Insieme a Ficuzza per “Custodire il Creato”

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PALERMO. Insieme accomunati dall’amore per la natura: in tanti, appartenenti a varie religioni, credi, filosofie esistenzialistiche, amici con figli, si sono riuniti dinanzi alla Real Casina Borbonica nella Riserva Naturale Orientata Bosco di Ficuzza (Palermo), per una giornata con pranzo a sacco.
A organizzare l’iniziativa: i Giovani per un Mondo Unito, i Giovani del Gruppo di Preghiera “Chiara Luce Badano”, la Comunità di Belmonte Mezzagno, Palermo e Trapani del Movimento dei Focolari, Thalassia Giaccone (animatrice “Laudato sì” – Commissione Internazionale EcoOne e EcoPlan), Salvo Santangelo (ingegnere agronomo e naturopata), con la partecipazione di Andrea Cozzolino (acquilonista) e Delizia Alessandra (danza-terapeuta).

Il sole ci ha baciati, l’ombra degli alberi ci ha custoditi. Accolti e istruiti sulla giornata, ci siamo presto uniti in una lunga danza ristoratrice per l’anima – racconta chi ha partecipato -. Con le mani unite, ci siam guardati tutti negli occhi, sorridendo per la gioia sincera d’esserci, gli uni per gli altri, gli uni con gli altri. Uniti, pur nella diversità, nel rispetto dell’identità di ciascuno, come una sola famiglia, in cordata verso il cielo“.

Ognuno degli organizzatori, con straordinaria naturalezza e senso di responsabilità, ha ricordato ai presenti come l’esistenza di ciascuno sia legata a quella degli altri, e come la vita non è tempo che passa ma tempo di incontro. Ognuno di loro, si è fatto dono per gli altri, per come desiderava anche Stefano Spera, un giovane ragazzo, menzionato all’evento: prima di morire aveva creato un gruppo di preghiera (fattosi col tempo, più numeroso), lasciando il prezioso testamento di “vivere la vita come dono per gli altri”.

E idealmente con Stefano, sono stati percorsi chilometri e chilometri, giovani e meno giovani, lungo la Riserva naturale del Bosco di Ficuzza, dove la diversità biologica e geologica si è creata in milioni di anni. “Camminando, ci siamo ascoltati, conosciuti ognuno col proprio compagno di turno, ci siam fermati nelle soste per riflettere e cantare, ci siamo collegati con Atene, ci siamo scambiati dei braccialetti intrecciati che potessero darci il senso delle rete fra noi. Abbiam pregato per le donne iraniane e in varie lingue per testimoniare che “si può vivere da fratelli” pur essendo di religioni differenti, avendo cura della “casa comune” che è il creato, che abbiamo sotto i piedi, attorno a noi, alzando gli occhi, osservando e annusando la natura, ascoltando i suoi suoni, sentendoci parte di essa, comprendendo come anche la natura si nutra di noi, come noi di lei. Come esista, ossia, una relazione di scambio continuo, attraverso il respiro“.

Presi dal tran-tran, dimentichiamo, infatti, che gli alberi, le foglie, i fiori, ci ascoltano, ci annusano, si nutrono, forse, anche delle nostre gioie, e dolori, e mutano, insieme a noi. “Quando espiriamo – ha ricordato, infatti, la dott.ssa Thalassia – l’aria che esce dalla nostra bocca è ricca di tanti elementi, tra cui gli atomi di carbonio che fluttuano nell’aria. Non si vedono, eppure, questi atomi potrebbero viaggiare per tanto tempo, e divenire parte integrante anche degli alberi”.

Cosa significa? Che una piccola parte di noi viene cioè ceduta in dono alle foglie degli alberi e ritornerà a chi mangerà poi i frutti dell’albero. Siamo, dunque, tutti collegati, interconnessi. Nella natura troviamo, dunque, tanta umanità. Ciò diventa ancor più emblematico quando ci si trova dinanzi ad un albero secolare, come quello visto a fine percorso naturalistico: un’immensa quercia che, con la sua resilienza e connessione col suo ambiente, ci ha fatto sentire come dinanzi ad un “santuario”: ciò ha ridimensionato l’io di tanti, per allargare la coscienza di tutti, facendoci sentire piccoli e fratelli, “facenti parte di un’unica famiglia umana, fatta di vegetali, animali e uomini”.

La giornata si è conclusa con un patto di responsabilità per “prenderci cura del creato” con una prima azione concreta: donare un euro per acquistare una piantina d’albero, col proposito di rincontrarci la prossima volta per la “piantumazione” di tutti gli alberelli acquistati, in uno dei tanti territori violentati dagli incendi di questa estate. Ognuno di noi, è tornato alle proprie abitazioni, grato di tali esperienze benefiche, di “conversione ecologica”, col monito – che giriamo ad ognuno di voi lettori – “d’essere delle gocce d’acqua che al passaggio di un raggio di luce (Dio), generano un arcobaleno!”.

Patrizia Carollo

Fonte: https://www.ilmediterraneo24.it/in-sicilia/sicilia/insieme-a-ficuzza-per-custodire-il-creato-e-quel-patto-per-lambiente/#

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