Una via alternativa

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Punti di vista n. 34

Di fronte al crollo del ponte di Genova, insieme allo sgomento, alla partecipazione al dolore per le vittime, i feriti e i loro familiari, ci siamo posti domande che, nella maggior parte dei casi, ancora oggi non hanno trovato risposta. Fra queste il quesito sul perché non sia stata realizzata un’alternativa al ponte Morandi (semplicistico dire che qualcuno era contrario).

È evidente, infatti, che in una Genova stretta fra il mare e i monti, in una striscia di terra fondamentale anche per il resto d’Italia che da lì si collega all’Europa, affidarsi a un’unica soluzione prima o poi non sarebbe stato sufficiente.

Quanto accaduto ci porta a riflettere sulla vigilanza, che in senso evangelico può essere intesa anche come capacità di non lasciarsi sorprendere dai fatti, ma di prevenirli, non perché si abbia una sfera magica, quanto perché si è attenti ai segni dei tempi e si vuole arrivare pronti. La via alternativa che non è stata costruita a Genova ci insegna a progettare per tempo risposte multiple ai problemi di tenuta delle strade della vita che tutti i giorni percorriamo.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

Fonte: Rivista Città Nuova n. 9 / Settembre 2018 pag. 49

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1 commento

  1. Il perseguire il bene comune richiede anche una capacità di vedere oltre l’orizzonte dell’immediato, di progettare il futuro svincolati dalle logiche del profitto e del mercato: merce rara in un contesto sociale dove persino si è rubato il futuro alle nuove generazioni…

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