta l’intervista a cura di Salvatore D’Angelo su Insieme:

https://www.insiemenews.it/2022/11/14/essere-pellegrini-di-pace-e-unita-intervista-a-margaret-karram/