Un’esplosione di colori e amicizia

Ad Arborea, in Sardegna, i Ragazzi per l’unità si ritrovano per un campus estivo. Qualche flash nel racconto di due di loro

Una vera e propria famiglia

Amicizia, altruismo, amore l’uno per l’altro… Sono queste le parole chiave di questo campus. Anche quest’anno, come ormai da circa vent’anni i ragazzi facenti parte del Movimento dei Focolari si riuniscono insieme per condividere esperienze, emozioni e per tornare a casa con il cuore un po’ più grande di prima. Per molti è stata la prima volta qui al campus e alle domande “come ti trovi?’” e “che ti aspetti da questo campus?”, le risposte più frequenti sono state semplicemente grandi sorrisi. Le aspettative sono alte … nuovi amici, amore reciproco e divertimento ma questo Campus le soddisfa tutte! C’è chi si lancia nel preparare biscotti, chi ha a cuore l’ambiente e prepara cartelli colorati per far comprendere che ciò che ci circonda è di tutti noi e sarebbe un gran peccato rovinarlo. C’è chi invece butta giù idee per scrivere canzoni che trasmettano gli ideali di cui ci facciamo portatori e poi … ci siamo noi … che vi parliamo di tutto questo. “Nonostante non ci siano legami di sangue, qui ci si sente come in una vera e propria famiglia”, dice Sara mentre ci si prova a conoscere un po’ meglio e si parla un po’ di sé.

E forse è bene chiudere quest’articolo così … Dicendo semplicemente che qui ci si sente a casa, ci si sente amati e protetti … in poche parole: “Questa è una famiglia!”. (Elena Masala)

Storie che lasciano il segno

Uno dei giorni del campus prevede la visita alla comunità “Il Samaritano”, centro di recupero e accoglienza situato nel territorio comunale di Arborea. Esso raccoglie una decina di ex detenuti che vi trascorrono l’ultimo periodo della pena dopo anni di carcere. Noi Ragazzi per l’Unità abbiamo avuto modo di conoscere queste persone e di farci raccontare parte delle loro storie. La comunità sta vivendo ultimamente un periodo difficile a causa di una indagine che ha coinvolto il fondatore ma gli ospiti si presentano sostanzialmente sereni e ben inseriti.

Luca, 36 anni, originario di Gergei, ci concede un’intervista e quando gli chiediamo come si trovi all’interno della struttura fa riferimento al suo passato in carcere, nel quale ha trascorso ben nove anni, mettendo in evidenza il grande salto di qualità tra le due situazioni. Ora lavora, trascorre la sua giornata con i compagni con i quali ha un bel rapporto di amicizia. Ha inoltre la possibilità di scegliere come trascorrere il suo tempo libero, e una volta alla settimana può andare a trovare la famiglia nel suo paese.

Tra un mese e mezzo potrà definitivamente chiudere questo capitolo della sua vita avendo scontato la pena ed essendo pronto a reinserirsi nel “mondo libero”. (Daniele Palla)