L’arcivescovo di Trento: “È arrivato per te, cara Chiesa di Trento, il momento di ascoltare il grido di questa tua figlia”.

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L’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, ha celebrato mercoledì 22 gennaio 2020 la Santa Messa nella basilica di Santa Maria Maggiore nel giorno del centenario della nascita di Chiara Lubich. “Nel luogo del battesimo di Chiara, l’Eucarestia del 22 vuol essere un segno concreto di una relazione profonda dell’intera Diocesi nei  confronti di questa sua figlia, riconosciuta come dono al mondo. Con don Lauro presenti a concelebrare più di 100 sacerdoti partecipanti al Convegno nazionale che si svolge al Centro Mariapoli”, si legge sul sito della Diocesi di Trento.

Parole forti, incisive e coinvolgenti quelle che Mons. Tisi ha rivolto alla sua Chiesa di Trento, incoraggiandola ad aprirsi e lanciarsi nel mondo così come è avvenuto per Chiara, che “forte solo del Vangelo ha dato vita a gesti di comunione che hanno varcato i confini del mondo“.

L’arcivescovo spende parole di fuoco, sentendo tutta l’urgenza di attivare percorsi di rinnovamento e di cambiamento all’interno della Chiesa: “È arrivato per te, cara Chiesa di Trento, il momento di ascoltare il grido di questa tua figlia, che cento anni fa ha ricevuto il battesimo in questa basilica mariana. Chiesa di Trento, perché temi? Prendi in mano il Vangelo – Parola di vita –, prova a viverlo nella sua straordinaria semplicità e radicalità. Trasforma le tue comunità in piccoli rifugi, dove s’incontrano i poveri e si vive la fraternità. È arrivato per te, cara Chiesa di Trento, il momento di ascoltare il grido di questa tua figlia, che cento anni fa ha ricevuto il battesimo in questa basilica mariana. Attorno alla Parola infuocata del Vangelo possiamo ricostruire la vita delle nostre comunità, annientando il Golia dell’indifferenza, delle liti, delle mille diatribe in cui spesso s’impantanano.”

Ma la storia degli inizi del Movimento dei Focolari ha percorso sentieri alquanto in salita, non ultimo il giudizio al quale è stata sottoposta la sua fondatrice da parte delle istituzioni ecclesiali del tempo. L’arcivescovo ne fa chiaramente parola durante l’omelia, sottolineando il coraggio della Lubich perché spinta dallo Spirito e dall’amore a Gesù crocifisso e Abbandonato:

“La mano inaridita, guarita in giorno di sabato – come ci ha narrato il Vangelo –, riletta alla luce degli inizi del carisma, dà alla nostra Chiesa ulteriori provocazioni. Chiara ha infranto il sabato di una teologia prigioniera di se stessa, che aveva la presunzione di tutto controllare. Per lasciarsi sorprendere dalle novità di Dio. Il Cristo abbandonato è eccesso d’amore: solo i temerari che accettano di camminare nella notte, senza sicurezze, lo possono incontrare. Quanta attualità riscontriamo tra il contesto in cui è nato il carisma dell’unità e l’attuale situazione, dove spesso si sale sulle barricate consumando se stessi in sterili diatribe concettuali, orfani della vita e delle sue trame. È interessante, a tal proposito, sottolineare che il vescovo Carlo (De Ferrari) ha saputo, profeticamente, riscontrare, in quel nuovo modo di vivere il Vangelo, il dito di Dio”.

Le parole finali dell’omelia riportano ciascuno ad avere la consapevolezza dell’essere responsabili del messaggio evangelico, dell’essere fecondi nell’ascolto della Parola grazie alla fedeltà a Gesù Abbandonato:

“Chiara ha conosciuto anche la notte dello Spirito. Chiesa di Trento, non aver paura dell’irrisione che può accompagnare la tua voglia di fedeltà al Vangelo. Attraversa la notte, parteciperai alla fecondità di Gesù abbandonato che ha trasformato il monte della morte in grembo di vita. Chiara contempla la creazione abitata dall’amore di Dio. Essa ha un volto: porta in sé le tracce del Creatore, salutare provocazione a percepirsi parte di essa ed esserne custodi. Buon compleanno Chiesa di Trento e Movimento dei Focolari!”

 Patrizia Mazzola 

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